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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
La Parrocchia,
la
Mia Famiglia!
Con la "Festa del Campanile" si apre un nuovo intenso cammino,
da percorrere tutti insieme
E' con questo agile e accattivante slogan che si presenta, con la
sua magnifica copertina satinata, il
nostro atteso Bollettino parrocchiale di Ottobre.
Non vorrei però, come spesso
accade nella nostra vita sociale di
oggi, che anche questo slogan rimanesse una delle tante "frasi fatte",
belle da declinare, ma poi difficili
da mettere in pratica e soprattutto
da vivere! Da più di un anno qui a
Varallo, in parrocchia, nelle prediche, nei consigli pastorali, negli
incontri con le associazioni e con i
giovani … non si fa che parlare di
questo: "La parrocchia deve tornare
ad essere una famiglia che ama
incontrarsi, che vuole confrontarsi
e che desidera ardentemente camminare insieme, condividendo "la
vita", gli ideali più grandi, ma anche
semplicemente alcuni momenti fraterni che ci aiutino ad assaporare il
gusto della vita buona che scaturisce dal nostro cammino feriale di
comunità; è proprio questo che il
libro degli Atti degli Apostoli racconta e ci consegna … perché anche
noi, oggi, possiamo fare lo stesso.
È sicuramente tempo, anche a
Varallo, di incominciare a parlare
della parrocchia come di una famiglia, nella quale ciascuno di noi e dei
nostri gruppi possa provare a tessere
ed a costruire relazioni vere, autentiche ed appassionate; possa qui tro-
vare i suoi spazi naturali, importanti, di confronto, di progettualità
fatta insieme, intorno ai grandi valori comuni che danno sapore e consistenza alle nostre scelte ed alle
nostre relazioni; questo per una crescita umana, spirituale e caritativa
ancora più visibile!
La Festa del Campanile, da 36
anni è l'appuntamento spirituale e
religioso in cui tutta la nostra comunità si incontra in Collegiata, la
"chiesa madre" di Varallo per esprimere in modo palpabile che è davvero bello camminare insieme, che
è importante condividere quel poco
che si ha, per realizzare insieme i
progetti che ci stanno a cuore, le
speranze che sospingono i passi
della nostra vita comunitaria!
Stiamo celebrando in queste
settimane i Cento anni di Fondazione
del nostro Oratorio di Varallo; qualche giovane lo ha ripetuto più volte
che il Centro Giovanile di Sottoriva
è la "casa di tutti i giovani" che proprio lì hanno scoperto i valori che
contano e le prime scelte belle ed
importanti della loro vita! Ma se l'Oratorio lo sentiamo come la "casa di
tutti" … cosa dobbiamo fare insieme
e responsabilmente, perché torni
ad essere il luogo dove di gioca
insieme, si cresce, si impara a condividere i primi progetti importanti?
Non sarebbe bello se le nostre
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Indubbiamente le nostre famiglie non devono sostituirsi agli animatori, ai catechisti ed agli educatori dell'Oratorio, ma insieme, in
rete, ed in modo complementare
(ciascuno con i suoi compiti specifici) si cerca di offrire valori e progetti di vita significativi per i nostri
cari ragazzi!
In novembre, dando vita ad
un'Assemblea parrocchiale straordinaria ci interrogheremo tutti su
come si può camminare insieme tra
"Giovani" e "Famiglie" provando a
riappropriarci dell'Oratorio come la
"casa di tutti", perché non sia soltanto il luogo del cammino catechistico, del gioco e dell'animazione …
ma anche del confronto appassionato sui valori umani e cristiani che ci
aiutano a fare bella la vita, condividendo le nostre progettualità più
vere, imparando a scegliere ed a
decidere senza paure il nostro futuro, confrontandoci sulle nostre fatiche quotidiane, i nostri sogni, le
nostre speranze! La nostra Parrocchia e l'Oratorio possono sicuramente tornare ad
essere la "casa" di ciascuno di noi e
la accogliente "famiglia" allargata in
cui ci si sente tutti a proprio agio,
dove si respira la condivisione, l'ospitalità e dove insieme si vive e si
assapora anche la gioia della festa. Buon cammino a tutti noi! INDICE
pag. 2
festa
a San Giacomo
pag. 3 / 4 l’editoriale del prevosto
pag. 5 calendario di novembre
pag. 6 / 7 / 8
storia della
Festa del Campanile
pag. 9 / 10 testimonianza dalla GMG
pag. 11
viaggio in Terrasanta
pag. 12 / 13notizie dal Man
pag. 13 / 14la Madonna del Rosario
pag. 15 / 16 “news” dal Grim
pag. 17 / 18 la serata sul Corno d’ Africa
pag. 18
il consiglio AVAS
pag.19 la colletta alimentare
pag. 20 / 21 il restauro della chiesa della
Madonna del Cucco
pag. 21 / 22 videosorveglianza
al Sacro Monte
pag. 23 / 24i parroci di montagna
pag. 25
la pagina di Rosy
pag. 26 / 27 ricordo di Renzo Zenone
pag. 28/ 29 / 30
Mons. Giuseppe Maria Magni
pag. 30
anagrafe parrocchiale
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Il Calendario Liturgico
del
Mese
di
Novembre
Martedì 1 novembre - Solennità di tutti i Santi
ore 8.00 - 11.00 - 18.00: S. Messe in Collegiata
ore 15.00: S. Messa al cimitero
Mercoledì 2 novembre - Commemorazione di tutti i fedeli defunti
ore 8.00 - 18.00: S. Messe in Collegiata
ore 10.00: S. Messa al cimitero per tutti i defunti.
A seguire, benedizione delle Tombe
Giovedì 3 novembre - Centro Giovanile "G. Pastore": ore 21.00
incontro coi genitori della Prima Comunione
Sabato 5 e domenica 6 novembre - Chiesa di San Giacomo:
Festa del primo anno dell’inaugurazione del restauro del campanile
Domenica 6 novembre - Collegiata di San Gaudenzio: ore 11.00
S. Messa per le vittime della frana. Segue corteo al cippo.
Giovedì 10 novembre - Centro Giovanile "G. Pastore": ore 21.00
incontro coi genitori della Cresima
Martedì 15 novembre - Centro Giovanile "G. Pastore": ore 21.00
incontro delle catechiste per la programmazione
Sabato 19 novembre - Teatro Civico: ore 21.00
Concerto della Banda Città di Varallo in onore di Santa Cecilia
Domenica 20 novembre - Cristo Re - Festa di Santa Cecilia,
Collegiata: ore 11.00 S. Messa solenne
Villa S. Maria: ore 15.00 incontro biblico con P. Gianfranco Barbieri,
(oblato di Rho), in preparazione al corso biblico parrocchiale
Venerdì 25 novembre - Chiesa di S. Silvano in Romagnano: ore 21.00
Lectio dei giovani - relatore: don Federico Sorrenti
Sabato 26 novembre - Giornata della colletta alimentare
(raccolta benefica nei supermercati varallesi)
Domenica 27 novembre - I° domenica di avvento
Centro Giovanile "G. Pastore": ore 10.00 ritiro della seconda elementare
ore 15.30 incontro dei genitori
don Roberto
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
La Festa del Campanile
dalla sua Ideazione a Oggi
Domenica 16 ottobre 2011 si è
svolta la trentaseiesima Festa del
Campanile.
Voluta dal prevosto don Ercole
Scolari e da alcuni membri dell'allora
consiglio pastorale, per ricordare il
rinnovato concerto di campane avvenuto nel lontano 1974, è ormai entrata come festa ricorrente nel nostro
calendario religioso varallese.
Era il giorno di San Giuseppe
1974, una giornata uggiosa che non
ha però minimamente incrinato l'atmosfera di festa che era nell'animo
dei Varallesi di fronte alle loro nuove,
bellissime campane allineate sul
sagrato in attesa di farsi vedere, toccare, ammirare da vicino per l'ultima
volta prima di salire lassù, a suonare
per significare a volte la gioia a volte
il dolore di tutta la comunità. La
benedizione solenne fu impartita da
monsignor Vittorio Piola, vescovo
ausiliare di Novara.
Il costo dei lavori eseguiti si
aggirava intorno a 28 milioni delle
vecchie Lire.
Il mezzogiorno di mercoledì 19
marzo 1975, un anno dopo l'inaugurazione, la popolazione varallese, era
allietata da un magnifico concerto
delle campane che suonavano a distesa per ricordare il primo anniversario. Mancavano però, ahimè ancora 7
milioni per saldare la somma preventivata.
Nel 1976, agli inizi di ottobre,
mancavano ancora ben 5 milioni, per
chiudere definitivamente il capitolo
relativo alle campane di San
Gaudenzio, ecco allora che al
"Comitato", venne l'idea di organizzare per il giorno 17 ottobre, una
"Festa del Campanile" che a conclusione delle feste che si sogliono celebrare nelle chiesette periferiche,
durante il periodo estivo, voleva dare
ad esse il sigillo dell'unità parrocchiale e consentire un più intimo
legame di amicizia fraterna, specialmente tra le persone che gravitavano
attorno agli oratori più distanti tra
loro. Queste avrebbero portato in
segno di comunione, delle offerte in
natura messe all'incanto al termine
di un pranzo organizzato presso il
Centro Giovanile "G. Pastore". Il ricavato sarebbe servito alla copertura
delle spese pro campanile.
Il programma della prima Festa
era il seguente: ore 10.00 suono
delle campane delle chiese rionali,
partenza dei gruppi rionali verso la
Collegiata, ore 10.30 concerto delle
campane di San Gaudenzio, ricevimento da parte del prevosto don
Ercole Scolari, delle autorità cittadine e dei gruppi rionali. Santa Messa
solenne, ore 12.30 pranzo dell'amicizia presso il Centro Giovanile, ore
14.30: concerto del Complesso
Filarmonico varallese ed incanto
delle offerte. In quell'occasione l'Amministrazione Comunale stanziò la
somma di Lire 700.000. Durante la
festa vennero vendute delle artistiche campanelle in bronzo a ricordo
dell'evento.
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Negli anni a seguire, il programma rimase pressocché invariato.
Ricordo però che al posto della campanella, vi fu un anno un piccolo
campanile, ed un altro una piccola
targhetta sempre in bronzo con la
Collegiata in rilievo.
Nel 1985, la festa venne posticipata agli inizi di novembre e preceduta da una fiaccolata la sera di
sabato 2 novembre al Sacro Monte, a
ricordo della storica ed eccezionale
visita che Papa Giovanni Paolo II,
aveva compiuto l'anno prima nel
ripercorrere il cammino di San Carlo
Borromeo, la messa del giorno dopo
fu presieduta dal vescovo mons. Aldo
Del Monte, i canti furono eseguiti
dalla Corale San Gaudenzio e per
l'occasione venne inaugurato l'artistico medaglione sistemato a sinistra
dell'altare a ricordo della visita del
Papa, mentre al termine della Messa,
benedizione della targa in bronzo,
fissata alla balconata inferiore della
Collegiata. Alle 15.00 presso il teatro
del Centro Giovanile si tenne un
Recital musicale eseguito dalla compagnia novarese "La Goccia" dal titolo "Forza, venite gente!"
Il 1995, fu una festa memorabile per un altro importante avvenimento, l'inaugurazione della cappella di San Gregorio interamente
restaurata. Le feste ebbero inizio
sabato 14 ottobre con una serata
organizzata presso il Teatro Civico,
dove un pubblico veramente gremito
ha assistito alla "serata d'immagini e
suoni" che la Fabbriceria di San
Gaudenzio, il collegio dei priori e la
città di Varallo hanno indetto per
festeggiare i vent'anni trascorsi
all'ombra del campanile, dal titolo
"Per chi suona la campana".
Allietavano la serata le musiche della
Banda Musicale Cittadina, il Coro
Arcobaleno, le componenti del gruppo giovani-oratorio, e la Corale
Gaudenziana.
Durante la funzione di domenica 15, sono stati inaugurati i restauri
compiuti alla cappella di San Gregorio;
recupero della splendida decorazione
settecentesca che ha visto la ricollocazione degli ovali del De Grott e
della Pala d'altare. Lancio successivo
dei palloncini dalla balconata di San
Gaudenzio. Per l'occasione vennero
distribuiti dei cartoncini ricordo con
la riproduzione dei due ovali.
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Il priore della Confraternita del
Santissimo Sacramento, Francesco
Pitocchi, fece confezionare dal panificio Antoniazzo di Borgosesia un'artistica chiesetta fatta interamente di
pane.
Anche il Circolo Filatelico
Valsesiano, grazie alla valenza ed
alle idee sempre geniali del suo presidente, Pier Angelo Moscotto, che
ricoprì per anni anche il ruolo di fabbriciere di San Gaudenzio, contribuì
alla buona riuscita della festa in svariati anni: nel 2002, realizzò da una
foto di Marco Zacquini, rappresentante il campanile, una cartolina da
attaccare ai palloncini lanciati dopo
la celebrazione, lo stesso avvenne
nel 2003, con la riproduzione di
un'antica cartolina che mostrava la
Collegiata presa
dalla rampa. Nel
2005, a ricordo del
trentesimo anniversario, realizzò
un bellissimo folder, riproducente
l'acquaforte
di
Eugenio Rappa realizzata negli anni
trenta del '900.
Vorrei ricordare in ultimo la
festa del 1997, in
quell'occasione la
Confraternita del
S a n t i s s i m o
Sacramento, faceva benedire il
nuovo distintivo
che verrà a breve
sostituito dall'antico, ma di questo
parleremo
nei
prossimi numeri de
"La Casa sulla
Roccia".
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Andrea Ghilardi
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
GMG
di
MADRID: Firmes
en la
Fe’
breve cronaca di un viaggio indimenticabile (2.a parte)
Riprendiamo lesti il nostro entusiasmante pellegrinaggio verso la Spagna
della GMG 2011.
A dire il vero prima di toccare il
suolo spagnolo abbiamo fatto tappa a
Bayonne, città portuale dalle mediograndi dimensioni, situata a nord di Pau.
Qui - giorno dell'Assunta - si è tenuta
una Celebrazione Eucaristica in un
gigantesco palazzetto dello sport, alla
quale hanno partecipato tutti i giovani
che nei giorni precedenti erano stati
accolti nella diocesi. Al termine della
Messa il vescovo ci ha tutti consacrati
alla Vergine Maria e ci ha sollecitato ad
affidarci a Lei lungo il nostro ormai
imminente cammino firmes en la fé in
Spagna. Ricordo con ancora viva emozione
quando, terminata la Celebrazione,
abbiamo affannosamente cercato i
nostri amici francesi. Sapevamo infatti
che nella metropoli spagnola, traboccante di giovani di ogni nazione, non li
avremmo più rivisti. Li abbiamo invece
trovati vicino al coro, anzi, alcuni di
loro suonavano e cantavano; ci siamo
scambiati numeri telefonici ed e-mail e
dopo un abbraccio, una stretta di mano,
un sorriso, un'ultima battuta, ci siamo
cortesemente dati appuntamento in
Italia. Poveri illusi … non sapevamo che
di lì a pochi giorni ci saremo più di una
volta incontrati nella caotica Madrid e,
contro ogni più azzardata previsione,
persino nella torrida spianata di Cuatro
Vientos.
Dopo sei ore di pullman nell'arida
e desolante terra spagnola, raggiungevamo il tanto atteso centro sportivo di
El Molar, piccolo paese in stile messicano situato … ahimè … a 40 km da Madrid.
Il palazzetto dello sport di El Molar
sarebbe stato la nostra dimora per cinque entusiasmanti giorni. Descriverò ora brevemente com'erano strutturate quelle intense giornate. La sveglia era tassativamente fissata per le sette; appena fuori dall'edificio
poi, ancora mezzi addormentati, si consumava una semplice colazione. Alle otto
circa si celebravano le lodi e verso le otto
e mezza ci si recava alla fermata del pullman. Lì si attendeva … si attendeva, fino
a che non fosse arrivato un mezzo che ci
caricasse e ci portasse nel luogo dove era
stata accolta la maggioranza dei giovani
della diocesi di Novara e dove si sarebbero dovute svolgere le catechesi. Era un
paesino a pochi chilometri da El Molar,
anch'esso sperduto nella "steppa spagnola", ma altrettanto dotato di uno straordinario centro sportivo.
Qui, come già detto, si svolgeva la
catechesi, veniva celebrata la Messa e si
pranzava. Da lì poi si sarebbe partiti per
Madrid per iniziare la vera avventura.
Il 16 agosto ci siamo recati là per
assistere alla Messa di apertura della
GMG, il diciassette per visitare la città,
i suoi monumentali palazzi, il celebre
museo del Prado (dopo un'ora e mezza
di coda), il diciotto per accogliere l'arrivo del Papa (purtroppo, avendo sbagliato strada, abbiamo atteso quattro ore
senza veder nemmeno l'ombra della
Papamobile) e il diciannove per la Via
Crucis (e qui il Papa lo abbiamo visto
eccome, con grande gioia ed emozione
per tutti noi!) A sera inoltrata, distrutti
nel fisico, ma rinvigoriti spiritualmente,
si ripartiva per El Molar ove ci avrebbe
atteso il nostro fedele sacco a pelo, in
quei giorni tanto amato …
Se dovessi indicare ciò che più mi è
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Se dovessi indicare ciò che più mi
è rimasto impresso di quei giorni non
esiterei ad individuarlo nelle catechesi
e nei tremendi momenti in cui ti trovavi
stritolato tra la folla senza "via di scampo".
I momenti di riflessione e di formazione sono stati brillantemente animati dalle paterne figure del Card.
Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna,
Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo
di Ancona e Mons. Roberto Busti, Vescovo
di Mantova. I temi trattati e approfonditi sono stati la fede, l'essere radicati
in Cristo e il valore della testimonianza.
Il 20 agosto poi, noi audaci pellegrini, carichi di pesanti zaini e di una
forte dose di coraggio, lasciavamo il
piccolo El Molar e partivamo per Cuatro
Vientos.
Ciò che colpiva era la quantità
inimmaginabile di giovani. Ciascuno,
nell'abbigliamento e nella parlata, portava con sé l'eco della propria nazione,
della propria città e del proprio nido
che come noi aveva lasciato forse non
senza lacrime. Due milioni di giovani
uniti per uno stesso ideale e per la stessa fede … mi fa ancora impressione! La
"due-giorni" a Cuatro Vientos credo sia
stata per me e per molti altri la più
significativa esperienza di tutta la GMG.
Al di là della meditazione religiosa e
degli intensi momenti di preghiera, ha
rappresentato per noi un'occasione di
riflessione su importanti temi sociali ed
esistenziali.
Costretti com'eravamo a dormire
per terra, nello sporco e tra le formiche, a condividere i servizi che d'igienico avevano poco o nulla, a fare lunghe
code per mezzo litro di acqua sotto un
sole "insensibile", non abbiamo non
potuto pensare a quanti uomini ancora
oggi nel mondo vivono ogni giorno in
queste situazioni.
Se noi eravamo sorretti dall'entusiasmo giovanile e dalla consapevolezza
che dopo due giorni tutto sarebbe tornato com'era sempre stato, milioni di
persone oggigiorno affrontano la medesima condizione perché è la sola condizione a loro imposta per continuare a
vivere.
Abbiamo inoltre sperimentato
come l'uomo nella difficoltà comune,
tocchi altissimi vertici di generosità,
pazienza e sopportazione e come la
fede sia ancora profondamente radicata
anche tra noi ragazzi. Ci siamo poi resi
conto, fra quella moltitudine di giovani
che si perdeva all'orizzonte, di quanto
siamo piccoli ed insignificanti, ma nello
stesso tempo di come ciascuno di noi sia
frutto di un piano divino, di una storia
unica ed irripetibile e sia strumento di
un altrettanto particolare disegno che
ora ci trascende e forse ci è oscuro, ma
che sicuramente un giorno ci si manifesterà; giorno nel quale ci accorgeremo
di come ogni nostra azione e scelta,
ogni nostra sofferenza, ogni nostro tormento, sia stato non privo si senso.
La mattina del 21 agosto, dopo la
Messa presieduta dal Papa, abbiamo
fatto ritorno ai pullman.
Abbiamo riabbracciato le nostre
mamme e i nostri papà dopo 23 ore di
viaggio che si sono rivelate meno estenuanti del previsto. Ognuno di noi infatti era immerso e si cullava in un mondo
di piacevoli ricordi ed indicibili emozioni … e grazie a ciò, le ore non ci logoravano con il peso della loro monotonia!
Grazie davvero, GMG di Madrid!
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Giulio Brentazzoli
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Raccogliere Olive
per Incontrare
Eccomi di ritorno dal viaggio in
Terra Santa, dove ho partecipato alla
raccolta di olive nel villaggio di Aboud,
in Samaria, ospite di una famiglia di cristiani, che sono laggiù ancora la metà
dei 3.000 abitanti. Il paese vive sotto il
muro di separazione dalla vicina colonia
che ha occupato illegalmente i terreni
privati ed ha circondato di filo spinato
le sorgenti d'acqua e gli uliveti.
Il mio viaggio è stato un pellegrinaggio sui luoghi santi di Betlemme e
Gerusalemme, ma, come altre volte,
mentre vado verso le basiliche della
tradizione e della devozione, incontro
anche fratelli palestinesi con cui condividere la fede comune, la preghiera e
l' umiliazione per le ingiustizie, che subiscono. Ho incontrato fra gli altri Sami,
che è vice Rettore dell'Università di
Ahliya, che sorge sulla più alta collina di
Betlemme, dove insegna come affrontare le disabilità nella scuola; ho parlato
con sua moglie Elisabetta che è italiana
e madre di due figli ed ha scelto di
seguire il marito in Palestina, dove insegna italiano. Ho ritrovato Geries, l'amico teologo melkita che è già stato qui a
Varallo, dove ha incontrato anche alcuni
di voi e molti nostri studenti, parlando
di pace e di giustizia. Ho conosciuto
suor Alicia che ha scelto di aiutare i
beduini che vivono sulla strada che
scende a Gerico e che racconta, con lo
splendido sorriso di chi sa amare, come
si cerca di evitare la demolizione della
scuola, dove ho visto i bambini giocare
allegri. Sono stato con Riccardo a fare
da scorta ai bambini che vanno a scuola
nel villaggio di At Tawani, per evitare
che i coloni gli tirino le pietre. Ho parlato con Dario che nel campo profughi
di Kalandia insegna a produrre sandali
e borse a quanti sarebbero altrimenti Fratelli
in
Terra Santa
disoccupati e disperati. Ho pregato
nella Basilica della Natività ed al Santo
Sepolcro e nell'Orto degli Ulivi, ma non
potevo evitare di fermarmi accanto a
chi soffre. Vi dico questo perché conosco storie e conservo immagini che vorrei condividere con voi per prepararci al pellegrinaggio, che don Roberto ci ha già
esortato a preparare insieme. Un invito
che laggiù tutti ci ripetono e che il
Vescovo di Gerusalemme, Sua Beatitudine
mons. Fouad Twal esprime così: "Carissimi
fratelli e sorelle, venite in Terra Santa,
la vostra Chiesa madre vi aspetta con
affetto! Con tutta la passione che dalle
pietre di questa nostra e vostra terra
ha raggiunto nei secoli generazioni di
discepoli di Gesù, vi invito a raggiungere i Luoghi Santi e i cristiani che qui
vivono e soffrono da troppo tempo. Noi
continuiamo a soffrire l'ingiustizia e
l'occupazione sulla nostra terra. Questa
terra, dove Gesù ha scelto di vivere per
salvare il mondo, ha bisogno di pace, di
giustizia e di riconciliazione. Le nostre
ferite hanno bisogno di essere guarite, i
prigionieri di essere rilasciati, i nostri
cuori di essere purificati dall'odio ed il
nostro popolo di vivere in pace e sicurezza.
Il regalo più bello che potete fare
ai vostri fratelli in Cristo che vivono in
Terra Santa è andare a trovarli in parrocchia. Contattate i nostri sacerdoti e
sarà bellissimo celebrare la messa della
domenica insieme a voi. Viviamo tempi
difficili. La vostra presenza in mezzo a
noi ci rafforzerà nella fede e nella
comunione fraterna. Per questo con
forza, vi ripetiamo: venite in Terra
Santa e siate qui tra noi pellegrini di
giustizia."
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Norberto Julini
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Alla Riscoperta
La "Rivoluzione"
di
delle
Origini
del
MAN
Madre Margherita Maria Guaini
Il termine "rivoluzione" spicca
prepotente dai libri di storia e spesso
viene diffuso dai media. Lo sentiamo
usato e abusato persino per definire
fogge di abiti, di pettinature, di costumi sociali o per definire il pensiero talvolta opinabile di chi pretenderebbe di
dare indirizzi particolari alle nostre
esistenze e alle nostre scelte di vita.
Pensando all'opera della Serva di
Dio, Madre Margherita Guaini, mi viene
spontaneo pensare al significato che la
scienza volle dare alla rivoluzione di
Copernico: non dimentichiamo mai che
c'è un Sole grande e dispensatore di
luce e calore, di vita e di energia … e
che ci siamo noi a ruotargli intorno. Da
Lui siamo investiti di ogni suo dono,
senza di Lui non siamo nulla e non possiamo fare nulla.
Ricostruiamo la storia di una rivoluzione. Erano gli anni '70 … per chi è
stato ventenne in quegli anni come lo
fui io, sarà facile recuperare il ricordo
dell'atmosfera di fermento, di grande
cambiamento e anche di confusione.
Erano gli anni del post '68 francese,
delle Università occupate,di tante riforme … sarebbero venuti presto gli anni
del terrorismo.
Proprio allora la Serva di Dio,
sempre positivamente calata nel suo
tempo, dotata oserei dire di chiaroveggenza ed estremamente moderna nel
suo pensiero e nelle sue iniziative, si
accorse con preoccupazione dell'inquietudine, del disorientamento serpeggiante nella Chiesa sia fra i consacrati
che fra i laici.
Fu sicuramente lo Spirito Santo a
lungo invocato a suggerirle una geniale
espressione che potesse efficacemente
concretizzare il grande progetto che le
premeva, una formula al tempo con i
tempi, di grande impatto emotivo.
Lancia con un azzeccato slogan, la sua
"Rivoluzione pacifica".
Propone di ripensare al nostro
sterile girare intorno a noi stessi e di
guardare più in là e più in alto, di sporgerci nel vuoto senza paura perché troveremo la Mano di chi ci sosterrà.
Propone di ritrovare in noi la pace di
Dio che porterà inevitabilmente a "rivoluzionare" le nostre esistenze e quelle
di chi ci sta vicino, a diventare rivoluzionari nell'amore, a scaldare con il
nostro calore anche quelli che non lo
vorrebbero, così come il sole scalda la
Terra spesso dimentica del suo dono. Si
scioglierà così forse il gelo dell'indifferenza, dell'ateismo, dell'adorazione dei
nuovi dei, ovvero la tecnologia e il consumismo che stanno portando alla catastrofe morale e materiale non solo
Popolazioni indigenti ma anche noi,
cosiddetti Paesi sviluppati.
La Madre si rivolge allora ai laici,
principalmente ai giovani, per definizione ricchi di energie ed entusiasmo:
cerca nei loro cuori la disponibilità a
seguire i Sacerdoti dando risonanza alla
Parola e aiutandoli nella loro missione
quotidiana.
Chiama a raccolta uomini e donne
di buona volontà che non vivano in
parallelo nella comunità cristiana ma
insieme alla comunità cristiana: nasce
il "Movimento Apostolico Nuovi".
Sono passati molti anni e molte
sono state le vicissitudini del Movimento.
Ma sempre valido rimane per ogni membro del MAN il programma "rivoluzionario" di Madre Margherita.
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Farsi compagno delle persone con
cui vive e lavora ogni giorno, amarle con
il cuore di Cristo, testimoniando il suo
amore, sempre attento al dialogo e alla
comprensione.
Vivere facendo della propria vita
un mezzo, non uno scopo, volgendo
costantemente lo sguardo al Cielo,
ricordando in ogni momento che Dio ci
ama. Dice la Serva di Dio: "Un fratello
aiutato da un fratello è come un forte
armato che fa pensare anche al Cielo
per andare in Cielo".
Il cuore di questa rivoluzione non
può che essere l'Eucarestia, perché nel
suo sacrificio totale e continuo Gesù
La Madonna
del
Rosario:
Molti sapranno che il mese di
ottobre che si è appena concluso è
particolarmente dedicato, dalla pietà
popolare, alla devozione del Santo
Rosario, preghiera mariana che, a
partire dal medioevo, ebbe sempre
più larga diffusione all'interno del
mondo cattolico.
Non tutti però conoscono il
motivo per cui la festa della Madonna
del Rosario è appunto celebrata in
questo mese e, più precisamente, il
giorno sette.
Fu il santo Pontefice Pio V ad
istituire tale ricorrenza, in seguito
alla vittoria che la coalizione cristiana di stati europei riportò sui turchi
islamici, che allora occupavano l'area
del mediterraneo orientale. La battaglia si svolse nella baia di Lepanto,
il 7 ottobre 1571 ed il suo felice esito
per i cristiani fu attribuito all'intercessione di Maria, che lo stesso papa,
manifesta il suo amore per noi, affinché
noi diventiamo ogni giorno NUOVI di
un'umanità che non teme gli ostacoli del
male.
Non dimentichiamo l'insegnamento della Madre, prendiamo spesso in
mano il vademecum che ha voluto
lasciarci, snello e facile da leggere e
consultare. Che diventi gioiosa abitudine consultarlo in ogni occasione!
Cerchiamo di agire e di essere
come lei ci ha voluti per non rendere
vana la sua grande rivoluzione di pace.
Ornella Costanzo
tra
Devozione
e
Storia
già religioso domenicano, aveva invocata con la recita del Rosario.
La battaglia di Lepanto ferma definitivamente l'avanzata turca, e in
generale musulmana, verso l'Europa
dando così modo all'intera regione
europea di conservare le proprie origini cristiane e tramandarle. Inoltre
fu la prima grande vittoria di un'armata o flotta cristiana occidentale
contro l'Impero ottomano e, quindi,
ebbe anche un'importanza psicologica, dato che fino a quel momento i
Turchi, che erano in piena espansione
territoriale, avevano precedentemente vinto tutte le principali battaglie contro i cristiani d'Oriente.
In seguito a questi avvenimenti, il culto verso la Vergine del Rosario
andò ancor più diffondendosi: in ogni
città e paese sorsero confraternite
specificatamente deputate per incrementare questa pia pratica. 13
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
I sodalizi avevano spesso sede
nelle chiese parrocchiali e si adoperarono per farvi costruire un apposito
altare. Anche nella nostra antica collegiata di Varallo esisteva una cappella in onore della Madonna onorata
con questo titolo, tanto che nella
ricostruzione settecentesca trovò
spazio una cappella appositamente
realizzata per celebrare non solo la
devozione ma anche la storia di questa devozione. Ai lati dell'altare sono, infatti,
collocate due grandi tele che rappresentano la battaglia di Lepanto, sulla
destra, e la battaglia di Vienna, sulla
sinistra. Questo secondo episodio
storico è certo meno conosciuto ed è
all'origine della memoria del Santo
Nome di Maria, che si celebra il 12
settembre.
La battaglia ebbe, infatti, luogo
l'11 e il 12 settembre 1683 e pose
fine a due mesi di assedio posto
dall'esercito turco alla città di Vienna
e venne combattuta dall'esercito
polacco, austriaco e tedesco, comandato dal re polacco Giovanni Sobieski,
contro l'esercito dell'Impero ottomano comandato dal Gran Visir Mustafa
Pasha. Sobieski riuscì ad arrestare
alle porte della capitale asburgica le
truppe turche che intendevano allargare il loro controllo sui territori
dell'Europa orientale.
Anche in questa occasione il
felice esito dello scontro venne attribuito ad una particolare intercessione della Madre di Dio, la cui figura
campeggia nella parte alta del quadro. Nella nicchia centrale della
cappella è custodita, invece, una
stupenda statua che raffigura la
Madonna con il Bambino, nell'atto di
porgere la corona del Rosario verso i
riguardanti; si tratta di un'opera in
terracotta, già attribuita a Giovanni
de Wespin - più noto come il
Tabacchetti - celebre plastificatore
attivo al Sacro Monte.
Se nessuna fonte documentaria
consente di confermare tale attribuzione, va però evidenziato che si è di
fronte ad un'esecuzione di elevata
qualità stilistica e formale, che nel
suo modello compositivo tradisce
ancora reminescenze di tardo cinquecento che possono comunque
accostarla alla grande produzione
statuaria del santuario varallese. Colpiscono i lineamenti aggraziati sia della Vergine sia del Bambino,
resi ancor più delicati dalla luce laterale che filtra attraverso un'apertura
ricavata entro la nicchia, singolare
soluzione pensata per favorire una
migliore visione della statua stessa. Fanno da corona all'altare le
quindici tele che rappresentano i
misteri del Rosario, realizzate dal
celebre pennello del De Grott ed
oggi apprezzabili in tutta la loro originaria bellezza cromatica riportata
alla luce dal recente restauro.
Vicende storiche non scritte
sui libri di scuola ma raccontate
nell'arte della nostra terra, testimonianza della fede dei nostri padri …
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Carlo
News dal Grim:
Cornalino Sale all’Alpe Res
"Ad Augusta per angusta" dicevano i saggi. Raggiungere un grande
risultato è possibile percorrendo la
strada più difficile.
Così è stato per Carlo Cornalino
e anche per noi del Grim che abbiamo raggiunto un obiettivo alto e
ambito come l'alpe Res di Varallo o
Bec d'Ovaga con la "Joëlette" (una
portantina che permette alle persone
disabili di poter salire in montagna),
domenica 26 settembre.
Per la seconda volta saliamo in
vetta con un amico diversamente
abile. Fatto di notevole rilievo, l'impresa riesce grazie al grande impegno che resterà scritto nella storia e
grazie alla presenza dei giovani del
Grim: Alessandro, Mattia, Stefano,
Kevin. Oltre a loro un paio di amici di
Carlo, Pierantonio del Cai di Ghemme,
Fabio della sezione di Varallo, il solito "grande Nicola" e
qualche accompagnatore del Grim, ma
senza l'apporto di
questi quattro "ragazzoni" cresciuti all'ombra del Grim e sempre
presenti
quando
occorre, non ce l'avremmo mai fatta.
Con grande sincerità
lo voglio ammettere e
sottolineare!
La strada della
Res non è certamente
quella dell'orto ed è
la prima volta che
di
Varallo
usiamo la "Joëlette" su un percorso
così "angusto" e soprattutto con il
peso di Carlo. Non che Carlo abbia un
peso fuori dalla norma, ma la precedente esperienza fatta con Anna
Defabiani e con una diversa attrezzatura forse più consona al tipo di terreno, ci eravamo forse illusi che fosse
altrettanto facile. Inoltre dobbiamo
considerare che eravamo molti meno
della volta precedente, per cui è
stata proprio dura! Dura ma anche di
una soddisfazione immensa, come
diceva Nicola Galli nell'osservare il
sorriso euforico di Carlo, un ragazzone molto brillante, ma che non potendo camminare per questa volta ha
raggiunto una bella cima e ha provato la calda accoglienza di un rifugio
alpino in compagnia di tanti amici.
15
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Mentre osservava i paesi sottostanti e con il binocolo lo aiutavo
a riconoscerli, Carlo mi ha detto: "E'
tutto così diverso visto da qui ..." e
sfido chiunque a non provare un brivido riflettendo su questa semplice
tia per cui le mitiche "Penne Nere"
si sono guadagnate la stima del
mondo intero. Il tempo non era dei
migliori, ormai quest'anno è così e a
questo invece finiremo per abituarci. Solo in ultimo il cielo si è aperto
e ha concesso a Carlo la soddisfazione che si meritava …
Possiamo dire che anche la
nostra "Joëlette" ha superato una
prova proprio speciale, degna di
nota e chi conosce questo sentiero
lo sa … L'uscita è nata da un'idea
"fuori programma" di Paolo Erba e
Carlo Cornalino con il conforto di
Agnese ed Enrico. Carlo ringrazia
tutti, senza riserve, anche coloro
che per questa volta non sono riusciti ad accompagnarci.
Ancora una volta devo riconoscere che l' Previ aveva ragione:
solo raggiungendo la vetta insieme,
anche al più debole dei nostri compagni, si può gustare la vera gioia
ed essere appagati della propria
fatica.
Lègru!
Uccio
…
e
Carlo
ringrazia.
sua emozione! E' stata una espe- In allegato una breve ma intensa
rienza per tutti speciale, alla quale mail giunta a Paolo Erba da Carlo:
non ci abituiamo mai perché ogni
Ciao Paolo, voglio dire un
volta diversa, perché ogni volta grande ed impagabile forse più per cosa ma non riesco a dirla, non ho
noi che per i nostri "trasportati spe- parole per il vostro orgoglio di portarmi in montagna con il GRIM. ciali".
Avete sofferto e faticato senza
Gli Alpini hanno offerto il pranzo a Carlo e trattato il nostro lamentarvi, tutto questo solo per
gruppo con l'attenzione e la simpa- me, grazie a tutti! Carlo
16
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
La fame nel Corno d'Africa:
una Serata di Ascolto e Riflessione con Mons. Franco
La fame nel Corno d'Africa: un
argomento ricorrente, tragicamente
ricorrente, che viene interpretato
quasi come se fosse qualcosa di ineluttabile, al quale non ci si può sottrarre, ma il vero problema non è
quello di far fronte all'emergenza,
ma il prima e il dopo. La serata varallese, presentata da
Rosangela Canuto, Presidente del
Centro Libri, è stata organizzata
dalla Parrocchia di San Gaudenzio,
dal Centro Libri-Punto d'Incontro,
dal Gruppo Bangladesh, dall'AVAS e
dalla Caritas, per sensibilizzare i
Varallesi su quanto accade in Africa.
Monsignor Giorgio Bertin, francescano italiano, vescovo di Gibuti e
Mogadiscio, ha parlato di una "carestia
prevedibile", annunciata, senza che
nessuno smuovesse nulla, perché si
preferisce che la gente sia affamata
per poi comprarla con un tozzo di
pane. Monsignor Franco Givone,
oggi parroco di Gattinara e responsa-
bile del Centro Missionario dell'Arcidiocesi di Vercelli, è stato missionario in Kenya per molti anni; gli si
illuminano gli occhi quando ne parla:
"E' stata un'esperienza meravigliosa
girare per le Afriche, lo faccio dal
1972", opinione certamente condivisa da don Roberto Collarini, prevosto
di Varallo, che è stato missionario in
Ciad e ha portato con sé una impronta particolare, che si traduce nell'impegno costante al servizio della
comunità, caratterizzato dall'informalità dei rapporti a favore della
concretezza.
Nel 1990 Mons. Franco Givone,
su incarico della CEI, è stato inviato
a Verona presso il Centro Unitario
Missionario (CUM), come Responsabile
per l'Africa e ha visitato le missioni di
ben 46 stati africani, perciò ha maturato un'esperienza molto ampia e
articolata, che gli ha permesso di
elaborare una serie di considerazioni
proposte al numeroso pubblico.
"Bisogna aiutare la gente locale
a trovare la soluzione dei loro problemi, non sostituirsi a loro, occorre
lasciar loro il tempo di fare un percorso che noi abbiamo fatto in oltre
un secolo, ma soprattutto occorre il
coraggio di dire le cose, anche quelle
politicamente scorrette".
Durante la serata è stato proiettato un DVD che illustra l'operato delle missioni vercellesi in Kenya:
prima sono state costruite le scuole,
poi le officine, poi sono state ricostruite le case distrutte da un ciclo-
17
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
ricostruite le case distrutte da un
ciclone, e per ultima la chiesa e la
casa dei preti. La Cattedrale di Isiolo
è stata affrescata dal pittore vercellese Guido Villa che ha proposto
alcune scene dell'Esodo come metafora dell'uomo d'oggi, che deve saper
liberarsi dalle schiavitù moderne. te grazie alla preziosa intermediazione di mons. Givone. Molto resta da
fare, l'importante è che gli interventi
convergano sui reali bisogni delle
popolazioni e si abbia l'umiltà di mettersi discretamente da parte per far
agire in prima persona gli Africani.
Piera Mazzone
Al termine
della serata Siro
Erbetta ha portato la sua esperienza pluriennale di volontario
in Africa: la realizzazione di un
pozzo e di una
scuola sono nate
proprio da precise richieste della
popolazione
locale, realizza-
Come comunicato precedentemente, durante l'assemblea dei soci del
20 giugno scorso, l'A.V.A.S. ha rinnovato
il proprio Consiglio Direttivo, che è
risultato così composto: Cucciola Pier
Michele, Andenna Paola, Guerra
Giuliano, Righes Liviana, Ricotti
Nathalie, Carrara Luigi, Bonazzi Maria
Ilaria, Marcaccini Flavia, Orso Daniela,
Botta Ezio, Zirattu Irene, Beltrametti
Daniele, Galletti Rita. Da quella data
fino al 27 settembre, giorno della prima
riunione del nuovo consiglio, ha retto la
presidenza Pier Michele Cucciola, presidente uscente.
Nell'Ordine del Giorno del
Consiglio del 27 settembre, il primo e il
secondo punto erano dedicati alle nomine del Presidente e del vice
Presidente.Il Consiglio, dopo ampia
discussione e dopo aver sentito il parere
di tutti i consiglieri, decide di confermare l'incarico di Presidente a Pier
Michele Cucciola, per le doti di diplomazia, disponibilità ed attenzione alle
varie problematiche dimostrate negli
anni precedenti.
Viene riconfermata vice Presidente
Nathalie Ricotti, per l'impegno profuso
nello svolgimento del proprio compito.
Ai consiglieri non resta che augurare loro buon lavoro e dichiararsi disponibili ad aiutarli per qualsiasi loro esigenza.
18
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
“Un io commosso cambia il mentri per vedere il dilagare e gli
mondo”. Mi sembra una bellissima effetti di questa piaga: basta osservafrase per introdurre l’argomento re attentamente la realtà che ci cirriguardante la colletta alimentare che conda.
si svolgerà nei supermercati di Varallo Quindi, quando quel sabato vi
come in quelli di tutta Italia il 26 recherete al supermercato per la
novembre p.v.vostra spesa, ricordate che qualcuno
Chiunque di noi si guarda intor- non può compiere questo “rito”. Allora
no, ha modo di verificare la veridicità pensateci voi con quello che volete e
dell’osservazione.potete dare: pasta, riso, zucchero,
Chi ha l’animo predisposto alla olio... tutti sanno che cosa serve per
comprensione per l’altro sa che anche preparare pranzo e cena...
il più piccolo gesto può aiutare a risolvere i problemi di coloro
che hanno bisogno, sia
materialmente che spiritualmente. Molti avranno
sperimentato che una
parola detta al momento
giusto, un sorriso di incoraggiamento, una carezza
di conforto possono fare
capire ad una persona in
condizioni di disagio che
non è sola, ma che è sorretta dalla commozione e
quindi dalla vicinanza del
proprio simile. In quel
momento nel suo mondo
triste si apre uno spiraglio, si intravede una lucina: qualcuno è disposto
ad aiutarlo.
Bene, ognuno di noi,
il 26 novembre può aiutare ad assolvere uno dei
problemi che affliggono la
nostra società in questo
momento: quello della
fame. Non bisogna andare
al di là del mare o percorrrere migliaia di chilo19
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Prosegue l'Impegno per il Restauro Interno
della Chiesa del Cucco
Un contributo di 8.000 Euro dalla Fondazione CRT
Dopo aver realizzato nel 2009 il
restauro esterno della chiesetta di
Santa Barbara in località Madonna del
Cucco, il Comitato promotore - composto dal Gruppo Alpini di Varallo, dal
Gruppo Camosci del CAI Varallo, dal
Comitato Carnevale di Varallo e dal
Consorzio Terrieri di Verzimo-Gerbidi
- si sta ora impegnando per realizzare
anche il restauro dell'interno, che
versa in condizioni di serio degrado ma
recuperabili, con particolare riguardo
ai pregevoli affreschi della volta. In tal modo la chiesa non sarà
più soltanto una gradevole nota nel
paesaggio varallese, per la sua panoramica posizione, ma riacquisterà la sua
dignità e funzione originaria sia ai fini
liturgici che artistico-culturali.
A tal fine il Comitato, dopo aver
ottenuto l'autorizzazione ai lavori dalla
competente Soprintendenza regionale, ha inoltrato domande di contributo
agli Enti del territorio ed ha riattivata
la pubblica sottoscrizione a suo tempo
aperta per il restauro dell'esterno. E recentemente un primo aiuto
è giunto dalla Fondazione della Cassa
di Risparmio di Torino (CRT) che ha
stanziato la somma di € 8.000,00, confermando quella sensibilità già dimostrata nel 2009 con il contributo di
Euro 12.000 per il restauro esterno.
Molta visibilità alla promozione
dell'opera si è poi avuta con la
"Camminata sul sentiero di Padre
Gallino" del 2 ottobre, che ha aggrega-
to attorno al Comitato promotore varie
altre Associazioni di volontariato sensibili all'iniziativa (GSA, GRIM, Pro
Loco e Consorzio Terrieri Verzimo,
AIB, CRI, CNSAS). Iniziativa alla quale
è stato dato ampio risalto dalla stampa locale e che ha dato un introito
netto di € 1.350,00 per cui, tenuto
conto di altre offerte ultimamente
pervenute dai cittadini e della residua
20
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
disponibilità, il Fondo pro Cucco
ammonta attualmente a circa €
6.000,00 (le offerte possono essere
versate sul conto corrente "ANA Gruppo
di Varallo pro chiesetta Cucco" presso
Banca Popolare Novara, filiale di
Varallo, coordinate bancarie IT-L05608-44900-000000020339, oppure direttamente al Presidente o al
Cassiere del Comitato, Sigg. Ferruccio
Guaschino e Luigi Zacquini). Certo, si è solo ad un terzo
dell'importo preventivato per i lavori,
La “Videosorveglianza
in
ma la sensibilità fin qui riscontrata da
parte di Enti, Associazioni e Privati fa
sperare che anche questa volta si
possa raggiungere l'obiettivo.
Ed è con questo vivo desiderio
che il Comitato dà a tutti appuntamento ai primi di dicembre per la
Festa Patronale di Santa Barbara, cui
la chiesa del Cucco è dedicata.
Il relativo programma verrà a
suo tempo reso noto su questo bollettino!
g.s.
Diretta"
In
settembre,
l'onorevole
Gianluca Buonanno, sindaco della Città
di Varallo e Presidente dell'Amministrazione civile del Sacro Monte,
Giacomo Gagliardini, Commissario
straordinario della Riserva naturale
speciale del Sacro Monte e Carlo
Hruby, vice Presidente della Fondazione
Enzo Hruby, la prima fondazione italiana ed europea per la protezione dei
beni culturali, alla presenza di un pubblico numeroso e qualificato, hanno
presentato alla stampa e alle istituzioni del territorio il progetto per la videosorveglianza in diretta del Sacro
Monte di Varallo. Erano presenti il Questore di
Vercelli Gaetano Giampietro, il
Capitano dei Carabinieri della
Compagnia di Borgosesia Massimo
Colazzo, il Comandante della stazione
Carabinieri di Varallo, Maresciallo
Maurizio Grossi, il Comandante della
Guardia di Finanza di Borgosesia,
Luogotenente Franco Spini. Il consigliere regionale Paolo Tiramani ha
portato il saluto e il plauso dell'Ammi21
per il
Sacro Monte
nistrazione Regionale: "Nella nuova
legge regionale sui Sacri Monti il Sacro
Monte di Varallo è una risorsa primaria del sistema, ciò è dimostrato anche
dal fatto che nel 2010 il Sacro Monte
di Varallo è quello che ha ricevuto più
contributi per l'ordinaria gestione!"
Il Sacro Monte è un complesso
devozionale con una valenza storicoartistica unica al mondo, cui poi molti
altri si ispirarono. Come "modello
archetipo" il Sacro Monte attira da
secoli moltitudini di visitatori e pellegrini ed è un compito delicato e impegnativo proteggerlo dal tempo e dalle
persone senza isolarlo, ma piuttosto
per poterlo trasmettere intatto alle
generazioni future.
Gli Enti e le persone preposte
alla sua conservazione e valorizzazione cercano quindi, da sempre, di contemperare la fruizione del Santuario
con la sua adeguata protezione.
Il capitano Guido Barbieri,
comandante del Nucleo Carabinieri
Tutela Patrimonio culturale di Torino,
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
ha favorito l'incontro di coloro che
gestiscono il Sacro Monte con la
Fondazione Hruby che, istituita nel
2008, ha lo scopo di promuovere una
cultura della sicurezza intesa quale
protezione e salvaguardia dei beni
pubblici e privati - principalmente
quelli di interesse artistico, monumentale, storico e paesaggistico- attraverso il corretto impiego di tecnologie
appropriate.
La Fondazione ha elaborato un
progetto nato inizialmente come una
sfida, perché proteggere il Sacro Monte
è davvero una sfida ambiziosa e difficile, essendo un bene del territorio che
il pubblico fruisce liberamente, sottoposto a condizioni ambientali variabili
e quindi non sempre controllabili, non
sistemato in un'unica sede, ma dislocato in uno spazio molto ampio. Per la progettazione e la messa
in opera dell'impianto di videosorveglianza la Fondazione Enzo Hruby ha
chiamato un partner con il quale ha
già realizzato la prestigiosa protezione
della Sacra Sindone in occasione della
sua esposizione a Torino: la Società
"Centro Sistemi Antifurto di Torino" di
Guglielmo Forzato, amico sostenitore
della Fondazione Enzo Hruby. Lo studio
di fattibilità prevede l'istallazione
della migliore tecnologia di videosorveglianza e la coordinazione della realizzazione del sistema con il nuovo
impianto di illuminazione in fase di
completamento. Il sistema progettato
si basa su una rete di fibra ottica che
supporta l'invio di segnali video provenienti dalle telecamere con illuminatori a infrarossi, situate in ogni cappella. Le immagini saranno registrate
localmente, e potranno essere inviate
ai Carabinieri per essere consultate o
registrate. I costi di questa operazione saranno molto alti, ma porteranno
a un duplice risultato: da un lato sarà
attivato un sofisticato sistema di videosorveglianza in diretta, che non violerà in alcun modo la privacy dei visitatori, e dall'altro questo sistema di
telecamere, offrendo un punto di vista
unico e privilegiato al potenziale visitatore, permetterà una sorta di tour
virtuale, accessibile da tutto il mondo
semplicemente collegandosi con un
computer via internet.
L'iniziativa, della quale si farà
interamente carico la Fondazione Enzo
Hruby, esempio della collaborazione
tra pubblico e privato, è destinata,
come hanno sottolineato unanimemente il Sindaco di Varallo on.
Buonanno e Carlo Hruby, a diventare
uno dei più rilevanti interventi internazionali di protezione di un luogo di
pellegrinaggio di questa estensione e
con queste complessità ambientali e
territoriali, realizzandosi infatti su di
un'area di 80 ettari a 600 m. di altitudine, con 43 cappelle (più Fontana e
Basilica) e non poche altre architetture di pregio.
Il Sindaco Buonanno ha annunciato che in occasione del prossimo
Consiglio Comunale proporrà di conferire la cittadinanza onoraria a Carlo
Hruby, "che proprio se la merita", invitando tutti al rinfresco offerto dall'Amministrazione Comunale e approntato
dall'Istituto Alberghiero di Varallo. Il
Sindaco si è detto felice per i risultati
ottenuti: "Questa è una delle giornate
più belle per questa Città valsesiana,
che premia l'impegno e la tenacia di
coloro che lavorano per costruire il
futuro".
Piera Mazzone
22
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
I Parroci di Montagna - 8° puntata
a cura di Silvio e Giulio Brentazzoli
Dalla montagna verso la città…
Non tutti i paesini di montagna
sono pericolosi da raggiungere, non
sempre è difficile viverci, specialmente dal finire del secolo scorso in
poi. Ormai li ha raggiunti la strada
asfaltata, l'acquedotto, il telefono,
la fognatura, il turismo. Sul turismo
sono state poste tante speranze,
prima fra tutte fermare lo spopolamento della montagna. Sbagliato!
La gente di montagna, vista la
vita di città, ha fatto il confronto con
la propria: è partita senza riflettere
che avrebbe abbandonato un patrimonio prezioso di affetti, di cultura,
di fede, che in città non avrebbe più
né visto né posseduto.
L'economia montana è certo
più bassa, ma quella cittadina è
molto più cara e povera di valori.
Oh, questa nostalgia delle sue montagne lo struggerà dentro quel povero giovane, lontano dal suo paese,
solo nella confusione delle vie della
metropoli! Giorno dopo giorno ricorderà la sua povera casa senz'acqua
corrente, d'inverno sovente senza
luce, il caldo della stufa a legna, la
camera da letto fredda ma silenziosa. Ripenserà alle domeniche e alle
feste: la mattina era diversa, andava
in piazza, incontrava gli amici, insieme andavano alla Messa, poi l'aperitivo e quindi il pranzo a casa, non di
lusso, ma dai sapori e profumi nei
quali si percepiva tutta la cura della
mamma. Anche la polenta era profumata di amore. Ma il giovane "cittadino" ricordava pure l'odore della
stalla, con le sue mucche, le sue
capre, le sue pecore, il suo maiale
che a gennaio rallegrava tutta la
famiglia: povera bestiola! A primavera niente prati in fiore, solo cemento. Niente polenta e "garusle", ovvero le bucce delle rape lasciate essiccare durante l'inverno, messe a
bagno, strizzate e arrostite: una delizia per bocche da poveri. Non più la
settimana da boscaiolo per preparare
la legna del prossimo inverno. Non
più la minestra profumata dalle
erbette dei guadi. Si sa cosa si perde,
non si sa cosa si trova.
Purtroppo don Giacomino dalla
sua parrocchia di montagna ha visto
23
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
famiglie intere. Li rivede il 1° novembre, a Natale e a Pasqua, alcuni per
le ferie in agosto. Il paese che contava 500 abitanti ora ne conta 300 scarsi. Don Giacomino è preoccupato: matrimoni 1 o 2 all'anno, battesimi meno ancora, funerali sulla decina. Gli alpeggi sono quasi tutti deserti. I prati, selve: tra dieci anni, forse,
ci saranno i lupi… Per don Giacomino
il lavoro comunque non manca, perché il Vescovo gli ha affidato altre tre
comunità, che insieme stentano a
raggiungere i 600 abitanti.
Molte tradizioni scompaiono
per mancanza di soggetti. Per l'Epifania nella processione sfilavano i Re
Magi a cavallo e la Banda musicale
accompagnava i canti religiosi.
Alla sera nel teatro sociale giovani e
ragazze presentavano un dramma tra
i più belli. Tutto si faceva perché gli
emigranti ritornavano in famiglia.
Per quella Epifania accorreva gente
anche dai paesi vicini. Oggi sembra
una festa qualunque. I Re Magi ed il
teatro erano anche momenti culturali, perché univano in armonia le persone, seminavano nell'animo dei
ragazzi e dei giovani la gioia di continuare l'eredità dei padri, costata loro
tanti sacrifici e fatiche. Oggi: niente
di niente.
regolarmente. Il nostro sacerdote
può contare su un bel gruppo di giovani dell'Azione Cattolica. Questi
sono catechizzati e quindi preparati
ad affrontare una testimonianza cristiana serena e forte. Un giorno a settimana, durante
l'estate, con i suoi aspiranti, don
Giacomino raggiunge a turno tutti gli
alpeggi, celebra la S. Messa, ripassa
il catechismo con piccoli e grandi. E'
un po' una mezza festa, arricchita dai
dolci di ogni qualità che il sacerdote
porta sempre con sé, assieme ad un
bel boccale di latte appena munto.
Che delizia! Sono momenti di profonda gioia.
Ma anche per il nostro giovane
prete di montagna, come avrete notato, cari lettori, non mancano i momenti duri e, se non si affidasse alla preghiera, spesso addirittura scoraggianti. Sa però che nella sua chiesa vive
con lui e per lui quel Gesù che ha
detto: "Sarò con voi fino alla fine del
mondo." E ancora: "Io ho scelto voi
perché andiate e portiate molto frutto e il vostro frutto rimanga." don Armando Avondo
Ma…
Fortunatamente non tutti i giovani sono scappati in città, perché
poco o tanto traggono dalla vita di montagna un certo benessere. Si sposano in paese o nella valle, nascono i
loro bambini e quindi le generazioni
si avvicendano comunque abbastanza
24
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Cos’è
la
Felicita’
Nell'immaginazione di chi a te aspira,
dolce e delicata come un fiocco di neve tu sei.
Sei come una farfalla che libera vola,
nel limpido cielo di un'alba nuova.
Per chi mai ti ha conosciuta e ti sogna,
come un calmo mare tu sei,
che con le onde sue bacia la riva,
come un prato coperto di fiori in boccio a primavera,
sei come un magico tramonto nella fresca brezza della sera.
Sei il lento scrosciar che l'acqua dei ruscelli fa,
le sembianze hai del ridente volto di un bimbo,
che gioioso gioca.
Il tenero pigolio degli uccelli,
che sui rami di un secolare albero riposano in cima ad un pendio.
Sei come il lieto crepitar della fiamma,
che leggiadra nel camino danza.
Felicità è il silenzio del cuor saper ascoltar,
e Dio incontrar in ogni meraviglia dell'armonico creato,
e vederlo poi in ogni persona che per mano sua ogni giorno incontriamo.
Ma per chi ti ha conosciuta e persa,
come una rupe tu sei irta di difficoltà,
con in vetta una splendida principessa,
a cui la mano tender si vorrebbe,
ma quando contenti in cima alla montagna si giunge,
per far con lei il tortuoso viaggio della vita,
ci si accorge che inutili le fatiche sono state,
poiché la principessa dai dorati abiti,
non appena di avvicinarla si cerca,
all'improvviso nel nulla fugge.
Dietro a sé lasciando una scìa di sogno profumata,
un sole che il buio illumina scolpito sul cuore,
un caldo vento di speranza che sereno sia il divin disegno,
del cammino nell'esistenza.
Felicità ma tu esisti?
O solo sei un'umana illusione?
o le soavi parole di una melodiosa canzone,
una dolce pioggerella di poesia che lenta l'anima bagna.
Forse nascosta tu sei in una luminosa stella,
od in un argenteo spicchio di luna,
che nelle notti di blu tinte,
custodiscono frammenti di desideri,
ed i dolci sogni d'amore e di fortuna.
Rosy Masoni
25
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
un
Ricordo di Renzo Zenone
Prezioso Volontario della Biblioteca
Martedì 11 ottobre a mezzogiorno, mentre salivi nel cielo azzurro di
questo autunno insolito per la nostra
Valsesia sei ripassato anche dalla
Biblioteca, un giretto rapido, giusto
per dare un salutino, come eri solito
fare mentre Anna, tua moglie, era al
mercato. Ti avevano portato a Vercelli,
nel Reparto Rianimazione, ma l'emorragia era troppo estesa e profonda, e
Tu non avresti mai voluto "sopravvivere": per te la Vita aveva un senso solo
se si coniugava con l'indipendenza e la
possibilità di interagire con le persone. Non ho nemmeno potuto rivederti,
ancora una volta la burocrazia, i protocolli, hanno avuto la meglio: anche
dopo morti quello che rimane di noi
sulla terra deve essere organizzato
secondo regole perentorie. Tutto però si ricompone, ha un
suo senso: in quelle ore passate ad
aspettare un permesso che non è mai
arrivato, seduta su una sedia in un
seminterrato cui si accede scostando
pesanti fogli di nylon, in un locale in
cui l'unica distrazione era un manifesto che invitava a donare gli organi, ho
potuto ripercorrere questi anni a
Varallo, riascoltare la tua presenza in
biblioteca, sorprendermi per quanto
noi eravamo simili: impulsivi, inclini a
fare tutto e subito, pronti a infuocarci
per un'inezia, illusi di avvicinarci alla
perfezione. Tu però avevi delle doti uniche:
la tua attività professionale ti aveva
insegnato ad essere preciso ed ordina-
to, metodico, una manualità spiccata
ti permetteva di intervenire in modo
adeguato sui libri un po' malandati che
lasciavamo sul tuo tavolo, già, perché
quello rimarrà "il tavolo di Renzo", con
in un angolo le tue biro, le matite,
sempre con la punta, gli occhiali, la
chiavetta del caffè, il metro flessibile,
la riga di metallo. La tua ironia era sempre pronta
ad affiorare: proprio qualche giorno fa
a Luciano che ti aveva incontrato mentre stavi leggendo le epigrafi sotto la
Collegiata, avevi replicato: "Guardavo
se c'era il mio di annuncio!". Non sopportavi che il tuo corpo si decomponesse in un loculo di cemento: molto
meglio trasformarsi in cenere, che non
pesa alla terra, è impalpabile come i
ricordi, le nostalgie. Giovedì, salendo la scalinata
della Collegiata, guardando il Sacro
Monte incorniciato nell'arcata più alta,
ho pensato che quello era il tuo
mondo: amavi profondamente Varallo
e la Valsesia, ne conoscevi ogni particolare, indispensabile era stato il tuo
lavoro di indicizzazione delle vecchie
fotografie, tenace, instancabile, con
la tua auto ti recavi sui luoghi colti
dall'obiettivo, guardavi, confrontavi,
con la tua calligrafia minuta e spigolosa annotavi e poi il mattino dopo eri
impaziente di chiederci: "Lo sai dov'è
qui?" Naturalmente non ci azzeccavamo mai e tu, con lo sguardo raggiante,
davi la soluzione; ma, dimmi, ne hai
una anche adesso che non so più dove
sei e invece vorrei tu fossi qui?
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
nella chiesetta di San Lorenzo alla
Crosa: affollavano il piccolo sagrato,
silenziosi, smarriti, con gli occhi lucidi.
Apprezzavi le cose belle, l'arte, i
libri - mi hai donato alcuni libri valsesiani ormai introvabili, era il tuo specialissimo modo per trasmettere l'amore per questa terra, per insegnare a
condividerne l'unicità.
Al tuo funerale la Maestra
Giuliana Brusa ha fatto risuonare il
grande organo Mascioni, accompagnata dalle note struggenti del violino
suonato da Carolina Tonco: non avresti
potuto vivere senza la musica, eri
stato anche un bravo batterista e non
esitavi a prendere l'auto per andare a
Milano ad ascoltare dal vivo i grandi
jazzisti. Grazie a te mi sono avvicinata
a Valsesia Musica: hai portato a conoscere la biblioteca alcuni tra i più
importanti musicisti, orgoglioso di
mostrare quella che era diventata una
tua creatura. Nella nostra società ogni perdita
si esorcizza con la dimenticanza, la
sostituzione immediata dell'oggetto
perduto: non sarà così, cercheremo di
fare meglio e di più, perché tu con
Roberto, con Primo e con gli altri
Amici della Biblioteca siate fieri di
noi. Siamo un po' più tristi, un po' più
soli, ma siamo certi che quello che ci
avete lasciato non andrà perduto, continuiamo a credere che anche i nostri
piccoli gesti quotidiani hanno un senso
straordinario.
Ti voglio salutare come ero solita
fare ogni giorno: ciao Renzo…e grazie!
La tua distrazione era proverbiale,
quante volte hai dimenticato in biblioteca gli occhiali, il telefonino o il giornale del mattino: erano solo oggetti,
briciole, che come Pollicino disseminavi, quasi per essere certo di ritrovare
il cammino, come sapevi far ricomparire i libri "spariti" dal loro posto in
scaffale. Avevi la rara capacità di voler
bene in modo incondizionato, ma non
lo avresti mai ammesso apertamente,
ce lo facevi assaporare attraverso
tante piccole attenzioni personalizzate, anche don Roberto, arrivato da noi
da poco più di un anno, l'aveva capito
subito che amavi la tua famiglia, Anna,
Cristina, della quale eri orgoglioso per
come si è fatta strada nella vita, ma
amavi anche la comunità, cercando
incessantemente di dare il tuo apporto
per migliorarla: non sapevi proprio
dire di no. Avevi saputo farti amare
anche dai giovani, che ti seguivano e hanno voluto salutarti mercoledì sera
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Piera Mazzone,
LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
Mons. Giuseppe Maria Magni
Giuseppe Maria Magni nacque a
Varallo il 1° novembre 1845 da Tommaso
Magni e da Margherita Vietti. Il padre,
che aveva studiato presso la Scuola di
Disegno di Varallo, era un rinomato
costruttore edile che spesso lavorava
fuori dalla valle, in Savoia e in Italia
centrale, spesso per una committenza
religiosa, - tant'è che, per i suoi meriti,
fu creato Cavaliere dell'Ordine di San
Silvestro - mentre la madre era molto
devota e di animo generoso.
Il giovane Giuseppe, terminati
con ottimi risultati gli studi elementari,
frequentò il Ginnasio varallese. Non
essendo stato istituito ancora, allora, il
Liceo, scelse di proseguire i propri studi
in quello di Ivrea, molto probabilmente
perché nel capoluogo eporediese vi si
trovava l'abate Ranieri, un colto letterato, che aveva soggiornato per un certo
tempo a Varallo. Conclusosi anche il
ciclo di studi liceali, avendo ottenuto la
licenza con un lusinghiero punteggio, e
ricevuto una borsa di studio che veniva
erogata ai migliori studenti, si immatricolò alla Facoltà di Matematica dell'Università degli Studi di Torino.
Tuttavia, come traspare da alcune
lettere inviate allo zio paterno, Padre
Gian Carlo Magni, francescano residente a Praga, fu una scelta dolorosa, venata d'angoscia, di tristezza e di malinconia, perché il suo animo era molto
dibattuto tra il desiderio di non deludere i propri familiari, che s'aspettavano
che proseguisse l'attività di famiglia, e
quello di assecondare la sua più autentica vocazione, cioè il sacerdozio.
Non dando per ora una risposta
definitiva a questo travaglio dell'anima,
scelse dunque una soluzione compromissoria, iscrivendosi ad una facoltà che
almeno non fosse intaccata dalle dottrine materialistiche e atee che si stavano
rapidamente diffondendosi nelle discipline umanistiche. Come si può facilmente evincere questa non era la vera
via d'uscita, ma semmai procrastinava al
futuro la soluzione del suo problema. Comunque, alla fine, scelse di
seguire la sua vocazione, provocando ai
genitori un grande dolore e una profonda tristezza. Il solo Don Pietro Calderini,
che era amico della madre, provò molto
gioia per la scelta del giovane varallese,
tanto da preconizzare per lui una felice
carriera sacerdotale, cosa che poi avvenne. Quindi, dopo aver conseguito a soli
vent'anni la laurea in Scienze matematiche, si recò subito a Roma per frequentare il Seminario pontificio. Qui fece
una conoscenza destinata a segnare la
sua vita, quella di Mons. Manacorda,
Vescovo di Fossano, che si rese conto
ben presto delle qualità del seminarista
varallese e decise di prenderlo, per così
dire, sotto la sua tutela, tant'è che una
volta ordinato presbitero, lo designò
come suo segretario. Un particolare da
sottolineare per comprendere ulteriormente il legame particolarissimo che si
era instaurato tra il presule e il giovane
Magni è che il neo-sacerdote celebrò la
sua prima Messa proprio nella cattedrale di Fossano il 17 marzo 1872, avendo
ottenuto la dispensa dal Vescovo di
Novara.
Infatti fu proprio in questa città
del Cuneese che il prelato di origini
varallesi dispiegò, con grande slancio e
con molta generosità, le sue doti intellettuali e umane, che lo resero molto
amato dalla gente. Pur raggiungendo
incarichi prestigiosi, non fece nulla per
ottenerli, limitandosi semplicemente a
porsi a servizio della Chiesa.
In tal senso fu chiamato a ricoprire la prestigiosa carica di Direttore spirituale del Seminario fossanese, ove insegnava molte discipline, a dimostrazione
ulteriore della sua solida preparazione,
quali la Liturgia, il Diritto canonico, la
Sacra Scrittura, la Teologia morale. Ma a
parte queste incombenze, espletate con
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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - OTTOBRE 2011
grande passione, per cogliere davvero la
statura dell'uomo e del sacerdote, basti
soltanto accennare al fatto che si prodigava inoltre ad insegnare le nozioni di
base ai poveri che frequentavano la
scuola rurale di Cussanio, ciò a dimostrazione del suo autentico impegno
verso gli emarginati, molto lontano da
certi atteggiamenti puramente di facciata, illuminato da una carità che
andava oltre i buoni propositi, sia pure
apprezzabili, e sapeva concretizzarsi
nella realtà. Fra tutte le cariche che
ebbe modo di ricoprire, una gli fu particolarmente gravosa, quella di Pro Vicario
Generale della Diocesi di Fossano. Tale
prestigioso incarico, segno della grande
stima che il Vescovo aveva nei suoi confronti, gli fu conferito con atto canonico
promulgato nel maggio del 1883. Tuttavia gli onori che sempre più
otteneva non mutarono per nulla la sua
indole, desiderosa solo di contemplazione, dell'otium, inteso nel senso più alto
del termine, religioso. Questo tratto è
stato possibile ricavarlo da una lettera
privata inviata dal sacerdote valsesiano,
trapiantato nel Piemonte meridionale, a
Don Pietro Calderini, suo grande amico,
che la pubblicò poi in una corposa
monografia dedicata al Magni, edita nel
1898 per i tipi di Camaschella e Zanfa.
In questa missiva confidenziale datata
17 gennaio 1879, Don Giuseppe Maria
esprimeva al Calderini il suo più grande
desiderio, quello di ritornare nella natia
Varallo e di ritirarsi al Sacro Monte,
progetto, purtroppo per lui destinato
solo a rimanere sulla carta, visto che le
incombenze, come si è visto, aumentavano di anno in anno. Nel 1889
Monsignor Manacorda volle, a suggello
di una missione sacerdotale intesa come
un darsi totalmente al Signore e al prossimo, ricompensare il suo segretario con
un'alta onorificenza. A tal scopo si
adoperò presso Papa Leone XIII, affinché
lo nominasse prelato domestico, cosa
che poi avvenne. Nella prestigiosa nomina, oltre alla sua perizia negli studi
ecclesiastici, giocò a favore l'impegno da
lui profuso per la costruzione del nuovo
Santuario fossanese, intitolato a Nostra
Signora della Provvidenza. Nel 1890, per
decreto papale, caldeggiato dal Vescovo
di Novara, Mons. Riccardi, lasciò Fossano
per ritornare nella Diocesi di Novara,
avendo ricevuto la nomina a Canonico e
Prevosto della Cattedrale di Novara. In
seguito ricevette l'ambita nomina a
Vicario generale della Diocesi gaudenziana. Magni, tuttavia, non fu del tutto
felice della sua nuova collocazione, che
pure lo riavvicinava ai suoi affetti varallesi, perché il suo animo era dominato
dalla grande nostalgia per gli anni trascorsi accanto al suo mentore, Mons.
Manacorda, che gli conferì, dall'ormai
lontana Fossano, come atto di stima e
amicizia, il canonicato onorario della
Basilica Cattedrale.
Anche a Novara manifestò tutto il
suo ardore di autentico testimone del
Vangelo, curando la formazione religiosa delle giovani che studiavano presso la
scuola femminile del Monastero di San
Giuseppe.
Tra le varie mansioni che doveva
svolgere, è da notare, a dimostrazione
delle sue doti di educatore universalmente riconosciutegli, che fu, secondo
l'espressione in uso all'epoca, uno dei
deputati per gli studi e la disciplina
nelle scuole vescovili, istituite per preparare i futuri sacerdoti.
Un particolare interessante da
sottolineare che anche a Novara mise a
frutto le sue competenze in fatto di
matematica e di architettura, sue passioni giovanili, nella realizzazione
dell'altare di S. Benedetto in Duomo.
Anche con il Vescovo Riccardi si
instaurò un proficuo rapporto di collaborazione, per non dire di amicizia, che
venne bruscamente interrotto nel
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chiamato a sostituire il Cardinale
Alimonda, appena deceduto, come
Arcivescovo di Torino. Allora fu nominato nuovo Vescovo di Novara Mons.
Pulciano, già Vescovo di Casale, che
subito riconfermò Magni nei suoi precedenti incarichi.
Proprio mentre stava spendendo le proprie forze per la Diocesi in cui era nato,
cercando di raggiungere i grandiosi, e il
termine non è esagerato, risultati conseguiti a Fossano, dove ancora oggi la
sua zelante opera è ben ricordata, un
male incurabile lo portò alla tomba tre
anni
dopo,
nel
1894.
Condusse una vita appartata,
priva di clamori, autentico esempio di
fede operosa e fattiva, aspetto ben
noto ai contemporanei, tant' è che i
suoi solenni funerali svoltosi a Varallo
furono la celebrazione di un sacerdote
esemplare. Le cronache dell'epoca,
soprattutto il giornale "Gaudenzio
Ferrari", testimoniano di una partecipazione corale e di massa non solo della
Valsesia tutta, ma da genti provenienti
da tutto il Piemonte, alla presenza di
tutti i Vescovi della regione.
Gabriele Federici
Anagrafe Parrocchiale
Sono stati portati al Fonte Battesimale:
BESSI Maria Alisea di Diego e Galasso Olga; MINOLI Ettore di Carlo e
Pascariello Anna; CALVI Gabriele di Alexandro e Carrafiello Fiorella;
GUIDETTI Giulio di Omar Carlo e Guglielmina Lucia; MONTEVERDE Luca
di Paolo e Bellotti Anna
Sono tornati alla Casa del Padre:
CELINO Idolo; DELVECCHIO Salvatore; ZENONE Renzo; ANDREATTA
Ferdinando; CHIERICATO Adelina; DEBERNARDI Ilda; SQUILLARIO Enrica;
RABITO Sebastiano; BOATTO Rosanna; ZANONE Francesca
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