CORRELAZIONE TRA LA SINDROME DELLE APNEE NOTTURNE
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CORRELAZIONE TRA LA SINDROME DELLE APNEE NOTTURNE
Lavoro originale Correlazione tra la sindrome delle apnee notturne di tipo ostruttivo e la medicina interna Alessandro Perrone, Laura Sperduti*, Cristina Magliocco, Chiara Marchini, Valentina Masciangelo, Anna Barbarossa, Marco Brunori, Giuseppe Germanò Twelve to twenty-five percent of human population suffer from sleep disorders and sleep-related breathing disorders have a frequency of 5-10%. The association between sleep-related breathing disorders and several diseases, mainly cardiovascular and dysmetabolic, is well known. The aim of this study was to assess the prevalence of this association in a group of 620 patients, aged between 18 and 78 years and referred to the Laboratory of Respiratory Pathophysiology of the Umberto I Hospital of Rome. All patients had a clinical history of a sleep-related breathing disorder and answered a specific questionnaire. One-hundred-and-thirty-seven patients (120 males and 17 females, mean age 64 years), whose questionnaire was suggestive of a sleep-related breathing disorder, underwent clinical assessment including blood tests, lung function tests, blood-gas analysis, ECG and nocturnal polysomnography, either as in- or as out-patients. The main associated pathologies were: arterial hypertension (54.7%), chronic obstructive pulmonary disease (17.9%), obesity (63.1%), dyslipidemia (41%), type 2 diabetes mellitus (6.3%), gastroesophageal reflux (27.3%) and cardiac arrhythmias (4.2%); 95 patients with obstructive sleep apnea syndrome were treated, on the basis of the polysomnography outcomes and according to the Italian Association of Sleep Medicine Guidelines, either with preventive strategies for risk factor reduction, or with medical (positive pressure ventilation, oxygen, assessment of the best drug medication) and/or ear, nose end throat surgical therapies. In most patients, the improvement in the sleep-related breathing disorder was associated with an improvement in their systemic pathology, in particular cardiovascular disease, suggesting the need of a deeper consideration and comprehension of nocturnal apneas. (Ann Ital Med Int 2004; 19: 43-49) Key words: Apnea; Polysomnography; Positive pressure ventilation; Sleep. Introduzione trale l’impulso neurale a tutti i muscoli respiratori viene a mancare momentaneamente. L’apnea mista è la cessazione del flusso aereo che inizia senza sforzo respiratorio e si conclude con un progressivo sforzo respiratorio. L’ipopnea indica una riduzione del 30-50% del flusso di aria per almeno 10 s, tale da determinare una desaturazione arteriosa di ossigeno del 2-4%. L’apnea di tipo ostruttivo è il disturbo respiratorio più frequente durante il sonno e caratterizza la sindrome delle apnee ostruttive (OSAS)5. L’OSAS ha un’incidenza del 5% circa, con una prevalenza del 9% nei soggetti di sesso femminile e del 24% in quelli di sesso maschile. La diagnosi di OSAS presuppone la presenza di almeno 5 episodi di apnea o di ipopnea, o di entrambe, per ora di sonno. La gravità della sindrome viene valutata attraverso l’indice di apnea/ipopnea e il respiratory disturbance index (RDI). Malgrado l’elevata prevalenza, i sintomi invalidanti e le significative morbilità e mortalità associate, anche i casi di gravità intermedia o gravi non vengono diagnosticati nell’80% dei casi tra gli uomini e nel 90% tra le donne6. Per questo motivo, da oltre 2 anni abbiamo rivolto il nostro interesse, nell’ambito delle attività scientifiche del Servizio Speciale di Fisiopatologia Respiratoria del Policlinico Umberto I di Roma, alla presenza, nei pazienti con patologie di tipo internistico (prevalentemente ipertensione arteriosa sistemica, diabete mellito di tipo 2, I disturbi del sonno si verificano nel 12-25% della popolazione generale e sono spesso associati a stress, malattie, età e trattamenti farmacologici1-3. Nel sonno si osservano sostanziali modificazioni dell’attività respiratoria conseguenti a variazioni dei meccanismi di controllo centrale del respiro, essenzialmente di tipo automatico e metabolico durante il sonno NREM (non-rapid eye movement), di tipo volontario o comportamentale durante il sonno REM (rapid eye movement)4. In queste complesse interazioni diversi fattori, non del tutto conosciuti, possono determinare la comparsa di quadri patologici specifici che trovano il loro culmine nel fenomeno apnea. L’apnea durante il sonno viene definita come la cessazione intermittente del flusso di aria a livello del naso e della bocca mentre il soggetto dorme. Per convenzione apnee caratterizzate da una durata di almeno 10 s vengono considerate importanti. Si conoscono tre tipi di apnee durante il sonno: ostruttive, centrali e miste. L’apnea ostruttiva è caratterizzata dall’ostruzione parziale o completa delle vie aeree superiori, in particolare dell’orofaringe, in presenza di continuo sforzo respiratorio. Nell’apnea cenDipartimento di Scienze dell’Invecchiamento (Direttore: Prof. Vincenzo Marigliano), *Dipartimento di Medicina Interna (Direttore: Prof. Francesco Balsano), Università degli Studi “La Sapienza” di Roma © 2004 CEPI Srl 43 Ann Ital Med Int Vol 19, N 1 Gennaio-Marzo 2004 TABELLA I. Sintomi tipici della sindrome delle apnee ostruttive. obesità, disturbi del ritmo cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva), di una sintomatologia caratteristica dei disturbi respiratori durante il sonno (Tab. I), considerato che questa patologia intricata necessita della visione “olistica” del paziente, propria del medico internista. A tal proposito abbiamo posto particolare attenzione all’impiego della terapia con ventilatori a pressione positiva, valutandone la loro efficacia. Russamento Sonnolenza diurna Apnee notturne (riferite dai partner) Difficoltà di concentrazione e di memoria Sudorazione notturna Dispnea da sforzo respiratorio per aumento della pressione intratoracica con aumentato ritorno venoso ed aumentata pressione Reflusso gastroesofageo con episodi di dolore notturno Cefalea al risveglio Nicturia Xerostomia Disturbi del comportamento e dell’umore (ansia e depressione) Riduzione della libido e/o impotenza Materiali e metodi Lo studio è stato condotto su pazienti consecutivi afferiti al Servizio Speciale di Fisiopatologia Respiratoria del Policlinico Umberto I di Roma. Nell’arco del biennio 2001-2002, 620 pazienti di età compresa tra 18 e 78 anni sono stati sottoposti ad uno screening per i disturbi respiratori del sonno (anamnesi e questionario specifico basato su due questionari utilizzati a livello internazionale, ovvero l’Epworth Sleepness ScaleESS e la Functional Outcome Sleep Questionnaire-FOSQ) (vedi questionari)5. Sulla base dei dati ottenuti, 137 pazienti (120 maschi e 17 femmine, età media 64 anni), presentavano una sintomatologia indicativa per una sindrome delle apnee notturne (in particolare sonnolenza diurna, roncopatia ed evidenza notturna di apnee; Tab. II). In questi pazienti abbiamo eseguito un attento esame obiettivo, con la valutazione dell’indice di massa corporea, del rapporto vita/fianchi, della circonferenza del collo ed un monitoraggio ossimetrico non invasivo delle 24 ore. I pazienti sono stati poi sottoposti ad esame polisonnografico notturno (minimo 6 ore di registrazione), sia in regime di ricovero ospedaliero (44 pazienti), che ambulatoriale (93 pazienti). La polisonnografia costituisce la metodica di riferimento per lo studio dei disturbi respiratori durante il sonno. Tuttavia, essendo un esame particolarmente costoso, è necessario selezionare i pazienti secondo attenti criteri di screening, clinici e strumentali. Abbiamo impiegato un sistema polisonnografico portatile (tipo Polimesam®, Martinsried, Germania) che permette di valutare la frequenza cardiaca e respiratoria, la saturazione ossiemoglobinica, il flusso aereo oronasale, il respirogramma toracico e addominale, la posizione del corpo, i movimenti degli occhi e degli arti ed il russamento. Per una valutazione clinica globale sono stati eseguiti i seguenti esami di laboratorio e strumentali: • esami ematochimici (emocromo, glicemia, studio della coagulazione, assetto lipidico, funzionalità tiroidea); • prove di funzionalità respiratoria statiche e dinamiche (emogasanalisi, spirometria e pletismografia); • elettrocardiogramma; • radiografia del torace; • monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa; • tilt-test per la valutazione del sistema nervoso autonomo; TABELLA II. Sintomi più frequenti nei pazienti in studio. Roncopatia Sonnolenza diurna Sonno agitato Frequenti risvegli Senso di soffocamento Cefalea al risveglio Difficoltà di concentrazione Perdita della memoria Facilità ad addormentarsi in diverse situazioni Alterazioni del tono dell’umore e del comportamento Palpitazioni Disturbi sessuali (perdita della libido, impotenza) 50% 42% 80% 30% 30% 10% 50% 20% 30% 5% 20% 10% • valutazione psicologica di base con il mini-mental state examination (MMSE). Il MMSE è uno strumento di semplice e rapida esecuzione, facilmente somministrabile anche da parte dell’internista, che consente una valutazione quantitativa delle funzioni cognitive; • consulenza otorinolaringoiatrica per valutare la presenza di alterazioni anatomo-funzionali delle alte vie respiratorie; l’esame semeiologico otorinolaringoiatrico è stato effettuato in tutti i pazienti, in quanto fondamentale per valutare il grado di ostruzione delle alte vie respiratorie. Nei pazienti che all’esame polisonnografico presentavano episodi di tachicardia o bradicardia, correlati o meno agli episodi apnoici e/o ipopnoici, è stato eseguito un elettrocardiogramma dinamico secondo Holter. In caso di presenza di numerose apnee di tipo centrale (da 5 a 15 apnee) ci siamo avvalsi di una consulenza neurologica. È stato programmato il follow-up a distanza di 6 mesi per verificare l’efficacia della terapia. Risultati Dei 137 soggetti sottoposti ad esame polisonnografico, 95 sono risultati positivi per OSAS, solo in 4 pazienti era presente un numero significativo di apnee centrali (> 5 fasi/ora). 44 Alessandro Perrone et al. Nei pazienti con sindrome di tipo lieve (≥ 5 RDI ≤ 15) è stato consigliato il controllo dei fattori di rischio (Tab. VI) ed un controllo presso il nostro ambulatorio a distanza di 1 anno. I pazienti con sindrome di tipo moderato o severo, dopo la taratura delle pressioni respiratorie mediante ventilatore con contemporaneo monitoraggio polisonnografico, sono stati trattati durante la notte con ventilatori meccanici a pressione positiva continua (CPAP) mediante maschera nasale8. Abbiamo utilizzato diversi tipi di ventilatori, scegliendo il più vantaggioso nei singoli casi: nCPAP (in 4 pazienti), AUTO-CPAP (in 20 pazienti) e BiLevel-PAP (in 18 pazienti) (Tab. VII). Il principale meccanismo d’azione della nCPAP consiste nel sostenere meccanicamente la pervietà delle vie aeree superiori, mantenendo al loro interno una pressione positiva, così da consentire ad esse di rimanere aperte9. L’AUTO-CPAP è in grado di somministrare un livello di pressione variabile da un valore minimo ad uno massimo, in modo da erogare in ogni istante il livello minimo di pressione efficace per il paziente; rappresenta il ventilatore attualmente più utilizzato perché si adatta molto facilmente e viene più tollerato dal paziente10. Il BiLevelPAP utilizza una CPAP con due livelli di pressione, inspiratorio ed espiratorio, per evitare il rischio di iperinsufflazione ed il conseguente barotrauma; per questo è stato applicato soprattutto nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva11. La ventilazione a pressione positiva raramente determina la guarigione dell’OSAS e quindi va considerata una terapia a lungo termine. È necessario identificare il livello di pressione efficace da somministrare (ricerca della pressione minima efficace per vincere l’ostruzione), sufficiente a far scomparire le apnee ed il russamento, ed anche la limitazione Il grado di severità della patologia è stato definito secondo i criteri di valutazione delle recenti linee guida dell’Associazione Italiana della Medicina del Sonno, considerando i seguenti parametri: RDI e oxygen desaturation index (ODI). In base a questi parametri i pazienti sono stati suddivisi in 4 stadi indicativi di severità crescente (Tab. III)5,7. Le patologie associate, spesso concomitanti tra loro, sono risultate: l’obesità (63.1%), l’ipertensione arteriosa sistemica (54.7%), le dislipidemie (41%), la malattia da reflusso gastroesofageo (27.3%), la broncopneumopatia cronica ostruttiva (17.9%), il diabete mellito di tipo 2 (6.3%), la cardiopatia ipertensiva (5.26%) ed i disturbi del ritmo cardiaco (4.2%) (Tab. IV). La patologia otorinolaringoiatrica più frequente (19% dei pazienti) è risultata la deviazione del setto nasale, nella maggior parte dei casi associata ad ipertrofia dei turbinati (Tab. V). La macroglossia e l’allungamento del palato molle e dell’uvula erano presenti nei pazienti affetti da obesità di grado moderato-severo con indice di massa corporea > 35 kg/m2. Nel 48% dei casi i pazienti presentavano una circonferenza del collo ≥ 42 cm. All’MMSE, dopo correzione per età e livello di istruzione, è stato riscontrato, nel 23% dei pazienti, un deterioramento cognitivo di grado lieve (21-23) e nel 2% di grado moderato (11-20). I pazienti sono stati trattati con misure preventive (riduzione e/o abolizione dei fattori di rischio), con terapie mediche (applicazione di ventilatori a pressione positiva, ossigeno, ottimizzazione della terapia farmacologica per le patologie associate) e/o terapia otorinolaringoiatrica. La correzione della deviazione del setto nasale è stata eseguita in 4 pazienti e l’ipertrofia dei turbinati è stata trattata, ambulatoriamente, con laser a radiofrequenze, in 16 pazienti. TABELLA III. Stadiazione in percentuale dei pazienti in studio. Stadio 0 1 2 3 Pazienti (%) RDI Numero di desaturazioni 10 42 37 11 ≤5 ≥ 5 e ≤ 15 ≥ 15 e ≤ 30 > 30 Sporadiche desaturazioni ≥ 90% durante il sonno Numerose desaturazioni fino all’85% durante il sonno Importanti desaturazioni < 85% anche in veglia e durante lo sforzo fisico Gravi alterazioni della funzione cardiorespiratoria anche in veglia RDI = respiratory disturbance index. TABELLA IV. Comorbidità. Stadio Ipertensione Diabete Dislipidemia BPCO Reflusso GE Aritmie Obesità 0 1 2 3 Totale (n =) 6 14 9 23 52 (54.7%) 0 1 2 3 6 (6.3%) 5 10 8 16 39 (41.0%) 6 4 1 6 17 (17.9%) 2 11 8 5 26 (27.3%) 2 1 0 1 4 (4.2%) 14 23 34 8 79 (63.1%) BPCO = broncopneumopatia cronica ostruttiva; GE = gastroesofageo. 45 Ann Ital Med Int Vol 19, N 1 Gennaio-Marzo 2004 TABELLA V. Patologie otorinolaringoiatriche più frequenti. Patologie Deviazione del setto Ipertrofia dei turbinati Lassità del palato molle Macroglossia Soggetti (%) N. soggetti sottoposti ad intervento chirurgico 19 11 8 6 4 16 0 0 - ripristino di ritmo cardiaco normofrequente (in un paziente per la persistenza di numerose pause > 2 s, dopo studio elettrofisiologico che ha evidenziato anomalie della conduzione atrioventricolare, è stato necessario impiantare un pacemaker); - miglioramento dell’abilità cognitiva e delle funzioni psicologiche con aumento del punteggio totale all’MMSE, con miglioramento nel 30% dei casi per quanto riguarda le capacità di attenzione e di calcolo ed un significativo miglioramento dell’orientamento nei pazienti con età > 65 anni; - miglioramento della qualità di vita riferito dagli stessi pazienti. L’impiego della ventiloterapia può essere condizionato dalla compliance dei pazienti e dalla presenza di effetti collaterali13. È possibile controllare l’aderenza dei pazienti alla ventiloterapia mediante il controllo sistematico delle pressioni respiratorie, 1 volta al mese nei primi 3 mesi e successivamente ogni 6 mesi. La valutazione è possibile perché i ventilatori sono dotati di un dispositivo che consente la memorizzazione dei dati, che vengono poi letti con un software dedicato10,14. Nei nostri pazienti la compliance è stata del 90%. Abbiamo rilevato che questa aumenta se il paziente è appropriatamente informato sulle complicanze della malattia e sull’importanza della terapia, se egli stesso prova e sceglie il tipo di maschera più adatto, se viene utilizzato un sistema di umidificazione incorporato, se si previene e si individua precocemente l’insorgenza di effetti collaterali, rappresentati soprattutto da secchezza oronasale, congiuntivite e arrossamento oculare15. TABELLA VI. Fattori di rischio per la sindrome delle apnee ostruttive. Antropometrici Età > 65 anni Sesso maschile Razza Conformazione della mandibola e del massiccio facciale Circonferenza del collo > 42 cm Meccanici Ostruzione delle vie aeree superiori Obesità (indice di massa corporea > 28 kg/m2) Tipo di posizione assunta durante la notte (supina) Abitudini voluttuarie Fumo Alcool Farmaci Sedativi Antistaminici Ipnotici TABELLA VII. Ventilatori utilizzati. Tipo di ventilatore BiLevel-PAP AUTO-CPAP nCPAP Utilizzo (%) 29 69 2 Discussione Il nostro interesse per i disturbi del sonno è stato motivato dall’aumento del numero dei pazienti che, trattati per del flusso inspiratorio legato ad un’aumentata resistenza al flusso delle prime vie aeree; per tale motivo è necessario effettuare la taratura delle pressioni respiratorie11,12. Il miglioramento rapido e progressivo dei valori emogasanalitici è stato evidente già dopo pochi giorni dalla somministrazione di aria a pressione positiva. Dopo 6 mesi di ventiloterapia, per almeno 5 giorni a settimana durante l’intera notte, gli esami di controllo hanno evidenziato (Tab. VIII): - riduzione/eliminazione del russamento; - riduzione dell’indice di apnea/ipopnea, del numero e tipo di desaturazioni, aumento delle fasi REM; - stabilizzazione del pattern respiratorio con aumento della PaO2 e riduzione della PaCO2; - riduzione dell’ematocrito; - riduzione della pressione arteriosa (sia sistolica che diastolica) e presenza di caduta pressoria notturna anche nei pazienti precedentemente non dippers) (Tab. IX); TABELLA VIII. Respiratory disturbance index (RDI) e oxygen desaturation index (ODI) prima e dopo trattamento. Soggetti sottoposti a ventiloterapia RDI ODI Baseline Follow-up 32.4 ± 20.4 37.9 ± 35.7 14.7 ± 11.8 22.4 ± 20.3 TABELLA IX. Valori medi di pressione arteriosa sistolica (PAS) e diastolica (PAD). Soggetti sottoposti a ventiloterapia PAS (mmHg) PAD (mmHg) 46 Baseline 141.3 ± 9 87.8 ± 6 Follow-up 139.1 ± 11 85.7 ± 5 Alessandro Perrone et al. altre patologie, manifestavano una sintomatologia caratterizzata da sonnolenza diurna e sintomi ad essa correlati. Sull’intero campione esaminato il 15.3% dei soggetti è risultato affetto da OSAS, con un rapporto maschi/femmine di 6:1. La sintomatologia tipica dell’OSAS (sonnolenza diurna, evidenza di apnee e roncopatia) è risultata più accentuata nei soggetti con età compresa tra 40 e 50 anni, mentre negli altri sono risultati più frequenti sintomi quali la difficoltà di concentrazione ed i disturbi della memoria. Tra le patologie cardiovascolari l’ipertensione arteriosa sistemica è risultata quella più frequentemente associata all’OSAS. La presenza di patologie otorinolaringoiatriche nei nostri pazienti è risultata inferiore rispetto ai dati riportati in letteratura. Anche se l’obesità è risultata in assoluto la patologia indubbiamente più frequente, l’associazione obesità-patologie otorinolaringoiatriche è fondamentale per la severità della sindrome. Al follow-up, nei pazienti sottoposti a ventiloterapia, è stato rilevato un miglioramento medio dell’RDI del 45.4% e dell’ODI del 59.1%. È ormai nota la fisiopatologia che sottende un evento apnoico. L’occlusione delle vie aeree superiori a livello dell’orofaringe causa l’apnea, che determina un’asfissia progressiva fino ad un breve risveglio, durante il quale si verifica il ripristino dell’apertura delle vie aeree e quindi dell’afflusso d’aria (i cosiddetti arousals o microrisvegli)16. Il fattore immediato, che conduce al collasso delle vie aeree superiori nell’apnea ostruttiva, è la generazione di una pressione subatmosferica critica durante l’inspirazione, tale da superare la capacità, di mantenere pervie le vie aeree, dei muscoli dilatatore e abduttore. In questi pazienti l’apertura delle vie aeree è predisposta all’occlusione da disturbi anatomici (deviazione del setto nasale, ipertrofia adenotonsillare, retrognazia, macroglossia), da riduzione delle dimensioni delle vie aeree che spesso può essere apprezzata clinicamente come “affollamento faringeo” (aggravata dal russamento che può provocare edema dei tessuti molli), da un’elevata elasticità delle vie aeree, da una resistenza alta (cioè nasale) che eleva la pressione subatmosferica generata all’interno del faringe durante l’inspirazione. I disturbi respiratori durante il sonno possono, se non individuati e trattati, compromettere la funzionalità di diversi sistemi del nostro organismo. L’alterazione più importante alla base delle modificazioni patologiche è rappresentata dall’ipoventilazione (presente soprattutto nella fase REM) responsabile della desaturazione ossiemoglobinica, che si riflette prevalentemente sul circolo polmonare e sistemico, sul ritmo cardiaco e sul sistema emopoietico. Dati epidemiologici confermano un’associazione indipendente tra i disturbi respiratori del sonno e le malattie cardiovascolari17. Possibili meccanismi responsabili sono rappresentati dall’associazione di ipossia e ipercapnia intermittenti, ripetuti arousals, incremento del tono simpatico, ridotta sensibilità barocettoriale, aumentata aggregazione piastrinica ed elevati livelli di fibrinogeno ed omocisteinemia. L’OSAS è presente nei pazienti diabetici, obesi e dislipidemici ma soprattutto nei pazienti con ipertensione arteriosa sistemica, che è presente in circa la metà dei pazienti con OSAS. L’impatto del sonno sul sistema cardiovascolare è stato ampiamente riconosciuto18. Il sonno NREM che corrisponde a circa l’80% del sonno totale è associato a bradicardia ed a riduzione della variabilità della pressione arteriosa per riduzione dell’attività simpatica. Solo durante il sonno REM, che è associato all’attività onirica, la pressione arteriosa ed il tono simpatico ritornano ai livelli osservati durante la veglia19. La notte può pertanto svolgere un ruolo relativamente protettivo per il sistema cardiovascolare. Invece nei pazienti con OSAS le ripetitive oscillazioni emodinamiche correlate alle apnee giocano un ruolo nello sviluppo delle malattie cardiovascolari. I disturbi del ritmo, sia sopraventricolari che ventricolari sono molto frequenti. Più comunemente le aritmie si verificano durante la fase apnoica, bradicardia durante l’apnea seguita da tachicardia alla fine dell’ostruzione. Altre aritmie, registrate durante gli eventi apnoici, sono rappresentate da blocchi cardiaci di vario grado e sede, tachicardia atriale, fibrillazione atriale parossistica, flutter atriale, extrasistolia sopraventricolare e ventricolare, allungamento del QT per ritardata ripolarizzazione del miocardio ventricolare che può portare ad aritmie maligne come la torsione di punta, arresti sinusali che possono spiegare alcuni casi di morte improvvisa durante il sonno. L’OSAS si associa nel 10% dei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva, i quali per definizione presentano importanti alterazioni polisonnografiche durante il sonno20. L’OSAS è stata considerata fino a poco tempo fa una patologia ultraspecialistica, di pertinenza strettamente otorinolaringoiatrica, neurologica e odontoiatrica; il nostro studio mostra al contrario, analizzando i dati, la necessità di una stretta collaborazione, tra diverse discipline, legata alla complessità e all’intricarsi delle plurime patologie. In conclusione la multidisciplinarità della patologia in oggetto obbliga ad una valutazione plurispecialistica di questi pazienti e solo la centralità di uno specialista in medicina interna può assicurare una visione globale del problema. 47 Ann Ital Med Int Vol 19, N 1 Gennaio-Marzo 2004 Riassunto Questionario anamnestico (Functional outcome sleep questionnaireFOSQ) Tra i disturbi del sonno che affliggono il 12-25% della popolazione generale quelli di tipo respiratorio hanno una frequenza del 5-10%. È nota l’associazione tra disturbi respiratori nel sonno e patologie internistiche, soprattutto cardiovascolari e dismetaboliche. Obiettivo della nostra indagine è stato quello di valutare la prevalenza di tale associazione in 620 pazienti afferiti al Servizio Speciale di Fisiopatologia Respiratoria del Policlinico Umberto I di Roma, di età compresa tra 18 e 78 anni, sottoposti, in via preliminare, ad anamnesi e questionario specifico dei disturbi del sonno. Centotrentasette pazienti (120 maschi e 17 femmine, età media 64 anni, con questionario suggestivo di disturbi respiratori nel sonno) sono stati poi arruolati per un protocollo comprendente esami ematochimici, spirometria ed emogasanalisi, elettrocardiogramma ed esame polisonnografico notturno, sia in regime di ricovero che ambulatoriale. Le patologie associate sono risultate: ipertensione arteriosa (54.7%), broncopneumopatia cronica ostruttiva (17.9%), obesità (63.1%), dislipidemie (41%), cardiopatia ipertensiva (5.26%), diabete mellito di tipo 2 (6.3%), malattia da reflusso gastroesofageo (27.3%), i disturbi del ritmo cardiaco (4.2%). I 95 pazienti affetti da sindrome delle apnee ostruttive sono stati trattati, in accordo al quadro polisonnografico e alle linee guida dell’Associazione Italiana della Medicina del Sonno, o con misure preventive (riduzione e/o abolizione dei fattori di rischio), o con terapie di tipo medico (ventilatori a pressione positiva, ossigeno, ottimizzazione della terapia farmacologica per le patologie associate) e/o chirurgico otorinolaringoiatrico. Il miglioramento dei disturbi respiratori nel sonno si è associato, in molti pazienti, ad un miglioramento delle patologie associate, soprattutto di quelle cardiovascolari, suggerendo una maggiore attenzione, da parte del medico internista, verso le apnee notturne. Rispondere con un segno di croce per sì o no 1. Si sveglia la mattina stanco? ...........................................................Sì No 2. Ha la sensazione di aver bisogno di dormire ancora? ........Sì No 3. Ha mal di testa al risveglio? ............................................................Sì No 4. Durante la giornata ha sonnolenza? ............................................Sì No 5. Ha mai guidato senza ricordare il tragitto effettuato? ........Sì No 6. Si addormenta facilmente durante la giornata? .....................Sì No 7. Si è mai addormentato durante la sua attività giornaliera? ................................................................Sì No 8. Ha bisogno di frequenti pisolini? .................................................Sì No 9. Ha difficoltà a concentrarsi nei suoi compiti lavorativi? .Sì No 10. Ha frequenti incidenti stradali? ....................................................Sì No Se sì, quanti? 1) Uno l’anno; 2) Più di uno l’anno 11. Ha colpi di sonno al volante per tragitti di 2-300 km? ......Sì No 12. Cade in un sonno profondo non appena si è coricato? ......Sì No Se le hanno riferito, o ne è a conoscenza: 1. Russa durante il sonno? .....................................................................Sì No Quando? 1) Mai; 2) Saltuariamente; 3) Sempre 2. Da quanti anni russa? ...................................................................................... 3. Come definirebbe il russamento? 1) Lieve; 2) Moderato; 3) Intenso 4. È intollerabile per chi le è a fianco?............................................Sì No 5. Dura tutta la notte? ..............................................................................Sì No 6. È intermittente? .....................................................................................Sì No 7. È presente solo se dorme supino? ................................................Sì No 8. È sempre presente? ..............................................................................Sì No 9. Ha pause respiratorie durante il sonno? ....................................Sì No 10. Spaventano il suo partner? ...............................................................Sì No 11. Si sveglia con una sensazione di soffocamento? ..................Sì No 12. Si sveglia con palpitazioni durante il sonno? .........................Sì No 13. Ha un sonno agitato? ..........................................................................Sì No 14. Si addormenta immediatamente? .................................................Sì No 15. Si sveglia in media ogni notte?......................................................Sì No Quante volte? 1) Una; 2) Due; 3) Tre; 4) Quattro volte; 16. Si sveglia mai con un senso di disorientamento? .................Sì No 17. È mai caduto dal letto? ......................................................................Sì No 18. Usa più cuscini per sollevare la testa? .......................................Sì No 19. Ha problemi di relazione con la famiglia?...............................Sì No 20. Ha paura di non avere le idee chiare, di perdere la memoria? ......................................................................Sì No 21. È depresso? ..............................................................................................Sì No 22. È irritabile e nervoso al mattino? .................................................Sì No 23. Ha notato cambiamenti di umore e di comportamento? ...Sì No 24. Se sì, lo hanno notato anche i suoi familiari?.........................Sì No 25. Si sveglia in media per urinare ogni notte? .............................Sì No Quante volte? 1) Tra 1 e 2; 2) Tra 3 e 5; 4) Più di 5; 26. Ha mai bagnato il letto? ....................................................................Sì No 27. Ha notato un calo del suo desiderio sessuale? .......................Sì No 28. Ha difficoltà a compiere l’atto sessuale? ..................................Sì No 29. Ha difficoltà a deglutire? ..................................................................Sì No 30. Presenta rigurgito e bruciore retrosternale? ............................Sì No Di giorno?.................................................................................................Sì No 31. Ha abbassamento di voce? ...............................................................Sì No 32. Ha difficoltà respiratoria (affanno)? ...........................................Sì No 33. Ha dolori ossei o articolari? ............................................................Sì No 34. Respira male con il naso? .................................................................Sì No 35. Fa uso di medicinali per riuscire a dormire (tranquillanti, sonniferi)? ..................................................................Sì No 36. Le capita di bere alcolici prima di andare a dormire? ........Sì No 37. Quante ore dorme la notte? ........................................................................... Parole chiave: Apnea; Polisonnografia; Sonno; Ventilazione a pressione positiva. Questionario per la valutazione dei disturbi respiratori (Epworth slepness scale-ESS) Per valutare la facilità di addormentamento in determinate condizioni, dare un punteggio, utilizzando questa scala (punti da 0 a 3): Mai ................................................................................. Vale 0 punti Raramente ................................................................ Vale 1 punto Abbastanza frequentemente ......................... Vale 2 punti Molto spesso .......................................................... Vale 3 punti Seduto, leggendo un libro o un giornale ................................................... Guardando la televisione .................................................................................... Seduto in luogo pubblico (per esempio al cinema o a teatro) ..... In auto, come passeggero, in viaggio da più di 1 ora ....................... Sdraiato e rilassato quando le circostanze lo permettono .............. Seduto a parlare con qualcuno ........................................................................ Tranquillamente seduto dopo pranzo, senza aver bevuto alcolici ....................................................................................... In auto, bloccato nel traffico da alcuni minuti ...................................... 48 Alessandro Perrone et al. Bibliografia 12. Perrone A, Lucantoni G, Masciangelo V, Magliocco C. Ventilatory therapy in obstructive sleep apnea syndrome. In: Fabiani M, Saponara M, eds. Diagnosis and therapy of snoring and OSAS. The Hague: Kluger Publications, 2002: 577-84. 01. Peppard PE, Young T, Palta M, Skatrud J. Prospective study of the association between sleep-disordered breathing and hypertension. N Engl J Med 2000; 342: 1378-84. 13. Purro A, Appendini L, De Gaetano A, Gudjonsdottir M, Donner CF, Rossi A. Physiologic determinants of ventilator dependence in long-term mechanically ventilated patients. Am J Respir Crit Care Med 2000; 161 (Part 1): 1115-23. 02. Bach JR, Beltrame F. Alternative methods of ventilatory support. In: Rothkopf MM, Askanazi J, eds. Home intensive care. Baltimore, MD: Williams & Wilkins, 1998: 173-97. 03. Petty TL. Definitions in chronic obstructive pulmonary disease. Clin Chest Med 1990; 11: 363-73. 14. Marino WD, Kvetan V. Home positive pressure ventilatory support. In: Rothkopf MM, AsKanazi J, eds. Home intensive care. Baltimore, MD: Williams & Wilkins, 1992: 159-70. 04. Sorli J, Grassino A, Lorange G, Milic-Emili J. Control of breathing in patients with chronic obstructive lung disease. Clin Sci Mol Med 1978; 54: 295-304. 15. Pierson DJ. Complications of mechanical ventilation. In: Pierson DJ, Kacmarek RM, eds. Foundations of respiratory care. Edinburgh: Churchill Livingstone, 1992: 999-1005. 05. Perrone A, Lucantoni G, Masciangelo V, Magliocco C. Obstructive sleep apnea syndrome and chronic obstructive pulmonary disease. In: Fabiani M, Saponara M, eds. Diagnosis and therapy of snoring and OSAS. The Hague: Kluger Publications, 2002: 601-7. 16. Pingleton SK. Complications of acute respiratory failure. Am Rev Respir Dis 1988; 137: 1463-93. 06. Perrone A, Del Ben M, Sperduti L, Magliocco C, Germanò G. La polisonnografia è un’indagine di competenza internistica [abstract]? Ann Ital Med Int 2001; 16: 12. 17. Sperduti L, Magliocco C, Masciangelo V, Germanò G, Perrone A. Ipertensione arteriosa e sindrome delle apnee notturne di tipo ostruttivo (OSAS) [abstract]. In: Abstracts del XIX Congresso Nazionale della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa. Roma: CEPI, 2002: 41. 07. Marini JJ, Wheeler AP. Mechanical ventilation. Critical care medicine. Baltimore, MD: Williams & Wilkins, 1999. 08. Ambrosino N, Nava S, Rubini F. Non-invasive mechanical ventilation in the treatment of acute respiratory failure in chronic obstructive pulmonary disease. Monaldi Arch Chest Dis 1993; 48: 144-54. 18. Milic-Emili J, Rossi A. Regolazione della ventilazione. In: Grassi C, Muiesan G, eds. Terapia pneumologica. Olanda: USES Edizioni Scientifiche, 1990: 33-49. 09. Braschi A, Iotti G. Continuous positive airway pressure (CPAP). In: Gattinoni L, Braschi A, eds. La ventilazione artificiale. Milano: Masson Italia, 1998: 57-76. 19. Failure in chronic obstructive pulmonary disease. In: Derenne JP, Whitelaw WA, Similowsky T, eds. Acute respiratory failure in chronic obstructive pulmonary disease. New York, NY: Marcel Dekker, 1998: 129-226. 10. Branson RD, Chatburn RL. New generation of microprocessorbased ventilators. In: Tobin MJ, ed. Principles and practice of mechanical ventilation. New York, NY: McGraw-Hill, 1994: 1233-59. 20. Sergi M, Guffanti EE, Colombo D, et al. Home mechanical ventilation (HMV) in 50 patients with chronic respiratory insufficiency. International Conference on Pulmonary Rehabilitation and Home Ventilation. Denver, CO, 1995: 117. 11. Gammon RB, Shin MS, Buchalter SE. Pulmonary barotrauma in mechanical ventilation. Patterns and risk factors. Chest 1992; 102: 568-72. Manoscritto ricevuto l’1.4.2003, accettato il 18.12.2003. Per la corrispondenza: Prof. Alessandro Perrone, Servizio Speciale di Fisiopatologia Respiratoria, Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento, Università degli Studi “La Sapienza”, I Clinica Medica, Policlinico Umberto I, Viale del Policlinico 155, 00161 Roma. E-mail: [email protected] 49