VERSIONE PDF - Stefano Pediconi

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VERSIONE PDF - Stefano Pediconi
Il grande riscontro ottenuto dalla fiera “Les Spa”, tenutasi a Roma all’inizio di febbraio, sul benessere
analizzato a 360°, e l’interesse per lo stesso argomento, manifestatosi esplicitamente nel corso della Bit, a Milano
alla metà del mese, rendono opportuno ed interessante affrontare il tema, con particolare riguardo al mondo
alberghiero odierno.
I workshop e le iniziative organizzate da Wellness Design a Roma (a cui ho rubato il titolo per questo
articolo) hanno permesso di aprire un confronto tra i professionisti del settore e con gli operatori turistici, dal quale
è scaturito un dibattito che ha evidenziato varie problematiche.
Oggi risulta quasi banale sottolineare come la vita quotidiana, lo stress e quant’altro ci porti ad un costante
frenetismo, da qualche tempo ha sviluppato, per contrasto o necessità di compensazione, una spinta irrefrenabile
verso la ricerca del benessere.
Il centro benessere tanto richiesto sta diventando requisito fondamentale nella scelta del posto di vacanza e,
a breve, costituirà requisito minimo per presentare agli ospiti strutture alberghiere di qualità.
Si può parlare di vero e proprio boom, pur essendo il valore del benessere uno dei più antichi della storia.
Mi riferisco, ad esempio, alla “cultura del benessere” dei nostri antenati romani, come dimostrano le maestose
terme realizzate, non solo come luoghi di svago ma anche di incontri e scenari di importanti atti politici.
Ancora più in generale, se vogliamo approfondire il vero significato di benessere, scopriamo che il
panorama immenso di tecniche, metodi e cure sono la traduzione di quanto predicano le filosofie del benessere,
antiche e moderne e da ogni parte del mondo.
Oggi, questo fenomeno dilagante della ricerca del benessere ha portato ad una situazione di forte
confusione nell’interpretazione degli stessi concetti filosofici e nella loro trasposizione, a livello progettuale, nei
nuovi centri wellness; all’aumento della domanda, si assiste così all’inadeguatezza dell’offerta, soprattutto dal
punto di vista qualitativo.
Le strutture del benessere più comuni sono le terme, legate localmente allo sfruttamento delle differenti
tipologie di acqua e presenti lungo tutta la nostra penisola; le saune e le vasche da idromassaggio sono le più
diffuse, oggi di largo uso anche nelle nostre case.
Parallelamente a queste, che rappresentano le forme più “classiche”, scopriamo una serie di tecniche meno
conosciute, variopinte e anche bizzarre, se vogliamo: trattamenti particolari, percorsi benefici nell’acqua, massaggi
per rilassamento con il cioccolato, con il miele, con le pietre, le tecniche ayurvediche, legate ai 5 elementi che
compongono l’Universo (terra, acqua, fuoco, aria, etere); sono solo alcuni degli innumerevoli metodi di
rilassamento e cura del corpo e non basterebbe una pagina per elencarli e analizzarli tutti.
STUDIO STEFANO PEDICONI – Via Alessandro Bonci, 12 - 00168 Roma - ITALY
Tel/Fax+39 06 3055623 - E-mail: [email protected] - www.stefanopediconi.it
Ogni metodo ha delle salde radici nelle filosofie che approfondiscono il rapporto tra il nostro corpo ed i
vari elementi della natura, finalizzato alla ricerca dei benefici che ne derivano.
Riportando solo qualche esempio, la sauna, bagno di aria molto calda, e il bagno turco, bagno di vapore,
sviluppati in particolare tra i popoli baltici e in Finlandia, hanno origini che derivano dagli antichi riti purificatori
comuni a molte religioni, che sfruttavano le loro virtù terapeutiche ed estetiche.
I bagni nell’erba o nel fieno sono trattamenti che prevedono immersioni in vasche di erba fresca di
montagna, di cui sfruttano il calore: nascono dalla tradizione degli antichi contadini che usavano passare la notte
sul fieno, risvegliandosi all’alba riposati e rigenerati nel corpo, traendo beneficio dal processo di fermentazione
naturale del fieno, ricco di foglie ed erbe officinali, attivato dal contatto con il calore del corpo.
Le tecniche ayurvediche fondano invece le loro origini nella tradizione indiana e si sviluppano
dall’osservazione della natura, alla ricerca dell’equilibrio perso dal corpo; apportano benefici all’apparato
locomotore, cardiocircolatorio e respiratorio.
Spostando l’attenzione sull’aspetto progettuale, si riscontra che a questa varietà infinita di trattamenti
non corrisponde in alcun modo una cultura architettonica capace di tradurre queste filosofie in strutture
adeguate, che possano chiamarsi veri e propri centri benessere.
Su una rivista specializzata ho trovato un articolo intitolato “Scusi, architetto, ma lei ha mai visto una
SPA?” in cui si evidenziava come, dietro a bellissimi progetti o interessante design contemporaneo, non
corrispondesse un altrettanto curata e attenta analisi di tutte le funzionalità, alla base di un corretto studio
distributivo dei centri benessere. Ad un primo impulso di difendere la mia categoria di architetto, è seguita una
riflessione che quanto scritto, purtroppo, molto spesso corrisponde alla realtà dei fatti! (Ciò naturalmente non
significa che non ci siano progettisti capaci nel settore…)
Gli aspetti distributivi e la corretta successione degli spazi, che già nella progettazione alberghiera devono
essere frutto di uno studio approfondito e specializzato di problematiche del tutto differenti da quelle di altre
tipologie di intervento, nei centri benessere sono ancora più rilevanti: sono infatti accompagnati da fattori che
devono ricreare la giusta atmosfera e soddisfare le necessità tecniche per eseguire correttamente i vari trattamenti.
Ad oggi, questo è il più grande gap da superare e l’aspetto da non sottovalutare, soprattutto dato l’attuale
proliferare di strutture che, alla fine, si rivelano inadeguate.
Nel panorama alberghiero la situazione è anche più delicata. Questa moda è stata recepita dagli operatori
del settore che spesso, pur di potersi fregiare del tanto ricercato centro benessere, si affidano a installatori di
impianti modesti, che poi spacciano per centro wellness.
Assistiamo così alla realizzazione di centri benessere come semplice giustapposizione di saune o
idromassaggi o alla successione di ambienti senza alcun criterio compositivo o progettuale.
Inoltre, bisogna tener conto che ogni trattamento non si limita all’utilizzo dei “macchinari” forniti: per fare
un esempio, uno dei corretti “rituali” di rilassamento può prevedere una doccia preliminare, un percorso Kneipp,
percorso in cui si alternano i piedi in vaschette di acqua fredda e calda (7°-39°) camminando su sassi che
massaggiano la pianta dei piedi, la sauna (80°-100°), doccia a 7° e un periodo di relax.
Come altro esempio, la talassoterapia, terapia con l’acqua marina, può prevedere immersioni in vasche con
differente salinità, docce a getto, docce a effusione, idromassaggio in piscine di acqua di mare calda, applicazioni
di alghe o fango marino, ecc.
STUDIO STEFANO PEDICONI – Via Alessandro Bonci, 12 - 00168 Roma - ITALY
Tel/Fax+39 06 3055623 - E-mail: [email protected] - www.stefanopediconi.it
E’ chiaro che gli ambienti che accolgono queste “attività” debbano essere realizzati secondo criteri
progettuali che soddisfino tali trattamenti in tutti i loro aspetti.
Negli hotel, in particolare, si rischia di snaturare ancor di più questi processi e la loro logica pur di poter
proporre agli ospiti un centro benessere, che rimane spesso attività secondaria completamente separata se questi
aspetti non sono curati in una progettazione globale e specializzata.
Condividendo quanto esposto nella relazione dell’arch. Patrizia Poli, progettista del settore, in un workshop
sull’argomento durante la manifestazione “Les Spa”, un hotel che offre al proprio cliente una vacanza con
un’attenzione particolare alla cura del suo benessere non può limitarsi a mettere a disposizione alcuni ambienti ma
deve fare in modo che l’intera struttura porti l’ospite a rilassarsi.
La scelta di materiali e l’utilizzo di personale qualificato sono altri aspetti largamente sottovalutati, che
portano spesso all’insuccesso delle operazioni: il centro benessere, da valore aggiunto, diventa invece fattore di
insoddisfazione che pregiudica il ritorno dell’ospite in albergo.
Nel nostro paese, oltre ai numerosi centri che sfruttano le acque termali, la cultura del benessere ha già
avuto notevole impulso al nord, dove le strutture alberghiere delle nostre montagne offrono dei centri benessere di
tutto rispetto; sono organizzati, in particolare nella stagione invernale, a completare le attività degli ospiti nel tempo
che, dopo una giornata sulla neve o a causa delle avverse condizioni metereologiche, sono costretti a passare in
hotel.
E’ auspicabile che la diffusione dei centri wellness, ma soprattutto della cultura del benessere, si sviluppi
ulteriormente, magari sfruttando le grandi risorse naturali presenti in Italia, ma sempre nell’ottica della corretta
trasposizione dal punto di vista architettonico delle molteplici dottrine alla base del vero benessere. […]
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