1.6.1 Attività estrattive

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1.6.1 Attività estrattive
PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO
SETTORE PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, ATTIVITA’ PRODUTTIVE E
AGRICOLTURA, POLITICHE DI SVILUPPO
Attività Estrattive in Provincia di Olbia Tempio
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1 Attività estrattive in provincia di Olbia Tempio.
1. Inquadramento generale.
I dati relativi alle attività estrattive in Provincia di Olbia Tempio sono derivati dal progetto di P.R.A.E. (Piano
Regionale Attività Estrattive – ottobre 2007) che ha avuto avvio con la Deliberazione 37/14 del 25.09.2007
“Atto d’indirizzo programmatico per il settore estrattivo. Procedura di Approvazione del Piano Regionale
Attività Estrattive”.
In particolare i dati relativi alla distribuzione delle cave nell’ambito provinciale sono derivati dal “Catasto
Regionale dei giacimenti di Cava” – aggiornato a marzo 2007 disciplinato e istituito con la L.R. 30/89
“Disciplina dell’attività di cava”. La prima stesura ufficiale del catasto è stato istituita con Decreto
dell’Assessore dell’industria (5 marzo 1991, n. 3 sp – istituzione del catasto regionale dei giacimenti di
cava).
Questa prima versione è stata predisposta dalla Progemisa negli anni 1990-91, la quale ha curato i
successivi aggiornamenti.
Sinteticamente i contenuti del catasto cave sono:
ü il numero e la localizzazione delle cave in attività e di quelle inattive;
ü il tipo e la qualità presunta dei materiali esistenti per ogni cava;
ü gli assegnatari delle autorizzazioni e delle concessioni alla coltivazione, i titolari di eventuali sub
concessioni ed i soggetti che gestiscono attività estrattive;
ü nuovi giacimenti che, per le loro caratteristiche di qualità e di quantità dei materiali siano
suscettibili di attività estrattive;
ü ogni altra informazione utile alla completezza del catasto.
La cave sono classificate in base allo stato amministrativo in:
1. cave attive: “Autorizzate” e/o attive in regime di prosecuzione “In Istruttoria”;
2. cave inattive: “Cave Archiviate” ossia cave che nel precedente catasto risultavano in regime di
prosecuzione e che attualmente risultano archiviate, “Cave in chiusura” ossia e “Cave dismesse
storiche” poli estrattivi abbandonati da tempo.
Attività estrattiva
Stato amministrativo
Cave attive
Autorizzate
Cave inattive
In istruttoria
Archiviate
In chiusura
Dismesse (post L.R. 30/89)
Dismesse storiche (Pre L.R. 30/89)
A) ex regime di prosecuzione (art. 42 L.R.
30/89)
B) cave in regime di prosecuzione
Attività estrattive post L.R. 30/89
Cave in prosecuzione archiviate
Nuove cave archiviate
Cave in prosecuzione in chiusura
Cave in prosecuzione autorizzate in chiusura
Nuove cave in chiusura
Cave non recuperate e non rinaturalizzate
Cave parzialmente rinaturalizzate
Ex aree estrattive recuperate, riqualificate e
rinaturalizzate
I materiali prodotti in cava sono classificati dalla L.R. 30/89 in:
Ø
materiali per uso ornamentale destinati alla produzione di blocchi, lastre ed affini, quali marmi,
graniti, alabastri, andesite, calcari, travertini, trachiti, basalti, porfidi;
Ø
materiali per usi industriali quali marne, calcari, dolomie, farine fossili, sabbie silicee, terre coloranti,
argille, torbe;
Ø
materiali per usi civili e per costruzioni quali sabbie, ghiaie, granulati, pezzami, conci, blocchetti.
La deliberazione n. 37/14 prima citata ha disposto che nei 5 anni successivi alla sua emanazione (25.8.2007)
non venisse consentita l’apertura di cave e miniere in non aree non interessate da attività estrattiva
pregressa; questo per il fatto che l’apparato produttivo esistente assicura, di fatto, nel breve medio periodo
il soddisfacimento dei fabbisogni regionali del minerali di 1^ e 2^ categoria,.
Con la successiva deliberazione n. 47/18 del 20/10/2009 di modica della precedente la RAS ha rimosso il
divieto di cui sopra, inoltre, ha incrementato il ricorso alle buone pratiche di coltivazione mineraria e
recupero ambientale.
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Alla data del 02/03/2007 il catasto riporta a livello regionale 397 cave in esercizio e 860 cave dismesse.
Nel catasto non sono riportate le ex aree estrattive completamente recuperate, riqualificate o
rinaturalizzate, nonché i siti puntuali interessati storicamente da attività estrattive di piccola estensione
rinaturalizzati e non più riconoscibili nel territorio.
Per la provincia di Olbia Tempio il catasto indica la presenza di 140 cave attive di cui 21 di materiale ad uso
civile e 119 di materiale ad uso ornamentale; 221 cave inattive di cui 63 ad uso civile e 158 ad uso
ornamentale.
Le 140 cave attive presenti nel territorio provinciale sono ripartite sulla base dello stato amministrativo in :
ü autorizzate: 54;
ü in corso di istruttoria: 86.
Le 221 cave inattive sono ripartite, sempre sulla base dello stato amministrativo:
ü archiviate e in chiusura: 76
ü dismesse storiche: 145.
Per quanto attiene, invece, le concessioni minerarie si rileva che nella provincia le concessioni totali sono
quattro di cui tre archiviate e una attiva (riguardante l’estrazione di feldspato).
Le concessioni di acque minerali sono 9 di cui 5 attive, 3 sospese e 1 archiviata.
Sulla base dei dati contenuti nel catasto regionale delle attività di cava sono state fatte una serie di
elaborazioni riportate di seguito.
2. Aree interessate da attività di cava attive ed inattive (2° Categoria)
Dai dati che seguono si può desumere che la superficie totale (1.318 ha) interessata da attività estrattiva
(cave attive e inattive) è pari allo 0.39% della superficie provinciale e al 27.5%, se rapportata al totale della
superficie regionale interessata da attività estrattiva.
Se si considera, invece la superficie in relazione da un lato allo stato di attività (attive/inattive) dall’altro alla
destinazione d’uso del materiale cavato (ripartito in civile, industriale e ornamentale) si osserva che la
superficie destinata all’estrazione di materiale per uso ornamentale rappresenta l’81.53% del totale.
Aree interessate da Attività di cava attive ed
inattive
Totale area estrattiva
Superficie provinciale interessata
Percentuale su totale regionale
Aree estrattive in esercizio
(attive)
Aree estrattive in dismissione
(inattive)
Aree estrattive dismesse storiche
/inattive)
Totale (ha)
%
Ha
%
%
1.318,377
0.39%
27.5%
Aree occupate
da attività di
cava
Totale
Ha (%)
Civili
Ha (%)
813,508 Ha
813,508 (62%)
126,464 (16%)
687,044 (84%)
504,869 Ha
220,072 (17%)
117,016 (77%)
387,853 (23%)
243,480
18,47
1.074,897
81,53
Industriali
Ha
Ornamentali
Ha (%)
284,797 (21%)
1318,377%
100
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Si è poi ricavata la superficie destinata all’attività estrattiva ripatita per comune e per tipologia di materiale
d’uso; in base a questa ripartizione emerge che i comuni in cui le aree estrattive hanno maggiore
estensione sono:
ü per quanto riguarda le cave di materiali ad uso ornamentale: Luogosanto (21%), Buddusò (20%),
Tempio P. (19%) e Luras e Arzachena (15%);
ü per quanto riguarda il materiale ad uso civile: Olbia (30%), Bortigiadas (21%) e Loiri Porto san Paolo
(16%).
Analoghe elaborazioni sono prodotte, inoltre, anche per le cave inattive (sempre relativamente al materiale
d’uso estratto).
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Cave Attive - Aree interessate da attività di cava – dati per Comune
Trinità d'Agultu e
Vignola
6%
Tempio Pausania
8%
Arzachena
7%
Telti
2%
Santa Teresa Gallura
2%
Oschiri
6%
Bortigiadas
21%
Loiri Porto San Paolo
16%
Olbia
30%
Luras
3%
Sup.tot. cave attive civili =
126,464 Ha
Sup.tot. cave attive ornamentali =
687,044 Ha
Comuni - Provincia di Olbia Tempio
Aggius
Arzachena
Bortigiadas
Calangianus
Loiri Porto San Paolo
Monti
Padru
Santa Teresa Gallura
Tempio Pausania
Aglientu
Badesi
Buddusò
Golfo Aranci
Luogosanto
Olbia
Palau
Sant'Antonio di Gallura
Trinità d'Agultu e Vignola
Alà dei Sardi
Berchidda
Budoni
La Maddalena
Luras
Oschiri
San Teodoro
Telti
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
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Viene poi data la ripartizione delle cave per comune sulla base del loro numero e della percentuale di
incidenza (rapporto percentuale tra superficie interessata da attività estrattiva e superficie comunale) delle
stesse da cui si ricava che:
Ø Calangianus ha 65 cave e una percentuale d’incidenza del 18%;
Ø Luogosanto ha 42 cave e una percentuale di incidenza del 12%;
Ø Buddusò ha 41 cave e una percentuale di incidenza del 11%;
Ø Tempio P. ha 36 cave e una percentuale di incidenza del 10%.
Considerando, invece, il solo stato di attività il comune con il maggior numero di cave attive è Buddusò,
seguito da Luogosanto, Arzachena e Tempio; il comune con il maggior numero di cave inattive è
Calangianus.
Considerando lo stato amministrativo Buddusò è il comune che ha il maggior numero cave autorizzate (11
su un totale di 54) e in istruttoria (18 su un totale di 86) seguito da Luogosanto (11 cave autorizzate e 15 in
istruttoria).
Per quanto riguarda le cave dismesse storiche (145) e le cave archiviate/in chiusura (76) il numero maggiore
si trova a Calangianus (rispettivamente 36 per le prime, con una % del 25, e 18 per le seconde) seguito da
Sant’Antonio di Gallura (20 dismesse storiche) e Tempio P. (11 archiviate/in chiusura).
Seguono alcune elaborazioni fatte sulla base dell’uso del materiale cavato e dello stato di attività.
Le cave di materiale ad uso ornamentale (con 119 cave) costituiscono l’85% del totale con maggiore
concentrazione a Buddusò (30) e Luogosanto (26 cave); le cave ornamentali inattive sono 158 di cui 54 nel
solo comune di Calangianus, 22 in quello di Sant’Antonio di Gallura, 18 nel comune di Tempio P. e 16 in
quello di Luogosanto.
Le cave di materiale ad uso civile sono 21, con maggiore concentrazione ad Olbia (5 cave) seguita da Loiri
Porto San Paolo con 3 cave. Le cave civili inattive sono 63 di cui 16 ad Olbia e 6 ad Oschiri.
Ripartizione cave in Provincia Olbia Tempio per stato amministrativo.
Stato Amministrativo
Cave attive
numero
Autorizzate
In istruttoria
Totale cave attive
Cave inattive
Archiviate+in chiusura
Dismesse storiche
Totale cave inattive
Totale
54
86
140
76
145
221
361
Comuni
attive
Aggius
Aglientu
Alà dei Sardi
Arzachena
Badesi
Berchidda
Bortigiadas
Buddusò
Budoni
Calangianus
Golfo aranci
La
Maddalena
Loiri Porto
San Paolo
Luogosanto
Luras
Monti
Olbia
Oschiri
Padru
inattive
Totali
5
1
10
6
3
2
3
11
2
54
2
1
5
1
13
21
3
2
5
41
2
65
2
1
3
3
6
26
10
16
5
1
19
6
1
42
15
1
31
8
1
3
15
2
30
11
12
2
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Percentuale
39%
61%
Palau
San Teodoro
Santa Teresa
Sant’Antonio
di Gallura
Telti
Tempio
Pausania
Trinità
d’Agultu
e
Vignola
Tptale cave
2
6
1
2
5
25
1
2
7
31
1
15
12
21
13
36
2
4
6
140
221
361
Ripartizione cave attive inattive nel territorio della Provincia di Olbia Tempio
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Comuni
Aggius
Aglientu
Alà dei Sardi
Arzachena
Badesi
Berchidda
Bortigiadas
Buddusò
Budoni
Calangianus
Golfo aranci
La Maddalena
Loiri Porto San Paolo
Luogosanto
Luras
Monti
Olbia
Oschiri
Padru
Palau
San Teodoro
Santa Teresa
Sant’Antonio di Gallura
Telti
Tempio Pausania
Trinità d’Agultu e Vignola
Tptale cave
Cave archiviate+in
chiusura
2
6
1
1
1
1
7
18
8
3
1
7
5
4
11
76
Cave dismesse storiche
Totali
3
1
4
5
2
1
2
4
2
36
2
1
3
8
2
5
1
10
6
3
2
3
11
2
54
2
1
3
16
5
1
19
6
1
1
2
5
25
12
21
4
361
12
6
1
1
2
5
20
8
10
4
145
Ripartizione cave inattive (cave archiviate+in chiusura) e cave dismesse storiche nel territorio della Provincia di Olbia Tempio
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
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3. Considerazioni in base allo stato di recupero ambientale.
Ai fini della definizione delle criticità legate derivanti dal mancato o parziale recupero ambientale dell’area
estrattiva a fine esercizio, si propongono alcune elaborazioni in merito.
Si considerano i dati del Catasto Regionale dei giacimenti di cava (anno 2007) anche se si rileva la scarsa
attendibilità degli stessi in riferimento alle cave archiviate e dismesse storiche.
Le aree estrattive sono suddivise in diverse categorie in base al tipo e allo stato di recupero:
ü area estrattiva con attività cessata o in chiusura;
ü area estrattiva con modesta rinaturalizzazione;
ü area estrattiva con procedimento di recupero ambientale in corso;
ü area estrattiva parzialmente rinaturalizzata;
ü area estrattiva con completa rinaturalizzazione;
ü area estrattiva recuperata;
ü area estrattiva riqualificata ad altro uso.
L’elaborazione viene prodotta sia per le cave archiviate / in chiusura (76) sia per quelle dismesse storiche
(145).
Per le prime si rileva che su un totale di 221 cave inattive solo 3 aree estrattive sono state riqualificate ad
altro uso, 5 sono state recuperate, 35 sono state parzialmente rinaturalizzate.
La ripartizione per comune indica Calangianus come il comune con un numero maggiore (18) di aree
estrattive recuperate (sommando aree estrattive parzialmente rinaturalizzate, con procedimento di
recupero in corso, con modesta rinaturalizzazione e archiviate) su un totale di 18 cave archiviate/chiusura
insistenti sul territorio.
Comuni
Aggius
Aglientu
Alà dei Sardi
Arzachena
Badesi
Berchidda
Bortigiadas
Buddusò
Budoni
Calangianus
Golfo aranci
La
Maddalena
Loiri Porto
San Paolo
Luogosanto
Luras
Monti
Olbia
Oschiri
Padru
Palau
San Teodoro
Santa Teresa
Sant’Antonio
di Gallura
Telti
Tempio
Pausania
Trinità
d’Agultu
e
Vignola
Tptale cave
Stato di recupero Aree Estrattive
attività
cessata o
in
chiusura
1
modesta
rinaturalizza
zione
procedimento
recupero
ambientale in
corso
parzialmente
rinaturalizzata
completa
rinaturalizza
zione
recuperata
riqualificata
ad altro
uso
1
2
2
2
2
1
6
1
1
1
1
7
1
1
1
1
4
1
1
6
1
10
2
1
1
4
1
1
1
1
2
2
1
1
4
1
1
18
2
2
1
3
8
16
10
35
n. cave
recuperate
1
1
8
3
1
7
1
5
1
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4
11
5
3
76
Se consideriamo un’analoga elaborazione sulle dismesse storiche si osserva che su un totale di 145 cave
dismesse 114 sono stare parzialmente rinaturalizzate. Nel territorio comunale di Calangianus su un totale
di 36 dismesse storiche, 29 sono state classificate come parzialmente rinaturalizzate, in quello di
Sant’Antonio di Gallura 17 aree estrattive sono classificate parzialmente rinaturalizzate su un totale di 20
dismesse storiche.
Comuni
dismessa
Aggius
Aglientu
Alà dei Sardi
Arzachena
Badesi
Berchidda
Bortigiadas
Buddusò
Budoni
Calangianus
Golfo aranci
La Maddalena
Loiri Porto San Paolo
Luogosanto
Luras
Monti
Olbia
Oschiri
Padru
Palau
San Teodoro
Santa Teresa
Sant’Antonio di Gallura
Telti
Tempio Pausania
Trinità d’Agultu e Vignola
Totale cave
Parzialmente naturalizzata
1
2
3
Parzialmente rinaturalizzata
3
2
7
2
n. cave recuperate per comune
3
1
4
4
2
1
2
4
2
34
1
1
3
8
2
12
6
1
2
2
2
17
10
6
2
114
13
6
1
2
2
5
20
10
10
4
145
2
1
2
1
2
4
1
29
1
1
5
1
1
1
1
3
3
4
2
29
2
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Provincia Olbia Tempio - Cave inattive - Dismessa storica (Tot. n.145)
Ripartizione "N. Cave Recuperate" - Dati per Comune
Aglientu; 1%
Trinità d'Agultu e
Vignola; 3%
Alà dei Sardi; 3%
Arzachena; 3%
Badesi; 1%
Berchidda; 1%
Bortigiadas; 1%
Aggius; 2%
Tempio Pausania;
7%
Telti; 7%
Buddusò; 3%
Budoni; 1%
Sant'Antonio di
Gallura; 14%
Calangianus; 23%
Santa Teresa
Gallura; 3%
San Teodoro; 1%
Golfo Aranci; 1%
Palau; 1%
La Maddalena; 1%
Padru; 1%
Oschiri; 4%
Olbia; 9%
Luras; 1%
Loiri Porto San
Paolo; 2%
Luogosanto; 6%
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
4. Considerazioni del settore estrattivo per tipologia di prodotto commerciale.
Nel grafico seguente si propone la ripartizione delle cave di materiale ad uso ornamentale sulla base
dell’unità geologica di appartenenza e dello stato di attività.
Emerge immediatamente che la maggior parte delle cave in esercizio (98 su 140 ovvero il 70% del totale in
esercizio) interessano il monzogranito, in subordine (23 su 98) il leucogranito e in misura ancora minore
(12 su 98) la granodiorite monzogranitica.
Situazione analoga la troviamo nel momento in cui andiamo a considerare le cave inattive (archiviate / in
chiusura) con 41 cave interessanti il monzogranito su un totale di 76 (54% del totale) e le dismesse storiche
con 79 cave su monzogranito su un totale di 145 (54%).
Unità geolitologica
Cave in istruttoria
Cave autorizzate
Aplite
1
Granito
1
1
Grano diorite
1
Granodiorite monzogranitica
4
8
Leucogranito
13
10
Monzogranitico
63
34
Porfido
1
Sabbione granitico
2
Totale cave attive in relazione all’unità geolitologica di appartenenza (autorizzate+in istruttoria)
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Totale cave attive
1
2
1
12
23
98
1
2
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Unità geolitologica
Aplite
Granito
Grano diorite
Granodiorite monzogranitica
Leucogranito
Monzogranitico
Porfido
Sabbione granitico
Sabbione arenizzato
Cave archiviate
Cave in chiusura
16
6
10
38
Totale cave inattive
16
2
3
1
Totale cave inattive in relazione all’unità geolitologica di appartenenza (archiviate+in chiusura)
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
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6
12
41
1
Ripartizione cave attive per prodotto commerciale.
Prodotto commerciale
Bianco sardo
Ghiandone gallura
Ghiandone rosa limbara
Giallo san Giacomo
Giallo sardo
Grigio
Grigio champagne
Grigio malaga
Grigio perla
Grigio sardo
Grigio sardo perlato
Rosa
Rosa beta
Rosa cinzia
Rosa limbara
Rosa nule
Rosa scalia
Inerti per conglomerati
Inerti per rilevati e riemp stradale
Cave autorizzate
Cave in istruttoria
Totale cave attive
6
2
2
1
2
2
8
14
4
3
1
14
16
6
4
3
2
2
3
9
1
2
1
51
1
1
1
2
16
5
2
2
6
1
2
1
30
1
1
1
3
21
1
2
8
3
8
2
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Suddivisione per Prodotto commerccilae – dati per Comune.
Comuni
Prodotto commerciale (%)
Alà dei Sardi
Arzachena
Bortigiadas
Buddusò
Calangianus
Loiri Porto San Paolo
Luogosanto
Luras
Olbia
Oschiri
Santa Teresa
Sant’Antonio di Gallura
Telti
Tempio Pausania
Trinità d’Agultu e Vignola
Grigio perla (33%)
Bianco sardo (67%)
Inerti per conglomerati (7%)
Rosa scalia (13%)
Rosa Beta (80%)
Inerti per conglomerato (100%)
Grigio sardo (3%)
Grigio (7%)
Grigio sardo perlato (7%)
Grigio Champagne (7%)
Grigio malaga (8%)
Grigio perla (27%)
Bianco sardo (40%)
Ghiandone gallura (91%)
Rosa limbara (9%)
Inerti per conglomerati (33%)
Inerti per rilevati stradali (67%)
Rosa beta (100%)
Ghiandone gallura (10%)
Rosa nule (16%)
Inerti per conglomerati (20%)
Ghiandone rosa limbara (60%)
Rosa beta (8%)
Giallo san Giacomo (25%)
Giallo sardo (25%)
Inerti per conglomerato (42%)
Inerti per conglomerati (100%)
Inerti per rilevati (100%)
Rosa (17%)
Giallo san Giacomo (17%)
Ghiandone gallura (67%)
Inerti per rilevati (100%)
Ghiandone gallura (7%)
Rosa cinzia (7%)
Rosa nule (7%)
Rosa beta (13%)
Inerti per conglomerato (100%)
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
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L’ultima serie di elaborazioni riguarda la ripartizione per uso commerciale e indica quale prodotto
commerciale maggiormente cavato il rosa beta (interessato da 51 cave attive su 140, seguito dal ghiandone
gallura (16 cave su 140) e dal bianco sardo (14 su 140) e grigio perla (9 su 140) per quanto riguarda l’uso
ornamentale, gli inerti per conglomerati per quanto riguarda l’uso civile (16 cave).
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Se consideriamo la produzione di Rosa Beta questa è concentrata tra Luogosanto (26 cave e il 100% della
produzione locale), Arzachena e Tempio Pausania (12 cave 80% della produzione locale), Olbia (1 cava).
La produzione del ghiandone di gallura è concentrata tre Calangianus (con 10 cave), Sant’Antonio di
Gallura, (4 cave) Luras e Tempio Pausania (1 cava).
5. Giacimenti dei materiali di cava ad uso ornamentale.
Nell’ambito territoriale regionale le litologie massive interessate dalle attività estrattive sono: granitoidi,
calcari e marmi, vulcaniti e metamorfiti.
Per queste rocce massive si è riscontrato che la corrispondenza tra tipo litologico e classe commerciale
risulta ben definita e significativa tanto da introdurre il concetto di bacino minerario, ovvero un ambito
territoriale dentro il quale sono presenti tutte le cave caratterizzate da uno specifico tipo commerciale e
dove sarà possibile rinvenire giacimenti dello stesso tipo.
Nell’ambito del territorio regionale sono state individuate ben 8 aree geografiche corrispondenti a “bacini
minerari di cava” in ognuno dei quali sono localizzate cave di litotipi petrograficamente omogenei.
In particolare, per quanto riguarda la provincia sono individuati:
Ø il Bacino di Arzachena – Luogosanto;
Ø il Bacino di Tempio Pausania – Calangianus;
Ø il Bacino di Buddusò – Alà dei Sardi.
Ciascun bacino è caratterizzato da una buona omogeneità geologica anche se sono presenti al suo interno
affioramenti isolati o poco estesi costituiti da litologie diverse ma ugualmente oggetto di coltivazione.
Le litologie granitiche hanno caratteri estremamente compositi e sono rappresentati da diversi termini
petrografici con particolare riferimento ai monzograniti, ai leucograniti, alle granodioriti e alle tonaliti.
All’interno delle masse intrusive o alla loro periferia si trovano dicchi e filoni a composizione variabile da
acida a basica, nonché affioramenti di plutoniti gabbro dioritiche e sienitiche.
Queste masse granitiche si sono messe in posto alla fine dell’orogenesi ercinica e risultano in massima
parte successive alla struttura a pieghe e alle falde di ricoprimento. Proprio in rapporto all’evoluzione
tettonica ercinica si possono distinguere: una fase sin tettonica, una tardo tettonica ed una post tettonica.
I graniti sin tettonici costituiscono meno dell’1% della superficie totale occupata dai graniti nell’isola e si
trovano prevalentemente tra Gallura e Goceano.
I graniti tardo tettonici costituiscono il 74% del batolite sardo e sono costituiti da tonaliti granodioritiche,
granodioriti e monzograniti.
In particolare monzograniti e grano dioriti monzogranitiche occupano il 65% della struttura intrusiva
dell’isola e sono i più diffusi in gallura.
I graniti post tettonici costituiscono il 25% del batolite e sono rappresentati da leucograniti rosati anch’essi
costituenti vasti plutoni circoscritti in alcune zone della Gallura.
Le aree estrattive hanno interessato da un punto di vista geogiacimentologico principalmente le seguenti
facies petrografiche: grano dioriti, grano dioriti monzogranitiche, leucograniti e monzograniti.
Alla famiglia delle granodioriti corrisponde il tipo commerciale “Grigio malaga” presente principalmente
nell’area di Buddusò – Ala dei Sardi.
Alla famiglia dei monzograniti appartengono varie classi petrografiche a cui corrispondono diversi tipi
commerciali che costituiscono circa il 79% delle cave ornamentali di tipo granitico.
Alla classe monzogranito rosato etero granulare corrispondono il “rosa beta” e il “rosa Sardo”. Le relative
cave, localizzate nei territori comunali di Arzachena, Luogosanto e Tempio Pausania costituiscono circa il
41% delle cave attive su monzogranito.
Il tipo commerciale “Ghiandone” corrisponde ad un monzogranito rosato con tessitura orientata
caratterizzata da K-feldspato di grossa taglia. Tra i tipi intermedi si può considerare il “Rosa Limbara”. Le
cave inserite in tale classe distribuite tra Calangianus, Luras, Sant’Antonio di Gallura, Telti e Tempio
Pausania costituiscono circa il 35% delle cave attive su monzogranito.
Alla classe dei monzograniti a grana medio fine corrispondono i tipi commerciali “grigio perla”, “grigio
sardo”, “grigio e bianco sardo”. Le cave di tale classe sono ubicate principalmente nei territori comunali di
Buddusò – Ala dei Sardi e costituiscono circa il 22% delle cave attive su monzograniti.
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Nella tabella che segue viene messo in relazione il prodotto commerciale con l’unità geolitologica e con
l’area di estrazione. Questa correlazione permette di fare alcune considerazioni:
ü Il tipo commerciale rosa è prodotto in tre aree di estrazione ovvero: Arzachena, Luogosanto e
Tempio Pausania.
ü Il giallo San Giacomo è prodotto a Sant’Antonio di Gallura e Olbia.
ü Il ghiandone gallura è prodotto in 4 aree di estrazione ovvero Luras, Calangianus, Sant’Antonio di
Gallura e Tempio P.
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Ripartizione tra aree di estrazione – Unità Geolitologica interessata - Tipi commerciali di granitoidi.
Area di estrazione
Unità geolitologica
Prodotto commerciale
Alà dei Sardi
Arzachena
Buddusò
Monzogranito
Monzogranito
Monzogranito
Grano diorite - monzogranitica
1- bianco sardo
13- rosa beta
1- bianco sardo
7- grigio champagne
9- grigio perla
11- grigio sardo perlato
Calangianus
Monzogranito
2- ghiandone limbara
Luogosanto
Monzogranito
13-rosa beta
Luras
Monzogranito
2-ghiandone gallura
Grano diorite
3-ghiandone rosa limbara
Leucogranito
16-rosa nule
Olbia
Leucogranito
4-giallo san giacomo
13-Rosa beta
Sant’Antonio
Monzogranito
2-ghiamdone gallura
Leucogranito
12-rosa
Tempio Pausania
Monzogranito
2-ghiandone gallura
Granito
13-rosa beta
Leucogranto
14-rosa cinzia
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
9- grigio perla
6- grigio
6-grigio
8-grigio malaga
10-grigio sardo
15- rosa limbara
5-giallo sardo
4-giallo san giacomo
6. Distretto del granito.
Il distretto del granito della Gallura è costituito da 13 comuni: Aggius, Alà dei Sardi, Arzachena, Berchidda,
Bortigianus, Buddusò, Calanganus, Luogosanto, Luras, Padru, Sant’Antonio di Gallura, Telti e Tempio
Pausania.
All’interno del distretto ricadono 290 cave delle 361 ricadenti in provincia, di cui 119 attive ( 44 autorizzate
e 75 in istruttoria) e 171 inattive (67 archiaviate e 104 dismesse storiche)
Considerando la ripartizione delle cave per comune si vede che il comune con il maggior numero di cave è
Calangianus seguito da Luogosanto (42) e da Buddusò (41).
Considerando la ripartizione delle cave attive sulla base della destinazione d’uso del materiale si osserva
che 112 (94% del totale) sono cave “ornamentali” e solo 7 sono aree estrattive il cui materiale d’uso ha
destinazione civile; di quelle inattive il 90% sono ornamentali.
Analizzando i dati sulla base dell’anno di inizio della attività estrattiva si osserva che il maggior numero di
cave ( 64% del totale) ha iniziato la propria attività negli anni 80, mentre dal 2000 in poi si è avuta
l’apertura di solo 11 nuove attività estrattive (ovvero l’11% del totale). Il numero di attività estrattive con
autorizzazione in scadenza a un picco nel 2010 (16 su un totale di 44 autorizzate).
La superficie totale interessata dalle attività estrattive è pari a 687.044 ha (per quanto concerne le cave
attive) e pari a 387.853 ha per quanto concerne le cave inattive.
Il comune del distretto interessato dalla maggior estensione superficiale delle aree estrattive attive è quello
di Luogosanto (con una percentuale del 22%) seguito dal comune di Buddusò (con un’estensione del 20%).
Per quanto riguarda l’estensione delle aree estrattive inattive la maggior estensione percentuale interessa il
territorio comunale di Calangianus (36%) seguito da quello di Sant’Antonio di Gallura.
Si sono prodotte elaborazioni relative al distretto del granito anche per quanto riguarda il numero di cave
attive ed inattive ripartite per comune ma, poiché i comuni che ospitano il maggior numero di attività sono
già stati trattati nel paragrafo precedente si rimanda allo stesso per il commento. Di seguito si riportano le
sole tabelle riassuntive.
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Aree occupate da
attività di cava
Totale Ha
Civili Ha
Industriali Ha
Ornamentali Ha
Aree estrattive attive
727,648 Ha
727,648
50,881
Aree estrattive in dismissione
190,335
Aree estrattive dism. storiche
397,828 Ha
207,493
17,516
Totale (ha)
1.125,476
68,377
Percentuale %
100
6.08%
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Comuni
676,787
380,312
1.074,897
93,92%
Superficie cave ornamentali attive
Superficie
(ha)
%
Aggius
Alà dei Sardi
10,964
2%
Arzachena
101,668
10%
Berchidda
Bortigiadas
Buddusò
135,952
20%
Calangianus
35,935
5%
Luogosanto
146,288
22%
Luras
102,150
15%
Padru
Sant’Antonio di Gallura
16,679
2%
Telti
Tempio Pausania
127,151
19%
Totale cave
687,044
2
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Comuni
Superficie
inattive
cave
Superficie
(ha)
7.325
18,022
9.718
2,136
5,455
16,521
135,756
47,742
22,029
ornamentali
%
Aggius
2%
Alà dei Sardi
5%
Arzachena
3%
Berchidda
1%
Bortigiadas
1%
Buddusò
4%
Calangianus
36%
Luogosanto
12%
Luras
6%
Padru
Sant’Antonio di Gallura
57,538
15%
Telti
16,195
4%
Tempio Pausania
41,975
11%
Totale cave
387,853
100
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Stato amministrativo
Cave attive
numero
Autorizzate
In istruttoria
44
75
Totale cave attive
119
Cave inattive
Archiviate+in chiusura
67
Dismesse storiche
104
Totale cave inattive
171
Totale
290
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Comuni
Aggius
Alà dei Sardi
Arzachena
Attive
inattive
Totali
3
15
5
10
6
5
13
21
Percentuale
(%)
2%
5%
21%
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Percentuale
15%
26%
41%
23%
36%
59%
100%
Berchidda
Buddusò
Calangianus
Luogosanto
Luras
Padru
Sant’Antonio
Gallura
Telti
Tempio Pausania
Tptale cave
6
2
11
54
16
5
1
25
2
41
65
42
15
1
31
1
15
119
12
21
171
13
36
290
30
11
26
10
di
2%
5%
14%
22%
15%
5%
1%
11%
4%
12%
100
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Per quanto concerne, invece, i dati relativi alla relazione tra unità geolitologica e cave attive si desume dalla
tabella sottostante che il numero maggiore di cave in istruttoria andranno (63 su75) ad interessare il
monzogranito, come del resto quelle ad oggi autorizzate (34 su 44).
Unità geolitologica
Cave in istruttoria
Cave autorizzate
Totale cave attive
Aplite
1
Granito
1
1
Grano diorite
1
Granodiorite monzogranitica
4
8
Leucogranito
6
2
Monzogranitico
63
34
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
1
2
1
12
8
97
Analoga situazione si riscontra nella ripartizione delle cave inattive per unità geolitologica, infatti, 36 cave
archiviate su un totale 63 hanno interessato il monzogranito, 13 il granito.
Unità geolitologica
Cave archiviate
Cave in chiusura
Totale cave inattive
Granito
13
Granodiorite monzogranitica
6
Leucogranito
8
1
Monzogranitico
36
3
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
13
6
9
39
Considerando analoga ripartizione per le dismesse storiche 75 su un totale di 103 interessano la stessa
unità e 12 quella del leucogranito.
Unità geolitologica
Dismesse storiche
Aplite
2
Granito
9
Grano diorite
3
Granodiorite monzogranitica
1
Leucogranito
12
Monzogranitico
75
Granito arenizzato
1
Totale
103
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
Comuni
Aggius
Alà dei Sardi
Arzachena
Berchidda
Bortigiadas
Buddusò
Calangianus
Stato di recupero Aree Estrattive
attività
cessata o
in
chiusura
1
modesta
rinaturali
zzazione
2
procedimento
recupero
ambientale in
corso
2
1
1
1
6
4
1
parzialmente
rinaturalizzata
completa
rinaturalizza
zione
recuperata
1
2
1
1
1
10
1
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riqualificata
ad altro
uso
n. cave
recuperate
2
6
1
1
1
7
18
Luogosanto
2
1
4
Luras
1
1
Padru
1
1
2
Sant’Antonio di
Gallura
Telti
3
1
Tempio Pausania
2
1
8
Totale cave
3
16
9
33
2
Fonte: elaborazione su base dati "RAS-PRAE- Catasto Regionale dei giacimenti di cava" (Agg. Mar2007)
1
1
3
8
3
1
5
1
4
11
67
Ambito n.1.
Nell’ambito 1 Foci del Coghinas ricadono 9 cave di cui solo 2 attive (in istruttoria- Trinità d’Agultu Vignola) e
tutte a destinazione d’uso civile..
Per contro si rileva la presenza nell’ambito di 7 cave inattive di cui una in chiusura e 6 dismesse storiche.
Analizzando i dati relativi al recupero delle cave inattive si rileva che 2 sono classificate come aree estrattive
parzialmente rinaturalizzate e 1 come area estrattive completamente rinaturalizzata.
Si segnala la criticità legata alla posizione delle cave inattive, con produzione di materiale ad uso civile,
poste a ridosso della fascia costiera e all’assenza di un adeguato recupero delle stesse il cui impatto, che
connota fortemente il paesaggio, è notevole, soprattutto quello visivo per un osservatore posto in una
posizione di rilievo rispetto alla piana (esempio strada che da Trinità d’Agultu porta a Badesi).
Per quanto riguarda la relazione tra il numero di cave del distretto e l’unità geologica si osserva che su un
totale di 119 cave attive 97 (ovvero l’81%) interessano il monzogranito.
Ambito n. 2.
Nell’ambito 2 i dati contenuti nel catasto regionale indicano la presenza di 5 cave tutte inattive di cui 4
ornamentale e 1 civile.
Considerando i dati relativi allo stato del recupero si osserva che ad Aggius delle 2 cave inattive classificate
come archiviate 1 risulta recuperata, mentre le 3 dismesse storiche risultano parzialmente rinaturalizzate,
mentre l’area estrattiva di Aglientu viene classificata genericamente come Area estrattiva dismessa, sulle
restanti non vengono fornite indicazioni in relazione allo stato del recupero.
Per quanto riguarda le cave di Aggius interessanti il territorio della “Valle della Luna” si sottolinea il
notevole impatto paesaggistico delle stesse in un’area di elevato pregio.
Ambito n.3
Nell’ambito n. 3 ricade amministrativamente il solo comune di Santa Teresa Gallura nel quale in totale sono
presenti sette cave. In base allo stato di attività si rilevano due cave attive (di cui una autorizzata e una in
corso di autorizzazione) entrambe ad uso civile; cinque inattive di cui quattro ad uso civile ed una ad uso
ornamentale.
Per quanto riguarda lo stato del recupero si segnala che tre sono classificate genericamente come aree
estrattive dismesse e due come aree estrattive parzialmente rinaturalizzate. Il prodotto commerciale è dato
da inerti per riempimenti stradale.
Ambito n. 4.
Nell’ambito 4 Foci del Liscia ricadono i comuni di Luogosanto, Tempio Pausania (frazione Bassacutena) e
Sant’Antonio di Gallura.
Nel comune di Luogosanto ci sono 42 cave di cui 26 attive (di cui 11 autorizzate e 15 in corso di
autorizzazione) e 16 inattive (di cui 8 archiviate/in chiusura e 8 dismesse storiche); tutte le cave (attive
/inattive) presenti in comune di Luogosanto sono riferibili all’unità geolitologica del monzogranito e
producono (quale prodotto commerciale) il Rosa Beta.
Per quanto riguarda lo stato di recupero delle cave inattive si rileva che delle 8 archiviate / in chiusura 2
presentano una modesta rinaturalizzazione, 1 ha un procedimento di recupero ambientale in corso e le
restanti 4 sono parzialmente rinaturalizzate. Delle dismesse storiche 7 sono classificate come parzialmente
rinaturalizzate
Nel territorio del comune di Sant’Antonio di Gallura ci sono 31 cave: di cui sei attive (1 autorizzata e 5 in
corso di autorizzazione); venticinque inattive (5 in chiusura e 20 dismesse storiche). Le cave attive sono
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tutte a destinazione ornamentale, di quelle inattive ventidue cavano materiale a destinazione ornamentale
e tre civile. Le cave attive sono riferibili alle unità geolitologica del Monzogranito e del leucogranito e al tipo
commerciale del Rosa (1 cava), giallo San Giacomo (1 cava) e ghiandone sardo (4 cave).
Riferendoci allo stato di recupero ambientale si rileva che tra le cave archiviate/in chiusura una è segnalata
come area estrattiva dismessa, due come aree parzialmente rinaturalizzate, una come area a modesta
rinaturalizzazione e, infine, una quale area estrativa riqualificata ad altro uso.
Nell’ambito ricade la frazione di Bassacutena che fa capo al comune di Tempio Pausania non essendo
possibile scorporare il dato del capoluogo con la frazione il dato di Tempio P. viene trattato in
quest’ambito.
In comune di Tempio P. risultano quindici cave di cui cinque autorizzate e dieci in istruttoria (tutte, eccetto
una, a destinazione ornamentale) e ventuno inattive (di cui undici archiviate/in chiusura e dieci dismesse
storiche). Le cave inattive hanno in prevalenza destinazione ornamentale (18) e solo in subordine civile (3).
Per quanto riguarda, invece, l’unità geolitologica di riferimento questa è data da: monzogranito, granito e
leucogranito. Il prodotto commerciale prevalente è il rosa beta (che rappresenta l’80% della produzione e la
produzione di 12 cave), seguito in minor misura da Rosa cinzia (1 cava) e da ghiandone sardo (1 cava). La
cava a destinazione d’uso civile produce inerti per conglomerati.
Considerando i dati relativi allo stato del recupero delle cave inattive si vede che tra le archiviate/in
chiusura due risultano con modesta rinaturalizzazione, otto parzialmente rinaturalizzate e una con il
procedimento di recupero ambientale in corso; tra le dismesse storiche sei sono classificate come aree
estrattive parzialmente rinaturalizzate.
Ambito n. 5 e 6.
Si ritiene opportuno trattare questi due ambiti assieme impostando il discorso in un’ottica di più largo
respiro poiché tutte le cave presenti nell’ambito 5 ricadono tutte (esclusa una, inattiva, ricompresa nel
territorio comunale di Palau) nel territorio comunale di Arzachena e quindi diventa poco fruttuoso e a volte
difficile separare nel db i dati riferibili ad un ambito piuttosto che all’altro. Nell’ambito 5 ricadono otto cave
di cui sette riferibili ad Arzachena tutte a destinazione ornamentale e 4 attive.
Nell’ambito n. 6 si rinviene un totale di quarantadue cave di cui quindici attive e ventisette inattive,
suddivisibili per materiale estratto in civili (26) e ornamentali (16).
Nel territorio comunale di Arzachena ricadono ventuno cave di cui quindici attive (8 autorizzate e 7 in
istruttoria) e 6 inattive (1 archiviata e 5 dismesse). In base all’uso del materiale quattordici cave sono ad
uso ornamentale e una ad uso civile, delle inattive due sono ad uso civile e quattro ornamentali.
L’unità geolitologica di riferimento è il monzogranito e il prodotto commerciale è il rosa beta (80 % della
produzione su 12 cave) e il grigio perla (13% su 2 cave), la cava civile presente produce inerti per
conglomerati.
In riferimento allo stato del recupero: l’area estrattiva archiviata è classificata come parzialmente
rinaturalizzata, le dismesse storiche tre sono dismesse tout court e una parzialmente rinaturalizzata.
Nell’ambito n. 6 ricadono 3 cave attive riferibili al comune di Sant’Antonio di Gallura tutte ornamentali.
Infine, nell’ambito ricadono le cave venticinque cave riferibili al territorio comunale di Olbia. Anche in
questo caso si ritiene opportuno trattare la tematica in modo complessivo per il comune di Olbia riferendo
poi le cave ai due ambiti (6 e 7). Si può sin da subito asserire che le cave il cui materiale prodotto ha
destinazione ornamentale presenti nel comune di Olbia ricadono nell’ambito sei, mentre nell’ambito n. 7
ricadono sei cave tutte, a destinazione civile, di cui tre attive.
Nel complesso ad Olbia sono riferibili un totale di trentun cave di cui dodici attive (6 autorizzate e 6 in
istruttoria) e ventinove inattive di cui 7 archiviate/in chiusura e dodici dismesse storiche. Delle dodici cave
attive sette sono destinate alla produzione di materiale ad uso ornamentale e cinque ad uso civile (di cui 3
nell’ambito 7), delle inattive sedici sono civili e tre sono ornamentali.
Per quanto riguarda il prodotto commerciale il 42% della produzione è dato da inerti per conglomerati (per
un totale di 5 cave), il 25% da Giallo sardo e un altro 25% da Giallo San Giacomo, l’8% da rosa beta, l’unità
geolitologica di riferimento è data dal leucogranito.
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Per quanto riguarda i dati del recupero tra le cave archiviate / in chiusura un’area estrattiva risulta
recuperata ad altro uso, due aree sono state recuperate, una ha in corso il procedimento di recupero e una
è dismessa tout court; tra le dismesse storiche dodici sono parzialmente rinaturalizzate.
Ambito n. 7.
Nell’ambito n.7 le attività estrattive presenti possono essere riferite ai comuni di Olbia (già trattate
nell’ambito n. 6) di Loiri Porto San Paolo (4) di Golfo Aranci (2) e una a Monti.
Le quattro cave riferibili a Loiri Porto San Paolo sono tutte destinazione civile e solo tre di esse sono attive
(due producono conglomerati per riempimenti stradali – 67%- e una conglomerato per inerti). Delle tre
cave dismesse storiche due sono classificate come parzialmente rinaturalizzate.
La cava di Monti viene classificata come inattiva, civile e data come recuperata ad altro uso.
Le cave di Golfo Aranci sono inattive entrambe civili, e una viene classificata come area parzialmente
rinaturalizzata.
Ambito 8.
In questo ambito ricadono i comuni di Loiri (in cui sono presenti due cave che sulla base dello stato
amministrativo sono classìficate una come attiva e una come inattiva), Budoni (2 cave il cui materiale
prodotto ha uso civile, che in base allo stato amministrativo sono inattive e dismesse storiche) e San
Teodoro (due civili (uso materiale prodotto) di cui una attiva per stato amministrativo).
Ambito n.9.
Nell’ambito n.9 ricadono sessantaquattro cave, ripartite tra i comuni di Ala dei Sardi e Buddusò. In base
allo stato di attività si possono individuare venticinque cave inattive e quaranta cave attive.
Nel territorio di Buddusò si individuano quarantun cave di cui trenta attive (suddivisibili a loro volta in
autorizzate, dodici, e in istruttoria, diciotto), e undici inattive (di cui sette archiviate/ in chiusura e quattro
dismesse storiche).
Le cave di Buddusò sono riconducibili all’unità geolitologica del granito e della granodiorite monzogranitica,
mentre in riferimento ai prodotti commerciali si individuano: Bianco Sardo (che costituisce il 40 % della
produzione locale con 12 cave) Grigio champagne, Grigio perla (27% con 8 cave), Grigio Sardo Perlato,
Grigio Malaga e Grigio sardo.
Per quanto riguarda lo stato del recupero delle sette cave inattive classificate come archiviate una è
classificata a modesta rinaturalizzazione, quattro con procedimento di recupero ambientale in corso, una
parzialmente rinaturalizzata, una completamente rinaturalizzata); le quattro inattive sono classificate come
dismesse storiche (tutte parzialmente rinaturalizzate).
Nel territorio di Alà Buddusò ci sono in totale tredici cave di cui dieci inattive (7 archiviate/in chiusura, 3
dismesse storiche) e tre attive (in istruttoria).
Le cave di Alà dei Sardi sono riferibili all’unità geolitologica del monzogranito e riconducibili al prodotto
commerciale bianco sardo (67% con 3 cave) e grigio perla (33% della produzione e una cava).
In riferimento allo stato di recupero delle aree estrattive: delle sei cave archiviate due presentano una
parziale rinaturalizzazione, due hanno in corso il procedimento di recupero ambientale, due sono
parzialmente rinaturalizzata; delle dismesse storiche (4) solo due sono parzialmente rinaturalizzate.
Ambito n. 10.
Nell’ambito n. 10 ricadono i comuni di Berchidda, Monti, Oschiri e parzialmente Alà dei Sardi.
Nel comune di Monti ricadono sei cave inattive tutte archiviate/in chiusura di cui, dal punto di vista dello
stato del recupero, non si hanno informazioni eccetto che per una che attualmente risulta riqualificata ad
altro uso.
A Berchidda risultano due cave entrambe inattive di cui una classificata come archiviata/in chiusura e una
come dismessa storica, per quanto riguarda lo stato del recupero quella archiviata risulta parzialmente
rinaturalizzata.
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Ad Oschiri risultano otto cave (classificate come civili sulla base della tipologia di materiale prodotto) di cui
due attive (il prodotto commerciale è dato da inerti per conglomerati) e sei inattive (classificate come
dismesse storiche). Dal punto di vista del recupero sono censite come parzialmente rinaturalizzate.
Ambito n. 11.
L’ambito n. 11 comprende i comuni di Sant’Antonio, Calangianus, Tempio P, Berchidda, Telti e sono
parzialmente i comuni di Oschiri e Berchidda).
Il comune di Calangianus ha sessantacinque cave di cui undici attive (1 autorizzata e 10 in istruttoria) e
cinquantaquattro inattive (di cui 18 archiviate e 36 dismesse storiche) tutte a destinazione ornamentale.
Per quanto riguarda l’unità geolitologica di riferimento questa è costituira dal Monzogranito, il prodotto
commerciale, premesso che si tratta di cave tutte a destinazione ornamentale, è costituito per il 91% dal
tipo commerciale Ghiandone (10 cave) e per il residuo 9% da Rosa Limbara (1 cava).
Per quanto riguarda lo stato del recupero delle diciotto aree estrattive archiviate una è classificata come
dismessa, sei come a modesta rinaturalizzazione, una con procedimento di recupero in corso e dieci
parzialmente rinaturalizzate. Delle trentaquattro dismesse storiche venticinque sono censite come
parzialmente rinaturalizzate e cinque come dismesse senza ulteriori informazioni in merito allo stato del
recupero.
I comuni di Tempio Pausania e di Sant’Antonio di Gallura sono stati trattati all’interno dell’ambito n. 4 per
considerare la problematica legata alle cave nella sua integrità facendo riferimento all’ambito in cui ricade
la maggior parte del territorio comunale/superficie interessata.
Ambito n. 12.
Nell’ambito n. 12 ricadono i comuni di Luras, Luogosanto, Calangianus, Aggius, Tempio P. e Bortigiadas. Le
problematiche relative a questi comuni sono state già trattate in ambiti descritti in precedenza: restano da
trattare le problematiche relative ai comuni di Bortigiadas e Luras.
Nel territorio di Bortigiadas ricadono cinque cave di cui tre inattive e due attive. Sulla base dell’uso del
materiale prodotto le due attive sono classificate come civili (il prodotto commerciale è dato da inerti per
conglomerati), due inattive come ornamentali e una come civile. In riferimento allo stato del recupero sono
censite come parzialmente rinaturalizzate una cava tra quelle archiviate e due tra quelle dismesse.
Nel territorio di Luras sono censite quindici cave di cui, sulla base dello stato amministrativo, dieci
classificate come attive (cinque (autorizzate e cinque in istruttoria) e cinque come inattive (di cui tre
archiviate e due dismesse storiche).
In relazione al materiale prodotto delle dieci attive otto sono ornamentali e due civili, mentre le inattive
erano tutte ornamentali.
In relazione all’unità geolitologica Luras si può ricondurre a Monzogranito, grano diorite e leucogranito, il
tipo commerciale è il ghiandone di gallura, ghiandone rosa limbara e il rosa nule. Il ghiandone rosa, estratto
in 6 delle 8 cave attive, rappresenta il 60% della produzione mentre le altre due tipologie di prodotto
vengono estratte rispettivamente in un’area estrattiva e la produzione di ognuno si attesta sul 10 %, il
restante 20% della produzione è dato da prodotti ad uso civile ovvero da inerti per conglomerati.
In relazione allo stato di recupero ambientale delle tre archiviate una è classificata come a modesta
rinaturalizzazione, una come parzialmente rinaturalizzata e una come area estrattiva recuperata; le
dismesse sono classificate come parzialmente rinaturalizzate.
Ulteriori considerazioni.
Le considerazioni sin qui fatte riferite agli ambiti sono state fatte prendendo come riferimento il numero di
cave ricadenti nel territorio comunale ed effettuando il taglio del territorio degli stessi in base alla
perimetrazione degli ambiti (ovviamente i dati usati sono sempre quelli derivati dal catasto regionale
giacimenti di cava – 2007).
Nella carta AAG_08 “carta delle attività estrattive di materiali di seconda categoria (cave)” si è fatta
un’analisi basata sulla concentrazione di cave attive e inattive eseguita mediante interpolazione in
ambiente GIS da cui emerge che le gli areali a maggior concentrazione di cave attive sono ricompresi tra:
Ø il territorio dei comuni di Luras, Calangianus, Sant’Antonio di Gallura;
Ø il territorio dei comuni di Luogosanto, Arzachena e Tempio Pausania (Bassacutena e San Pasquale);
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Ø il territorio dei comuni di Buddusò e quello di Alà dei Sardi;
Ø il territorio dei comuni di Luras ed Aggius.
Dalla stessa analisi emerge che la concentrazione di cave inattive rispecchia la stessa distribuzione con
un’areale più esteso nel caso del territorio compreso tra i comuni di Luras, Calangianus, Sant’Antonio di
Gallura e meno esteso negli altri casi.
Da detta analisi emerge che gli ambiti maggiormente interessati da aree estrattive sono:
ü AdP n. 4 (foci del Liscia);
ü AdP n. 12 Lago del Liscia;
ü AdP n. 9 Altopiani di Alà dei Sardi e Buddusò;
ü AdP n. 11 Massiccio del Limbara (marginalmente).
In detti ambiti le problematiche sono legate da un alto all’elevato impatto (anche paesaggistico) dovuto
all’elevato numero di cave presenti (che hanno operato una profonda trasformazione del paesaggio)
dall’altro all’elevato numero di cave dismesse e non recuperate o recuperate solo in parte.
Un’altra problematica rilevante è legata alla presenza di cave che hanno intercettato la falda freatica
contribuendo ad aumentarne la vulnerabilità. Si ricorda infatti, che l’attività di cava, oltre a poter essere
essa stessa inquinante (sversamento di liquami nel piazzale, elevato carico di materiale solido in falda)
aumenta la vulnerabilità poiché costituisce una via preferenziale per eventuali inquinanti alla falda (il
problema si pone ulteriormente nel caso in cui le cave dismesse e abbandonate diventino discarica
abusiva).
Appare quindi evidente che per questi ambiti varranno degli indirizzi di pianificazione mirati a :
ü Vigilare affinché nelle aree interessate da attività estrattive attive si realizzino interventi di
recupero/rinaturalizzazione dei siti contestualmente al proseguimento delle attività e si attuino tutti i
sistemi per:
Ø ridurre l’impatto visivo
Ø limitare le trasformazioni del paesaggio
Ø limitare l’impatto sulle componenti / matrici ambientali.
Analogamente si intendono promuovere interventi atti a favorire il recupero/rinaturalizzazione dei siti
interessati da cave inattive dismesse.
Per raggiungere entrambe le finalità si favoriscono accordi / intese pubblico privato finalizzati a
promuovere:
Ø accordi o progetti pilota individuando i Comuni il cui territorio è maggiormente interessato
dalle problematiche legate dalla presenza di attività estrattive definendo un percorso
virtuoso da applicare in altri contesti territoriali.
Ø processi di pianificazione sovra comunali tra Comuni contermini interessati da problemi
analoghi.
Ø Creare piattaforme di concertazione tra amministrazioni interessate da problematiche del
distretto del granito e individuare istanze da sottoporre all’attenzione regionale in vista di
una revisione normativa della Legge regionale.
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