QUANTA LiteTM dsDNA

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QUANTA LiteTM dsDNA
QUANTA LiteTM SLA
708775
Per uso diagnostico In Vitro
Complessità CLIA: elevata
Finalità d’uso
Il QUANTA LiteTM SLA (antigene solubile epatico) è un saggio di immunoassorbimento enzimatico (ELISA)
per la rilevazione semi-quantitativa degli anticorpi anti SLA della classe IgG nel siero umano. La presenza di
anticorpi anti SLA può essere utilizzata, assieme ai riscontri clinici e ad altri test di laboratorio, come ausilio
nella diagnosi di malattie che presentano livelli elevati di anticorpi anti SLA inclusa l’epatite autoimmune
(EAI).
Riassunto e Spiegazione del test
L’epatite autoimmune (EAI) è una malattia infiammatoria epatica cronica, progressiva ed eterogenea
d’eziologia ignota1-6. La diagnosi è spesso difficile dato che non esiste un esame diagnostico specifico ed i
sintomi possono essere molto variati1-6. Per arrivare alla diagnosi si valutano i sintomi ed i segni clinici ed i
risultati degli esami di laboratorio ed istologici e si escludono le altre cause di epatite cronica1-6. La diagnosi
risulta particolarmente difficoltosa nei pazienti affetti da epatite classificata come criptogenetica, descritti
come affetti da epatite cronica indefinita con assenza di anticorpi diretti verso i virus e negatività ai marker
convenzionali rilevatori di autoimmunità1-2. La diagnosi precoce di epatite autoimmune e la terapia
immunosoppressiva sono essenziali ai fini della prevenzione di gravi danni epatici. Purtroppo il fatto che non
esista un test specifico può portare con notevole ritardo alla diagnosi ed alla terapia e favorire la
progressione della malattia7-8.
I pazienti affetti da EAI sono in genere suddivisi in due gruppi in base alla presenza di autoanticorpi
specifici1-6,9,10. La EAI di tipo 1 (detta anche classica, cronica attiva, lupoide, plasmacellulare o epatite
cronica attiva autoimmune) è il tipo di EAI più comune. L’EAI-1 è caratterizzata dalla presenza di anticorpi
citoplasmatici antinucleo, anti-muscolo liscio (diretti sia contro le componenti actiniche che verso le non
actiniche) ed anti-neutrofili1,4,6. La EAI di tipo 2 è caratterizzata da anticorpi anti microsomi epatici e renali
(LKM-1) diretti principalmente contro il citocromo P450 2D6 e l’antigene del citosol anti-epatico (LC-1)4,6,11. I
pazienti affetti da EAI-1 non presentano anticorpi anti LKM-1 ed anti LC1.
Nel 1987 sono stati identificati, in 23 pazienti affetti da epatite cronica negativi all’HbsAg, agli ANA ed agli
LKM-1, anticorpi diretti contro un antigene solubile epatico del citosol (SLA)12. In alcuni pazienti affetti da EAI
si sono trovati degli anticorpi diretti verso un’altra proteina epatica solubile del citosol denominata antigene
epato-pancreatico (LP)12. Ora si sa che gli anticorpi anti SLA ed anti LP hanno come bersaglio lo stesso
antigene13. L’SLA è una proteina di circa 50 kda omologa al 99% ad una proteina associata al tRNA
soppressore UGA che potrebbe essere coinvolta nel metabolismo della selenocisteina14-15. La citocheratina
8, la citocheratina 18, e la glutatione S-transferasi sono state considerate quali bersagli principali della
reattività SLA ma ciò non è stato dimostrato da nessuno studio successivo14,16-19. Sebbene solo il 12-30% dei
pazienti affetti da EAI presentino anticorpi anti SLA, la loro presenza indica in quasi il 100% dei casi
specificità per la EAI8,10,14,19-20.
È stato stimato che il 70-80% dei pazienti affetti da EAI presentano anticorpi ANA e/o anti SMA ed una
percentuale ridotta di pazienti presenta anticorpi anti-LKM-1. Circa il 10-30% dei pazienti con segni clinici di
EAI non presenta titoli significativi di anticorpi verso nessuno di questi marker1,2,7,12. Al momento, l’unica
indicazione di EAI in questi pazienti può essere la risposta terapeutica agli antiinfiammatori1,2. Gli anticorpi
anti SLA sono stati riscontrati nel 14-20% dei pazienti affetti da epatite criptogenetica13,19,20. L’analisi SLA
potrebbe quindi essere di ausilio nello stabilire una diagnosi certa di EAI e contenere i danni dovuti alla
progressione della malattia instaurando una terapia adeguata. È fondamentale riconoscere la EAI perché il
trattamento varia considerevolmente da quello dell’epatite virale. La terapia immunosoppressiva instaurata in
caso di EAI può essere molto nociva in pazienti con epatite virale, e la terapia con interferon può causare un
peggioramento dell’EAI21.
È stata considerata la classificazione di un terzo tipo di EAI basandosi principalmente sulla presenza di
anticorpi SLA ma si ritiene che ciò non sia necessario4,6,9,19. I pazienti affetti da EAI-1 positivi per gli anticorpi
SLA presentano riscontri clinici, istologici e di laboratorio molto simili ai pazienti affetti da EAI-1 non-SLA
positivi9,10,19. Malgrado ciò si è notato che i pazienti SLA positivi hanno un’associazione con l’HLA DR3 ed
hanno inclinazione ad avere ricadute dopo la sospensione della terapia con corticosteroidi22.
Esistono delle varianti di EAI nelle quali i pazienti presentano una “overlap syndrome”, copresenza di
caratteristiche dell’EAI e della cirrosi biliare primaria (PBC) o della colangite sclerosante primaria (PSC).
Queste sindromi, così come la colangite autoimmune (AIC), una definizione proposta per descrivere una
malattia che presenta caratteristiche istopatologiche simili alla PBC in assenza di anticorpi anti-mitocondrio
(AMA)1-3,5, può presentare un problema di diagnosi e di gestione della malattia.
Principio della Metodica
Dell’antigene SLA umano intero, ricombinante, parzialmente purificato è adsorbito sulla parete dei pozzetti di
una piastra in polistirene in una maniera che conserva l’antigene nel suo stato nativo. I controlli pre-diluiti ed i
sieri diluiti dei pazienti vengono distribuiti nei pozzetti corrispondenti, consentendo agli anticorpi anti-SLA
eventualmente presenti di legarsi all’antigene adsorbito. L’eccesso di campione non legato viene allontanato
mediante il lavaggio e successivamente si aggiunge a ciascun pozzetto un anticorpo anti-IgG umane
marcato con un enzima. Una seconda incubazione consente agli anticorpi anti-IgG umane marcati con
l’enzima di legarsi agli anticorpi del paziente che si sono eventualmente legati alla parete dei pozzetti. Dopo
ulteriore lavaggio per allontanare l’eccesso di anticorpi anti-IgG umane marcati con l’enzima, l’attività
dell’enzima rimasto viene misurata aggiungendo un substrato cromogenico e misurando l’intensità del colore
che si sviluppa. Il test può essere letto mediante uno spettrofotometro ed interpretato confrontando l’intensità
1
del colore che si sviluppa nei pozzetti dei campioni con quella dei pozzetti dei controlli.
\
Reagenti
1.
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Piastra microtiter ELISA in polistirene adsorbita con dell’antigene SLA umano intero, ricombinante,
parzialmente purificato (12-1 x 8 pozzetti), con supporto, in busta chiusa contenente materiale
essicante
Controllo ELISA Negativo, 1 flacone di tampone contenente conservante e siero umano senza
anticorpi umani ricombinante SLA, prediluito, 1,2mL
Controllo ELISA fortemente positivo per SLA, 1 flacone di tampone contenente conservante ed
anticorpi a ricombinante SLA, prediluito, 1,2mL
Controllo ELISA debolmente positivo per SLA, 1 flacone di tampone contenente conservante ed
anticorpi a ricombinante SLA, prediluito, 1,2mL
Diluente per campioni HRP, 1 flacone – di colore rosa contenente soluzione fisiologica tamponata
con Tris, Tween 20, stabilizzatori delle proteine e conservante, 50mL
Soluzione di lavaggio HRP Concentrata, 1 flacone di soluzione concentrata 40x – di colore rosso
contenente soluzione fisiologica tamponata con Tris e Tween 20, 25mL. Vedi la Sezione Metodi per
le istruzioni sulla diluizione.
Coniugato HRP IgG, (montone), anti-IgG umane, 1 flacone – di colore blu contenente tampone,
stabilizzatori delle proteine e conservante, 10mL
Cromogeno TMB, 1 flacone contenente stabilizzatori, 10mL
Soluzione di arresto HRP, Acido solforico 0,344M, 1 flacone – incolore, 10mL
Avvertenze
1.
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ATTENZIONE: Questo prodotto contiene un composto chimico (cloramfenicolo allo 0,02%) nel
diluente per i campioni, nei controlli e nel coniugato, noto allo Stato della California come causa di
tumori.
Tutte le fonti umane di materiali usati nella preparazione dei controlli per questo prodotto sono state
testate e sono risultate negative per la presenza di anticorpi anti-HIV, per HbsAg e per anticorpi antiHCV mediante metodi approvati dall’FDA. Tuttavia nessun test offre la certezza completa
dell’assenza di HIV, HBV, HCV o di altri agenti infettivi. Pertanto, i Controlli ELISA fortemente positivo
SLA, ELISA debolmente positivo SLA ed ELISA Negativo devono essere maneggiati come materiali
potenzialmente infettivi.23
La sodio azide è usata come conservante. La sodio azide è un veleno e può essere tossica se
ingerita o assorbita attraverso la cute o gli occhi. La sodio azide può reagire con le tubature di
piombo o rame formando azidi metalliche potenzialmente esplosive. Lasciar scorrere grandi quantità
di acqua, se si usa un lavandino per eliminare i reagenti, per prevenire la formazione di azidi.
Il Coniugato HRP contiene un composto chimico velenoso/corrosivo, che può essere tossico se
ingerito. Per prevenire possibili ustioni chimiche, evitare il contatto con la cute e con gli occhi.
Il Cromogeno TMB contiene un irritante, che può essere dannoso se inalato, ingerito o assorbito
attraverso la cute. Per prevenire lesioni, evitare l’inalazione, l’ingestione o il contatto con la cute e
con gli occhi.
La Soluzione di arresto HRP è costituita da una soluzione di acido solforico diluito. Evitare
l’esposizione a basi, metalli o altri composti che possono reagire con gli acidi. L’acido solforico è
velenoso e corrosivo e può essere tossico se ingerito. Per prevenire possibili ustioni chimiche,
evitare il contatto con la cute e con gli occhi.
Usare appropriati indumenti personali protettivi mentre si lavora con i reagenti forniti.
I reagenti eventualmente rovesciati devono essere rimossi immediatamente. Seguire tutte le
normative vigenti in materia di eliminazione dei residui di natura chimica.
Precauzioni
1.
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7.
8.
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Questo prodotto è stato messo a punto per l’uso diagnostico In Vitro.
La sostituzione di componenti diversi da quelli forniti nel kit può causare risultati non attendibili.
Un lavaggio incompleto o non accurato e l’insufficiente aspirazione del liquido dai pozzetti ELISA può
causare una scarsa precisione e/o un’elevato background.
L’adattamento di questo test all’uso con apparecchiature automatiche e altri dispositivi per
trattamento dei campioni liquidi, in toto o in parte, può causare differenze nei risultati rispetto a quelli
ottenuti mediante la procedura manuale. E’ responsabilità di ciascun Laboratorio confermare che le
procedure automatizzate utilizzate diano risultati entro limiti di accettabilità.
Una serie di fattori influenza le prestazioni del test. Essi comprendono l’iniziale temperatura dei
reagenti, la temperatura dell’ambiente, l’accuratezza e la riproducibilità della tecnica di pipettamento,
la scrupolosità delle operazioni di lavaggio e di aspirazione del liquido dai pozzetti delle piastre
ELISA, il tipo di spettrofotometro usato per leggere i risultati e la lunghezza dei tempi di incubazione
durante l’esecuzione del test. Bisogna prestare molta attenzione alla costanza per ottenere risultati
accurati e riproducibili.
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle istruzioni fornite.
Una chiusura incompleta della busta richiudibile contenente le strisce di pozzetti ed il materiale
essicante causa la degradazione dell’antigene ed una scarsa precisione nei risultati.
Valori di assorbanza inaccettabilmente bassi possono essere osservati dopo aver usato due o più
volte lo stesso flacone di coniugato HRP per un certo periodo di tempo. E’ importante seguire
attentamente le istruzioni fornite per il trattamento del coniugato HRP per evitare tale inconveniente.
Un’eventuale contaminazione chimica del coniugato HRP può essere conseguenza di una impropria
pulizia o risciacquo di apparecchi o di strumenti. Residui di comuni reagenti chimici di laboratorio
2
quali formalina, candeggina, etanolo o detergenti causano la degradazione nel tempo del coniugato
HRP. Risciacquare molto accuratamente tutti gli apparecchi e gli strumenti dopo l’uso di detergenti
chimici.
Condizioni di conservazione
1.
2.
3.
Conservare tutti i reagenti del kit a 2-8°C. Non congelare. I reagenti sono stabili fino alla data di
scadenza se conservati e trattati seguendo le istruzioni fornite.
Le strisce di pozzetti non utilizzate devono essere rimesse immediatamente nella busta richiudibile
contenente il materiale essicante e conservate nella busta ben chiusa a 2-8°C.
Il tampone di lavaggio diluito è stabile per 1 settimana a 2-8°C.
Raccolta dei campioni
Questa tecnica deve essere usata con un campione di siero. L’aggiunta al campione di sodio azide o di altri
conservanti può influenzare in modo negativo i risultati. Campioni con segni di contaminazione microbica,
trattati con calore o contenenti particelle visibili non dovrebbero essere usati. Si dovrebbe evitare anche l’uso
di sieri fortemente emolizzati o lipemici.
Dopo il prelievo, il siero dovrebbe essere separato dal coagulo. Il Documento H18-A2 dell’NCCLS
raccomanda le seguenti condizioni di conservazione per i campioni: 1) Conservare i campioni a temperatura
ambiente per non più di 8 ore. 2) Se il test non può essere eseguito entro 8 ore, conservare i campioni in
frigorifero a 2-8°C. 3) Se il test non può essere eseguito entro 48 ore, oppure per la spedizione dei campioni,
congelare a ≤-20°C. I campioni congelati devono essere mescolati bene dopo lo scongelamento e prima di
essere testati. È opportuno evitare di congelare e scongelare i campioni troppe volte.
Procedura
Materiali forniti
1
1
1
1
1
1
1
1
1
Piastra microtiter ELISA SLA (12-1 x 8 pozzetti), con supporto
1,2mL Controllo ELISA Negativo prediluito
1,2mL Controllo ELISA debolmente positivo SLA prediluito
1,2mL Controllo ELISA fortemente positivo SLA prediluito
50mL Diluente per campioni HRP
25mL Soluzione di lavaggio HRP concentrata, 40x concentrata
10mL Coniugato HRP IgG, (montone), anti-IgG umane
10mL Cromogeno TMB
10mL Soluzione di arresto HRP, 0,344M Acido solforico
Materiali richiesti ma non forniti
Micropipette in grado di erogare volume di 5, 100, 200-300 e 500µL
Puntali monouso per micropipette
Provette per la diluizione dei sieri, volume 4mL
Acqua distillata o deionizzata
Beuta da 1L per diluite la Soluzione di lavaggio HRP concentrata
Lettore per piastre ELISA in grado di leggere a 450nm (e 620nm per le letture a doppia lunghezza d’onda)
Metodica
Prima di incominciare
1.
2.
3.
4.
Portare tutti i reagenti ed i campioni a temperatura ambiente (20-26oC) e mescolarli bene.
Diluire la Soluzione di lavaggio HRP concentrata 1:40 aggiungendo il contenuto del flacone fornito
con il kit a 975mL di acqua distillata o deionizzata. Se non si usa l’intera piastra in una sola volta, si
può preparare una minore quantità di soluzione di lavaggio aggiungendo 2,0mL di concentrato a
78mL di acqua distillata o deionizzata ogni 16 pozzetti utilizzati. La soluzione di lavaggio diluita è
stabile per 1 settimana a 2-8oC.
Preparare una diluizione 1:101 di ciascun campione da testare aggiungendo 5µL di siero a 500µL di
Diluente per campioni HRP. I campioni diluiti devono essere testati entro 8 ore dalla preparazione.
NON DILUIRE i Controllo ELISA debolmente positivo SLA, Controllo ELISA fortemente positivo SLA
ed Controllo ELISA Negativo.
La determinazione della presenza o dell’assenza di SLA usando unità arbitrarie richiede due pozzetti
per ciascuno dei tre controlli ed uno o due pozzetti per ciascun campione clinico. Si raccomanda di
testare i campioni in duplicato.
Esecuzione del test
1.
2.
3.
TUTTI I REAGENTI DEVONO ESSERE PORTATI A TEMPERATURA AMBIENTE (20-26°C)
PRIMA DI INIZIARE IL TEST. Posizionare i pozzetti/le strisce necessarie nel supporto. Rimettere
immediatamente la strisce inutilizzate nella busta contenente il materiale essicante e sigillarla
bene per minimizzare l’esposizione all’umidità ambientale.
Distribuire 100µL dei Controlli ELISA debolmente positivo SLA, ELISA fortemente positivo SLA ed
ELISA Negativo prediluiti e dei sieri diluiti nei rispettivi pozzetti. Coprire i pozzetti ed incubare per 30
minuti a temperatura ambiente su una superficie piana. Il tempo di incubazione inizia dopo l’aggiunta
dell’ultimo campione.
Lavaggio: Aspirare completamente il contenuto di ciascun pozzetto. Distribuire 200-300µL di
soluzione di lavaggio HRP diluita in tutti i pozzetti e quindi aspirarla. Ripetere questa operazione per
altre due volte, per un totale di tre lavaggi. Dopo l’ultimo lavaggio capovolgere la piastra e scuoterla
3
4.
5.
6.
7.
8.
fermamente su tovaglioli di carta assorbente per rimuovere eventuali residui di liquido. E’ importante
vuotare completamente ciascun pozzetto dopo ciascun lavaggio. Per l’aspirazione mantenere la
stessa sequenza usata per l’aggiunta dei campioni.
Distribuire 100μL di Coniugato HRP IgG in ciascun pozzetto. Il coniugato dovrebbe essere prelevato
dal flacone mediante tecniche sterili. Prelevare dal flacone solo la quantità di coniugato necessaria
per l’esecuzione del test. PER EVITARE POSSIBILI CONTAMINAZIONI MICROBICHE E/O
CHIMICHE, NON RIMETTERE MAI IL CONIUGATO INUTILIZZATO NEL FLACONE. Incubare i
pozzetti per 30 minuti come descritto al punto 2.
Lavaggio: Ripetere la procedura descritta al punto 3.
Distribuire 100µL di Cromogeno TMB in ciascun pozzetto ed incubare al buio per 30 minuti a
temperatura ambiente.
Distribuire 100µL di Soluzione di arresto HRP in ogni pozzetto. Per l’aggiunta della Soluzione di
arresto HRP mantenere la stessa sequenza e gli stessi tempi utilizzati per l’aggiunta del Cromogeno
TMB. Agitare gentilmente la piastra con le dita per mescolare completamente i reagenti nei pozzetti.
Leggere l’assorbanza (OD) di ciascun pozzetto a 450nm entro 1 ora dall’aggiunta della soluzione di
arresto. Se si preferisce una lettura a doppia lunghezza d’onda, si può usare la lunghezza d’onda di
620nm come riferimento.
Controllo di qualità
1.
2.
3.
4.
I Controlli ELISA debolmente positivo SLA, ELISA fortemente positivo SLA ed ELISA Negativo
devono essere inclusi ogni volta che si esegue il test per assicurare che tutti i reagenti ed il test
funzionino in modo corretto.
Si deve notare che, poichè i Controlli ELISA debolmente positivo SLA, ELISA fortemente positivo
SLA ed ELISA Negativo sono prediluiti, essi non rappresentano un controllo procedurale per le
tecniche di diluizione utilizzate per i campioni.
Ulteriori controlli possono essere inclusi in base alle indicazioni o alle richieste delle vigenti
regolamentazioni o delle organizzazioni di accreditamento. Ulteriori sieri di controllo possono essere
preparati raccogliendo un pool dei sieri umani, aliquotandolo e conservandolo a < -20°C.
Perchè i risultati del test siano considerati validi, tutti i seguenti criteri devono essere soddisfatti. Se
anche uno solo non rientra nei valori specificati, i risultati non dovrebbero essere considerati validi ed
il test dovrebbe essere ripetuto.
a.
L’assorbanza del Controllo ELISA fortemente positivo SLA prediluito deve essere maggiore di
quella del Controllo ELISA debolmente positivo SLA prediluito che a sua volta deve essere
maggiore di quella del Controllo ELISA Negativo prediluito.
b.
Il Controllo ELISA fortemente positivo SLA prediluito deve avere un’assorbanza maggiore di
1,0 mentre l’assorbanza del Controllo ELISA Negativo prediluito non deve essere maggiore di
0,2.
c.
L’assorbanza del Controllo ELISA debolmente positivo SLA deve essere maggiore di due
volte rispetto a quella del Controllo ELISA Negativo oppure >0,25.
d.
Il Controllo ELISA Negativo e quello ELISA fortemente positivo SLA servono per controllare
un’eventuale malfunzionamento dei reagenti. Il Controllo ELISA fortemente positivo SLA non
assicura la precisione in corrispondenza del valore soglia del test.
e.
L’utente del test dovrebbe fare riferimento al Documento C24-A dell’NCCLS per ulteriori
informazioni su appropriate tecniche di Controllo di Qualità.24
Calcolo dei risultati
Si deve determinare innanzitutto il valore medio di assorbanza per ciascun set di duplicati. La reattività di
ciascun campione viene quindi calcolata dividendo il valore medio di assorbanza del campione per il valore
medio di assorbanza del Controllo ELISA debolmente positivo SLA e moltiplicando il risultato per il numero di
unità assegnate al Controllo ELISA debolmente positivo SLA, che è stampato sull’etichetta del flacone.
Assorbanza campione
Valore del campione = ———————————————— x Valore Controllo ELISA debolmente positivo SLA (unità)
(unità)
Assorbanza Controllo ELISA debolmente positivo SLA
La reattività è collegata in modo non lineare alla quantità di anticorpi presente. Mentre gli aumenti e le
diminuzioni delle concentrazioni degli anticorpi vengono evidenziate da un corrispondente aumento o
diminuzione della reattività, il cambiamento non è proporzionale (ad es., un raddoppio della concentrazione
di anticorpi non raddoppia necessariamente la reattività). Se si desidera una più accurata quantificazione del
contenuto di anticorpi, si possono allestire e testare diluizioni seriate del campione. L’ultima diluizione che
risulta positiva nel test dovrebbe essere refertata come il titolo anticorpale del paziente.
Interpretazione dei risultati
Il metodo ELISA è molto sensibile alla procedura ed è in grado di individuare anche piccole differenze nella
popolazione dei pazienti. I valori riportati qui di seguito sono solo valori suggeriti. Ciascun Laboratorio
dovrebbe stabilire il proprio range di normalità basato sulla procedura da esso utilizzata, sui controlli,
sull’apparecchiatura e sulla popolazione di pazienti secondo le proprie metodiche standard.
Il campione può essere quindi classificato come negativo, dubbio o positivo in base alla seguente tabella.
Unità
<20,0
20,1 – 24,9
>25
Negativo
Dubbio
Positivo
4
I campioni che danno risultati dubbi dovrebbero essere ritestati prima di refertare i risultati.
1.
2.
3.
4.
5.
Un risultato positivo indica la presenza di anticorpi diretti contro SLA e suggerisce la possibilità della
l’epatite autoimmune (EAI).
Un campione con livelli dubbi di IgG anti-SLA non dà nessuna indicazione sulla situazione
immunologica del paziente. Se il campione rimane dubbio anche dopo la ripetizione del test, il
risultato dovrebbe essere refertato come dubbio e/o si dovrebbe richiedere un campione successivo
per un ulteriore controllo.
Un risultato negativo indica l’assenza di anticorpi diretti contro SLA anticorpi oppure la loro presenza
a livelli inferiori al limite di sensibilità del metodo.
Campioni che danno letture di OD al di sopra del range di lettura del lettore della placca possono
essere riportati come più elevati della più grande OD misurabile diviso per la OD del debolmente
positivo per 25 o possono essere diluiti e ri-analizzati per ottenere un valore calcolato. Il range
lineare approssimativo dell’analisi va da 9 a 125 unità.
Sul referto si dovrebbe riportare la seguente frase: “I seguenti risultati sono stati ottenuti mediante il
test QUANTA LiteTM SLA ELISA della INOVA. I valori SLA ottenuti con test prodotti da altre Ditte
possono non essere utilizzabili in modo intercambiabile. Il livello di IgG determinato con questo
metodo non può essere correlato ad un titolo endpoint.”
Limitazioni del test
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Un risultato negativo della ricerca di anticorpi anti SLA non esclude la presenza di epatite
autoimmune.
Un risultato negativo della ricerca di anticorpi SLA non esclude la presenza di questi anticorpi,
perché la concentrazione potrebbe essere inferiore ai limiti di rilevabilità dell’analisi.
Un risultato positivo indica solo la presenza di anticorpi diretti verso l’SLA ricombinante umano e non
indica necessariamente la presenza di epatite autoimmune.
La diagnosi di epatite autoimmune viene fatta sulla base dei riscontri clinici, della demografia e di altri
esami diagnostici.
La letteratura suggerisce che gli anticorpi anti-SLA non sono caratteristici della EAI-210. Malgrado i
tre campioni EAI-2 mostrati nella sezione “Caratteristiche specifiche delle prestazioni” più in basso
nel testo fossero negativi, questo numero è troppo limitato per poter concludere che i campioni EAI-2
siano privi di anticorpi anti SLA solo sulla base della presente analisi.
I risultati di questo test devono essere valutati dal medico curante alla luce del quadro clinico del
paziente e del risultato degli altri test sierologici.
Le prestazioni caratteristiche del test non sono state valutate per campioni diversi dal siero.
Valori attesi
L’incidenza annuale media della EAI è stata stimata essere di 1,9 casi /100.000 nella popolazione caucasica
dell’Europa Occidentale e del Nordamerica e dello 0,08-0,015 casi/100.000 in Giappone25,27. La prevalenza è
stata stimata essere del 16,9/100.000 in una popolazione norvegese26. Questa malattia colpisce le donne più
degli uomini con un rapporto di 4:1. La incidenza maggiore si ha nelle età comprese fra 15 e 30 anni,
malgrado si presenti a qualunque età1-5.
Range normale
Sono stati analizzati campioni provenienti da un gruppo di 131 pazienti sani asintomatici per la ricerca di
anticorpi anti SLA utilizzando il QUANTA LiteTM SLA ELISA. Il gruppo era costituito da 91 uomini e 40 donne.
Non si sono riscontrate differenze fra i valori medi dei risultati degli uomini e delle donne. L’età variava fra 5 e
69 anni (mediana 33). Nel gruppo analizzato la specificità dell’analisi è stata del 100% (131/131). Il valore
medio per questa popolazione è stato di 2,0 unità con il valore massimo di 5,8 unità.
Caratteristiche specifiche delle prestazioni
Pazienti affetti da EAI e da altre malattie epatiche
Sono stati analizzati in cieco, presso la INOVA e presso laboratori esterni, dei campioni provenienti da
pazienti con EAI ed altre malattie epatiche utilizzando il QUANTA LiteTM SLA ELISA. Le età dei pazienti
variavano fra 13 e 82 anni con un rapporto maschi:femmine di circa 3,5. I risultati ottenuti dai vari gruppi
sono riassunti qui sotto.
Gruppo clinico
EAI-1
Coesistenza di EAI-1/PBC (cirrosi biliare primaria)
EAI-2
Epatite criptogenetica
Colangite autoimmune
EAI-1/PSC
EAI indotta da droghe
Cirrosi biliare primaria
Colangite sclerosante primaria (PSC)
PBC/PSC
Altre malattie epatiche non virali
Epatite B (B,C,or D)
Epatite C
Epatite C/D
n=
289
20
3
9
8
4
2
15
7
19
10
8
37
1
5
SLA+
34
11
0
4
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
% SLA+
11,8
55
0
44,4
12,5
25
0
0
0
0
0
0
0
0
Sensibilità, solo per l’EAI-1:
Sensibilità, per le varianti EAI-1 ed EAI-1 (coesistenza):
34/289 = 11,8%
51/330 = 15,4%
Specificità (malattie non-EAI):
Specificità (soggetti sani più malattie epatiche non-EAI):
73/73 = 100%
204/204 = 100%
Studio delle reazioni crociate
Per ricercare eventuali reazioni crociate è stato analizzato il siero di 70 pazienti contenente anticorpi da varie
malattie autoimmuni o infettive con il QUANTA LiteTM SLA ELISA. I gruppi di sieri analizzati ed il loro numero
erano: virus dell’Herpes umano 6 (10), Rickettsia (6), Citomegalovirus (10), Membrana glomerulare basale
(3), anticorpi antinucleo (3), lupus eritematoso sistemico (3), mitocondri (3), cellule parietali gastriche (3),
LKM-1 (3) e citocheratina 8 o 18 (26). Nessun campione è risultato positivo agli anticorpi anti-SLA.
Precisione e riproducibilità
Le prestazioni Intra-Test per il QUANTA LiteTM SLA ELISA sono state valutate analizzando 6 campioni
ognuno per un totale di 7 volte. I risultati sono riassunti qui di seguito.
Intra-assay
Unità medie
DS
CV%
Camp. A
72,6
1,4
1,9
Camp. B
46,2
1,9
4,1
Camp. C
27,6
1,4
5,2
Camp.D
13,5
0,4
2,8
Camp.E
9,7
0,2
2,2
Camp F.
2,0
0,1
7,2
Si è valutata la variazione fra diverse analisi testando, in doppio, un gruppo di 5 campioni ed i kit di controllo
due volte al giorno per 3 giorni. Un riassunto dei risultati è mostrato in basso.
Inter-assay
Unità medie
DS
CV%
Camp. A
78,5
1,8
1,9
Camp. B
48,5
1,1
4,1
Camp. C
29,0
0,9
5,2
Camp.D
13,6
0,5
2,8
Camp.E
9,5
0,4
2,2
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