al meccanorecettore alla base della vibrissa di rilevare de

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al meccanorecettore alla base della vibrissa di rilevare de
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LA PERCEZIONE DELL’AMBIENTE
al meccanorecettore alla base della vibrissa di rilevare deflessioni estremamente ridotte. La sensibilità delle vibrisse è
talmente elevata da permettere a molti animali di muoversi in assenza di luce. I gatti, per esempio, hanno da 8 a 12
lunghe vibrisse disposte a ventaglio in ogni lato delle labbra
superiori, utilizzate per spostarsi in spazi ristretti e al buio.
Poiché le vibrisse si estendono verso l’esterno, in genere per
la larghezza del corpo, il gatto le può utilizzare per valutare
se riuscirà a passare in uno spazio ristretto. La percezione
dello spazio è resa possibile dalla presenza di propriocettori
molto sensibili allo stiramento, localizzati all’estremità delle
vibrisse e inseriti in sacche cutanee dove convergono numerose terminazioni nervose che, tramite il nervo trigemino,
inviano segnali ai centri superiori.
Anche i roditori sono provvisti di vibrisse molto sensibili disposte in genere sulla faccia e sulla parte distale delle
narici. Ma la talpa nuda africana (Heterocephalus glaber),
un roditore privo di peli e dalla vista molto ridotta che vive
costantemente in comunità piuttosto numerose in labirinti
sotterranei (vedi Figura 3.32a) dell’Africa Nord-Orientale,
presenta vibrisse estremamente sensibili disposte sul muso
e sul resto del corpo che permettono all’animale di percorrere senza difficoltà i numerosi cunicoli sotterranei e stabilire contatti di vario genere con i conspecifici.
Anche molti mammiferi acquatici (foca, tricheco) e
semiacquatici (lontra, puzzola europea) sono provvisti di
vibrisse, ma nei pinnipedi e nei sirenidi questi organi costituiscono uno dei più importanti adattamenti del sistema
sensoriale alla vita acquatica. A differenza degli odontoceti,
che riescono a catturare le prede con l’emissione di ultrasuoni (vedi più avanti), i pinnipedi possono rilevare i minimi movimenti dell’acqua prodotti dal nuoto di un animale
attraverso le vibrisse, anche in totale assenza di luce, per
poi catturarlo. Le vibrisse possono essere utilizzate anche
come tachimetro durante le immersioni. Le capacità sensoriali delle vibrisse della foca dipendono dalla loro struttura
particolarmente sofisticata (o Figura 4.6). La vibrissa ha
una forma piatta e idrodinamica che consente di raccogliere numerose informazioni dalla turbolenza dell’acqua. La
parte interna della vibrissa è circondata da diverse lacune di
sangue (seni cavernosi) portato dalle arterie che mantiene
costantemente calda e metabolicamente attiva la struttura,
anche nelle fredde e profonde acque in cui s’immerge l’animale. Negli strati basali del follicolo sono presenti numerose terminazioni tattili costituite prevalentemente da dischi
di Merkel e da corpuscoli di Ruffini, che danno origine a un
nervo afferente composto da circa 1.100 fibre mieliniche (10
volte superiore a quelle delle vibrisse dei mammiferi terrestri) che rilevano le modificazioni della vibrissa determinate
dal movimento dell’acqua esterna. L’intera struttura, inoltre, è circondata da uno strato di tessuto adiposo composto
di acidi grassi a catena corta che garantiscono l’isolamento
termico e una fluidità che facilita il processo di trasduzione.
Alla base del follicolo, infine, è presente un muscolo erettore ancorato alla capsula connettivale che orienta la vibrissa
per sondare l’ambiente circostante.
Grazie alla particolare struttura e alle numerose terminazioni nervose, le vibrisse della foca riescono a percepire i
minimi spostamenti di acqua prodotti da un animale nelle
vicinanze. In assenza di luce, per esempio, una foca riesce
a individuare la scia generata dal nuoto di un pesce (che
permane per diverso tempo) e seguirla per lunghe distanze fino alla sua cattura. In pratica, il sistema delle vibrisse
di sirenidi e pinnipedi ha una funzione analoga all’organo
della linea laterale dei pesci (vedi più avanti). Oltre che per
catturare le prede, le vibrisse permettono alle foche di di-
o FIGURA 4.6 Il muso della foca è
provvisto di numerose e lunghe vibrisse
specializzate per percepire le vibrazioni
dell’acqua, utilizzate dall’animale per
individuare e seguire le prede fino alla
loro cattura nelle profondità marine
prive di luce. Ciascuna vibrissa è alloggiata in un follicolo circondato da una
capsula connettivale fittamente innervata e delimitato da diverse lacune sanguigne (seni cavernosi) che mantengono calda e funzionale la struttura anche
a notevoli profondità.