Sculture egizie del Kunsthistorisches Museum di Vienna trovate

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Sculture egizie del Kunsthistorisches Museum di Vienna trovate
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L'Egitto in Italia dall'Antichità al Medioevo.
Atti del III Congresso Internazionale Italo-Egiziano, Roma, 13-19 Novembre 1995.
Roma, 1998.
Sculture egiziedel Kunsthistorisches Museum di Vienna
trovate fuori dall'Egitto
HELMUT SATZINGER
nsthistorisches
Museum.
Wien(Austria)
,
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69rCb'
La provenienzadella stafrra-cubodel sacerdoteKhai-hapi (Fig. 1) ö stupenda: quest'opera del periodo delladstiicesima dinastia venne dissottärrata a Vienna-,in un contesto archeologicoromano,il che ci prova che venne portata al limes danubiano pressoil
castrum Vinddbona nel periodo dell'impero romano.
La statua in ginocchiodel sacerdoteGemnef-har-bök,(Fig. 2), molto probabilmente
un'opera del quarto secoloa.C., non ha una provenienza meno affascinante.Venne acquistata piü di tre secoli fa dal legato fiammingo Ogier (Augerius) Ghislain de Busbecq
a Costantinopoli dove l'aveva inviato I'imperatore Ferdinando I.
Il donatore della testa staccatadi una statua dello stessoperiodo'(Fig. 3) fu il dottor
E.A. Burghart, che acquistö nel7824 in Egitto per la collezioneimperiale di Vienna parecchiemigliaia di oggetti faraonici. Inviö la scultura nel 1825 o un pocopiü tardi da Öostantinopoli, ma non ö chiaro se la avesseacquistata li, o se passödi lf al ritorno dall'Egitto, nel qual casoö piü verosimile che abbia acquistato laggiü la testa.
Oltre a_dun oggetto trovato a Vienna, e uno o due acquistati - e probabilmente anche
trovati - a Costantinopoli,ne menzioniamouno che forse provieneda Roma.E un bel "busto" - frammento di una statua naoforan(Fig. 4). E vero che ö arrivato alla collezioneimperiale dalle mani del principe Stanislao Poriiatowski nel 1799,probabilmente in cambio di un cammeo,ma ö ben noto che quest'ultimo acquistöla maggior parte dei suoi oggetti a Roma. Per questo ö anche probabile che il nostro "busto" non solo sia stato acquistato a Roma, ma anche dissotterrato qui, a Roma o nelle vicinanze, e che sia arrivato
qui nei tempi in cui Roma regnava sull'Egitto.
Ritorniamo alla prima delle sculture menzionate.Quasi duecentoanni fa, nel 1800,
furono iniziati lavori di costruzione per un porto sul canale navigabile che collegava in
quei giorni Vienna con la cittä di Neustadt, circa cinquanta chilometri piü a sud. Qgando apparirono dal suolo parecchi oggetti romani antichi, ci6 non sorpreJenessuno.b vero che quel posto ö a una distanza di 2 chilometri e mezzo (o un miglio e due terzi) dall'angolo sud-est del castrum di Vindobona,ma ö oggi ben noto che la cittä si estendeva
i inv. 64; v_d.E. ROGGE, Stotu en des Neuen Reichesund
d.erDritten Zwischenzeit (CorpusAntiqLtitatum
.
\
{g*lPtiacarwnWien,vol.6),pp.126-\34;Gott-Mensch-Pharoo(Wien 1992),p.348,n. cat, 138;GötterMenschen
Pharaonen (Speyer 1993) = Dioses,Hombres, Faraones (Viena-M6xico D.E i993) = Das Vermtichtnis der Pharaonen(Zirich_1994),p.170,n. cat.9-8;H. SA'IZINGE\,Das KunsthistorischeMuseum inWien, Die ÄgyptischOrientalische Sammlung, Zaberns Bildbände zur Archäolosie 14 und Antike Welt. Sonderheit ttlrtaiÄätgs+l
!9.A.TZI}üGER_
1991),p.!, flrg.1a,!.,!V. SEIPEL. Wasserund-Wein im pharaonischenAgypten, in Wasserund
Wein (Krems 1995),p. 53;n. cat. l/25.
Spätzeit (CorpusAntiquitatum Aegyptiacarum Wien, vol.9),
_'$. !qv^62; vd. E. ROGGE, p_t_qtue1-4g.r
qp. 105-116;Gott-Mensch-Phqlgo{w_igg1992],p. 395,n. cat. 1b8;GöttdrMenschen"Fharaonen
(Speyei 1998)=
Dioses, Hombres, Faraones (Viena-Mexico D.F. 1993) = Das Wrrntichtnis der pharaonen (hi,iiict\ ]rSS4-),
p. 238.n. cat. 150;SATZINGER1994,p. 7,ße.2.
' N . i n v . 5 4 :v d . E . R O G G E o, p .c i t . , p p . 1 ö 1 - 1 0 4 .
n
- \. inv 20; vd. E. EOGGE, op. cit.,pp.I45-I52; H. SATZiNGER, Der Werdesang der Asyptisch-Orientalischeg Sammlung-des Kunsthistorischen Museums in Wien, in Egitio fuori dettYEeiTto.
Dailä'riscoperta all'Egittologid.Atti del Conu^egno
t lo-logna1991t,pp. 367-368;Gott-Mänsch'-Pharao
(WTen1992J,n.car.'162;Götter
Mensc-henPharaonen (Speyer 1993) = Dioses,Hombres,Faraones (viena-M6xico D.F. lgg3) = Das vermcichtnis
der Phoraonen(Znrich 1994t.p. 240.n.cat.151;SATZINGER1994.p. 12, fig.5.
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Helmut Satzinger
Frc.1
Frc.2
Frc.3
Frc.4
Frc. 1 - Statua-cubo del sacerdoteKhaihapi, dissotterrato aVienna nel 1800; Frc.2 - Statua in ginocchio del
sacerdoteGemnef-har-bok, acquistata a Coitantinopoli attorno al 1560; Frc.3 - Testadi statua, possibilmente acquistata a Costantinopoli irel 1825;Frc. 4 - Frammento di una statua naofora,possibilmenteacquistata dal
principe Stanislao Poniatowski a Roma
Sculture egizie d.elKunsthistorisches Museum di Vienna trouate fuori dalt'Egitto
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su di un area vasta, particolarmente a sud-est della base militare. Si puö supporre che
non fosseIa prima volta che si trovarono oggetti antichi in quell'area.Perö certamente
era Ia prima volta che li appariva una statua egizia.
E'una statua cubo,in origine innalzata nel tempio di Rö a Eliopoli durante il regno
di RamesseII. E'un ritratto del sacerdoteKhai-hapi (o Hapi-khai) del detto tempio,mentre suo padre, Nebui-hotep, apparteneva al clero del tempio di Set. Per ragioni sconosciute Ia statua si trovö, dopo la sua scoperta,ancora in ambiente clericale:il viaggiatore De Laborde la vide nel 1821 in possessodell'arcivescovo(gli dobbiamobellissime incisioni in rame, da 4 punti di vista), e nel 1825I'arcivescovovon Firmian Ia donö alla collezioneasburgica.Ma ii problema ö di comela scultura sia stata utilizzatafra iI periodo
della sua funzione originaria nel tempio di Eliopoli e la sua riscoperta,piü di tremila anni piü tardi. Credo che,almeno nella Vindobona romana, essafossesempre in ambiente
cultuale, per es.in un Serapeionprovinciale. Ritorneremo sa questoinfra.
Ualtra statua, quella che venne acquistata a Constantinopoli attorno al 1560, proviene da Sais. Questo ö ciö che ci dicono i moltiplici testi incisi, a parte il nome e i titoli
del dipinto - Gem-nef-har-bök,di suo fratello Nekht-sopdu che donö I'operavotiva e i loro genitori, Pede-Öse
e Mer-nit-jotes,tutti personaggicon titoli sacerdotalitipici di Sais.
La data del monumento risulta dallo stile artistico, dallo stile del testo e dalla grafia nonchö dalla onomastica.Tutto ciö indica, insomma, il 4' secoloa.C.,o piü precisamenteiI
regno di Nectanebis (I), tra il 380 e il 362 a.C. Dunque, sappiamo molto della funzione
originaria del monumento e conosciamola storia interessante del suo acquisto.Ma non
sappiamoniente di ciö che ö successotra questi due momenti. Solo possiamoassumere
che anche questa scultura venne portata fuori dall'Egitto ai tempi dell'impero romano e
che sia stata ritrovata molti secolidopo per casonella metropoli turca.
Non parliamo piü della testa donata dal dottor Burghart: in primo luogo,essendola
sua scopertaa Costantinopolifinora una mera supposizione(puö essereche in futuro ci
saranno delle scopertearchivistiche che corroborerannoquesta ipotesi);in secondoluogo dato che non si 6 salvato nulla del testo non sappiamoniente della sua funzione originaria. Anche la provenienzaromana del n. 20 ö una ipotesi, ma essapu6 esserecorroborata da un particolare tecnico:si puö osservareche il naso non ö originale, ma rifatto.
Ciö non ö del tutto perspicuoperch6 ö stata usata Ia stessapietra. Sembra che uno scultore abilissimo abbia tolto un po'di materia dalla superficie di frattura per produrre da
ciö la parte che manca. E'un lavoro che nel Settecentosi pud immaginare in Italia, ma
probabilmente non altrove.
SuI torso si trova un testo geroglifico,e precisamentele parti superiori di 4 colonne.
Sfortunatamente il nome della persona non 6 contenuto in ciö che ö conservato.Nondimeno il testo frammentario ha aspetti di particolare interesse.Tuttavia, non credo che
questa sia la sedeper discuterlo.Diciamo solo che ci sono argomenti per sostenereI'ipotesi di una provenienzada Menfi e la data piü probabile ö la fine del 4' secoloa.C.
Disgraziatamente,non sappiamoniente sulla situazione archeologicain cui si 6 trovata la statua che fu scopertaa Vienna, quella di Khai-hapi, perciö non ö possibiledire
quale sia stato il motivo per portarla dall'Egitto fino al limes, aiconfrni settentrionali dell'impero. Suppongo,comeho detto sopra,che si trovasse in un Serapeoo in un Iseo della cittä di Vindobona.Altri hanno pensato ad un veterano benestantedell'esecitoromano che I'avrebbeacquistata durante il servizio in Egitto. Ma questa versione non appare
realistica.
Innanzi tutto ci sembra che ci siano stati due motivi per gli antichi romani per portare delle statue dall'Egitto e per reinnalzarle. A Roma stessa,nella capitale,non poche
si trovavano nell'Iseum Campense,dove diedero un colorito faraonico aI luogo del culto
isiaco.Altre erano innalzate inpalazzi e giardini, dunque con una funzione profana.Non
puö essereesclusoche delle personeprivate abbiano potuto acquistare delle statue egizie.Ma generalmentesi avevabisognodeli'autoritä dell'imperatoreper esigerne.In Egit-
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to le statue erano per la maggior parte collocatenei cortili dei templi. Personaggidi particolare importanza politica ed economicale innalzavano, col permessodel tempio, per
servirsenecomeun corpoideale nel quale l'anima potessetrattenersi in vicinanza del divino signore del tempio, participando alle grandi feste religiose durante le quali le grazie divine venivano elargite a tutti i presentr.
Da queste riserve gli egizi attinsero probabilmente per appagare i desideri dei sovrani romani. La maggior parte delle statue trovate a Roma ed altrove nell'impero sono
dell'epocatarda, non coevi, ma di un periodo precedentedi parecchi secoli:dell'Epoca
Tarda propriamente detta, dal secoloVII frno al IV a.C.Si evitavano cosiconflitti conpersoneviventi e le loro famiglie. Oltre a ciö, le statue di questa epocaerano probabilmente numerosissimee di uno stile classicisticoche piacevamolto. Statue del Nuovo Regno,
comequella di Khai-hapi, sonostate assai raramente trovate fuori dall'Egitto; probabilper rendemente non erano piü a disposizionenei templi, perch6 sepoltein una cq.chette
re libero lo spazionei cortili per nuove generazioni.
Ritorniamo alla statua di Khai-hapi, trovata a Vienna. Non ö verosimile che sia stata acquistata da una persona privata. Anche nel periodo preso in considerazionele statue egizienon si vendevanosul mercato.Si deve anche ricordare cheVindobona era una
Iocalitä assai provinciale, di poco significato, ma si pu6 immaginare che le autoritä romane abbiano donato una statua egizia a un santuario di un culto egittizzarrte, come segno di approvazione.