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The Help
di Tate Taylor
Usa, 2011 -- commedia -- 2h e 25’
cast Emma Stone, Viola Davis, Octavia Spencer
VINCITORE DEL PREMIO OSCAR PER LA MIGLIOR ATTRICE NON
PROTAGONISTA (OCTAVIA SPENCER)
Anni ’60, Mississippi. Eugenia, detta “Skeeter” (Emma Stone) è una caparbia ventiduenne che torna nella
casa materna dopo aver conseguito la laurea, portando con sé i suoi sogni da scrittrice e giornalista. La madre,
malata di cancro, la vorrebbe vedere con un anello al dito prima che sia troppo tardi, ma Skeeter non ne vuole
sapere degli uomini. Intanto attorno a lei le sue amiche d’infanzia, già accasate e con figli, conducono una vita
agiata servite e riverite da uno stuolo di domestiche di colore. Skeeter, stanca di come le sue amiche trattano il
proprio personale afroamericano, decide di raccogliere le testimonianze di tutte le cameriere della città per
riunirle in un libro e offrire al mondo un punto di vista nuovo. E pericoloso.
Autentica sorpresa del botteghino estivo americano, The Help ha collezionato cifre da record, non ultime le
svariate nomination all’Oscar. Il motivo è subito chiaro dopo averlo visto: il film che Tate Taylor ha tratto
dal romanzo “L’aiuto” di Kathryn Stockett è un affresco decisamente coinvolgente e commovente di
un’epoca storica che si vorrebbe dimenticare, soprattutto negli Stati Uniti. Il tocco del regista è di classe e
prezioso, efficace soprattutto nel dipingere gli ambienti in cui si svolgono le varie storie, ampi, spaziosi e
luminosi per i padroni di casa quanto stretti, angusti e opprimenti per chi è costretto a servirli. La
sceneggiatura è un piccolo capolavoro di semplicità: nulla viene sottolineato troppo forzatamente, e, se
eliminiamo qualche piccola prevedibile sbavatura, ciò che resta sono dialoghi autentici conditi da sana ironia e
da molti sberleffi.
Tengo per ultima, non certo per importanza, la considerazione sul cast, su cui c’è davvero poco da dire: siamo
di fronte ad uno dei gruppi di attori (perlopiù completamente al femminile) più miracolosi a memoria
cinematografica d’uomo: se Viola Davis, anche per la maggiore importanza del suo ruolo rispetto a quello di
altre sue colleghe, si mangia letteralmente tutti regalandoci un campionario di emozioni di ogni gamma, non
vanno sottovalutate le performance di Octavia Spencer e, dalla parte delle “perfide padrone di casa”,
una Bryce Dallas Howard sull’orlo costante di una crisi di nervi. Godetevi anche la divertentissima Jessica
Chastain che, dopo The Tree of Life e Il debito, si regala finalmente la sua prima prova comica nel ruolo di
una moglie ingenua che cerca di inserirsi nel gruppo delle signore di classe della città, con risultati disastrosi.
Menzione d’onore anche alla partecipazione di due “vecchie signore del cinema” come Allison
Janney e Sissy Spacek, davvero impagabili, in un film in cui dramma e leggerezza convivono alla perfezione,
facendo uscire dalla sala con il cuore colmo di gioia e con gli occhi inevitabilmente lucidi.
Paolo Bassani
Hugo Cabret
di Martin Scorsese, con Asa Butterfield, Ben Kingsley
Usa/Francia 2011; commedia - durata 2h e 5’
Il piccolo Hugo Cabret vive nascosto nella stazione di Paris Montparnasse. Rimasto orfano, si occupa di far funzionare i tanti
orologi della stazione e coltiva il sogno di aggiustare l'uomo meccanico che conserva nel suo nascondiglio e che rappresenta
tutto ciò che gli è rimasto del padre. Per farlo, sottrae gli attrezzi di cui ha bisogno dal chiosco del giocattolaio, un uomo triste e
burbero, ma viene colto in flagrante dal vecchio e derubato del prezioso taccuino di suo padre con i disegni dell'automa. Riavere
quel taccuino è per Hugo una questione vitale.
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