ITINERARIO LIBERTY

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ITINERARIO LIBERTY
ITINERARIO
LIBERTY
Parigi
Nell’ultimo decennio dell’Ottocento nelle esposizioni parigine comparvero, con importanza sempre
maggiore, i prodotti delle arti applicate. Nel 1895 fu inaugurato il negozio-galleria di Samuel Bing l’ “Art
Nouveau”, che, insieme alla "Maison Modern" di Julius Meyer-Graefe, fu un ambiente decisivo per le nuove
tendenze tanto da dare il nome a tutto il movimento. Bing riunì opere di artisti inglesi, americani e belgi.
Ricordiamo che l’arredamento del negozio fu curato da Henry Van de Velde, accanto a quelle dei principali
artisti francesi. Tra questi il più importante fu senza dubbio l’architetto Hector Guimard (1867-1942), reso
celebre dalla realizzazione delle stazioni centrali della metropolitana di Parigi, considerate a tal punto
emblematiche dell’Art Nouveau francese, che questa fu spesso denominata anche Style Métro. Egli accolse
il motivo decorativo della linea a laccio di Horta, interpretandola in modo originale ed esuberante, facendo
ricorso a forme fitomorfiche di grande vitalismo.
Nel campo delle arti decorative, Guimard progettò mobili ispirati allo stesso simbolismo della sua
architettura in cui le linee strutturali assumono forme plastiche e fluide che sembrano scomparire sulle
superfici. Nel 1900 Bing allestì un padiglione all’Esposizione di Parigi, in cui, nel campo nell’arredamento, si
affermarono George De Feure (1868-1928), Eugène Gaillard ed Eugène Colonna. De Feure produsse
mobili eleganti e raffinati, ricorrendo spesso all’uso di lacche e dorature e a motivi decorativi tratti soprattutto
dal mondo vegetale. Gaillard e Colonna progettarono mobili dalle forme plastiche e sinuose, ma
relativamente sobrie, in cui elementi curvi simili a piante e fiori compongono un insieme simmetrico.
Nella ceramica si distinse Auguste Delaherche, i cui oggetti sono caratterizzati dal rivestimento di smalto a
bassa fusione dai colori profondi e smaglianti e dalla cura dei particolari, come i manici dei vasi dalla forma
di steli di fiori. Un posto di rilievo lo merita René Jules Lalique (1860-1945), che oltre ad essere considerato
uno dei maggiori esponenti dell’Art Nouveau, fu, tra il 1900 e il 1914, il primo gioielliere d’Europa. Produsse
una gran quantità di gioielli, pezzi unici e in serie, molti per la famosa attrice Sarah Bernherdt, vera e propria
icona dello stile anche grazie ai numerosi manifesti che Alphonse Mucha realizzò per i suoi spettacoli.
Lalique fu un innovatore nel settore dell’arte orafa. Dal punto di vista tecnico, perfezionò i processi di
riproduzione meccanica dei modelli. Fu il primo ad usare materiali come il corno, le pietre semi-preziose e il
vetro, proponendo accostamenti insoliti con l’oro e lo smalto, allora molto in voga. Rivoluzionò il modo di
stimare un gioiello, fino a quel momento determinato solo dal valore del materiale impiegato, dando invece
un’importanza decisiva al disegno. I suoi motivi decorativi provengono dal mondo vegetale e animale; sono
serpenti, insetti, farfalle e cigni, ma il preferito fu senza dubbio la figura femminile, di cui compare spesso il
volto, o il mezzo busto o la figura intera completamente nuda. Alla fine della sua carriera si dedicò al vetro,
che già aveva utilizzato in oreficeria, producendo vasi, flaconi per profumo e lampade, in cui il motivo
decorativo della figura femminile, a sbalzo oppure incisa, è messa in risalto dalla colorazione delle superfici
o dal contrasto tra trasparente e opaco.
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