Nel "Bronx" di Casoria

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Nel "Bronx" di Casoria
Nel "Bronx" di Casoria
Scritto da Francesco Giorgio Lombardo
Domenica 05 Maggio 2013 13:07 - Ultimo aggiornamento Domenica 05 Maggio 2013 13:33
Testimonianza del Vangelo in azione nel "Bronx" di Casoria
La praticità del Vangelo per le strade dei quartieri difficili porta salvezza, consolazione e
speranza.
di Vittorio Fiorese
Salgo lentamente le scale di questo palazzone all’interno dell’agglomerato di case popolari qui
a Casoria meglio conosciuto con il nome di “Bronx”. Mille famiglie vivono in questa zona.
Osservo con cura i particolari di questo ambiente dove trascorrerò i prossimi giorni, la tenda è
montata proprio qui di fronte per le riunioni di evangelizzazione. Le scale sono di marmo, ma
spezzate in più punti, così le pareti in parte screpolate; carte, lattine di coca cola, bottiglie di
plastica si trovano qua e la come sparse da una mano sapiente e capricciosa per decorare un
ambiente che per alcuni potrebbe sembrare squallido ma che ha un’impronta profondamente
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Scritto da Francesco Giorgio Lombardo
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umana. Ci sono dei colombi che passeggiano sul pianerottolo del terzo piano entrati dalla
finestra rimasta aperta, un cane scende precipitosamente dalle scale non senza lanciarmi
un’occhiata sinistra. Mi dicono che è il cane del boss locale e sta sempre libero girando qua e là
nel quartiere quasi a voler tenere sotto controllo il territorio. Una macchina della polizia gira
lentamente con i fari accesi per le strade che costeggiano il Bronx, ci sono macchine da tutti i
lati, naturalmente ammaccate e molte con gli specchietti rotti e penzolanti. Di fianco all’ingresso
del palazzo dove abito una giovane coppia ha occupato un garage e lo sta sistemando per
abitarci, da queste parti è abbastanza normale risolvere così il
problema abitativo.
Agli angoli della strada stazionano degli uomini fumando distrattamente, sembrano non aver
niente di meglio da fare che far scorrere il tempo, ma so che invece stanno vigilando e curando
lo spaccio della droga che è uno dei business più grossi da queste parti.
Osservo le scritte e i graffiti che coprono i muri del piazzale e delle vie d’accesso al Bronx.
Come sono cambiate – penso scuotendo la testa - rispetto agli anni ’70 quando avevo
vent’anni. Allora erano quasi solo scritte politicizzate tipo: “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne
”, adesso solo scritte romantiche come quella che mi sta davanti: ”
Rita, il tuo sorriso ha illuminato la mia vita, senza di te non posso più vivere
”. Mah, fa parte penso del vuoto di ideali, la disillusione politica e il ripiegamento nostalgico e
patetico nel ricercare significato nel sentimentalismo individuale. Quello che mi ha colpito in
questi giorni, come non mi accadeva da anni è stato un pomeriggio assolato di aprile, cielo
azzurro, voli di rondini, a ricordarci che la primavera è ritornata improvvisamente,
sorprendendoci con la sua bellezza sempre nuova. Era l’ora della siesta, stavo leggendo
qualcosa distrattamente quando la mia attenzione è stata attirata dal
vociare dei bambini
. Ascoltavo attentamente i gridi di gioia, di entusiasmo in un crescendo disordinato e armonico
nello stesso tempo. Mi sono affacciato dalla finestra ed ho visto che rincorrevano un pallone
tutti insieme, altri giocavano con le figurine ed altri ancora facevano correre delle ruote avanti e
indietro. Ho avuto un tuffo al cuore rivivendo sensazioni della mia infanzia, quando le strade
erano pieni di bambini vocianti e chiassosi abbellendo con una cornice di gioia e speranza le
calde serate di maggio. Da quanto tempo non avevo più notato le voci dei bambini, con il calo
demografico e l’aumento esponenziale delle coppie senza figli i bambini si sono rarefatti. Ci
sono invece tanti anziani dai capelli grigi e lo sguardo triste. La popolazione invecchia e anche
la primavera sembra più simile all’autunno quando mancano i bambini.
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Siamo qui ospiti della chiesa missionaria, un gruppo di credenti che abita nel Bronx, ed ha
fatto di questa frontiera sociale, il campo nuovo dove seminare i
preziosi semi del Vangelo
.
Devo riconoscere che le persone stanche, oppresse, ferite, cercano una luce ed una speranza
a cui aggrapparsi
per andare avanti e non calare a picco, come succede ogni giorno a chi non ce la fa più.
Alessandro faceva il barbiere, è venuto sotto la tenda, non lavora più, è in cura psichiatrica per
una psicosi persecutoria: si sente braccato ed ha paura di essere sparato. Ieri ha accettato
Gesù. Franco ed Anna hanno perso una figlia di 30 anni, portata via da un mare inguaribile.
Hanno pregato, creduto in un miracolo che non è arrivato. I loro occhi sono pieni di lacrime,
vogliono solo sapere perché. Antonio vive a Milano, ma la sua famiglia è qui. “
Ho cinque figli
- dice ma la mia vita è incasinata. Ho fatto un incidente, ho quasi perso un braccio, voglio cambiare
vita, cosa devo fare?
” Mi mostra un volantino che gli hanno dato in metropolitana a Milano, parla di Gesù e come
nascere di nuovo. È firmato “
I predicatori dei vagoni
”, credenti che parlano di Gesù nella metropolitana. Lo Spirito di Dio è all’opera dappertutto.
Appoggio paternamente la mano sulla spalla di Antonio e prego che Dio gli dia una nuova vita.
Intanto arriva Arianna, una delle ragazze del nostro gruppo che guida le riunione dei bambini e
mi dice che i bambini zigani del campo nomadi qui vicino sono pieni di pidocchi, “
cosa facciamo?
” - chiede - "
prega
- gli rispondo e compra lo shampoo anti-pidocchi, non si sa mai
".
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Scritto da Francesco Giorgio Lombardo
Domenica 05 Maggio 2013 13:07 - Ultimo aggiornamento Domenica 05 Maggio 2013 13:33
Un altro giorno è passato e mi viene in mente quel proverbio biblico (14:4), “dove non ci sono
buoi la stalla è vuota
”. I buoi sporcano la stalla certo di letame ma riempiono il granaio ai tempi della raccolta. Alcuni
preferiscono avere un cristianesimo asettico, sterilizzato, lontano dai problemi dissertando
accademicamente di dottrine e teologia, io preferisco sporcarmi le mani, avere un
cristianesimo di frontiera
lungo le strade del mondo, ma vedere Gesù salvare, consolare e dare speranza alle persone
oppresse e ferite. Ce ne sono tante anche vicino a te.
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