Fondazione Opes Onlus – Opes Impact Fund

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Fondazione Opes Onlus – Opes Impact Fund
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Fondazione Opes Onlus – Opes Impact Fund
uno strumento innovativo per l’impresa sociale
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Premessa: tra cooperazione e finanza
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una diffusa, pervasiva e prolungata crisi del
modello economico di sviluppo consolidato, allo stesso tempo cresce la consapevolezza
del bisogno di modelli alternativi che mettano al centro la questione ambientale e una
più equa distribuzione delle risorse sia a livello internazionale sia all’interno dei singoli
paesi. In ambito finanziario emergono nuove iniziative che cercano di coniugare il
profitto dell’investimento con l’impatto sociale e ambientale; contemporaneamente si
sperimenta a livello planetario una forte riduzione delle risorse a fondo perduto elargite
per alleviare i cronici problemi sociali a livello mondiale. Tutto questo ha fatto nascere,
soprattutto nei paesi anglosassoni, ma il fenomeno è ormai mondiale, l’idea che è
possibile investire in nuove tipologie di imprese che hanno come obbiettivo quello di
dare una risposta ai problemi irrisolti della nostra società. Sta nascendo di fatto un
nuovo settore “industriale” chiamato “impact investing” cioè una finanza innovativa
che fa da ponte tra gli investitori più responsabili e attenti all’impatto delle proprie
scelte di investimento, la filantropia lungimirante, il mondo dei “mission related
investments”, e l’imprenditoria sociale che valorizza le modalità di mercato per creare
impatto sociale. Secondo un rapporto di J.P. Morgan e The Rockefeller Foundation
l’”impact investing” come industria potrebbe mobilitare dai 400 ai 1.000 miliardi di
dollari nell’arco dei prossimi 10 anni1.
La popolazione alla Base della Piramide, l’impresa sociale e l’impact
investing
La popolazione alla Base della Piramide dei redditi (“Bop population” in inglese) cioè
quella che vive con meno di 3 $ al giorno ammonta a quasi 4 miliardi di persone; circa
metà della popolazione del mondo non ha accesso ad adeguati beni e servizi basilari per
la vita o, pur avendovi accesso, è soggetta al vincolo della poverty penalty, una
dinamica multidimensionale per cui l’accesso a tali beni e servizi, quando è disponibile,
lo è solo a prezzi e modalità più penalizzanti 2. In paesi a rapida crescita, come l’India e
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J.P.Morgan, Impact Investments: An Emerging Asset Class, Global Research, 29 novembre 2010
La “poverty penalty” descrive il fenomeno che I poveri tendono a pagare di più per nutrirsi, comprare un qualsiasi
bene o accedere a un prestito . Il termine è stato ampiamente utilizzato dopo l’uso che ne ha fatto C.K.Prahalad nel
libro “The fortune at the base of the Pyramid, nel 2005 e nella recente riedizione; nello specifico Prahalad riporta il
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alcuni paesi africani, si assiste al drammatico fallimento delle politiche di inclusione
statali e alla non meno preoccupante inadeguatezza in termini di impatto sociale degli
interventi di cooperazione classica. I bisogni essenziali di oltre la metà dell’umanità
sembrano non poter trovare risposta né attraverso il welfare statale né attraverso la
filantropia e la cooperazione. Le imprese sociali, spontaneamente nate negli ultimi anni,
stanno cercando faticosamente di fornire soluzioni sostenibili al problema dell’accesso ai
beni e servizi essenziali per una vita umana dignitosa superando la dicotomica distanza
fra il donatore e il beneficiario, costruendo un rapporto nuovo tra i beneficiari e gli
attori dello sviluppo che spesso vengono a coincidere. Sotto il nome di “impresa
sociale”, di “social business”, di “market based solutions” si sta organizzando un mondo
di imprenditori, operatori, cooperanti, professionisti che ha bisogno sempre più di
investimenti in formazione e in trasferimento di competenze specifiche dell’industria
evoluta per poter rispondere alle esigenze di una così vasta moltitudine di persone che,
nel processo di globalizzazione planetaria, rischia di passare dall’economia di
sussistenza, nella quale ha vissuto per secoli, alla miseria o emarginazione.
La
filantropia più avanzata, consapevole delle potenzialità dell’approccio di “mercato” al
welfare e allo sviluppo, lo sta promuovendo.
Occorre lavorare sulla convergenza degli interventi e degli attori coinvolti e far sì che
emerga anche una il carattere di questa nuova finanza che si pone l’obbiettivo
prioritario di migliorare le condizioni di vita delle popolazione Bop, anteponendo all’alto
ritorno economico la creazione di impatto sociale sui territori, e che lavora in stretta
connessione con la filantropia più avanzata, che ha scelto di sostenere le imprese sociali
di successo come strumenti privilegiati per creare inclusione sociale.
Negli ultimi trent’anni si è assistito all’affermazione della microfinanza, finora l’unica
tipologia di impresa con alto impatto sociale che ha superato la dicotomia donatorebeneficiario; tale settore è cresciuto, ha visto la nascita e il consolidarsi di fondi di
investimento dedicati e ha assunto le dimensioni di una vera e propria industria. C’è chi
ipotizza che sulla scia dell’esperienza di successo della microfinanza la nascente
industria dell’”impact investing” si rafforzi sempre di più e sia sempre più in grado di
premio di 53 volte che i poveri nello slum di Dharavi pagano per accedere al credito, di 37 volte per accedere
all’acqua, di dieci volte per accedere a un trattamento per curare la dissenteria
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dare una risposta ai bisogni dei poveri e delle fasce più vulnerabili della popolazione
Bop nel campo della salute, dell’istruzione, dell’accesso all’energia e al cibo,
dell’educazione, della gestione dei rifiuti, dell’agricoltura e dell’acqua potabile.
La sfida è ciclopica ma sicuramente qualcosa di nuovo è nato in questi anni. Urge però
strutturare questo nuovo settore economico e di investimento; c’è la necessità di
sviluppare un nuovo linguaggio, nuove strutture giuridiche, nuovi paradigmi e anche una
nuova metrica per misurare in primis l’impatto sociale. Dall’analisi dei portafogli degli
“impact funds” esistenti emerge un profilo molto variegato e assai poco omogeneo delle
imprese sociali target di investimento: alcune sono non profit altre invece sono società
di capitali, coprono molteplici campi di intervento e hanno dimensioni molto diverse a
seconda dei territori e delle attività. E’ un mondo in evoluzione, ricchissimo di idee e
innovazione, dove si stanno definendo le strategie imprenditoriali, i modelli sostenibili e
dove stanno emergendo i primi casi di successo. Ciò sta già richiamando l’attenzione di
importanti attori della finanza tradizionale che vedono la possibilità di replicare il
“miracolo della micro finanza”: creare impatto sociale e avere buoni ritorni economici.
Se questa è sicuramente la prospettiva, bisogna però ricordare che la microfinanza ha
impiegato trent’anni per diventare il settore maturo e industriale di oggi e, nei primi
dieci-quindici anni, ha assorbito ingentissime quantità di denaro a fondo perduto per
strutturare l’ecosistema e rafforzare le prime organizzazioni (Monitor Inclusive Markets:
From Blueprint to Scale, aprile 2012).
Anche l’”impact investing” avrà bisogno della creazione di un ecosistema favorevole e
con questo obbiettivo le fondazioni più all’avanguardia a livello mondiale (la “Rockfeller
Foundation” in testa) si sono mobilitate e stanno finanziando studi, ricerche, casi pilota
e i primi fondi dedicati come Acumen Fund (www.acumenfund.org) che ha investito
oltre 75 milioni di dollari in 10 anni, e Lok capital in India, uno dei primi a incanalare
risorse finanziarie verso imprese sociali ad alto potenziale di impatto.
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Perché il “Fondo” no profit Opes
Opes nasce, sulla base di esperienze pluriennali nel campo della cooperazione allo
sviluppo, della microfinanza, delle marked based solutions e del commercio equo e
solidale, e dallo studio e dalla condivisione dello scenario sopra descritto. Vuole essere
uno strumento nuovo che possa servire per far crescere il settore dell’impresa sociale al
Nord come al Sud del Mondo. La scelta è stata quella di creare una Fondazione di diritto
italiano, quindi una organizzazione no profit (addirittura una Onlus), che investe nelle
imprese sociali sia direttamente sia per mezzo di veicoli ad hoc sui territori. E’ stato
definito un veicolo no profit dopo aver analizzato i numerosi fondi esistenti (quasi tutti
for profit) e rilevando che il bisogno più importante per le imprese sociali è quella dei
capitali pazienti, cioè di investimenti a lungo termine che tenacemente ma con premura
portano progressivamente le imprese a raggiungere la sostenibilità economica e sociale.
Quindi una Fondazione Onlus che viene gestita come un Fondo con l’obbiettivo di
massimizzare l’impatto sociale e di reinvestire il capitale che rientra in altre imprese
sociali, in un circolo virtuoso di sviluppo.
Opes privilegia le imprese sociali più che sulla valutazione della loro natura giuridica
(profit o non profit) sulla base del reale impatto sociale atteso, ovvero la capacità di
generare un tangibile miglioramento delle condizioni di vita della popolazione Bop,
relativamente alle privazioni ed esclusioni3. L’impresa sociale che verrà sostenuta è:
un’impresa ad alto impatto sociale e elevato potenziale di crescita che persegue la
sostenibilità economica, ambientale e sociale attraverso soluzioni “market based”
innovative ai problemi più critici e persistenti della base della piramide.
Importante è per Opes il posizionamento settoriale: là dove la criticità dei problemi
assume maggiore rilevanza e l’accesso alle soluzioni è inadeguato, l’impresa sociale che
da risposte di ampia “inclusività” diventa potenziale target d’investimento di Opes. I
settori prioritari di investimento per Opes sono pertanto la salute, l’accesso all’acqua, al
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per il concetto di privazione si rimanda al significato di “deprivation” espresso da Amartya Sen nel 1981, in Poverty
and Famines: An Essay on Entitlement and Deprivation (1981), dove l’autore sostiene che le carestie hanno luogo non
per la mancanza di cibo ma per le disuguaglianze insite nei meccanismi di distribuzione del cibo; per il significato di
esclusione si rimanda invece all’approccio sulle “capabilities” dello stesso autore nell’articolo "Equality of What.",
Dove Sen propone l’esempio della capacità di votare, che in sé è un concetto vuoto, a meno che non incorpori delle
funzioni, come l’accesso all’educazione, o specificatamente ai trasporti esistenti per andare alle urne….solo quando
queste barriere sono rimosse si può dire che un cittadino abbia la capacità di esprimere una scelta
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cibo, ai servizi igenici di base, all’educazione, ma anche l’agricoltura, la produzione
sostenibile e il commercio equo quando creano impatto sociale misurabile sui territori.
I promotori Istituzionali di Opes sono cinque, brevemente descritti qui di
seguito:
Fondazione ACRA-CCS
Ong lombarda costituita nel 1968 e attiva prevalentemente in Africa e America Latina,
specializzata nei settori della sicurezza alimentare, della gestione delle risorse naturali,
dello sviluppo economico e dell’educazione. Presente in 15 paesi e con un personale di
circa 400 persone, una rete di partner e attori strategici nel settore dell’impresa sociale
a livello mondiale, ha un team dedicato che si occupa di micro finanza e impresa
sociale.
www.acra.it
Associazione Fem S3 Onlus
Fem S3 – Soluzioni Sociali Sostenibili è attiva dal 2006 nei settori del “social business” e
delle soluzioni di impresa per il cambiamento sociale. Lavora principalmente in India in
rete con numerose organizzazioni locali e si avvale della collaborazione di partner
tecnici per sviluppare, testare e diffondere modelli di business sostenibili e replicabili
che possano offrire soluzioni di alta qualità a un prezzo ragionevole per la popolazione
BOP. Ha una sede in India e una di rappresentanza a Londra.
www.feminternational.eu
MicroVentures
L’iniziativa MicroVentures - nata nel 2006 in Italia come intermediario specializzato
nell’investimento in Istituzioni di MicroFinanza (IMF) – è stata promossa da un gruppo di
attori con specifica esperienza nei settori del venture capital sociale e della
cooperazione economica con i Paesi Emergenti, sostenuti da un pool di istituzioni
finanziarie, fondazioni private e investitori individuali. Oggi MicroVentures è un network
internazionale di diverse entità, che complessivamente forniscono risorse finanziarie a
circa 30 IMF,
sia attraverso investimenti nel capitale di rischio (per i quali si sono
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stanziati eur 33 Mln) che con l’erogazione di finanziamenti (circa eur 22 Mln a giugno
2012).
www.micro-ventures.com
Consorzio Altromercato
Il Consorzio Ctm Altromercato, nato nel 1998 per trasformazione della Cooperativa Ctm,
è la più grande realtà Italiana di commercio equo e solidale e la seconda in Europa. E’
formato da 120 soci “Botteghe del Mondo” che operano su tutto il territorio nazionale
distribuendo i prodotti del commercio equo e solidale e promuovendo la cultura ad esso
collegata. Ha relazioni di partenariato e di cooperazione con oltre 150 gruppi di
produttori in oltre 50 paesi del mondo (Italia inclusa). Sviluppa un fatturato complessivo
di oltre 80 Mln di € al dettaglio ed è presente come marchio nei principali canali della
distribuzione organizzata. Attraverso i propri soci sul territorio rappresenta un
movimento di oltre 20.000 persone e più di 8000 volontari.
www.altromercato.it
Fondazione Maria Enrica
La Fondazione Maria Enrica è una fondazione privata bresciana che da oltre quindici anni
sostiene la cooperazione allo sviluppo nel Sud del Mondo e in modo particolare gli
interventi volti all’empowerment delle donne e il loro affrancamento dalle situazioni di
dipendenza e marginalità attraverso la formazione e il trasferimento di competenze
specifiche. Ha sostenuto, tra le altre, sin dall’inzio i primi passi di Microventures e di
Fem.
Oltre ai Promotori Istituzionali nove Promotori individuali con diverse esperienze
pregresse (sia di cooperazione che di industria e finanza) hanno lavorato insieme negli
ultimi due anni nell’ideazione e nel lancio di Opes. Essi sono: Brichetti Paolo, Casolari
Elena, Fracassi Rodolfo, Freato Giovanni, Gerola Giovanni, Grigolli Paolo, Magnoni
Stefano, Siccardo Giovanni.
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Principi ispiratori del “Fondo” Opes
Le caratteristiche principali del “Fondo” sono:
• Focus sull’impresa sociale innovativa: Opes vuole promuovere imprese sociali
innovative che si pongono l’obbiettivo di creare impatto sociale con iniziative di
mercato. Particolare attenzione sarà messa nella valutazione del reale coinvolgimento e
impegno degli imprenditori nella mission sociale dell’impresa, nella convinzione che la
vera chiave di volta del successo di un’impresa è la visione e la dedizione
dell’imprenditore.
• Forte relazione: I rapporti tra imprenditori sociali e Opes saranno stretti e
permetteranno la definizione di modelli innovativi e modulabili di cambiamento sociali.
Opes garantirà un coinvolgimento strategico e operativo nelle imprese oggetto di
investimento al fine di contribuire in maniera sostanziale alla crescita e sviluppo
dell’impresa.
• Finanziamenti “su misura”: Utilizzo degli strumenti finanziari più idonei, differenziati
e appropriati alla realtà locale. Il management di Opes sarà supportato dal Comitato
Scientifico e dal Collegio dei Promotori; avrà così a disposizione elevate competenze di
natura tecnico-finanziario e culturale per capire, identificare e utilizzare lo strumento
più adatto e coerente alla singola situazione.
• Supporto pluriennale: L’orizzonte temporale previsto andrà dai tre ai quattordici
anni, con l’obiettivo, al termine del periodo in cui sono erogati i finanziamenti, di
aiutare l’organizzazione ad essere finanziariamente auto sostenibile. Il comitato
d’investimento definirà le possibili via d’uscita in fase preliminare. Obbiettivo prioritario
dell’investimento è l’impatto sociale coniugato con il ritorno economico che ha il solo
scopo di rendere sostenibile Opes.
• Supporto non finanziario: L’obiettivo del fondo è diventare un punto di riferimento
per le Imprese Sociali in cui vengono investiti i capitali. In questa ottica Opes, grazie
alla rete dei partner strategici e alla composita struttura dei suoi promotori, fornirà
sostegno per la pianificazione strategica, lo sviluppo di relazioni commerciali, e
dell’attività. Questo supporto, possibile data la natura dei Promotori istituzionali ha un
ruolo fondamentale, dato che il mondo dell’impresa sociale è ancora in una fase
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embrionale del suo percorso di sviluppo e ha ancora bisogno di strutturare un proprio
ecosistema.
• Supporto alla crescita: Opes avrà un focus specifico sulla capacità operativa e sulla
sostenibilità di lungo periodo delle imprese sociali. Il team di Opes si occuperà del
monitoraggio e valuterà costantemente l’attività dell’impresa in funzione dell’impatto
sociale prodotto. Uno degli elementi chiave che verranno considerati nel selezionare le
imprese, sarà anche la capacità di replicare modelli simili e di crescere di scala sempre
nell’ottica di massimizzare l’impatto sociale.
• Trasparenza verso i donatori e impatto sociale: Opes si impegnerà ad essere
trasparente nelle proprie azioni e comunicazioni. Verrà messa a punto una periodica
comunicazione dello stato degli investimenti e dei risultati in termini economici e di
impatto sociale delle imprese investite. Saranno valutati partenariati
con gli attori
maggiormente attivi sulla misurazione dell’impatto sociale, al fine di trovare
metodologie semplici ma efficaci per misurare lo stesso.
- Sobrietà: Opes gestirà la propria struttura nel modo più efficiente possibile, secondo
un criterio di sobrietà, al fine di massimizzare la quantità di risorse da utilizzare
direttamente per gli investimenti nelle imprese sociali.
Strategia di Investimento
La strategia di Opes è di investire su imprese sociali che propongono soluzioni ai
problemi della Base della Piramide primariamente in settori critici quali la sanità, i
servizi igienici di base, l’energia, l’agroalimentare, l’accesso all’acqua, e l’educazione,
il commercio equo e solidale. Le imprese sociali che sono eleggibili per gli investimenti
di Opes possono configurarsi diversamente a livello di forma giuridica: da organizzazioni
non-profit che cercano di ampliare il proprio impatto sociale assumendo una
configurazione di impresa per le attività gestite, a piccole-medie imprese bisognose di
capitale e ancora prive di accesso ai canali tradizionali di finanziamento.
Sono state studiate le tre fasi di evoluzione delle imprese sociali :
Start – up: intese come imprese sociali non ancora operative, ma di cui è stato
definito il progetto imprenditoriale ed il “business plan”.
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Early stage: intese come imprese sociali il cui progetto imprenditoriale è stato posto
sul mercato ma che necessita ancora di supporto per la validazione e lo sviluppo.
Maturity : intese come imprese sociali con risultati consolidati sul mercato da più
anni.
Il posizionamento di Opes sarà principalmente sullo stadio “early stage”.
Le imprese sociali su cui Opes investe, oltre ad avere un chiaro “business plan”, devono
avere le seguenti caratteristiche:
•
un elevato impatto sociale – i prodotti e i servizi che le imprese forniscono devono
generare un effettivo cambiamento nelle condizione di vita per la Base della
Piramide
•
un alto impegno sociale dell’imprenditore, e un’alta qualità del Consiglio di
Amministrazione e della Direzione Operativa dell’impresa
•
modalità trasparenti di controllo di gestione e allocazione risorse
•
un meccanismo di governance capace di garantire stabilità
•
una potenzialità di crescita anche in termini di replicabilità e scalabilità.
Inoltre verranno privilegiate quelle realtà di impresa che sposano dei criteri sociali
anche nella gestione delle risorse umane, nell’adozione di meccanismi di benefit
sharing e impegno sul territorio, oltre a quello esplicitato nei fini istituzionali; ovvero
quelle imprese sociali che sono di frontiera e innovative nel loro essere “sociali”.
Opes allocherà le proprie risorse tra operazioni in capitale (equity/para equity) e
prestiti con prevalenza (70-75%) in equity e con dimensione indicativa di ogni singolo
investimento da € 50,000 a € 400,000. Proprio per sostenere lo sviluppo delle imprese
sociali, con il ricorso a capitali pazienti, la durata media stimata per gli investimenti in
equity varierà da 8 ai 14 anni mentre per i prestiti si prevedono “grace periods” fino a
un anno e durata media in funzione dei bisogni delle imprese sociali (dai 3 ai 5 anni).
I tassi di interesse applicati ai prestiti saranno inferiori ai tassi di mercato prevalenti. Il
capitale sarà prestato in valuta locale (rischio di cambio per Opes).
I paesi di intervento saranno modulati nel tempo: si partirà con i paesi dove le reti
promotrici di Opes sono più radicate e quindi: l’India, la Tanzania, l’Uganda e il Kenya
senza dimenticare il Nord Africa, l’Italia stessa, l’Ecuador, il Burkina, l’Indonesia, la
Cambogia e il Senegal. Interventi puntuali su imprese in altri paesi non prioritari saranno
possibili anche da subito se accompagnate da reti e organizzazioni che hanno
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radicamento in tali territori o a complemento di processi di incubazione già avviati
(esempio 4 fondazione per l’Africa, altri progetti paese, ecc)
I pertenariati strategici (la rete) e il modus operandi innovativo
Opes nella sua fase di costituzione ha già di fatto costituito un’importante rete con
soggetti attivi nell’ecosistema dell’impresa sociale. E’ proprio la scelta di operare con
una rete di collaboratori individuali e collettivi che a vario titolo offrono informazioni,
competenze e prestazioni professionali il cuore
dell’operatività di Opes; Opes si
propone come un’organizzazione apice di reti. In primis le reti dei promotori:
Altromercato, Acra, FemS3 e Microventures che forniscono il radicamento nei territori e
forniscono conoscenze e capacità di alto livello (altrimenti molto costose), in aggiunta i
Partecipanti apriranno la collaborazione con altri soggetti italiani ed europei che
vorranno entrare nell’universo OPES. Sarà una struttura leggera che si appoggerà su
altre strutture valorizzandone le competenze e i risultati.