NORME TECNICHE di ATTUAZIONE

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NORME TECNICHE di ATTUAZIONE
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
7 - N O R M E TECNICHE d i ATTUAZIONE
recepimento art. 50 L.R. 15/2013
09/12/2014
Piano urbanistico comunale di Ferrara
Piano strutturale comunale adottato con delibera consiliare P.G. 48352 del 14/09/2007
Approvato con delibera consiliare P.G. 21901 del 16/04/2009
Adeguato alla L.R. 15/2013 con delibera consiliare P.G. 100273 del 09/12/2014
Tiziano Tagliani, sindaco
Roberta Fusari, assessore all’urbanistica
Fulvio Rossi, direttore tecnico
Davide Tumiati, capo settore pianificazione territoriale
Antonio Barillari, coordinatore
Paolo Perelli, capo servizio qualità edilizia
Aspetti giuridici
Federico Gualandi
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TITOLO I - DISPOSIZIONI PRELIMINARI
art. 1 - Oggetto delle presenti norme
art. 2 - Finalità del PSC
art. 3 - Validità ed efficacia del PSC
art. 4 - Contenuto del PSC: elaborati
art. 5 - Il linguaggio del PSC: definizioni
art. 6 - Direttive per la formazione del Regolamento Urbanistico
Edilizio (RUE)
art. 7 - Direttive per la formazione dei Piani Operativi Comunali
(POC)
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TITOLO II - CONTENUTI DEL PIANO STRUTTURALE. Sistemi e
ambiti
art.8 - Finalità generali
Capo i - Disciplina dei sistemi
art. 9 - Disposizioni introduttive
art. 10 - Sistema ambientale e delle dotazioni collettive
art. 10.1. Sub-sistema: connessioni geografiche
strutturali
art. 10.2. Sub-sistema: aree agricole del forese
art. 10.3. Sub-sistema: aree agricole di cintura
art. 10.4. Sub-sistema: aree agricole Parco Bassani
art. 10.5. Sub-sistema: mitigazione e compensazione
ambientale
art. 10.6. Sub-sistema: città verde
art. 10.7. Sub-sistema: attrezzature e spazi collettivi
art. 11 - Sistema delle infrastrutture per la mobilità
art. 11.1. Sub-sistema: automobile
art. 11.2. Sub-sistema: ferrovia e mobilità ciclabile
art. 11.3. Sub-sistema: Intermodalità
art. 11.4. Sub-sistema: infrastrutture fluviali.
art. 12 - Sistema insediativo dell’abitare
art. 12.1. Sub-sistema nuclei storici
art. 12.2. Sub-sistema: insediamenti contemporanei
art. 12.3. Sub-sistema: aree centrali
art. 12.4. Sub-sistema: insediamenti della prima
corona
art. 12.5. Sub-sistema: nuclei del forese
art. 13 - Sistema insediativo della produzione
art. 13.1. Sub-sistema: città dell’automobile
art. 13.2. Sub-sistema: condominio della chimica
art. 13.3. Sub-sistema: distretto della frutta e
dell’agroalimentare
art. 13.4. Sub-sistema: piccola e media impresa
art. 13.5. Sub-sistema: grandi servizi tecnici
art. 13.6. Sub-sistema:polo estrattivo
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Capo ii - Disciplina degli ambiti
art. 14 - Disposizioni generali
art. 14.1 - Centri storici.
art. 14.2 - Ambiti urbani consolidati.
art. 14.3 - Ambiti da riqualificare.
art. 14.4 - Ambiti per i nuovi insediamenti.
art. 14.5 - Ambiti consolidati specializzati per attività
produttive
art. 14.6 - Ambiti specializzati per attività produttive
di nuovo insediamento
art. 14.7 - Poli funzionali
art. 14.8 - Ambito aree di valore naturale e ambientale
art. 14.9 - Ambito agricolo di rilievo paesaggistico.
art. 14.10 - Ambito ad alta vocazione produttiva
agricola.
art. 14.11 - Ambito agricolo periurbano
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TITOLO III - I LUOGHI DEL PIANO STRUTTURALE
Capo i - Il disegno delle trasformazioni
art. 15 - Disposizioni generali
art. 16 - Nuove reti e connessioni
art. 16.1 - Aree di forestazione e di compensazione
idraulica
art. 16.2 - Aree di riqualificazione paesaggistica
e ambientale
art. 16.3 - Parchi urbani
art. 16.4 - Attrezzature collettive
art. 16.5 - Assi di connessione
art. 16.6 - Metropolitana
art. 16.7 - Strade sotterranee
art. 16.8 - Strada parco
art. 16.9 - Percorsi ciclabili di connessione urbana
art. 16.10 - Percorsi ciclabili di connessione rurale
art. 16.11 - Percorsi ciclabili di connessione
ambientale
art. 16.12 - Parcheggi di interscambio
art. 16.13 - Canali navigabili e specchi d'acqua
attrezzati
art. 16.14 – Golene
art. 17 - Lavorare sulla città esistente
art. 17.1 - Nuovi tessuti residenziali e per attività
compatibili
art. 17.2 - Nuovi tessuti per le attività produttive
art. 17.3 - Tessuti da riqualificare per le attività
produttive
art. 17.4 - Tessuti da riqualificare per la residenza e
per le attività compatibili
art. 17.5 - Fronti da riqualificare
art. 17.6 - Percorsi pedonali da riqualificare
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art. 18 - Espandere il centro
art. 18.1 - Assi urbani
art. 18.2 - Centralità
Capo ii - La qualità diffusa
art. 19 - Disposizioni generali
art. 20 - La rete ecologica e del verde
art. 21 - La rete dell’acqua
art. 21.1 – Scolo delle acque meteoriche – interventi
e azioni sulla rete
art. 21.2 – Scolo delle acque meteoriche – interventi
e azioni nei comparti
art. 21.3 - Raccolta, collettamento e trattamento
dei reflui - azioni sugli impianti di depurazione
art. 21.4 - Raccolta, collettamento e trattamento
dei reflui – azioni sulla rete di collettamento
art. 22 - La rete della mobilità
art. 23 - La rete dei servizi
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TITOLO IV - ATTUAZIONE E GESTIONE DEL PIANO STRUTTURALE
COMUNALE.
Diritti e procedure
capo i - Vincoli
art. 24 - Disposizioni generali
art. 25 - Vincoli di tutela paesaggistica e ambientale, storicoarchitettonica, culturale e testimoniale
art. 25.1 - Tutela del sito UNESCO
art. 25.2 - Edifici, insediamenti e infrastrutture
di interesse storico
art. 25.3 – Aree di interesse archeologico
art. 25.4 Tutela naturalistico-ambientale
art. 25.5 Tutela paesaggistica
art. 26 - Vincoli idraulici e infrastrutturali
art. 26.1 - Vincoli idraulici e idrogeologici
art. 26.2 - Rispetto delle infrastrutture
capo ii - La perequazione e la compensazione
art. 27 - Disposizioni generali
art. 28 - Le classi dei suoli
art. 29 - Regole perequative
art. 30 - Aree e manufatti incongrui
capo iii - Classificazione acustica
art. 31 – Classificazione acustica strutturale
capo iv - Gestione del piano
art. 32 - Disposizioni generali
art. 33 - La città verde
art. 34 - L’acqua come risorsa
art. 35 - Abitare a Ferrara
art. 36 - Centro Storico
art. 36bis – Ferrara città universitaria
art. 37 - Modalità attuative
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art. 38 - Urban center
TITOLO V – DISCIPLINA DEL COMMERCIO IN SEDE FISSA
art. 39 – Commercio al dettaglio in sede fissa
TITOLO VI - DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
art. 40 - Norme transitorie
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norme sovraordinate TITOLO I - DISPOSIZIONI PRELIMINARI
art. 1 - Oggetto delle presenti norme
1. Le presenti norme sono parte integrante del Piano Strutturale
Comunale del Comune di Ferrara (di seguito PSC). A tal fine esse
riportano le prescrizioni, le direttive e gli indirizzi a completamento degli
elaborati grafici del PSC.
art. 2- Finalità del PSC
1. Il PSC rappresenta lo strumento di pianificazione urbanistica per
delineare le scelte strategiche di assetto e sviluppo del territorio
comunale e per tutelarne l’integrità fisica e ambientale e l’identità
culturale.
2. A tal fine il PSC si propone i seguenti obiettivi generali:
- la riqualificazione e il completamento della città e degli insediamenti
esistenti, con particolare riguardo alle parti della città
contemporanea e alle frazioni;
- l’estensione dei caratteri di qualità urbana del centro storico ai
quartieri periferici;
- la costruzione di nuove reti e connessioni sul territorio ed in
particolare per quanto riguarda gli spazi verdi e le aree rurali limitrofe
ai centri urbani, le attrezzature pubbliche, i percorsi pedonali e le
piste ciclabili;
- la tutela del centro storico e del patrimonio culturale rappresentato
dal territorio ferrarese;
- la salvaguardia dei valori naturali e ambientali e il miglioramento
dello stato dell’ambiente;
- il contenimento dei consumi energetici nei tessuti urbani, la
valorizzazione delle fonti rinnovabili ed assimilate di energia, la
promozione della dotazione e fruibilità di altri servizi energetici di
interesse locale, anche nell'ambito degli interventi di riqualificazione
del tessuto edilizio e urbanistico esistente.
art. 3 - Validità ed efficacia del PSC
1. Il PSC, in quanto strumento di pianificazione generale, detta norme per
la formazione degli strumenti di pianificazione previsti dalla LR20/2000
(Regolamento Urbanistico Edilizio -di seguito RUE- e Piani Operativi
Comunali -di seguito POC-) assieme ai quali costituisce il Nuovo Piano
Urbanistico Comunale di Ferrara.
2. Il PSC entra in vigore dalla data di pubblicazione sul BUR dell’avviso di
approvazione del piano da parte del Consiglio Comunale.
art. 4 - Contenuto del PSC: elaborati
1. Il PSC, oltre che dalle presenti Norme Tecniche, è costituito da una
serie di elaborati grafici che si articolano in “illustrativi” e “normativi” in
funzione del livello di prescrittività dei contenuti.
2. Gli elaborati “illustrativi” hanno lo scopo di rappresentare e descrivere
le principali scelte del PSC; a tal fine essi non hanno contenuti cogenti ma
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costituiscono un valido strumento per una corretta interpretazione delle
previsioni di Piano. Sono elaborati illustrativi:
- 1: QUADRO CONOSCITIVO;
- 2: RELAZIONE ILLUSTRATIVA;
- 3: POSTERPLAN.
3. Gli elaborati “normativi” contengono le norme che disciplinano la
formazione dei successivi strumenti urbanistici: RUE e POC. Gli elaborati
normativi si articolano in tre livelli caratterizzati da omogeneità di
intenzioni e da obiettivi comuni. I livelli normativi del PSC sono:
-CONTENUTI (in questo livello vengono identificati obiettivi e prestazioni
del Piano)
-LUOGHI ed AZIONI (in questo livello vengono disciplinate le
trasformazioni previste del piano)
-GESTIONE (in questo livello vengono definiti i diritti e le procedure).
Le presenti norme definiscono e coordinano tali livelli e, al fine di
costituire un rapporto biunivoco tra gli elaborati grafici e le norme scritte
si articolano a loro volta secondo i tre livelli sopra descritti.
4. Il gruppo degli elaborati relativi ai “CONTENUTI DEL PSC. Obiettivi e
prestazioni” è costituito da:
- tavola 4.1: “I SISTEMI” , scala 1:25.000;
- tavola 4.2: “GLI AMBITI” , scala 1:25.000;
- tavole 4.3.n: SCHEDE DEGLI AMBITI
5. Il gruppo degli elaborati relativi ai “LUOGHI E AZIONI DEL PSC.
Trasformazioni” è costituito da:
- tavola 5.1: “TRASFORMAZIONI” , scala 1:25.000;
- tavola 5.2: “LA CITTA’ VERDE”;
- tavola 5.3: “LA RETE DELL’ACQUA”;
- tavola 5.4: “LA RETE DELLA MOBILITA’”;
- tavola 5.5: “LA RETE DEI SERVIZI”.
6. Il gruppo degli elaborati relativi alla “GESTIONE DEL PSC. Diritti e
procedure” è costituito da:
- tavole 6.1 - “CARTE DEI VINCOLI”:
- tavola 6.1.1.n - “TUTELA STORICO CULTURALE E AMBIENTALE”, scala
1:10.000;
- tavola 6.1.2 - “TUTELA STORICO CULTURALE NEI CENTRI STORICI”,
scala 1:5.000;
- tavola 6.1.3.n - “VINCOLI IDRAULICI E INFRASTRUTTURALI”, scala
1:10.000;
- tavola 6.1.4 – “RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE”, scala 1:10.000;
- tavola 6.2 - “CARTA DELLA CLASSE DEI SUOLI”, scala 1:25.000;
- Tavola 6.3 – “CLASSIFICAZIONE ACUSTICA”, scala 1:25.000;
- Tavola 6.4 – “CARTA DI SINTESI DEL RISCHIO SISMICO”, scala
1:25.000;
- NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE.
7. E’ inoltre elaborato normativo costitutivo del PSC la VALSAT.
8. Ove ritenuto utile per agevolare la lettura delle presenti norme, i
riferimenti a norme sovraordinate vengono corredati da annotazioni
riportanti estratti dei relativi testi; tali estratti non costituiscono parte
integrante del presente PSC e saranno oggetto di periodico
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aggiornamento da parte degli uffici senza che ciò comporti variante al
PSC medesimo.1
del. ALER 279/2010
Allegato A punti 18 e 19
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art. 5 - Il linguaggio del PSC: definizioni
1. Negli elaborati e nelle presenti Norme Tecniche il PSC utilizza alcuni
termini che risultano così definiti:
1.1 Sistemi. I sistemi del PSC rappresentano porzioni di territorio
comunale riconoscibili per caratteristiche comuni di funzionamento e di
ruolo. Ciò al fine di governare la complessità e l’articolazione delle funzioni
riconosciute come caratteristiche tipiche della città contemporanea. I
sistemi sono costituiti da tessuti edificati e spazi aperti, non
necessariamente contigui. Essi si articolano in sub-sistemi, caratterizzati
a loro volta da ulteriori specificità d’uso e funzionamento rispetto al
sistema principale. Per ogni sistema il PSC specifica i materiali dei quali è
costituito, gli obiettivi e le prestazioni che deve garantire e le previsioni
comma inserito con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
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18. Superficie utile (Su): Superficie di pavimento di tutti i locali di una unità immobiliare, al netto delle superfici definite
nella superficie accessoria (Sa), e comunque escluse le murature, i pilastri, i tramezzi, gli sguinci, i vani di porte e finestre, le
logge, i balconi e le eventuali scale interne.
Ai fini dell’agibilità, i locali computati come superficie utile devono comunque presentare i requisiti igienico sanitari, richiesti
dalla normativa vigente a seconda dell’uso cui sono destinati.
La superficie utile di una unità edilizia è data dalla somma delle superfici utili delle singole unità immobiliari che la
compongono.
Si computano nella superficie utile:
• le cantine poste ai piani superiori al primo piano fuori terra;
• le cantine che hanno altezza utile uguale o superiore a m 2,70;
• i sottotetti con accesso diretto da una unità immobiliare, che rispettano i requisiti di abitabilità di cui all’art. 2,
comma 1, della LR 11/1998.
Per gli immobili con destinazione d’uso non residenziale si computano altresì nella superficie utile:
• i locali destinati al personale di servizio e di custodia, nonché i locali adibiti ad uffici e archivi;
• le autorimesse, quando costituiscano strumento essenziale dell’attività economica (autonoleggi, attività di trasporto
e assimilati).
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comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
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19. Superficie accessoria (Sa): Superficie di pavimento degli spazi di una unità edilizia o di una unità immobiliare aventi
carattere di servizio rispetto alla destinazione d’uso dell’unità stessa, misurata al netto di murature, pilastri, tramezzi, sguinci,
vani di porte e finestre.
Nel caso di vani coperti, si computano le parti con altezza utile uguale o maggiore a m 1,80.
Per tutte le funzioni si computano, in via esemplificativa, nella superficie accessoria:
• spazi aperti (coperti o scoperti), quali portici e gallerie pedonali (se non gravati da servitù di uso pubblico), ballatoi,
logge, balconi e terrazze;
• le tettoie con profondità superiore a m 1,50;
• le cantine poste al piano interrato, seminterrato o al primo piano fuori terra, purché abbiano altezza inferiore a m
2,70;
• i sottotetti che hanno accesso diretto da una unità immobiliare ma non rispettano i requisiti di abitabilità di cui
all’art. 2, comma 1, della LR n. 11/1998;
• i sottotetti che hanno accesso dalle parti comuni di una unità edilizia, per la porzione con altezza utile maggiore o
uguale a m 1,80;
• le autorimesse e i posti auto coperti;
• i vani scala interni alle unità immobiliari computati in proiezione orizzontale, a terra, una sola volta;
• le parti comuni, quali i locali di servizio condominiale in genere, i depositi, gli spazi comuni di collegamento
orizzontale, come ballatoi o corridoi (di accesso alle abitazioni o alle cantine), esclusi gli spazi comuni di collegamento
verticale e gli androni condominiali.
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comma inserito con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
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del. ALER 279/2010
Allegato A punto 10
del. ALER 279/2010
Allegato A punto 1
del. ALER 279/2010
Allegato A punto 3
strutturali per la sua trasformazione.
1.2 Ambiti. Nel PSC gli ambiti rappresentano la suddivisione del territorio
in funzione del grado di consolidamento e di trasformabilità. Gli ambiti
rappresentano le unità territoriali di base, comprensive di parti di sistemi
e subsistemi differenti, per le quali il PSC definisce le quantità insediabili
minime e massime e le dotazioni di infrastrutture e di attrezzature
collettive e le dotazioni ambientali.
1.3 Superficie utile (Su). La Superficie utile è la superficie che comprende
le parti degli edifici utilizzate per le funzioni fondamentali delle attività
che in essi si svolgono e concorre a determinarne il carico urbanistico. La
Superficie utile (Su) è definita al punto 18 dell’Allegato A alla delibera ALER
279/2010 e s.m.i..2 3
1.3bis Superficie accessoria (Sa). La Superficie accessoria è la superficie
che comprende le parti degli edifici aventi carattere di servizio rispetto
alla destinazione d’uso degli edifici stessi. Essa è definita al punto 19
dell’Allegato A alla delibera ALER 279/2010 e s.m.i..4 5
1.4 Potenzialità edificatoria. La Potenzialità edificatoria rappresenta la
quantità massima di edificazione consentita. La Potenzialità edificatoria è
definita al punto 10 dell’Allegato A alla delibera ALER 279/2010 e s.m.i..6
Essa è funzione degli obiettivi del PSC rispetto alla densità dei nuovi
insediamenti/trasformazioni per le aree residenziali e produttive.7
1.5 Superficie territoriale (ST). La Superficie territoriale è definita al punto
1 dell’Allegato A alla delibera ALER 279/2010 e s.m.i..8 Essa si misura in
mq.9
1.6 Densità territoriale. Quantità massima di superfici utili (Su) e
accessorie (Sa) realizzabili su una determinata superficie territoriale (ST).
La densità territoriale si esprime attraverso un Indice di edificabilità
territoriale (IT) dato dal rapporto tra le quantità massime di superfici
edificabili e la relativa superficie territoriale: IT=(Su+Sa)/ST. Nel computo
di IT non si tiene conto della superficie accessoria (Sa) fino a concorrenza
del 70% della superficie utile (Su). L’indice di edificabilità territoriale si
misura in mq/mq.10
1.7 Diritti edificatori (De) I Diritti edificatori (De) rappresentano
l’indicazione parametrica (per mq) di Su che viene attribuita ad ogni area
6
10. Potenzialità edificatoria: Quantità massima di edificazione consentita dalla completa applicazione degli indici,
parametri urbanistico-edilizi ed eventuali vincoli stabiliti per quell’area dagli strumenti urbanistici.
Nota: La completa applicazione su di un’area dei parametri individuati dagli strumenti urbanistici vigenti ne esclude ogni
ulteriore applicazione, nonostante intervenuti frazionamenti e/o passaggi di proprietà successivi.
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comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
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1. Superficie territoriale (ST): Superficie totale di una porzione di territorio, la cui trasformazione è sottoposta a
strumentazione urbanistica operativa e attuativa (POC e PUA).
Comprende la superficie fondiaria e le dotazioni territoriali.
Nota: La superficie territoriale (ST) è la superficie di una porzione di territorio, cioè la superficie reale di un’area. Nel caso si
dimostri, a seguito di nuova rilevazione, che la superficie reale non è coincidente con la superficie indicata su carta tecnica,
su Data Base Topografico o su mappa catastale, si deve assumere la superficie reale come superficie territoriale.
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comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
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comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
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in funzione della Classe di Suolo di appartenenza. I De sono stabiliti dai
POC e sono realizzabili nelle aree che il PSC individua a tal fine. I De si
misurano in mq/mq.
2. Le previsioni del PSC contenute nelle presenti Norme Tecniche si
definiscono e distinguono in:
2.1 Prescrizioni. Norme che dettano regole non derogabili rispetto al
regime giuridico dei beni da essi disciplinati, in relazione agli usi
ammissibili ed alle trasformazioni consentite.
2.2 Direttive. Norme che devono essere osservate nella elaborazione
degli strumenti sottordinati (RUE, POC, PUA, piani di settore).
2.3 Indirizzi. Norme rivolte agli strumenti sottordinati (RUE, POC, PUA,
piani di settore) cui vengono riconosciuti livelli di discrezionalità in
funzione della specificità degli argomenti e dei luoghi.
L.R. 20/2000 artt. 33 e 34
art. 6 - Direttive per la formazione del Regolamento Urbanistico Edilizio
(RUE)
1. CONTENUTI DEL RUE. Il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) dovrà
avere i contenuti previsti dall’art.29 della L.R.20/2000.
1.1 In particolare, per attuare le scelte del presente piano, esso dovrà
contenere le norme generali che riguardano:
a. la definizione dei termini e dei parametri da utilizzare nella
progettazione e nella valutazione degli interventi edilizi e i relativi metodi
di calcolo, ivi compresi parametri di riferimento per la determinazione
delle distanze tra gli edifici;
b. la disciplina delle tipologie, delle modalità attuative e delle procedure
per gli interventi di trasformazione, nonchè delle destinazioni d’uso;
c. la definizione delle regole per la qualità degli interventi, articolate in:
c.1. regole per la progettazione e realizzazione degli edifici (sia rispetto
alla qualità formale e compositiva che alla qualità tecnica, con particolare
riguardo alle questioni del risparmio energetico, anche in riferimento
all’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento, dell’uso di fonti
energetiche rinnovabili, a una progettazione e realizzazione che
privilegerà il ricorso a soluzioni costruttive orientate alla sostenibilità
attraverso il corretto orientamento degli edifici, l’utilizzo di alberature e di
pozzi di aerazione per il raffrescamento, l’uso di materiali costruttivi ad
elevata coibentazione termica e acustica, alla corretta gestione del ciclo
dell’acqua, alla conservazione e utilizzo delle acque meteoriche per tutti
gli usi non potabili, alla tutela della qualità dell’aria, anche limitando
l’utilizzo dei combustibili più inquinanti per gli impianti termici civili e
favorendo lo sviluppo di sistemi di cogenerazione di quartiere o di isolato
oppure impianti di microcogenerazione in grado di soddisfare il
fabbisogno di singoli edifici) comprensive delle norme igieniche di
interesse edilizio; nel definire le regole suddette e quelle di cui ai
successvi punti c.2 e c.3, il RUE recepirà le disposizioni dell’art. 5 L.R.
26/2004 e quelle contenute nel Piano Energetico Regionale, i requisiti
minimi di rendimento energetico per gli edifici stabiliti dalla Giunta
regionale ai sensi dell'articolo 25 L.R. 26/2004 citata, nonché le direttive
emanate dalla Provincia in attuazione dell’art. 26 delle NTA del Piano di
Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria;
c.2. regole per la progettazione e realizzazione delle infrastrutture
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(strade, corsi d’acqua, piste ciclabili, ecc.) particolarmente mirate a
garantire la sicurezza e accessibilità per il traffico non motorizzato;
c.3. regole per la progettazione e realizzazione degli spazi aperti (aree
verdi, aree boscate, vasche di laminazione, piazze e spazi pedonali, ecc.);
c.4. le disposizioni di disciplina edilizia per gli impianti di emittenza radio e
televisiva;
d. la disciplina del contributo di costruzione e le modalità di calcolo delle
monetizzazioni delle dotazioni territoriali;
e. i criteri per la definizione dei diritti edificatori da attribuire alle diverse
Classi Omogenee dei Suoli definite nel presente piano e da utilizzare nella
formazione dei POC.
1.2. Il RUE dovrà altresì contenere, in conformità alle previsioni del
presente piano, la disciplina urbanistica specifica:
a. delle trasformazioni negli ambiti consolidati e nel territorio rurale;
b. degli interventi diffusi sul patrimonio edilizio esistente nel centro
storico e negli ambiti da riqualificare;
c. degli interventi negli ambiti specializzati per attività produttive, volti al
completamento, modificazione funzionale, manutenzione ed
ammodernamento delle urbanizzazioni e degli impianti tecnologici.
1.3 La disciplina di cui al precedente punto 1.2 dovrà essere articolata
comprendendo almeno i seguenti livelli normativi:
a. caratteristiche degli usi (funzioni degli edifici e degli spazi aperti,
ecc.);
b. caratteristiche dimensionali (altezze, densità edilizie, distanze tra gli
edifici, ecc.);
c. caratteristiche ambientali (copertura e permeabilità dei suoli,
trattamenti, ecc.);
d. caratteristiche sulla qualità (tipologie per gli interventi, requisiti per la
tutela del patrimonio culturale, ecc.).
1.4 Il RUE conterrà altresì, per il territorio urbano da esso disciplinato,
l’approfondimento del Quadro Conoscitivo per quanto attiene al rischio
sismico, secondo i livelli indicati nella tav. 6.4 del presente piano, con
riferimento al punto 3.1.1 della delibera A.L. 112/2007 e le conseguenti
prescrizioni in materia di prevenzione.
1.5 Il RUE conterrà inoltre la definizione degli indicatori per il monitoraggio
della sua attuazione e dei relativi effetti sui sistemi ambientali e
territoriali e sul paesaggio.
1.6 Il RUE conterrà infine, ai sensi dell’art. 1, comma 1 della L.R. 19/2003
e dell’art.6 della D.G.R. n. 2263/2005:
a) un censimento degli impianti di illuminazione esterna pubblica e
privata esistenti;
b) la disciplina della pianificazione e programmazione degli interventi ai
sensi dell’art. A-23 della L.R. 20/2000, anche in funzione dei risparmi
energetici, economici e manutentivi conseguibili, perseguendo la
funzionalità, la razionalità e l’economicità dei sistemi, ed assicurando
innanzitutto la salvaguardia della salute e la sicurezza dei cittadini e la
tutela degli aspetti paesaggistico-ambientali;
c) un abaco delle tipologie dei sistemi e dei corpi illuminanti ammessi.
2. FORMA DEL RUE. Il RUE, sarà costituito da un articolato normativo e da
una serie di mappe in scala adeguata.
pscferrara norme tecniche di attuazione
12
Le mappe del RUE dovranno essere articolate e fare riferimento ai livelli
normativi definiti al precedente punto 1.3.
3. LA FORMAZIONE DEL RUE. Il RUE viene predisposto mediante
consultazione e partecipazione dei cittadini e mediante la concertazione
con le associazioni economiche e sociali, anche avvalendosi dell’Urban
Center di cui al successivo art.38. La predisposizione del RUE seguirà la
seguente procedura: la Giunta predispone un documento di orientamento
del RUE e lo presenta nelle commissioni consiliari competenti. Il
documento della Giunta, corredato e integrato sulla base delle
osservazioni e delle proposte delle commissioni va alla concertazione con
i cittadini e le associazioni economiche e sociali. La procedura di
approvazione del RUE è disciplinata dagli artt. 33 e 34 della L.R. 20/2000
e s.m.i..11
4. VARIANTI. Le procedure di variante al RUE sono disciplinate dagli artt. 33
e 34 della L.R. 20/2000 e s.m.i.. Almeno ogni cinque anni, e comunque in
concomitanza con la formazione del POC, la Giunta predispone una
verifica dell’effettivo impatto del RUE in vigore sui processi di
trasformazione della città consolidata e del territorio agricolo e individua
eventuali opportunità di adottare modifiche.12
5. COSTRUZIONI ABUSIVE. La normativa di attuazione del RUE prevederà
l’impossibilità di utilizzo dei diritti edificatori eventualmente assegnati
alle aree occupate da costruzioni abusive che non siano già state oggetto
di sanatoria al momento dell’adozione del presente piano.
art. 7 - Direttive per la formazione dei Piani Operativi Comunali (POC)
1. I Piani Operativi Comunali (POC) sono gli strumenti urbanistici che
individuano e disciplinano gli interventi di tutela e valorizzazione, di
organizzazione e trasformazione del territorio previsti dal PSC e da
realizzare nell’arco temporale di ciascun quinquennio in conformità alle
previsioni del PSC e senza modificarne il contenuto.
2. CONTENUTI DEI POC. I POC dovranno avere i contenuti previsti dall’art.
30 L.R. 20/2000. Essi daranno attuazione alle proposizioni guida del
presente piano:
a. Lavorare sulla città esistente
b. Espandere il centro, ovvero portare la qualità del centro al resto della
città
c. Stabilire reti e connessioni
selezionando prioritariamente le azioni coerenti con esse.
In particolare, per attuare le scelte generali del PSC, i POC dovranno:
- selezionare gli ambiti o le porzioni di ambito nei quali realizzare nell’arco
temporale di cinque anni interventi di nuova urbanizzazione e di
sostituzione o riqualificazione tra tutti quelli individuati dal PSC;
- definire i Comparti Perequativi di Attuazione, soggetti a Piano
Urbanistico Attuativo unitario e comprensivi di aree da riqualificare o per
nuovi insediamenti, e di aree destinate dal presente piano ad
attrezzature e spazi collettivi, a dotazioni ecologiche ambientali o ad
11
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
12
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
pscferrara norme tecniche di attuazione
13
aree agricole periurbane di riqualificazione ambientale; il singolo
Comparto potrà comprendere aree anche non contigue fra loro;
- definire i diritti edificatori delle aree comprese nei Comparti Perequativi
di Attuazione, in conformità con le Classi omogenee dei Suoli individuate
dal PSC e secondo i criteri definiti nel RUE;
- inserire le aree interessate da PUA previgenti e già convenzionati
facendone salvi i relativi diritti acquisiti;
- localizzare le principali opere pubbliche previste nel quinquennio e, in
particolare, tutte quelle che presuppongono procedure espropriative; i
POC potranno motivatamente procedere ad una più opportuna
localizzazione delle opere pubbliche indicate nel presente piano o
localizzare opere in esso non previste, purché nel rispetto delle altre
prescrizioni di PSC;
- perimetrare i siti di emittenza radio e televisiva di nuova previsione e le
relative fasce di rispetto;
- effettuare una valutazione dei fabbisogni comunicativi e degli
adeguamenti infrastrutturali eventualmente necessari per i servizi di
comunicazione a banda larga;
- individuare le quote e le tipologie di risposta al fabbisogno abitativo e
assegnare i diritti edificatori necessari alla realizzazione delle quote di
edilizia sociale che il Comune ritiene necessario immettere sul mercato
per far fronte alla domanda; la definizione dei comparti edificatori tiene
conto della quota di edilizia sociale che il Comune ritiene necessaria per
ciascun comparto.
I POC conterranno altresì, per il territorio urbano da essi disciplinato,
l’approfondimento del Quadro Conoscitivo per quanto attiene al rischio
sismico, secondo i livelli indicati nella tav. 6.4 del presente piano, con
riferimento al punto 3.1.1 della delibera A.L. 112/2007 e le conseguenti
prescrizioni in materia di prevenzione.
I POC terranno conto delle risultanze del monitoraggio degli effetti del
presente piano e conterranno la definizione degli indicatori per il
monitoraggio della loro attuazione e dei relativi effetti sui sistemi
ambientali e territoriali e sul paesaggio.
I POC si coordinano con il bilancio pluriennale comunale e costituiscono
strumento di indirizzo e coordinamento per il programma triennale delle
opere pubbliche e per gli altri strumenti comunali settoriali.
attribuire priorità sulle azioni di piano
3. FORMAZIONE DEI POC. La formazione dei POC dovrà essere conforme
alle procedure di cui all’art. 34 della LR 20/2000. Inoltre, al fine di
realizzare gli obiettivi del PSC attraverso la condivisione e la
partecipazione alla fase attuativa, l’adozione del POC dovrà
obbligatoriamente essere preceduta dall’attivazione di procedure di
evidenza pubblica, al fine di selezionare le richieste di inserimento nel
POC delle aree interessate alle trasformazioni. Le richieste selezionate, e
i relativi Comparti Attuativi, saranno oggetto di un’ulteriore fase di
negoziazione volta a definire le forme di partecipazione dei soggetti
all’attuazione del POC. Saranno inserite nel POC le ulteriori aree che siano
ritenute utili all’organica attuazione del piano. La procedura di evidenza
pubblica si fonderà su un DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL POC,
pscferrara norme tecniche di attuazione
14
preventivamente approvato dal Consiglio Comunale e contenente in
particolare:
a. l’aggiornamento del QUADRO CONOSCITIVO sullo stato di attuazione
delle previsioni di piano in tema di infrastrutture per l’urbanizzazione
degli insediamenti, attrezzature e spazi collettivi e dotazioni ecologiche
ed ambientali, nuovi insediamenti e aree di riqualificazione;
b. l’aggiornamento del QUADRO CONOSCITIVO sullo stato dell’ambiente;
c. le valutazioni sugli andamenti della popolazione e dei principali settori
economici per il periodo interessato dal POC;
d. l’indicazione degli obiettivi di sviluppo e trasformazione e del
dimensionamento, previsti nel PSC, da attuarsi nel quinquennio;
e. gli indirizzi generali della programmazione delle opere pubbliche per il
periodo interessato dal POC nonchè l’indicazione delle priorità rispetto
alle opere pubbliche da finanziare con l’apporto di capitali privati;
f. la definizione degli obiettivi rispetto alle linee d’azione del PSC (L’acqua
come risorsa, Abitare a Ferrara, La città verde, Centro Storico);
g. l’indicazione dei diritti edificatori minimi e massimi previsti per le
Classi Omogenee dei Suoli.
Gli aggiornamenti del Quadro Conoscitivo di cui alle precedenti lett. a e b
andranno effettuati sulla scorta del monitoraggio degli esiti
dell’attuazione del PSC e del POC precedente e della verifica di coerenza
fra lo stato di attuazione del piano ed i suoi obiettivi.
4. VARIANTI. Le Varianti ai POC non sono obbligatoriamente soggette alla
procedura di evidenza pubblica di cui al precedente comma 3.
5. Per le fasi di consultazione e partecipazione dei cittadini, nonché per la
concertazione con le associazioni economiche e sociali e per la
costruzione del DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL POC di cui ai punti
precedenti, il Comune si potrà avvalere dell’Urban Center di cui all’art. 38.
pscferrara norme tecniche di attuazione
15
TITOLO II - CONTENUTI DEL PIANO STRUTTURALE. Sistemi e
ambiti
art.8 - Finalità generali
1. I contenuti e gli obiettivi del PSC sono tradotti in una suddivisione del
territorio per sistemi e ambiti, così come definiti nel precedente TITOLO 1
e riportati negli elaborati grafici:
- tavola 4.1: “I SISTEMI”, scala 1:25.000;
- tavola 4.2: “GLI AMBITI”, scala 1:25.000;
- tavole 4.3.n: SCHEDE DEGLI AMBITI.
2. La disciplina dei Sistemi definisce gli obiettivi e le prestazioni che il
PSC prevede per le diverse parti di territorio così individuate. La disciplina
degli Ambiti definisce i caratteri dimensionali e le criticità ambientali di
tali previsioni con riferimento alle unità territoriali individuate.
3. Il presente titolo detta la disciplina dei sistemi e degli ambiti ed in
particolare definisce le direttive e gli indirizzi che dovranno essere
rispettati dagli strumenti di pianificazione operativa (RUE e POC).
Capo i - Disciplina dei sistemi
art. 9 - Disposizioni introduttive
1. Il PSC individua e disciplina i seguenti sistemi:
- sistema ambientale e delle dotazioni collettive;
- della mobilità;
- dell’abitare;
- della produzione.
I sistemi così individuati sono a loro volta articolati nei subsistemi
individuati nella tavola 4.1.
2. Nei successivi articoli sono riportate le direttive e gli indirizzi da
rispettare nella formazione dei successivi strumenti di pianificazione
(RUE e POC) da utilizzare per i sistemi e i subsistemi.
art. 10 - Sistema ambientale e delle dotazioni collettive
1. Il sistema ambientale e delle dotazioni collettive è costituito dalle aree
necessarie al funzionamento ambientale del territorio e individuate in
funzione delle caratteristiche idrogeomorfologiche, vegetazionali, delle
principali connessioni eco-biologiche, nonché dall’insieme delle
attrezzature e spazi collettivi.
2. Il PSC riconosce al Sistema ambientale e delle dotazioni collettive un
ruolo di particolare rilievo in considerazione della sua capacità e/o
potenzialità di interconnettere ambiti e ambienti diversi, di collegare e
valorizzare l’insieme delle aree ed attrezzature pubbliche, di formare
ambiti di sicurezza rispetto al rischio idraulico e di costituire riserve di
naturalità e zone filtro finalizzate alla coesistenza di funzioni altrimenti
incompatibili, di sviluppare e favorire la comunicazione ecobiologica
nonché lo scambio e lo sviluppo della biodiversità.
3. Il PSC indica nella tavola 4.1, il Sistema ambientale e delle dotazioni
collettive e lo articola nei seguenti subsistemi:
- connessioni geografiche strutturali;
pscferrara norme tecniche di attuazione
16
- aree agricole del forese;
- aree agricole di cintura;
- Parco Bassani;
- mitigazione e compensazione ambientale;
- città verde
- attrezzature collettive.
art. 10.1. Sub-sistema: connessioni geografiche strutturali
1. Il sub-sistema delle “connessioni geografiche strutturali” è costituito
dagli elementi strutturanti la geografia del territorio. Esso comprende
biotopi rilevanti e aree ambientali soggette a politiche di valorizzazione,
nonché aree agricole in cui permangono diffusi elementi tipici del
paesaggio agrario storico ferrarese. Appartengono a questo subsistema:
- gli invasi, gli alvei dei corsi d’acqua principali, le golene del Po e le aree
ad essi funzionalmente connesse;
- le golene degli altri corsi d’acqua, i dossi e gli elementi dell’idrografia
storica;
- le emergenze paesaggistiche.
2. Gli elementi di questo subsistema garantiscono la connessione tra le
diverse parti del territorio e tra gli ambienti rurali e quelli urbani. Tali
elementi risultano fondamentali anche per la dinamica fluviale
complessiva e per le reti ambientali di area vasta, oltre che per favorire lo
scambio ecobiologico e lo sviluppo della biodiversità.
3. Obiettivo generale del PSC è quello di garantire la continuità delle
connessioni riconosciute attraverso la conservazione delle
caratteristiche ambientali degli elementi del subsistema.
4. indirizzi Il RUE e i POC dovranno favorire, lungo le aste fluviali, gli
interventi di recupero delle connessioni eco-biologiche, e la ridefinizione
del rapporto di visibilità tra la città e i corsi d’acqua anche attraverso la
previsione di nuovi spazi di relazione; essi prevedranno interventi di
valorizzazione e ricostruzione ambientale e paesaggistica, anche in
attuazione della Rete Ecologica primaria e secondaria. Il RUE indicherà
specifiche modalità di intervento sugli insediamenti esistenti, al fine di
tutelare e valorizzare le caratteristiche paesaggistiche e gli aspetti
naturalistici di tali aree.
art. 10.2. Sub-sistema: aree agricole del forese
1. Il subsistema “aree agricole del forese” è caratterizzato dall’insieme
delle aree rurali esterne alla città e ai nuclei del forese. Il subsistema è
caratterizzato anche dalla presenza delle ville, case coloniche e fienili
sparsi sul territorio rurale.
2. Per tali aree il PSC persegue i seguenti obiettivi:
a. tutela e conservazione del sistema dei suoli agricoli produttivi,
escludendo l’insediamento di attività non strettamente connesse con la
produzione agricola, salvo quanto previsto al successivo comma 4 lett. a;
b. favorire lo sviluppo sostenibile delle aziende agricole, garantendo
interventi edilizi volti ad assicurare dotazioni infrastrutturali e
attrezzature legate al ciclo produttivo agricolo, alla prima lavorazione e
conservazione dei prodotti, al trattamento e alla mitigazione delle
emissioni inquinanti, la trasformazione e l’ammodernamento delle sedi
pscferrara norme tecniche di attuazione
17
operative dell’azienda ivi compresi i locali adibiti ad abitazione, alla
vendita diretta dei prodotti, all’agriturismo; il RUE individua le condizioni
per il riconoscimento della caratteristica aziendale degli alloggi; il RUE
disciplina la conformità delle nuove costruzioni e/o degli ampliamenti e
ammodernamenti in conformità alle caratteristiche paesistiche e
architettoniche del territorio e dell’edificato preesistente.
3. indirizzi Il RUE e i POC dovranno favorire gli interventi di recupero
ambientale delle aree agricole attraverso il ripristino, la salvaguardia e in
molti casi la rinaturalizzazione del reticolo idrografico, e attraverso un
incremento delle presenze arboree ed arbustive, anche mediante accordi
con i Consorzi di Bonifica e gli agricoltori.
4. direttive Nelle aree agricole del forese il RUE dovrà, in particolare,
attenersi alle seguenti direttive:
a. sono ammessi gli interventi di recupero, riqualificazione,
completamento e ampliamento degli edifici aziendali esistenti; la
modifica delle destinazioni d’uso per l’insediamento di attività non
connesse con la produzione agricola potrà essere consentita
esclusivamente mediante il recupero degli edifici di valore storico
architettonico o di pregio storico testimoniale e degli altri edifici con
originaria funzione abitativa, subordinatamente all’esistenza della
dotazione territoriale minima di infrastrutture e servizi necessaria a
garantire la sostenibilità ambientale e territoriale degli insediamenti
diffusi, rimanendo escluso ogni aumento della superficie coperta degli
edifici in cui vengano realizzati più di un alloggio; a tal fine, il RUE
prevederà la stipula di apposita convenzione che disciplini la
realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei servizi di cui
sopra ovvero di talune opere necessarie alla tutela e riqualificazione dell’
area;
b. gli interventi di trasformazione del suolo e di nuova costruzione di
edifici aziendali funzionali alla produzione sono ammessi solo in ragione
di specifici programmi di riconversione o ammodernamento dell’attività
agricola, previsti dal RUE o dai programmi di settore, ovvero predisposti
in attuazione di normativa comunitaria;
c. la realizzazione di nuovi edifici ad uso residenziale è ammessa in
ragione dei programmi di cui alla precedente lettera “b” e qualora le
nuove esigenze abitative siano connesse all’attività aziendale e non
siano soddisfabili attraverso interventi sul patrimonio edilizio esistente;
al fine del miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica del
territorio rurale e dello sviluppo della produttività delle aziende agricole, il
RUE potrà condizionare la realizzazione di dette nuove costruzioni alla
demolizione di edifici del territorio rurale non più funzionali all'esercizio
dell'attività agricola e privi di valore storico;
d. il RUE determinerà le modalità di intervento sugli insediamenti
produttivi non agricoli esistenti nelle aree del sub-sistema, compresi gli
ampliamenti strettamente funzionali allo svolgimento delle attività
economiche esistenti.
pscferrara norme tecniche di attuazione
18
art. 10.3. Sub-sistema: aree agricole di cintura
1. Il subsistema “aree agricole di cintura” è costituito dalle aree rurali che
formano la corona verde attorno alla città e a ridosso dell’asse di sviluppo
est-ovest.
2. Gli obiettivi del PSC per questo subsistema riguardano la
valorizzazione di tali aree in funzione di un loro utilizzo dal punto di vista:
- paesaggistico, poiché caratterizzate dalla conduzione agricola e da una
non sempre ricca trama di siepi e filari arborei ed arbustivi lungo strade
campestri e fossi;
- storico-culturale, perché testimoni del paesaggio tradizionale della
pianura;
- ambientale, perché riserve di superficie naturale e permeabile
importante per il riequilibrio ambientale di un territorio caratterizzato da
una crescente impermeabilizzazione e desertificazione biologica.
3. indirizzi Per questi ambiti il RUE, i POC, i piani settoriali e gli altri
strumenti di gestione del territorio dovranno prevedere di:
- favorire l’uso agricolo anche attraverso la definizione di politiche di
sostegno economico alle attività agricole;
- favorire l’integrazione del reddito agrario mediante la promozione
dell’uso ricreativo e per il tempo libero degli spazi rurali compatibilmente
con la funzione primaria prevista;
- mantenere e ripristinare le presenze vegetali significative, soprattutto
quelle lineari lungo strade e fossi al fine di favorire il controllo
dell’inquinamento diffuso dei corsi d’acqua minori, di garantire ospitalità
alla fauna selvatica e di svolgere la funzione di corridoio ecobiologico;
- conservare, ripristinare e integrare i canali principali di deflusso delle
acque, il reticolo idrografico minore e i sistemi di drenaggio dei campi.
4. indirizzi I POC promuovono interventi di valorizzazione paesaggistica e
ambientale, anche mediante l’assegnazione di appositi diritti edificatori
compensativi nelle aree comprese nelle sottoclassi di suolo C di cui alla
tavola 6.2, e disciplinano gli interventi di realizzazione di strutture
ricreative e per il tempo libero. Gli obiettivi di conservazione e
valorizzazione che il PSC prevede per le Aree agricole di cintura
costituiscono criteri di priorità ai fini dell’attribuzione, alle aziende
operanti all’interno di dette aree, dei contributi finalizzati a compensare
le azioni e gli interventi per la tutela e il miglioramento dell’ambiente
naturale.
art. 10.4. Sub-sistema: aree agricole Parco Bassani
1. Il sub-sistema “Aree Agricole Parco Bassani” è costituito dalle aree
agricole oggetto del Progetto di Tutela e Valorizzazione vigente.
2. Per tali aree si conferma l’obiettivo di realizzare un parco agricolo. I
POC e il RUE dovranno prevedere tutte le azioni necessarie a tale scopo,
anche mediante l’assegnazione di appositi diritti edificatori compensativi
nelle aree comprese nelle sottoclassi di suolo C di cui alla tavola 6.2,se
del caso prevedendo le necessarie revisioni al Progetto di Tutela e
Valorizzazione.
pscferrara norme tecniche di attuazione
19
art. 10.5. Sub-sistema: mitigazione e compensazione ambientale
1. Il subsistema “mitigazione e compensazione ambientale” è composto
dalle aree e dagli spazi prevalentemente liberi da edificazione, collocati a
ridosso delle infrastrutture rilevanti e delle aree urbanizzate.
2. Alle aree di questo subsistema il PSC affida il ruolo di mitigare e
compensare l’impatto delle principali infrastrutture e delle aree
produttive esistenti e di favorire un più corretto funzionamento del
sistema idraulico, nonché di accrescere l’assorbimento della CO2 al fine
di rispettare gli obiettivi regionali e provinciali in attuazione degli obiettivi
di Kyoto. Per realizzare questi obiettivi il PSC prevede:
a. il rimboschimento delle aree per le quali è ipotizzato un ruolo di filtro
fra i tessuti produttivi e quelli residenziali e fra questi e le infrastrutture,
quali:
- l’area a nord della frazione di Cassana compresa tra via Modena,
l’inceneritore e l’area della PMI;
- l’area tra la ferrovia per Bologna e i tessuti edilizi della parte ovest di via
Bologna;
- l’area compresa tra l’Ospedale di Cona, gli ambiti residenziali e le nuove
infrastrutture;
- l’area verde parallela alla via Padova;
- l’area compresa tra la zona industriale del Petrolchimico e
Pontelagoscuro.
b. la realizzazione di casse di espansione per il sistema idraulico in
corrispondenza di alcuni nodi strategici quali:
- fascia parallela alla via Ferraresi;
- area a ridosso di via Wagner;
- area fra Cona e l’ospedale;
- area ad ovest del casello autostradale Ferrara nord.
3. indirizzi Per tali aree il RUE, i POC e gli altri strumenti di gestione del
territorio dovranno prevedere:
- la realizzazione e il mantenimento delle formazioni boschive con
particolare attenzione alle specie da piantare e alle possibilità di utilizzo
del materiale vegetale;
- la realizzazione delle aree per la sicurezza idraulica con particolare
attenzione ai materiali vegetali da utilizzare, alle conformazioni del
terreno (con preferenza per vasche poco profonde e di ampia superficie)
e alle modalità di accesso alle aree stesse.
4. indirizzi Nelle aree appartenenti al sub-sistema “Mitigazione e
compensazione ambientale” i POC potranno motivatamente prevedere la
realizzazione delle dotazioni territoriali previste nei sub-sistemi “Città
verde” e “Attrezzature collettive”.
art. 10.6. Sub-sistema: città verde
1. Il subsistema “Città verde” è costituito dai parchi e dai giardini di uso
pubblico, dagli spazi aperti utilizzati per attività sportive libere, dai viali e
dalle strade alberate, e dagli altri luoghi aperti principali.
2. Alle aree di questo sub-sistema il PSC affida l’obiettivo di mediare il
rapporto tra lo spazio urbano della città consolidata e quello rurale della
pianura coltivata. Le aree della Città verde contribuiscono, per le loro
caratteristiche di naturalità, all’equilibrio ambientale della città sia per
pscferrara norme tecniche di attuazione
20
quanto riguarda l’irraggiamento solare, sia per l’impermeabilizzazione dei
suoli.
3. indirizzi Per le aree della città verde il RUE, i POC e gli altri strumenti di
gestione del territorio dovranno prevedere di:
- garantire la salvaguardia, il recupero e la riqualificazione delle aree verdi
esistenti;
- favorire la realizzazione e la gestione delle aree verdi previste;
- favorire la continuità delle connessioni tra le aree verdi e in generale tra
gli spazi aperti agricoli e urbani.
art. 10.7. Sub-sistema: attrezzature e spazi collettivi
1. Il subsistema “Attrezzature e spazi collettivi” è costituito dai principali
impianti e opere destinati a servizi di interesse collettivo, necessari per
favorire il migliore sviluppo della comunità e per elevare la qualità della
vita individuale e collettiva, e in particolare:
a) all'istruzione;
b) all'assistenza e ai servizi sociali e igienico sanitari;
c) alla pubblica amministrazione, alla sicurezza pubblica e alla
protezione civile;
d) alle attività culturali, associative e politiche;
e) al culto;
f) al tempo libero e alle attività sportive;
g) ai parcheggi pubblici.
2. indirizzi Per le aree del subsistema il RUE, i POC e gli altri strumenti di
gestione del territorio dovranno prevedere di:
- realizzare un’adeguata dotazione di servizi territoriali e di attrezzature
collettive al servizio della città;
- riqualificare, integrare e razionalizzare la rete delle attrezzature
collettive.
3. Il RUE e i POC potranno ammettere l’insediamento di attività private
funzionali e complementari alle attrezzature pubbliche, purché il
perseguimento degli obiettivi fissati dal presente piano sia garantito da
apposita convenzione con il Comune, relativa alle modalità gestionali.
art. 11 - Sistema delle infrastrutture per la mobilità
1. Il sistema delle infrastrutture per la mobilità è costituito dalla rete di
infrastrutture funzionali alla circolazione dei veicoli, delle persone e delle
merci (autostrade, ferrovie, rete di piste e percorsi ciclo-pedonali, strade
principali urbane ed extraurbane con esclusione dei reticoli di strade di
distribuzione appartenenti ad altri sistemi).
2. Il PSC affida al sistema delle infrastrutture per la mobilità l’obiettivo di
garantire il buon funzionamento della circolazione, anche ai fini della
tutela e risanamento della qualità dell’aria, e propone una
specializzazione delle infrastrutture della mobilità e la loro messa a
sistema favorendo lo sviluppo di reti interconnesse. In particolare si
propone:
- una agevole e funzionale connessione tra la rete delle principali vie di
comunicazione e quella delle strade di accesso, penetrazione e
collegamento alle parti urbane;
pscferrara norme tecniche di attuazione
21
- una netta separazione tra la mobilità del traffico pesante di
attraversamento della città e quello automobilistico legato alla vita
quotidiana;
- una localizzazione dei nuovi insediamenti previsti tale da contenere la
dispersione degli insediamenti residenziali, produttivi, commerciali e la
domanda di mobilità e rafforzare i sistemi di mobilità alternativi fondati
sull’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici, sia su gomma sia su ferro,
nonché su forme aggregate di trasporto anche commerciale;
- una localizzazione delle Aree produttive ecologicamente attrezzate e la
previsione per esse di dotazioni territoriali in conformità alle indicazioni
di cui all’art. 25 del PTRQA;
- la connessione degli insediamenti, sia residenziali che produttivi, con la
rete ciclabile e ciclo-pedonale;
- la promozione della mobilità pedonale, mediante il progressivo
incremento delle zone pedonali e/o a traffico limitato, nonché mediante
l’adeguata conformazione e attrezzatura degli spazi urbani;
- l’incentivazione di forme di interscambio tra i mezzi dedicati al trasporto
delle merci al fine di adeguare i vettori ai luoghi urbani attraversati;
- la previsione, anche nel Sistema della Mobilità, di dotazioni territoriali,
ecologiche e ambientali finalizzate a realizzare adeguati standard di
qualità urbana, con particolare riferimento alla qualità dell’aria.
3. Il PSC indica nella tavola 4.1 il Sistema delle infrastrutture per la
mobilità, e lo articola nei seguenti subsistemi:
- automobile;
- ferrovia e mobilità ciclabile;
- intermodalità;
- infrastrutture fluviali.
4. Le localizzazioni delle dotazioni infrastrutturali ed i relativi tracciati di
progetto riportati nella tavola 4.1 sono indicativi e verranno precisati dai
POC.
5. I POC, al fine di eliminare progressivamente la dispersione insediativa
degli impianti produttivi, prevedranno incentivi al trasferimento di
attività e/o manufatti edilizi incongrui con gli ambiti di insediamento,
secondo quanto previsto al successivo art. 30.
6. Il RUE prevedrà che in sede di nuove urbanizzazioni e, là dove
possibile, in sede di rifacimenti e riqualificazioni urbane, siano realizzati
marciapiedi di larghezza e caratteristiche di sicurezza idonei.
7. Entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore del Piano di Tutela e
Risanamento della Qualità dell’Aria (PTRQA), il Comune redigerà il Piano
Urbano della Mobilità (PUM) e il Piano Urbano del Traffico (PUT). I suddetti
piani dovranno contenere una Valutazione di Sostenibilità Ambientale e
Territoriale (VALSAT) che verifichi, fra l’altro, la loro coerenza con il PTRQA.
8. Nell’ambito del PUT sarà redatto un Conto Locale dei Trasporti come
strumento di rendicontazione e di informazione per i cittadini sui costi e
sui benefici connessi alla gestione del sistema della mobilità nel suo
complesso, e per garantire adeguata consapevolezza sull’entità, anche
economica, delle esternalità ad esso connesse.
pscferrara norme tecniche di attuazione
22
art. 11.1. Sub-sistema: automobile
1. Il subsistema “automobile” è costituito prevalentemente dagli spazi
destinati alla circolazione degli autoveicoli.
2. La realizzazione di nuovi tratti stradali e/o il potenziamento di quelli
esistenti dovrà essere preceduto dall’espletamento delle valutazioni
ambientali previste dalla Legge. Per i progetti da sottoporsi a Valutazione
di Impatto Ambientale, si applicano i disposti dell’art. 27 del PTRQA.
3. Il PSC individua, e indica nell’elaborato 4.1, i seguenti tipi di strade per
ognuna delle quali stabilisce obiettivi ed indirizzi:
- strade di collegamento territoriale;
- strade di penetrazione e di collegamento;
- strade di accesso alla città;
- strade di distribuzione.
4. In ottemperanza all’art. 25 comma 3 delle NTA del PTRQA, la
realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, sanitari o scolastici deve
avvenire a distanze (calcolate su proiezione orizzontale) non inferiori
alle seguenti:
- m 50 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o di
progetto, classificate come rete di base di interesse regionale, della
viabilità extraurbana secondaria di rilievo provinciale o
interprovinciale e delle strade classificate come strade di
scorrimento;
- m 150 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o di
progetto, classificate come rete autostradale e “grande rete” di
interesse nazionale/regionale.
5. Per gli insediamenti residenziali, sanitari o scolastici esistenti entro le
fasce di cui al comma 4 precedente, il RUE prescrive specifiche modalità
d’intervento e/o di mitigazione e compensazione ambientale al fine di
limitare l’esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico.
6. I POC e i competenti piani di settore prevedono la progettazione e la
realizzazione di interventi di moderazione della velocità sulle strade
comunali, in particolare attraverso:
- la sostituzione degli incroci con rotatorie;
- l’introduzione nei centri urbani di sistemi automatici per il controllo
dei limiti di velocità;
- provvedimenti di modifica strutturale delle sedi stradali che
inducano la riduzione della velocità e aumentino la sicurezza
dell’utenza debole;
- la progressiva estensione delle zone con limite di velocità di 30 km/h
nei centri urbani.
7. I competenti piani di settore prevedono, ai fini della riduzione degli
impatti del subsistema sulla qualità dell’aria, la progettazione e la
realizzazione degli interventi gestionali di cui all’art. 16 del PTRQA.
art. 11.1.1. Strade di collegamento territoriale. (Grande U)
1. Sono le strade extraurbane ad itinerario continuo che permettono la
comunicazione veloce tra punti distanti del territorio comunale, oltre che
l’accesso all’autostrada, senza incrociare/attraversare la città. In
particolare: l’autostrada A13, il tratto della superstrada Ferrara-mare e la
pscferrara norme tecniche di attuazione
23
tangenziale Est. L’obiettivo principale riguarda il completamento del
semi-anello della “grande U” con particolare attenzione alle sezioni
stradali dei tratti non ancora realizzati.
2. Indirizzi In particolare il RUE e i POC dovranno prevedere:
- la realizzazione dei tratti di strada mancanti per completare il
semianello; per questi tratti dovrà essere garantita una sezione
costituita da due carreggiate separate con due o più corsie ciascuna, e
intersezioni a raso prevalentemente con incroci a rotatorie;
- la riqualificazione e l’adeguamento dei tratti esistenti uniformando la
sezione stradale ed adeguandola all’immediato contesto.
art. 11.1.2. Strade di accesso alla città.
1. Sono le strade ad itinerario continuo che permettono di collegare la
viabilità urbana all’autostrada A13 e alla rete viabilistica di collegamento
territoriale.
2. Obiettivo principale del PSC per questo insieme di strade è il
completamento dei tracciati al fine della realizzazione della rete prevista
e dei collegamenti tra le due uscite autostradali.
3. Indirizzi Il RUE e i POC dovranno prevedere:
- la realizzazione dei tratti di strada mancanti per completare il
semianello della piccola U;
- la realizzazione dei tratti di strada mancanti per completare il
collegamento tra le due uscite autostradali. Per questi tratti dovrà essere
prevista una sezione costituita da due carreggiate separate con doppia
corsia;
- la realizzazione dei collegamenti e delle intersezioni previsti per la
sistemazione dell’accesso al centro da ovest;
- la riqualificazione e l’adeguamento della via Ferraresi uniformandone la
sezione ai tratti nuovi.
art. 11.1.3. Strade di penetrazione e di collegamento.
1. Sono le strade extra-urbane ed urbane di collegamento sia tra le
diverse parti di città (quartieri), sia tra queste e la viabilità di
collegamento territoriale. Il buon funzionamento di queste favorisce
l’accesso alle diverse parti di città e consente di ridurre
l’attraversamento del centro. All’interno di questo insieme di strade sono
riconoscibili quelle che anticamente garantivano il collegamento di
Ferrara con le città e i centri più vicini: via Padova, via Cento, via Bologna,
via Pomposa, via Ravenna, via Comacchio, via Copparo.
2. Gli obiettivi di connessione tra le diverse parti di città che il PSC
prevede per queste strade comportano la necessità di una progettazione
attuativa attenta alla commistione tra la funzione viabilistica e quella di
asse abitato e ai caratteri di tracciato storico delle stesse strade.
3. Indirizzi In particolare il RUE e i POC dovranno prevedere:
- di privilegiare gli interventi di recupero delle pertinenze stradali,
ubicando lungo le stesse, aree marginali dedicate all’impianto di
alberature e cespugli, in relazione alla mitigazione dell’impatto acustico e
atmosferico determinato dal traffico, e di favorire la ricostituzione del
tracciato dei fossi di guardia necessari dal punto di vista idraulico e
ambientale;
pscferrara norme tecniche di attuazione
24
- la creazione di piazzole di fermata per i mezzi pubblici su spazi esterni
alla piattaforma stradale;
- una politica di riduzione degli accessi laterali, soprattutto nei tratti
extraurbani, privilegiando la creazione di controstrade che convoglino su
innesti attrezzati più frontisti;
- la formazione di adeguati attraversamenti pedonali-ciclabili,
localizzandoli preferibilmente in corrispondenza delle discontinuità dei
tracciati.
art. 11.1.4. Strade di distribuzione.
1. Sono le strade urbane che distribuiscono e raccordano il traffico locale.
2. Obiettivo principale del PSC è la definizione di una rete di strade più
razionale al fine di favorire i collegamenti a breve e media distanza e
ridurre l’attraversamento del centro di Ferrara.
3. Rientra in tale obiettivo l’ipotesi di interruzione del traffico di
attraversamento della parte centrale della città con la previsione di due
circuiti ad est e ad ovest. I due anelli, direttamente collegati alla viabilità
“fuori mura”, sono costituiti da: corso Porta Mare, via Palestro, corso
Giovecca per la parte ad est, e via Porta Po, via B.Rossetti, via L.Ariosto,
viale Cavour per quella ad ovest.
4. Un ulteriore obiettivo relativo al traffico di distribuzione riguarda la
razionalizzazione dell’accesso al centro città da ovest. A tal proposito il
PSC aumenta le opportunità di accesso da ovest ora ridotte al solo
sottopasso di Corso Po, prevedendo: a nord la sistemazione del
collegamento tra via F.lli Rosselli e la viabilità esterna; la riapertura del
sottopasso in corrispondenza di via Bianchi e quindi il collegamento
diretto tra l’anello interno e la SS16; infine a sud, la realizzazione del
collegamento fra via Marconi e via Ferraresi con il nuovo ponte sul canale
Burana.
5. Un particolare obiettivo è rappresentato dalla razionalizzazione del
sistema di attraversamento della città lungo il fiume Volano anche come
alternativa agli assi centrali di viale Cavour/corso Giovecca, via Porta
Po/via Biagio Rossetti/via Porta Mare. Tale ipotesi si attua con la
previsione di interventi di fluidificazione del sistema stradale composto
tra le altre da via Darsena, viale Volano, via Argine Ducale, via Goretti e dai
relativi ponti di collegamento. Ciò tenendo conto anche delle esigenze
legate al potenziamento dell’idrovia ferrarese.
6. Fanno parte del sub-sistema delle strade di distribuzione anche: via
Gramicia, via Caldirolo, Via S. Giacomo, viale IV novembre, via Porta Po.
7. Indirizzi Il RUE e i POC e gli altri strumenti di gestione, dovranno
prevedere l’adeguamento degli spazi delle strade di distribuzione al ruolo
prospettato, anche attraverso la previsione di sensi unici ed eventuali
utilizzi riservati.
art. 11.2. Sub-sistema: ferrovia e mobilità ciclabile
1. Il sub-sistema è costituito da infrastrutture che permettono una
modalità di trasporto alternativa a quella automobilistico.
2. Il PSC individua nella tavola 4.1 i seguenti componenti del subsistema,
per ognuno dei quali stabilisce obiettivi ed indirizzi:
- ferrovia ed aree ferroviarie;
pscferrara norme tecniche di attuazione
25
- metropolitana;
- piste ciclabili.
3. L’obiettivo principale del PSC per questo sub-sistema riguarda il
sostegno di politiche di utilizzo del treno per la mobilità locale e
territoriale e della bicicletta per quella locale. Lo sviluppo delle reti
ciclabili e della metropolitana di superficie potranno inoltre favorire
modalità integrate (treno-bicicletta) per la mobilità alternativa anche su
distanze medio-lunghe.
art. 11.2.1 Ferrovia ed aree ferroviarie.
1. Rappresentano la rete e le aree al servizio del trasporto ferroviario. In
particolare la linea nazionale Pd-Bo e le aree della stazione ferroviaria,
ecc.
2. In generale il PSC prevede il potenziamento delle linee ferroviarie
esistenti e la razionalizzazione delle aree di servizio alla ferrovia. In tutti i
casi di soluzione delle situazioni di congestione delle arterie viarie
esistenti, in particolare se gravate da traffico locale, dovrà essere
valutata come ipotesi prioritaria l’alternativa costituita dal collegamento
ferroviario, anche di tipo leggero, rispetto alla costruzione di nuovi tratti
stradali.
3. Indirizzi In particolare, attraverso il RUE e i POC si dovrà:
- completare il sistema di collegamento del Corridoio Adriatico;
- garantire un collegamento ferroviario alla zona industriale del
Petrolchimico che riduca l’impatto sulle aree urbane attraversate ed in
particolare sulla stazione; ciò può essere realizzato attraverso la
modifica del percorso ferroviario di collegamento al Petrolchimico,
dall’attuale collegamento passante per la stazione passeggeri ad uno
direttamente connesso al Corridoio Adriatico; il tratto ferroviario liberato,
ad ovest della stazione, potrà essere utilizzato come percorso ciclopedonale;
- dismettere lo scalo merci adiacente al quartiere Doro prevedendo il
recupero dell’area attualmente utilizzata;
- rilocalizzare il deposito e le aree per servizi adiacenti al Foro Boario
prevedendo il recupero delle superfici attualmente utilizzate;
- realizzare il collegamento ferroviario tra le linee est-ovest del Corridoio
Adriatico e nord-sud della Pd-Bo;
- attivare e sviluppare centri di interscambio pubblico-privato in
corrispondenza delle stazioni di particolare importanza;
- migliorare l’accessibilità ciclabile alle stazioni ferroviarie.
art. 11.2.2. Metropolitana.
1. Rappresenta le linee ferroviarie destinate ai collegamenti urbani, in
particolare fra la città e Cona. La metropolitana è l’elemento del
susbsistema che maggiormente contribuisce all’ipotesi di favorire
modalità di trasporto alternativo anche attraverso l’incentivo dell’uso
integrato del treno e della bicicletta per gli spostamenti urbani.
2. Indirizzi A tal fine il RUE e i POC dovranno prevedere di:
- completare il sistema di ferrovia-metropolitana sia verso nord (Barco,
Pontelagoscuro, S.Maria) che verso ovest (Arginone-Porotto);
pscferrara norme tecniche di attuazione
26
- favorire l’utilizzo di materiale rotabile adatto all’integrazione con l’uso
della bicicletta e/o la previsione di opportune aree per favorire
l’interscambio tra tali mezzi;
- prevedere parcheggi di interscambio in corrispondenza di ogni fermata
ferroviaria.
art. 11.2.3. Percorsi ciclabili.
1. Questo componente del susbsistema è costituito dalla rete di percorsi
ciclabili che collega la città con i principali centri del forese, e le diverse
parti della città tra loro.
2. I percorsi ciclabili previsti dal PSC si articolano in:
a. percorsi di connessione territoriale (Primaro, destra e sinistra; PoEurovelo; Poatello; Volano, destra e sinistra; Burana) e di collegamento
urbano;
b. percorsi di connessione ambientale.
3. Il PSC si pone l’obiettivo di realizzare una connessione ciclabile tra le
varie parti del territorio con particolare attenzione all’accessibilità alle
attrezzature e ai servizi collettivi.
4. Indirizzi A tal fine il RUE e i POC dovranno prevedere di:
- completare la rete di percorsi ciclabili, realizzandone i tratti mancanti e
sistemando quelli esistenti favorendone la continuità e la riconoscibilità
rispetto al ruolo individuato; estendere, in particolare, i percorsi ciclabili e
ciclo-pedonali di avvicinamento alle scuole (percorsi sicuri casa-scuola)
e sugli itinerari a più elevata frequentazione; va previsto, ove possibile,
l’uso dei manufatti stradali esistenti;
- favorire il trasporto integrato metropolitana-bicicletta per valorizzare
entrambe come modalità alternative ai collegamenti tra le diverse parti
del territorio e di accesso alle più importanti attrezzature urbane (ad est:
ospedale di Cona; a nord: Parco Bassani, ecc.).
5. Indirizzi Per la realizzazione delle azioni di promozione della mobilità
ciclabile di cui all’art. 19 del PTRQA, verrà istituito un apposito capitolo di
spesa, finanziato anche con parte degli introiti provenienti dalle sanzioni
amministrative riscosse a seguito di violazioni al Codice della Strada.
art. 11.3. Sub-sistema: Intermodalità
1. Il sub-sistema è costituito dalle aree dedicate alla sosta degli
autoveicoli e da quelle destinate all’interscambio sia delle persone che
delle merci. Il susbsistema si suddivide in aree per:
- parcheggi di arroccamento;
- interscambio persone – terminal trasporto pubblico locale e turistici;
- interscambio merci e area logistica;
- aeroporto.
art. 11.3.1 Parcheggi di arroccamento.
1. Le aree per la sosta automobilistica così definite sono destinate al
parcheggio delle auto destinate all’accesso al centro della città.
2. A tal fine esse sono poste in corrispondenza delle strade di
distribuzione urbana. In particolare, per la parte a sud, direttamente
accessibili da via Darsena, sono individuate: l’area Kennedy, l’area exMof,
pscferrara norme tecniche di attuazione
27
l’area ex Pisa e quella lungo viale Volano. Ad est sono previste aree
destinate a parcheggio da ricavarsi nelle immediate vicinanze
dell’Ospedale S.Anna, nell’ex caserma “Pozzuolo del Friuli” e nei pressi di
v. Caretti. Ad ovest la sistemazione di viale Cavour una volta modificato
rispetto al ruolo di attraversamento.
3. Per le aree individuate negli elaborati grafici, il PSC prevede la
conferma e il rafforzamento dell’uso a parcheggio al fine di riorganizzare
il sistema della sosta e di integrarlo con gli spazi urbani del centro città.
Per questa ragione particolare attenzione dovrà essere posta alla
progettazione dei luoghi destinati a parcheggio.
4. Indirizzi Il RUE e i POC dovranno prevedere la sistemazione delle aree per
la sosta ricercando l’integrazione con l’immediato contesto urbano
privilegiando soluzioni che prevedano l’interramento dei posti auto. Per
queste aree potranno essere previste le attrezzature e i servizi necessari
a garantirne un buon funzionamento (bar, servizio di biglietteria, piccolo
commercio, ecc.). Il trattamento delle superfici delle aree a parcheggio
non interrato dovrà prevedere materiali e soluzioni in grado di garantire
un elevato grado di permeabilità del suolo ed una consistente presenza
di aree verdi e alberature.
art. 11.3.2. Interscambio persone: terminal trasporto pubblico locale trasporto turistico.
1. Nell’ambito della riqualificazione e dello sviluppo del trasporto
pubblico locale su gomma previsti dall’art. 11 del PTRQA, il PSC prevede
aree per lo scambio dei mezzi di trasporto delle persone al fine di ridurre
la circolazione nel centro città dei veicoli privati-individuali, riguardanti
sia lo scambio tra mezzi pubblici che quello del traffico turistico. Sono
individuati, oltre ai terminal per il trasporto pubblico ad est e ad ovest del
centro anche una serie di luoghi di arrivo, carico e scarico dei mezzi
turistici destinati alle aree centrali, mentre la sosta degli stessi mezzi
dovrà essere localizzata all’esterno del centro storico.
2. A tal fine il PSC prevede:
- la realizzazione di un nuovo terminal per i mezzi pubblici ad est del
centro città, in prossimità di via Caretti. Tale struttura dovrà garantire alle
persone la possibilità di interscambio sia tra mezzi pubblici extraurbani e
urbani, che tra auto e mezzi pubblici urbani;
- il completamento del terminal ad ovest del centro, in prossimità della
stazione ferroviaria;
- l’utilizzo, nel centro storico, di mezzi pubblici di dimensioni ridotte e a
basso inquinamento;
- la realizzazione di terminal turistici a nord, in corrispondenza di via O.
Furioso, ad est nell’area Caserme, a sud in p.le Kennedy.
art. 11.3.3. Interscambio merci e area logistica.
1. Il PSC prevede la ristrutturazione della logistica urbana per il trasporto
delle merci, con l’obiettivo di ridurre il numero dei veicoli per il trasporto
merci circolanti, in particolare sulle strade del centro città, mediante la
realizzazione di piattaforme logistiche urbane per la concentrazione dei
carichi unitari.
2. A tal fine il PSC prevede :
pscferrara norme tecniche di attuazione
28
- la realizzazione una nuova area di interscambio a nord-ovest del centro
in prossimità dell’area del Petrolchimico; tale area potrebbe utilizzare le
opportunità di intermodalità legate alla compresenza del canale Boicelli,
della linea ferroviaria del Petrolchimico e della strada di accesso
all’autostrada (Ferrara nord);
- la razionalizzazione dei collegamenti dell’attuale area di interscambio a
sud (in corrispondenza della Fiera).
3. Entro 1 anno dall’entrata in vigore del PTRQA, il Comune svilupperà un
Piano della logistica ed attuerà le azioni di cui all’art. 14 del PTRQA
medesimo.
art. 11.3.4. Aeroporto
Il PSC prevede lo spostamento verso sud dell’attuale pista aeroportuale,
ormai ampiamente obsoleta e accerchiata dagli insediamenti urbani, con
la realizzazione di un nuovo aeroporto, di scala sostanzialmente
cittadina, dedicato al traffico turistico, al volo a vela e al servizio degli
spostamenti del personale dell’Aeronautica Militare.
art. 11.4. Sub-sistema: infrastrutture fluviali.
1. L’idrovia ferrarese rappresenta una risorsa per il territorio ed in
particolare per il rilancio delle attività industriali e produttive e per lo
sviluppo del turismo. Le opere di adeguamento dell’idrovia alla classe
quinta di navigazione rappresentano l’occasione per la riqualificazione
dei fronti fluviali della città sul canale Boicelli e sul fiume Volano.
2. Il RUE e i POC dovranno prevedere, contestualmente all’adeguamento
dell’infrastruttura idroviaria, opere di riqualificazione delle sponde anche
al fine di consentirne la fruibilità ciclo-pedonale e a fini ricreativi.
Dovranno anche essere previste le opere per l’adeguamento della
viabilità lungofiume di attraversamento. I POC coordineranno altresì gli
interventi pubblici e privati di riqualificazione urbana delle aree che si
affacciano lungo l’idrovia.
art. 12 - Sistema insediativo dell’abitare
1. Il sistema insediativo dell’abitare è l’insieme dei luoghi residenziali e
dei luoghi ad essi strettamente connessi (servizi, attrezzature
pubbliche, commercio locale, attività terziarie), presenti sul territorio
comunale di Ferrara.
2. Gli obiettivi generali che il PSC prevede per il sistema insediativo
dell’abitare puntano a:
- favorire la qualità urbana attraverso la riqualificazione delle aree
esistenti e l’insediamento di nuove aree edificate a completamento di
quelle esistenti;
- garantire un corretto dimensionamento e funzionamento della rete dei
servizi collettivi;
- favorire un’articolazione funzionale che garantisca comunque la
prevalenza della destinazione residenziale.
3. Il PSC indica, nelle tavole 4.1, il Sistema insediativo dell’abitare, e lo
articola nei seguenti subsistemi:
- nuclei storici;
- insediamenti contemporanei;
pscferrara norme tecniche di attuazione
29
- aree centrali;
- insediamenti della prima corona;
- nuclei del forese.
art. 12.1. Sub-sistema nuclei storici
1. Il sub-sistema “nuclei storici” è costituito dai tessuti di origine
medioevale e rinascimentale del centro storico di Ferrara e del nucleo di
Francolino ed è caratterizzato dal punto di vista morfologico, da
un’edilizia continua costruita su isolati di dimensione e densità variabile
che presentano spesso un affaccio diretto sulla strada, e, verso l’interno,
spazi aperti di dimensione variabile (cavedi, corti, giardini, orti e parchi).
Una quota considerevole dei piani terra di questa edilizia è occupata da
attività commerciali, terziarie e di piccolo artigianato, in parte da box per
automobili. Il sub-sistema “nuclei storici” è inoltre caratterizzato dalla
presenza di grandi manufatti, palazzi, conventi ed ex-fabbriche utilizzati
od utilizzabili in futuro per ospitare importanti funzioni (attività musealituristiche, università, attività di servizio alla persona, ecc.): nel loro
insieme questi manufatti rappresentano fondamentali opportunità per
l’intera economia ferrarese.
2. Per i nuclei storici il PSC pone i seguenti obiettivi di carattere generale:
- valorizzare le aree dei nuclei storici attraverso il recupero degli edifici e
delle superfici, nell’ottica di garantire una frammistione funzionale che
preveda, contemporaneamente alla destinazione residenziale, anche
altre funzioni di carattere amministrativo, commerciale, turistico,
scolastico;
- garantire le condizioni per l’accessibilità alle aree centrali e per la sosta
in relazione agli usi previsti ed in particolare in risposta alla domanda di
parcheggi per i residenti;
- valorizzare le attività economiche anche attraverso meccanismi di
agevolazione degli insediamenti commerciali;
- valorizzare il patrimonio edilizio e gli spazi aperti di interesse storico e
quelli di valore architettonico.
3. indirizzi Il RUE e i POC, al fine di realizzare gli obiettivi previsti dovranno:
- favorire il riuso degli edifici esistenti con particolare riguardo alle
funzioni residenziali e legate alla residenza;
- individuare e garantire la conservazione e la riqualificazione degli edifici
di valore architettonico presenti all’interno del subsistema con
particolare riguardo all’edilizia del Novecento;
- governare e disegnare le trasformazioni di aree particolarmente
significative, quali:
- polo museale del quadrivio degli Angeli
- polo museale di via Scandiana e via Cisterna del Follo
- area di S. Guglielmo
- aree comprese fra il mercato coperto e le piazze S. Etienne e
Cortevecchia
- area di S. Domenico
- ex carcere di via Piangipane
- convento di S. Benedetto
- S. Giorgio
pscferrara norme tecniche di attuazione
30
-
cinema dismessi.
art. 12.2. Sub-sistema: insediamenti contemporanei
1. Il sub-sistema degli “insediamenti contemporanei” è costituito, pur
con molteplici variazioni, dai tessuti urbani della città. I principali tessuti
insediativi riconoscibili all’interno di questo sub-sistema sono
caratterizzati da:
- reticoli più o meno regolari di strade con edifici isolati sul lotto, secondo
una regola programmata di iterazione del lotto, e piccoli spazi aperti
pubblici spesso di risulta;
- aggregazioni libere di edifici collettivi (torri, barre e schiere) svincolati
dai tracciati e disposti su grandi spazi aperti pubblici, sovente esito di
progetti unitari, dotati di una autonoma riconoscibilità e di spazi pubblici
più consistenti;
- edilizia continua costruita su isolati di dimensione e densità variabile
che presentano spesso un affaccio diretto sulla strada e, verso l’interno,
spazi aperti di dimensione variabile (cavedi, corti, giardini, orti e parchi).
Una quota considerevole dei piani terra di questa edilizia è occupata da
attività commerciali, terziarie e di piccolo artigianato, in parte da box per
automobili. Il sub-sistema è caratterizzato dalla prevalenza della
funzione residenziale, anche se sono presenti ridotte quote di
commercio e servizi, per la maggior parte localizzati ai piani terra degli
edifici lungo strada o in singoli manufatti isolati.
2. Obiettivo del PSC per questo subsistema, che rappresenta la maggior
parte dello spazio abitato della città, è quello di completare e riqualificare
i tessuti urbani esistenti e di dotarli dei servizi, degli spazi aperti e delle
connessioni al sistema ambientale adeguati.
3. indirizzi A tal fine il RUE e i POC dovranno prevedere:
- l’adeguamento delle dotazioni di servizi primari alle esigenze delle
diverse aree;
- la riqualificazione dei tessuti urbani esistenti attraverso un attento
progetto degli spazi pubblici; particolare attenzione dovrà essere posta
alla costituzione di luoghi di connessione per ricollegare i tessuti
residenziali attualmente divisi da assi stradali e infrastrutture;
- la valorizzazione degli spazi delle strade residenziali anche attraverso
un utilizzo carrabile limitato e delle sezioni stradali adeguate;
- una elevata permeabilità degli spazi aperti privati e pubblici con
particolare riguardo a quelli dei nuovi interventi;
- un adeguamento delle reti e dei sottoservizi agli usi previsti.
art. 12.3. Sub-sistema: aree centrali
1. Il sub-sistema delle “aree centrali” comprende, in particolare, le aree
del primo tratto di via Bologna fino all’ex Foro Boario e alla vicina stazione
ferroviaria di Porta Reno, le aree comprese fra la stazione ferroviaria
centrale e il canale Boicelli, in parte già coinvolte da un consistente
processo di riqualificazione (inserite nei PRU regionali e nel PRUSST
Ferrara-Copparo) ed in parte da riqualificare.
2. Il PSC affida a questo subsistema l’obiettivo di costruire una nuova ed
inedita centralità per Ferrara che si fondi su un recuperato rapporto con il
corso d’acqua del Volano e sfrutti le opportunità di mobilità alternativa
pscferrara norme tecniche di attuazione
31
offerte dalla introduzione della nuova metropolitana di superficie. Il
subsistema partecipa altresì alla definizione e allo sviluppo della polarità
commerciale sovracomunale rappresentata dalla città di Ferrara,
mediante l’insediamento di medie e grandi strutture commerciali, come
specificato in sede di schede d’ambito.
3. indirizzi Il RUE e i POC dovranno favorire il riutilizzo delle aree dismesse
attraverso progetti che siano attenti al ruolo e alla forma degli spazi
pubblici e collettivi, e ad un corretto rapporto tra spazi costruiti e spazi
aperti collettivi.
art. 12.4. Sub-sistema: insediamenti della prima corona
1. Il sub-sistema degli “insediamenti della prima corona” comprende i
centri abitati delle frazioni più prossime alla città nella zona est (Boara,
Malborghetto di Boara, Pontegradella, Focomorto, Aguscello) e quelli
posti sulla direttrice est-ovest (Porotto, Cassana, Cocomaro, Cona,
Codrea, Quartesana). Si tratta di piccoli centri e di edificazione diffusa
lungo-strada composta da edifici isolati sui lotti. Il primo gruppo di
frazioni è caratterizzato da espansioni residenziali recenti, effetto della
tendenza alla diffusione insediativa della vicina città, non sempre
accompagnate da una forma urbana definita e da una adeguata
dotazione di attrezzature collettive. I centri della direttrice est-ovest
sono invece oggetto di nuove previsioni insediative nell’ambito del
presente piano.
2. L’obiettivo principale per questo subsistema è la definizione della
forma urbana degli insediamenti, evitando fenomeni di eccessiva e
irrazionale diffusione, e delle loro dotazioni territoriali.
3. indirizzi A tal fine il RUE e i POC dovranno prevedere:
- la realizzazione dei nuovi insediamenti a completamento dei tessuti
esistenti nella logica della riqualificazione complessiva del nucleo;
- la garanzia delle dotazioni di attrezzature e servizi collettivi per le
aggregazioni individuate;
- una adeguata permeabilità del suolo in particolare nei nuovi
insediamenti;
- la realizzazione delle infrastrutture e dei servizi necessari al
funzionamento dei nuclei individuati prevedendo anche la possibilità di
aggregare le diverse frazioni appartenenti alla stessa struttura
insediativa riconosciuta;
- la salvaguardia di ben riconoscibili tratti di campagna o quantomeno di
evidenti tratti inedificati tra le frazioni, tali da dare riconoscibilità e
identità alle frazioni stesse e da evitare il trascinamento
dell’urbanizzazione lungo le strade.
art. 12.5. Sub-sistema: nuclei del forese
1. Il sub-sistema dei “nuclei del forese” comprende gli insediamenti
urbani delle frazioni più lontane dalla città. Si tratta di piccoli centri e di
edificazione diffusa lungo-strada composta da edifici isolati sui lotti. I
nuclei sono sviluppati principalmente lungo le strade che seguono i
fiumi, i paleoalvei, i piccoli “dossi” o comunque i terreni più alti. Il
subsistema è caratterizzato dalla prevalenza della funzione residenziale,
con una discreta presenza di commercio, servizi e attrezzature.
pscferrara norme tecniche di attuazione
32
2. L’obiettivo principale per questo subsistema riguarda la
riqualificazione e il completamento dei centri urbani presenti nel forese
anche attraverso la formazione di aggregazioni tra nuclei e connessioni
ciclo-pedonali con le attrezzature collettive.
3. indirizzi A tal fine il RUE e i POC dovranno prevedere:
- la realizzazione dei nuovi insediamenti a completamento dei tessuti
esistenti nella logica della riqualificazione complessiva del nucleo;
- la garanzia delle dotazioni di attrezzature e i servizi collettivi per le
aggregazioni individuate;
- una adeguata permeabilità del suolo in particolare nei nuovi
insediamenti;
- la realizzazione delle infrastrutture e dei servizi necessari al
funzionamento dei nuclei individuati prevedendo anche la possibilità di
aggregare le diverse frazioni appartenenti alla stessa struttura
insediativa riconosciuta;
- la salvaguardia di ben riconoscibili tratti di campagna o quantomeno di
evidenti tratti inedificati tra le frazioni, tali da dare riconoscibilità e
identità alle frazioni stesse e da evitare il trascinamento
dell’urbanizzazione lungo le strade.
art. 13 - Sistema insediativo della produzione
1. Il sistema insediativo della produzione è costituito dall’insieme dei
manufatti singoli e delle aggregazioni di manufatti a carattere
industriale, agro-industriale, artigianale, della grande e media
distribuzione commerciale. Inoltre, pur se in misura contenuta, fanno
parte del sistema della produzione anche servizi, spazi scoperti di uso
pubblico, attrezzature e quote di residenza.
2. Gli obiettivi generali che il PSC prevede per il sistema insediativo della
produzione sono:
- favorire la connessione delle aree produttive con la viabilità territoriale,
(in particolare la grande U e la piccola U) e con i principali nodi di
interscambio delle merci;
- favorire i collegamenti, anche ciclabili, con le altre parti della città;
- garantire un’adeguata presenza di servizi e attrezzature capaci di
rispondere alle esigenze degli addetti;
- garantire un opportuno trattamento degli spazi aperti di uso pubblico
che vada nella duplice direzione di agevolare il movimento e la sosta
delle automobili e delle persone;
- garantire il corretto funzionamento idraulico e ambientale di queste
parti di territorio, attraverso la non totale impermeabilizzazione dei suoli
pubblici e privati, e la predisposizione di filtri e barriere a difesa e
compensazione.
2 bis. Il RUE definisce i parametri quantitativi minimi per il
dimensionamento delle porzioni del comparto di attuazione delle aree
del sistema insediativo della produzione da conservare permeabili e per il
dimensionamento dei sistemi di captazione e di distribuzione delle
acque meteoriche per tutti gli usi non potabili. Il RUE definisce inoltre i
parametri minimi per il dimensionamento delle aree di compensazione in
relazione alla superficie delle nuove aree urbanizzate a completamento
di quelle esistenti o realizzate ex novo.
pscferrara norme tecniche di attuazione
33
3. Il PSC indica nelle tavole 4.1 il Sistema insediativo della produzione, e
lo articola nei seguenti subsistemi:
- città dell’automobile;
- condominio della chimica;
- distretto della frutta e dell’agroalimentare;
- piccola e media impresa;
- grandi servizi tecnici
- polo estrattivo.
4. La localizzazione di impianti di produzione di energia da fonti
rinnovabili dovrà avere come parametro di valutazione e condizione la
compatibilità degli interventi di trasformazione territoriale agli obiettivi
prioritari tesi alla tutela dell’integrità fisica, ambientale e dell’identità
culturale e a limitare il consumo di suolo
art. 13.1. Sub-sistema: città dell’automobile
1. Il sub-sistema “città dell’automobile” è costituito da estese superfici
prevalentemente caratterizzate da destinazioni d’uso strettamente
collegate all’utilizzo dell’automobile e da grandi servizi collettivi. Le aree
della “città dell’automobile” sono collocate per la maggior parte lungo le
strade di ingresso alla città, e su di esse insistono insiemi di edifici di
grandi dimensioni ospitanti funzioni prevalentemente commerciali e
comunque di interesse urbano.
2. Il ruolo di queste parti di territorio è quello di rappresentare
l’interfaccia della città verso i sistemi stradali e autostradali di
collegamento con l’area vasta. In questo senso esse rappresentano una
sorta di vetrina, di primo impatto, rispetto a chi arriva a Ferrara dal
sistema autostradale. Le aree del subsistema contribuiscono alla
definizione e allo sviluppo della polarità commerciale sovracomunale
rappresentata dalla città di Ferrara, mediante l’insediamento di medie e
grandi strutture commerciali, come specificato in sede di schede
d’ambito.
3. Le schede degli ambiti compresi nel subsistema individuano
l’opportunità di insediare eventuali quote di residenza al fine di
migliorare l’integrazione di tali aree nel tessuto urbano.
4. Obiettivo principale per questo susbsistema è di valorizzarne il ruolo di
“accesso” alla città prevedendo più adeguati spazi per le aree a forte
accesso automobilistico anche attraverso la ricerca di un nuovo
paesaggio dell’automobile.
5. Indirizzi Il RUE e i POC dovranno prevedere il ridisegno delle sezioni
stradali e degli spazi aperti delle aree commerciali ponendo particolare
attenzione a garantire una adeguata permeabilità dei suoli e una
consistente quantità di aree verdi e alberature.
art. 13.2. Sub-sistema: condominio della chimica
1. Il sub-sistema “condominio della chimica” comprende gli insediamenti
collocati all’interno dell’area del Petrolchimico. Si tratta di un insieme di
impianti e di edifici-contenitori isolati di grandi dimensioni iterati entro
un perimetro circoscritto e recintato.
2. Per tale subsistema, che può rappresentare una delle principali
opportunità di sviluppo per l’economia ferrarese, il PSC si pone l’obiettivo
pscferrara norme tecniche di attuazione
34
di guidare il rilancio con l’inserimento di ulteriori e differenziate attività,
l’adeguamento, la modifica ed il potenziamento di quelle esistenti, con il
potenziamento della rete infrastrutturale di accesso dai sistemi della
grande mobilità (linea ferroviaria, rete autostradale, idrovia), con la
riduzione del rischio ambientale in virtù dei sistemi di vincolo e della
selezione delle attività insediabili, con particolare attenzione alla
limitazione del rischio idraulico connesso a possibili esondazioni del
fiume Po e del rischio di incidenti rilevanti, in relazione al quale si
rimanda al successivo art. 26.2, comma 10. Gli obiettivi di
ristrutturazione e bonifica possono essere realizzati anche mediante
accordi pubblico e privato. Le previsioni per tale subsistema potranno
essere realizzate in sinergia con l’area di nuovo insediamento industriale
prevista a nord.
3. indirizzo Nel RUE e nei POC si dovranno favorire la ristrutturazione e la
bonifica delle aree attualmente inquinate e dismesse per adeguare a
nuovi standard qualitativi e ambientali l’insieme degli insediamenti della
chimica esistenti. A tal fine gli strumenti attuativi dovranno tener conto
degli accordi sottoscritti e delle ulteriori indicazioni provenienti dalle fasi
di pianificazione successive al presente piano.
art. 13.3. Sub-sistema: distretto della frutta e dell’agroalimentare
1. Il subsistema è costituito dai manufatti e dalle aree industriali
destinati alla conservazione e alla trasformazione dei prodotti agricoli.
Fanno parte di tale sub-sistema lo zuccherificio, la distilleria e tutti i
centri di lavorazione della frutta.
2. Obiettivo del PSC per tale sub-sistema è quello del mantenimento di
tali attività sul territorio anche attraverso l’accorpamento, la
riorganizzazione, la riconversione produttiva dei diversi impianti.
3. indirizzi Nel RUE e nei POC si dovranno governare i processi di
adeguamento o riconversione di tali aree sulla base di esigenze
produttive, anche attraverso previsioni di trasformazione urbanistica
delle stesse.
art. 13.4. Sub-sistema: piccola e media impresa
1. Il sub-sistema “piccola e media impresa” è costituito da una sequenza
di tessuti di edifici di medie e gradi dimensioni, ospitanti attività
artigianali e della piccola e media industria.
2. Obiettivo del PSC è quello di completare ed ampliare gli insediamenti
esistenti compattandone le parti di collegamento con la città e
l’ambiente rurale e garantendo adeguati sistemi di compensazione
ambientale delle aree coinvolte.
3. indirizzi Il RUE e i POC dovranno prevedere che gli interventi in queste
aree siano accompagnati da adeguate misure di compensazione e
mitigazione dell’impatto ambientale, cercando di collocare gli
insediamenti esistenti e nuovi all’interno di un sistema di reti e
connessioni naturali. Particolare attenzione dovrà essere posta per
garantire una adeguata permeabilità dei suoli e una consistente quantità
di aree verdi e alberature.
pscferrara norme tecniche di attuazione
35
art. 13.5. Sub-sistema: grandi servizi tecnici
1. Il sub-sistema “grandi servizi tecnici” è costituito dall’insieme degli
impianti e delle attrezzature che svolgono un ruolo alla scala comunale o
sovracomunale; esso comprende, fra gli altri, gli impianti che
costituiscono le dotazioni energetiche di interesse pubblico locale.
2. Obiettivo del PSC per tali aree, in virtù della funzione svolta, è quello di
favorire l’adeguamento degli impianti e la riduzione degli impatti
ambientali garantendo un adeguato inserimento entro i contesti in cui si
collocano.
3. indirizzi Il RUE e i POC dovranno prevedere che gli interventi in queste
aree siano accompagnati da adeguate misure di compensazione e
mitigazione in funzione delle attività svolte.
art. 13.6. Sub-sistema:polo estrattivo
1. Il sub-sistema “polo estrattivo” comprende le aree del polo estrattivo
provinciale di Cassana.
2. Obiettivo del PSC per tali aree è l’attuazione del polo estrattivo
mediante l’estrazione dei materiali inerti dal giacimento secondo le
modalità indicate dai competenti piani di settore, la realizzazione di
adeguati interventi di mitigazione e compensazione dei connessi impatti
ambientali e territoriali, il progressivo recupero ambientale della cava,
anche ai fini della realizzazione della rete ecologica.
3. indirizzi Il Piano delle Attività Estrattive (PAE), in conformità al Piano
Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE) ed al presente piano,
disciplinerà l’attuazione per stralci del polo estrattivo, prevedendo per
ciascuno di essi i necessari interventi di mitigazione e compensazione
degli impatti ambientali e territoriali, nonché gli interventi di recupero
ambientale.
Capo ii - Disciplina degli ambiti
Art. 14 - Disposizioni generali
1. Nella tavola 4.2 il PSC classifica il territorio ai sensi dell’art.28 della LR
20/2000 in:
- territorio urbanizzato;
- territorio urbanizzabile;
- territorio rurale.
Il perimetro del territorio urbanizzato come sopra indicato trova
applicazione anche ai fini dei rispetti stradali.
2. Il PSC articola inoltre il territorio comunale in Ambiti. Per ogni Ambito il
PSC stabilisce i parametri di dimensionamento da rispettare nelle
successive fasi di pianificazione (RUE e POC) e per le verifiche della
VALSAT, le infrastrutture e i servizi necessari, nonché le criticità
ambientali riconosciute e gli interventi per affrontarle.
3. Le previsioni relative agli obiettivi e ai contenuti delle trasformazioni
per ogni ambito, sono dettati dal sistema-subsistema a cui l’ambito
appartiene. A tal fine il PSC, nelle tavole 4.3.n “Schede degli ambiti”
riporta per ogni ambito:
a. una descrizione dell’ambito come:
- descrizione della localizzazione dell’ambito rispetto al territorio;
pscferrara norme tecniche di attuazione
36
- appartenenza dell’ambito al sistema o al subsistema al fine della
definizione degli obiettivi generali.
b. i fattori di criticità presenti nell’ambito in relazione ai diversi fattori
ambientali;
c. il dimensionamento dell’ambito con riferimento:
- allo stato attuale (abitanti, dotazioni territoriali);
- alle previsioni di progetto (abitanti, dotazioni territoriali)
d. le modalità di attuazione e gli obiettivi e requisiti particolari demandati
al RUE e ai POC.
4. Il dimensionamento di progetto di ogni singolo ambito in termini di
abitanti massimi insediabili e di superficie utile realizzabile per strutture
commerciali medie e grandi rappresenta il limite di sostenibilità locale,
come verificato dalla VALSAT allegata al presente piano, da rispettare in
sede di RUE e di POC. Al fine di garantire un adeguato livello di
sostenibilità ambientale e territoriale globale comunale, il RUE e i POC
dovranno altresì rispettare il dimensionamento complessivo massimo, in
termini di abitanti residenti insediabili, pari a 160.000 unità, cui andrà
aggiunta la popolazione che graviti stabilmente sul comune, fino ad un
massimo complessivo di abitanti effettivi e potenziali pari a 173.500
unità.
5. Gli ambiti sono individuati nella tavola 4.2: “GLI AMBITI”. Essi sono
articolati in:
- Centri storici
- Ambiti urbani consolidati
- Ambiti da riqualificare
- Ambiti per nuovi insediamenti
- Ambiti consolidati specializzati per attività produttive
- Ambiti specializzati per nuovi insediamenti per attività produttive
- Poli funzionali
- Ambito aree di valore naturale e ambientale
- Ambito agricolo di rilievo paesaggistico
- Ambito ad alta vocazione produttiva agricola
- Ambito agricolo periurbano
6. Gli ambiti così definiti sono raggruppati, nella medesima tavola 4.2,
secondo “Strutture insediative” che rappresentano parti di territorio cui il
PSC riconosce la necessità di una programmazione da verificare
unitariamente. Le tavole 4.3.n “Schede degli ambiti” individuano, per ogni
struttura insediativa, il relativo dimensionamento commerciale, in
termini di superficie utile per attività commerciali medie e grandi.
7. Il presente piano individua infine nella tavola 4.2: “GLI AMBITI”, le
principali infrastrutture di progetto e le infrastrutture da riqualificare
nonché i rispettivi corridoi infrastrutturali. I tracciati e le localizzazioni
delle infrastrutture individuate nella tavola 4.2 sono indicativi e verranno
precisati in sede di POC. Gli interventi nei corridoi delle infrastrutture di
progetto e da riqualificare sono disciplinati dal RUE.
Art. 14.1 - Centri storici.
1. Gli ambiti Centri Storici comprendono:
pscferrara norme tecniche di attuazione
37
a) le aree della città riconosciute dall’Unesco come patrimonio
dell’umanità e in particolare quelle all’interno delle mura, del Borgo di
S.Giorgio e quelle del Barco del Duca;
b) le zone centrali di Francolino.
2. Per le aree comprese all’interno di tali ambiti il PSC si pone, oltre a
quanto indicato per i rispettivi sistemi e subsistemi i seguenti ulteriori
obiettivi:
- conservare i fabbricati, i manufatti e gli spazi aperti di valore storicotestimoniale e le strutture urbanistiche delle parti medioevali e
rinascimentali;
- valorizzare il patrimonio edilizio esistente attraverso il recupero degli
edifici e delle aree dismesse, nell’ottica di garantire un’adeguata
articolazione funzionale che preveda, oltre alla destinazione residenziale
anche quelle per servizi, commerciali, turistico ricettive, ecc.;
- garantire le condizioni per la sosta dei veicoli in relazione agli usi
previsti ed in particolare in risposta alla domanda di parcheggi per i
residenti; parallelamente dovranno essere favorite strategie per l’utilizzo
di mezzi per il trasporto di cose e persone adeguati alla circolazione
lungo le strade delle aree centrali;
- valorizzare le attività economiche esistenti e di futuro insediamento
anche attraverso meccanismi di agevolazione;
- valorizzare gli spazi aperti di interesse storico e quelli di valore
architettonico anche in relazione all’appartenenza agli altri sistemi (città
verde).
3. indirizzi Il RUE e i POC, per gli ambiti “Centri Storici”, al fine di realizzare
gli obiettivi previsti dovranno:
- favorire il riuso degli edifici esistenti con riguardo alle funzioni
residenziali e legate alla residenza, raccordandolo alla necessità di
prevedere adeguati spazi per la sosta dei residenti;
- favorire la costituzione e la valorizzazione delle seguenti attività di
interesse economico-turistico:
- Polo Museale di Arte Antica
- Polo Museale di Arte Moderna
- Poli Universitari
- Centri socio-sanitari
- Centri amministrativi
- Museo della Shoà
- governare e definire la trasformazione delle seguenti aree strategiche
per la valorizzazione del centro:
- Area Ospedale S. Anna;
- Area ex Caserma Pozzuolo del Friuli;
- Area ex carcere di Piangipane
- Area ex Mof
- Area P.le Kennedy
- via Darsena
- valorizzare e sviluppare ulteriormente il ruolo del Centro Storico di
Ferrara come tradizionale baricentro commerciale del territorio.
4. direttiva Il RUE disciplina gli interventi diffusi sul patrimonio edilizio
esistente nel rispetto di quanto previsto dall’art. A-7 L.R. n° 20/2000 e
s.m.i., e in particolare:
pscferrara norme tecniche di attuazione
38
a) del divieto di modificare i caratteri che connotano la trama viaria ed
edilizia, nonché i manufatti anche isolati che costituiscono
testimonianza storica o culturale;
b) dell’esclusione di rilevanti modificazioni alle destinazioni d’uso in atto,
in particolare di quelle residenziali, artigianali e di commercio di vicinato,
intendendosi per rilevanti quelle che comportano variazioni rilevanti alle
modalità di funzionamento complessivo dei centri storici;
c) dell’inammissibilità dell’aumento delle volumetrie preesistenti e
dell’impossibilità di rendere edificabili le aree e gli spazi rimasti liberi
perchè destinati ad usi urbani o collettivi nonché quelli di pertinenza dei
complessi insediativi storici.
5. La tavola 4.2 individua i subambiti all’interno dei quali, per motivi di
interesse pubblico, è possibile attuare specifici interventi in deroga ai
principi di cui sopra, come precisato nelle relative schede di sub-ambito.
Art. 14.2 - Ambiti urbani consolidati.
1. Gli ambiti urbani consolidati rappresentano le parti di territorio
totalmente o parzialmente edificate, che presentano un livello di qualità
urbana e ambientale tale da non richiedere interventi complessi di
riqualificazione.
2. indirizzo Negli ambiti così individuati il RUE persegue il mantenimento e
la qualificazione degli attuali livelli dei servizi e delle dotazioni territoriali,
il miglioramento delle condizioni di salubrità dell’ambiente urbano, la
qualificazione funzionale ed edilizia degli edifici esistenti, un’equilibrata
integrazione tra la funzione abitativa e le attività economiche e sociali
con essa compatibili; a tal fine il RUE conferma la destinazione ad
attrezzature e spazi collettivi delle aree pubbliche o asservite ad uso
pubblico e destinate a verde pubblico, parco, parcheggio pubblico,
piazza, galleria.
3. direttiva Nei tessuti urbani così individuati gli obiettivi relativi ai sistemi
e subsistemi vanno perseguiti favorendo la qualificazione funzionale ed
edilizia attraverso interventi di recupero, ampliamento, sopraelevazione
e completamento nonchè attraverso il cambio della destinazione d’uso.
Art. 14.3 - Ambiti da riqualificare.
1. Costituiscono ambiti da riqualificare le parti del territorio urbanizzato
che necessitano di politiche di riorganizzazione territoriale, che
favoriscano il miglioramento della qualità ambientale e architettonica
dello spazio urbano ed una più equilibrata distribuzione di servizi, di
dotazioni territoriali o di infrastrutture per la mobilità; ovvero
necessitano di politiche integrate volte ad eliminare le eventuali
condizioni di abbandono e di degrado edilizio, igienico, ambientale e
sociale che le investono.
2. direttiva Le Schede degli ambiti indicano, per ciascun ambito da
riqualificare, gli interventi che possono essere disciplinati dal RUE con
riferimento agli edifici esistenti che non siano inseriti nel POC. Tutti gli
altri interventi negli ambiti di riqualificazione hanno come presupposto
l’inserimento nel POC.
pscferrara norme tecniche di attuazione
39
Art. 14.4 - Ambiti per i nuovi insediamenti.
1. Gli ambiti per i nuovi insediamenti sono costituiti dalle parti del
territorio oggetto di trasformazione intensiva, sia in termini di nuova
urbanizzazione per l’espansione del tessuto urbano, che in termini di
sostituzione di rilevanti parti dell’agglomerato urbano. Gli ambiti per i
nuovi insediamenti sono caratterizzati dalla equilibrata compresenza di
residenza e di attività sociali, culturali, commerciali e produttive con essa
compatibili. La tavola 4.2 individua tali ambiti.
2. I nuovi complessi insediativi sono sottoposti a progettazione unitaria,
al fine di programmare l’esecuzione dei manufatti e l’attivazione delle
diverse funzioni previste, assicurando la contestuale realizzazione delle
dotazioni territoriali ad essi connessi. Gli ambiti per i nuovi insediamenti
sono soggetti ai POC, i quali definiscono, in conformità a quanto previsto
nelle diverse discipline del PSC e nelle specifiche Schede degli Ambiti, i
nuovi insediamenti da attuarsi nel rispettivo arco temporale di
attuazione.
Art. 14.5 - Ambiti consolidati specializzati per attività produttive
1. Sono costituiti dalle parti di territorio caratterizzate dalla
concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive
esistenti.
2. Le trasformazioni edilizie e funzionali ammissibili in questi ambiti sono
disciplinate dal RUE nel rispetto di quanto indicato nelle diverse
discipline del PSC e nelle specifiche Schede degli Ambiti
Art. 14.6 - Ambiti specializzati per attività produttive di nuovo
insediamento
1. Per ambiti specializzati per attività produttive di nuovo insediamento
si intendono le parti del territorio oggetto di trasformazione intensiva, sia
in termini di nuova urbanizzazione per l’espansione del tessuto urbano,
che in termini di sostituzione di rilevanti parti dell’agglomerato urbano,
caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali
e produttive. I predetti ambiti contengono altresì una limitata
compresenza di insediamenti e spazi collettivi residenziali.
2. La tavola 4.2 individua, ai sensi e per gli effetti dell’art. A14 della L.R. n°
20/2000 e succ. modif. e integr., gli ambiti specializzati per nuovi
insediamenti per attività produttive da caratterizzare come aree
ecologicamente attrezzate, mediante la dotazione di infrastrutture,
servizi e sistemi idonei a garantire la tutela della salute, della sicurezza e
dell’ambiente. Gli ambiti suddetti sono sottoposti a progettazione
unitaria, al fine di programmare l’esecuzione dei manufatti e l’attivazione
delle diverse funzioni previste, assicurando la contestuale realizzazione
delle dotazioni territoriali ad essi connesse. In questi ambiti al fine della
trasformazione degli insediamenti produttivi esistenti ovvero per la loro
sostituzione, il Comune promuove specifici accordi con le imprese
interessate, diretti a determinare le condizioni e gli incentivi per il
riassetto organico delle aree al fine della loro trasformazione in aree
ecologicamente attrezzate.
3. Le Schede degli ambiti indicano, per ciascun ambito di sostituzione, gli
interventi che possono essere disciplinati dal RUE con riferimento agli
pscferrara norme tecniche di attuazione
40
insediamenti produttivi esistenti che non siano inseriti nel POC. Tutti gli
altri interventi negli ambiti specializzati per nuovi insediamenti per
attività produttive hanno come presupposto l’inserimento nel POC.
4. Il RUE e i POC dovranno prevedere, per l’insediamento di attività
produttive idroesigenti, adeguate analisi sulla disponibilità di risorse
idriche e sulla sostenibilità dei relativi prelievi.
Art. 14.7 - Poli funzionali
1. I poli funzionali sono costituiti dalle parti del territorio ad elevata
specializzazione funzionale nelle quali sono concentrate, in ambiti
identificabili per dimensione spaziale ed organizzazione morfologica
unitaria, una o più funzioni strategiche o servizi ad alta specializzazione
economica, scientifica, culturale, sportiva, ricreativa e della mobilità. I
poli funzionali sono inoltre caratterizzati dalla forte attrattività di un
numero elevato di persone e di merci e da un bacino d’utenza di carattere
sovracomunale, tali da comportare un forte impatto sui sistemi
territoriali della mobilità e conseguentemente sul sistema ambientale e
della qualità urbana.
2. Il presente piano individua, nella tavola 4.2, i seguenti poli funzionali:
2APF1 - polo funzionale stazione ferroviaria
4APF1 - polo funzionale commerciale di via Wagner
4APF2 - polo funzionale fieristico
4APFN1 - nuovo polo funzionale aeroporto
5APF1 - polo funzionale commerciale Le Mura
17APF1 – polo funzionale commerciale di via Eridano
18APF1 - polo funzionale ospedale di Cona
3. Le schede degli ambiti:
a. per i poli funzionali esistenti, individuano gli interventi di
trasformazione o di qualificazione funzionale, urbanistica ed edilizia e
fissano i livelli prestazionali da raggiungere per garantire l’accessibilità e
per assicurare la compatibilità ambientale, individuando le opere di
infrastrutturazione necessarie;
b. per i nuovi poli funzionali, definiscono le caratteristiche morfologiche e
l’organizzazione funzionale, il sistema delle infrastrutture per la mobilità
e delle dotazioni territoriali necessarie.
Le Schede degli ambiti indicano altresì, per ciascun polo funzionale
esistente, gli interventi che possono essere disciplinati dal RUE con
riferimento agli edifici esistenti che non siano inseriti nel POC. Tutti gli
altri interventi nei poli funzionali hanno come presupposto l’inserimento
nel POC.
4. L’attuazione dei nuovi poli funzionali è subordinata alla compatibilità
con le previsioni nel PTCP.
Art. 14.8 - Ambito aree di valore naturale e ambientale.
1. Le aree di valore naturale e ambientale costituiscono un ambito del
territorio rurale sottoposto a speciale disciplina di tutela ed a progetti di
valorizzazione secondo quanto previsto dall’art. 19 PTPR e s.mi. e dall’art.
19 PTCP e s.m.i.
2. Nelle aree di cui al presente comma, il RUE prevede:
pscferrara norme tecniche di attuazione
41
a. il recupero del patrimonio edilizio esistente, nel rispetto delle
caratteristiche funzionali, tipologiche e costruttive originarie; la modifica
delle destinazioni d’uso per l’insediamento di attività non connesse con
la produzione agricola potrà essere consentita esclusivamente mediante
il recupero degli edifici di valore storico architettonico o di pregio storico
testimoniale e degli altri edifici con originaria funzione abitativa,
subordinatamente alla compatibilità con il rischio idraulico, alla tutela
degli habitat naturali e all’esistenza della dotazione territoriale minima di
infrastrutture e servizi necessaria a garantire la sostenibilità ambientale
e territoriale degli insediamenti diffusi, rimanendo escluso ogni aumento
della superficie coperta degli edifici in cui vengano realizzati più di un
alloggio; a tal fine, il RUE prevedrà la stipula di apposita convenzione che
disciplini la realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei
servizi di cui sopra ovvero di talune opere necessarie alla tutela e
riqualificazione dell’area;
b. la nuova costruzione di edifici connessi con lo svolgimento delle
attività compatibili con la disciplina di tutela dettata dalla scheda
d’ambito.
3. Nelle aree di cui al presente comma, i POC coordinano gli interventi di
conservazione, restauro ambientale, difesa e ricostituzione degli
equilibri idraulici e idrogeologici con le previsioni relative alle
trasformazioni insediative e infrastrutturali.
Art. 14.9 - Ambito agricolo di rilievo paesaggistico.
1. E’ costituito dalle aree in cui si integra l’attività agricola con il
patrimonio naturale.
2. Il RUE disciplina gli interventi edilizi che hanno come obiettivo tale
integrazione assicurando:
a) la salvaguardia delle attività agricole ambientalmente sostenibili e dei
valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti sul
territorio;
b) la conservazione o la ricostituzione del paesaggio rurale e del relativo
patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei
relativi habitat e delle associazioni vegetali e forestali;
c) la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri
ecologici.
3. Nell’ambito suddetto va altresì promosso lo sviluppo di attività
integrative del reddito agricolo, quali la silvicoltura, l’offerta di servizi
ambientali, ricreativi, per il tempo libero e l’agriturismo.
Art. 14.10 - Ambito ad alta vocazione produttiva agricola.
1. E’ costituito dalle parti di territorio rurale idonee, per tradizione,
vocazione e specializzazione, ad una attività di produzione di beni agroalimentari ad alta intensità e concentrazione.
2. In tale ambito si applicano le norme di cui al precedente articolo 10.2.
Art. 14.11 - Ambito agricolo periurbano
1. E’ costituito dalle aree caratterizzate dall’uso agricolo e poste tra i
tessuti edificati e il territorio agricolo.
2. In tale ambito si applicano le norme di cui al precedente articolo 10.3.
pscferrara norme tecniche di attuazione
42
3. Nell’ambito agricolo periurbano sono individuati i subambiti di
riqualificazione ambientale e paesaggistica e del Parco Bassani.
4. Il subambito di riqualificazione ambientale e paesaggistica è
compreso fra la città e i centri della prima corona a est ed è costituito da
aree agricole prevalentemente libere da insediamenti urbani, anche se
frazionate e circondate dai medesimi. Esse costituiscono una risorsa da
valorizzare sotto il profilo paesaggistico e ambientale. In tale subambito
si applicano le norme di cui all’art. 16.2.
5. Il subambito Parco Bassani è compreso fra il Centro Storico di Ferrara e
il fiume Po ed è costituito da aree agricole prevalentemente libere da
insediamenti urbani. Esso costituisce una rilevante risorsa da valorizzare
sotto il profilo paesaggistico e ambientale. In tale subambito si applicano
le norme di cui al precedente articolo 10.4.
pscferrara norme tecniche di attuazione
43
TITOLO III - I LUOGHI DEL PIANO STRUTTURALE
Capo i - Il disegno delle trasformazioni
art. 15 - Disposizioni generali
1. Al fine di governare le trasformazioni del territorio in un’ottica di
maggiore qualità urbana e sostenibilità degli interventi, oltre che per
garantire gli obiettivi generali del piano indicati al precedente art. 2 e
relativi a:
- riqualificazione e completamento della città esistente, con particolare
riguardo alle parti della città contemporanea e alle frazioni,
- estensione dei caratteri di qualità urbana del centro storico ai quartieri
periferici,
- costruzione di nuove reti e connessioni sul territorio,
il PSC riporta, nella tavola 5.1: “TRASFORMAZIONI”, la struttura del disegno
delle principali trasformazioni previste.
2. Il disegno delle trasformazioni contenuto nella tavola 5.1:
“TRASFORMAZIONI” va utilizzato tenendo conto che le indicazioni grafiche
assumono valore di indirizzi per gli strumenti sottordinati. I contenuti
della tavola fanno riferimento agli elementi le cui prestazioni sono
descritte negli articoli seguenti. Gli stessi articoli rappresentano quindi
norme prestazionali da intendersi quali indirizzi per la redazione degli
strumenti sottordinati.
art. 16 - Nuove reti e connessioni
1. L’obiettivo di stabilire nuove reti e connessioni tra le diverse parti del
territorio, tra la città e il sistema ambientale e tra i diversi spazi aperti, è
perseguito attraverso il disegno delle trasformazioni contenuto della
tavola 5.1 “TRASFORMAZIONI” e l’utilizzo dei seguenti elementi e di quelli
ulteriormente riportati nella tavola medesima.
art. 16.1 - Aree di forestazione e di compensazione idraulica
1. Comprendono le aree boscate che il PSC finalizza alla mitigazione
ambientale e alla costruzione di fasce di continuità ecologica e le aree
destinate a contenere i volumi d’acqua eccedenti le capacità di raccolta
della rete di scolo esistente. Tali aree possono essere considerate anche
elementi di continuità naturalistica.
2. Le formazioni boschive dovranno essere chiuse e con caratteri di forte
naturalità per consentire il recupero dell’equilibrio biologico e il filtraggio
degli inquinanti aerei. A tal fine si prevede il ricorso a formazioni arboree
miste con elevato grado di copertura (70-80%). Le aree di forestazione
non potranno consentire la fruizione libera. Nei casi di limitazione
all’impianto di alberature (ad esempio lungo le strade) si può prevedere,
per i tratti interessati, il ricorso all’impianto di arbusteti-cespuglieti con le
stesse caratteristiche di copertura e di inaccessibilità. Le formazioni
boschive potranno avere carattere produttivo con la garanzia di
mantenere nel tempo i caratteri dell’impianto iniziale.
2 bis. I tracciati delle piste ciclabili, ovunque possibile, saranno corredati
di adeguate alberature ai fini dell’ombreggiamento. Le aree residuali
pscferrara norme tecniche di attuazione
44
risultanti dalla rettifica dei tracciati viari saranno piantumate con
alberature di alto fusto.
3. Le aree per la compensazione idraulica vanno realizzate come aree
ribassate quanto necessario a contenere i volumi d’acqua previsti. Gli
invasi vanno adeguatamente collegati alla rete idrografica esistente. Gli
invasi dovranno essere protetti, in particolare per garantire le condizioni
di sicurezza e di accessibilità adeguati. A tal fine il RUE dovrà definire le
regole per la realizzazione degli invasi ponendo particolare attenzione
alla progettazione della piantumazione e dei bordi.
art. 16.2 - Aree di riqualificazione paesaggistica e ambientale
1. Rappresentano gli spazi agricoli ai quali il PSC affida il ruolo di
recuperare il rapporto tra l’ambito urbano e quello rurale. Sono aree
collocate prevalentemente ai margini degli ambiti urbani (aree agricole
periurbane).
2. All’interno di tali aree vanno garantite la conservazione e la
valorizzazione dell’uso agricolo e il mantenimento degli elementi del
paesaggio rurale. A tal fine il RUE, i POC e i piani di settore dovranno
prevedere tutte le azioni e gli investimenti necessari per consolidare e
valorizzare i percorsi agricoli e gli edifici rurali esistenti. In particolare, per
gli edifici esistenti di valore storico architettonico o di pregio storicodocumentale, il RUE e i POC potranno prevederne il riuso con destinazioni
diverse da quelle agricole e compatibili con lo spazio rurale. Vanno anche
previsti interventi di salvaguardia e ricostruzione degli elementi vegetali
del paesaggio rurale.
art. 16.3 - Parchi urbani
1. Rappresentano gli spazi pubblici o di uso pubblico destinati a parco e
comunque attrezzati per lo svolgimento di attività all’aperto.
2. Gli spazi verdi vanno realizzati privilegiando la fruibilità sia dei percorsi
che delle aree. A tale scopo vanno previste adeguate attrezzature per la
sosta e il gioco dei bambini, campi gioco e impianti sportivi. Il disegno
preciso delle aree verdi dovrà tener conto delle indicazioni dei percorsi e
dei collegamenti riportate nella tavola. Le aree a parco dovranno essere
realizzate garantendo e favorendo la continuità con gli spazi e le
attrezzature pubbliche pre-esistenti. A tal proposito particolare
attenzione dovrà essere posta alla progettazione dei limiti delle aree a
parco, favorendo gli accessi e le connessioni con il tessuto circostante e
con i principali percorsi ciclopedonali.
art. 16.4 - Attrezzature collettive
1. La tavola 5.1 “Trasformazioni” indica le aree destinate alle principali
attrezzature collettive oggetto di trasformazioni.
art. 16.5 - Assi di connessione
1. Individuano gli spazi e i varchi destinati a favorire le relazioni
funzionali e visive tra le diverse parti dei tessuti urbani.
2. Obiettivo principale per questi materiali urbani è perciò quello di
garantire la continuità delle relazioni fra le diverse parti della città. A tal
pscferrara norme tecniche di attuazione
45
fine, gli Assi di connessione dovranno essere realizzati come assi
alberati, percorsi pedonali, ciclabili, o semplici varchi visivi.
art. 16.6 - Metropolitana
1. Individua l’infrastruttura ferroviaria destinata alle linee di trasporto
pubblico urbano. Si configura come metropolitana di superficie e
rappresenta uno dei principali elementi della mobilità.
2. Il relativo progetto potrà essere completato con la previsione di
strutture di servizio adeguate in corrispondenza delle fermate (servizi,
parcheggi, percorsi ciclo-pedonali, ecc.).
art. 16.7 - Strade sotterranee
1. Rappresentano i sottopassi stradali previsti per garantire la continuità
dei percorsi automobilistici e del territorio sovrastante.
2. I progetti di queste infrastrutture dovranno tener conto dell’impatto
dell’intervento nell’immediato contesto e prevedere le adeguate opere di
mitigazione.
art. 16.8 - Strada parco
1. Individua la strada a sud del Parco Bassani per la quale si prevede
l’abbassamento sotto al piano di campagna al fine di garantire la
necessaria continuità tra le aree verdi del Vallo delle mura e quelle dello
stesso Parco Bassani.
art. 16.9 - Percorsi ciclabili di connessione urbana
1. Individuano i principali collegamenti ciclabili tra le diverse parti della
città.
2. Vanno realizzati garantendo la continuità dei percorsi e la garanzia
delle connessioni tra le diverse attrezzature pubbliche.
3. Particolare attenzione dovrà essere posta alle opportunità di
collegamento con gli altri elementi dell’intermodalità (fermate della
metropolitana, dei mezzi pubblici, parcheggi, ecc.).
art. 16.10 - Percorsi ciclabili di connessione rurale
1. Individuano i principali collegamenti ciclabili tra le diverse parti di
territorio e in particolare del territorio rurale.
2. I percorsi vanno realizzati favorendo quanto più possibile l’utilizzo dei
tracciati e degli spazi stradali esistenti.
3. Va garantita la qualità del percorso prevedendo adeguati materiali per
le pavimentazioni e, quando possibile, la piantumazione di elementi
vegetali atti a garantire ottimali condizioni di ombreggiamento.
art. 16.11 - Percorsi ciclabili di connessione ambientale
1. Individuano i percorsi tematici di collegamento tra le diverse
emergenze ambientali, naturalistiche, culturali, presenti sul territorio.
2. Va garantita, oltre alla continuità della percorrenza ciclabile, anche
adeguata segnalazione del tema e degli ambiti attraversati.
pscferrara norme tecniche di attuazione
46
art. 16.12 - Parcheggi di interscambio
1. Rappresentano i principali spazi destinati alla sosta degli autoveicoli
diretti al centro città.
2. Essi dovranno preferibilmente essere realizzati ai piani interrati,
contestualmente alla riqualificazione delle aree interessate nell’ottica di
favorire la realizzazione di aree polifunzionali e attrezzate, non
finalizzate alla sola sosta.
art. 16.13 - Canali navigabili e specchi d'acqua attrezzati
1. Rappresentano i principali corsi d’acqua, gli specchi d’acqua e le aree
funzionalmente connesse.
2. Nella redazione dei POC si dovranno prevedere interventi di
valorizzazione dei corsi d’acqua sotto il profilo naturalistico,
paesaggistico e per la navigazione interna e la realizzazione e/o
attrezzatura degli specchi d’acqua e delle aree connesse per una
fruizione correlata alla presenza dell’acqua, con riferimento a funzioni
didattiche, ricreative, ricettive e di ristorazione compatibili con il valore
naturalistico dei luoghi e con la sicurezza idraulica.
art. 16.14 – Golene
1. Rappresentano le golene del Po e dei principali corsi d’acqua.
2. I POC prevedranno interventi di valorizzazione e ricostruzione
ambientale e paesaggistica, anche in attuazione della Rete Ecologica
primaria e secondaria, nonché di valorizzazione dello storico ruolo delle
golene di connessione geografica fra gli insediamenti.
art. 17 - Lavorare sulla città esistente
1. Lavorare sulla città esistente è l’obiettivo del PSC per gli interventi sui
tessuti urbani esistenti. A tale scopo nella tavola 5.1: “TRASFORMAZIONI”
sono definite le modalità insediative seguenti.
del. ALER 279/2010
Allegato A punto 3
art. 17.1 - Nuovi tessuti residenziali e per attività compatibili
1. Rappresentano le aree residenziali di nuova edificazione previste, in
funzione del consolidamento dei tessuti urbani esistenti.
2. Le aree così individuate dovranno essere realizzate in continuità con le
realtà urbane esistenti, secondo le densità di seguito indicate,
garantendo quanto possibile la continuità dei percorsi e dei tracciati e
favorendo la realizzazione di spazi pubblici e attrezzature collettive
utilizzabili anche dalle parti urbane esistenti.
3. Nella redazione dei POC e dei PUA particolare attenzione dovrà essere
posta alla collocazione degli spazi aperti, dei percorsi e dei varchi di
connessione indicati nella tavola, al fine di realizzare i principi insediativi
previsti.
4. Indirizzo Per tali aree si prevedono indicativamente le seguenti densità
territoriali massime:
- Aree di nuovo insediamento nei “Centri urbani”. Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,25 mq/mq. E’ questa una densità che prevede
tipologie edilizie dense, tipiche delle situazioni urbane più consolidate.
- Aree di nuovo insediamento nella “Prima corona”. Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,18 mq/mq. E’ questa una densità che prevede
pscferrara norme tecniche di attuazione
47
tipologie edilizie miste che, accompagnano zone a media densità, con
ambiti in grado di costruire spazi precisi e definiti spazi pubblici e
parcheggi.
- Aree di nuovo insediamento nei “Nuclei del forese”. Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,12 mq/mq . E’ questa una densità che prevede
tipologie edilizie a bassa densità (case isolate, schiere, ecc.) con altezza
massima di tre piani e con una quantità di spazio aperto (pubblico e
privato) compatibile con il contesto rurale in cui si collocano gli
interventi.13
del. ALER 279/2010
Allegato A punto 3
art. 17.2 - Nuovi tessuti per le attività produttive
1. Rappresentano le aree produttive di nuova edificazione previste, in
funzione del consolidamento dei tessuti produttivi esistenti.
2. Le aree cosi individuate dovranno essere realizzate in continuità con
quelle esistenti, secondo le densità indicate, garantendo quanto possibile
la continuità dei percorsi e dei tracciati e favorendo la realizzazione di
spazi pubblici e attrezzature collettive utilizzabili anche dalle parti urbane
esistenti.
3. Nella redazione dei POC e dei PUA particolare attenzione dovrà essere
posta alla collocazione degli spazi aperti, dei percorsi e dei varchi di
connessione indicati nella tavola, al fine di realizzare i principi insediativi
previsti.
4. Indirizzo Per tali aree si prevedono indicativamente le seguenti densità
territoriali massime:
- Aree di nuovo insediamento artigianale/produttivo. Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,50 mq/mq.
- Aree di nuovo insediamento direzionale/commerciale. Indice di
edificabilità territoriale (IT) previsto: 0,60 mq/mq.
Fanno eccezione le aree del subsistema polo estrattivo di cui all’art. 13.6,
la cui densità territoriale sarà fissata dal Piano per le Attività Estrattive.14
art. 17.3 - Tessuti da riqualificare per le attività produttive
1. Rappresentano principalmente l’area del Petrolchimico per la quale si
prevede la ristrutturazione ambientale e produttiva prevista dall’Accordo
di Programma.
del. ALER 279/2010
Allegato A punto 3
art. 17.4 - Tessuti da riqualificare per la residenza e per le attività
compatibili
1. Individuano le aree attualmente già edificate e per le quali si prevede la
ristrutturazione urbanistica al fine di una loro sostanziale trasformazione.
2. Nella redazione dei POC e dei PUA particolare attenzione dovrà essere
posta alla collocazione degli spazi aperti, dei percorsi e dei varchi di
connessione indicati nella tavola, specialmente per i tessuti che si
collocano fra le Mura e il Po di Volano. Al fine di migliorare la qualità degli
spazi urbani, i POC potranno prevedere adeguate riduzioni delle superfici
coperte esistenti.
13
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
14
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
pscferrara norme tecniche di attuazione
48
3. Indirizzo Per tali aree si prevedono indicativamente le seguenti densità
territoriali massime:
- Isolati da riqualificare nelle “Aree centrali”: Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,50 mq/mq. E’ questa una densità che,
similmente a quella già prevista dal piano vigente, consente la
ricostruzione di parti di città dense al cui interno possono giocare un ruolo
determinante gli spazi pubblici.
- Isolati da riqualificare nel “Centro urbano”: Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,40 mq/mq. E’ questa una densità che consente
la ricostruzione di parti di città dismesse, od altrimenti dedicate,
confrontandosi con le condizioni dell’immediato contesto.
- Isolati da riqualificare nella “Prima corona”: Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,30 mq/mq. E’ questa una densità che consente
la ricostruzione di parti di città dismesse, od altrimenti dedicate,
confrontandosi con le condizioni dell’immediato contesto.
- Isolati da riqualificare nei “Nuclei del forese”: Indice di edificabilità
territoriale (IT) previsto: 0,20 mq/mq. E’ questa una densità che consente
la ricostruzione di parti di città dismesse, o altrimenti dedicate,
confrontandosi con le condizioni in questo caso rurali, dell’immediato
contesto.15
art. 17.5 - Fronti da riqualificare
1. Individuano i fronti stradali per i quali il PSC prevede la trasformazione
dell’edificato al fine di ridisegnare lo spazio stradale prospiciente.
2. A tal fine gli strumenti urbanistici sottordinati possono prevedere la
perimetrazione di comparti di intervento unitario e indicazioni di
dettaglio per le trasformazioni realizzabili.
art. 17.6 - Percorsi pedonali da riqualificare
1. Individuano i tracciati da riqualificare.
2. Al fine di riqualificare i percorsi pedonali, gli strumenti urbanistici
sottordinati definiscono gli interventi di adeguamento del tracciato agli
usi previsti.
3. Gli strumenti sottordinati e di settore dovranno preferibilmente
garantire l’uso commerciale, artigianale di servizio e ricettivo-ristorativo
dei piani terra degli edifici prospicienti al percorso.
art. 18 - Espandere il centro
1. L’obiettivo di esportare i caratteri di qualità urbana del centro città
verso le parti più periferiche della città contemporanea passa attraverso
la definizione di un disegno che utilizza gli elementi riportati nella Tav.
5.1 “Trasformazioni”:
art. 18.1 - Assi urbani
1. Rappresentano gli assi di collegamento del centro storico con le aree
esterne alle mura.
2. L’obiettivo del PSC per questi assi è quello di valorizzarne il ruolo
urbano.
15
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
pscferrara norme tecniche di attuazione
49
3. A tal fine gli strumenti sottordinati dovranno mettere in atto politiche
di limitazione del traffico, di trasformazione delle sezioni stradali e di
riqualificazione dei fronti stradali anche promuovendo l’insediamento di
attività commerciali e di servizio.
art. 18.2 - Centralità
1. Rappresentano i luoghi delle centralità del territorio. In questo senso
divengono importanti riferimenti per il funzionamento delle parti urbane,
sia della città sia del forese.
2. Il disegno del PSC conferma tale ruolo, favorendo l’utilizzo e la
trasformazione in senso urbano di queste aree attraverso la connessione
con gli altri spazi pubblici e gli elementi del sistema ambientale.
Capo ii - La qualità diffusa
art. 19 - Disposizioni generali
1. Gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo e di qualità della città e del
territorio, passano anche attraverso l’infrastrutturazione del territorio. A
tal fine il PSC prevede la valorizzazione di alcune reti relative: al verde, al
sistema idraulico, ai servizi e alla mobilità.
2. Per tali reti il PSC definisce gli schemi di funzionamento e le principali
azioni per la loro realizzazione e gestione. Tali previsioni potranno essere
attuate sia attraverso i RUE e i POC che attraverso gli strumenti indicati
nel capo v “Gestione del piano” del titolo IV.
3. Il disegno delle reti e la loro articolazione rispetto alla realizzazione e
gestione sono contenuti negli articoli del presente capo e nelle tavole:
tavola 5.2: “LA CITTA’ VERDE”;
tavola 5.3: “LA RETE IDRAULICA”;
tavola 5.4: “LA RETE DELLA MOBILITA’”;
tavola 5.5: “LA RETE DEI SERVIZI”.
4. Gli elaborati e le norme del presente capo hanno valore di indirizzo per
le azioni degli strumenti sottordinati e di settore.
art. 20 - La rete ecologica e del verde
1. La rete ecologica e del verde è un sistema continuo che connette nel
tempo diverse aree di valenza ambientale con la funzione di mitigare il
processo di frammentazione degli ambienti naturali dovuto a fenomeni di
antropizzazione e causa primaria della perdita di biodiversità, degrado e
naturale estinzione delle specie animali e vegetali.
2. Il PSC, nella tavola 5.2: “LA CITTA’ VERDE”, recepisce, articola e specifica
la rete ecologica di primo livello individuata dal PTCP e definisce quella di
secondo livello con i seguenti obiettivi:
- mantenimento e potenziamento delle principali aree naturali esistenti,
come individuate nella tav. 6.1.1 e tutelate al successivo art. 25.4;
- riduzione dell’inquinamento attraverso la ricerca di un migliore bilancio
di CO2 e la promozione di una gestione ambientalmente corretta dei corsi
d’acqua per garantire oltre alla sicurezza idraulica anche la qualità
ecologica;
pscferrara norme tecniche di attuazione
50
- miglioramento della qualità della vita attraverso l’assorbimento di
impatti e la riqualificazione del contesto ambientale di vita e lavoro;
- creazione di opportunità di fruizione sostenibile del territorio (culturale,
ricreativa, percettiva) per la popolazione.
3. A tal fine, il PSC promuove azioni di riuso e riqualificazione del
patrimonio edilizio dismesso, contenendo i fenomeni di consumo di
suolo libero, esercita il controllo della distribuzione spaziale e della
tipologia dei nuovi insediamenti, localizzando le nuove aree di
espansione lungo reti di trasporto collettivo, promuove la riqualificazione
ambientale ed ecologica del territorio urbanizzato per la tutela e il
ripristino degli habitat esistenti e la costruzione di nuovi habitat, prevede
politiche di riassetto ambientale delle aree agricole periurbane.
4. Il PSC prevede inoltre la creazione di zone di compensazione e
forestazione, progetti di rinaturazione delle attività estrattive, la
realizzazione di cunei verdi a est della città, integrando diverse aree
libere, la messa in rete degli elementi naturali del territorio con percorsi
ciclabili e pedonali unendo l’azione di tutela della biodiversità a quella di
valorizzazione degli aspetti culturali e fruitivi.
5. Nel definirne il disegno, il PSC realizza quindi una rete ecologica che
dalla campagna penetra nella città per trovare altri spazi naturali e
fornire azioni utili alla qualità e sostenibilità ambientale, con una
geometria formata dai seguenti elementi ad ecosistema
prevalentemente acquatico:
- nodi ecologici, costituiti da zone umide e specchi d’acqua (art.
25.4, comma 5)
- aree di appoggio, costituite da maceri (art. 25.4, comma 5)
collegati dai seguenti corridoi ecologici acquatici:
corridoi primari, costituiti dalle aree della Rete Natura 2000 (art.
25.4, comma 1), dagli alvei del Po e degli altri corsi d’acqua (art.
25.4, commi 3 e 4) e dalle relative golene (art. 10.1)
corridoi secondari, costituiti dai canali di bonifica (art. 26.1,
comma 8)
e dai seguenti elementi ad ecosistema prevalentemente terrestre:
nodi ecologici, costituiti da aree boscate (art. 25.4, comma 2), aree
di riequilibrio ecologico (art. 25.4, comma 6), oasi di protezione
della fauna (art. 25.4, comma 7), parchi storici conservati (art.
25.2, comma 3), parchi urbani esistenti e di progetto (artt. 10.6 e
16.3), aree di mitigazione e compensazione ambientale (artt. 10.5
e 16.1), attrezzature e spazi collettivi (art. 10.7), rilevanti per
dimensione o connessi ad altre aree analoghe
aree di appoggio, costituite da aree di mitigazione e
compensazione ambientale (artt. 10.5 e 16.1) e attrezzature e
spazi collettivi (art. 10.7), isolate e di minore dimensione
collegati da:
corridoi ecologici terrestri, costituiti da filari e siepi (art. 25.5,
comma 4)
varchi di permeabilità ecologica, costituiti da assi di connessione
(art. 16.5)
pscferrara norme tecniche di attuazione
51
direttrici di collegamento ecologico, costituite da percorsi ciclabili
di connessione ambientale (art. 11.2.3)
connettivo ecologico diffuso, costituito dalle aree agricole di
cintura e dal Parco Bassani (artt. 10.3, 10.4 e 16.2).
6. La tavola 5.2 indica altresì le principali infrastrutture che costituiscono
barriere ecologiche ed i principali punti di conflitto di queste con la rete
ecologica.
7. Direttive Il RUE individua criteri di realizzazione delle nuove aree di
espansione, delle infrastrutture e delle opere tecnologiche, ai fini della
conservazione del patrimonio naturale residuo e della realizzazione della
rete ecologica, persegue il miglioramento ambientale dell’agrosistema
promuovendo produzioni naturali diversificate e a basso impatto
(legname, coltivazioni biologiche, ecc), tutela gli spazi inedificati
interclusi nel tessuto edilizio attraverso la regolamentazione della
permeabilità dei suoli pubblici e privati (introduzione dell’indice di
permeabilità dei suoli).
8. I POC individuano gli interventi da realizzare nel quinquennio di
competenza per la costruzione della rete ecologica e in particolare per la
soluzione o mitigazione dei principali punti di conflitto con le
infrastrutture.
-
art. 21 - La rete dell’acqua
1. La rete dell’acqua è rappresentata nella tavola 5.3: “LA RETE
DELL’ACQUA”. In tale elaborato sono individuati i principali interventi
previsti per un adeguato funzionamento della rete di scolo delle acque
meteoriche e della rete di raccolta, collettamento e trattamento dei
reflui.
art. 21.1 – Scolo delle acque meteoriche – interventi e azioni sulla rete
1. Gli interventi e le azioni previsti sulla rete di scolo delle acque
meteoriche fanno riferimento agli oggetti seguenti.
art. 21.1.1 – Canali esistenti/di progetto
1. Rappresentano gli elementi lineari della rete su cui intervenire al fine
di garantirne il buon funzionamento.
2. Sui canali vanno garantite le manutenzioni e tutti gli interventi in grado
di aumentare le portate dei corsi d’acqua e la loro naturalizzazione. Ciò al
fine di contribuire sia ad un aumento della capacità di invaso dell’intero
sistema idraulico che alla realizzazione di elementi di continuità
naturalistica sul territorio.
art. 21.1.2 – Idrovore esistenti/di progetto
1. Rappresentano i manufatti necessari al funzionamento del sistema
idraulico. Gli interventi individuati risultano strategici per il
funzionamento del sistema complessivo.
art. 21.1.3 – Aree di compensazione idraulica
1. Rappresentano le aree in cui sono previsti specifici interventi al fine di
aumentare la capacità di invaso dell’intero sistema idraulico.
pscferrara norme tecniche di attuazione
52
2. La realizzazione e la gestione di tali aree, possono avvenire, attraverso
lo strumento dell’incentivazione, anche direttamente dai proprietari delle
aree.
art. 21.2 – Scolo delle acque meteoriche – interventi e azioni nei
comparti
1. Rappresentano le azioni specifiche da attivare nei comparti di
trasformazione previsti dal piano, al fine di garantire un corretto
inserimento dei nuovi insediamenti rispetto al sistema idraulico. Le
azioni previste sono differenziate in funzione delle modalità di
collegamento tra i comparti e la rete idraulica.
art. 21.2.1 – Comparti collegabili alle aree di compensazione
1. Sono i comparti in cui è possibile il collegamento diretto con le aree di
compensazione idraulica previste.
2. Per tali comparti le azioni da attivare contestualmente al nuovo
insediamento, riguardano il collegamento della rete di smaltimento delle
acque con le aree di compensazione idraulica.
art. 21.2.2 – Comparti collegabili alla rete
1. Sono i comparti in cui è possibile il collegamento diretto alla rete
idraulica esistente.
2. Per tali comparti le azioni da attivare contestualmente al nuovo
insediamento, riguardano la previsione interventi finalizzati alla
riduzione dei picchi di smaltimento delle acque.
art. 21.2.3 – Comparti non collegabili
1. Sono i comparti in cui non risulta agevole il collegamento diretto alla
rete idraulica esistente.
2. Per tali comparti le azioni da attivare contestualmente al nuovo
insediamento, devono garantire lo smaltimento in loco delle acque
meteoriche o realizzare le opere necessarie alla connessione con la rete
idraulica esistente.
Art. 21.3 - Raccolta, collettamento e trattamento dei reflui - azioni sugli
impianti di depurazione
1. E’ prevista la dismissione di numerosi impianti di depurazione obsoleti,
al fine di realizzare un sistema il più possibile centralizzato e di scala
intercomunale, prevalentemente imperniato, per il Comune di Ferrara, sui
depuratori di via Gramicia e di Gaibanella. La tavola 5.3 indica le azioni da
realizzare sui depuratori esistenti da mantenere, da dismettere, da
potenziare; essa indica altresì le localizzazioni di massima di nuovi
depuratori di progetto.
Art. 21.4 - Raccolta, collettamento e trattamento dei reflui – azioni sulla
rete di collettamento
1. L’accorpamento del sistema di depurazione comporta la realizzazione
di collettori fognari per il collettamento di ampie porzioni di territorio.
Sono altresì previsti consistenti interventi di estensione e/o rifacimento
pscferrara norme tecniche di attuazione
53
della rete di raccolta dei reflui, particolarmente nei centri abitati della
prima corona e del forese. La tavola 5.3 indica i tracciati di massima dei
collettori fognari di progetto.
art. 22 - La rete della mobilità
1. La rete della mobilità è rappresentata nella tavola 5.4: “LA RETE DELLA
MOBILITA’”. In tale elaborato sono individuati gli elementi che
costituiscono il sistema della mobilità e sono articolati secondo il loro
livello di attuazione.
2. La tavola 5.4 disegna uno schema della rete della mobilità su cui
fondare le priorità degli interventi da prevedere negli strumenti
sottordinati, di settore e nelle politiche della mobilità comunale. A tal fine
sono individuati:
2.1 AUTOMOBILE
- Strade di collegamento territoriale esistenti/di progetto;
- Strade di penetrazione e collegamento esistenti/di progetto;
- Strade di accesso alla città esistenti/di progetto.
2.2 MOBILITA’ ALTERNATIVA
- Ferrovia esistente/di progetto;
- Metropolitana;
- Percorsi ciclabili esistenti/di progetto;
- Percorsi ciclabili di connessione ambientale.
2.3 INTERMODALITA’
- Parcheggi residenti
- Parcheggi di accesso al centro
- Terminal
- Zona Traffico Limitato (ZTL)
- Circolazione Volano
- Interscambio persone/merci
- Aeroporto
2.4 IDROVIA
art. 23 - La rete dei servizi
1. La rete dei servizi è rappresentata nella tavola 5.5: “LA RETE DEI
SERVIZI”. In tale elaborato sono individuate le aree in cui sono presenti o
previsti servizi pubblici e/o collettivi. La stessa tavola riporta gli elementi
previsti per la connessione tra le diverse aree.
2. La tavola vuole disegnare uno schema dei servizi pubblici e collettivi
su cui fondare le scelte attuative dei piani sottordinati e delle politiche
sociali. Le azioni da svolgere fanno riferimento alla necessità di stabilire,
nelle fasi successive e negli strumenti di gestione, i tipi di attività da
realizzare e le priorità di attuazione in funzione delle politiche sociali
previste.
3. Le aree per servizi e gli elementi di connessione, riportati nella tavola
5.5, sono raggruppati secondo la seguente articolazione:
- Servizi territoriali esistenti/di progetto - rappresentano le aree dove
sono previsti servizi pubblici/collettivi di livello territoriale.
- Servizi urbani esistenti/di progetto - rappresentano le aree dove sono
previsti servizi pubblici/collettivi di livello urbano.
pscferrara norme tecniche di attuazione
54
-
Percorsi ciclabili esistenti/di progetto - Rappresentano i percorsi
ciclabili, esistenti e previsti, a cui si affida il ruolo di collegamento tra
i servizi.
pscferrara norme tecniche di attuazione
55
TITOLO IV - ATTUAZIONE E GESTIONE DEL PIANO STRUTTURALE
COMUNALE. Diritti e procedure
capo i - Vincoli
art. 24 - Disposizioni generali
1. Il PSC riporta e specifica nelle tavole della serie 6.1: “CARTE DEI
VINCOLI”, le aree soggette a vincoli derivanti dalla necessità di tutela del
suolo e dell’ambiente, dalle caratteristiche morfologiche e geologiche
che rendono incompatibili i processi di trasformazione, dalla presenza di
fattori di rischio ambientale e dalla vulnerabilità delle risorse naturali,
dalle infrastrutture, dalle caratteristiche storico-architettoniche e quelli
derivanti dai piani territoriali sovraordinati.
2. Più in particolare le tavole della serie 6.1 si articolano individuando:
a. vincoli di tutela paesaggistica e ambientale, storico-architettonica,
culturale e testimoniale;
b. vincoli di tutela idraulica e idrogeologica e di rispetto delle
infrastrutture.
3. Il RUE e i POC recepiscono i vincoli individuati nelle tavole della serie
6.1, facendo riferimento alle discipline contenute nei successivi articoli;
il recepimento nel RUE o nei POC di vincoli stabiliti da leggi, regolamenti o
piani sovraordinati non costituisce variante al presente piano.
4. I vincoli di cui al presente articolo sono inerenti alle qualità intrinseche
del bene e operano senza alcun limite temporale.
art. 25 - Vincoli di tutela paesaggistica e ambientale, storicoarchitettonica, culturale e testimoniale
1. Il PSC individua nella tavola 6.1.1: “TUTELA STORICO CULTURALE E
AMBIENTALE”, nonché, con riguardo ai centri storici, nella tavola 6.1.2, le
aree soggette a vincolo con particolare riferimento agli oggetti
disciplinati dagli articoli seguenti.
2. Il PSC, in particolare, tutela il paesaggio in quanto rappresentazione
materiale e visibile dell'identità collettiva, riconoscendo, salvaguardando
e recuperando i valori culturali che esso esprime.
3. Il RUE, nel disciplinare le trasformazioni nel territorio rurale e gli
interventi diffusi sul patrimonio edilizio esistente, oltre a recepire,
articolare e specificare i vincoli individuati dagli articoli seguenti,
valorizza e salvaguarda il paesaggio rurale, i suoi aspetti tradizionali e i
relativi equilibri ecologici, attraverso la conservazione delle
caratteristiche morfologiche, paesistiche, tipologiche e ambientali dei
tessuti agricoli propri delle Unità di paesaggio delle “Masserie”, delle “Valli
del Reno”, delle “Terre Vecchie” e degli “ambiti naturali fluviali”, nonché
dell’Ambito di paesaggio notevole e, più in generale, del Sistema delle
aree agricole, come individuati nella tav. 5 e disciplinati agli artt. 8, 9 e 11
delle NTA del PTCP. Il RUE inoltre tutela le zone di specifico interesse
agrituristico e favorisce la produzione di prodotti agricoli tipici e di qualità
e la produzione in generale con tecniche di agricoltura biologica.
4. I POC individuano e disciplinano i progetti di tutela, recupero e
valorizzazione del territorio rurale da realizzare nel quinquennio di
pscferrara norme tecniche di attuazione
56
competenza, avendo come primario obiettivo la valorizzazione del
patrimonio storico, paesaggistico e ambientale del territorio attraverso la
costruzione di reti e relazioni che, a partire dalle principali connessioni
geografiche strutturali di cui all’art. 10.1, costituite dai fiumi e dalle loro
golene, dai dossi e rilevati di cui all’art. 25.2 comma 5 e dalle aree del sito
UNESCO di cui all’art. 25.1, riconnettano le singole emergenze,
mettendole in valore non solo dal punto di vista ambientale e culturale,
ma anche ai fini di una corretta fruizione economica e turistica, in
particolare attraverso la realizzazione di una rete di percorsi agrituristici
ed itinerari culturali ed enogastronomici, in accordo con le previsioni a
scala sovracomunale.
Art. 25.1 - Tutela del sito UNESCO
1. Individua le aree riconosciute ”Patrimonio dell’umanità” dall’UNESCO in
quanto di “eccezionale valore, essendo città rinascimentale, progettata
in modo unico, che ha mantenuto la struttura urbana virtualmente
intatta e ha influito in modo eccezionale sulla cultura del Rinascimento e
sul paesaggio naturale”
2. Direttive Per tali aree il RUE disciplinerà gli interventi nel rispetto dei
valori riconosciuti e con l’obiettivo della conservazione e del
miglioramento delle componenti paesaggistiche proprie del sito e delle
relative zone tampone, in particolare nelle loro qualità estetiche; il RUE
disciplinerà le modalità di realizzazione delle infrastrutture, con specifica
attenzione per le reti tecnologiche aeree, le tipologie e i materiali per le
nuove costruzioni, gli ampliamenti e le ristrutturazioni edilizie, nonché gli
impianti pubblicitari. In tali aree è vietata l’apertura di discariche
pubbliche e private, nonché di impianti per lo smaltimento o il recupero
dei rifiuti.
Art. 25.2 - Edifici, insediamenti e infrastrutture di interesse storico
1. Edifici di interesse storico-architettonico, Aree di interesse storicoarchitettonico, Edifici ed aree soggetti a vincoli monumentali
Direttive Per tali edifici ed aree la disciplina di dettaglio del RUE dovrà
prevedere i soli interventi di manutenzione (ordinaria e straordinaria)
restauro scientifico e restauro e risanamento conservativo.
2. Edifici di pregio storico-culturale e testimoniale, Manufatti storici
Comprendono edifici e manufatti che costituiscono testimonianza
storica dell’evoluzione del territorio ferrarese, laddove non rivestano
interesse storico architettonico; in particolare, sono censiti:
- i manufatti di regolazione del sistema storico delle bonifiche;
- i complessi produttivi e/o gli edifici singoli destinati alle attività di
trasformazione e lavorazione della barbabietola da zucchero,
dell’argilla per laterizi, della canapa;
- gli edifici rurali tipologicamente distintivi delle diverse forme di
organizzazione storica del paesaggio ferrarese;
- le torri e le fortificazioni storiche;
- le ville e delizie;
- gli edifici storici della organizzazione sociale;
pscferrara norme tecniche di attuazione
57
i santuari, i conventi, le chiese, le pievi, gli oratori, le edicole e gli altri
edifici storici per il culto cattolico nonché i percorsi storici di
pellegrinaggio;
- le sinagoghe, le scuole e gli altri edifici collettivi distintivi della
organizzazione sociale e religiosa della comunità ebraica.
Direttive Per tali edifici e manufatti la disciplina di dettaglio del RUE dovrà
prevedere interventi mirati a specifiche forme di tutela dei valori
riconosciuti, necessarie alla conservazione del singolo oggetto e/o
immobile e del suo ruolo nel sistema territoriale di riferimento. Il RUE
potrà censire ulteriori edifici e manufatti di pregio storico-culturale e
testimoniale, oltre a quelli censiti dal presente piano, assoggettandoli ad
analoga tutela.
3. Parchi storici
I parchi storici, come individuati nella tavola 6.1.1, sono assoggettati a
tutela ai fini del loro ripristino e mantenimento.
4. Viabilità e idrografia storiche
Sono costituite dalle strade storiche e dai tracciati ancora rinvenibili dei
canali artificiali storici del territorio ferrarese.
Direttive Per tali elementi il RUE e i POC dovranno adeguarsi ai commi 2 e 3
dell’art.24 del PTCP e successive modifiche e integrazioni. In particolare,
dovrà essere mantenuto l’andamento sia planimetrico che altimetrico
originario, fatte salve le migliorie ai fini della sicurezza della circolazione,
che dovranno però essere progettate e approvate secondo le prescrizioni
di cui al comma 2 dell’art. 24 del PTCP e successive modifiche e
integrazioni.
5. Dossi e rilevati
Rappresentano gli elementi costitutivi il sistema portante della
morfologia del territorio ferrarese e testimonianza delle tappe della
costruzione e trasformazione della pianura alluvionale e delle sue forme
di popolamento.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 20, commi
3 e 4, del PTCP e successive modifiche e integrazioni. In particolare, i
dossi con presenza della viabilità storica e/o panoramica di cui agli artt.
25.2, comma 4, e 25.5, comma 3, non potranno in nessun caso essere
interessati dalla localizzazione di attività di cava, da discariche o da
qualsiasi tipo di impianto per lo smaltimento dei rifiuti solidi, speciali ed
inerti, comprendendo in tale divieto anche la individuazione di percorsi di
accesso o di servizio a tali attività ed impianti. E’ vietata in tali aree ogni
sensibile modifica della morfologia dei luoghi, se non per il ripristino della
morfologia storica, laddove alterata. I POC prevedranno l’inserimento dei
dossi, in particolare di quelli interessati da strade panoramiche, nelle reti
dedicate prevalentemente ai percorsi per la fruizione turistico-ricreativa
del territorio, anche attraverso la attivazione dei progetti di tutela,
recupero e valorizzazione del territorio rurale di cui all’art. 25.
-
Art. 25.3 – Aree di interesse archeologico
1. Complessi archeologici.
Rappresentano complessi di accertata entità ed estensione (abitati,
ville, nonché ogni altra presenza archeologica) che si configurano come
pscferrara norme tecniche di attuazione
58
un sistema articolato di strutture, così come individuati ai sensi dell’art.
21, comma 2, punto a del PTCP .
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 21 del PTCP
e successive modifiche e integrazioni.
2. Aree di accertata e rilevante consistenza archeologica.
Rappresentano aree interessate da notevole presenza di materiali, già
rinvenuti ovvero non ancora toccati da regolari campagne di scavo, ma
motivatamente ritenuti presenti, le quali si possono configurare come
luoghi di importante documentazione storica, così come individuati ai
sensi dell’art. 21, comma 2, punto b1.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 21 del PTCP
e successive modifiche e integrazioni.
3. Aree di concentrazione di materiali archeologici.
Rappresentano aree di concentrazione di materiali archeologici o di
segnalazione di rinvenimenti; aree di rispetto od integrazione per la
salvaguardia di paleo-habitat, aree campione per la conservazione di
particolari attestazioni di tipologie e di siti archeologici; aree a rilevante
rischio archeologico, così come individuati ai sensi dell’art. 21, comma 2,
punto b2 del PTCP.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 21 del PTCP
e successive modifiche e integrazioni.
4. Aree del centro storico ad alto potenziale archeologico.
Rappresentano le aree del centro storico di origine medievale e degli
edifici e/o complessi storico-monumentali esterni alla cinta muraria del
periodo medievale.
Direttive Per tali aree, qualora gli interventi comportino realizzazione di
piani interrati o seminterrati, essi dovranno essere preceduti
dall’esecuzione di sondaggi preventivi, svolti in accordo con la
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, rivolti ad
accertare la esistenza di materiali archeologici e la compatibilità dei
progetti di intervento con gli obiettivi di tutela, anche in considerazione
della necessità di individuare aree di rispetto o potenziale valorizzazione
e/o fruizione del bene.
5. Aree del centro storico a medio potenziale archeologico.
Rappresentano le aree del centro storico di età rinascimentale o
postrinascimentale.
Direttive Per tali aree, qualora gli interventi comportino realizzazione di
piani interrati o seminterrati, è prevista almeno trenta giorni prima
dell’inizio dei lavori, comunicazione alla Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna. Entro trenta giorni dalla
comunicazione la stessa Soprintendenza potrà formulare prescrizioni
sulle modalità di esecuzione dei lavori.
del. G.R. 1191/2007
del. G.R. 1688/2013
art. 25.4 Tutela naturalistico-ambientale
1. Rete Natura 2000 (SIC/ZPS).
Rappresentano le aree di “Conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche“ in applicazione della
direttiva 92/43/CEE (direttiva HABITAT) e di “Conservazione di tutte le
specie di uccelli selvatici“ in applicazione della direttiva 79/409/CEE
(direttiva UCCELLI).
pscferrara norme tecniche di attuazione
59
Direttive All’interno di tali aree gli interventi sono subordinati allo
svolgimento di una Valutazione di Incidenza ai sensi del DPR 357/97,
della LR 7/2004 e della delibera G.R. 1191/2007 e s.m.i.. Tali aree sono
individuate come "Zone di protezione dall'inquinamento luminoso" ai
sensi della L.R. 19/2003 e della direttiva G.R. 1688/2013 e s.m.i.; in esse,
tutti i nuovi impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati, devono
rispondere ai requisiti specificati nella direttiva G.R. 1688/2013 citata.16
2. Aree boscate
Rappresentano le aree caratterizzate dalla presenza di bosco, termofilo
e/o igrofilo, nonchè da impianti di riforestazione. Tali aree, unitamente alle
aree boscate da realizzarsi ai sensi degli artt. 10.5 e 16.1, rivestono
finalità prioritarie di tutela naturalistica, paesaggistica e di protezione
idrogeologica, di riproduzione della flora e della fauna, oltre che di ricerca
scientifica, di riequilibrio climatico, di fruizione turistico-ricreativa e
produttiva.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 10 del PTPR
e successive modifiche e integrazioni e nell’art. 10 del PTCP e successive
modifiche e integrazioni.
Indirizzi Il RUE e i POC disciplinano tali aree impedendo forme di
utilizzazione che possano alterare l’equilibrio delle specie autoctone
esistenti.
3. Alveo del Po
Direttive L’alveo del Po è tutelato come principale risorsa naturale del
territorio e come corridoio ecologico primario.
4. Alvei dei corsi d’acqua
Direttive Per gli alvei degli altri corsi d’acqua si rinvia alla disciplina
contenuta nell’art. 18 del PTCP.
Indirizzi I POC prevedranno progetti di rinaturalizzazione lungo le aste
fluviali di cui al presente comma ed al precedente comma 3, finalizzati
alla difesa idraulica e idrogeologica dei terreni, al mantenimento e/o
ricostruzione degli equilibri naturali alterati, alla realizzazione di nuovi
spazi di relazione.
5. Zone umide, specchi d’acqua, maceri
Rappresentano le aree con presenza d’acqua caratterizzate dalla qualità
del microhabitat naturale e pertanto considerate componenti del sistema
ambientale di pianura. Esse comprendono i maceri superstiti, cui viene
attribuito il valore di componente complessa del paesaggio, in quanto
sono da considerare contemporaneamente elemento di testimonianza
storica e sede di flora e fauna notevoli.
Direttive Su tali aree sono consentiti gli interventi sullo stato esistente che
hanno l’obiettivo della conservazione del microhabitat. Sono comunque
esclusi i tombamenti degli specchi d’acqua e dei maceri.
16
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
pscferrara norme tecniche di attuazione
60
L.R. 6/2005 art. 4
6. Aree di riequilibrio ecologico
La tav. 6.1.1 individua le aree di riequilibrio ecologico, come definite
dall’art. 4 L.R. 6/2005 e s.m.i.17
La tav. 6.1.1 individua altresì con specifica simbologia l’area di riequilibrio
ecologico proposta “Parchetto Schiaccianoci”.
Il PSC si pone l’obiettivo di tutelare le aree suddette per conservare le
specie animali e vegetali autoctone presenti e il loro habitat.
Direttive All’interno di tali aree non sono consentiti interventi edilizi e tutti
gli interventi non compatibili con gli obiettivi di naturalizzazione previsti
per il sito.
Saranno consentiti i soli interventi di rinaturalizzazione nel rispetto delle
caratteristiche paesaggistiche presenti, manutenzione forestale e
ambientale, ricerca scientifica, educazione ambientale, iniziative sociali
compatibili con la tutela ambientale.
Indirizzi I POC prevedranno progetti di valorizzazione e recupero
ambientale delle zone umide esistenti e delle macchie alberate anche a
fini didattici e ricreativi.18
7. Oasi di protezione della fauna
Rappresentano le aree che costituiscono rifugio per la fauna selvatica,
svolgono funzioni di tutela e riproduzione della fauna stessa e si
prestano ad attività didattico-naturalistiche divulgative e di
valorizzazione ambientale.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nel Piano
Faunistico Venatorio Provinciale.
Art. 25.5 Tutela paesaggistica
1. Vincoli paesistici ex lege
Rappresentano le aree di interesse paesaggistico costituite dai fiumi e
dai corsi d'acqua e dalle relative sponde o piedi degli argini per una fascia
di 150 metri ciascuna, dai boschi e dalle zone di interesse archeologico
di cui all’art. 142 D.Lgs. 42/2004 e s.m.i.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nella parte terza
D.Lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e s.m.i..
2. Vincoli paesistici specifici
Rappresentano le aree tutelate per specifico provvedimento.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nella “Parte terza Beni Paesaggistici”, del D.Lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del
paesaggio” e s.m.i..
3. Tutela delle strade panoramiche
La tavola 6.1.1 individua le aree di rispetto delle strade di valore
panoramico presenti sul territorio comunale ed individuate ai sensi dei
commi 6/7 dell’art.24 del PTCP.
Direttive Gli interventi all’interno di tali aree che hanno come oggetto la
nuova edificazione, l’ampliamento, ed in genere quelli che comportano
una trasformazione importante del terreno, dovranno essere
17
Aree di riequilibrio ecologico, costituite da aree naturali od in corso di rinaturalizzazione, di limitata estensione, inserite in
ambiti territoriali caratterizzati da intense attività antropiche che, per la funzione di ambienti di vita e rifugio per specie
vegetali ed animali, sono organizzate in modo da garantirne la conservazione, il restauro, la ricostituzione.
18
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
pscferrara norme tecniche di attuazione
61
accompagnati da uno studio adeguato per verificare l’impatto della
trasformazione rispetto ai punti di vista della viabilità panoramica.
Per una fascia continua di 150 ml., misurata dal perimetro più esterno del
corpo stradale e per entrambi i lati, è vietata la realizzazione di impianti
puntuali per la trasmissione di segnali via etere.
I POC prevedranno l’inserimento delle strade panoramiche nelle reti
dedicate prevalentemente ai percorsi per la fruizione turistico-ricreativa
del territorio, anche attraverso la attivazione dei progetti di tutela,
recupero e valorizzazione del territorio rurale di cui all’art. 25.
4. Alberi monumentali, filari e siepi
La tavola 6.1.1 individua gli alberi monumentali, nonché i filari e le siepi
di interesse paesaggistico, assoggettati a tutela ai fini del loro
mantenimento e ripristino. La manutenzione delle siepi e delle
alberature dovrà essere effettuata mediante attrezzature e metodiche
idonee a preservarne la qualità visiva, la ricrescita, la funzione di
preservazione della fauna che vi è ospitata, a tutela della biodiversità.
Art. 26 – Vincoli idraulici e infrastrutturali
1. Il PSC individua nella tavola 6.1.3: “VINCOLI IDRAULICI E
INFRASTRUTTURALI” le aree soggette a vincolo con particolare riferimento
ai seguenti oggetti.
Art. 26.1 - Vincoli idraulici e idrogeologici
1. Fascia A piano di bacino Po.
Le aree così individuate sono coincidenti con la fascia A del Piano Stralcio
per l’assetto idrogeologico del Bacino del fiume Po approvato con DPCM
24/05/2001 (PAI Po) e s.m.i., costituita dalla fascia di deflusso della
piena. Il PSC si pone l’obiettivo di garantire le condizioni di sicurezza
assicurando il deflusso della piena di riferimento, il mantenimento e/o il
recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dell’alveo, e quindi
favorire, ovunque possibile, l’evoluzione naturale del fiume in rapporto
alle esigenze di stabilità delle difese e delle fondazioni delle opere d’arte,
nonché a quelle di mantenimento in quota dei livelli idrici di magra.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 18 del PTCP
e s.m.i. e negli artt. 29 e 39 del PAI Po e s.m.i.
2. Fascia B piano di bacino Po.
Le aree così individuate sono coincidenti con la fascia B del PAI Po e
s.m.i., costituita dalle golene del Po. Il PSC si pone l’obiettivo di
mantenere e migliorare le condizioni di funzionalità idraulica ai fini
principali dell’invaso e della laminazione delle piene, unitamente alla
conservazione e al miglioramento delle caratteristiche naturali e
ambientali.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 18 del PTCP
e s.m.i. e negli artt. 30 e 39 del PAI Po e s.m.i. Il RUE disciplinerà gli
interventi sull’esistente secondo gli indirizzi contenuti nell’art. 39 del PAI
Po e s.m.i., senza aumento del carico urbanistico.
3. Fascia a rischio di effetto dinamico.
Le aree così individuate costituiscono una fascia soggetta, in caso di
rotta del Po, al rischio di effetti dinamici in relazione alla velocità di
fuoriuscita delle acque.
pscferrara norme tecniche di attuazione
62
Direttive In tali aree non sono ammessi interventi che comportino aumenti
R.D. 368/1904
dell’esposizione della popolazione al rischio.
4. Aree a rischio di allagamento
Rappresentano anche con riferimento alla “fascia C” del Piano Stralcio per
le aree fluviali adottato dalla Autorità di Bacino del Po, le aree individuate
come soggette a grave rischio di allagamento (da fiumi e canali).
Direttive All’interno di tali aree, i progetti di trasformazione urbanistica ed
edilizia dovranno considerare che:
- qualsiasi intervento di modificazione plano-altimetrica del suolo, ivi
comprese la realizzazione di infrastrutture stradali e di sottoservizio,
dovrà essere accompagnato da adeguato studio che verifichi l’effetto
dell’intervento in funzione dell’evento oggetto del rischio;
- non sono consentiti piani interrati;
- ai piani terra dei nuovi edifici non vanno preferibilmente collocati locali
destinati al soggiorno stabile delle persone e comunque è fatto divieto di
prevedere camere da letto ai piani terra dei nuovi edifici.
5. Paleoalvei
Individua le aree soprastanti gli antichi percorsi dei corsi d’acqua e
caratterizzati da depositi di sabbie a varia granulometria.
Direttive Per tali aree alle quali viene affidata la ricarica della falda, il PSC
vieta l’insediamento di attività a rischio di inquinamento della falda.
Rispetto agli interventi in queste aree il RUE e i POC, nel rispetto dell’art.
20, commi 5 e 6, del PTCP, dovranno porre particolare attenzione alla
conservazione di un elevato grado di permeabilità del suolo, mantenendo
in massima efficienza la funzione primaria di tali aree quali punti
privilegiati di ricarica e distribuzione dell’acquifero dolce sotterraneo.
Laddove non vi sia rischio di infiltrazione di inquinanti, si dovrà evitare
una ulteriore impermeabilizzazione del suolo, ovvero favorire anche
attraverso interventi di deimpermeabilizzazione il mantenimento di un
bilancio idrogeologico in pareggio. Il RUE dovrà prevedere idonee
indicazioni comportamentali per la esecuzione dei lavori ed indicazioni
sulle tecnologie di riduzione della impermeabilizzazione per la
edificazione in tali aree, nonché prescrivere lo smaltimento diretto al
suolo delle acque meteoriche raccolte in aree non soggette a
percolazioni inquinanti.
6. Aree a ridotta soggiacenza della falda freatica
Rappresentano le aree individuate per la particolare quota della falda
freatica.
Direttive Gli interventi su tali aree sono soggetti ad indagine preventiva
sulla falda. I contenuti e i modelli di tale indagine dovranno essere
specificati nel RUE.
7. Tutela dei corpi idrici sotterranei.
Comprendono le aree caratterizzate da elevata permeabilità dei terreni
con ricchezza di falde idriche. In particolare riguardano le aree di rispetto
degli impianti di captazione dell’acquedotto di Pontelagoscuro.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 26 del PTCP
e successive modifiche e integrazioni
8. Corsi d’acqua e canali di bonifica.
Rappresentano le superfici bagnate dei corsi d’acqua naturali e artificiali.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nell’art. 18 del PTCP
pscferrara norme tecniche di attuazione
63
e successive modifiche e integrazioni, nonché alle norme vigenti in
materia di sicurezza idraulica (R.D. 368/1904, R.D. 523/1904 e s.m.i), di
Demanio dello Stato per le opere idrauliche (D.Lgs. 112/1998, L.R. 7/2004
e s.m.i), di navigazione delle acque interne (R.D. 959/1913, D.P.R.
631/1949 e s.m.i.), di tutela ambientale (art. 115 D.Lgs. 152/2006 e
s.m.i).19
Codice della navigazione artt. 707
e segg.
DPCM 08/07/2003
DL 179/2012 art. 14 convertito
dalla L 221/2012
del. G.R. 197/2001
del. 978/2010
art. 26.2 - Rispetto delle infrastrutture
1. Strade
Rappresentano le fasce di rispetto della rete stradale individuate ai sensi
del D.P.R. 495/92.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta negli artt. 26, 27, 28
del D.P.R. 495/92 (Regolamento attuativo del Codice della Strada) e s.m.i.
2. Ferrovie
Rappresentano le fasce di rispetto della rete ferroviaria.
Direttive Per tali aree vige la disciplina di cui alla legge 2248/65 come
modificata dalla legge 1202/68 e dal DPR 753/80 e dal DM 3/8/1981 e
s.m.i.
3. Aeroporto
Rappresentano le zone sottoposte a vincolo aeroportuale individuate ai
sensi degli e s.m.i..
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta negli artt. 707 e
segg. del Codice della navigazione e s.m.i..20
4. Cimiteri
Rappresentano le aree individuate ai sensi dell’art. 338 del RD
1265/1934 e s.m.i..
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nella L.R. n° 19/2004
e s.m.i..21
5. Depuratori
Rappresentano le aree individuate ai sensi della Delibera Comitato dei
Ministri 4/2/77 e s.m.i.
Direttive Per tali aree si rinvia alla disciplina contenuta nella Delibera
Comitato dei Ministri 4/2/77 e s.m.i.
6. Elettrodotti e cabine alta tensione
Rappresentano le reti e i manufatti dell’alta tensione. La disciplina relativa
agli stessi riferiti alla media tensione dovrà essere contenuta nel RUE.
Direttive Per tali reti e manufatti si rinvia alla disciplina del DPCM 8 luglio
2003 e s.m.i..
7. Impianti per l’emittenza radio-televisiva
Direttive Per tali impianti si rinvia alla disciplina contenuta nel DPCM
08/07/2003, nell’art. 14 DL 179/2012 come convertito dalla L 221/2012,
nella LR 30/2000 e s.m.i., nelle Direttive G.R. 197/2001 e 978/2010 e
s.m.i., nell’art. 33 PTCP, nonché nel Piano provinciale di Localizzazione
dell’Emittenza Radio e Televisiva (PLERT).
19
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
20
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
21
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
pscferrara norme tecniche di attuazione
64
DM 17/04/2008
La tavola 6.1.3 individua i perimetri dei siti esistenti di emittenza radio e
televisiva e le relative aree di rispetto, nelle quali deve essere verificata
l’ammissibilità degli interventi edilizi ai sensi delle norme sopra
richiamate. I POC prevedono i perimetri dei siti di nuova previsione, anche
al fine del trasferimento degli impianti che incidono su ambiti
prevalentemente residenziali, e disciplinano analogamente le relative
aree di rispetto.22
8. Pipeline
Rappresentano le aree di rispetto delle pipeline di connessione fra il polo
industriale chimico ferrarese e gli analoghi impianti di Ravenna e
Marghera.
Direttive Nelle aree con distanza inferiore a 300 ml dalla pipeline FerraraRavenna non sono ammessi nuovi interventi che comportino:
residenza e attività con essa compatibili con Ut>0,15 mq/mq;
luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di
mobilità;
luoghi soggetti ad affollamento rilevante all’aperto, salvo che la
capienza non superi le 100 presenze o che la frequentazione sia al
massimo settimanale;
luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso con capienza
superiore a 500 presenze o, in caso di periodi di esposizione al rischio
limitati, con capienza superiore a 1000 presenze;
nodi di trasporto con movimento passeggeri oltre 1000
persone/giorno.
Sono fatti salvi gli interventi relativi alle attività sopraelencate qualora la
frequentazione sia esclusivamente diurna.
Nelle aree con distanza inferiore a 50 ml dalla pipeline Ferrara-Ravenna e
25 ml dalla pipeline Ferrara-Marghera, oltre a quelli sopra elencati non
sono ammessi nuovi interventi che comportino:
residenza e attività con essa compatibili con Ut>0,10 mq/mq;
luoghi soggetti ad affollamento rilevante se non con
frequentazione al massimo mensile.
Per le attività elencate al presente punto 8 esistenti non sono ammessi
interventi che comportino aggravamento del rischio.
9. Gasdotti
Direttive Per tali impianti si rinvia alla disciplina contenuta nel DM
24/11/1984, nel DM 17/04/2008 e s.m.i..23
10. Rischio di incidente rilevante
Le tavole 6.1.3 e 6.1.4 individuano le aree a rischio di incidente rilevante
ai sensi del D.Lgs. 334/99 e del DM 09.05.2001 e s.m.i..
Direttive Ferme restando le eventuali ulteriori limitazioni stabilite dal
presente piano, dal RUE e dai POC, per tali aree valgono le limitazioni alle
tipologie di insediamento corrispondenti alle categorie territoriali indicate
nella tavola 6.1.4, con riferimento alla tabella 1 di cui al D.M. 09/05/2001
e s.m.i. . E’ in ogni caso fatto divieto di insediare attività o di apportare
modifiche alle attività esistenti tali da comportare il rischio di effetto
22
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
23
comma modificato con delibera C.C. 100273 del 09/12/2014.
pscferrara norme tecniche di attuazione
65
domino come definito all’art. 12 del D.Lgs. 334 /1999 e s.m.i.
11. Modifiche alle infrastrutture
Le modifiche alle aree di rispetto di cui al presente articolo dovute a
modifiche dei tracciati o delle caratteristiche delle infrastrutture o al
sopravvenire di normative sovraordinate sono recepite dal RUE e dai POC
senza che ciò comporti variante al presente piano.
capo ii - La perequazione e la compensazione
art. 27 - Disposizioni generali
1. Il presente piano individua la perequazione e la compensazione
urbanistica quali strumenti per l’equa ripartizione dei diritti edificatori e
degli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni territoriali, tra i
proprietari degli immobili interessati dagli interventi di trasformazione.
2. Per il conseguimento degli obiettivi del comma precedente, il presente
piano stabilisce, per le parti di territorio interessate dalle trasformazioni,
le Classi omogenee dei suoli in funzione dello stato di fatto e di diritto.
Tali classi vengono articolate in sottoclassi come indicato al successivo
articolo 28.
3. Fatto salvo quanto previsto al successivo art. 28, commi 4 e 5, la
classificazione delle aree e le regole perequative indicate nei successivi
articoli e le capacità insediative indicate nelle Schede d’Ambito
rappresentano elementi strutturali del piano urbanistico comunale e
pertanto non modificabili.
4. Il RUE specifica le regole perequative fissate dal presente piano
stabilendo criteri e metodi per la determinazione del diritto edificatorio
spettante a ciascun immobile.
art. 28 - Le classi dei suoli
1. Ai fini della determinazione dei diritti edificatori da assegnare ad ogni
area di trasformazione ed in funzione dello stato di fatto e di diritto al
momento dell’adozione del presente piano, la tav. 6.2 “Classi dei suoli”
individua, per ogni area assoggettata a POC, l’appartenenza alla Classe di
suolo tra quelle definite di seguito:
- Classe 1. Aree edificate: aree con volumetrie edilizie esistenti;
- Classe 2. Aree già edificabili: aree classificate dal previgente PRG in
zone B, C, D;
- Classe 3. Aree già dotazioni territoriali: aree classificate dal previgente
PRG in zone F, G o come aree per infrastrutture;
- Classe 4. Aree già agricole: aree classificate dal previgente PRG in zona
E.
2. Ogni Classe di suoli si articola, in funzione degli obiettivi del presente
piano, nelle seguenti sottoclassi, come indicato nella tav. 6.2 “Classi dei
suoli”:
- Sottoclasse A. Aree di riqualificazione o nuova urbanizzazione
residenziale o terziaria e per la realizzazione di dotazioni territoriali;
- Sottoclasse B. Aree di riqualificazione o nuova urbanizzazione
produttiva e per la realizzazione di dotazioni territoriali;
- Sottoclasse C. Aree periurbane di riqualificazione ambientale.
pscferrara norme tecniche di attuazione
66
3. Le aree appartenenti alla Sottoclasse A sono ulteriormente articolate
in funzione della loro posizione rispetto al territorio comunale. A tal fine,
nella tav. 6.2 “Classi dei suoli”, il PSC individua le seguenti parti:
- Centrali;
- Centro urbano;
- Prima corona;
- Forese.
4. I POC potranno assegnare quote di diritti edificatori a fronte della
cessione gratuita di aree destinate alla realizzazione di infrastrutture,
mediante riclassificazione delle aree medesime nelle corrispondenti
classi e sottoclassi, assimilando in tal caso le aree in territorio rurale alle
urbanizzazioni residenziali.
5. Per la realizzazione delle Aree di forestazione e di compensazione
idraulica di cui all’art. 16, i POC potranno, in luogo dell’acquisizione al
demanio comunale e dell’applicazione del principio perequativo,
promuoverne l’attuazione da parte dei privati attraverso apposite
convenzioni che garantiscano il perseguimento delle finalità del
presente piano ed il mantenimento nel tempo delle prestazioni attese. In
tal caso, i POC potranno assegnare, a titolo di incentivazione, quote di
diritti edificatori commisurate alle prestazioni fornite dai privati e/o alla
eventuale riduzione dei redditi derivanti dagli immobili interessati.
art. 29 - Regole perequative
1. All’interno dei Comparti di Attuazione, definiti dai POC ai sensi del
precedente art. 7, gli interventi si attuano attraverso Piani Urbanistici
Attuativi (PUA) unitari. Nei PUA i diritti edificatori attribuiti alle diverse
aree vengono realizzati sulle aree previste come edificabili dal PSC. Le
aree interne ai Comparti, destinate alle dotazioni territoriali devono
essere cedute gratuitamente al Comune. Al termine quinquennale di
validità del POC le aree di trasformazione in esso previste e non
pervenute al convenzionamento del relativo PUA, perderanno
automaticamente i diritti edificatori assegnati, senza necessità di
ulteriori, specifici provvedimenti. Successivamente alla decorrenza del
termine citato, in tali aree si applica l’art. 5 della L.R. n° 31/2002 e
successive modifiche e integrazioni.
2. Le aree interne ai PUA già convenzionati e non scaduti sono inserite
nei successivi POC confermando i diritti edificatori del PUA.
3. I diritti edificatori delle aree sono definiti dal POC in funzione della
classe e sottoclasse di suolo di appartenenza dell’area e, per le sole
sottoclassi A, anche della collocazione rispetto al territorio, così come
indicato nell’art. 28.
4. I Comparti di attuazione definiti dal POC, comprenderanno, oltre alle
aree di sedime dei tessuti insediativi di progetto, anche le aree per
servizi, compensazione e riqualificazione ambientale necessarie
affinché la somma dei diritti edificatori raggiunga la somma delle
capacità insediative previste nel Comparto.
5. Nella formazione dei POC, a discrezione dell’Amministrazione
Comunale e nel rispetto della capacità insediativa prevista per i singoli
Comparti, i diritti edificatori previsti per le singole aree potranno essere
pscferrara norme tecniche di attuazione
67
aumentati di una quota premiale, in funzione del verificarsi di una o più
delle seguenti condizioni:
a. realizzazione di edilizia residenziale sociale direttamente dal
proponente previa stipula di una convenzione con l’Amministrazione
comunale nella quale venga stabilito il tipo di intervento, la durata delle
locazioni e le modalità di determinazione del canone;
b. cessione di aree urbanizzate per la realizzazione di edilizia
residenziale pubblica;
c. realizzazione di opere pubbliche oltre a quelle necessarie per
l’attuazione del Comparto.
art. 30 - Aree e manufatti incongrui
1. Il presente piano individua nelle tavole 6.1.1 “tutela storico culturale e
ambientale”, 6.1.2 “tutela storico culturale nei centri storici” e 6.2 “classi
dei suoli” le aree e i manufatti incongrui ai contesti urbani e territoriali in
cui si collocano.
2. Per tali aree e manufatti, al fine della loro dismissione, i POC possono
stabilire un adeguato diritto edificatorio aggiuntivo da realizzare
all’interno delle aree previste come edificabili dal presente piano. Le
condizioni della demolizione e del ripristino dei luoghi interessati
dovranno essere garantite da apposita convenzione da stipularsi tra
l’Amministrazione comunale e i proprietari.
3. Al fine del miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica del
territorio rurale e dello sviluppo della produttività delle aziende agricole,
sono considerati manufatti incongrui gli edifici del territorio rurale privi di
valore storico e non più funzionali all'esercizio dell'attività agricola.
capo iii – Classificazione acustica
art. 31 – Classificazione acustica strutturale
1. Il presente piano, nell’ambito della definizione degli obiettivi
ambientali riferiti ai diversi ambiti territoriali, nella tavola 6.3
“Classificazione acustica”, individua una classificazione acustica
strutturale del territorio sulla base delle scelte strategiche individuate,
indicando le aree particolarmente protette e, per ciascun ambito o
porzione di ambito, le classi acustiche massime ammissibili. Per il
territorio urbanizzabile, in attesa della relativa attuazione da parte dei
POC, vale comunque la 3ˆ classe. La tavola 6.3 indica altresì le fasce di
pertinenza acustica delle infrastrutture principali. La classificazione
acustica individuata dalla tavola 6.3 è immediatamente efficace dalla
data di approvazione del presente piano.
2. Contestualmente all’adozione del RUE e dei POC, saranno adottate
varianti alla classificazione acustica al fine di adeguarla alla disciplina di
dettaglio da essi dettata per il territorio di competenza, nel rispetto delle
classi massime indicate dal presente piano. Nel territorio rurale potranno
essere attribuire classi superiori a determinate porzioni di ambito in
considerazione della presenza di attività produttive non agricole. Entro
un anno dall’approvazione delle varianti di cui al presente comma
saranno valutate le situazioni di conflitto tra classi contigue,
provvedendo, se ricorrono le condizioni di cui all’art. 5, comma 1, L.R.
pscferrara norme tecniche di attuazione
68
15/2001 e s.m.i, alla redazione di un piano comunale di risanamento
acustico.
3. Le varianti alla classificazione acustica stabilita dal presente piano
seguiranno l’ordinaria procedura di approvazione prevista dalla
normativa di settore vigente.
4. Le imprese, entro sei mesi dall’approvazione del presente piano ed
entro lo stesso termine dall’approvazione delle varianti di cui ai commi
precedenti, effettuano le verifiche e provvedono agli adempimenti di cui
all’art. 9 L.R. 15/2001 e s.m.i.
Capo iv - Gestione del piano
art. 32 - Disposizioni generali
1. Il PSC definisce specifiche modalità di gestione del territorio con
riferimento ad alcune linee d’azione.
2. Le linee d’azione previste fanno riferimento ai temi di seguito riportati:
- La città verde;
- L’acqua come risorsa;
- Abitare a Ferrara;
- Centro Storico;
- Ferrara città universitaria.
3. Le linee d’azione si articolano a loro volta in obiettivi e programmi che
si realizzano secondo le modalità descritte negli articoli seguenti.
art. 33 - La città verde
1. La linea d’azione “La città verde” persegue l’obiettivo di realizzare e
gestire le aree verdi anche con modalità che prevedano il diretto
coinvolgimento della comunità locale.
2. Essa si articola nei seguenti programmi:
- realizzare le previsioni del PSC per le aree della città verde;
- gestire le aree verdi pubbliche nella direzione della continuità del
sistema ambientale e della costruzione di un sistema di connessioni tra
le aree verdi;
- promuovere e sostenere gli interventi sulle aree boscate di
compensazione ambientale;
- promuovere e sostenere le politiche previste per le aree agricole
perturbane;
- promuovere progetti di tutela, recupero e valorizzazione del territorio
rurale, avendo come obiettivi la valorizzazione del patrimonio storico,
paesaggistico e ambientale del territorio, la realizzazione di una rete
ecologica, la realizzazione di una rete della mobilità lenta, anche al fine di
delineare nuove opportunità di sviluppo.
art. 34 - L’acqua come risorsa
1. La linea d’azione “L’acqua come risorsa” ha come obiettivo generale
l’ottimizzazione dell’uso della risorsa acqua anche in virtù di un corretto
funzionamento idraulico del territorio.
2. Essa si articola nei seguenti programmi:
- razionalizzare e ottimizzare i consumi e gli scarichi urbani;
pscferrara norme tecniche di attuazione
69
- promuovere l’uso turistico/ricreativo dei corsi d’acqua;
- gestire la qualità delle acque superficiali attraverso interventi sugli
scarichi e sui corsi d’acqua;
- realizzare le opere di adeguamento al funzionamento idraulico del
territorio;
- conservare e utilizzare le acque meteoriche per tutti gli usi non potabili,
prevedendo standard cogenti di riferimento per le nuove urbanizzazioni
sia residenziali che produttive.
art. 35 - Abitare a Ferrara
1. La linea d’azione “Abitare a Ferrara” ha come obiettivo generale la
definizione e la gestione di adeguate politiche dell’abitare ed in
particolare di sostegno dell’edilizia residenziale pubblica.
2. Essa si articola nei seguenti programmi:
- gestire politiche per l’edilizia residenziale sociale anche attraverso
programmi innovativi di partecipazione pubblico/privato;
- promuovere un’idea di qualità dell’abitare che comprenda gli aspetti
legati alla sostenibilità degli interventi;
- promuovere l’uso residenziale del centro storico;
- monitorare l’attività edilizia in particolare attraverso i principali
andamenti del mercato immobiliare.
art. 36 - Centro Storico
1. La linea d’azione “Centro Storico” ha come obiettivo generale la
conservazione e la valorizzazione del Centro Storico di Ferrara in
funzione della necessità che la sola salvaguardia non è sufficiente a
garantire la vitalità adeguata a questa parte di città, il cui valore è stato
riconosciuto anche da parte dell’UNESCO.
2. A tal fine gli obiettivi previsti dal presente piano si completano dei
seguenti:
a. valorizzazione dei terminal turistici oltre che come punti di
interscambio, anche come vere e proprie “porte” del centro storico;
b. realizzazione dei principali percorsi di valorizzazione e fruizione della
città storica;
c. valorizzazione del sistema dei poli Museali di arte Antica e Moderna;
d. valorizzazione del sistema delle Piazze Centrali.
3. La linea d’azione “Centro Storico” potrà essere attuata in particolare
con riferimento al “Piano di Gestione” (Unesco) e al “Programma speciale
d’Area per il Centro Storico”.
art. 36bis – Ferrara città universitaria
1. La linea d’azione “Ferrara città universitaria” ha come obiettivo
generale l’ulteriore sviluppo delle strutture universitarie e la loro piena
integrazione con la realtà cittadina e territoriale.
2. Essa si articola nei seguenti programmi:
- consolidamento e sviluppo del polo universitario del patrimonio
culturale, organizzato sugli assi universitari “Voltapaletto-SavonarolaCisterna del Follo”, “via delle Scienze, via della Ghiara, via Quartieri“,
“Quadrivio rossettiano“;
pscferrara norme tecniche di attuazione
70
- consolidamento e sviluppo del polo universitario chimico-biomedico,
organizzato sugli assi universitari “via Bovelli-via Fossato di mortara” e
“via Mortara”;
- consolidamento e sviluppo del polo universitario
scientifico
tecnologico, organizzato intorno all’ex zuccherificio Eridania di via
Saragat;
- consolidamento e sviluppo del polo universitario agroindustriale e
ambientale, organizzato presso la Fondazione Navarra a Malborghetto di
Boara;
- realizzazione del polo universitario clinico, organizzato nell’ambito del
polo ospedaliero di Cona;
- integrazione della rete universitaria scientifico-tecnologica costituita
dai poli sopra indicati con il sistema delle attrezzature di accoglienza e di
servizio agli studenti, ai ricercatori ed ai docenti, con il polo universitario
sportivo del CUS e, più in generale, con il sistema dei servizi alla persona
ed alla comunità e con l’offerta di eventi culturali;
- riorganizzazione del sistema della mobilità, in particolare per le
componenti pedonale e ciclabile e del trasporto pubblico, anche a
supporto delle esigenze che i bacini di utenza universitaria sottendono e
riqualificazione degli spazi urbani che innervano gli assi universitari
sopra indicati.
art. 37 - Modalità attuative
1. L’attuazione delle linee d’azione proposte avviene mediante una
organica e continuativa partecipazione della comunità locale secondo le
modalità che hanno già caratterizzato la costruzione del Documento
Preliminare, del Quadro Conoscitivo e del Piano Strutturale Comunale.
Essa avviene attraverso un processo di condivisione e implementazione
degli obiettivi previsti da parte di realtà rappresentative di soggetti
portatori di interessi, le quali potranno costituirsi come
associazioni/istituzioni/agenzie/enti e simili.
2. La condivisione degli obiettivi dovrà essere espressa con la
sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra l’Amministrazione e dette
realtà.
I Protocolli d’Intesa dovranno contenere gli impegni dei soggetti
relativamente a:
- il più ampio coinvolgimento per il raggiungimento degli obiettivi previsti;
- la programmazione delle attività per la realizzazione delle azioni
previste;
- l’impostazione delle modalità di recupero delle risorse necessarie alla
attuazione dei programmi;
- l’attivazione di consultazioni periodiche sullo stato di avanzamento dei
programmi e sui risultati ottenuti.
3. Le associazioni/istituzioni/agenzie/enti, oltre a realizzare gli
obiettivi/azioni previsti, hanno anche lo scopo di assicurare la massima
informazione sui risultati conseguiti sia verso i soggetti ad essi aderenti
che verso la comunità locale.
4. Le funzioni di promozione, concorso nella formazione, costituzione
delle associazioni/istituzioni/agenzie/enti, e il loro coordinamento
pscferrara norme tecniche di attuazione
71
saranno svolte dall’Urban Center di cui all’articolo successivo. Lo stesso
Urban Center svolgerà i compiti di monitoraggio e verifica degli esiti,
necessari ai lavori delle associazioni/istituzioni/agenzie/enti.
art. 38 - Urban center
1. L’Urban Center rappresenta la struttura che il Comune di Ferrara
istituisce per la cooperazione alla gestione delle politiche sul territorio da
parte delle diverse componenti della società locale. A tale scopo l’Urban
Center assume il compito di promuovere e gestire la partecipazione della
società locale al dibattito e alla valutazione delle trasformazioni,
facilitando lo scambio degli apporti conoscitivi dei diversi soggetti.
2. L’Urban Center è stato istituito dal Comune di Ferrara con delibera di
Consiglio Comunale n.13876 del 14 marzo 2005.
3. Il funzionamento dell’Urban Center è disciplinato dal RUE.
pscferrara norme tecniche di attuazione
72
TITOLO V – DISCIPLINA DEL COMMERCIO IN SEDE FISSA
art. 39 – Commercio al dettaglio in sede fissa
1. Il presente piano definisce, nelle tavole 4.3.n: SCHEDE DEGLI AMBITI,
per ogni struttura insediativa, il dimensionamento della capacità
insediativa commerciale nelle diverse classi dimensionali medie e
grandi, mentre gli esercizi di vicinato sono ammessi in tutti gli ambiti ove
sia ammessa la residenza e non incidono sul dimensionamento del
presente piano. L’insediamento di grandi strutture commerciali di
attrazione di livello superiore è limitato ai soli poli funzionali commerciali.
2. Il RUE definisce i criteri relativi alle scelte autorizzative e gli elementi
di indirizzo progettuale relativi all’insediamento delle attività
commerciali.
3. Nell’ambito dei POC verrà formulato il programma di attuazione delle
previsioni commerciali contenute nel presente piano, contenente:
- gli obiettivi delle politiche comunali per il commercio e i criteri di
valutazione dell’efficacia della loro applicazione;
- il dimensionamento della capacità insediativa commerciale riferito al
quinquennio di applicazione;
- i progetti di valorizzazione commerciale di aree urbane;
- le disposizioni di salvaguardia e regolamentari per le aree di
particolare pregio storico o ambientale;
- le scelte relative alla riqualificazione urbana e sull’adeguamento
della rete infrastrutturale e dei parcheggi;
- i criteri di graduazione e l’attuazione prevista nel quinquennio per gli
interventi relativi alle grandi strutture di vendita.
4. L’attuazione delle previsioni del presente PSC relative a insediamenti
commerciali con superficie di vendita superiore a 2.500 mq e quelle
relative ad aggregazioni di strutture commerciali che eccedano i limiti di
5.000 mq di superficie di vendita totale e/o di 15.000 mq di superficie
territoriale interessata è subordinata alla compatibilità con gli strumenti
di pianificazione provinciali.
pscferrara norme tecniche di attuazione
73
TITOLO VI - DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
art. 40 - Norme transitorie
1. Fino all’approvazione del RUE, nelle aree ad esso assoggettate ai sensi
del presente piano, si attuano le previsioni contenute nel piano
regolatore generale che non sono in contrasto con il presente piano o
con il RUE adottato.
2. Fino all’approvazione del primo POC, nelle aree assoggettate a POC ai
sensi del presente piano, si attuano le previsioni contenute nel piano
regolatore generale che non sono in contrasto con il presente piano o
con il POC adottato.
3. In particolare, l’eventuale contrasto con il presente piano andrà
verificato con riguardo ai contenuti dei seguenti elaborati e alle norme
connesse:
- tav. 4.1 – Sistemi;
- tav. 4.2 – Ambiti;
- tavv. 4.3.n - schede degli ambiti (ad esclusione del
dimensionamento);
- tav. 5.1 - Trasformazioni (con riferimento agli indirizzi alla
progettazione degli interventi urbanistici ed edilizi e con esclusione
degli indici di utilizzazione territoriale);
- tavv. 6.1 – carte dei vincoli.
4. Sono in ogni caso fatti salvi i piani urbanistici attuativi approvati,
purché sia rispettato il termine di convenzionamento eventualmente
fissato in sede di approvazione.
5. Sono altresì fatti salvi gli interventi previsti dal Programma Speciale
d’Area “Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della
città di Ferrara” (PSA): per la loro attuazione rimarranno vigenti le
normative di PRG fino al termine della completa attuazione dei vari Piani
Particolareggiati e dei vari progetti edilizi, purché tali progetti e piani
urbanistici vengano presentati per l’avvio dell’iter di approvazione entro
3 (tre) anni dall’avvenuta esecutività dell’accordo di programma del PSA,
salvo i casi di sopravvenuti impedimenti non imputabili alla volontà del
soggetto attuatore, e comunque su decisione discrezionale della Giunta
Comunale.
pscferrara norme tecniche di attuazione
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