Il “Pacchetto sicurezza” del governo

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Il “Pacchetto sicurezza” del governo
03-06-2008
Il “Pacchetto sicurezza” del governo
Interventi urgenti in materia di immigrazione e sicurezza
a cura del CENTRO IMMIGRATI CGIL MILANO
Il governo, nella sua prima riunione tenutasi a Napoli, ha varato una serie di misure urgenti tra cui spicca il cd.
“Pacchetto sicurezza“.
Attraverso questa prima nota sintetica, il Centro immigrati della CGIL di Milano intende fornire una prima lettura del
provvedimento dal punto di vista tecnico, rimandando a successive note gli aspetti valutativi sul piano politico.
Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 21 maggio scorso, ha approvato una serie di interventi racchiusi
in quello che viene chiamato “Pacchetto Sicurezza”.
Il governo ha voluto caratterizzarlo con un insieme di provvedimenti che abbracciano diverse tematiche
contemporaneamente. Essi prevedono infatti modifiche al codice della strada, pene più severe per chi guida
in stato di ebbrezza, nuovi poteri ai sindaci sul versante della sicurezza urbana, misure nel contrasto alle
attività della mafia.
Il tema dell’immigrazione è però quello più corposo ed in più punti piuttosto controverso.
Tuttavia, per la costruzione di giudizi ponderati, è indispensabile la conoscenza delle modifiche prodotte e
quelle che si profilano nell’immediato orizzonte.
Il Centro Immigrati intende quindi fornire questa prima nota informativa sui punti salienti del pacchetto, a
partire dalla sua struttura, che è composta da:
a) un Decreto Legge: che contiene misure considerate urgenti e che sono entrate in vigore con la
pubblicazione della Gazzetta Ufficiale, lo scorso 27 maggio.
Il decreto poi dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni.
b) tre Decreti Legislativi: operanti entro 30 giorni; dopo essere stati sottoposti al parere delle
Commissioni Parlamentari di pertinenza.
c) un Disegno di Legge: con corsia preferenziale per la discussione e l’approvazione in Parlamento.
Nelle intenzioni del Governo, tutto il pacchetto dovrà essere operativo in 2 mesi di tempo e dunque entro
luglio prossimo.
Obiettivi dichiarati dall’esecutivo sono:
- espulsioni più facili
- stretta sulla cittadinanza, sui ricongiungimenti familiari, sulle rimesse all’estero, sul diritto d’asilo
- carcere e confisca dell’immobile a chi affitta in nero agli irregolari
- permanenza nei CPT (Centri di Permanenza Temporanea) fino a 18 mesi
- introduzione del reato penale di “immigrazione clandestina”
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A) Il Decreto Legge (n. 92/2008 del 23 maggio 2008)
Molte sono le novità previste, applicabili da subito, dopo l’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale:
La clandestinità come aggravante
Se a commettere un reato è un immigrato irregolare, la pena ordinaria verrà aumentata fino ad 1/3.
Una norma questa che certamente sarà oggetto di controversie giuridiche; sia per la discriminazione
soggettiva che sottintende, sia perché anticipa surrettiziamente l’introduzione del reato di “immigrazione
clandestina” non ancora in vigore.
Affitti in nero
Chi affitta casa ad uno straniero irregolare rischia il carcere da 6 mesi a 3 anni per favoreggiamento di
immigrazione clandestina.
Inoltre, in caso di condanna, è prevista la confisca dell’appartamento.
Espulsioni per i condannati
Il giudice potrà espellere lo straniero condannato ad una pena di almeno 2 anni, anziché i 10 attuali.
Sono previsti maggiori poteri ai Sindaci che potranno adottare ordinanze urgenti per motivi di incolumità
pubblica e sicurezza urbana.
E’ previsto l’accesso della Polizia Municipale alla banca dati del Ministero degli Interni.
Sarà possibile distruggere, dopo 15 giorni, le merci contraffatte, che verranno sequestrate.
Modifica della denominazione dei Centri di Permanenza Temporanea (CPT)
La nuova denominazione, appena in vigore il decreto legge, sarà “Centri di Identificazione ed Espulsione”.
B) I Decreti Legislativi
I tre decreti legislativi, che dovranno essere sottoposti all’approvazione delle Commissioni Parlamentari
direttamente interessate, contengono modifiche ai provvedimenti di recepimento delle direttive europee
sui ricongiungimenti familiari, sul diritto alla libera circolazione dei cittadini comunitari, sullo status di
rifugiato.
1. Ricongiungimenti familiari
Viene limitata la possibilità del ricongiungimento:
- Si potrà portare il coniuge solo se ha almeno 18 anni e non legalmente separato.
- Il figlio maggiorenne solo se è invalido totalmente.
- I genitori solo se non hanno altri figli nel paese di origine, oppure, per i genitori over 65, se gli altri
figli non possono mantenerli per “documentati gravi motivi di salute”.
- Si introduce il testo del DNA, nel caso manchi la documentazione sulla parentela, ovvero vi siano
dubbi sulla sua autenticità.
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2. Cittadini comunitari
Potranno restare in Italia per più di 3 mesi soltanto:
- Se hanno un reddito sufficiente e derivante da “attività lecite dimostrabili”
- Solo gli studenti potranno auto certificare il reddito.
- Passati 3 mesi, il cittadino comunitario dovrà chiedere l’iscrizione anagrafica (e la carta di soggiorno
per eventuali familiari extra-UE) entro 10 giorni.
Se ciò non avverrà questo sarà ritenuto “motivo imperativo di pubblica sicurezza” che consentirà
l’allontanamento immediato.
Stessa cosa avverrà per i reati più gravi (quelli che prevedono l’arresto immediato) e quelli contro la
moralità pubblica ed il buon costume.
In attesa di allontanamento anche il comunitario potrà essere trattenuto in un CPT, fino a 15 giorni.
3. Status di rifugiato
Il richiedente asilo dovrà soggiornare nel luogo o nell’area indicati dal Prefetto.
Egli avrà l’obbligo di presentarsi di persona alla Commissione e di consegnare i documenti d’appoggio alla
domanda.
Se riceverà risposta negativa, dovrà presentare ricorso dal suo paese, a meno che il Prefetto lo autorizzi a
restare in Italia per “gravi motivi personali o di salute”.
C) Il Disegno di Legge
Queste le misure che vengono previste e proposte all’approvazione del Parlamento con un iter ed una
corsia preferenziale:
Permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
Viene allungato, dagli attuali 60 giorni a 18 mesi, il tempo massimo di detenzione nei Centri di Identificazione
ed Espulsione (nuovo nome dei CPT), così come previsto da una Direttiva Comunitaria di prossima
discussione.
I ministri degli Interni e della Difesa hanno già anticipato la loro intenzione di aprire, in aggiunta agli attuali
10 CPT operativi, altrettante strutture attraverso l’utilizzo di caserme dimesse.
Il loro obiettivo è quello di realizzare, entro due mesi, un Centro di Identificazione ed Espulsione in ogni
Regione.
Ingresso illegale nel territorio dello Stato
Oltre che amministrativo, il reato viene previsto anche sotto il profilo penale.
Se il Parlamento approverà la norma, nel nostro ordinamento giuridico verrebbe introdotto quello che gia
comunemente viene denominato “reato penale di immigrazione clandestina”.
Senza ombra di dubbio, fra tutte le novità proposte, questa rappresenta il “piatto forte”, con il quale
l’attuale maggioranza parlamentare vuole caratterizzare la propria visione decisionista nella lotta alla
clandestinità.
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Così come argomentato dall’opposizione parlamentare e da autorevoli organismi nazionali ed internazionali,
essa produrrebbe effetti negativi a catena nel funzionamento del nostro già fragile sistema amministrativo,
giudiziario e detentivo.
Non a caso sono già aperte crepe di una certa consistenza all’interno della maggioranza parlamentare.
In modo però ancora ambiguo e confuso, una parte di essa sta ripiegando verso una soluzione per
derubricare il reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, in semplice aggravante nel giudizio di altri
fatti avvenuti e penalmente censurabili.
Viene dimenticato infatti che tale meccanismo è stato gia introdotto dal decreto legge, in vigore dal 23
maggio scorso. (vedi sopra)
In attesa comunque dell’esito parlamentare restiamo alla proposta di disegno di legge e che porta la firma
del Presidente del Consiglio e di tutti i suoi ministri.
Lo straniero che entrerà in Italia violando le disposizioni sull’immigrazione, dopo l’arresto obbligatorio ed il
processo per direttissima, rischierà la reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Il reato riguarderà “l’ingresso” e non il “soggiorno” illegale.
Quindi l’articolo non colpirà chi entra legalmente in Italia (ad esempio un turista) ma che poi non richiede il
permesso di soggiorno oppure lo lascia scadere.
Resteranno esclusi ovviamente i cittadini comunitari.
Il reato potrà essere contestato solo a chi entrerà clandestinamente in Italia quando e se il disegno di legge
sarà approvato dal Parlamento.
Chi si è introdotto illegalmente prima di quel momento, non potrà essere condannato, perchè le norme
penali non sono retroattive.
Attualmente è previsto come reato amministrativo, salvo per coloro che, avendo ricevuto l’ordine di
lasciare il Paese, non se ne vanno, oppure rientrano prima del termine fissato.
Cittadinanza per matrimonio
Sarà allungato il termine per richiedere la cittadinanza:
Si passerà dagli attuali 6 mesi successivi alle nozze a 2 anni (in caso di figli, il periodo sarà ridotto ad 1
anno).
Il matrimonio dovrà restare in essere fino al decreto di concessione della cittadinanza, senza separazione.
Accattonaggio
Si prevede l’introduzione della possibilità della reclusione fino a 3 anni per coloro che si avvalgono di minori
nelle pratiche di accattonaggio (vi sarà anche la perdita della podestà, qualora il responsabile del reato sarà
un genitore).
Money transfer e phone center
Chi gestisce agenzie per il trasferimento di denaro all’estero, dovrà sempre identificare il cliente straniero
ed acquisire la copia del suo permesso di soggiorno.
Se il cliente non sarà in regola dovrà segnalarlo alla Polizia, pena la revoca dell’autorizzazione.
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Residenza
L’iscrizione anagrafica sarà subordinata all’accertamento, da parte del Comune, delle condizioni igienicosanitarie dell’alloggio del richiedente.
Come si può constatare, la complessità dell’intero pacchetto e la delicatezza degli effetti indotti da alcuni
provvedimenti in esso previsti, meritano un’attenzione ed un impegno generale sul piano giuridico, politico
e sociale.
Per risultare efficace, seppure in un contesto poco agevole, tale impegno dovrà essere dispiegato nei
prossimi due mesi.
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Il documento
- Consiglio dei Ministri – Decreto legge 23 maggio 2008, n. 92, Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica
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