MOZIONE Il Senato, premesso che: è del 20 luglio 2015, a distanza

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MOZIONE Il Senato, premesso che: è del 20 luglio 2015, a distanza
MOZIONE
Il Senato,
premesso che:
è del 20 luglio 2015, a distanza di quasi 65 anni dalla chiusura delle relazioni
diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba, la riapertura delle ambasciate nelle rispettive
capitali; un fatto di grande valore simbolico, che segna un altro traguardo importante
verso la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi;
il processo che ha condotto a questo risultato è stato lungo, e corrisponde, nelle
valutazioni dei commentatori politici più attenti alle vicende americane, ad un più
generale riposizionamento statunitense nello scacchiere internazionale, connettendosi
in questo senso con ritrovate posizioni comuni con la Cina in vista della prossima
Conferenza di Parigi sul climate change, ai negoziati con i Paesi dell'area del Pacifico
per assicurare un nuovo accordo sul commercio (Asia Trade Pact) e alla recente firma
dell'accordo di non proliferazione nucleare con l’Iran, quali bilancio politico di una
presidenza e lascito per il successore di Obama alla Casa Bianca, che sappia far
prevalere la capacità di influenza, politica ed economica, sull’hard power;
allo stesso tempo, il riavvicinamento diplomatico tra Stati Uniti e Cuba rappresenta in
sé un momento di passaggio storico, rappresentando assieme la definitiva chiusura
della guerra fredda e del suo ultimo "dossier complicato", e apre prospettive nuove
per l'area panamericana e nei rapporti tra il Nord e il Sud del continente;
il riavvicinamento tra Cuba e Stati Uniti è passato, essenzialmente, attraverso due
fasi; dal 2009 al 2014, dal punto di vista ufficiale, non si era potuto avvertire un reale
scostamento dalle linee politiche ereditate dalla guerra fredda, ovvero perdurante
mancanza di relazioni diplomatiche e mantenimento di sanzioni economiche, anche
se i rapporti bilaterali avevano subito un mutamento in senso distensivo, con la
ripresa di colloqui bilaterali sull'immigrazione e il ripristino del servizio postale
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diretto; e un discontinuità si era potuta avvertire, in occasione del funerale di Nelson
Mandela, con l'incontro, e la stretta di mano, dei due Presidenti;
nella seconda fase si sono stabiliti invece contatti diretti più intensi, attraverso oltre
18 mesi di "colloqui segreti", in Canada, avvenuti grazie alla mediazione del governo
di Ottawa e della Santa Sede, la cui esistenza e le cui rilevanti conseguenze sono state
rese pubbliche solo lo scorso 17 dicembre, con i due storici discorsi, tenuti in
contemporanea, di Obama e Raul Castro, che davano conto del "nuovo capitolo" nei
rapporti tra i due Paesi;
a questo sono seguiti, con ritmo incalzante, ulteriori e importanti atti: la dichiarazione
del Presidente statunitense, nel discorso sullo stato dell’Unione del gennaio 2015,
della necessità di "lavorare per mettere fine all’embargo"; il 10 aprile, l'incontro al
Vertice dell'Organizzazione degli Stati americani a Panama tra i due leader; la
rimozione di Cuba, lo scorso 29 maggio, dalla black list degli Stati considerati
sponsor del terrorismo, in cui il Paese caraibico era stato incluso nel 1982; la formale
richiesta di riprendere le relazioni diplomatiche tra i due Paesi, sospese dal gennaio
1961; a giugno, la lettera di Obama che annuncia la data del 20 luglio 2015 per la
riapertura delle rappresentanze diplomatiche, ovvero della riapertura delle relazioni
diplomatiche, ultima tappa nella normalizzazione dei rapporti tra i Governi; il
progettato viaggio del Segretario di Stato americano John Kerry a Cuba, in agosto;
nel frattempo, si sono avuti concreti cambiamenti dal punto di vista delle relazioni
commerciali ed economico-finanziarie tra i due Paesi: facilitazioni sui viaggi, la
possibilità di inviare rimesse, la possibilità di importazione negli Stati Uniti di alcuni
prodotti cubani, e l'autorizzazione alla cooperazione finanziaria tra istituzioni
statunitensi e cubane; la riapertura delle sedi diplomatiche rende più semplice
proseguire sulla strada della normalizzazione delle relazioni anche economiche,
commerciali e turistiche tra i due Paesi. Ma, in permanenza dell'embargo, non è stata
finora possibile procedere ad una piena normalizzazione;
considerato che:
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l'Unione europea, che non ha mai rotto le relazioni con il Governo cubano, sta
cercando di concludere entro l'anno un accordo quadro di cooperazione e dialogo
politico con Cuba, favorito dall'azione dell'alta rappresentante per la Politica estera
dell'Unione europea, Federica Mogherini;
il mutamento dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba rappresenta d'altronde per l'Italia, così
come per l'Unione europea, un'occasione importante dal punto di vista dell'ulteriore
sviluppo delle relazioni economico-commerciali e della maggiore apertura di un
importante mercato per le imprese italiane nel percorso di internazionalizzazione;
già nel corso della missione a Cuba del viceministro dello Sviluppo economico, Carlo
Calenda, nel corso del 2014, in occasione della Fiera dell'Havana, si era potuta
verificare una vera apertura cubana verso un'intensificazione delle relazioni
commerciali con l'estero. In quell'occasione, infatti, che aveva tra l'altro visto la
ampia partecipazione di aziende italiane, il Governo cubano aveva presentato oltre
duecento progetti di investimenti aperti ai privati;
il nostro paese ha d'altra parte sempre conservato relazioni positive con Cuba in
numerosi campi di cooperazione internazionale, in particolar modo per quanto
riguarda la cooperazione imprenditoriale; in questo contesto, l'espansione della rete
dei partenariati costituisce un passaggio importante per rilanciare la posizione di
Cuba nel contesto internazionale e per far sì che il paese possa cogliere al meglio le
opportunità che si potrebbero presentare;
nel marzo 2015, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Gentiloni, primo ministro europeo a visitare l’isola dall’inizio del disgelo con
Washington, ha incontrato il Presidente Raul Castro, che ha espresso amicizia verso
l'Italia e "soddisfazione per i rapporti bilaterali"; la missione a Cuba rappresenta
d'altronde un contributo italiano teso a rendere il più possibile aperto il processo di
distensione con Stati Uniti e Unione europea;
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è poi dello scorso giugno la presentazione al Ministero degli Esteri della nuova
normativa sugli investimenti esteri a Cuba, precedentemente approvata dal
Parlamento cubano: la nuova legge ha la mira di favorire l'ingresso di capitali
stranieri e diversificare i parternariati internazionali di Cuba, rientrando nel più ampio
programma di attualizzazione del modello economico cubano, lanciato nel 2011 dal
presidente Raul Castro e tuttora in fase di sviluppo; ciò rende inoltre possibile
l'ulteriore incremento della cooperazione economica e della collaborazione con
l'Italia, che sono già rilevanti ma possono crescere ancora, in particolare nel settore
delle PMI, delle cooperative, del turismo e delle energie rinnovabili;
lo stesso Parlamento italiano, grazie in particolare all'azione del gruppo
interparlamentare "Per Cuba", ha contribuito all'azione di riavvicinamento tra Cuba e
Stati Uniti, favorendo con la sua azione anche la liberazione, nel dicembre 2014, dei
cinque cubani detenuti nelle prigioni statunitensi;
considerato infine che:
resta aperta la più spinosa delle questioni nei rapporti tra Cuba e Stati Uniti, ovvero la
fine dell'embargo statunitense; in ogni caso, il tema più generale dell'“apertura” di
Cuba avrà ripercussioni sulla crescita economica e sull’assetto politico, economico e
infrastrutturale non solo dell'isola ma anche dell'intera regione;
resta nell'interesse dei diversi attori coinvolti nel processo, a partire dai due principali
senza dimenticare gli Stati del Sud America, l'Unione europea, l'Italia stessa, di
favorire il superamento anche di questo ultimo scoglio: in questo senso, è vero che la
fine dell'embargo apre un mercato potenzialmente in espansione anche ai molti
imprenditori europei provati dalla crisi economica; ma vederne esclusivamente le
ricadute economiche risulta un’opzione riduttiva rispetto alla portata che il
cambiamento in corso potrebbe assumere, come sta dimostrando la “actualizaciόn”
del socialismo cubano anche nel campo dei diritti e delle libertà; nelle parole del
Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, "la ripresa delle relazioni diplomatiche è
un passo importante nel cammino verso la normalizzazione dei rapporti e auspico che
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andrà a beneficio delle popolazioni di entrambi i Paesi. In linea con i principi della
sua Carta, le Nazioni Unite sostengono gli sforzi per promuovere relazioni di vicinato
armoniose tra i diversi Stati";
impegna il Governo:
a garantire la messa in atto, in tempi strettissimi, di ogni iniziativa diplomatica,
nazionale e nell'ambito dell'Unione europea, tesa a favorire la rimozione dell'embargo
nei confronti di Cuba, anche
in vista della prossima decisione a riguardo del
Congresso statunitense;
a favorire, con ogni idoneo strumento a disposizione, la completa normalizzazione
dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba, per le ricadute positive in termini economici, di
sviluppo e di espansione di diritti e libertà;
a procedere, con rinnovati impegni e strumenti, nella già intrapresa strada di
rafforzamento e potenziamento delle relazioni commerciali e di cooperazione con
l'isola.
VALENTINI, FEDELI, ALBANO, AMATI, CALEO, GRANAIOLA, LUCHERINI,
MATURANI
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