Urban 124 - Urban Magazine

Transcript

Urban 124 - Urban Magazine
numero 124
Poste Italiane Spa - Spediz. in Abb. Postale 70% DCB Milano
in bellavista
Vittime delle mode, ma ciascuno a suo
modo: torna sulla scena il capo
costruito attorno al segno.
TBL_COUPLE_F14_URBAN_458x322 T.indd 1
08/09/14 17:25
PH. MICHELE DE ANDREIS
DESIGN. LABORATORIUM MMXIV
THANKS TO A.N.G.E.L.O.
PITTI IMMAGINE AND FIERA MILANO PRESENT
WOMENSWEAR ACCESSORY COLLECTIONS
28 FEbRuARY - 2 MARCh 2015 MILANO
FIERAMILANOCITY PAD. 3 vIALE SCARAMPO GATE 5
WWW.PITTIMMAGINE.COM
Bimestrale, Anno XIV / Numero 124
•
Direttore Responsabile
roberto rossi gandolfi
[email protected]
7/
L’editoriale
76
Art Direction
DIDIER FALZONE
[email protected]
by ANTARES VIAGGI
Responsabile di Redazione
MARCO CRESCI
[email protected]
Segreteria di Redazione
[email protected]
Collaboratori
Elisa Anastasino, Diana Barbetta, Anselmo
Bianconi, Ivan Bontchev, Giovanna
Caprioglio, Angela Improta, Martina Kirkham,
Omar Macchiavelli, Marco Magalini, Jean
Marc Mangiameli, Daniel C. Marcoccia,
Francesco Mascolo, Arianna Pinton, Silvia
Rossi, Alex Vaccani, Matteo Weber
Urban è edito da
Biblioteca della Moda Srl
Corso Colombo, 9 · 20144 Milano
T 02 833 1121 · www.bibliotecadellamoda.it
[email protected]
Distribuzione
PSC Promos Comunicazione
Via Tertulliano, 70 · 20137 Milano
T 02 89540195
Abbonamenti
[email protected]
Stampa
Arti Grafiche Vela,
Via N. Copernico 8 · 20082 Binasco, MI
T 02 90092766 www.grafichevela.it
Pubblicità
Milano Fashion Media
Via Alessandria, 8 · 20144 Milano
T 02 58153201
www.milanofashionmedia.it
[email protected]
Responsabile Di Testata
Augusta Ascolese T 335 6945908
[email protected]
Web www.urbanmagazine.it
Facebook Urban Magazine
In copertina
L’esclusività dell’esperienza
www.destinazioneafrica.it
Dylan indossa giacca e t-shirt TIMBERLAND,
pantaloni di pelle CoSTUME NATIONAL
Fotografia Omar Macchiavelli,
stile Ivan Bontchev.
Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti,
totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale
di Milano con il numero 286 del 11/05/2001
Elegia degli uomini obliqui
Sono sempre stato un po’ somaro in matematica, anche perché - in genere si tratta di una materia che richiede sempre un’unica soluzione. Mentre ho
sempre stimato coloro che sapevano indicarmi come trovare più spiegazioni per
problematiche differenti.
Pensare stimola la creatività e aiuta a guardare le questioni della vita da diverse
angolazioni. Forse è per questo che, in un momento storico dove si tenta di far
passare il pensiero monocorde del qualunquismo e l’ordinarietà come dei valori
assoluti, sostengo la mia inclinazione nel preferire gli uomini obliqui: quelli abituati
a vivere ed a raccontare lo spazio inclinato della fantasia.
Questo perché ritengo che l’immaginazione rappresenti quasi un dovere e che gli
uomini (e le donne) obliqui si muovono in quella condizione di amabilis insania che
li contraddistingue dall’uomo mediocre.
Come nel plot di un film di Tim Burton, gli uomini obliqui non crescono mai: figure
disegnate con grafite e parole in neogotico. La loro poetica è l’elegia dell’altro:
ciò che si qualifica come segno apparente di emarginazione si tramuta in
affrancamento dalla banalità, in liberazione dalla gabbia della ripetitività: questi
dolenti altri, offuscano con infinita grazia la mediocrità dell’uomo comune.
La loro visione della realtà è sovvertita: il mondo reale è statico e ad esso si
contrappone l’universo immaginato che è multiforme, colorato, svincolato dal
conformismo dell’ordinario.
Il fantastico va dunque vissuto come un percorso: aiuta a diventare persone
in grado di guardare alla vita in maniera più articolata; a sfuggire a una visione
unilaterale della realtà.
È come uno di quei puzzle che da bambini trovavate sotto l’albero di natale: ognuno
sa di cosa si tratta, eppure arriva a tutti in modo diverso, un po’ come dovrebbe
succedere nella vita.
Roberto Rossi Gandolfi
In alto Bodies in Urban Spaces è un progetto dell’artista austriaco Willi Dorner che strizza corpi umani in angoli e fessure
di edifici pubblici. L’intenzione è quella di mostrare la funzionalità della struttura e svelare le possibilità di movimento,
così come il comportamento e le restrizioni, di un determinato spazio urbano.
Nell’immagine: “Solo, St. Petersburg, 2009” e “Solo, Austin, 2009”. Da Willi Dorner, “Bodies in Urban Spaces”
160 pp., € 35, Hatje Cantz, 2014. © The Artist, Courtesy of Hatje Cantz Verlag, 2014. Ph. © Lisa Rastl
9/ Indice
dei contenuti
74
Numero #124
FW 2014-2015
12
26
18
35
58
20
43
11 La mia Tangeri
errearepublic.com
STILE
12 In Breve
13 Profili SuperDuper Hats / Alberto Premi
14 Vetrina Bon Hiver
16 Grooming Orlando
18 Co|Te. Strutture Romantiche
SPAZI URBANI
20 In breve
21 L’Arte di Correre
22 L’Orto non è più un Miraggio
Design
24 In breve
26 The Haas Brothers
29 Profili Zambelli / Bartal
portfolio
30 Kevin Amato. Inaspettato Bronx
MUSICA
34 In breve
35 Hozier. Ritratto dell’Artista da Giovane
36 Dischi
CINEMA
34 In breve
35 Liam Walpole. Not That Kind of Guy
Se siete a New York non potete
perdere la mostra The Haas
Brothers: Cool World presso lo
spazio espositivo R & Company
—
Esce al cinema Mommy
l’ultima visione del giovane
regista canadese Xavier Dolan
—
in bianco
42 Speciale Neve. In breve
43 Spazi Urbani Norvegia On The Road
44 Cinema La Poetica dello Sci
45 Profili Danny Davis / Jeremy Jones
49 libri In breve
MODA
51 In Bellavista. Fotografia Omar
Macchiavelli, stile Ivan Bontchev
58 A Metà Strada. Fotografia Jay
Schoen, stile Alex Vaccani
67 IN GIRO
Se avete programmato di
trascorrere il capodanno a Parigi,
non potete perdere la mostra Le
Maroc Contemporain a l’Institut du
Monde Arabe
—
12/2014 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 01/2015 1 2 3 4
—
Unica data italiana
di Fujiya & Miyagi
al Covo Club di Bologna
—
Al Cartoonmuseum
di Basel va in scena il
fumetto con Joost Swarte.
Dessinateur et Designer
—
è uscito da poco nelle sale
Big Eyes di Tim Burton, biopic
sulle vicende artistiche della
pittrice Margaret Kane
A cura di Martina Kirkham
11/ La mia Tangeri
76
Tangeri’s Dreams
L’artista milanese Thomas Berra ci porta in viaggio a Tangeri, condividendo con noi
i suoi angoli preferiti della città portuale marocchina.
[ 1 ] CINEMA RIF
Lo storico cinema di Tangeri fu costruito negli
anni ’30 ed è stato riaperto nel 2006 come
Cinematheque de Tanger: un cinema no profit che propone documentari e film indipendenti che arrivano da ogni parte del mondo.
Ha dei tavolini sulla piazza centrale, dove è
piacevole passare qualche ora leggendo riviste e guardando i passanti che vanno al
mercato. cinemathequedetanger.com
[4]
[ 2 ] Dar Nour
Accanto alla porta centrale della Kasbah, un
po’ nascosto, si apre il portone di questo b&b
che svetta, con la sua struttura bianchissima,
dominando i tetti di Tangeri. Dalle strettissime scale si arriva alle camere arredate in
stile marocchino. Ci sono libri ovunque, luci
soffuse e lampade di stile orientale. La colazione e la cena sulla terrazza più alta sono
momenti indimenticabili: da una parte l’oceano, dall’altra Tangeri vecchia. Un bel modo
per salutare la città. darnour.com
fiori e alberi da frutto, il tè alla menta ed i
frullati sono ciò che basta.
[1]
El Morocco Club
è il locale “cool” per gli stranieri a Tangeri. Il
proprietario è francese, residente nella città
marocchina da sempre, grande narratore
di aneddoti interessanti che racconta se gli
piace chi è seduto al suo tavolo. è un buon
ristorante e anche locale dove bere un drink
serale. è cliente di Caseificio Italia, un brand
italiano esportato a Tangeri qualche anno fa
che, dopo tempo passato in questa città, fa
davvero sentire a casa. elmoroccoclub.ma
[ 3 ] Caffè Hafa
Si trova un po’ fuori dalla Medina, in Mohammed Tazi, una via stretta dai toni blu. è una
tappa fondamentale per bere un the alla
menta e sgranocchiare noccioline. Il caffè è
infatti all’aperto, sviluppato in verticale proprio davanti allo stretto di Gibilterra, con pareti azzurre marocchine e le diverse terrazze
[ 4 ] LA MEDINA
La Medina di Tangeri è un labirinto di stradine bianche dove si trova il bellissimo palazzo seicentesco del sultano, oggi sede di
un importante museo. Da sempre affascina
ed è fonte di ispirazione per molti artisti:
personaggi come Eugène Delacroix, Henri
Matisse, Tennessee Williams, Allen Ginsberg
e William Burroughs erano di casa. Nelle vicinanze della piazza del Piccolo Socco si trova la Grande Moschea, trasformata in chiesa
e poi di nuovo in moschea nel 1684, mentre
nella piazza del Grande Socco si trova il mercato più animato di Tangeri. Come in Only
lovers Left Alive di Jarmush, è bello vagare e
perdersi per questi stetti viottoli.
[1]
situate ad altezze differenti. La costruzione
è semplice, senza lussi. L’atmosfera è molto
mediterranea. Il Caffè Hafa è un luogo storico, fondato nel 1921 ed era il posto favorito a
Tangeri di Paul Bowles e i Rolling Stones, che
vengono avvistati ancora oggi a questi tavolini per fumare hashish. Cactus, palme, piante,
[2]
[3]
Thomas Berra, artista, vive e lavora a Milano. Tangeri è stata
una tappa fondamentale per il
suo lavoro. Nella città marocchina è stato infatti invitato per una
residenza di qualche mese dove
ha dipinto temi e colori anche
una volta tornato a Milano. L’ultima mostra Casabarata a Banca
Sistema ne è stato un esempio.
Ha esposto da Milano a Parigi
a New York fino a Tangeri, appunto. Nel prossimo futuro la
presentazione di un suo progetto editoriale dove ha invitato 100
artisti, Subculture fanzine, presso la galleria Otto Zoo e una nuova personale da Room Galleria.
thomasberra.it
[ 5 ] arte a tangeri
L’artista franco-marocchina Yto Barrada per
più di un decennio, ha offerto una riflessione sulla storia postcoloniale e gli attuali
cambiamenti geopolitici del Marocco da
una prospettiva “non occidentale”. Formatasi presso l’ICP di New York, ha ottenuto il
riconoscimento nel 2004 con “A Life Full of
Hopes - The Strait Project”, una serie fotografica che presenta un ritratto inedito della
sua città natale Tangeri. I suoi lavori includono anche film, installazioni, sculture: tutti
raccolti nella monografia omonima pubblicata da JRP [Lionel Bovier and Clément Dirié,
Yto Barrada, 160 pp., € 40]. jrp-ringier.com
ytobarrada.com
[5]
A cura di Marco Magalini
ed Enrico Longo
13/ Moda
12/ Moda
76
76
New York >
Esplorazioni
moderne
Milano > Visione del contemporaneo Ridefinire la fisionomia del made in italy contemporaneo, erede di quello che un tempo veniva definito lo
stile italiano, è un’ operazione necessaria per il rilancio
della nostra immagine e il riposizionamento dell’Italia nel
manifatturiera, nata per inmercato globale. L’accezione
centivare il processo di rivaaffonda le radici nel profonlutazione e soprattutto per
do della nostra tradizione
proteggere l’italianità del
prodotto all’interno di una
famelica logica di mercato.
La responsabilità è oggi affidata a un’emergente classe
imprenditoriale, che solo attraverso il suo operato può
modificare il percepito del
nostro fare all’estero.
La coppia di designer Nicholas e
Christopher Kunz
alias Nicholas K
trae
ispirazione
dall’esploratrice
svizzera del XIX
secolo ​Isabelle
Eberhart la quale lasciò la sua Ginevra molto giovane per recarsi in nord
Africa, dove viaggiò a lungo vestita
da uomo per poter preservare la sua
libertà. Dedicò la sua vita alla lotta
contro le ingiustizie del colonialismo
ed alla cura dei poveri. La palette della
collezione riflette la naturale evoluzione di un giorno nel deserto del Sahara,
l’habitat naturale degli esploratori, coi
i crema morbidi del cotone trasparente, mentre la texture della seta lavata
a sabbia nei ricchi toni del topazio, del
verde oliva e turchese rappresentano
le rotolanti, fini sabbie del deserto.
I toni scuri di nero e carbone ricordano invece i misteriosi occhi sottolineati dal kajal caratteristici del nord
africa. Metallo, pelle e particolari
ispirati allo steampunk
incorniciano il tutto, come
gli occhiali da sole julbo
vermont, le cinture di rilleau leather, tacchi in pelle anticata avvolti in lacci
di corda, creati in collaborazione col designer di
scarpe Kiyoon Baek.
Londra > Belstaff:
Riding Adventures
Marco Magalini, giornalista
esperto di moda e design,
nella pubblicazione Moda. Il
nuovo made in Italy edito da
Giubilei Regnani, si pone come un osservatore
attento al contemporaneo, in grado di captare
con obbiettività le eccellenze della nuova generazione attraverso l’individuazione di case history di successo che si stanno affermando sullo
scenario globale. La prefazione del libro è scritta
da Renzo Rosso. [Diana Barbetta]
Marco Giugliano e Nicolò Bologna,
designer di Marcobologna
Il Regno Unito, patria di
Belstaff, viene ancora una
volta celebrato dal brand.
La collezione autunno/
inverno è un omaggio ai
suoi motociclisti, quelli che nel 1965 sono stati
protagonisti del Six Day
Trial Race nell’Isola di
Mann. La performance è
come al solito elemento
primario, concentrandosi
su protezione, funzionalità
e resistenza da applicare
ai bozzetti d’archivio e ai
capi iconici, rivisitati qui
Milano Glasses Are Cool Vagamente hipster,
decisamente cool. Sono gli occhiali di Retrosuperfuture, già famosissimi per le lenti da sole, si
evolvono ora nella Optical Collection, la prima di
montature per occhiali da vista. Il mood è raffinato,
calibrato mix di creatività, funzione e soprattutto
manifattura italiana della migliore qualità. Declinate in diversi materiali, le frame
sono sottili e delicate, tutte con un chiaro riferimento ai modelli iconici del passato, riproposti in tonalità contemporanee e tecnologiche, con cui giocare
o da indossare ogni giorno •
Tokyo Flexible Metropolis La città sempre in movimento, che mixa
magia e casualità, è l’ispirazione della collezione di accessori Bao Bao
di Issey Miyake. Un’icona per lo stilista giapponese, che viene reinterpretata con le stampe della Tokyo moderna e con applicazioni di
bulloni che ricordano quelli dei transformer meccanici. Colori forti,
come nell’iconografia nipponica e nelle stampe dei robot disegnati
dall’artista manga Takashi Okazaki, proposti su singoli moduli triangolari che assemblati costruiscono accessori flessibili e contemporanei •
in chiave contemporanea.
Così il mondo dell’equitazione incontra quello del
motor-sport, in mantelle
oversize da moto e parka
perfetti per le temperature
più rigide. L’heritage Belstaff è assicurato dai pattern tradizionali della lana,
proposti sopra capi in pelle
e nel classico cotone cerato, ma anche dallo shearling, abbinato ai pantaloni
da corsa e nella fodera di
stivali off road. Un look che
prende ispirazione dai motociclisti spericolati innamorati del brand, dove lo
stile very british incontra
massima protezione e prestazioni ottimali. A cavallo
della moto e non.
BARCELLONA Streestyle d’avanguardia Un tratto
distintivo contraddistingue le Munich, sinonimo ​indiscusso ​di uno streetstyle all’avanguardia. Dal 1939,
quando il brand è nato, le cose sono decisamente
cambiate. In origine produceva scarpe sportive per il
calcio, la pallamano o la boxe. Oggi invece è ai piedi
degli urban-player più esigenti​, dalla Grande Mela al
Giappone​. Attraverso gli anni, Munich ha esteso la sua
fama anche grazie all’inconfondibile X, disegnata in
ogni scarpa, che l’ha trasformata in un segno di prestigio e leadership •
Zurigo F-abric. Il Tessuto del Futuro Freitag è ormai famosa per essere riuscita
a trasformare i teloni dei camion in borse super cool, un must have che non accenna ad esaurire il suo fascino. Adesso i creativi dell’azienda svizzera hanno deciso
di sfruttare la ricerca sul materiale per la creazione di un tessuto robusto, sempre
prodotto in modo sostenibile e compostabile. Nasce così F-abric, con cui Freitag
realizza la sua prima collezione d’abbigliamento dal design lineare e dalle tinte naturali, per un impegno continuo verso il pianeta, rigorosamente made in Europe •
SuperDuper
Hats
Tre giovani menti innamorate
di un accessorio classico, che
trasformano in contemporaneo.
Ode al cappello.
Firenze. Arma di seduzione, strumento di
eleganza, dettaglio di stile: è il cappello,
l’accessorio su cui hanno deciso di lavorare i creativi di SuperDuper Hats. Ilaria e Veronica Cornacchini, insieme a Matteo Gioli,
sono i tre designer che hanno concretizzato la passione per il cappello avviando una
produzione realizzata interamente a mano
ispirata da una città, Firenze. È proprio qui
che i tre creativi hanno bussato alle porte
di artigiani e modisti che svolgono questo
lavoro da sempre per imparare davvero
come si realizza un cappello a regola d’arte. Provenienti tutti e tre da una formazione in design, hanno svolto percorsi diversi:
Veronica era una danzatrice di danza contemporanea, Ilaria ha studiato architettura
mentre Matteo è stato musicista professionista per anni. Insomma, la creatività
ce l’hanno nel sangue, uno spirito operoso
che nelle prime collezioni hanno riversato nella produzione in totale autonomia.
Un figlio d’arte,
che ha fatto tesoro
della sua legacy per trasformarla
in un progetto tutto suo.
Come molte giovani realtà italiane, anche loro sono nati autofinanziandosi,
coinvolgendo dei laboratori artigiani
fiorentini per la creazione di quello che
Brescia.
Alberto
loro definiscono il “cappello a chiloPremi le scarpe ce
metro zero”, proprio perché sono orle ha nel sangue.
gogliosi di riuscire a fare tutto nella
Una predisposizione
loro città e seguire personalmente
alimentata dalla proogni step. E lavorando in questo
fessione del padre, per
modo sono riusciti a riaffermare
oltre trent’anni modellil’estetica di un accessorio che
sta di scarpe, che si parischiava di cadere in disuso,
lesa quando fin da piccolo
sancendo il successo del loro
dimostra una viva curiosità
brand grazie al premio Who
per il lavoro del papà. Attentissimo ai processi impara
Is On Next? uomo e alla
come si ragiona, come si provavendita online su Yoox.
no i colori, si mischiano i matecom.
riali, e soprattutto come nulla sia
E pensare che è iniziato
lasciato al caso nel progetto di una
tutto con una vecchia
calzatura. Il resto del suo tempo è
forma in legno per capequamente diviso tra le passioni che
pelli acquistata in un
scandiscono la sua vita quotidiana: la
mercatino… •
moda, lo sport e l’arte, tutte approcciate con lo stesso sguardo interessato
e assetato di risposte e di risultati. Chi
pensa che Alberto sia un altro bel viso
che tenta il mondo della moda con un
progetto carino ma con data di scadenza,
probabilmente si sbaglia. Qui c’è il knowhow, e un duro lavoro per costruirlo e
reinterpretarlo a modo proprio. Non ci
sono dubbi sul percorso di studi da intraprendere: nel 2013 Alberto Premi si laurea in stilistica tecnologica all’Istituto ITS
Machina Lonati di Brescia. È il momento
giusto per fare tesoro di tutto ciò che ha
imparato a scuola e fuori, sfruttando la
sua esperienza nello sport, sinonimo per
lui di perfezione fisica. Da qui arriva alle
espressioni artistiche, ai corpi di Bernini,
Delacroix e anche al futurismo dinamico
di Filippo Tommaso Marinetti. Un turbinio
di idee, che si traducono in bozze di interpretazioni e rimaneggiamenti e che non
tardano a trasformarsi nella prima collezione di sneakers firmata Alberto Premi.
Un look ispirato alla quotidianità •
14/ Stile
76
Foto Angela Improta
Stile Elisa Anastasino
bon hiver Le temperature si abbassano e sale il desiderio di comfort; lana, velluto,
pellami, ci si attrezza per affrontare l’aria sferzante dei mesi a venire.
In senso orario: cappello Altalen, coperta Woolrich, borsa Paul Smith, giaccone Gant, anello con dente Cheap Monday, camicia a pois D.N.L.,
serafino panna Gant, pantaloni Franklin&Marshall, cintura Mauro Grifoni, occhiali Giorgio Armani, portacandela Flò, stivali Raparo
16/ Grooming
76
A cura di Alex Vaccani
Foto Matteo Weber
ORLANDO Nove fragranze eclettiche senza tempo fautrici di sogni irrazionali, su cui si è portati
a indugiare e a tratti a perdersi. Essenze che come il personaggio di Virginia Woolf offrono contrasti: caldo
e freddo, luce e buio, rendendo questa selezione di profumi un misterioso conflitto emozionale.
L’Orlando di Virgina Woolf,
era un giovane uomo dal look
androgino che un giorno si risveglia donna; un dualismo tra
maschile e femminile, virile e
aggraziato, potente e delicato,
dolce e amaro. L’Orlando è l’ispirazione per una serie di profumi che rivelano la diversità
che è insita in ogni persona. A
seconda del proprio stato d’animo si può prediligere un profumo più virile e amaro, piuttosto di un profumo più confortevole, dolce e avvolgente.
Una serie di fragranze che
evocano storie o immagini
che a volta lottano tra di loro,
una battaglia interiore che
termina nel momento in cui si
trova la propria metà opposta
o al contrario quando non la si
trova e il tutto si esaurisce con
l’accettazione della propria diversità.
ANNICK GOUTAL
Vent De Folie
C’è un pizzico di sana follia in
questo juice ricco di fiori freschi
e dolci frutti. Una fragranza giovane e sfacciata come un leggero abito di seta con i capelli
spettinati dal vento che spensierata ma conscia del proprio
fascino ci sorride ammiccando.
MEO FUSCIUN Narcotico
Un profumo, un odore, un’emozione violenta che proviene dalla Sicilia più nascosta e
sacra; come varcare l’ingresso
di una chiesa antica di Palermo
con resine calde, note penetranti d’incenso, oud e benzoino. Stati mistici intrecciati che
vestono il corpo e il ricordo rimane narcotico.
SANTA EULALIA Obscuro
Le notti invernali di Barcellona,
mai troppo buie, asciutte e miti
sono l’ispirazione di questa
fragranza che comunica un
lato dark, nascosto e insolito.
L’incenso, l’anice stellato e lo
zafferano rendono Obscuro un
abbraccio mistico.
MOLINARD Secret Sucre
Questa fragranza è carnale,
gourmand e tenera, grazie a
note segrete dolci e ambrate
di torrone e vaniglia. Una personalità talcata, quasi teneramente insolente per la sua
sensualità, accettata tra fervore e sussurro, che promette
alla pelle sensuali un corpo a
corpo.
CHLOÉ Love Story
Quest’essenza è la colonna
sonora di un amore che nasce, una sinfonia seduttiva
che si muove sulle note di
neroli, fiore d’arancio, gelsomino, stephanotis, e cedro.
Un nuovo progetto olfattivo
racchiuso in un flacone che
ricorda un lucchetto.
CARVEN Pour Homme
Un’elegante bottiglia laccata
di nero racchiude un profumo
legnoso, speziato, con note
aromatiche, foglie di violetta e
pompelmo seguiti da noce moscata, salvia e legno di cedro,
rifinito con una scia di vetiver e
legno di sandalo latteo.
JEAN PATOU Joy Forever
Un fiorito che riprende i fondamentali ingredienti originali del
predecessore Joy; gelsomino
e rosa di maggio, rivisitato in
chiave moderna per una donna che unisce con naturalezza
uno stile casual ad un’eleganza pura e raffinata. Lo spirito
senza tempo raggiunge l’apice
con galbanum, mandarino e
bergamotto.
Agonist Black Amber
Una fragranza che fa viaggiare, che evoca fin da subito il
cuore ambrato e cupo di una
fitta foresta di legno di Sandalo Indiano e di Cedro Atlas. Un
profumo mistico che una volta
a contatto con la pelle evoca
emozioni molto primitive, fumose e magiche.
NOBILE 1942 Rudis
Un salto nell’antica Roma
dove il “rudis” era la spada di
legno del gladiatore. Un profumo ricco di contrasti forza e
gentilezza, virilità e debolezza.
Si manifesta sulla pelle in un
turbinio di emozioni simili a
quelle che prova il gladiatore
nell’arena; prende coraggio
attraverso note di vino, si prepara alla battaglia con rosa
e geranio, si protegge con
un’armatura di fondo di cuoio
e incenso.
Intervista di Marco Magalini
18/ Moda
76
Una chiara estetica che unisce il rigore
della geometria al romanticismo della femminilità,
che nulla può senza la giusta ricerca materica.
“Se il tessuto è sbagliato, non c’è design che tenga”.
Milano. Quando il nome di
un brand riesce ad associarsi, nella mente del pubblico, a un’immagine che lo
rappresenti in modo chiaro,
è un elemento fondamentale per sancirne il successo. Pensando a Co|te,
il marchio d’abbigliamento
romantico e femminile creato da Francesco Ferrari e
Tomaso Anfossi, l’immagine è indubbiamente quella delle macrostampe, su
sfondo
monocromatico,
applicate a silhouette geometriche che ricordano i
solidi studiati sui banchi di
scuola. Un’armonia creativa
di due giovani menti, nuova
linfa per il panorama italiano della moda.
Come siete arrivati a questa
forte intesa stilistica?
La formazione è la stessa:
anche se in anni diversi,
abbiamo entrambi studiato all’Istituto Marangoni di
Milano. L’incontro tuttavia è avvenuto da Dsquared, dove uno disegnava il
menswear e l’altro gli accessori donna. Dall’amicizia iniziale, il diventare soci è stato
un corso naturale. Entrambi
avevamo voglia di fare qualcosa d nostro, e il banco di
prova per capire se eravamo
fatti per lavorare insieme è
stata una camicia da uomo
che Tomaso aveva nel suo
armadio: doveva essere
trasformata in un capo femminile. Insieme l’abbiamo
destrutturata e ricomposta,
la cosa ci ha divertito e da lì
è iniziato tutto.
CO|TE. STRUTTURE
ROMANTICHE
Poi ci incontriamo e discutiamo per cercare un punto
di incontro, che solitamente
arriva in modo naturale perché entrambi siamo attratti
da un’estetica analoga, geometrica e colorata, che si
traduce immediatamente
in ricerca tattile. Quest’ultima è fondamentale: se il
tessuto è sbagliato non c’è
design che tenga.
Il processo creativo dunque lo
percorrete insieme?
Non proprio. Quando iniziamo a progettare una collezione ci mettiamo all’opera
in separata sede, in modo
che ognuno si senta completamente libero di disegnare con la propria testa.
a sfilare a On Stage, il progetto di Milano Unica.
Quella è stata un’esperienza
che ci ha davvero arricchiti.
I nostri capi nascono da un
continuo scambio di idee,
ma il riferimento sempre
presente è quello di una
donna curiosa che ama
sperimentare. La geometria
che sta alla base del nostro
design rende fondamentale
la scelta del tessuto, perché
di primaria importanza per
mantenere i volumi desiderati. Con quella sfilata abbiamo potuto approfondire
e potenziare questo aspetto
della nostra produzione perché ci ha dato l’opportunità
di collaborare con i principali
produttori italiani di tessuti.
Una ricerca tradizionale e
qualitativa. Come si traduce
nella vostra moda contemporanea?
L’interesse per il mondo tessile vi ha portato anche l’invito
È la voglia di giocare con la
moda ad accomunarci. Cre-
diamo che la visione della
moda di oggi sia più ludica
rispetto al passato, meno
abbottonata e più rilassata. Per noi questo significa
un’estetica iper-contemporanea accompagnata alle
capacità produttive dei nostri artigiani. Le cuciture, i
dettagli, la vestibilità: nulla
è lasciato al caso e chi indossa i nostri capi deve stare bene con se stesso dalla
mattina alla sera, secondo i
frenetici ritmi di vita odierni.
20/ Spazi Urbani
76
chitettura sta sperimentando
parecchio, come anche tutte
le tecniche dietro al business
del riciclo. L’accoppiata di
queste due discipline, unita a un occhio lungimirante,
ha portato alla progettazione dell’Organic Skyscraper,
un singolare grattacielo che
si alimenterà con i rifiuti dei
propri inquilini. Il progetto,
ideato dalla coppia di architetti Chartier-Corbasson, ve-
drà luce a Londra e funzionerà così: una struttura portante in bambù fungerà da
scheletro dell’intero edificio,
mentre i rifiuti di plastiche e
carta degli inquilini forniranno
il materiale per completare la
facciata. Il procedimento di
trasformazione avverrà all’interno della struttura stessa;
80 bottiglie di plastica genereranno un quadro di rivestimento, mentre 75 kg di carta
saranno sufficienti per una
coppia di pannelli termoiso-
Sydney > Il tetto verde di OZ!
Nascerà all’interno del villaggio residenziale ecosostenibile chiamato
Central Park, il giardino verticale più
alto di Sydney. Progettato e curato
dal guru botanico francese Patrick
Blanc, il giardino accompagnerà in altezza il grattacielo high-tech firmato
dall’archistar Jean Nouvel. Costituito
da 250 diverse specie di piante native
australiane, sapientemente posizionate a seconda della loro resistenza a
venti e intemperie, l’edificio cambierà
aspetto e colore, con l’alternarsi delle stagioni; un progetto di
architettura emotiva e vivente che, promettono, trasformerà
lo skyline della città. L’interno complesso di Central Park, che
in totale occuperà 64 mila metri quadri tra residenze, aree
commerciali e spazi per artisti, sarà anche dotato delle più
moderne tecnologie rinnovabili. Ad alimentare l’intero complesso una serie di impianti fotovoltaici situati sui tetti, più
un sistema di ottimizzazione dell’acqua piovana per far fronte
alle diverse esigenze idriche.
NANTES L’alveare delle start-up
Si chiama Hub Créatic ed
è l’incubatore di start-up della città di Nantes. L’architettura
singolare dell’edificio, a cura della Tretrarc Agence d’Architecture, è stata studiata attentamente negli interni in modo da
favorire la comunicazione e il lavoro sinergico delle 70 micro
imprese che vi hanno trovato sede. Singolare anche la facciata, di colore giallo, caratterizzata da finestre che ricordano la
struttura di un alveare; il richiamo perfetto per un ambiente
frenetico e produttivo •
MADRID Chi inquina paga di più
La capitale spagnola ha da
poco aggiornato la politica delle tariffe applicate dai parchimetri. La nuova tassa è “intelligente” e tiene conto di quanto
il vostro veicolo inquina rincarando il prezzo a chi possiede
autovetture ad alte emissioni e alleggerendolo a chi, invece,
guida veicoli più “green”. Una decisione che il Comune ha
adottato con l’obiettivo di indurre quanti più cittadini possibili
ad avvalersi dei mezzi pubblici o, quanto meno, a migliorare
la qualità dei propri veicoli •
76
lanti. La struttura produrrà
anche energia rinnovabile;
in particolare sfrutterà la potenza del vento che, incanalata dalle strutture in bambù,
garantirà la corrente elettrica
all’intero edificio.
Città Del Messico > L’aeroporto ecosostenibile al 100% Costerà 10 miliardi di dollari, sarà pronto
nel 2020 e permetterà il transito di 120
milioni di passeggeri l’anno. Niente di
nuovo per un aeroporto, se non fosse
che questo è stato interamente disegnato per rispettare gli standard di eco-
Tokyo il futuro
della performance
La performance ottimale, di livello
superiore, è l’essenza di Nike fin dalla fondazione. Per raggiungerla nella
corsa nasce la collezione Nike x Undercover Gyakusou Holiday 2014, in
collaborazione con il designer/runner
giapponese Jun Takahashi. L’incontro
tra la serietà con cui Takahashi si approccia alla sport e il meglio dell’expertise e delle innovazioni di NikeLab
portano ad una rivoluzionaria reinterpretazione della tenuta da corsa.
Aspetto fondamentale è la necessità
LONDRA Riciclo in grande (schermo) Lo studio Assemble ha avviato un progetto
di riqualificazione delle oltre 4 mila stazioni di servizio in disuso. Da benzinaio a
cinema d’essai il passo è stato breve (e sostenibile); il progetto pilota è stato realizzato con un sipario d’argento che isola la sala dal ciglio della strada, le poltrone
ricavate da vecchi ponteggi di legno e lo schermo recuperato dal deposito del
Teatro Nazionale. Non mancano popcorn, cola e naturalmente... silenzio in sala! •
MILANO Arriva l’high-line milanese Si chiama “Guardami”
di accrescere la funzionalità di ciò che
si indossa, trasformando l’outfit in un
capo unico, per immaginare come potrebbero essere le modalità di corsa
nel futuro: si pensa così ai Men’s Utility
Long Tights, che eliminano il fastidio di
indossare shorts sovrapposti a tights,
mantenendo comfort e praticità con le
tasche per custodire gli accessori essenziali. Un concetto di mutazione ed
evoluzione che ispira anche la Engineered Sleeve Composite Jacket, che
incorpora diversi materiali per venire
incontro alle più diverse necessità. Il
futuro della corsa è qui.
[Marco Magalini]
Seattle Nella Notte
Nei
mesi invernali quando la notte cala a metà pomeriggio la
sicurezza va tenuta ancora
più sotto controllo durante
le vostre ore di jogging. Le
sgargianti tinte fluo della linea Nightlife di Brooks rendono i podisti estremamente
visibili anche al buio; inoltre i
tessuti dispongono di un‘elevata percentuale di materiale
rifrangente 3M Scotchlite che
permette di essere visti anche
a distanza. La Lite Jacket oltre a
queste caratteristiche possiede il peso perfetto, un tessuto
ultraleggero ed impermeabile
che isola dalle intemperie. Abbinata ai guanti Pulse Lite Glove diventeranno l’outfit perfetto per le vostre corse in notturna, questi quanti leggerissimi
e traspiranti oltre ad isolare
hanno un pad per il dito che
permette di
manovrare
agilmente il
vostro dispositivo touch
screen. Quando si dice correre in libertà!
sostenibilità LEED. Il progetto, a cura di
Foster & Partners e Fernando Romero
Enterprise (più la collaborazione di Netherlands Airport Consultant), mira alla
costruzione di un terminal green che si
alimenterà grazie all’energia del sole e
non necessiterà di ambienti climatizzati.
Raccoglierà inoltre l’acqua piovana, riducendo il prelievo dalla rete idrica locale e verrà letteralmente “montato” con
un sistema di assemblaggio di parti prefabbricate, utile per ridurre al minimo gli
scarti di costruzione. La grande modernità dell’architettura, però, non si dimenticherà del glorioso passato delle civiltà
precolombiane: il perimetro dell’aeroporto ricorderà la sagoma di una statua
Maya, mentre il parco adiacente richiamerà le misteriose linee di Nazca.
il progetto vincitore per la riqualificazione del cavalcavia
Bussa. Posizionato a ridosso di
uno dei distretti più moderni
d’Italia (parliamo del quartiere
Garibaldi - Isola) verrà pedonalizzato, dotato di aiuole e di due piazze pubbliche. Il progetto, realizzato dallo
studio T SPOON, strizza l’occhio agli ambientalisti e all’opera “cugina” della High
Line newyorkese. Meno contenti i fan delle quattro ruote, che si vedranno privati
di un altro parcheggio centrale e strategico •
Berlino Di corsa in aeroporto Durante la settimana dedi-
cata ai festeggiamenti del 25°
anniversario della caduta del
Muro di Berlino, il Tempelhof,
lo storico aeroporto della capitale tedesca operante ai tempi
della seconda Guerra Mondiale, ha riacceso eccezionalmente le luci della sua pista,
per presentare alla stampa
l’ultimo modello di casa Nike:
la Air Zoom Structure 18 dotata di Dynamic Support a tripla
densità che garantisce sostegno, stabilità e ammortizzazione grazie al suo esclusivo
cuscinetto air.
Ph. Fernando Romero Enterpise (1); Chartier Corbasson (1); Patrick Blanc (1)
Londra > Il grattacielo
di spazzatura La bioar-
21/ L’arte di correre
Testi Jean Marc Mangiameli
Da sinistra, in
senso orario:
“Olympic Runner”, 1972;
“Olympic Training Site”, 1983;
“Olympic Track”,
1980. Tutte le immagini: Courtesy
of LeRoy Neiman
Foundation
Amsterdam Il cuore a portata di polso La gamma di
sportwatch
dell’olandese
TomTom si arricchisce dei
modelli Cardio, dotati di sensore cardiaco ottico integrato.
Non cambiano le funzionalità
rispetto agli altri modelli della famiglia ma è ora possibile
tracciare con precisione l’andamento del proprio battito
cardiaco durante gli allenamenti senza dover indossare
una tradizionale fascia cardiaca da petto. TomTom ha una
tradizione ben nota nel settore
della navigazione satellitare e
il know how raccolto in questi
anni è stato messo a servizio di
questi sportwatch.
22/ Spazi urbani
23/
76
L’orto non è più un miraggio
Vi avevamo già parlato di Masdar, la città in via di costruzione nel deserto di Abu Dhabi, disegnata per divenire un centro urbano autosufficiente energeticamente, nonché luogo di sperimentazione di tecnologie rinnovabili; ebbene, il deserto sembra essere l’ultima frontiera da colonizzare
anche per coltivare! In Qatar la società norvegese Sahara Forest Project sta portando a termine
la sperimentazione di un tipo di agricoltura a zero emissioni, basato unicamente sullo sfruttamento dell’acqua desalinizzata e dell’energia solare. Presentato tra entusiasmi e scetticismi nel
2009, alla United Climate Conference di Copenaghen, nel
2012 il progetto ha finalmente depositato il primo “mattone”
Insalate, peperoni e zucchine oggi crescono rigogliose
grazie a un cofinanziamento di 4,1 milioni di euro da parte
all’interno di serre e campi agricoli 2.0 dotati di un impianto
delle società YARA ASA, leader mondiale nella produzione
di desalinizzazione dell’acqua, due centrali solari, un sistedi fertilizzanti, e Qafco, il più grande produttore di urea e
ma di irrigazione e umidificazione delle piantagioni, ma non
ammoniaca degli Emirati.
solo. Il sito pilota del Sahara Forest Project, ubicato a pochi
km dalla città di Doha, prevede anche la raccolta e lo stocIl Sahara Forest Project è stato pensato in maniera tale da
caggio del sale (che verrà poi rivenduto sul mercato) e, soutilizzare quello di cui disponiamo in abbondanza (aree deprattutto, la produzione di biocarburante grazie alla coltivasertiche, acqua salata e luce solare) per produrre ciò di cui
zione di alghe, da tempo oggetto di studio per la creazione
abbiamo più bisogno (acqua potabile, cibo ed energia pudi benzina ecologica.
lita); un’operazione resa sostenibile grazie alla sincronia di
Ma come mai il Qatar, paese ricchissimo per via dei suoi poztecnologie ambientali d’ultima generazione che, già dopo
zi di petrolio, ha deciso di ospitare un progetto del genere?
pochi mesi, hanno permesso agli ingeneri di brindare al priIn primis perché per la sua natura geologica è costretto a
mo raccolto di cetrioli (la verdura più sensibile al sale); un
importare il 90% delle risorse alimentari; secondariamente
successo che ha dimostrato la riuscita dell’esperimento e
perché, come ben sappiamo, in un futuro prossimo le riserve
aperto la possibilità di diffusione su larga scala.
di combustibili fossili si esauriranno, col forte rischio che a
trasformarsi in deserti saranno anche le grandi città degli
Emirati, quindi il momento giusto per sperimentare è adesso!
76
Testo Jean Marc Mangiameli
CETRIOLI, PEPERONI E ZUCCHINE PRESTO SARANNO MADE IN SAHARA.
UNO SCHERZO? NO, L’ULTIMA FRONTIERA DELL’AGRICOLTURA CHE, GRAZIE ALLA TECNOLOGIA,
SFIDA IL CLIMA E L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE MONDIALE.
Ma il SFP non è l’unico sito agricolo a crescere su terreni
aridi, l’Arabia Saudita è già celebre per le sue suggestive
piantagioni circolari a irrigazione centrale che sfruttano l’acqua delle falde sotterranee; dal 1975 ad oggi lo sviluppo è
stato tale che si è passati da 1,600 a 32,000 km quadrati di
terreni coltivati; praticamente oggi il paese è autosufficiente
per quanto riguarda la produzione di vegetali. Anche l’Egitto
e la Libia non sono nuovi alle coltivazioni in terreni sabbiosi;
quest’area del Nordafrica, difatti, può sfruttare un’immensa
riserva d’acqua fossile, presente nelle profondità, che si stima copra un’area grande quanto la Germania. Ma l’arretratezza tecnologica e l’instabilità dei governi del Maghreb, non
hanno ancora permesso a questi paesi di sfruttare al meglio
la risorsa.
Per guardare al futuro bisogna tornare in Qatar dove gli imprenditori illuminati sostengono che è bene sfruttare questo
momento di benessere economico per esplorare quel che ci
sarà dopo l’era del petrolio e del gas, e non solo negli Emirati.
Uno spin off del Sahara Forest
Project, difatti, è stato avviato da
poco anche in Giordania, dove lo
scorso 22 giugno si è firmato
un accordo col Ministro dell’Ambiente locale Taher Shakhair. Qui
l’ambizione è di creare un’area di
200 mila metri quadrati (di gran
lunga ben più estesa rispetto al
progetto pilota del Qatar - appena 10 mila) con l’obiettivo
successivo di decuplicare lo spazio. Un vero e proprio laboratorio che si stima fornirà oltre 200 mila tonnellate di cibo
l’anno, utili a coprire buona parte della domanda locale.
Ma non mancano le polemiche. Prima tra tutte il prelievo
dell’acqua marina; c’è chi si preoccupa possa alterare l’equilibrio dell’ecosistema; che piaccia o no all’uomo, il deserto è uno degli ambienti naturali del pianeta, come del
resto la macchia mediterranea, la tundra e la savana. È ragionevole trasformarlo in una pianura
fertile? E il costo di queste operazioni, è sostenibile? Di certo vista l’eccellenza ingegneristica
e le tecnologie richieste, non se lo potranno permettere paesi sottosviluppati. Tutte domande
legittime a cui al momento non ci sono risposte certe, ma che tengono alto il dibattito su una
delle idee più rivoluzionarie nel campo dell’industria agricola mondiale che, è bene ricordarlo, nel
2050 dovrà sfamare oltre 9 miliardi di persone.
24/ Design
76
A cura di Marco Magalini
Roma > Carefree Relax L’Oriente è spesso fonte di ispirazione
per il design. Stavolta è la forma
delle polpette di riso giapponesi, le
conoscono bene gli appassionati di
manga, ad aver stimolato il giovane
designer Alessandro Di Stefano nel
design della poltrona pouf Onigiri
per Formabilio. Un approccio casuale, e soprattutto informale, alla
seduta da salotto, interpretata con
una soffice poltrona che invita quasi
a “tuffarsi”, accogliendo il corpo in
un morbido abbraccio. Per rendere
New York > Art on the Ground Scordiamoci del tappeto come accessorio tradizionale e
complemento d’arredo “classico”. Nodus, studio
sperimentale e progetto culturale, combina le
tecniche più raffinate nell’arte dell’intreccio alle
idee visionarie delle migliori menti creative, per
collezioni di capolavori di maestria artigianale
che pongono i tappeti come vere e proprie opere
d’arte. La Limited Edition collection 2014 non è da
meno, orientandosi alla rivisitazione di elementi
naturali ma in un’ottica marcatamente urbana,
in cui bouquet contemporanei e stilizzati incidono anche sul profilo del tappeto. Forte ispirazione
anche la tecnologia, espressa in forme squadrate
e pure ma intricate in fittissimi particolari: le pale
di un’elica diventano motivo decorativo e definiscono sezioni precise per un pattern che ricorda
gli ingranaggi e i meccanismi di un motore, nella raffinatezza di tinte delicate. Più che tappeti,
tele attraversate dalla creatività e
dall’emozione dell’artista, da
posare sul pavimento
anziché appendere al
muro.
facile e maneggevole lo spostamento, l’imbottitura di Onigiri è stata pensata in leggerissime perle di
polistirolo, con un accenno di sostegno dato dallo schienale d’appoggio
in poliuretano. Interessante il rivestimento, in tessuto ecosostenibile
riciclato, che mixa il cotone e l’acrilico ad altre fibre. Il design è decisamente minimale, pensato per poter
spostare e posizionare facilmente
Onigiri in ogni ambiente della casa
e creare così un personale angolo
dedicato al relax senza pensieri.
Rønde, Danimarca >
Comporre l’essenziale
Materiale, colore, funzione:
tutto viene perfettamente
calibrato e combinato nei
prodotti di lifestyle immaginati da Mette e René, fondatori di Applicata. Una passione per il colore, visto come
frutto di una decisione ponderata e portatore di una funzione
specifica, guida nel design di oggetti
in cui esso dialoga con il materiale, per
Groenlandia Tecnologia e natura estrema
Moncler e
l’incontro con la natura, lo sport, la resistenza al freddo assoluto: equilibri in cui arte e tecnologia si mixano,
trovando sfogo in iniziative sempre diverse. Quest’anno
sono le situazioni estreme della Groenlandia a ispirare
un’inedita collaborazione tra Leica e Moncler, che veste con i suoi colori iconici il
nuovo modello Leica X Edition Moncler. Un’edizione limitata con cui il fotografo
Fabien Baron ruba scatti del paesaggio ghiacciato della Groenlandia, da ammirare in una mostra durante il Frieze Art di Londra •
Montigny-la-Resle, Francia Design da vacanza
Da collezionisti a
designer. Johan Bouman e Pieter Franssens sono i proprietari del maestoso Chateau de la Resle, un rifugio idilliaco nella campagna francese.
Ispirati dalla collaborazione con i designer che nel passato avevano progettato per lo Chateau, hanno creato un proprio brand in cui fondere la
passione per arte, design, architettura e cultura. La provenienza olandese ha ovviamente influito sullo stile nordico e vagamente retrò degli arredi, ma anche la Francia adottiva è decisamente
presente • A sinistra, la credenza “Montigny” di Roderick Vos.
stimolare la sensazione tattile oltre a quella visiva.
Con quest’idea in mente la designer Anne Boysen
ha progettato per Applicata Watch:out, un orologio da muro minimalista, pensato nella solidità del
legno di quercia o del cemento. La nota di colore
qui è affidata alle lancette. Una sorta di campanile
immaginario e stilizzato che sovrasta la città composta da Arch:you, casette decorative, anch’esse
in quercia o in cemento. I tetti colorati con le tinte
più diverse si accompagnano a un forte impatto
architettonico, per giocare con la composizione e
creare un ambiente fantasioso, ironico ma solido,
nella struttura come nel concetto.
Como Eco-made in Italy L’abitare made in Italy è eco-friendly. Gloook è una giovane realtà che abbina ad arredi e complementi di design dal forte carattere
una realizzazione sartoriale con il materiale ecocompatibile per eccellenza: il
cartone. Si scopre una materia eclettica, duttile e più versatile di quanto si possa
pensare, adatta agli ambienti pubblici come a quelli privati. Un impegno sostenibile che non intacca il design originale e le interpretazioni ironiche dei classici
elementi dell’arredo, con la possibilità di costruire tutto ciò che si desidera •
Milano Domus Academy loves claymodelling
Anche se oggi l’utilizzo
di modellazione digitale al computer ha conquistato buona parte dei
processi di definizione del design di un’auto, la realizzazione di modelli in argilla è ancora uno degli strumenti più importanti.Gli artisti dell’argilla partono da una massa priva di forma e la trasformano
nelle forme stilistiche che i designer hanno immaginato per l’auto.
Ecco che Ford si unisce a Domus Academy per un giorno di modellazione dell’argilla applicata al mondo del design delle auto. Un
workshop nel quale il team della Ford ha svelato le tecniche e i segreti
di questa arte agli studenti del Corso di Master in Car & Transportation
Design, impegnati in un workshop dedicato al claymodelling •
26/ Design
27/
76
in fuga
dal mondo
dei
sogni
Dalle maschere di lady Gaga agli arredi di Louis Vuitton,
gli Haas Brothers sovvertono il mondo del design.
Los Angeles. I fratelli gemelli
Simon e Nikolai, noti come The
Haas Brothers, creano tutto dal
loro studio di Los Angeles, fucina di creazioni incredibili, che
si tratti di scenografia o arte ready-to-wear. Dalle maschere di
scena per Lady Gaga agli arredi
in foglia d’oro per i monomarca
di Louis Vuitton, ogni progetto
si sviluppa in maniera sorprendentemente coerente, coniugando savoir faire artigianale e
spirito irriverente. Oggi, un volume edito da Damiani Editore
svela il loro mondo.
Prima dei molteplici e prestigiosi
premi internazionali, prima della
notorietà ed autorevolezza che
avete oggi... come è iniziata la
vostra storia?
Intervista di Marco Magalini
Immagini Courtesy of Joe Kramm
/R & Company, NY
76
Nikolai
Nostro padre intagliava la mentre Simon studiava alla
pietra e ci ha insegnato il suo Rhode Island School of Design
mestiere. Siamo cresciuti rimo- a Providence. Alla fine entrambi
dellando la casa dei nostri geni- ci siamo ritrovati a Los Angeles
tori che erano - beh, sono tutto- e da lì è iniziato tutto. Avevamo
ra - delle persone eccentriche, entrambi un lavoro ma occadecisamente insolite; eravamo sionalmente creavamo pezzi di
circondati da strumenti musi- design per la Johnston Marklee
cali, attrezzi, materiali d’ispi- con cui abbiamo arredato lo
razione e bizzarrie d’ogni tipo. studio del nostro amico Tobey
In qualche modo quando ero Maguire. è stato proprio lui a
più giovane mi sono ribellato a spingerci in questa direzione
questa educazione
all’insegna dell’arte,
provando ad immerfacendoci tornare a coltivare la che l’incontrammo Brandon
germi nel mondo
passione con cui ci confronta- Maxwell ci presentò dicendo:
dell’hockey su ghiacvamo da bambini. Lungo la no- “Questi sono i fratelli Haas,
cio... ma alla fine ho
stra strada abbiamo incontrato sono gemelli” e lei rispose “lutrovato la mia strada
molte persone che sono state il cky family!”, con una voce partiproprio nel settore
cardine del nostro percorso ar- colarmente sensuale. La trovai
da cui fuggivo. Prima
tistico: Vincent Gallo, Donatella molto affascinante e divertenvivevo a New York
Versace, Tobey Maguire, Sharon te. Questa è stata sicuramenfacendo il musicista
Johnston e Mark Lee, Leonardo te l’episodio più emozionante
DiCaprio, Terrence Mallick, Lau- nell’ambito del set-design.
ra Dern... e la lista potrebbe andare avanti.
La serie Hex, con piastrelle di
Vi occupate di set design e oggetti di scena. Qual è stata l’esperienza lavorativa che ricordate con più emozione?
Lavorare con Lady Gaga è
stata davvero una esperienza. Ricordo che la prima volta
n
bronzo lavorato a mano, parla di
sperimentazione e artigianalità.
Quanta manifattura c’è nel vostro design?
n
La manifattura è una parte
enorme di come ci esprimiamo.
Siamo letteralmente ossessionati dalla sperimentazione e
vogliamo spingere i materiali
in territori del tutto sconosciuti
alla maggior parte delle persone. Gran parte della motivazione in quello che facciamo è la
convinzione che possiamo piegare e plasmare la nostra realtà. Se uno riesce a trasformare
un materiale per sostenere una
sua visione, significa che è altrettanto in grado di cambiare
il corso delle cose. Questo concetto in sé è molto intrigante
per entrambi, ma non solo. Già
l’idea che la realtà in termini
astratti possa essere piegata è
naturalmente eccitante, ma il
fatto che sia possibile passare
dall’astratto al concreto lo è ancora di più. Penso che tanti artisti si perdano l’opportunità di
catturare molti aspetti espressivi che provengono dalla produzione in proprio del lavoro.
Il processo di costruzione in
prima persona rivela un sacco
di opportunità per esprimere e
imparare come si costruiscono
le cose.
Simon
Siamo arrivati nel mondo dell’arte e del design come
costruttori. Ci piace pensare a
noi stessi come degli studiosi
dei materiali che stiamo usando, anche se capiamo che fare
qualcosa a mano ti può insegnare molto di più sulle forme
e sui materiali rispetto a qualsiasi attività di studio. Lavorando con Millefiori, per esempio,
siamo entrati uno stato di vera
e propria meditazione. L’artigiano deve pensare in piccolo e in
grande allo stesso tempo, il tutto mentre si affida all’intuizione
per guidare le sue mani. Il pensiero astratto è necessario per
visualizzare un pezzo dal suo
inizio alla fine in una sola volta,
contemporaneamente in piccola e larga scala. Il tutto senza
mai lamentarsi per la quantità di
sforzi necessaria per ottenerlo.
È un processo incredibilmente
salutare per qualsiasi persona
che lo faccia. La produzione e
la progettazione sono la stessa
nel nostro studio, una non viene prima dell’altra.
A cura di Marco Magalini
28/ Design
76
29/ Design
76
Quali sono i vostri riferimenti
musicali, letterari e artistici?
S
Sono stato influenzato principalmente da pittori come
David Hockney, Lucian Freud,
Bridget Riley, Philip Guston,
da musicisti quali Panda Bear,
Avey Tare, Kevin Parker, Britney Spears e dai libri “Metamagical Themas” di Douglas
Hofstadter, “Chaos” di James
Gleick, “Giovanni’s Room” di
James Baldwin, “Hockney by
Hockney” di David Hockney e
“A Life of Picasso” di John Richardson.
Cool World è la prima
personale americana dei
fratelli Haas. Il titolo è preso
in prestito dall’omonimo film
a tecnica mista del 1992 di
Ralph Bakshi. In mostra fino
al 10 Gennaio 2015 presso la
R & Company di New York.
r-and-company.com
Design e arte.
Qual è il confine?
S
È una questione alla quale
pensiamo spesso. La verità è
che non facciamo nulla per
definire un limite netto... Non
avrebbe senso. Le definizioni
di arte e design sono del tutto soggettive e solitamente si
concordano di volta in volta
tra case d’asta, curatori e un
piccolo input dall’artista. Tutto
ciò che facciamo, sia un dipinto o una sedia, proviene dallo stesso luogo. Nella nostra
pratica non abbiamo assolutamente confini, il che, credo dimostri che sia possibile
trovare successo in entrambi
i mondi, arte e design, senza
darsi delle etichette come uno
o l’altro.
La copertina di “Vol. 1” edito da Damiani
Personalmente sono influenzato più che altro dalla
musica e dai cartoni animati.
Amo Ren & Stimpy, Adventure Time e la maggior parte
dei vecchi film Disney. Poi
la musica Psych-rock, Rap,
Prog Rock, Synth, New Wave
e Country... diamine, praticamente amo veramente tutta la
musica! Michael Rother, Pink
Floyd, Crosby Stills Nash and
Young, i Manhattans, Tame
Impala, Frank Ocean, Mott The
Hoople, l’elenco potrebbe continuare per sempre...
n
La vostra cifra stilistica risiede nella felice accoppiata tra
padronanza dei materiali più
vari - ottone, bronzo, porcellana, pelliccia, resine tecniche e
poliuretano. Dove nasce l’ispirazione?
S
Ogni materiale si comporta
quasi come una persona, ha
una vera e propria personalità. Quando s’incontra una
persona, si può parlare con
lei e guardarla negli occhi per
capirla fino in fondo e magari,
alla fine, si possono suggerire
addirittura delle cose che la
spingeranno a prendere determinate decisioni. Io personalmente guardo i materiali
allo stesso modo. Quando ho
iniziato a giocare con la ceramica, ad esempio, osservavo
come si comportava in circostanze diverse e, una volta
capito come reagiva a determinati stimoli, ho provato a
vedere cosa potevo fare per
ottenere la reazione che desideravo. Ogni materiale che
uso viene scelto sulla base
delle sue proprietà e le sue
intenzioni. Mi piace sbloccare
il potenziale di un materiale allo stesso modo in cui un
professore riesce a sbloccare
il potenziale di uno studente. A
quel punto interviene mio fratello, che è in grado di dar vita
al materiale applicandogli delle forme del tutto innovative.
Alessandro
Zambelli
Parlando di Italia al mondo.
È tra i fondatori di PadiglioneItalia
Mantova. Metodo e gusto per la tradizione, misto a quello per l’innovazione;
sono le caratteristiche che contraddistinguono il designer Alessandro Zambelli che, fedele alla sua Mantova dove
vive e lavora, nel corso di pochi anni dalla specializzazione in Disegno Industriale e Tecnica dei Materiali alla Fondazione
Cova di Milano, è riuscito ad affermarsi
nel panorama del design internazionale.
L’inizio è stato da Agape, storica azienda milanese per la produzione di bagni
contemporanei, per avviare subito dopo
il suo studio personale. Oggi, a quasi
quindici anni dall’inizio dell’attività professionale, conta nel suo portfolio collaborazioni con le aziende più famose: prima fra tutti Seletti, per la quale disegna
lampade, accessori per la tavola e arredi,
all’insegna di uno spirito quasi artistico
nel quale Zambelli riesce a sintetizzare un’anima, capace di raccontare una
storia e aprire la mente alla riflessione.
Eitan Bartal
OBIETTIVO: STIMOLARE LE interazionI
Cruciale anche il lavoro che svolge per
INNESCANDO L’inaspettatO.
Diamantini&Domeniconi, espressione
di un immaginario italiano al 100%, insieme a un fornito arsenale di progetti
Tel Aviv. Bartal opera Gerusalemme (1992), lavora come artianche per Caimi Brevetti, Disaronno,
a cavallo fra l’arte e il sta e designer. All’inizio della carriera si
.exnovo, Swarovski e molte altre redesign, con progetti che era cimentato in numerose campagne
altà con cui afferma la sua visione
fanno della provocazio- elettorali nazionali, in qualità di direttodel design: coerente, vagamente
ne il loro pane quotidia- re creativo, imparando a dominare alla
ironico ma soprattutto portatore
no. L’azione è fondamen- perfezione i linguaggi comunicativi deldi un’estetica forte di una fortale: molte delle sue opere la propaganda e il linguaggio dei vari tipi
mazione italiana. Ed è proprio al
sono arte performativa, di pubblicità. La sua traduzione in arte
patrimonio di progetti del Bel
con importanti riferimenti è un linguaggio visivo strutturato, effiPaese che Alessandro volge
culturali che affermano una cace e preciso. Che a volte schernisce
gran parte del suo impegno.
chiara visione e una presa di o addirittura annulla se stesso: sembra
Ben lontano dall’esaurire la
coscienza etica, nazionale ed come se è stato creato per auto-elimisua attività nella progetecologica. Per lui, l’atto perfor- narsi. Bartal fa senza dubbio delle opere
tazione, è tra i fondatori
mativo è quasi più affascinante sovversive all’interno della società in cui
di PadiglioneItalia, il coldell’oggetto stesso. Al centro del vive. Egli crea con materiali deperibili, a
lettivo di designer nato
suo lavoro c’è infatti l’arena di per- buon mercato, astenendosi dal desidecon l’obiettivo di tracsone durante l’atto d’esame dell’ar- rio di trasformare le sue opere in ‘oggetciare una mappa delle
te. Ama, nel suo ambiente, suscitare ti desiderabili’. E, nonostante la sua prospecificità del design
(e studiare) le reazioni di chi osserva. vata capacità estetica e tecnica, sceglie
italiano •
Eitan Bartal è nato a Tel Aviv, dove di lasciare le sue opere nel loro livello
vive e lavora oggi. Laureato presso concettuale, sovversivo, senza ricercare
l’Accademia di arte e Design “Bezalel” a le lusinghe del pubblico •
Kevin Amato
Inaspettato
Bronx
30/ Portfolio
76
31/
76
32/ Portfolio
76
Bronx. Kevin Amato ha selezionato e raccolto per la prima volta le
76
sue fotografie in un libro che ha chiamato Cozy ovvero “accogliente”;
sensazione che Kevin percepisce e trasmettere nelle sue fotografie
scattate ai personaggi che popolano il suo quartiere, il Bronx . Il libro
Il fotografo Kevin Amato
è in tiratura limitata di 500 copie e dalle sue pagine emerge tutto il
da oltre DIECI anni fotografa
suo interesse per la cultura street, i viaggi, l’intimità e le emozioni. In
concomitanza al lancio di Cozy Kevin ha creato una capsule collection
amici, amanti e personaggi
fatta di coperte, boxer, magliette e felpe, connessa al titolo del libro,
di strada in maniera
con la collaborazione di alcuni suoi amici quali: Ambush di Cassette
Playa, Off-White, Mykki Blanco e Shayne Oliver di Hood by Air. Una
spontanea e personale.
limited edition da non lasciarsi scappare, sia che si
tratti del libro o della capsule
ìCome mai hai scelto proprio la parola Cozy come titolo?
collection, di questo artista di
è una parola accogliente, è comoda, è confortevole, è sinonimo di betalento destinato a diventare
nessere e ti porta a fregartene di tutto e di tutti. Cozy duella anche col
un grande della fotografia
significato che esiste per me tra la vita reale e quella “alla moda” in
contemporanea.
quanto spesso mi trovo in questo crocevia.
33/
Cozy è una selezione d’immagini che hai scattato negli
ultimi dieci anni. Come le hai
scelte?
Avevo cominciato ad archiviare queste immagini da
tanto, le archiviavo in scatole
di sigari e di scarpe da ginnastica. Poi le ho distese a terra, scegliendole nello stesso
stile “cheap” con cui si fanno
gli album di famiglia. Il sistema di archiviazione è stato
molto intimo tanto quanto
scattare ogni singola foto. La
narrazione è emersa da sola
in un processo molto lento e
organico.
Hai creato una capsule collection, com è stato il tuo approccio con il
mondo della moda?
Io non sono una persona molto alla moda. Io fotto con H&M. La moda,
per me, è un dialogo culturale, un mezzo di espressione.
Le immagini del libro sono state scattate nel Bronx, mi racconti com’è la
tua esperienza di vita nel quartiere?
Sono cresciuto a Long Island, un sobborgo della classe media lavoratrice a circa venti miglia da Manhattan. Mi sono spostato nel Bronx da
adolescente ovvero in quel momento della vita in cui ciascuno cerca
di capire chi è e cosa vuole fare da grande. Il Bronx per me era come
un incontaminato paesaggio disinibito, ricco di personaggi, leale, quasi
territoriale con la famiglia e la comunità. I giovani erano la maggioranza. Così capii come doveva essere il mio lavoro: leale, senza tempo e
onesto. La vera sfida era farlo sembrare vulnerabile, rimuovendo anni
di cliché hip-hop - forzati memori del Bronx del passato dominato dai
maschi alfa, e lavando via lo stigma della povertà e delle bande violente. Ero determinato a tirare fuori il diamante dalla pietra grezza.
Ho sempre amato la profondità e l’onestà di alcune tue immagini, è
come se avessi aperto una finestra sulla tua vita. Hai mai avuto paura di
mostrare questo tuo lato privato?
Sì per molti anni. È personale. Un editore francese una volta l’ha chiamato tabù. Forse perché a volte i miei soggetti hanno poco a che fare
con chi solitamente è rappresentato nell’arte e nella moda, poi però
mi rendo conto che ognuno vede le immagini in modo diverso. Alcuni
parlano di omoerotica, altri di hip-hop e street culture. Questo è quello
che faccio.
C’è una foto che preferisci per
qualche motivo?
La foto del ragazzo che sta
con le braccia aperte e sollevate in aria con una serie di
airstream, (la tipica roulotte
argentata americana n.d.r.),
dietro di lui.
Sfogliare le pagine di Cozy
provoca in te un impeto di ricordi ed emozioni?
Ogni fotografo te lo dirà, essere in grado di avere un riferimento visivo dei momenti
peggiori della propria vita è
abbastanza terribile. È sicuramente una corsa di ricordi.
Mi piacciono la fiducia e l’approccio intimo che comunicano le tue imRitornando alla foto che ti
magini, come raggiungi questo livello?
ho menzionato prima, quella
La fiducia e la lealtà sono l’accesso che ti sei guadagnato nella vita
degli airstreams, quando l’ho
delle persone. Alcuni si concedono subito, con altri ci possono volere
scattata ero con Jimmy, il mio
dei mesi. Si tratta di costruire relazioni, sfidando zone di comfort, senza
ragazzo, e mia sorella Lisa.
spingerle ne scioccarle. Io non sono un fan del dover per forza sconAbbiamo trovato quel luogo
volgere è solo un espediente.
per caso guidando sulla I-4
verso Disneyland. Mia sorella, che ci ha lasciato proprio il giorno del lancio di questo libro, virò su
tre corsie per farmi scattare quella foto. Fu lei a notare quegli airstreams che spuntavano dal terreno. Il libro l’ho dedicato a lei.
Che cosa vorresti trovare sotto l’albero di Natale?
Intervista
di Alex Vaccani
Immagini
Courtesy of
Casa de Costa, NYC
Oh Dio, io amo il Natale! Non sono per niente religioso, non m’interessa ricevere regali, ma ho una specie di ossessione con il consumismo natalizio. Soprattutto in America. Se la mia calza non è
riempita con caramelle, gift card, souvenir e articoli da toeletta, mia
mamma mi sente!
Intervista di Francesco Mascolo
34/ Musica
76
A cura di Marco Cresci
Desire, il nuovo singolo, è la perfetta
combinazione tra pop e dance con il suo
ritmo 90’s, me ne parli?
Desire è nata in modo spontaneo e veloce, l’intento era quello di scrivere una
canzone contorta come la dinamica che
tiene unite le relazioni tra le persone; il
testo è volutamente forte e il ritmo lo sostiene.
Londra > Giovani, carini e fanno ballare Olly Alexander classe 1990
è un giovane attore inglese; ha recitato
in alcuni episodi della serie Skins, nel lungometraggio Posh uscito quest’anno ed
è stato il protagonista del progetto audiovisivo God Help the Girl diretto da Stuart
Murdoch dei Belle and Sebastian. Oggi
Olly è il frontman della band Years & Years messa sotto contratto dalla Kitsuné,
un progetto che sta catturando molta
attenzione per il suo mescolare dance e
pop in modo fresco e inusuale che farà
discutere nei mesi a venire.
New York > Ar- partì da Brooklyn
tisti rivoluzio- per mano del dj Larnari “Looks Good, ry Tee e si basava
Feels Good, Sounds
Good Too!” chi non
si ricorda il claim di
Emerge canzone dei
newyorkesi Fischerspooner e simbolo
degli anni 2000? Il
fenomeno si chiamava electroclash,
sullo stesso concetto che animava le
classifiche degli anni
‘80: poca sostanza
e tanta immagine. I
Fischerspooner sono
dei performers, i loro
live erano veri spettacoli in cui la msui-
ca passava in secondo piano lasciando
spazio alla teatralità.
Hanno cominciato
la loro avventura a
New York esibendosi
da Sturbucks fino ad
arrivare a firmare il
contratto più costoso nella storia della
dance con l’etichetta
inglese Ministry Of
Sound. New Truth
edito da Damiani, è
un volume fotografico ricco di testimonianze, che racconta
l’ascesa di questa
band rivoluzionarla,
seguendola dai suoi
esordi underground,
al primo acclamato
album #1.
Seattle L’America vista da Dave “Ogni città ha il suo
suono, ogni suono ha la sua storia” , parole di Dave
Grohl, la mente dietro all’ambizioso progetto dei Foo
Fighters Sonic Highways, un album: otto brani che attingono al tessuto culturale e musicale delle città in cui è
stato registrato, Austin, Chicago, Los Angeles, Nashville,
New Orleans, New York, Seattle e Washington. Ma anche un documentario in otto puntate prodotto dalla HBO
e diretto dallo stesso Dave Grohl, che ha documenta il
viaggio attraverso le 8 capitali della musica mondiale. La serie è in onda anche
in Italia da mercoledì 12 novembre su Sky Arte HD alle 21.45 •
Venezuela Inquietudini digitali Alejandro Ghersi conosciuto come Arca è un
produttore venezuelano con base a Londra, responsabile delle sonorità di FKA
Twigs e di Yeezus, l’ultimo album di Kanye West. Il suo percorso sperimentale fatto
di suoni digitali distorti e immagini disturbanti gli ha portato la definizione di
nuovo Aphex Twin. Al momento è al lavoro con Bjork per il suo nuovo album che
vedrà la luce nel 2015, ma basta guardare uno dei suoi video - è anche regista per capire l’ovvia affinità con la cantante Islandese •
La stampa tende a categorizzare la vostra musica come dance ma credo ci siano molte più sfumature in essa, qual è il
vostro punto di vista?
Prendiamo ispirazione da qualsiasi cosa,
amiamo la musica dance perché siamo
ossessionati dai beat e ci piace far muovere la gente. Teniamo la mentre aperta
su tutto, non precludiamo nulla anzi lasciamo che sia ciò che ci ispira a guidare
la canzone credo che questo ci permetta
una certa varietà di stile.
Olly, credi che la tua esperienza come attore ti abbian aiutato a sentirti a proprio
agio sul palco? Pensi che reciterai ancora
in futuro o la musica è la tua priorità?
Credo sia stato utile ma all’inizio ho avuto grandi difficoltà ad vestire i panni del
frontman, ero terrorizzato all’idea di non
avere un copione da seguire. Ora sono
più rilassato ma sto ancora imparando
cercando di mettermi alla prova il più
possibile sul palco. Credo che un giorno
tornerò sicuramente alla recitazione ma
per ora sono focalizzato al 100% sulla
band.
Bray, Irlanda Il cantautore irlandese è finito
da un giorno all’altro sotto i riflettori di tutto il
mondo grazie all’esplosivo singolo Take Me To
Church, accompagnato dal discusso video diventato virale, che l’ha portato in studio per registrare il suo debutto omonimo: un disco dal successo incredibile, in patria ed oltreoceano, che
approderà anche in Italia a gennaio. Hozier, in
occasione della sua partecipazione come ospite
ad X Factor, ci racconta il suo universo musicale
tra religione, poeti, letterati, sesso e la lotta alle
discriminazioni a suon di gospel e blues.
I vostri artwork sono molto belli e particolari, sembrano dei quadri di pop art creati
sotto l’effetto di una droga chimica, di chi
sono?
è un artista giovane e brillante che si
chiama John Chae, è bravissimo! è stata
una fortuna incontrarlo perché la sua arte
è la rappresentazione visiva perfetta della
nostra musica.
Take Me To Church: per la prima volta in Italia
all’interno di X Factor, che stasera si occupa di
tolleranza e discriminazioni: cosa ti ha spinto a
girare un videoclip che tratta di omofobia?
Al tempo stavo seguendo quanto succedeva in
Russia con le sue terribili leggi sulla propaganda
anti gay, che hanno portato a casi di tortura ai
danni di persone LGBT, filmati e caricati online.
Sentivo il bisogno di fare qualcosa. L’essenza di
Take Me To Church esprime la frustrazione verso
un’organizzazione che insegna a vergognarsi di
se stessi, della propria sessualità, e impone chi
e come amare. Questo, dal mio punto di vista,
mina l’essere umano e mi ha spinto a girare
quel video: non volevo occuparmi propriamente
di un’organizzazione religiosa, e i fatti in Russia
potevano in qualche modo avvicinarsi alla questione.
Chi era appeso al muro della tua cameretta quando eri un teenager?
Jeff Buckley!
Nella tua musica ci sono diversi riferimenti al contesto religioso, nonché un amore per la musica
gospel: qual è il tuo rapporto con la religione?
Edinburgo > Se il futuro è un buco nero
Hanno sorpreso tutti spazzando via la concorrenza
ai Mercury Music Prize 2014, nessuno booker aveva
scommesso su di loro, era quasi scontato che l’ambito premio finisse tra le mani della bella FKA Twigs,
ma così non è stato ed il riconoscimento come miglior disco dell’anno è andato agli Young Fathers.
Sono di tre giovani scozzesi le menti che hanno
creato Dead il loro album di debutto che unisce in modo ambizioso
hip-hop, grimes e beat afro a testi cupi che anno a che vedere poco
o nulla con speranza e aspettative tipiche di un adolescente; qui il
futuro è tetro, offuscato e senza speranza.
Ortisei La seconda giovinezza di nonno Giorgio I Daft Punk hanno
fatto sicuramente bene a Giorgio Moroder - e viceversa - il padre
dell’Italo disco a seguito di questa esperienza e di un tour mondiale
ha deciso di sorprendere tutti pubblicando un nuovo album dall’ironico titolo: 74 is the new 24. Ospiti nel disco le voci di Britney Spears,
Charli XCX e Sia ma per ascoltarle dovremo aspettare la primavera
del 2015. “Alla musica dance non interessa dove vivi, che amici hai o
quanti soldi fai; tanto meno sei hai 74 anni o 24!” parole di Moroder •
Nuova Zelanda Lorde chiama, la musica risponde Come risaputo
da mesi è stata affidata a Lorde la colonna sonora del nuovo capitolo
di Hunger Games - Il canto della rivolta pt.1, la giovane neozelandese oltre
ad aver composto il tema del film, la suggestiva e crepuscolare Yellow Flicker Beat, è presente su disco anche con la cover di Ladder Song
dei Bright Eyes. Lorde ha chiamato a raccolta le voci che più ammira
del panorama musicale: Stromae, Cvurches, Diplo con Ariana Grande, Charli XCX con Simon Le Bon, Bat for Lahes e Grace Jones. Un
progetto interessante e riuscito, che mette ulteriore luce sul talento
innato di Lorde •
Non ho un grande rapporto con la religione, certo, crescendo ho esplorato diversi aspetti della
fede. Take Me To Church, così come la mia musica, non è anti religiosa o miscredente: ci sono
dei riferimenti iconografici, alcuni provengono
dalla musica gospel, come il paradiso e l’inferno,
altri dal blues, dove il diavolo è un personaggio,
e poi della morte e altre storie. Poi ovviamente
c’è l’ambiente sociale, quello irlandese, dove Dio
è nell’aria e quindi anche da non religioso devi
comunque fare i conti con queste situazioni.
35/ Musica
76
Hozier è il debutto omonimo
del cantautore irlandese
che sta stregando il mondo
a suon di gospel e blues.
E da dove nasce il tuo amore per il blues - che si
respira in questo disco?
È la prima cosa di cui mi sono innamorato, mio
padre era un musicista blues, un batterista. È
sempre stato parte della mia vita, ancora quando non ero in grado di camminare, parlare e nel
grembo materno. Poi, da adolescente, c’è stata
la folgorazione definitiva: è la musica più vicina
al mio cuore e me ne sono innamorato soprattutto ascoltando del delta blues.
Tra i brani del disco, Angel of Small Death and the
Codeine Scene è una delle mie preferite: ti va di
parlarne?
Sì, nel testo ci sono dei riferimenti a Ritratto
dell’artista da giovane di James Joyce: «Shaking
the wings of their terrible youths», è un passaggio
alla fine del libro in cui Stephen, il protagonista,
sta lasciando l’Irlanda e descrive in quel modo
le persone intorno a lui. È un puro riferimento a
quella “liberazione” che poi si riflette nella Small
Death che non è altro che l’orgasmo. È anche
l’esplorazione della nostra parte peggiore in un
abbraccio pacificatorio.
I tuoi testi sono parte fondamentale della tua
musica. Le tue più grandi ispirazioni letterarie - o
di vita?
I testi sono il cuore della mia musica, anche durante l’ascolto personale è la prima cosa a cui
presto attenzione. L’ispirazione arriva ovviamente dalla mia vita, dove tutto inizia, e poi si
possono sviluppare e raccontare storie su più
livelli. Sono stato influenzato da molti scrittori
e poeti irlandesi come Oscar Wilde, W.B. Yeats
e Seamus Heaney, ma anche cantautori come
Tom Waits e Paul Simon. Sono le mie più grandi
influenze, anche visivamente, nel modo di dipingere le immagini con le parole.
36/ Musica
76
A cura di Marco Cresci
MOODBOARD • Urban per Monti Spazio 31
THE ESSENTIAL
GIG LIST
•
Plaid
29/11 Crash, Bologna
THE FOLK SINGER ALBUM
Damien Rice
My Favourite Faded Fantasy (Warner)
THE EXPERIMENTAL ALBUM
The Drums
Encyclopedia (Minor)
Mac DeMarco
30/11 Circolo Magnolia,
Segrate (MI)
Boy & Bear
THE FUNNY ALBUM
Erlend Øye
Legao (Bubbles)
04/12 Circolo Magnolia,
Otto anni di silenzio sono molti ma
non a giudicare dalle sonorità che
scaturiscono da My Favourite Fantasy per cui il tempo sembra essersi fermato. L’osannato Damien
Rice non si evolve e rimane coerente a se stesso pregio o difetto
giudicatelo voi ma in ogni traccia
di questo disco sembra sempre
debba partire da un momento
all’altro il ritornello di The Blower’s
Daughter; bellissima canzone, ma
avete davvero ancora voglia di
sentirla?
Finito l’hype degli esordi, i The
Drums sono rimasti una band
osannata da fan fedeli e addetti
ai lavori; ma con il tempo la band
di Brooklyn ha acquisito spessore
e maturato un suono invidiabile.
Encyclopedia abbandona definitivamente le melodie surf e abbraccia
un territorio alt-rock più sconnesso
e sperimentale, in cui i testi di Jonny Pierce trovano un rifugio ideale.
Un album ispirato che non teme le
classifiche, conscio del fatto che
non vi entrerà mai.
Influenced by:
Jeff Buckley, Josè Gonzales.
Best songs:
My Favourite Faded Fantasy
Score: 5
Influenced by: Liars, Christopher
Owens.
Best songs: I Hope Time Doesn’t
Change Him, Kiss Me Again
Score: 8
Segrate (MI)
05/12 Covo Club, Bologna
06/12 Circolo
degli Artisti, Roma
The Game
05/12 Atlantico Live, Roma
06/12 Fabrique, Milano
Gorgon City
06/12 Tunnel, Milano
Sharon Van Etten
06/12 Locomotiv, Bologna
07/12 Circolo
degli Artisti, Roma
08/12 Salumeria
della Musica, Milano
Tops
Erlend Øye ci apre ancora una volta le porte del suo mondo incantato fatto di perfette melodie pop
leggere e semplici e per questo
uniche. La metà dei Kings of Convenience continua il suo percorso
musicale solista con Legao e per
farlo è volato a Reykjavik dove ha
lavorato con la band raggae locale
Hjálmar. Legao è un album eclettico che spazia dal raggae, al soul,
sconfinando nella disco con un allure malinconico ma non triste che
incute una serenità che si dipana
in tutte le tracce.
“Sono sempre rimasta affascinata
dai colori e dalle mille emozioni che
essi possono suscitare. La passionalità del rosso, la solarità dell’arancio, la creatività dei blu, la vitalità e la forza del bianco, il senso di
calma e rilassatezza del verde. Così
anche l’architettura del negozio segue questo mood con le mensole in
plex illuminate da Led colorati per
trasmettere energia, contrapposte
ad una parete verde per infondere tranquillità alle clienti durante la
scelta, ed il potere dei muri dipinti di
nero all’interno del negozio contemporary. Lo stesso mood segue nelle
collezioni, dove al rosso, bianco e
nero di Saint Laurent si contrappone il bluette di StellaMc Cartney, il
pastello di Gucci e il fuxia giocoso di
Fendi”.
Queste le parole di Camilla Monti
Cesena, titolare di Monti Spazio 31,
spazio interattivo dedicato alle collezioni d’abbigliamento, calzature e
accessori per la donna giovane, realizzate da stilisti emergenti nazionali
e internazionali, inaugurata nel settembre 2010 nel centro di Cesena
Il colore come
un’onda di luce
Valicando le porte di Monti Spazio 31 a Cesena, sarete immersi
in un mondo a tinte forti e luci al neon; mood che si esprime
sia attraverso l’arredo che nelle nuove collezioni.
Influenced by:
Paul Simon, Crosby & Nash
Best songs: Garota, Whistler.
Score: 6 ½
05/12 Ligera, Milano
06/12 Covo, Bologna
East India Youth (nella foto)
12/12 Perugia, Urban Club
FUJIYA & MIYAGI
13/12 Covo Club, Bologna
Stromae
15/12 Mediolanum
Forum, Milano
16/12 Palalottomatica, Roma
THE DANCE ALBUM
Kele
Trick (Lilac)
THE INDIE GOES POP ALBUM
Zola Jesus
Taiga (Mute)
THE INDEPENDENT HEROES
TV On The Radio
Seeds (Harvest)
Il cantante dei Bloc Party ama
ballare a fare party, lo ha precedentemente dimostrato sia con le
incursioni dance della band sfociate nell’anthem Flux, che con il suo
primo disco solista The Boxer uscito nel 2010. Anche Trick si muove
in pieno territorio dance, l’house
di Chicago e le sonorità della Brooklyn anni ‘90 si scontrano con i
bassi made in UK dominando un
disco creato per essere ballato sul
dancefloor. Kele dimostra sia le sue
doti nel comporre beat intelligenti
che nel saper scrivere testi toccanti
che parlano di relazioni.
Dal mondo delle tenebre con cui
si è presentata, Zola Jesus ha lentamente percorso la strada verso
la luce album dopo album, fino
ad arrivare a Taiga in cui si rischia
di rimanerne abbagliati, non a
caso Taiga significa aurora boreale in russo. I fan della prima ora
storceranno sicuramente il naso
dinnanzi a tanta positività che si
concretizza con melodie pop e
dance che privano Zola Jesus della
personalità che la contraddistingueva omologandola al panorama
da classifica.
I TV On The Radio da Brooklyn
sono riusciti nell’ultimo decennio
più di chiunque altro, Radiohead
compresi, ad incarnare il concetto
di musica alternativa contemporanea. La band dello scorbutico
ma geniale Dave Sitek, non perde
il passo dei tempi nemmeno con il
quinto album. Seeds mette ancora
una volta in luce l’abilità della band
nel comporre melodie intricate in
cui elettronica e folk s’intrecciano
con un incipit catchy che le tinge
di pop. Una formula vincente che
non cambia, ma si evolve.
Influenced by:
Rihanna, Austra
Best songs: Hollow
Score: 5
Influenced by:
David Bowie, Kraftwerk.
Best songs: Lazerray, Happy Idiot.
Score: 7
Influenced by: Azari & III, Burial.
Best songs: Doubt, Stay the Night
Score: 7 ½
Los Angeles. CaleidoPop
I Saint Motel sono una band di Los
Angeles composta da A/J Jackson
(cantante), Aaron Sharp (chitarra),
Dak (basso) e Greg Erwin (batteria);
i quattro si sono conosciuti in una
scuola di cinema in California. La loro
musica spazia dal dream-pop all’indie ma è con il pop caleidoscopico
di “My Type” che stanno scalando le
classifiche di tutto il mondo. Spensieratezza, esuberanza, freschezza,
i Saint Motel sono la colonna sonora perfetta per organizzare un party
vintage in piscina, sorseggiando un
drink a tinte fluo con ombrellino e
oliva. www.saintmotel.com
Londra. Technicolor Pixel
Christian Zuzunaga è un giovane
creativo di Barcellona che dopo essersi diplomato al Royal College of
Art di Londra fonda “Zuzunaga” non
solo design d’arredo, suo punto di
partenza, ma anche moda ed accessori quali il porta iPad e MacBook. Comun denominatore dei suoi
lavori il colore con cui forma pattern
che sembrano pixel giganti che for-
mano greche e intrecci, a ricordarci
che la tecnologia fa parte del nostro
quotidiano. Cuscini, foulard, coperte, tappeti, e una linea menswear
che ha debuttato proprio quest’anno; solo materie prime e un pizzico
d’ironia. www.zuzunaga.com
Roma. Foto a tinte sature
Una retrospettiva completa, composta da 130 fotografie, che ripercorrono la carriera di Franco Fontana, uno dei maestri indiscussi della
fotografia italiana contemporanea.
Titolare di innumerevoli riconoscimenti e pubblicazioni, con oltre 40
libri fotografici all’attivo e mostre
nei musei più importanti del mondo,
già dall’inizio degli anni ‘60 Fontana
si contraddistingue per il suo stile
lineare e geometrico, basato su un
utilizzo del colore quasi aggressivo;
una scelta decisamente controcorrente per i canoni estetici dell’epoca
più affezionati al bianco e nero. Oggi
Fontana ha superato gli 80 anni e
Los Angeles, 2001 © Franco Fontana
Puglia, 1987 © Franco Fontana
compare tra i fotografi italiani più
apprezzati e quotati sul mercato
della fine art internazionale. La mostra “Full Color, Franco Fontana” è
allestita a Palazzo Incontro a Roma
e resterà aperta sino all’11 gennaio
2015. www.fandangoincontro.it
Monti Spazio 31
Via Fantaguzzi, 31
47521 Cesena (FC)
T 0547 28425
www.montiboutiques.com
A cura di Silvia Rossi
Los Angeles
> Sciacalli sulla
Boulevard
La cultura del lavoro è
cambiata. Ok. La comunicazione e i mezzi
d’informazione mutano in continuazione.
Ok. È sempre più difficile trovare lavoro,
mantenerlo, crescere
e realizzare un nuovo
business. Dopo questa premessa alquanto
scoraggiante ma reale
c’è una consolazione: non accade solo
in Italia. La storia che
racconta Dan Gilroy,
sceneggiatore e regista californiano, è ambientata a Los Angeles
emette in luce con ferocia le gesta di Lou,
che dopo una lunga
ricerca di lavoro si ritrova per caso sul luogo di
un incidente e ha un’illuminazione: diventare
un citizen journalist e
correre sui luoghi del-
Intervista di Silvia Rossi
38/ Cinema
76
le emergenze per riprendere le scene più
cruente e vendere il
materiale ai network
televisivi. Un perfetto sciacallo insomma.
Jake Gyllenhaal si cala
nel ruolo con inquieta
dedizione, folle e preciso al tempo stesso.
Non è dato sapere la
storia o il passato di
Lou, il perché delle
sue scelte estreme,
eticamente scorrette e
senza nessuna moralità. Bellissime le scene
girate nelle notti di Los
Angeles alla ricerca
della tragedia. Forse
eccessiva immoralità.
Norfolk Liam Walpole ha 20 anni e un talento naturale per il cinema. Non gli serve molto perché dalla sua ha un viso che parla per lui. Connotazioni fortemente inglesi e accento tipico di
quei paesi dell’Inghilterra a cui non pensiamo mai. Debutta sul grande schermo in The Goob,
il film diretto da Guy Myhill presentato alle Giornate degli Autori a Venezia. Il regista inglese da
oltre dieci anni insegna e si occupa di cinema, televisione e teatro. Dopo aver diretto numerosi
cortometraggi e documentari, con The Goob realizza la sua opera prima. Siamo nel mezzo di
un’ondata di caldo nel Fenland, Inghilterra. Goob Taylor ha passato ognuna delle sue sedici
estati aiutando la madre a gestire una caffetteria e a occuparsi del raccolto dei campi di zucca. Quando la madre inizia una relazione con il cupo donnaiolo Gene Womack, Goob diventa
una presenza scomoda.
Roma > The show MAS non essere raccontato”. L’uma- di Iaia Forte, diventa la guida e
go on Rä di Martino è la vide- nità che normalmente frequen- recita sul montato audio della
oartista romana che dopo aver
appreso la notizia della chiusura ha deciso di raccontare in un
mediometraggio MAS, gli storici grandi magazzini romani di
Piazza Vittorio dove chiunque,
da costumisti a barboni a grandi star, ha comprato almeno un
abito. “Un luogo così reale con
tutta questa umanità non può
ta MAS, i commessi, i clienti, i
proprietari, viene osservata e si
intreccia alle performance recitate dagli attori, alle citazioni,
come in un gioco di specchi, per
cercare di raccontare un luogo
sfruttandone i suoi contrasti.
Questo rimando proseguirà anche nel racconto: la padrona di
MAS, Chiara Pezone, nelle vesti
proprietaria, con l’utilizzo del
VERBATIM, una tecnica mutuata dal teatro. Atmosfera surreali
e oniriche e tocchi teatrali e ironici, come quello di Filippo Timi
che immerso in una cesta piena
di panciere, in una scena cantata, richiama la scenografia di
“Giorni Felici” di Beckett. Un progetto interessante e divertente.
formista e pure un po’ bizzarra che celebra le vite ai margini e ti lascia
col sorriso stampato e un’insolita tenerezza. Un’occasione imperdibile
per ogni aspirante musicista: incontrare la band del proprio cuore nel
momento esatto in cui il tastierista tenta di suicidarsi ed essere così
ingaggiato per i prossimi concerti. Bizzarro dicevamo. Ancora
più bizzarro se la band è formata da geniali e allo stesso
tempo sgangherati componenti e capitanata da Frank,
il carismatico frontman che indossa in continuazione
una grande testa finta di cartapesta. Frank è il titolo del film diretto dal regista irlandese Lenny Abrahamson, è scritto da Jon Ronson e Peter Straughan
(La Talpa) ed è basato su un memoir di Ronson. È fiction,
ma la storia è ispirata al personaggio di Frank Sidebottom,
alter ego del musicista e leggendario comico Chris Sievey. A interpretare Jon, l’aspirante musicista ingaggiato, c’è il giovane attore
da tenere d’occhio Domhnall Gleeson che presto scoprirà di non avere
quel talento puro che sperava tanto di poter esprimere. Sotto la maschera di Frank c’è Michael Fassbender, lo scoprirete solo alla fine ma
apprezzerete per tutto il film i suoi movimenti e il gesticolare. E quella
faccia vi sembrerà di vederla comunque.
Québeq Enfant prodige Dopo aver vinto il Premio
della Giuria al Festival di Cannes e aver conquistato la critica internazionale, Mommy uscirà anche
nei cinema italiani a dicembre. Diretto dal 25enne
Xavier Dolan considerato il giovane genio del cinema d’autore contemporaneo, il film è un raffinato
dramma su un ragazzo particolare e il suo amore
per la madre. Strazia, riempie il cuore e toglie il
respiro •
scena la Francia degli anni Venti nel suo nuovo
film Magic in the Moonlight, in uscita in Italia il 4
dicembre. È la storia dell’incontro-scontro tra un
illusionista razionale e scettico (Colin Firth) e una
giovane medium (Emma Stone) che lui ha tutte
le intenzioni di smascherare. Sullo sfondo della
Riviera francese si svolgono le schermaglie dei
due, ma la magia della luna è in agguato •
76
NOT THAT KIND OF GUY
Dublino > Giù la maschera, Frank Una commedia anticon-
PARIGI Anni ’20 Woody Allen torna a mettere in
39/ Cinema
ROMA Maledetto Natale Dopo Boris il trio Ciarrapico, Torre,
Vendruscolo firma una commedia sarcastica ed esilarante che
racconta il Natale come il più grande incubo sociale e antropologico. Ogni maledetto Natale è la fotografia satirica e sentimentale
di due famiglie formate dagli stessi attori: Corrado e Caterina
Guzzanti, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Francesco Pannofino, Laura Morante. Cafoni contro borghesi e viceversa. Il
protagonista è Alessandro Cattelan •
HOLLYWOOD Sils Maria Donne e attrici, realtà e finzione. E quindi: com-
petizione femminile. Olivier Assayas in Sils Maria, senza scadere nel
banale e nel melodrammatico, racconta andando nel profondo
le dinamiche e le psicologie di tre donne. Al centro c’è l’ineccepibile Juliette Binoche che interpreta il ruolo di un’attrice
affermata richiamata a reinterpretare la pièce che l’ha resa
famosa 20 anni prima. Ma questa volta le toccherà essere la
donna matura a capo di un’azienda che si fa sedurre e manipolare da una giovane promessa e non più la giovane promessa.
Il confine tra finzione e realtà diventa labile •
The Goob è uno di quei film
che ti regala un’analisi delicata
e sincera dell’intimità sconosciuta
di un ragazzo e di una madre,
sullo sfondo di un’inedita
cittadina inglese: Norfolk.
Partiamo dalla fine. Quando
Goob realizza che l’amore
che sua madre ha per quel
tipo di uomo, traditore, violento e presuntuoso, è più
forte di quello per la famiglia decide di andarsene.
Tu avresti fatto lo stesso
o avresti lottato per qualcos’altro?
Io probabilmente non avrei
fatto la stessa, sarei rimasto
lì anche solo per osservarla
da vicino.
E non avresti lottato per farle vedere la verità?
Assolutamente si.
Pensi che la reazione di
Goob sia dovuta al suo carattere e alla sua età? E più
in generale cosa pensi di
Goob?
Credo che Goob intraprenda
un percorso di crescita un po’
“forzato” a seguito dell’incidente del fratello. In questo
modo lui che ha sempre vissuto sotto l’ala protettiva del
fratello si trova libero, libero
di poter scegliere e di maturare da solo. Sua madre è
sempre impegnata nella farm e tutti portano
avanti le loro vite, ma credo che lui avrebbe
dovuto avere un po’ più di coraggio nell’imporsi
con sua mamma.
Questo è il tuo debutto cinematografico,
come l’hai vissuto?
Sono stato spaventato e nervoso prima di girare il film, dopo sono andato a fondo per capire
cosa c’era dietro a ogni movimento e a ogni parola in sceneggiatura.
In che modo Guy Mihill ti ha spiegato quello
che voleva da Goob?
Guy è un ragazzo molto protettivo e disponibile
ad ascoltare e a captare gli input di ciascuno.
Mi ha spiegato che Goob era un ragazzo tranquillo, senza troppe cose da dire, tant’è che ha
pochissime battute. Forse ha anche cercato di far mettere un po’ di me stesso
nel personaggio!
Il fatto di avere poche battute ti ha aiutato?
Credo che per un attore sia molto più
difficile trasmettere i sentimenti senza
parlare. Si è vero, però per me c’è stato
molto dialogo prima di entrare in scena
e questo mi ha aiutato molto.
Come ti hanno trovato?
Stavo camminando per strada a Norfolk, la città in cui vivo, stavo smanettando con il mio nuovo cellulare cercando di capire come funzionasse e
mi sono scontrato con la responsabile
casting. Si è bloccata e mi ha spiegato
cosa stava facendo Guy con The Goob
e mi ha chiesto se ero interessato a
un’audizione.
Il cinema era una tua ambizione?
Da quando ho lasciato la scuola ho avuto un paio di lavoretti, ma se devo essere
sincero non ho avuto una grande formazione a scuola e non ho mai avuto chissà
quali qualifiche o aspirazioni, quindi non
avevo proprio idea di come la mia vita
sarebbe andata. Ho cercato subito un lavoro da fare, quello era il mio obbiettivo.
Conoscevi gli altri attori del cast? Sienna Guillory (Resident Evil) e Sean Harris
(Prometheus) sono molto famosi…
Conoscevo Sienna per via di Resident
Evil, sapevo che aveva fatto Love Actually ma non l’ho visto… robe da donne! Ma non avevo mai visto niente di
Sean Harris. In realtà m’importava poco
quell’aspetto, anche perché prima di
girare The Goob sono stato a lungo da
solo con me stesso a guardare un sacco
di film, soprattutto horror!
Ph. Matteo Catena
in bianco
41/ SPECIALE neve
76
A cura di Marco Magalini
43/ In Bianco Spazi Urbani
42/ In Bianco. Speciale Neve
76
76
Norvegia On The Road
(e mozzafiato)
Milano > Confort in bianco e nero Pronti per la discesa?
Design, comfort ed innovazione
ad alta quota. Momodesign punta tutto su un’unica montatura
nei due colori, bianco e nero, dotata di sistema OTG per poter indossare i goggle comodamente
anche con gli occhiali da vista. Il
dettaglio è tutto (e chi fa snowboard lo sa bene): morbida spugna confortevole e anti-sudore,
doppia lente antiappanaggio e
lenti in tre varianti intercambiabili
tra loro con tecnologia ‘light translation’ per tenere sempre sotto
controllo la luce e quindi massimizzare le esperienze sciistiche
e di snowboarding. Alla base
di ogni lente NXT c’è il materiale Trivex, un polimero di ultima
generazione di derivazione chi-
LA BELLEZZA DEI PAESAGGI SCANDINAVI, TRA FIORDI
VERDI, MONTAGNE, CASCATE E LE ARCHITETTURE
INTELLIGENTI DELL’UOMO, CHE QUI SEMBRANO
CONVIVERE IN PERFETTA ARMONIA CON LA NATURA.
mica originariamente sviluppato
in USA per applicazioni in campo militare. Sorprendentemente
leggero ma incredibilmente resistente, questo materiale è il perfetto equilibrio tra le performance fisiche e visive perché offre
un’incredibile durata, protezione,
insieme ad una sorprendente nitidezza visiva.
Il lavoro più bello del mondo?
È quello di Ken Schluchtmann, il fotografo che ha
viaggiato per oltre 20.000
km tra i fiordi scandinavi per
ritrarre le immense bellezze
paesaggistiche (e non solo).
Il suo lavoro indaga sul rapporto tra architettura e natura, un argomento di grande
attualità in quel della Norvegia dove, si sa, sono bravi a
tenersi alla larga dagli scempi architettonici.
Una narrazione per immagini
della politica illuminata del
governo locale che, dal 1993
in poi, ha dato il via a importanti lavori per la valorizzazione delle strade pubbliche
di rilevanza turistica. Importanti architetti (e artisti) sono
stati ingaggiati al fine di progettare opere che esaltassero l’esperienza on the road del viaggiatore. Si scopre così che avventurarsi per la Norvegia in autostrada non è noioso; punti panoramici, aree di sosta e monumenti contemplativi costellano con
gentilezza un percorso da nord a sud del paese, senza impattare
negativamente sul paesaggio, anzi. Tra gli scatti di Schluchtmann trovano spazio la monolitica stazione di osservazione del
Dovre National Park disegnata dallo studio Snøhetta (rinomato
per le sue architetture sostenibili, integrate perfettamente con
l’ambiente), le terrazze vertiginose di Trollstigen (a cura di Reiulf Ramstad) che, affacciate sullo strapiombo, offrono una vista
mozzafiato su montagne, cascate e valli verdi e, non ultimo, il
suggestivo monumento di commemorazione alle vittime della
caccia alle streghe realizzato da Peter Zumthor e Louise Bourgeois; l’ultimo grande lavoro dell’artista franco-americana.
Classe 1970, berlinese, Schluchtmann è un fotografo di fama
mondiale celebre per le sue immagini nette e definite, ottenute senza l’uso di luci artificiali; premiato come miglior fotografo
d’architettura (per due anni
consecutivi) al World Architectural Festival di Singapore, oggi è tra i professionisti
più ricercati del settore. In
contemporanea alla pubbli-
Vicenza > Outerwear Contemporaneo Con un inverno alle
mentazione e funzione d’uso, sono le matrici che da sempre definiscono Stone Island; marchio di abbigliamento informale, nato nel
1982, destinato a diventare simbolo della ricerca estrema su fibre e
tessuti, applicata a un design innovativo. È proprio attraverso lo studio della forma e la “manipolazione” della materia, che Stone Island
trova un linguaggio proprio, dimostrando a ogni nuova stagione fino
a che punto ci si può spingere nel mondo dell’abbigliamento. La forza
di Stone Island si basa anche sulla capacità unica di intervenire sul
capo finito, attraverso le continue sperimentazioni di tintura e di trattamenti realizzati nel laboratorio del colore di Sportswear Company.
Un reparto in grado di coniugare tecnologia avanzata, esperienza e
capacità umana, che negli anni ha messo a punto più di 60.000 ricette di tinture diverse. Per un inverno in città, come del resto anche
sulla neve, il vero must have è il cardigan a coste 558A8, in catenella
di lana morbida. Molti i dettagli ‘nascosti’ come le tasche a filo o polsi
e fondo a costine. Ma il vero plus è l’interno staccabile a manica lunga in nylon, leggermente imbottito e collo in montone, trattenuto al
capo esterno tramite l’iconica allacciatura Stone Island.
Modena Classici istantanei Goose Feel Abbandonata la
sua funzione originaria di capo sportivo antifreddo, il piumino entra di diritto fra i key-item del guardaroba. Goose
Feel propone una gamma di articoli imbottiti in vera piuma
dal design aggiornato, dai dettagli ben studiati e dai materiali attentamente selezionati. Protagonista di ogni modello
è la leggerezza, solo pochi grammi che garantiscono un feeling speciale con chi lo indossa, raccontato nel claim I Feel
Light. In vendita esclusivamente online su goosefeel.it •
Francia The Vuarnet Technology
Altissima qualità ottica, protezione solare,
design e confort visivo. Lo storico marchio francese di eyewear fondato nel 1957,
sviluppa una collezione con una tecnologia esclusiva che permette di bloccare il riverbero ed elimina l’abbagliamento tipico delle superfici nevose. La doppia schermatura sferica in policarbonato impedisce la formazione
di condensa all’interno della maschera, mentre il trattamento idrofobico esterno garantisce la visione con qualsiasi condizione atmosferica. I bordi sono in poliuretano
a tre strati, traspirante e confortevole da indossare •
porte che si preannuncia particolarmente rigido, Museum renderà il
compito di proteggersi dalle inclemenze della natura più facile. La
nuova collezione uomo/donna AI 14/15 ha le performance richieste
dal popolo della montagna - o dalle uniformi militari e civili - e le trasporta nel look quotidiano. Giacche calde e sportive, tra cui il bomber (un must-have della stagione) e l’intramontabile parka con il collo
bordato in pelliccia, che Museum reinterpreta all’italiana: in cachemire
con una laminatura a renderlo
impermeabile. All’interno della collezione si distinguono tre
temi che caratterizzano il marchio: Antartica, il pezzo cult dallo stile sportivo e ideale in ogni
occasione; Fiumi e Foreste, una
linea pensata principalmente per chi ama la vita all’aria
aperta, e Ground Field, giacche
versatili che si ispirano alle uniformi militari. A legare il tutto,
imbottiture in piuma d’oca e un
design deciso e forte per una
versione high fashion performante dell’outdoor americano.
Italia Piume esotiche Un total-look, vero e proprio. Il cappello rimane sempre
protagonista, ma a questo si abbinano altri accessori e capi d’abbigliamento: guanti, sciarpe, abiti, maglioni, gonne, pantaloni e cappotti. Tutto rigorosamente in maglia. Tema principale della collezione di Tak.Ori (nella foto a sinistra) è l’etnico/
floreale ispirato agli ornamenti dei costumi popolari: molto colorati e dalle forme
opulente, incontrano perfettamente lo spirito del brand. La stampa pied de poule,
tipica della Scozia del 1800, è proposta in maniera scherzosa e vede l’accostamento
inusuale di colori, forti o pastello, e di pattern leopardo, a righe e floreali •
Boston Contemporary sportswear
Partendo dai suoi
capi iconici, il parka e i giubbotti per la polizia americana
e dall’esperienza decennale nel mondo dei piumini, Blauer
propone una collezione contemporanea, ma ben radicata
nella tradizione dell’American sportswear. Il Nylon Taslan,
tessuto di base per le forniture poliziesche, viene sviluppato
in una gamma di giacconi e parka in tutte le lunghezze; tutte
rigorosamente imbottite in piuma 90/10, con cappucci e colli arricchiti da inserti in pelliccia e da dettagli tecnici come
la zip laterale e le fodere staccabili •
© Hatje Cantz Verlag, 2014
Milano > Dettagli da scoprire Cultura della ricerca, speri-
Testo Jean Marc Mangiameli
cazione del libro “Architecture and Landscape in Norway” l’autore è attualmente anche in
mostra al ZeitHaus Musem, il museo dell’automobile di Wolfsburg, in
Germania, con “National Routes of Norway”, una serie di
fotografie mai esposte prima
d’ora, - ma incluse nel libro
“Architecture and Landscape
in Norway”, da poco uscito ed
edito da Hatje Cantz - fino al
9 gennaio.
Testo di Silvia Rossi
44/ In Bianco Cinema
45/ In Bianco Profili
76
76
LA POETICA DELLO SCI
Sciatori nudi o illuminati da luci fluo che
scendono i pendii più impervii. Vi raccontiamo
Valhalla e Afterglow, due film al limite.
Danny Davis
Sono registi, avventurieri, sognatori e artisti. Da notti solitarie a 6000 metri passando per barbecue
nel giardino dietro casa, cercano di catturare l’indescrivibile, il surreale e i momenti che stanno in
mezzo e che trasmettono l’elettricità lungo le loro spine dorsali fino a raggiungere il loro sorriso. Sono
attratti dall’emozione di un sfida e dalla bellezza di accarezzare la luce e l’ombra in una pellicola.
Chi parla è il collettivo della Sweetgrass production specializzato
in film-documento e cortometraggi dedicati allo sci, snowboard
e tutte le discipline sulla neve. Non si tratta solo di testimonianze
di prestazioni sportive al limite, loro preferisco raccontare storie
che abbiano una poetica unica, seppur apparentemente assurda.
Come è successo per Valhalla, il film dove uomini e donne nudi
affrontano i pendii più impervi su sci e snowboard. La pellicola
racconta la ricerca della libertà e della giovinezza di un uomo,
attraverso i boschi e la passione per lo sci.
“L’assenza di peso della gioventù: ogni respiro irradia opportunità e speranza”. L’obiettivo qui è quello di riscoprire le sensazioni
provate da un bambino la prima volta sulla neve. Ricordarsi della
purezza dei sentimenti senza filtri, togliendosi tutte le maschere. Ritrovandosi, appunto, nudi. Ma cosa è successo dopo quella
gioia semplice? Dove troviamo la libertà che il tempo e la saggezza hanno portato via?
“Con la speranza che sulle ali dei nostri film possano nascere
bambini ed essere deposti dittatori, si possa sentire una risata,
versare una lacrime e condividere un sorriso nei letti impolverati
di pick up parcheggiati su strade secondarie. Che attraverso la strana alchimia tra estetica, storia
e movimento, i nostri film spingano le persone a esplorare il mistero della propria tela”. Dichiara il
collettivo.
Un altro progetto molto interessante dal punto di vista tecnico è Afterglow. Nel corto, attraverso il
potere della luce, i filmmaker regalano un’esperienza fuori dall’ordinario. Sciatori illuminati da luci
fluo scendono i monti innevati dell’Alaska. Dalla profondità delle
immagini creative alle tecniche pioneristiche e all’avanguardia,
Afterglow risulta uno ski movie tra i più innovativi e cinematogra-
ficamente avanti finora realizzati. Tutto girato di notte con luci a
LED realizzate su misura. Altissima ingegneria.
Per tutti i dettagli www.sweetgrass-productions.com
è uno dei più grandi snowboarder
al mondo ed il suo stile ha contribuito
a definire l’era moderna dello sport.
Michigan Danny Davis ha cominciato la
sua storia d’amore con lo snowboard a
9 anni; in breve tempo si è imposto a
grandi livelli e nel 2004 diventa Campione del Mondo in quarterpipe. Partecipa
alle Olimpiadi di Vancouver 2010 dove
arriva terzo dietro Shaun White e Peetu
Piiroinen, e si classifica decimo nel superpipe alle olimpiadi invernali di Sochi
2014. Classe 1987, Danny Davis ha un
riding che spazia dall’halfpipe, allo slopestyle per arrivare al backcountry, le
sue evoluzioni sono sorprendenti e sono
numerosi i documentari di genere che lo
vedono protagonista. Danny che insegna
l’arte dello snowboard e ama progettare
tavole, per l’inverno 2015 ha creato una
limited edition facendo team con il suo
sponsor di lunga data Burton e i leggendari produttori di strumenti musicali
Martin Guitar. Danny è volato in Pensilvania nella fabbrica dell’azienda e ha
Jeremy
Jones
Giunge al termine la trilogia
che testimonia il cammino di uno
dei più grandi snowboarder
del nostro tempo.
disegnato e realizzato una vera chitarra
decorata con intarsi in madreperla che
simboleggiano i suoi valori e le sue
passioni: la pesca, il campeggio, i suoi
Dal Wyoming al Nepal
cani, la pace e il suo sponsor di lunga
Jeremy Jones è una
data, Burton Snowboards. Una volleggenda vivente, nato
ta che la chitarra è stata costruita,
nel 1975 a Cape Code,
il team di progettazione di Burton
ha vinto per dieci volte il
l’ha fotografata trasformandola
titolo di Big Mountain Rinella veste grafica dello snowder rivoluzionato il mondo
board Easy Living. La tavola
dello sci sia per i sui leggenè stata forgiata in tre diverse
dari fuoripista estremi, che
shape, ciascuna con caratper la trilogia di documentari
teristiche precise mirate ad
da lui diretti “Deeper”, “Further”
ottenere opzioni multiple
e “Higher” uscito lo scorso ottoper qualunque sessiobre. Se il suo primo film del 2010
ne di espressività allera un’ode allo splitboarding ed al
mountain. Tre miti per
potere fisico umano, il suo sequel
una tavola destinata
“Further” del 2012 lo portò in cima
a diventare un mustalle catene montuose più imperhave della stagione
vie del globo facendogli conquistare
invernale 2015 •
una nomination come National Geographic Adventurer of the Year 2013.
Jones è anche fondatore del progetto
no-profit “Protect Our Winter” lanciato
nel 2007, che lavora per ridurre gli effetti
del cambiamento climatico globale e che
ha ottenuto la menzione speciale dal Presidente Barack Obama ai Champions of
Change 2013. Per “Higher”, capitolo finale
della trilogia, Jones si è spinto ancora una
volta oltre i limiti della sopravvivenza nel
selvaggio deserto invernale, radunando
amici sia di vecchia che nuovi, a cui passare il testimone di fuoriclasse della montagna. Il suo equipaggio per il film comprende tra gli altri Bryan Iguchi, Luca Pandolfi e Ryland Bell; insieme ad essi Jeremy
lascia le tracce sui playground di Jackson
Hole, territorio confinante con il suo paese d’origine Cape Code; segna la storia
discendendo per la prima volta l’Alaska
Range Orientale e l’Himalaya del Nepal,
dove la posta in gioco è stata alta quanto
le cime stesse. Jones dal 2009 è titolare
della Jones Snowboard specializzata in
tavole per fuoripista e grandi imprese •
46/ In Bianco Tra le Pagine
76
Urban per g-shock
Due dei migliori snowpark Europei si trovano proprio in Italia,
nuove mete per appassionati e dilettanti
dello snowboard e non solo
Legame Indistruttibile
denti se amate kickers, jibbing
e discese di ogni genere. Anche il parco di Bardonecchia
offre diversi tipi di esperienze:
il red Park è l’area dedicata
agli snowboarder di alto/medio livello, il Blue Park per chi
si senta ancora insicuro e il
Burton Progression Park per
i bambini e i principianti dello
snowboard.
Surfare... sulla neve
è quello che lega G-Shock ai suoi fedelissimi estimatori che oggi potranno ammirare l’intera
gamma del brand nel primo negozio monomarca italiano, in Corso Como a Milano.
bardonecchiaski.com.
Snowpark Mottolino
Valle d’Aosta
Alpe di Siusi Snowpark
L’Alpe di Siusi Snowpark
è ufficialmente il miglior
snowpark d’Italia. Agli Skipass Awards 2014, l’Alpe di
Siusi Snowpark si è aggiudicato il primo posto, trionfando come il Best Park, Best
Jib Line e Best Pro Line di
tutta Italia. Il parco è lungo
1.500 metri e si suddivide in
due aree in prossimità della
pista Laurino. Lo Snowpark
Alpe di Siusi offre all’incirca
70 ostacoli: Boxes, Jumps,
Walls, Steps, Quarter e Rails
sono delle vere e proprie
sfide per ogni snowboarder
A CIASCUNO
IL SUO
SNOWBOARD
Mix perfetto
di design e
innovazione,
ecco le tavole
da non
perdere per
la stagione
invernale
14/15
e freestyler. Qui potrete dedicarvi alle vostre evoluzioni
accanto a rider professionisti che scelgono questo parco per la qualità della manutenzione e per i suoi percorsi
adrenalinici; oltre che per
lo spettacolare paesaggio
montano. I più temerari potranno provare un Halfpipe
lungo 120 metri.
snowparkseiseralm.com
Livigno, Lombardia
Snowpark Mottolino
Il più grande snowpark d’Italia si trova a Livigno; oltre
ad essere il migliore e più
attrezzato figura anche tra i
Slash Atv
Twin direzionale con un
full camber
tradizionale,
controllo
preciso, curve
reattive e
colore pop. Lo
shape speciale
riduce il peso
in punta e
coda, per far
slittare meno
il peso e rimanere più
a lungo in
conduzione.
primi in Europa. Se amate la
tavola da snowboard, Livigno è la destinazione adatta
a voi sia che siate esperti o
dilettanti; in quanto nel parco ci sono quattro aree suddivise per livello di bravura.
Inoltre nella Jibbing area troverete rails, scalinate, bank,
box e wall. Lo snowpark si
trova nei pressi del Rifugio
M’Eating Point Mottolino,
servito dall’impianto Trepalle,
prevede un impianto di innevamento artificiale dedicato.
Questa location ha ospitato
il World Rockie Fest, i Burton European Open e il River
Jump. www.mottolino.com
Lib Tech Travis Rice
Per lo snowboarder Travis
Rice questa è la
tavola migliore
del pianeta.
Sarà perché
grazie alla HP
Technology garantisce forza
e leggerezza.
Costruita nella
Jackson Hole,
offre un grip di
lamina surreale
e controllo in
qualsiasi tipo di
situazione.
Bardonecchia, Piemonte
Bardonecchia Ski
Si trova nell’alta Val di Susa,
il Bardonecchia Sky che offre un’ampia scelta a tutti gli
appassionati di snowboard,
qui troverte pane per i vostri
Ride Rapture
Tutta la qualità
delle tavole Ride
concentrata
in una tavola;
l’esclusivo
LowRize™ shape, i fianchi in
Ptex e l’anima
in Foundation
Tuned™ sono
stati studiati
appositamente
per le ragazze
che non vogliono scendere a
compromessi.
alpe di siusi snowpark
Alpe di Siusi, Alto Adige
Indian Snowpark - Cervinia
L’Indianpark nasce nel 2003
nel comprensorio BreuilCervinia in località Fornet; nel
2013, per commemorare i 10
anni di attività, il parco viene
spostato a 2.678mt lungo le
piste comodamente servite
dalle seggiovie Pancheron
e Plan Maison. Con la nuova
ubicazione, l’Indianpark diventa uno degli snowpark più
lunghi d’Italia, sviluppandosi
per oltre 1 chilometro e 200
metri, confermandosi uno
dei park più imponenti di tutto l’arco alpino. Ad una zona
alta, all’interno della quale
sono presenti tre table con
2 kicker appaiati ciascuno, si
congiunge una zona più bassa, dedicata prevalentemente
al jibbing, grazie alla presenza
di oltre 11 strutture tra rail, box
e strutture in neve, a cui sono
affiancati 3 funbox con kicker
da 5 metri circa ed un table
finale con appaiati due kicker
da 7 e 12 metri. indianpark.it
Roxy Sugar
Banana Fox
Questa tavola
è in grado di
farvi migliorare run dopo
run. Rocker e
spigoli rialzati
garantiscono
una buona
tenuta degli
angoli mentre
il sidecut un po’
più profondo
permette una
semplicissima
presa di curva.
Burton
Deja Vu Flying V
Questa tavola
cavalca qualsiasi cosa si trovi
sulla tua strada
con una facilità
sorprendente.
Il profilo rocker
della tavola surfa
nella powder
profonda, mentre il sottile camber sotto i piedi
e un autentico
design twin aiutano a mantenere il controllo.
Un nuovo importante passo attende GShock che, dopo aver festeggiato il 30°
anniversario, apre il suo primo concept
store italiano a Milano in Corso Como,
al confine con il nuovo polo della moda:
la futuristica Porta Nuova. G-Shock nasce nei laboratori Giapponesi di Casio da
una sfida: creare un orologio realmente indistruttibile. Dalla sua creazione ad
oggi sono passati trent’anni e l’orologio,
diventato un must per gli amanti dello
sport estremo, è oggi conosciuto in tutto il mondo per le sue qualità uniche. Per
celebrare l’opening del negozio milanese
abbiamo intervistato il suo eclettico creatore, l’ingegnere giapponese Kikuo Ibe.
Da cosa è nata l’idea di creare un orologio indistruttibile?
Un giorno nel mio passato mi trovavo in ufficio quando per sbaglio ruppi un orologio
molto importante per me, era il dono che
mio padre mi fece il primo giorno di liceo.
Ricordo che andò in mille pezzi e che fu
proprio in quel momento che amareggiato
decisi di progettare un orologio che fosse
indistruttibile, anche nel caso venisse trattato con molta violenza.
Hai testato la resistenza dell’orologio in
diversi modi curiosi, ce ne parli?
Mentre stavo sviluppando il progetto l’ho
testato in diversi modi come gettarlo dalla
finestra del terzo piano del mio ufficio; con
gli anni G-Shock ha superato moltissimi
test tra cui essere calpestato con forza o
essere investito da un camion.
Quale sarà la tua prossima sfida da vincere?
Credo che G-Shock sia l’orologio indistruttibile definitivo grazie alla sua “shock resistant technology” ma spesso sogno quello
che potrebbe diventare, vorrei trovare il
modo di aggiungere un’ulteriore caratteristica alla sua robustezza. Questa sarà la
mia futura sfida.
G-Shock arriva a Milano con il suo primo
monomarca italiano, come ti senti a riguardo?
Mi sento onorato ed orgoglioso anche perché Milano è una città in costante fermento
dove nascono sempre nuovi trend. Spero
che il nostro flagship store possa crescere
riuscendo a soddisfare i fan ed i cienti italiani. Per favore, continuate a supportarci!
photo: Unotre.com
Mantova > L’insurrezione
della parola Antonio Moresco è
un autore dal travagliato percorso
letterario, che solo dopo molti anni
ha ottenuto l’attenzione da parte
dell’editoria. Questa volta fa sentire
la sua voce attraverso una raccolta
dei suoi taglienti editoriali.
Ha pubblicato un libro intitolato
Scritti Insurrezionali. Da cosa nasce?
Sono gli spiazzanti scritti di apertura
di una spiazzante rivista uscita negli
ultimi anni e intitolata, leopardianamente, Il primo amore.
Una rivista quadrimestrale edita da Effigie Edizioni
definita di sconfinamento
in cui letteratura e politica
si incontrano. Con quale
intento nasce?
Muovere uno spazio immobilizzato.
48/ Libri
76
Un’immobilità voluta anche da buona parte del giornalismo di oggi.
Cosa pensa a riguardo?
Del giornalismo di oggi, con le dovute eccezioni, non penso bene: è
parte del problema, non della sua
soluzione.
Secondo lei quanta responsabilità
hanno oggi gli scrittori nell’indicare
una via d’uscita?
In questi anni gli scrittori italiani,
molto spesso, si sono appiattiti sul
ruolo di descrittori giornalistici della
“realtà” - o meglio della sua maschera - o su quello di intrattenitori, buttandosi sul
genere che al momento
“tira”. O al massimo su
quello di abatini letterari,
per lo più di derivazione
accademica, intenti alle
loro piccole carriere separate. Proprio mentre ci
Urban per dacia
sarebbe bisogno di
non appiattirsi sull’esistente e di volare
alto. è un panorama
misero in cui anche il
giornalismo culturale
ha una sua grave responsabilità.
Lei Moresco afferma:
«Al punto in cui siamo
persino una rivoluzione
non basterebbe. Perchè pensare quello che
abbiamo pensato finora non basta più.
Abbiamo bisogno dell’impensato».
Dunque, il potere in mano ai filosofi?
No, perché i filosofi si muovono
dentro uno spazio concettuale delimitato e protetto, perché sono
legati più che ogni altro alla concatenazione linguistica, concettuale e
di conoscenza che si è instaurata
nella nostra specie, fugace abita-
trice di un mondo che,
se andiamo avanti
così, si sbarazzerà
rapidamente di noi.
Perché, con la loro antica pretesa di essere i
sacerdoti di una autoreferenziale religione
che hanno chiamato
“verità”, i filosofi sono
dentro questo diaframma e sono questo diaframma.
Mi descriva l’impensato di cui parla.
L’impensato è, se mai, il territorio
degli esploratori, degli inventori,
degli asimmetrici, degli irregolari,
dei disperati, degli inappagati, dei
sognatori, dei prefiguratori, dei traslocatori, degli impensatori...
Antonio Moresco,
Scritti Insurrezionali,
Effigie Edizioni, pp.125, € 12.00
Dublino > Omaggio a Joyce Quando Joyce scrisse Du-
Londra > Icona del
Contemporaneo La
foto di copertina è del
fotografo Juergen Teller
scattata nell’intimità della casa londinese della
Westwood. La fotografia
come afferma lei stessa è
differente dalla pittura in
cui si ha il pieno controllo del mezzo, ma Teller ha
saputo cogliere l’essenza del soggetto ritratto e
svelare un’immagine della
Westwood fedele al reale.
Come nella ritrattistica del
passato focus della composizione sono le mani,
tra i particolari più difficili
da rappresentare perchè
da loro dipende la credibilità stessa del soggetto.
Infatti Vivienne Westwood
afferma: «In this picture I’m
za. Dalle prime incursioni
punk, emerse in pieno
clima conservatore fino
alla consacrazione data
dall’intero fashion system. Questa è la prima
monografia scritta da lei
stessa e Ian Kelly.
V. Westwood e Ian Kelly,
Vivienne Westwood
really drawn to these wrinkly Picador, pp. 463, € 31.45
old hands. They’re my hands,
of course, and yet suddenly
they look new and interesting».
Due aggettivi questi ultimi
che connotano da sempre la sua creatività con
una costante: la coeren-
parigi
L’ambiguità
dell’anima Figura tra
le più discusse del
‘900, Jean Genet è noto
per aver dato voce
alla dualità dell’animo
umano. Autore provocatorio e di rottura tanto da ricevere le attenzione di J.P. Sartre,
Genet ha trasposto la sua esperienza di
vita nell’arte, fino a rendere impossibile
distinguere la realtà dalla finzione letteraria. Notre Dame des fleurs è il suo
primo romanzo composto nel 1942, uno
scritto in cui emergono ricordi d’infanzia e ambigue creature dei bassifondi in
una Parigi anni ‘30 •
Jean Genet, Notre Dame Des Fleurs.
Il Saggiatore, pp.256, € 15
new york Una fortunata sconfitta
Firmata dall’autorevole voce di Francis Scott Fitzgerald, autore de Il grande Gatsby e Tenera è la notte, idolo di
quella che G.Stein definiva “gioventù
perduta”, la prima antologia che raccoglie scritti incentrati sullo sport. Quindici racconti, tra cui alcuni inediti, una poesia sul football e un singolare episodio
in cui l’autore riconduce l’origine della
sua carriera letteraria a una sconfitta
sul campo. Il ritratto di una
febbrile generazione che
rivive attraverso la limpida scrittura di Fitzgerald •
F. Scott Fitzgerald, Fuori dai giochi.
I racconti della grazia, dell’agonismo, del corpo. 66thand2nd,
pp.320, € 20
bliners sotto lo pseudonimo di
Stephen Daedalus era il 1914,
quindici racconti scritti senza la
mediazione di un narratore onnisciente in cui ogni racconto ha
diversi punti di vista tanti quanti
sono i personaggi che ne danno
vita. A distanza di cent’anni dalla
sua pubblicazione la casa editrice Minimum Fax pubblica sulla scia del grande classico, un’opera polifonica
che raccoglie i migliori scrittori della scena irlandese
contemporanea: John Boyne, Sam Coll, Evelyn Conlon,
Michèle Forbes, Andrew Fox, Oona Frawley, John Kelly, Eimear McBride, Patrick McCabe, Belinda McKeon,
Mary Morrissy, Peter Murphy, Paul Murray, Elske Rahill
e Donal Ryan. Autori consacrati dalla critica ed esordienti che rappresentano la nuova Gente di Dublino,
15 voci che attraverso il parallelo con l’opera joyciana
offrono al lettore uno sguardo sull’Irlanda contemporanea, all’ombra di quelli che sono i due aspetti centrali dell’opera di Joyce, la paralisi, intesa come paralisi
morale e la fuga.
Dubliners 100. Quindici voci d’Irlanda, la nuova gente di
Dublino. AA. VV. A cura di Thomas Morris.
Ed. italiana a cura di Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai
Minimum Fax, pp. 240, € 15.00
LOS ANGELES Il Dio di Bukowsky
Una
tormentata carriera iniziata nei primi
anni ‘30 quando poco più che ventenne
si trasferì in California con l’ambizione di diventare uno scrittore. Quella di
John Fante è stata un’esistenza consacrata alla scrittura indissolubilmente legata all’arte. I
suoi scritti benchè protagonisti di trasposizioni cinematografiche, sono misconosciuti soprattutto in
Italia. Le lettere sono tra le
testimonianze più interessanti per avvicinarsi ad un autore definito da Bukowsky come “il narratore più
maledetto d’America” •
John Fante, Lettere 1932 - 1981. Introduzione di
Francesco Durante. Einaudi, pp.454 , € 24
L’AQUILA La ricerca del
vero Il regista Giorgio
Diritti de Il vento fa il
suo giro (2005), L’uomo che verrà (2009) e
Un giorno devi andare
(2013) si confronta con
un mezzo diverso da
quello cinematografico ma complementare: la scrittura. Noi due è il suo
esordio letterario con il quale Diritti
mette in campo le anomalie del vivere, mettendo a nudo esistenze umane
e vicessitudini che normalmente verrebbero taciute dall’ordinaria rappresentazione del quotidiano e con uno
sguardo rivolto a evindenziare il vero •
Giorgio Diritti, Noi Due.
Rizzoli, pp. 288, € 18
Move to the city
Ph. Alessandro Farese
A cura di Diana Barbetta
In una società sempre più omologata diventa fondamentale distinguersi con qualcosa
di diverso e capace di stuzzicare la curiosità e le passioni di ognuno.
dacia propone nuovo duster freeway.
Dacia Duster Freeway incarna
bene questo spirito, una versione esclusiva limitata a soli 100
esemplari numerati per affrontare la giungla urbana. Il SUV
compatto dal grande successo
è appositamente dedicato a chi
vuole vivere il mondo e l’avventura scoprendo sempre nuovi luoghi, nuovi scorci e nuove
città. Tutto questo con un look
volutamente unico grazie alla
texture opaca New York Skyline
sulla carrozzeria.
E parlando della Grande Mela
e di Edizioni Speciali, la mente
vola proprio nel cuore di Brooklyn, sulla Fifth Avenue. Al numero 7709 si trova la galleria di
Limited Editions of New York,
specializzata in memorabilia e
altri rari oggetti che fanno la
gioia dei collezionisti. Se siete
amanti della musica rock, troverete dischi e strumenti autografati dagli artisti più famosi,
dai Beatles a Bruce Springsteen,
senza dimenticare i Pearl Jam o
i Fleetwood Mac. Chi segue invece gli sport americani impazzirà davanti alle litografie e agli
oggetti dei campioni di baseball,
football, boxe o ancora hockey.
Sono accontentati anche i seguaci del primo inquilino della
Casa Bianca con una lunga lista
di documenti firmati dai Presidenti degli Stati Uniti d’America.
D’altronde, chi non vorrebbe un
bell’autografo di Eisenhower da
esibire con orgoglio nel proprio
soggiorno?
www.limitededitionsports.com
Continuando a parlare di “Edizioni Limitate” e di New York,
possiamo aggiungere anche un
pizzico di italianità. D’altronde
Dacia Duster è un grosso successo anche nel nostro Paese. Recentemente, il noto Chef
Massimo Bottura, tre stelle Michelin, ha creato un hamburger
in “limited” - solo 1000 esemplari - per la catena americana
Shake Shack. Il panino, chiamato Emilia, è stato venduto lo
scorso 13 ottobre in occasione
del Columbus Day. Tra gli ingredienti troviamo il ParmigianoReggiano mescolato direttamente alla carne LaFrieda, due
rondelle di cotechino, salsa verde e maionese all’aceto balsamico di Modena. New York, una
città che stuzzica la curiosità. E
pure l’appetito.
www.shakeshack.com
E se, alla fine, volete scappare da New York, potete sempre farlo con il “box-set limited
edition” di Fuga da New York,
il cult movie diretto da John
Carpenter con Kurt Russel nei
panni di Jena Plissken. Questo
prezioso cofanetto racchiude
una T-shirt, il poster della lo-
candina, l’eyepatch e i tatuaggi
temporanei per assomigliare al
protagonista e infine una serie
di adesivi prismatici, tipici degli
anni 80. Un vero must per i fan
della pellicola. Potete trovare
questo imperdibile box-set da
Fright-Rags.
www.fright-rags.com
Ma il gusto della “limited edition” lo possiamo accarezzare
anche a bordo di nuovo Dacia Duster Freeway, con il suo
equipaggiamento indispensabile per il comfort e per il viaggio
dentro e fuori la città. [D.C.M]
50/
76
Pagina 51 Moda.
In Bellavista. Fotografia Omar
Macchiavelli, stile Ivan Bontchev.
Dylan indossa felpa Calvin Klein
Collection. Nella pagina accanto,
felpa New Era e pantaloni in pelle
Costume National
/ 76:
52/
53/
76
76
Bomber con patch
e t-shirt DIESEL,
pantaloni in pelle da
Sous Vintage Shop,
bandana stylist’s own.
Nella pagina accanto
Maglia AVANT TOI,
gilet in pelle vintage
da Sous, pantaloni
in pelle DIESEL. Stivali
MOSCHINO
54/
55/
76
76
Giacca in pelle VIVIENNE
WESTWOOD, t-shirt CALVIN
KLEIN JEANS, pantaloni
in pelle EMPORIO ARMANI.
Trainers REEBOK e, in tutto
il servizio, calze H&M
Nella pagina accanto
Giacca denim LEVI’S,
felpa NEW BALANCE,
pantaloni vintage,
trainers REEBOK
56/
57/
76
76
Felpa e trainers REEBOK,
gilet denim vintage da Sous,
pantaloni FABIO QUARANTA
Nella pagina accanto
T-shirt NEW ERA
Grooming
Camilla Romagnoli
using Mac Cosmetics
Modello Dylan
at Why Not,
assistente
stile Greta Brunelli.
Thanks to Sous
Vintage Shop,
Alzaia Naviglio
Pavese, Milano
Pagina 59 Moda
A metà strada
Fotografia Jay
Schoen, stile Alex
Vaccani. Marin
/ 76:
58/
76
indossa polo
Fred Perry
Nella pagina
accanto, polo
Colmar, pantaloni
Nike, underwear
Calvin Klein, calze
Lotto, scarpe
60/
76
Piumino brooKsfield,
giacca umbro
underwear calvin klein,
pantaloncini nike,
calze erreà republic,
scarpe nike,
cappellino stone island.
Nella pagina accanto
polo lacoste,
pantaloni nike,
cappellino adidas,
calze erreà republic.
62/
63/
76
76
Polo UMBRO,
pantaloni
erreà republic
Nella pagina accanto
Giacca a vento ADIDAS
ORIGINALS by NIGO,
pantaloni ADIDAS,
polo STONE ISLAND,
calze erreà REPUBLIC
scarpe ASICS
64/
76
65/
76
Maglia UMBRO,
pantaloni ADIDAS
Giacca, pantaloni
e polo LACOSTE
Grooming Kiril Vasilev
at Green Apple Italia
Modello Marin
at Independent
Urban per lancia
Lancia e le donne, una lunga storia all’insegna della moda e dell’eleganza.
L’
automobile è donna,
siamo in molti a pensarlo. E avvicinare l’universo femminile alle
automobili Lancia è
alquanto facile nell’immaginario
collettivo. L’eleganza e la raffinatezza del marchio ha sempre suscitato un fascino particolare sulle
donne, sempre molto attente ai
particolari come agli accostamenti cromatici che conferiscono
stile e personalità. Un vestito, un
gioiello, un profumo o, appunto,
un’automobile devono avere quel
must in più che fa la differenza.
La stessa differenza espressa
oggi dalla nuova Lancia Ypsilon
ELLE, concentrato di glamour
ed eleganza che si rivolge a una
donna ricercata e raffinata qual è
anche la lettrice del noto mensile
femminile. Tanti buoni motivi per
essere conquistati da questa automobile.
il Bianco tristrato Glacé. Tre colori esclusivi che rappresentano al
meglio l’alto di gamma del modello e ripropongono in chiave
moderna i segni distintivi del marchio.
Stile A rendere unica un’automobile sono spesso i particolari che
ne evidenziano la forte personalità. D’altronde l’eleganza di una
donna sta anche nei dettagli e la
nuova Ypsilon Elle sfoggia finiture
“dark chrome” su calandra, cornice dei fari antinebbia e maniglie,
mentre gli specchietti sono nello
stesso colore della carrozzeria. Il
tocco finale viene dato dai cerchi
in lega da 15”diamantati - o da
16” diamantati color Cipria – e dal
logo “ELLE” e il logo “YPSILON”
sempre in “dark chrome” e l’esclu-
Christian Dior
siva grafica a Pied De Poule che
spiccano sui montanti.
Qualità Il logo del noto magazine femminile è presente anche
nell’abitacolo, sui nuovi sedili che
abbinano alla pelle Cipria, con
cucitura a contrasto, l’esclusiva texture in Alcantara nera per
sedute e schienali. Un grande
“classico” dell’eleganza contemporanea Lancia che fece il suo
debutto nel 1984 sull’ammiraglia
Thema e poi presente in tutte e
quattro le generazioni di Ypsilon.
Alcantara si conferma ancora una
volta la scelta ideale per vestire
con eleganza ogni tipo di superficie. Con originali finiture Pied de
Poule, il raffinato materiale made
in Italy regala stile e personalità al
lussuoso ambiente interno della Ypsilon ELLE, mentre la tinta
cipria va a caratterizzare anche i
pannelli porta, la fascia della plancia e i bordi dei sovratappeti. In
perfetto abbinamento cromatico,
la pelle nera con ribattitura in filo
In apertura
Il tailleur “Bar”, con cui
Christian Dior ridisegna
la donna nel febbraio del
1947: giacca in seta, gonna
in lana, 1947. New York,
The Metropolitan Museum
of Art.
John Galliano, direttore
creativo della maison Dior dal
1995 al 2011, crea un tailleur
secondo i dettami sartoriali
dell’atelier con un’ispirazione
all’Oriente. Modello dalla
collezione primavera-estate
2007, Parigi.
Christian Dior nasce a Granville, in Normandia, il 21 gennaio del 1905, da una facoltosa famiglia
alto borghese. La casa di Granville è un luogo incantato, esposta al sole e ai venti, ricca di piante
e fiori, con arredi sontuosi in stile Enrico II e Luigi XV, alle pareti le stampe giapponesi di Utamaro e Hokusai. Qui Dior trascorre un’infanzia solitaria, fatta di letture e sogni. Sua madre, donna
esile ed elegante, gli trasmette la passione per la natura e per il giardinaggio: con lei progetta
un grandioso giardino dell’Eden e studia libri di botanica. Dal 1911 è a Parigi con la famiglia,
ma con lo scoppio della guerra i Dior tornano nella quiete di Granville. Dior segue i desideri
paterni e studia Scienze politiche, coltivando dentro di sé il sogno di studiare arte. Tornato definitivamente a Parigi, nei ruggenti anni Venti, entra nel circuito degli artisti delle avanguardie.
Frequenta il leggendario locale Bœuf sur le Toit, diventa amico di Henri Sauguet, del pittore
Christian Bérard, del poeta Max Jacob, dello scrittore René Crevel. Nel 1927 apre una galleria
d’arte con un socio, Jacques Bonjean, vivendo appieno la sua passione per ogni tipo di manifestazione ed espressione artistica. Tra il 1929 e il 1931, una serie di lutti familiari e di problemi di
salute, aggravati dalla crisi economica mondiale, pone fine alla spensierata giovinezza e getta le
basi del suo radioso futuro. La galleria deve chiudere, e grazie alla vendita di un’opera di Raoul
Dufy, che anni prima Dior aveva acquistato dal grande couturier Paul Poiret, ricomincia da zero.
La sua innegabile abilità nel disegno gli frutta i primi lavori nella moda come illustratore freelance per alcune riviste. I bozzetti pubblicati su “Le Figaro” nel 1937 lo rendono noto nell’ambiente
e Piguet lo vuole come disegnatore per una collezione di mezza stagione. È un successo e Dior
diventa parte integrante della maison di Piguet, dove inizia a elaborare quel linguaggio che di
lì a pochi anni diverrà il paradigma dell’haute couture. Gli anni della guerra sono difficili per l’industria della moda, con il razionamento dei materiali e le minori possibilità economiche della
clientela. Dior torna per un periodo dalla famiglia, per poi riprendere il lavoro presso Lucien Lelong, dove collabora con il talentuoso Pierre Balmain. Quest’ultimo apre la sua maison nel 1945
e Dior decide di seguirne l’esempio. Non possiede la tecnica sartoriale, solo quella straordinaria mano nel disegno e un senso innato del colore, delle proporzioni, della bellezza. Ma sa che
la confezione, la vestibilità, il dettaglio, la costruzione del capo sono elementi irrinunciabili. Si
avvale allora di una serie di eccellenti collaboratori, tra cui un giovane Pierre Cardin, e inaugura
nel 1946 la sua maison al leggendario numero 30 di Avenue Montaigne. Il 12 febbraio del 1947
sfila la prima collezione di Dior e il mondo si ferma ammirato. La moda cambia per sempre già
alla prima uscita e i giornali esultano di fronte a quello che viene definito “The New Look” da
Carmel Snow, caporedattrice di “Harper’s Bazaar”. Questa definizione fa il giro del mondo e crea
un fenomeno. Negli anni successivi vengono proposte silhouette con forme sempre nuove: la
clessidra e la corolla e poi la linea A, L, H… Tutte studiate nel dettaglio e accessoriate, in un’idea
di total look che è una rivoluzione prima di tutto nel sistema produttivo, poiché coinvolge vari
rami dell’industria in un’immagine coordinata. Dior è tra i primi a iniziare con successo il mercato delle licenze. Si avvale della collaborazione dei migliori creativi di ogni settore: Vivier per le
calzature, Brossin per il disegno di stampe per tessuti, Francis Winter per i gioielli, Renè Gruau
per le illustrazioni. L’atelier è il centro nevralgico, il luogo sacro della maison, dove tutto nasce in
strettissima collaborazione con première e sarte, modellisti, tagliatori e ricamatori. È il più famoso e acclamato dei couturier francesi, conteso dalle stelle del cinema e dalle nobildonne, imitato
e sognato dalle donne comuni. Nel 1957 Christian Dior si spegne precocemente a Montecatini,
lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della moda. Gli succede, all’età di 21 anni, il suo giovane pupillo, Yves Saint Laurent, fino al 1960, quando viene sostituito da Marc Bohan, cui segue,
nel 1989, Gianfranco Ferré. Nel 1990 la maison entra a far parte del colosso del lusso LVMH. Nel
1995 Ferré lascia la guida di Dior e viene sostituito dal giovane John Galliano, con cui avviene
una seconda rivoluzione. La stravagante audacia, l’incontenibile fantasia creativa di Galliano conferiscono una nuova immagine alla maison, e forse anche al concetto stesso di haute couture.
Dopo la sua burrascosa uscita di scena, dal 2012 è il delicato e prezioso stile di Raf Simons che
riporta in passerella il sogno creato da Christian Dior, con le sue donne fascinose e aggraziate,
come i fiori di quel giardino incantato sulla scogliera.
Walter Albini, foto abito collezione Misterfox A/I 1973-74. © Archivio Marisa Curti
Profumo di donna
127
Esclusività La nuova Lancia Ypsilon ELLE si distingue per i suoi tre
colori dedicati che ne esaltano le
linee e ne accentuano la personalità. Il Cipria Glam è variazione
morbida e cangiante del rosa,
ideata dal centro Stile Lancia in
esclusiva per il modello. Può essere abbinato al tetto e al cofano
motore Nero Vulcano, creando
così una verniciatura bicolore dal
forte contrasto. Troviamo infine
L’ABC della Moda
Moda. Storie & Stili è
un vero e proprio volume enciclopedico dedicato al fashion system.
L’intento è quello di
dare due punti di vista
sul mondo della moda
seguendo sia il lavoro di
chi la progetta, la realizza e la vende e di chi la
interpreta e la vive. 250
tra designer, brand, movimenti e stili catalogati
in ordine alfabetico con
un range che spazia
dal lusso estremo alle
controculture giovanili;
dall’esclusività sartoriale alla produzione
su larga scala. Stilisti,
creativi e couturier vengono approfonditi, oltre
che nelle linee generali
della biografia, anche
cercando di restituirne
l’ispirazione, la filosofia,
i criteri di lavoro, le scelte estetiche ed il gusto.
Moda. Storie & Stili. A cura di Arianna Piazza. 536 pp., 500 illustrazioni, 195,00 €
Edito da 24 ORE Cultura - In libreria a dicembre
color cipria ricopre con eleganza il
volante e la cuffia del cambio. L’eleganza dentro e fuori.
Personalità I concetti di stile e
bellezza vengono esaltati da un’esclusiva collezione di accessori di
moda in Alcantara dedicata alla
Ypsilon ELLE e nati dalla collaborazione tra Lancia, Alcantara e
il Politecnico di Milano. Realizzati dai giovani designer Valentina
Bruzzi e Alan della Noce, docenti
al corso di laurea in Design della
Moda, sono veri e propri gioielli di grande fascino che rendono
omaggio ai primi acquirenti che
sceglieranno la serie speciale
ELLE nelle concessionarie Lancia.
Praticità Le donne amano la Ypsilon perché è la “fashion city car”
che risponde alle esigenze di uno
stile definito, personale e mai sopra le righe. La Ypsilon è infine
funzionale e compatta per muoversi con disinvoltura in città, pratica con le sue 5 porte e rispettosa dell’ambiente, soprattutto nelle
versioni “EcoChic” alimentate a
metano e GPL, che rappresentano oltre il 30% delle vendite totali
di Ypsilon.
Fashion Distinguersi senza ostentare. La Lancia Ypsilon è l’auto
preferita dalle donne ma questo
non esclude il pubblico maschile:
il 30% dei clienti Ypsilon sono infatti uomini. Eleganza e stile non
sono più una questione di genere
e la Ypsilon ELLE si rivolge a chi
è “urban chic”, a coloro che incarnano un modo di essere e uno
stile di vita metropolitano quanto
elegante. Non importa se uomo o
donna.
Successo
La Lancia Ypsilon è un successo che dura da quasi 3 decenni.
Ypsilon compirà infatti il prossimo anno il suo trentesimo compleanno. Nasceva appunto nel
1985 la famosa Y10, capostipite di
una famiglia che è sempre stata
al passo con i tempi, diventando
un’icona per molte donne. All’insegna dello stile e dell’eleganza,
con quella forte personalità che
da sempre caratterizza la piccola
Lancia. [D.C.M]
69/
76
In giro #124
Badia Moritzino Bologna Casa Minghetti Budapest Fogasház Copenaghen Höst Courmayeur Shatush
Courmayeur Helsinki Story · Bronda Madonna Di Campiglio Ober 1 New York Electric Room Parigi Ekō Club
Roma The Deer Club Tallinn Sfäär Torino Vermouth Anselmo Vancouver Bestie
Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio · Illustrazione di Joost Swarte
Produced under license of Ferrari Brand Spa. FERRARI, THE PRANCING HORSE device, all associated logos and distinctive designs are property of Ferrari Spa.
Distributore ufficiale: Mondia Watch Group Srl
Via Bobbio 87 - 27058 Voghera PV - Tel. +39.333 1275841 - [email protected] - www.mondiawatchgroup.com
joost do it La prima raccolta in lingua inglese della sua opera l’ha chiamata
È tutto qui quel che c’è da vedere? E, in effetti, un volume non basta. A Basilea si celebra
l’opera di Joost Swarte, icona assoluta del fumetto franco-belga. A pagina 69
70/ In giro. In Italia
71/ In giro
76
76
COURMAYEUR
Shatush Courmayeur
Strada della Brenva, 10,
11010 Entrevès, Courmayeur (Ao)
0165 067200
www.shatushclub.com
• Quando: venerdì e sabato sera
• Perché: perfetto dopo una giornata passata sulle piste
• Chi ci trovi: la Milano “bene” in trasferta
• Highlight: il pesce fresco ad alta quota
Roma, The Deer
Lo Shatush di Courmayeur è il nuovo punto di riferimento del
divertimento invernale. In un’unica struttura: suite hotel, ristorante e club con zona privè e lounge bar. Il Club completamente rinnovato nel 2011, con un nuovissimo impianto audio e luci,
ospita feste e dj in un ambiente esclusivo, lontano dai soliti ritrovi affollati e di massa. Shatush Courmayeur conquista le pendici
del Monte Bianco e le trasforma in un fulcro accogliente e caldo
della notte, offrendo anche l’impossibile. Un esempio? Il sushi
in montagna.
BADIA
Courmayeur, Shatush
MORITZINO
Piz La Ila, 39030 Badia
+39 0471 847403
www.moritzino.it
Madonna di Campiglio, Ober 1
• Quando andare: dal lunch a tarda notte
• Perché: per mangiare bene, ma soprattutto divertirsi
• Chi ci trovi : un bel mix di tutte le età
• Highlight: è un’istituzione che non si smentisce
Una vera istituzione del divertimento montano, Il Moritzino da
più di quarant’anni è il punto di riferimento per chi frequenta Corvara e la Val Badia. Dall’appuntamento con l’Apres Sky
nella sua terrazza - dove scatenarsi con la musica del dj Luca
Noale e “scaldarsi” anche con cichetti e shottini che vengono
direttamente dall’Ice Bar - al Wine Bar e al ristorante, dove
rilassarsi e godere dei piaceri del vino e della tavola della grande tradizione trentina, il Moritzino è perfetto per tutte le età e
tutte le occasioni.
MADONNA DI CAMPIGLIO
Badia, Moritzino
Ober 1
Via Monte Spinale 27 (B5)
38086 Madonna Di Campiglio
T +39 0465 441136
• Quando andare: pomeriggio e sera
• Perché: per ballare anche il pomeriggio
• Chi ci trovi : giovani …dentro e fuori!
• Highlight: i cocktail
Moderna dependance dell’Hotel Ober, in pochi anni l’Ober1 è
diventato “il” posto per l’après sky a Madonna di Campiglio.
Dopo una giornata sulle piste l’Ober è la soluzione ideale per
rilassare i muscoli a ritmo di musica e qualche drink. Se vi
assale la tipica fame dopo una giornata di sport, potete spizzicare con taglieri piadine e altri piatti tipici e il giovedì dalle 18
persino sushi su prenotazione.
Bologna, Casa Minghetti
TORINO
Torino, Vermouth Anselmo
Vermouth Anselmo
via Belfiore 14/C
347 1583695
www.vermouthanselmo.com
Lun/Dom, dalle 18.30
In copertina
• Quando andare: per una serata tra amici
• Perché: per riprendere una bella tradizione torinese
• Chi ci trovi: i giovani frequentatori di San Salvario
• Highlight: il vermouthino
In via Belfiore 14 c’è un nuovo punto di ritrovo delle serate torinesi, un laboratorio artigianale di vermouth con mescita e cucina. Quattro giovani che hanno voluto riprendere la tradizione
torinese di questo drink un po’ dimenticato che sta vivendo
un nuovo periodo di successo. Nel laboratorio si sperimentano
ingredienti e variazioni delle ricette classiche: l’anima tradizionale resta il Moscato di Canelli, ma la ricerca esplora le note
agrumate e connota il vermouth con nuovi equilibri; in cucina
la chef Andrea Salerno propone piatti semplici, della tradizione
piemontese rivisitati in chiave contemporanea con prodotti a
km 0. Lo stile del locale richiama gli anni ’30, rifacendosi alla
tradizione della bevanda e rendendo l’atmosfera calda e piacevole, anche se più indicata per bere qualcosa più che cenare
( a meno che non amiate I ristoranti un po’ chiassosi).
Ha rivoluzionato il panorama del fumetto
europeo mixando l’approccio acido di Robert Crumb
alla pulizia di Hergè, tenuto a battesimo la “ligne claire”
e dato vita ALla versione r’n’b di Tin Tin.
Al Cartoonmuseum è tempo di Joost Swarte,
dessinateur et designer.
BOLOGNA
Casa Minghetti
piazza Minghetti 1/a
+39 335 419 196
+39 051 587 6685
Lun/Sab 9-23. Dom 17-23
• Quando andare: per un cocktail anche fuori orario
• Perché: è come stare in una bella casa
• Chi ci trovi :gente piuttosto raffinata
• Highlight: il far sentire a proprio agio
Il feeling è quello di una vera casa, affacciata sull’omonima
piazza, dove mangiare qualcosa ma soprattutto bere cocktail
preparati con grande maestria, rivisitando i classici del passato con uno stile un po’ anni 20/30, che tanto piace oggi.
L’ambiente è raffinato, ma non pretenzioso, capace di adattarsi a tutti i momenti della giornata, dato che apre alle nove del
mattino e chiude alle undici la sera. Si inizia con le colazioni,
per passare a un menù pranzo leggero e curato, così come
quello serale, ma indubbiamente il meglio Casa Minghetti lo
dà “dietro al bancone” dove i suoi barman si sbizzarriscono in
aperitivi e cocktail con un gran uso di misture e bicchieri ricercati per ogni tipologia.
ROMA
The Deer Club
Via Giulia, 131
+39 06 6832144
www.domhotelroma.com
Lun/Dom 19-23.30 Speak Easy Lounge dalle 23:00 alle 2.00
• Quando andare: in una serata a due
• Perchè: è un lounge bar dallo spirito internazionale
• Chi trovi: clientela mista
• Highlight: la formula cocktail + kitchen bites
All’interno del D.O.M Hotel è nato un club che vuole diventare un punto di riferimento a Roma come lounge dove bere
bene, ascoltare musica, ma anche mangiare qualcosa. Siamo in zona Villa Giulia, lo stile è quello di una casa raffinata,
in un gioco di velluti e specchi che lo rendono intimo ed
elegante, ma con l’intento di offrire un’atmosfera rilassata.
Alla importante carta dei cocktail si aggiunge la possibilità
di assaggiare i “kitchen bites”, piccoli piatti dello chef Max
Mariola. Chi volesse invece cenare, The Deer Club ha anche
un ristorante privé nella back room dove si apre una porta segreta e lontana da occhi indiscreti, disponibile solo su
prenotazione per cene esclusive.
Basilea. ‫‏‬L’illustratore e designer olandese Joost Swarte
è uno dei creatori di fumetti più importanti e influenti
al mondo. È colui che ha
rivoluzionato lo stile della
“linea chiara”, il linguaggio
grafico della bande dessinée
franco-belga che trovò la
sua più piena espressione
in Hergé. Anzi, per certi versi
lo si può definire il vero papà
del genere, fu lui a coniare il
termine ligne claire per designare lo stile del creatore
di Tin Tin e lo stesso Museo
Hergé di Louvain-la-Neuve
lo chiamò in causa quando
si trattò di mettere in allestimento l’opera dell’autore
belga. I lavori di Swarte sono
riconoscibili da una cifra in-
confondibile: una sintesi grafica di forme e colori chiara
e precisa, connotata da una
sottilissima ironia. Fumetto,
ma anche grafica, scenografia, architettura e design:
la sua sperimentazione non
conosce confini. Pezzo forte
della mostra sono le illustrazioni per le cover del New
Yorker, ma non mancano le
tavole dedicate al “Tin Tin
nero” Jopo De Pojo e ad
Anton Makassar, i suoi personaggi più noti. La mostra
Joost Swarte. Dessinateur
et designer, al Cartoonmuseum di Basilea fino al 22
Febbraio, presenta più di
100 disegni originali nonchè
manufatti artistici relativi alla
sua intera carriera. [An.B]
cartoonmuseum.ch
72/ In giro. Nel mondo
73/ In giro. Nel mondo
76
Helsinki, Story
Tallinn, Estonia
76
SfääR
Mere pst 6, 10111 Tallinn
www.sfaar.ee
+372 5699 2200
Helsinki, Finlandia
Copenaghen, Danimarca
STORY
Vanha Kauppahalli, Eteläranta
www.restaurantstory.fi
+358 010 666 8458
HÖST
Nørre Farimagsgade 41, 1364 Kbh.K
+45 89 93 84 09
cofoco.dk/en/restaurants/hoest
Lun/Sab 8-18
Lun/Dom 17.30-00
• Quando: durante il giorno per la luce
e la possibilità di visitare anche il negozio
• Perché: è una formula interessante,
vista raramente a Tallinn.
• Chi ci trovi: clientela variegata
• Highlight: la selezione di vini e birre
• Quando: sabato a pranzo
• Perché: è la tappa ideale dopo la spesa del sabato al mercato
• Chi ci trovi: giovani famiglie o gruppi di amici
• Highlight: design e cucina
• Quando: per un pranzo tra amici
Perché: per il feeling
Chi trovi: pubblico medio-giovane,
sofisticato ma semplice
Highlight del locale: il design curatissimo
Sfäär - Resto & Store si ispira alla cucina nordica moderna, così
anche il suo stile retro-chic attinge molto dalla tradizione scandinava negli arredi e nell’uso del bianco che amplifica la luce dei
grandi finestroni. Sfäär ha tre diverse face proprio a seconda
della luce, del momento della giornata e delle persone che lo
frequentano che sia mattina, mezzogiorno o sera. Il feeling resta
comunque sempre rilassato e la proposta gastronomica, nonché la selezione di vini e birre in ogni caso molto ricercata. Chi
volesse dare un’occhiata al negozio, troverà moda e accessori,
ma anche una selezione di riviste, libri e anche qualche pezzo
di design.
All’interno della ristrutturazione del vecchio mercato di Helsinki
è nato questo caffè-ristorante dietro al quale ci sono quattro tra
i più importanti ristoratori della Finlandia: Anders Westerholm,
Matti Sarkkinen, Teemu Aura e Markus Hurskainen. L’ambizione è
quella di diventare il punto di riferimento sia per la qualità in cucina che per l’ambiente moderno e rilassato. I prodotti arrivano
direttamente dal mercato a seconda delle disponibilità e sono
lavorati magistralmente dagli chef, che li offrono in un ambiente luminoso, dai soffitti altissimi, ma comunque reso intimo dal
progetto dell’architetto Joanna Laajisto, che guarda il mercato
da un lato e della nuova ruota panoramica e del mare dall’altro.
Perfetto per un pranzo o uno spuntino tra un banco della spesa
e l’altro.
Vancouver, Bestie
Vancouver, Canada
BRONDA
Eteläesplanadi 20
www.ravintolabronda.fi
+358 10 322 9383
Bestie
105 E Pender St, BC V6A
+1 604-620-1175
www.bestie.ca
Lun/Mar 16-00 Mer/Sab 16-2
• Quando: a pranzo
• Perché: per l’idea di mangiare cucina tedesca... a Vancouver
• Chi ci trovi: trenta/quarantenni “smart”,
come i designer che lo hanno aperto
• Highlight: la nobilitazione dell’hot dog
• Quando: meglio se in un momento in cui godersi anche la
luce naturale (impossibile in inverno)
• Perché: se avete nostalgia della cucina mediterranea
• Chi ci trovi: bella gente
• Highlight: il fornitore delle sedie non è scandinavo...
Bensì italiano (Pedrali)!
Parigi, Francia
Ven/Sab 21-6.00
• Quando: venerdì o sabato
• Perché: per un’irrefrenabile voglia di karaoke
dopo qualche sakè di troppo..
• Chi ci trovi: ancora presto per dirlo... ha aperto il 24 ottobre
• Highlight: permette di impostare la serata in diversi modi
Ispirato alla cultura giapponese, questo nuovo club e sake bar nel
cuore del II arrondissement (vicino allo storico Rex) è un nuovo
indirizzo per i nottambuli parigini, è il posto perfetto per chi ama la
musica elettronica raffinata e sake e whiskey nipponici. Una zona
bar con colonne in cui schermi video proiettano immagini futuristiche e, dietro una tenda, una zona dance dove si alterneranno dj
dalle sonorità elettroniche, tra tutti il giapponese Tomoki Tamura,
resident al Womb, uno dei club più conosciuti di Tokio. E per entrare nel pieno spirito jap non poteva mancare la sala karaoke...
Fogasház
Akácfa utca 51
+36 1 783 8820
www.fogashaz.hu
• Quando: c’è sempre qualcosa di interessante
• Perché: per vedere un vero ruin bar
• Chi ci trovi: giovani alternative
• Highlight: la sua poliedricità
New York, Stati Uniti
Tallin, Sfäär
ELECTRIC ROOM
355 W 16th St, Manhattan
electricroomnyc.com
Copenhagen, Host
Ekō Club
14 rue Saint Fiacre, II Arr.
www.ekoclub.fr
Budapest, Ungheria
Un vecchio studio dentistico (il nome significa “casa dei denti”) trasformato in uno spazio polifunazionale molto amato
dai giovani del quartiere: uno dei più conosciuti “ruin bar” ,
una tipologia di spazi molto alla moda a Budapest. In una sola
settimana potreste passare da un incontro culturale, a una
mostra, alla proiezione di un film a una serata con un dj d’avanguardia. D’altronde si tratta di uno spazio con molte facce,
dal bar a zone più lounge o perfette per esposizioni e incontri
a un giardino adiacente, il tutto con uno stile colorato, usando
arredi di recupero che rendono il tutto un luogo creativo, dove
sentirsi a casa e conoscere persone interessanti.
Budapest, Fogashàz
Bestie è un locale ispirato allo street food tedesco nel cuore della
Chinatown di Vancouver. Serve, in un ambiente contemporaneo
e easy una selezione di salsicce di prima qualità, pretzel appena
sfornati, patatine, insalata e il più apprezzato würstel al con curry
di Vancouver. Tutti i prodotti sono acquistati da piccoli agricoltori
e le carni selezionate da allevamenti sostenibili. Non potevano
mancare una selezione di birre alla spina e di schnapps. Perfetto
per un pranzo o una cena veloce. Non pensate però di trovare le
tovaglie a scacchi e le tendine alle finestre, Bestie ha un design
iper contemporaneo così come la sua clientela.
Copenaghen capitale del New Nordic, nella cucina e nello
stile. è qui che il gruppo Cofoco ha aperto tra i suoi ristoranti Höst, un ristorante ispirato allo stile rustico del nord trasportato in un ambiente urbano: ma soprattutto una sintesi
rotonda dell’estetica scandinava. Qui il concetto di rustico è
diventato semplice, il rurale si è trasformato in urbano, il passato è ora il contemporaneo. Dettagli di stile con elementi
di recupero, coperte di lana, tanto legno e piante si fondono
perfettamente con una cucina nordica tradizionale rivisitata, presentata in piatti disegnati appositamente dallo studio
Norm e il designer Menu. Rural gone urban, past gone contemporary sembra essere lo slogan perfetto.
Tallin, Sfäär
Affacciato sul parco Esplandi situato nel centro di Helsinki, il nuovo ristorante Bronda offre un ambiente rilassato
dal sapore mediterraneo all’interno di un contesto urbano.
Una moderna brasserie che offre piatti della tradizione mediterranea con velate rivisitazioni scandinave. E’ il quinto
ristorante della coppia di ristoratori Tomi Björck e Matti
Wikberg. Lo spazio è diviso in tre aree principali: l’area del
cocktail bar che accoglie i clienti con colori e materiali caldi
come l’ottone, il legno, il marmo e la pelle, il tutto esaltato
da un pavimento piastrellato che richiama le onde del mare
scandinavo; l’area pranzo, separata da una grande parete
di vetro che contiene e mostra i vini è inondata di luce naturale grazie alle grandi vetrate che la rendono un tutt’uno
con la strada; la terza zona più riservata, è sempre pensata
per il pranzo, ma in un contesto più intimo. Il bar è aperto
tutto il giorno e il weekend dopo le 8 ospita anche un dj set.
• Quando: in seconda serata
• Perché : trovate l’energia di NYC concentrata in un club
• Chi ci trovi: hipster in giacca di pelle e t-shirt dei Rolling
Stones, musicisti, spesso celebri (Miley Cyrus
è un habitué)
• Highlight: il fatto di sentirsi a una festa privata
Quando scendi le scale dell’Electric ti trovi accompagnato
dai volti famosi dei collage alle pareti e da quelli che sono
stati “rimbalzati” e risalgono con nonchalance. Ma se riesci ad entrarci ti trovi in una stanza che sembra un grande salotto, con divani in pelle e velluto, tanto legno, quadri
colorati...e gente che si diverte...insomma il luogo perfetto
per diventare un posto super esclusivo, anche per gli after
party delle rock star.
74/ Tazebao #124
Tutte le immagini e i marchi che appaiono nel Tazebao, qualora non esplicitamente appartenenti a Urban Magazine, sono di proprietà esclusiva dei rispettivi proprietari. Beth Ditto ©Till Brönner, courtesy of teNeues
76
216x322AYGOURBAN.indd 1
30/10/14 14.27