DOV`È TUA SORELLA? - Chiesa Cristiana Avventista del Settimo

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DOV`È TUA SORELLA? - Chiesa Cristiana Avventista del Settimo
DOV’È TUA SORELLA?
Genesi 4:9
Dopo che Caino uccise Abele, Dio gli chiese: “Dov’è tuo fratello?”. Quella domanda diede fastdio a Caino
tanto che rispose irritato. Ci dà fastdio che Dio ci chieda oggi: “Dov’è tua sorella?”.
Nella Bibbia, che non è un libro apologetco, ci sono storie incredibili di violenza sulle donne: Lot e le fglie,
Abramo e Sara, Abramo e Agar, la concubina del levita, tute storie in cui si esercita violenza di vario genere
sulle donne.
Emblematca è la storia di Tamar e Amnon (2 Samuele 13) in cui un fratello si incapriccia di sua sorella. Di
fronte agli ordini maschili, alla ragazza non speta altro che ubbidire. Amnon la violenta, lei reagisce
cercando di farlo ragionare, ma lui vede solo la sua passione. Poi comincia a odiarla e la caccia. Davide si
arrabbia moltssimo quando viene a sapere, ma non fa nulla (v. 21). Absalom dice a Tamar di tacere perché
Amnon è suo fratello.
Anche oggi spesso accade che chi commette un abuso sessuale viene protetto dal silenzio: è tuo
padre, tuo marito, perciò non dire niente. La famiglia non di rado è connivente. Dopo l'umiliazione,
il divieto di poter esprimere con le parole ciò che è stato subito, ferisce una seconda volta.
Dopo due anni Absalom uccide Amnon per vendicarsi. Davide fa cordoglio per suo figlio ogni
giorno (v. 37). Tutti i maschi della casa reale fanno di Tamar un loro oggetto, le ferite subite dalla
donna sono assolutamente secondarie nella storia. Questo accadeva in seno al popolo di Dio e non
in mezzo a qualche popolo pagano. Tutta la violenza all'interno della casa reale nasce dal fatto che
una creatura di Dio, creata a Sua immagine (Genesi 1:27), non viene rispettata come soggetto.
Tamar diceva al fratello: questo non si fa in Israele.
E nella Chiesa avventista questo si fa? Nel 1995, durante la 56a sessione della Conferenza Generale
a Utrecht, Olanda, gli amministratori della chiesa hanno citato l'abuso come uno dei sei principali
problemi presenti nella Chiesa mondiale. Sull’Adventist Review del 2007 si parla di tre studi fatti in
seno alla Chiesa avventista su questo argomento. Il primo ha coperto una regione di cinque stati
degli Stati Uniti, con più di 1.400 avventisti che vi partecipavano. Il secondo studio si è concentrato
sulle chiese attorno a una comunità universitaria avventista con sette chiese interessate e
comprendeva gli studenti universitari. Il terzo studio ha coinvolto i sopravvissuti avventisti da
abuso coniugale.
Nessun singolo studio cattura l'immagine totale sulla vittimizzazione all'interno di ogni popolazione
studiata, ma sembra che gli avventisti in Nord America siano alla pari e, in alcuni casi, - in
particolare nella vittimizzazione maschile – più alti rispetto alle statistiche nazionali. Questi risultati
dovrebbero intensificare gli sforzi per promuovere formazione e istruzione tra i membri della
Chiesa.
Questo in Israele non si fa! Dio non approva! Non si può utilizzare la Bibbia per avallare i soprusi
adducendo dichiarazioni sulla sottomissione della donna!
Dobbiamo leggerla tutta la Bibbia.
Anche riguardo alle donne, ci sono due modi di vedere e di pensare. Dio dice in Isaia 55,8: «I
miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie».
Come Dio ha trattato le donne? Le ha aiutate, come ha fatto con le figlie di Selofead, le matriarche
sterili, Debora, Ester, Rut, ecc. Nelle donne Gesù trova motivo di ispirazione. Le donne erano
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accanto a lui nelle nozze di Cana, iniziò la predicazione ai non ebrei con la Samaritana, insegnò a
prendersi cura dei bambini ascoltando le madri, predicò la giustificazione per grazia con la donna
adultera, annunciò la passione mentre Maria versava sul capo di Gesù un profumo costosissimo,
dimostrò che era in grado di vincere la morte risuscitando il figlio della vedova di Nain, si servì
delle donne per iniziare la predicazione sulla risurrezione.
Gesù è colui che rivaluta le donne, esse sono anche protagoniste nelle parabole del regno (lievito,
donna che spazza, ecc.).
I pensieri di Dio nei confronti delle donne sono diversi da quelli degli uomini. Basti riflettere su
Proverbi 31. Si tratta di un brano poetico in cui ogni frase inizia con una lettera dell’alfabeto.
Il confronto fa spesso molta paura alle donne perché lo si considera un modello irraggiungibile. Ma
fa meno paura se si riflette su ciò che questa donna fa: Non manca mai di provviste (v. 11), fa venire
il suo cibo da lontano (v. 14), si alza quando è ancora notte (v. 15), distribuisce il cibo alla famiglia
(v. 15), dà il compito alle serve (v. 15), posa gli occhi sopra un campo e l’acquista (v. 16), con il
denaro che guadagna pianta una vigna (v. 16), la famiglia è vestita di lana rossa (v. 21), fa tappeti
per la sua casa (v. 22), è elegante, porta abiti di lino finissimo e porpora (v. 22), fa tuniche e le
vende (v. 24). Tutte queste cose, adattate al nostro tempo, le donne le fanno.
Forse è bene riflettere però su come questa donna è per trovare ispirazione: ha forza e dignità (v.
25), lavora gioiosa con le sue mani (v. 13), non teme l’avvenire (v. 25), fa del bene e non del male
tutti i giorni (v. 12), tende le palme al misero (v. 20), apre la bocca con saggezza (v. 26), ha
insegnamenti di bontà (v. 26), sorveglia l’andamento della casa (v. 27), teme l’Eterno (v. 30).
La chiesa che, anche da questo punto di vista, doveva essere sale della terra e luce del mondo, si
lascia influenzare dalla società. Non è innocente nei confronti della violenza sulle donne, assiste
silente e talvolta complice ad atti di violenza fisica, psicologica, sociale, religiosa su metà
dell’umanità.
Sentiamo la responsabilità verso le nostre sorelle? Chi sono le nostre sorelle? Membri della nostra
famiglia, sorelle di chiesa, persone nella società, straniere, profughe.
Possa il Signore darci l’intelligenza di conoscere i suoi pensieri e adeguarci ad essi perché sono
pensieri di pace e benessere.
Dobbiamo lavorare per far convergere i nostri pensieri con i pensieri di Dio, per far coincidere le
vie di Dio con le nostre vie. Giuseppe, di fronte alla gravidanza di Maria, vuole abbandonarla; ma
quando incrocia il suo pensiero con quello di Dio, ritorna sui suoi passi (Matteo 1:18-24).
Dobbiamo ritornare al pensiero di Dio quando creò l’umanità. E. White scrive: “La donna dovrebbe
occupare la posizione che Dio le ha assegnato all’origine, cioè essere l’uguale dell’uomo” (Le foyer
chrétien, p. 223).
Dobbiamo ritornare al significato originale dell’essere uomo, dell’essere donna. Dobbiamo
restaurare l’immagine di Dio in noi e riconoscere a ciascuno e a ciascuna la loro dignità.
Nessuno si arroghi il diritto di prevaricare sull’altra o sull’altro e nessuno usi violenza sul proprio
simile, ma ognuno veda in chi gli sta di fronte, uomo o donna che sia, un essere creato a immagine
di Dio e perciò degno/a di ogni rispetto e considerazione.
Dora Bognandi Pellegrini
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