Manuel Grosso - Circoloquadro

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Manuel Grosso - Circoloquadro
Manuel Grosso
Fragmenta
Manuel Grosso
Fragmenta
a cura di Ivan Quaroni
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Frammenti di un mondo sconosciuto
Ivan Quaroni
Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina.
(Friedrich Nietzsche)
Il mio sistema personale che voi, Watson, conoscete bene:
un sistema fondato sull’osservazione di piccole cose.
(Arthur Conan Doyle, Il mistero di Boscombe Valley)
Manuel Grosso
Fragmenta
A cura di Ivan Quaroni
2 febbraio - 17 marzo 2017
Progetto grafico
Massimo Dalla Pola
Crediti
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Galleria Buenos Aires 13
20124 Milano
www.circoloquadro.com
“La mappa non è il territorio”, affermava Alfred Korzybski, filosofo,
matematico e ingegnere polacco,
creatore della teoria della Semantica
Generale. Un concetto che sarà poi
ripreso dalla Programmazione Neuro
Linguistica per dimostrare che non
esiste l’esperienza oggettiva e che
non bisogna mai confondere il modello con la realtà. Richard Bendler,
fondatore della PNL, sosteneva, infatti, che noi traduciamo continuamente la realtà che ci circonda in
rappresentazioni mentali che for7
mano la nostra mappa. In pratica, la
mappa è il nostro modo di vedere il
mondo, mentre il territorio è la realtà esterna. Per ognuno di noi esiste
una mappa diversa, che è il risultato
di una personale elaborazione della
realtà.
Forse per ovviare a questo inconveniente, Manuel Grosso ha deciso di
documentare porzioni di “territorio”
con un metodo che fa pensare alle
tecniche di rilevazione della Polizia
scientifica, di creare, cioè, una mappa, seppur parziale e frammentaria,
del mondo che ci circonda. Anche se,
a ben vedere, l’aspetto documentario è solo uno degli aspetti della sua
indagine artistica, che spesso include un’interpretazione lirica e mitopoietica della realtà.
Ma procediamo con ordine, passo
dopo passo, alla ricostruzione di un
modello operativo basato su una
successione di azioni diverse, che
comprendono l’esplorazione del territorio, la raccolta di dati e, infine il
lavoro di costruzione di un manufatto ibrido, che sta esattamente all’incrocio tra la dimensione mentale
della mappa e la conformazione fisica della realtà.
Manuel Grosso è un walking artist,
ossia uno di quegli artisti come Hamish Fulton o Richard Long, che concepiscono l’esplorazione dell’ambiente
naturale come parte integrante del
proprio processo creativo. Per l’artista, nato a Gorizia nel 1974 e operante a Romans d’Isonzo, il primo
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passo è, infatti, costituito dalla ricerca di porzioni orografiche, di tracce
e segni sul terreno che catturano la
sua attenzione e che, invece, spesso
sfuggono allo sguardo distratto dei
passanti. Pur considerando la superficie terrestre come “una grande
tela su cui intervenire facendo degli
strappi/calchi”, Manuel Grosso seleziona con cura i luoghi dei suoi rilevamenti.
“Psichicamente, questo sguardo
concentrato alla terra”, racconta
nel suo statement, “mi permette di
strappare consapevolezza all’horror pleni quotidiano”. Camminare
e scrutare diventano un tutt’uno. I
sensi e i pensieri si coordinano, gli
uni allertandosi, gli altri quietandosi, in modo da distogliere l’attenzione dall’incessante dialogo interiore
per rivolgerla, invece, alla potente
fragranza del presente. Solo così diventa possibile per l’artista cogliere
un dettaglio interessante, come un
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oggetto sepolto, un rifiuto arenato
sulla battigia o un brandello di stoffa
abbandonato.
Una volta individuati questi oggetti,
l’artista procede a farne il calco con
l’ausilio di schiume poliuretaniche
che, indurendosi, catturano insieme
alla forma della cosa la morfologia di
un terreno boschivo o fluviale, marino o suburbano. Talvolta, però, la
schiuma ingloba nel calco l’oggetto
stesso, privando il suolo di un elemento di scarto, ossia di un rifiuto
che la natura avrebbe smaltito molto
lentamente.
Conseguenza dell’osservazione - attività che per l’artista si lega soprattutto allo sviluppo di una coscienza
sottile e di una spiritualità vigile - è
quindi anche il precisarsi di una sensibilità ecologista, che proprio mentre rivela le offuscate bellezze dell’orografia terracquea, ne documenta
inevitabilmente il degrado prodotto
dalle attività antropiche.
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La tecnica del calco è importante, ma
non è il vero fulcro dell’indagine di
Manuel Grosso. In fondo, benché le
rilevazioni dell’artista goriziano siano
fatte con materiali tecnologicamente
più avanzati, una tecnica simile è stata già utilizzata in archeologia per recuperare la forma di persone, animali
e oggetti durante gli scavi di Pompei.
Inoltre, era consuetudine settecentesca strappare gli affreschi per preservarli dalla distruzione. Gli strappi
di Manuel Grosso sono piuttosto la
conseguenza di una prassi operativa
che riveste la stessa importanza del
manufatto finale. L’atto di camminare e quello di perlustrare una zona
alla ricerca di un affioramento o di
una traccia sono parte integrante del
lavoro, senza i quali sarebbe impossibile creare quel che l’artista definisce
“il palinsesto progettuale che sfocia
nella sintesi formale degli strappi”.
Allo stesso tempo, è altrettanto importante il lavoro eseguito in studio,
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successivo all’indagine e alla rilevazione sul campo. Gli strappi, infatti,
non possono essere considerati semplicemente dei calchi perché una
volta “lavorati” perdono lo statuto di
“prove documentarie” per assumere
quello di “manufatti”.
In un certo senso, essi sono qualcosa
di più di semplici object trouvé perché la loro forma viene debitamente modellata sia plasticamente che
pittoricamente fino ad assumere la
forma finale. Perciò, se è vero che la
natura ha dotato quei frammenti di
una bellezza intrinseca e silenziosa, è
altrettanto vero che Manuel Grosso
li ha forniti di un’inedita morfologia,
di un aspetto in cui la verità documentaria si salda alla dimensione interpretativa della creazione artistica.
Creazione che – come sanno i più
smaliziati - non procede mai ex-nihilo, ma per incessante rielaborazione
e ricostruzione di frammenti preesistenti.
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In un certo senso, Manuel Grosso
somiglia terribilmente al bricoleur di
Levi Strauss, perché non solo riconosce il potenziale di oggetti abbandonati e inutilizzati, ma sa trasformarli
cosmeticamente (e alchemicamente) in una materia densa e stratificata, che sommando simbolicamente
il frammento reale e quello informazionale (la mappa e il territorio), acquista un’identità finalmente ibrida,
debitrice tanto della raffinata seduzione del manufatto artistico quanto
del brutale fascino combinato degli
accidenti naturali e degli scarti della
civiltà urbana.
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Biografia
Manuel Grosso (Gorizia 1974, vive e lavora a Romans d’Isonzo - GO) ha conseguito una formazione artistico-filosofica e si occupa da vent’anni di didattica dell’arte con bambini e adulti. Al centro del suo lavoro l’attenzione
per le cose minime che ci circondano, spesso nascoste ai nostri occhi, ma portatrici di un lirismo silenzioso. Ha
esposto in mostre personali a Bolzano e collettive in Friuli Venezia Giulia e recentemente a Milano e Como.
Attualmente collabora con Circoloquadro arte contemporanea di Milano.
Immagini
copertina........ Emblemata 4, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, lacerto, acrilici, tavola, 67x104x3 cm
p. 1................. Gressus, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, acrilici, tavola, 58x43x6 cm (particolare)
p. 4-5.............. Reliquiae, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, asciugamano, acrilici, tavola, 65x145x3 cm
p. 8................. Testa, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, rete, acrilici, tavola, 58x19x5cm
p. 9................. Emblemata, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, lacerto, acrilici, tavola, 58x69x2 cm
p. 10............... Reliquiae, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, cencio, acrilici, tavola, 190x128x3 cm
p. 11............... cardo+decumano, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, cencio, acrilici, tavola, 32x36x2 cm (alto)
....................... cardo+decumano, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, cencio, acrilici, tavola, 39x42x3 cm (centro)
....................... cardo+decumano, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, cencio, acrilici, tavola, 38x40x2 cm (basso)
p. 12............... Tracciati, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, spugna, acrilici, tavola, 52x85x3 cm
p. 13............... Emblemata, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, lacerto, acrilici, tavola, 50x21x2 cm (sinistra)
....................... Blue Means, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, cencio, acrilici, tavola, 98x45x2 cm (destra)
pp. 14-15........ Persicae, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, tappeto, acrilici, tavola, 90x140x8 cm
p. 16............... Emblemata 2, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stoffa, acrilici, tavola 30x45x3 cm (alto)
....................... Emblemata, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, tappezzeria, acrilici, tavola, 50x50x5 cm (centro)
....................... Super car, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, metallo, acrilici, tavola 19x23x3 cm (basso)
p. 17............... Lembi, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stracci, acrilici, tavola, 105x70x5 cm
p. 18............... Stratificazione segnica, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stoffa, acrilici, tavola 40x55x2 cm (alto)
....................... Invenit, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, legno, acrilici, tavola, 48x32x2 cm (centro)
....................... Fenditura, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stoffa, acrilici, tavola 55x60x4 cm (basso)
p. 19............... Velvet, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, lacerto, acrilici, tavola, 94x76x6 cm
p. 20............... Archeo, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, tappeto, acrilici, tavola, 109x78x7 cm
p. 21............... Nubes, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stoffe, acrilici, tavola, 57x47x4 cm (alto)
....................... Oculus, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stoffe, acrilici, tavola, 45x55x5 cm (centro)
....................... Lacerto, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, tappezzeria, acrilici, tavola, 65x49x5 cm (basso)
p. 22............... Signum, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stoffa, acrilici, metallo, tavola 115x32x3 cm
p. 23............... Lacerto, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, cencio, acrilici, tavola, 75x50x7 cm
pp. 24-25........ Diario/traccia, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, libro, acrilici, tavola, 60x83x10 cm
p. 26............... Linum, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, stoffa, acrilici, tavola, 72x110x6 cm
p. 28............... Link, 2016, strappo, schiume poliuretaniche, sabbia, iuta, acrilici, tavola, 62x87x3 cm (particolare)
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stampato in 100 esemplari numerati
in occasione della mostra
MANUEL GROSSO
FRAGMENTA
A cura di Ivan Quaroni
2 febbraio - 17 marzo 2017
edizione
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Galleria Buenos Aires 13
20124 Milano (MM Lima)
www.circoloquadro.com
[email protected]
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