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Francesco Parisi
LA TRAPPOLA DI NARCISO
L’IMPATTO MEDIALE DELL’IMMAGINE FOTOGRAFICA
Le Lettere
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INTRODUZIONE
INDICE
I MEDIA CHE CI ESPANDONO
1. L’ottundimento e il comfort mediali
2. L’estetica tecnologica di Marshall McLuhan
3. Tecnologicamente determinati
4. Il medium è il massaggio
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IL MASSAGGIO FOTOGRAFICO
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5. Un po’ di storia teorica
7. Un medium rivoluzionario
8. L’immagine nel cervello
9. Al cospetto del digitale: tutto da rivedere?
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LA FOTOGRAFIA SMONTATA
10. La profondità bidimensionale
11. Occhi più potenti che mai
12. Lo specchio con la memoria: io, l’immagine e me
13. La sintesi tecnologica
BIBLIOGRAFIA
INDICE DEI NOMI
2. L’estetica tecnologica di Marshall McLuhan
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KOMcLuhan non intende soltanto gli strumenti
che trasmettono un contenuto informativo. Oltre alla televisione, alla radio,
al cinema, al telefono, per il teorico canadese i media sono anche la ruota,
l’aeroplano, le armi e il denaro. Per medium quindi si intende qualunque dispositivo tecnologico che offre una mediazione sensoriale ed intellettiva tra
l’individuo e l’ambiente circostante. Il primo lavoro di McLuhan che va in
questa direzione è sicuramente La sposa meccanicaY=;`=Z
sull’emergente cultura pop americana e sugli effetti che l’automobile, la nostra sposa moderna, ha avuto sulle nostre vite. Quando ci muoviamo all’interno di uno spazio mediale, veniamo letteralmente presi d’assalto dagli stimoli
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stessa e non richiede il medesimo grado di attenzione: ciò che è certo è che
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termine) dagli output mediali. Questo continuo bombardamento deve essere
analizzato attraverso una prospettiva estetologica che contempli l’importanza
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di Marshall McLuhan ('
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zione di McLuhan, benché disseminata in una decina di libri e in moltissimi
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qui in versione ridotta rispetto all’articolo originale, con l’intento di offrire
un primo orientamento terminologico al problema.
Prima di tutto, l’acquisizione più famosa su cui si basa sostanzialmente
tutta la teoria mcluhaniana, ossia l’assunzione che “il medium è il messagOYA?#
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prospettiva che qui propongo, il singolo contenuto del medium, è il medium
stesso che, attraverso i suoi meccanismi di funzionamento, diventa contenuto, diventa oggetto di analisi. Sostenere che il medium è il contenuto è,
per McLuhan, una strategia argomentativa utile a suggerire lo spostamento
dell’attenzione dal contenuto al contenitore, dal messaggio al medium.
In secondo luogo, tracciare la distinzione tra media “caldi” e “freddi”. La
temperatura mediale di un dispositivo si può dedurre da una serie di fattori
che riguardano la relazione tra l’utente e il medium. In linea generale – ma
I MEDIA CHE CI ESPANDONO
la questione è piuttosto controversa, e lo vedremo nel dettaglio tra poco –
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conseguenza, non richiede un’operazione di completamento da parte dell’utente. Viceversa, un medium è freddo se il dato che offre è percettivamente
povero al punto da richiedere una grande partecipazione da parte dell’utente.
Inoltre un medium può essere caldo se iper-specializza un senso a svantaggio
di altri, mentre è freddo se coinvolge armonicamente tutte le dimensioni del
sensorio (vista, udito e tatto).
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so che segue i principi di un materialismo storico tecnologico (o determiniZ
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sulle culture che prediligono un sistema caldo o freddo e la conseguente lotta
tra questi poli che, attraverso processi di surriscaldamento o di raffreddamento, si alternano nella storia dell’uomo. In realtà quest’ultima parte è meno importante per il percorso che qui propongo, ma è prezioso che emerga perché
serve a contestualizzare l’opera generale di McLuhan e l’ambiente teorico in
cui si è sviluppata.
L’analisi terminologica che proporrò ha un duplice scopo: fornire uno
strumentario concettuale, per collocare all’interno di un contesto analitico
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cercare di far convergere la discussione verso un aspetto molto più ristretto della sterminata teorizzazione di McLuhan, ovvero la sua intuizione per
cui “il medium è il ma
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si intende l’azione contemporanea e sintetica delle due conseguenze mediali.
In particolare, attraverso questo termine, proverò a dimostrare come l’imma
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alterazioni profonde ed inconsapevoli sui modi di fruizione dell’immagine e
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Nella prospettiva di McLuhan il medium è il messaggio nella misura in
cui “le conseguenze individuali e sociali di ogni medium, cioè di ogni estensione di noi stessi, derivano dalle nuove proporzioni introdotte nelle nostre
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cipio: “La tecnologia è un prolungamento della nostra sensorialità (della no
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strumenti tecnologici di cui ci circondiamo, si incastrano indissolubilmente
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L’estetica tecnologica di Marshall McLuhan
con il nostro organismo, al punto da estendere la nostra dimensione estetica. Il corpo è al centro della prospettiva teorica di McLuhan3: “Il messaggio
essenziale di Marshall potrebbe benissimo essere che il corpo è il medium
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testimonianza attiva della modalità progressiva con cui l’uomo, attraverso i
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McLuhan scrive: “Tutti i media sono metafore attive in quanto hanno il potere di tradurre l’esperienza in forme nuove. La parola parlata è stata la prima
tecnologia grazie alla quale l’uomo ha potuto lasciare andare il suo ambiente
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sono evidentemente i nostri sensi, i nostri arti e le nostre facoltà intellettive,
cioè gli strumenti naturali attraverso cui l’organismo entra in relazione col
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prie categorie mentali: bisogna pensare ai media, più che altro, come a delle
protesi del nostro organismo che, in seguito all’accelerazione del ritmo di
esposizione, sovrastimolano e stressano la funzione organica deputata alla
loro elaborazione*
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nel nostro tessuto sociale, sostituiscono i media naturali che prima svolge
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momento della sua apparizione, causò un’immediata crescita dell’“intensità
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permise la salvaguardia del sistema generale, ovvero del sistema organismoambiente. Quindi, il medium ruota, una volta impostosi tra l’uomo e l’ambiente, ha consentito che i concetti stessi di spazio e tempo fossero ripensati
in virtù delle nuove possibilità di spostamento offerte dal medium+.
Quando un nuovo medium entra in scena, lo stress derivante dalle nuove
possibilità che offre, spinge l’organismo all’amputazione della funzione orga3 Il rapporto tra corpo e media è abbastanza diffuso nella ricerca mediologica. Per una rassegna storica e teorica cfr. 6Y>\\0Z
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McLuhan “si iscrive di diritto entro un modello di pensiero trascen
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Innis, fondatore della scuola di Toronto, mentore di Marshall
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Communication, in cui dichiara esplicitamente che i media sono modulatori dei concetti di
spazio e tempo.
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I MEDIA CHE CI ESPANDONO
nica e alla conseguente delega della stessa funzione al medium. Ecco perché
i media ci offrono ottundimento e comfort: nella terminologia mcluhaniana si
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parte organica precedentemente coinvolta nello svolgere la regolazione con
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sto stordimento, il sistema nervoso centrale smette di usare il corpo come
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#gono il nostro organismo.
Narcosi e amputazione sono le conseguenze del principio per cui “il me
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per spiegare l’ampiezza dei concetti mcluhaniani di medium e di contenuto
ce lo offre la luce elettrica, il medium che più di tutti ha sconvolto le abitudini dell’uomo contemporaneo. Scrive McLuhan relativamente all’elettricità:
“che la si usi per un’operazione al cervello o per una partita di calcio notturna
non ha alcuna importanza. Si potrebbe sostenere che queste attività sono in
un certo senso il «contenuto» della luce elettrica, perché senza di essa non
potrebbero esistere. […] I contenuti, cioè le utilizzazioni, di questi media
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dicativo perché questa generalmente non viene percepita come un medium
che veicola informazione, sicché riferirsi al contenuto della luce elettrica costringe ad accorgersi che il contenuto non è soltanto qualcosa che può essere
trasmesso all’interno di un dispositivo – come le insegne luminose, per usare
un esempio caro a McLuhan, che ci mostrano il contenuto della luce elettrica
solo nel momento in cui danno forma a lettere e numeri –, ma può essere
anche la forma che di volta in volta il medium assume, la sua applicazione possibile. Inoltre, il contenuto (o l’applicazione) di un medium è sempre un altro
medium: l’insegna elettrica di un negozio o il cartello stradale lampeggiante
sono media indipendenti ed autonomi.
I media, dunque, sono estensioni della nostra sensorialità e della nostra
cognitività, strumenti che alterano la dimensione estetica dell’individuo rimodellando i rapporti tra l’individuo stesso e il suo ambiente. La metafora
dipenda per niente dall’uso che se ne fa di volta in volta, quanto piuttosto
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L’estetica tecnologica di Marshall McLuhan
dalla dimensione della regolamentazione che il medium introduce nella sfera
estetica degli individui.
Se i media attaccano il sistema sensoriale e cognitivo al punto da non
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Come si traduce, nei termini analitici sin qui esposti, la relazione sensoriale
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dium e dalle modalità con cui viene fruito. Per McLuhan, e di conseguenza
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senso, mentre sono freddi i media che promuovono uno “sviluppo armonico
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più controverse intuizioni di McLuhan. Per capirla meglio, immaginiamo un
sistema ideale in cui gli unici elementi che lo costituiscono sono l’individuo,
il suo ambiente e gli strumenti di cui dispone. Immaginiamo questo scenario
prescindendo da qualunque condizionamento di tipo culturale o linguisti
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sorta di fase aurorale della mediatizzazione, in cui gli individui modellano
la corporeità e la cognitività in funzione degli strumenti di cui dispongono.
Immaginiamo, dunque, che quando il linguaggio compare nell’universo me
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dell’uomo nella parola che permette all’intelletto di staccarsi da una realtà
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=;0+$~;Z5 Nella duplice dimensione del caldo
e del freddo, il linguaggio occupa un posto sicuramente tra i media freddi,
per il fatto di coinvolgere contemporaneamente l’udito, la vista e il tatto.
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freddo che deve essere riscaldato dalla partecipazione attiva dell’utente per
essere adeguatamente fruito. Un altro esempio per esplicitare il concetto di
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il telefono e la radio. Per McLuhan il primo è freddo, mentre il secondo è
caldo. Eppure, entrambi sembrano coinvolgere lo stesso senso, l’udito. Ma il
telefono “a differenza della radio non può essere usato come «fondo». E dal
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&*Materia e memoria
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memoria, con cui “ai dati immediati e presenti dei nostri sensi noi mischiamo mille e mille
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I MEDIA CHE CI ESPANDONO
momento che ci dà un’immagine auditiva molto debole, la rafforziamo e la
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La temperatura di un medium, quindi, si può stabilire non solo in relazione
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#"mento sensorio richiesto per il completo atto mediale: parlare al telefono richiede
di prestare attenzione al nostro interlocutore, in virtù del fatto che esso si aspetta
da noi una risposta adeguata e pertinente. Per questa ragione ci si sforza, sostiene
McLuhan, di integrare il dato percettivo con altre funzioni immaginative riscaldando il medium. Il telefono diventa quindi una sorta di dislocatore spaziale della
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mento perché questo medium non esige una risposta, poiché non propone alcun
dialogo: benché quindi da un punto di vista prettamente sensorio radio e telefono
si somiglino – entrambi, infatti, restituiscono una campionatura della voce umana
–, da un punto di vista più ampio, che include i modi in cui il dato deve essere cognitivamente trattato, i due media differiscono nella sostanza0.
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McLuhan, un po’ a
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incontra nel discriminare le ragioni per cui un medium è caldo piuttosto che
freddo. È fondamentale ricordare che l’intera struttura teorica di McLuhan
si fonda sulla relazione che si sviluppa tra i media e l’universo visivo, tattile
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duzioni di nuovi media, agiscono prima sull’apparato sensorio e dopo sulle
funzioni cognitive deputate al controllo dei sensi. Secondo questo principio,
in linea generale un medium è caldo quando percettivamente specializza un
senso piuttosto che favorire l’armonia sensoria. Il libro è caldo perché specializza, serializza e standardizza il processo visivo di fruizione della conoscenza, mentre il fumetto è freddo perché povero percettivamente e perché
costringe ad uno sforzo interpretativo.
Non mancano casi apparentemente controintuitivi, per cui, ad esempio,
McLuhan ritiene l’automobile un medium “caldo, esplosivo, di comunica"
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richieda grande partecipazione da parte dell’utente. Come si spiega, allora,
dizzazione individuale, sociale e infrastrutturale che l’avvento dell’auto ha
inesorabilmente prodotto: “L’auto è uno splendido esempio di meccanismo
uniforme e standardizzato, in perfetto accordo con la tecnologia gutenber0 &
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manuale.
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L’estetica tecnologica di Marshall McLuhan
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ghiana e l’alfabetismo che hanno creato la prima società senza classi che sia
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dardizzato il processo conoscitivo dell’uomo – mettendo in atto delle trasformazioni strutturali profonde, che analizzeremo tra poco – così l’automobile
ha riplasmato lo spazio urbano tarandolo sulla sua propria dimensione, costringendo le persone ad accettarne le forme. Un medium è caldo, quindi, se
iperspecializza un senso a svantaggio di altri oppure se, benché coinvolga un
ampio spettro del sensorio, come nel caso dell’automobile, crea delle condizioni di standardizzazione sociale e psichica.
Questa duplice possibilità di azione del medium è molto importante,
perché sollecita ad apprezzare la differenza tra dimensione individuale e sociale dell’impatto di un medium. Non necessariamente, infatti, le conseguenze sensoriali e cognitive di un medium hanno lo stesso effetto sui due piani:
può capitare che l’impatto sociale di un medium moduli retroattivamente la
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individuale sorga un atteggiamento sociale. Per dirla tutta, non c’è modo di
muova dal basso (individuo-società) o dall’alto (società-individuo), l’unico atteggiamento speculativo possibile è scegliere uno scenario, di volta in volta,
e applicarlo al singolo medium.
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McLuhan costituisce il centro della rivoluzione elettrica e potrebbe sorprendere, ancora una volta, che egli
la consideri un medium freddissimo e coinvolgente. Per noi oggi sarebbe
impensabile, una vera e propria contraddizione in termini, considerare una
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della terminologia mcluhaniana) un medium freddo e povero percettivamente. Ma anche nel caso della tv, l’apparente paradosso è chiarito dallo stesso
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I MEDIA CHE CI ESPANDONO
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“L’immagine televisiva è visivamente scarsa di dati. Non è un fotogramma im7
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di cose dipinte da un pennello elettronico. L’immagine televisiva offre allo
spettatore circa tre milioni di puntini al secondo, ma egli ne accetta soltanto
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no provenivano da una struttura tecnologica totalmente differente da quella
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e lo spettatore, per formarsi un’impressione, non deve effettuare la stessa
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OYIbidem). È lo stesso McLuhan a
chiarire che un’eventuale mutazione tecnologica, qualora cambiasse la strut
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cartoon fumettistico aggiungen
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be più un cartoonH
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(IbidemZ?
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medium freddissimo è la TV degli anni Sessanta, non ancora soggetta alla
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"9 L’immagine televisiva era dezza era data, oltre che dalla povertà percettiva dello stimolo, anche dalla
necessaria partecipazione sensoria richiesta all’individuo per fruirla: “L’immagine televisiva ci chiede in ogni istante di «chiudere» gli spazi del mosaico
con una convulsa partecipazione dei sensi che è profondamente tattile e cinetica, perché il tatto è un rapporto tra tutti i sensi e non il contatto isolato tra
OYIvi$>~>Z
Questi esempi dimostrano come i concetti di caldo e freddo non siano
statici e assoluti, ma dinamici e relativi. La temperatura mediale di un dispositivo deriva dalla sua base tecnologica e dalla relazione che tale struttura
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posti in virtù della loro sempre più estrema compenetrabilità. La “doppia logica della rime
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l’esperienza mediale (ipermediazione, hypemediacy) e contemporaneamente a far sparire
completamente il medium (immediatezza, immediacy), all’interno di un continuo alternarsi
esperienziale. Non è questa la sede per affrontare nel dettaglio le implicazioni di queste posizioni, basti solo a farci ricordare che la natura di un medium è intrinsecamente mutevole
in virtù della relazione che stabilisce con gli altri media.
>+
L’estetica tecnologica di Marshall McLuhan
stabilisce con il sistema esistente: quando un medium appare, che sia esso
completamente nuovo o un perfezionamento del medium precedente, crea
delle interdipendenze di reciprocità con gli altri media. Lo stesso processo
##
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pressione di una pellicola fotosensibile, adesso risultato di una campionatura
digitale.
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