Il Sauvignon, - Marco Felluga

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Il Sauvignon, - Marco Felluga
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Assaggi
Eccellenze italiane
Il Sauvignon,
l’eclettismo al potere
IL SUO NOME, SAUVIGNON O SAUVIGNON
BLANC CHE DIR SI VOGLIA, DERIVA DAL
TERMINE FRANCESE “SAUVAGE”,“SELVAGGIO”,
ed è identificato come originario di una zona dove
molto spesso i vini bianchi non hanno proprio
il palcoscenico che meriterebbero, il Médoc, la
regione di Bordeaux, capitale indiscussa del vino
nel mondo. Là, in un suolo variegato e in un clima
dove il sole si sente particolarmente e l’aria viene
mitigata dal grande estuario e dal mare, cnascono,
non a sorpresa, vini bianchi eccellenti. Forse uno dei
più rappresentativi è proprio il Sauvignon, se non
il vitigno a bacca bianca più diffuso nel panorama
del vigneto mondiale. In qualsiasi latitudine
coltivabile garantisce standard qualitativi, resa e
caratteristiche peculiari marcate della sua varietà.
Ha una forte capacità di adattamento, e proprio
grazie a questa sua caratteristica ne rileviamo una
diffusione in tutti i continenti e in tutte le principali
zone vitivinicole, compresa l’Italia con particolare
ambientazione in Friuli Venezia Giulia e Alto Adige,
territori dove lo sbalzo climatico diurno/notturno
garantisce uno sviluppo e un fissaggio degli aromi
naturali dell’uva davvero eccellente. Si usa anche
nel taglio (assemblaggio di più vini da uve diverse)
che compone uno dei più famosi vini dolci del
”CALICE ALSAZIA”
Questo bicchiere è stato
realizzato per vini bianchi
secchi leggermente
strutturati e con un tenore
acido medio. I vini possono
essere Chardonnay d’annata,
Sauvignon, Vernaccia di San
Gimignano e bianchi del
Sud. L’imboccatura larga e
la convessità del bevante
permettono al vino d’entrare
abbastanza stretto, per
compensare il tendenziale
squilibrio acido-salino del vino.
ALLA SCOPERTA DEL SAUVIGNON:
Cinque etichette per capirne il carattere
mondo, il Sauternes. L’ambiente pedoclimatico è
estremamente importante per le caratteristiche
espressive di quest’uva, nobile ed eclettica, infatti
spaziano da sentori erbacei decisi a fragili note
di polpa fruttata bianca. La caratteristica che
principalmente contraddistingue il Sauvignon Blanc
sono i suoi aromi prevalentemente erbacei e vegetali,
che spesso ricordano l’ortica e il peperone verde, ma
anche aromi più insoliti che non ci si aspetterebbe di
trovare in un vino. In realtà gli aromi del Sauvignon
Blanc sono completati anche da affascinanti note di
frutta, molto spesso anche da frutta esotica, come
il litchi, ananas e frutto della passione, così come
è piuttosto ricca anche la gamma floreale. Come
sempre, la natura e la qualità degli aromi di un’uva
sono regolati da diversi fattori, fra questi anche il
tipo di terreno in cui si coltiva la vite, il clima, il grado
di maturazione al momento del raccolto e, non da
ultimo, il modo in cui viene vinificata e, ovviamente,
le qualità aromatiche specifiche dell’uva stessa. La
scelta dei tipi di aromi nei vini fatti con Sauvignon
Blanc è quindi anche legata a ragioni produttive
e mentre un tempo si favoriva l’esaltazione
del carattere erbaceo e vegetale dell’uva - una
caratteristica tipica del Sancerre e del Pouilly-Fumé
- oggi si tende a favorire lo sviluppo dei freschi
aromi di frutta. Il Sauvignon Blanc lascia il segno
anche nel gusto e grazie alla sua tipica acidità - quasi
una caratteristica inconfondibile unita ai suoi aromi,
e quindi sapori - i vini prodotti con quest’uva sono
sempre gradevoli e “intriganti”. Anche la freschezza
del Sauvignon Blanc è ritenuta fra le sue tipicità, una
qualità che tende a perdere già dopo pochi anni di
maturazione unitamente alla freschezza e la vivacità
degli aromi: per questa ragione si preferisce bere i suoi
vini molto giovani. Tranne alcune rarissime eccezioni
i vini prodotti con Sauvignon Blanc, fermentati e
maturati in vasche d’acciaio, non sopportano tempi
di maturazione superiori ai due o tre anni. Trascorso
questo periodo il vino perde gran parte delle sue
qualità tipiche assumendo un carattere “rotondo” e
una minore vivacità aromatica. Il Sauvignon Blanc è
prevalentemente fermentato e maturato in vasche
d’acciaio, con lo scopo di mantenere intatte le sue
qualità organolettiche, tuttavia alcuni produttori
lo vinificano in botti di legno. Nonostante la
fermentazione e la maturazione del Sauvignon
Blanc in botte, ma più preferibilmente in barrique,
faccia perdere all’uva parte della sua tipicità
aggiungendo quella del legno, il vino che si ottiene
ha la capacità di sostenere affinamenti più lunghi.
Un Sauvignon Blanc vinificato in botte ha una vita
in genere più lunga di circa due anni e riesce a dare
e a sviluppare il meglio di sé dopo circa due anni
dalla produzione. Per le signore è apprezzabile
sapere che viene utilizzato nella vinoterapia per le
sue proprietà calmanti ed è particolarmente adatto
per i massaggi.
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Assaggi
Russiz Superiore
COLLIO SAUVIGNON RISERVA 2013 – IL CARATTERE
È un Sauvignon atipico, di grande eleganza, di struttura e nervosa mineralità. Il
mosto ottenuto, per un ottavo fermenta in carati di rovere e per il rimanente in
acciaio inossidabile, dopo un riposo di circa otto mesi sui lieviti e uno nel vetro è
posto in vendita. Ha note vegetali intense, piene, prorompenti, affiancate da una
sfumatura visiva dorata di estrema pulizia tipiche della zona di Capriva ricca di
marne e arenarie. Escono poi erbe officinali, salvia e timo in predominanza, con
la parte polposa, piena e croccante della pesca gialla matura e dell’albicocca.
L’acidità la fa da padrona al sorso, poi il tenore alcolico e la struttura la placano
e accompagnano la sensazione di pienezza, che con l’arrivo della sapidità
coincidono in un esaltante equilibrio.
Peter Dipoli
VOGLAR SAUVIGNON DELL’ALTO ADIGE 2011 – LA SOSTANZA
Il suo nome nasce dal termine “fogolar” espressione dialettale sinonimo del “focolare
domestico”.Su un impianto nato originariamente a Schiava, la visione di innestare
Sauvignon Blanc viene nel 1988 e si termina l’inserimento nel 1991, il tutto suffragato
da studi che portarono alla conclusione che la natura calcarea di Voglar, la sua quota
sul livello del mare e la giacitura agevolano una maturazione ottima senza perdita di
acidità e parte minerale. Il vino si presenta al nostro naso complesso nei profumi di
frutta tropicale, indicativi del vitigno di origine, le parti vegetali e immature sono ridotte
a sfumatura impercettibile e la sorsata ha nerbo, esprime acidità e ottima struttura,
auspicio di discreto invecchiamento in vetro. Ottima e da sottolineare la coerenza visiva,
col colore dorato in relazione all’olfatto e alla masticabilità del suo corpo.
Venica
COLLIO SAUVIGNON RONCO DELLE MELE 2013 – IL PORTAMENTO
Era il mese di febbraio del 1930 quando Daniele Venica acquista una cascina con
vigneti a Dolegna. Oggi, dopo più di ottant’anni, la famiglia Venica è ancora a seguire
quei vigneti, in una zona fra le più talentuose del Collio. Raggruppate in cinque
unità non distanti dalla cantina, le vigne hanno come conduzione un canone di
rigore assoluto, dalla varietà piantata alla scelta dei siti. I bianchi crescono, non nelle
conche chiuse più calde destinate ai rossi, ma su terreni freddi, magri e pervasi da
brezze termiche che garantiscono grande escursione termica. Il vino che ne deriva è
paglierino alla vista, varietale con una sfumatura garbata di fumé, ricordi di uva spina,
dolce e matura, mango rinfrescante e polposo e in chiusura una verticalità spiccata
offerta dall’anice. Il corpo è lineare, non invadente, medio di muscolarità, ha una
morbidezza alcolica che ben accompagna il naso ricco e fruttato, minerale e lungo nel
finale con l’inequivocabile pulizia dell’affinamento in acciaio.
Vie Di Romans
ISONZO DEL FRIULI SAUVIGNON PIERE 2012 – LA TRADIZIONE
La famiglia Gallo protrae il suo impegno nel mondo del vino da oltre un secolo, nel
1978 Gianfranco ha preso le redini della cantina e attraverso scelte rischiose e audaci,
ma concrete e visionarie, è stato capace di contraddistinguere la sua azienda in questi
ultimi venti anni. Il rigore della vinificazione con contatto pellicolare a circa otto gradi
di temperatura e i diciotto giorni di fermentazione senza malolattica e con otto mesi
sui lieviti fini, danno corpo e profilo all’olfatto ricco, armonico e tradizionale del vino
dove la dolcezza isontina la fa da padrona, frutta, matura, dolce e tropicale soprattutto.
La beva diventa piacevolmente ritmica col sale tartarico smussato da dieci mesi di
stazionamento in vetro, struttura di corpo, ricca di picchi e ritmica nell’espressione
si trasforma in finale e ricordo piacevole che strizza l’occhio anche all’affinamento
prolungato.
Sanct
Valentin
ALTO ADIGE SAUVIGNON 2013 – LA FINEZZA
È uno dei grandi Sauvignon italiani e su questo sono d’accordo tutti i critici, la sua
estrema finezza riesce a catturare l’intenditore e a conquistare il neofita. Il vigneto
di età media intorno ai 20 anni a San Michele Appiano e in località Appiano
Monte ai piedi della Mendola, a circa 600 metri sul livello del mare, ricco di ghiaie
e calcare, conferisce un habitat unico e peculiare per i grappoli che vengono
raccolti da fine settembre a inizio ottobre. Il novanta per cento del mosto vinifica
in acciaio, e rimane sui lieviti fino all’aprile successivo, il restante è vinificato e
affinato direttamente in legno. Ha un frutto seducente, ricco, vellutato, morbido
e maturo quasi percepibile nella fibra, anche se il colore quasi verdolino e un
olfatto di ortica e fiori di sambuco farebbe presagire una corposità meno fitta. È
minerale, quasi croccante come il ribes che troviamo alla chiusura dell’olfatto, la
freschezza è padrona del sapore pieno, lo gestisce e rende il sorso di grandissima e
inconfondibile eleganza stilistica.