Topics Magazin Numero 2/2014
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TOPICS MAGAZIN La rivista per gli assicuratori Fatti, mercati, posizioni Numero 2/2014 Gigante galleggiante A Seattle, nello Stato di Washington, è in costruzione il ponte galleggiante più lungo del mondo: una sfida per committenti e assicuratori. PAGINA 12 RC imprese industriali Globalizzazione e prassi della responsabilità civile Telematica Meno incidenti grazie ai sistemi di assistenza Il diabete, malattia sociale Ogni passo conta nella prevenzione PREFAZIONE Cari lettori, progresso tecnologico, digitalizzazione, interconnessione: il panorama dei rischi sta cambiando con un ritmo mozzafiato. Per conseguire una crescita redditizia in un tale contesto il settore assicurativo ha bisogno di innovazioni. Per innovazioni noi non intendiamo necessariamente solo prodotti completamente nuovi. Anche il perfezionamento di un tool, reso possibile ad esempio dalla disponibilità di nuovi dati, è un’innovazione se permette di realizzare un valore aggiunto per le nostre cedenti. Nell’articolo a pagina 18 trovate un esempio a questo riguardo: dall’inizio del 2014 sono state via via integrate nel nostro tool di supporto NATHAN Risk Suite nuove zone di rischio inondazione standardizzate e ad alta risoluzione, che offrono un livello di accuratezza mai raggiunto in tutto il mercato assicurativo. L’applicazione aiuta sottoscrittori e risk manager a valutare meglio singole ubicazioni e gruppi di rischi, e permette di ottenere rapidamente trasparenza in caso di sinistro. Naturalmente sono i grandi progetti innovativi a destare maggiore attenzione, soprattutto nel pubblico. A Seattle, ad esempio, è in costruzione il ponte galleggiante più lungo del mondo. Per questo grande rischio tecnologico Munich Re ha sviluppato in veste di riassicuratore leader insieme con gli assicuratori diretti un modello di copertura completo. A pagina 12 vi illustriamo nel dettaglio il progetto. Monaco di Baviera, settembre 2014 Torsten Jeworrek Membro del consiglio di gestione di Munich Re e presidente del comitato per la riassicurazione NOT IF, BUT HOW Munich Re Topics Magazin 2/2014 1 Traino pesante A Seattle, nello Stato di Washington, è in costruzione un ponte galleggiante lungo circa 2,3 km. L’attraversamento si compone di 77 pontoni. I 33 pontoni più grandi misurano 110 m di lunghezza, 23 m di larghezza e sono alti 8,5 m, come un edificio di due piani. Il peso di ciascuno è di 11.000 t ed equivale a quello di 25 jumbo jet. 12 Prefazione1 Notizie aziendali 4 Recensioni11 Rubrica48 Colophon 2 Munich Re Topics Magazin 2/2014 Indice Buon appetito! In tutto il mondo si stanno rafforzando i requisiti di legge in materia di difesa dei consumatori. Ciò nonostante le azioni di ritiro o richiamo nel settore alimentare sono sempre più frequenti. 28 RC IMPRESE INDUSTRIALI Le imprese sono sottoassicurate? La divisione internazionale del lavoro influenza la prassi della responsabilità civile in tutto il mondo: una sfida per imprese e assicuratori. RISCHI TECNOLOGICI Il ponte galleggiante più lungo del mondo La nuova opera di attraversamento avrà una carreggiata a sei corsie e la sua realizzazione è un capolavoro di tecnica e logistica. GEOINTELLIGENZA Trasparenza e alta competenza alla base del successo Chi oggi vuole gestire i rischi in modo integrato e calcolare prezzi commisurati deve conoscere esattamente il contesto geografico. NATHAN Risk Suite offre un eccellente supporto in questa attività. ASSICURAZIONE VITA Assicurare meglio le pazienti con tumore al seno EDGE, la piattaforma informatica per la sottoscrizione nel mercato nord-americano, ha messo a disposizione un nuovo calcolatore del premio. 6 12 18 24 Il diabete, malattia sociale Il numero di pazienti è in aumento a livello mondiale e anche la spesa sanitaria sta crescendo a dismisura. Informazione e prevenzione potrebbero rimediare al problema. 42 RC PRODOTTI Rischio alimentare I nostri alimenti non sono mai stati così sicuri come oggi. Tuttavia può costare caro dover ritirare un prodotto dal mercato. TELEMATICA I sistemi di assistenza aiutano a evitare gli incidenti Quali effetti hanno queste novità tecniche per gli assicuratori? SALUTE Ogni passo conta Prevenzione e diagnosi precoce sono essenziali per combattere il diabete e contenere i costi a livelli sostenibili. I clienti ci guadagnano se fanno quello che fa bene alla salute Antony Jacob parla di un esemplare programma di gestione della malattia in India. Munich Re Topics Magazin 2/2014 28 36 42 46 3 NOTIZIE AZIENDALI SOCIAL MEDIA GEOSCIENZE Insurance Linked Securities Vi aspettiamo in rete! Riconoscimento a Nathan Risk Suite Tavola rotonda a Monte Carlo Già da diverso tempo è possibile commentare gli articoli di Topics Online sul nostro sito web, ora avete a disposizione anche diversi social media per entrare in contatto con Munich Re: vi aspettiamo su Twitter, Facebook, Google+, YouTube, LinkedIn e Xing. Al Geospatial World Forum tenutosi nel maggio scorso NATHAN è stato insignito del premio per l’innovazione «Geospatial World Excellence Award». Ormai per la sesta volta Munich Re organizza la tavola rotonda sulle ILS a Monte Carlo. Seguiteci e vi terremo aggiornati sugli argomenti chiave del mondo assicurativo: articoli interessanti, video informativi o tweet in tempo reale di eventi aziendali o appuntamenti del settore. >> t witter.com/munichre >> facebook.com/munichre >> youtube.com/user/munichrevideo >> linkedin.com/company/munich-re >> xing.com/companies/munichre >> plus.google.com/ 115897201513788995727 La motivazione è stata la seguente: con NATHAN Munich Re mostra come sia possibile utilizzare i sistemi informativi geografici per l’analisi del rischio nel settore assicurativo. Una menzione particolare è andata alla precisione di NATHAN e alla sua flessibilità di impiego, che va dall’analisi di un’ubicazione di rischio con precisione al numero civico alla valutazione di interi portafogli tenendo conto di tutti i rischi naturali. Mentre gli interventi dei sei esperti internazionali della community ILS/ART saranno incentrati su aspetti specifici, Thomas Blunck illustrerà come un riassicuratore percepisce gli sviluppi attuali e futuri del mercato. Le ultime novità del settore promettono una discussione stimolante. >> www.geospatialworldforum.org >> V i aspettiamo il 15 settembre 2014 dalle 10:00 alle 11:00 al Fairmont Hotel, Salle D’Or II, per conoscere la vostra opinione. Notizie in breve Munich Re offre ai gestori di satelliti commerciali una nuova soluzione assicurativa: la cd. End of Life decorre dal momento del decollo e cessa alla scadenza della vita operativa prevista del satellite o, al più tardi, dopo 15 anni. La durata della garanzia non è l’unica novità: le condizioni di assicurazione restano invariate anche se lo stato tecnico del satellite subisce dei cambiamenti. >> Maggiori informazioni alla pagina: www.munichre.com/spaceflight In primavera il consiglio di sorveglianza ha nominato due nuovi membri del consiglio di gestione. Doris Höpke è stata eletta con effetto dal 1° maggio 2014 e va ad assumere la guida della divisione Salute. Pina Albo entra 4 Munich Re Topics Magazin 2/2014 in consiglio di gestione con effetto dal 1° ottobre 2014. Da questa data fino alla fine dell’anno condivide la responsabilità della divisione Europa e America Latina con Georg Daschner per poi assumere la carica in piena autonomia dal 1° gennaio 2015. Nell’ambito delle Knowledge Series Munich Re pubblica più volte l’anno informazioni sugli ultimi sviluppi di Solvency II e sulla gestione dei rischi d’impresa a livello internazionale. >> A bbonatevi al nostro RSS Feed e sarete sempre aggiornati sulle ultime novità in questo importante settore: www.munichre.com/en/sii NOTIZIE AZIENDALI Cambiamento climatico La Cina è la soluzione Durante la sua visita alla sede di Munich Re a Monaco di Baviera, Steven Chu ha incontrato Peter Höppe, responsabile del settore Ricerca georischi/Centro climatologico aziendale. Peter Höppe: Signor Chu, siamo lieti di darLe il benvenuto in Munich Re. Secondo Lei che cosa accomuna il Suo lavoro e il nostro? Steven Chu: La mia attività scientifica si basa sui dati, pertanto desideravo che la discussione sui cambiamenti meteorologici prendesse un’altra direzione, allontanandosi dall’osservazione di singoli eventi e dalle evidenze aneddotiche. Negli ultimi anni ho studiato i dati di Munich Re, facendo leva su di essi per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi cambiamenti. Il vantaggio è che le vostre informazioni sono automaticamente più obiettive, più spassionate perché dovete farne uso per il vostro business. Se invece i dati provengono da associazioni ambientalistiche, le cose cambiano. Steven Chu ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 1997 e ha guidato il Ministero dell’energia statunitense dal 2009 al 2013. Da molto tempo propugna un’intensificazione della ricerca nell’ambito delle energie rinnovabili e ritiene che l’abbandono dei combustibili fossili sia un passo imprescindibile per combattere il riscaldamento globale. muovendo qualcosa, del resto questi due Paesi sono responsabili per quasi la metà delle emissioni globali di CO2. Di recente abbiamo assistito a una svolta nella politica climatica degli Stati Uniti. Quali sono le cause principali di questo cambio di rotta? A mio avviso sono due: da un lato il cambiamento degli schemi atmosferici e dall’altro gli ingenti costi causati da poche gravi tempeste negli ultimi 10 anni. Diversi (ex) rappresentanti del governo, democratici quanto repubblicani, sono convinti che sia necessario prestare attenzione ai notevoli danni economici imputabili al mutamento del clima. In questo contesto cresce l’influenza dell’EPA, l’agenzia di protezione ambientale statunitense, che può finalmente iniziare a regolare le emissioni di CO2 delle aziende. Che cosa possiamo fare se le trattative sul clima dovessero fallire di nuovo? La Cina è la soluzione. Fortunatamente il governo cinese ha riconosciuto che il mutamento del clima è una realtà e costituisce una minaccia per la popolazione e il suo benessere. Di conseguenza si lavora alacremente alla diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Tuttavia sono soprattutto gli Stati Uniti a disporre della forza innovativa e dei requisiti tecnici per promuovere il progresso e investire nelle nuove tecnologie. Le energie rinnovabili possono sembrare costose ma non dobbiamo dimenticare le ingenti spese sostenute dai governi negli ultimi 10 anni per il ripristino dei danni. Quando si parla di energia è sempre il denaro a muovere le cose, quindi è imprescindibile fissare un prezzo per le emissioni globali di CO2. L’obiettivo del vertice sul clima di Parigi del 2015 è un nuovo accordo che stabilisca obiettivi vincolanti sulle emissioni per 194 Paesi. Verrà raggiunto? È difficile dirlo. Per il vertice di Copenaghen del 2009 si nutrivano grandi aspettative, ma l’incontro si è rivelato un completo fallimento. L’importante è che negli Stati Uniti e in Cina si sta Molti Paesi cercano di ridurre la loro dipendenza dall’energia fossile. Secondo Lei qual è il mix energetico ideale per il futuro? Innanzitutto dobbiamo aumentare l’efficienza energetica in tutti i settori. Il mix ideale dipende poi dalla posizione geografica di un Paese: gli Stati dell’America del Nord o quelli dell’Europa e dell’Africa settentrionale insieme dispongono di buone risorse in termini di energia eolica e solare. Se queste regioni integrano le proprie reti elettriche, possono ridurre i costi. Ma il presupposto è la capacità di stoccare e trasportare l’energia. Che cosa va fatto per promuovere le nuove tecnologie? La progettazione degli impianti rappresenta una grande sfida poiché a un aumento dell’energia rinnovabile immessa nelle reti corrisponde un maggiore rischio per la stabilità delle stesse. Inoltre non abbiamo alcuna possibilità di stoccare l’energia prodotta in estate per coprire il consumo nei mesi invernali. Infine avremmo bisogno di un fluido chimico per immagazzinare l’energia, veicolabile ad esempio tramite tubazioni. La ricerca va intensificata in questa direzione. In che modo l’industria assicurativa può venire in aiuto? Innanzitutto continuando a fare il proprio lavoro, ovvero creare consapevolezza sui rischi calcolandone il prezzo in termini economici. E far comprendere alle persone che, alla fine, la prevenzione ripaga sempre. Inoltre le compagnie possono ridurre i rischi di molti investimenti nelle nuove tecnologie dimostrando alla comunità finanziaria che si tratta di operazioni sicure, anche se spesso hanno tempi di payback lunghi. Munich Re Topics Magazin 2/2014 5 RC IMPRESE INDUSTRIALI Le imprese industriali sono sottoassicurate? La suddivisione del lavoro su scala internazionale influenza in tutto il mondo la prassi della responsabilità. Gli incidenti industriali e gli scandali da inquinamento ambientale vengono recepiti con maggiore sensibilità e riguardano ordinamenti giuridici diversi. Una sfida dunque per le imprese e per i loro assicuratori. La maggior parte dei tessuti destinati alla vendita nei Paesi industrializzati vengono prodotti in Asia. Ma chi è responsabile se nelle fabbriche di quei Paesi non vengono rispettati gli standard di sicurezza? 6 Munich Re Topics Magazin 2/2014 RC IMPRESE INDUSTRIALI Christian Lahnstein La popolazione mondiale si è quintuplicata dal XIX secolo ai giorni nostri e l’industrializzazione si sposta e si diffonde nei Paesi in via di sviluppo. E così oggi, nel corso della «terza» rivoluzione industriale, l’ambiente è sotto minaccia e tante persone come mai prima d’ora lavorano in condizioni di pericolo nonostante tutti i progressi della tecnologia, della medicina e della cultura. Un secolo fa le questioni del mondo del lavoro avevano evidentemente un peso maggiore nell’agenda politica. Nel frattempo è cresciuto l’interesse per i temi legati all’ambiente, ma anche la presenza dei media, vecchi e nuovi, che portano all’attenzione del pubblico una volta l’una e una volta l’altra vicenda fonte di scandalo. In un’economia mondiale sempre più interconnessa, incidenti industriali, rapporti di lavoro scandalosi, disastri ambientali e altre situazioni precarie in Paesi lontani salgono agli onori della cronaca grazie al rapporto con committenti e consumatori locali e divengono oggetto di reportage dettagliati, mentre l’opinione pubblica focalizza la propria attenzione su ciò che prima teneva occupati solo ecologisti militanti e difensori dei diritti umani. In risposta a tutto ciò si sta sviluppando una retorica dei codici di condotta internazionali e delle regole di autodisciplina aziendali che può trovare attuazione solo parziale, considerate le condizioni reali dei mercati mondiali. E tuttavia proprio questa «soft law», che per definizione non può essere coercitiva, sta lentamente portando a un innalzamento degli standard di diligenza rilevanti sotto il profilo del diritto della responsabilità civile, sia all’interno di società facenti parte di un gruppo, sia lungo la catena di fornitura con tutte le sue ramificazioni. Le catene di fornitura conducono dai Paesi in via di sviluppo a quelli industrializzati e viceversa. Negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso si cominciò a considerarle sotto il punto di vista della responsabilità del produttore e della tutela dei consumatori. Nella globalizzazione si pensò innanzitutto ai mercati d’esportazione. Si iniziò quindi a fare i conti anche con la responsabilità civile prodotti statunitense per le esportazioni verso quel Paese. Nell’UE venne inasprita, nell’interesse dei consumatori, la responsabilità del produttore finale e dell’importatore nel caso in cui il difetto del prodotto fosse originato nella catena di fornitura extracomunitaria. In tutto il mondo furono emanate leggi per la tutela dei consumatori che in alcuni casi, come quello del Brasile, si dimostrarono molto più drastiche del modello europeo. Nel frattempo si considerano anche le responsabilità nella direzione opposta della catena di fornitura. Nel caso di danni alla persona e all’ambiente o di altre irregolarità nei Paesi dei fornitori è ipotizzabile allora anche una responsabilità morale, di fatto, contrattuale o extracontrattuale dei produttori finali e degli importatori? Ad esempio, la responsabilità degli incidenti industriali catastrofali in Bangladesh grava anche sulle grandi imprese tessili e commerciali oltre che sulle imprese locali? Come per la responsabilità civile prodotti la risposta in questi casi dipende dall’effettiva influenza della singola impresa sulle condizioni di lavoro nella catena di fornitura. Una nuova pubblicazione di Munich Re È difficile delineare un quadro d’insieme sulle responsabilità locali e globali. Con la sua nuova pubblicazione Employers‘ liability for occupational illness and injury – A familiar risk in a changing world (vol. 5 della serie Risk, liability and insurance) Munich Re offre una panoramica sulle molteplici varianti di responsabilità del datore di lavoro. Prossimamente uscirà un’altra pubblicazione con case study sulla responsabilità per danni ambientali. La prima sezione della nostra nuova pubblicazione sulla responsabilità del datore di lavoro illustra Paese per Paese le diverse situazioni di responsabilità locali. Seguono un’esposizione dei differenti sistemi di assicurazione della responsabilità civile e alcune considerazioni sul rapporto tra responsabilità del datore di lavoro e responsabilità di terzi, compresa la questione dei limiti della responsabilità morale e di quella di fatto e di diritto in un’economia mondiale sempre più interconnessa e informata. Infine presentiamo uno schema di monitoraggio che permette di comprendere in modo più diversificato e anticipare i molteplici sviluppi della prassi della responsabilità. In tal senso perseguiamo tre obiettivi. 1. Trasparenza sui mercati locali In nessun ambito del diritto degli atti illeciti è così difficile tratteggiare una panoramica comparativa dei diversi Paesi come nel diritto del lavoro. A causa della differente interazione con i sistemi delle assicurazioni sociali, la prassi della responsabilità differisce generalmente da un Paese all’altro quando si tratta di danni alla persona. Ciò vale in misura particolarmente rilevante per la responsabilità del datore di lavoro, per la quale ogni Stato ha sviluppato una propria soluzione individuale, perfino all’interno della UE. A volte si tratta di un ramo di importanza marginale come in Germania, altre volte del segmento di gran lunga più importante dell’assicurazione RC generale come in Gran Bretagna. Per il resto la prassi della responsabilità si colloca tra questi due estremi, ma più spesso è vicina al modello britannico. Nei Paesi industrializzati è caratterizzata dalle nuove sentenze nei processi in Munich Re Topics Magazin 2/2014 7 RC IMPRESE INDUSTRIALI Responsabilità a monte e a valle nella catena di fornitura Processo produttivo in quattro fasi Commercio, consumo Responsabilità a valle In un’economia globale in cui le catene di fornitura portano dai Paesi in via di sviluppo ai Paesi industrializzati e viceversa, la situazione di responsabilità si è fatta più complessa. Nell’ambito della responsabilità civile prodotti i produttori rispondono tradizionalmente dei danni causati da prodotti difettosi (frecce azzurre). Nel frattempo sono ipotizzabili però anche responsabilità nella direzione opposta (frecce rosse). Nel caso di danni alla persona e all’ambiente o di altre irregolarità nei Paesi dei fornitori si configura allora anche una responsabilità morale, di fatto, contrattuale o extracontrattuale dei produttori finali e degli importatori? RC prodotti tradizionale del produttore (p. es. prodotti contenenti amianto) Responsabilità ipotizzabili a carico del produttore o distributore finale per condizioni di lavoro o rischi ambientali nel processo produttivo Produttore di materie prime Fonte: Munich Re Produttore finale Responsabilità a monte 8 Munich Re Topics Magazin 2/2014 RC IMPRESE INDUSTRIALI corso sui danni da amianto, mentre nei Paesi emergenti sono gli incidenti industriali catastrofali a condizionarla. In questo settore poco trasparente avevamo stimolato un primo studio serio e affidabile di diritto comparato da parte dell’ECTIL, il Centro europeo del diritto del risarcimento dei danni e delle assicurazioni. La nostra pubblicazione parte da questo raffronto tra 12 Paesi e lo estende a una serie di altri Stati, tra cui i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). 2.Sensibilizzazione Indipendentemente dai molteplici sviluppi sul piano locale, per le imprese che operano a livello internazionale si stanno inasprendo, come descritto sopra, gli standard di diligenza in relazione alle condizioni di lavoro nei Paesi fornitori, condizioni che, pur avendo cause strutturali, non sono per questo meno scandalose. Bisogna intervenire Cosa bisogna fare sui singoli mercati locali? Gli incidenti industriali catastrofali, che potrebbero verificarsi anche in relazione a rischi naturali o al rischio terrorismo, sono assicurati in misura sufficiente? Mentre ogni nave o aeroplano è assicurato contro la responsabilità civile per miliardi, i massimali di garanzia delle polizze RC imprese sono, nella maggioranza dei casi, molto più modesti e talvolta sono previsti addirittura sottolimiti o esclusioni per la responsabilità del datore di lavoro. E come vengono risolti gli specifici problemi di copertura nel caso delle malattie professionali o di condizioni di lavoro precarie o non regolamentate, come nuovamente e sempre più spesso si riscontrano anche nei Paesi industrializzati? 3. Best practice Infine perseguiamo un obiettivo di ampio respiro. Lo studio fornisce una serie di soluzioni per l’interazione tra l’assicurazione diretta (first party), statale e privata, con copertura della responsabilità civile e l’assicurazione di responsabilità civile sui diversi mercati assicurativi. Una panoramica sull’evoluzione storica dei vari sistemi con i rispettivi punti di forza e di debolezza dirige l’attenzione verso soluzioni in linea con le esigenze del mercato anche in altri ambiti di rischio critici quando ci si domanda quale mix di sistemi assicurativi e di responsabilità meglio si adatti alle esigenze di un’impresa. 301 minatori morti e 486 feriti, questo il tragico bilancio di un incendio scoppiato in una miniera di carbone a Soma (Turchia occidentale) nel maggio 2014. La miniera, di proprietà statale fin dalla sua apertura nel 1960, era stata privatizzata nel 2009. I commentatori hanno ipotizzato quali cause dell’incidente sia la pressione dei costi che carenze nelle misure di sicurezza mai eliminate. La RCO in Turchia è il segmento più importante della RC imprese industriali. È possibile che molte malattie professionali non siano assicurabili. Ma perché non sono assicurati, se necessario obbligatoriamente, con massimali elevati questo genere di incidenti? Munich Re Topics Magazin 2/2014 9 RC IMPRESE INDUSTRIALI D’altro canto si tratta di rivedere criticamente i modelli di copertura internazionali: le attuali coperture «umbrella» e «master cover» sono improntate ad esempio prevalentemente al mercato domestico della società capogruppo. Una circostanza che può condurre a soluzioni discutibili. Non conoscendo la situazione locale, la responsabilità del datore di lavoro viene spesso appesantita precauzionalmente da sottolimiti o esclusa. Molte questioni dell’interazione tra copertura locale e internazionale restano irrisolte. >> Potete scaricare la nostra pubblicazione Employers‘ liability for occupational illness and injury – A familiar risk in a changing world dal portale connect. munichre.com oppure richiederla al vostro gestore clienti. Gli incidenti industriali nella catena di fornitura come quelli avvenuti in Bangladesh riguardano peraltro prevalentemente imprese terze che non sono incluse nei modelli di copertura del gruppo. Ma per quale motivo i committenti, ovvero i grandi produttori finali o le grandi società commerciali, non pretendono che i loro fornitori sottoscrivano assicurazioni di responsabilità civile con massimali sufficientemente elevati? Contribuirebbero così allo sviluppo dei mercati assicurativi locali, proprio come già cercano di contribuire allo sviluppo di standard regolatori locali attraverso ispezioni aziendali sul posto, o come si sforza di fare l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) affinché si rendano obbligatorie assicurazioni locali contro gli infortuni sul lavoro. Gli assicuratori di responsabilità civile hanno dunque la possibilità di combattere su piani diversi la sottoassicurazione, che purtroppo è ampiamente diffusa e non solo nei mercati emergenti. I massimali dovrebbero essere sufficientemente elevati da coprire i risarcimenti derivanti da grandi incidenti industriali e da onerose azioni di salvataggio. Nel caso di garanzie che interessino un intero gruppo, si dovrebbero coordinare in tal senso da un lato gli interessi della capogruppo e delle società controllate e dall’altro quelli degli assicuratori che prestano le coperture principali e quelle collegate. Fornitori locali e subappaltatori dovrebbero essere tenuti a stipulare un’adeguata polizza di responsabilità civile e infortuni, e gli assicuratori dovrebbero prendere in considerazione anche la possibilità di partnership pubblico-privato e di regimi assicurativi obbligatori. E, infine, perché le agenzie di rating e gli analisti non richiamano l’attenzione dei risk manager delle società capogruppo sul fatto che le imprese, che devono già affrontare rischi di responsabilità civile di lunga scadenza spesso non assicurabili, potrebbero essere meglio assicurate perlomeno contro gli incidenti industriali catastrofali? IL NOSTRO ESPERTO: Christian Lahnstein è stato per molti anni responsabile dell’analisi di questioni fondamentali di diritto della responsabilità civile e di diritto delle assicurazioni in Munich Re. [email protected] 10 Munich Re Topics Magazin 2/2014 RECENSIONI Employers’ Liability and Workers’ Compensation Ina Ebert Nello studio Employers’ Liability and Workers’ Compensation edito dall’ECTIL, il Centro europeo del diritto del risarcimento dei danni e delle assicurazioni di Vienna, gli autori, esperti nei rispettivi mercati, trattano il tema degli indennizzi a favore dei lavoratori per danni professionali con riferimento a 12 Paesi: Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Danimarca, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Romania, Australia, Giappone e Stati Uniti. I differenti modelli nazionali, ovvero solo RCO, combinazione di RCO e assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, trasferimento (quasi) completo dell’obbligo di risarcimento dal diritto della responsabilità civile da fatto illecito a sistemi compensativi alternativi, vengono illustrati in modo esaustivo analizzandone anche i rispettivi punti di forza e di debolezza. Nell’opera si evidenzia la trasformazione nel tempo degli scopi che ognuno di questi modelli deve adempiere. Inizialmente al centro dell’attenzione vi era l’indennizzo dei lavoratori che avevano subito un infortunio sul lavoro; successivamente hanno acquisito importanza le prestazioni economiche ai lavoratori affetti da malattie professionali. Quest’ultima evoluzione ha sollevato una serie di nuovi problemi: le questioni riguardanti la causalità e la prescrizione in ipotesi di danni di lungo termine (caso esemplare: danni indiretti da amianto), ma anche le conseguenze derivanti dall’insolvenza del datore di lavoro e, non da ultimo, la distinzione dei danni alla sfera psichica di origine professionale da quelli imputabili ad altre cause. In tempi recenti sono emerse soprattutto negli Stati Uniti, ma in misura crescente anche in Europa, questioni connesse alla responsabilità civile del datore di lavoro in tema di discriminazione, mobbing e molestie sessuali. La pubblicazione risulta interessante e utile per tutti coloro che si occupano dell’assicurazione di rischi nella dialettica tra diritto del lavoro, assicurazioni sociali e diritto della responsabilità civile, sia a livello nazionale che transfrontaliero. Ken Oliphant, Gerhard Wagner (edd.). Employers’ Liability and Workers’ Compensation. De Gruyter Verlag. Berlino/Boston, 2012. Munich Re Topics Magazin 2/2014 11 RISCHI TECNOLOGICI Il ponte galleggiante più lungo del mondo A Seattle, nello Stato di Washington, è in costruzione il ponte galleggiante più lungo del mondo: un capolavoro di tecnica e logistica. Munich Re partecipa al progetto con la sua grande competenza sul fronte assicurativo. Robert Gschwandner e Peter Hangen Un colosso in cemento armato lungo quanto un campo di calcio e alto come un edificio a due piani, davanti un piccolo rimorchiatore verde. L’Ocean Ranger è già da tre giorni in navigazione per trainare un enorme pontone per centinaia di chilometri lungo la costa dell’oceano Pacifico, dal molo di Aberdeen (Stati Uniti) attraverso lo stretto di Juan de Fuca e diversi canali fino al cantiere sul lago Washington a Seattle. Sebbene in questo freddo giorno di aprile 2014 si tratti già del 36° dei 77 pontoni previsti, la tensione anche questa volta è palpabile nel team del progetto. Quello che serve adesso infatti è la precisione: il vecchio ponte galleggiante è stato aperto per consentire il transito; il blocco in cemento armato del peso di 11.000 t (come 25 jumbo jet) viene trainato con cautela dall’Ocean Ranger accanto al pontone N, già collocato a destinazione. Prima che il pontone O sia sistemato nella posizione finale passano ancora alcune ore. Finalmente il team può tirare un sospiro di sollievo. Poco dopo arriva Nancy M con al traino il prossimo pontone. I pontoni sono corpi cavi galleggianti in cemento armato. A Seattle vengono allineati come perle in un filo e assicurati al fondale con pesantissime ancore. Serviranno a sostenere direttamente il piano stradale. Il nuovo ponte galleggiante è il progetto dei superlativi: mai sono stati realizzati pontoni così grandi e così pesanti, con una lunghezza di 2,3 km il nuovo attraversamento è 800 m più lungo dell’esistente, la carreggiata a sei corsie è notevolmente più larga e il piano stradale si trova a una quota quasi doppia dal pelo libero dell’acqua (vedi anche il box a p. 15). I ponti galleggianti sono una rarità tra le opere di attraversamento I ponti galleggianti senza fondazioni e piloni sono una rarità anche per gli addetti ai lavori più esperti. Quattro delle cinque opere di attraversamento più lunghe del mondo si trovano nello Stato di Washington (Stati Uniti). Il ponte SR 520, anch’esso galleggiante, collega da molti anni il centro di Seattle con i distretti situati a nord, al di là del lago Washington. Molti pendolari lo utilizzano per Panoramica del vecchio ponte, ormai pericolante, sul lago Washington e del cantiere del nuovo ponte galleggiante, che misurerà 2,3 km di lunghezza, avrà una carreggiata a sei corsie e sarà antisismico. Munich Re Topics Magazin 2/2014 13 RISCHI TECNOLOGICI raggiungere il centro della città o al contrario per andare nelle periferie in espansione. Nella sola sede centrale di Microsoft, a Redmond, a est del lago Washington, lavorano quasi 100.000 persone. 115.000 veicoli transitano giornalmente sul ponte, che in origine era stato progettato per una circolazione massima di 65.000 veicoli. L’età e le sollecitazioni prodotte dal traffico pesante e dai carichi per asse in continuo aumento affondano progressivamente il ponte. In caso di alta marea e forte moto ondoso la struttura oscilla visibilmente e il traffico serale di rientro provoca talvolta una preoccupante inflessione. In autunno e in inverno, nei giorni di forte maltempo l’attraversamento deve essere chiuso perché l’acqua invade la carreggiata. Anche le condizioni meteorologiche severe nel Nordovest degli Stati Uniti nuocciono al vecchio ponte: il calcestruzzo è poroso, l’acqua penetra nella costruzione e corrode in modo minaccioso l’armatura d’acciaio. All’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, dopo una fortissima tempesta vennero riparate oltre 30.000 crepe nella struttura, e ogni giorno bisogna effettuare delle manutenzioni. Questioni di geologia e di geografia A Seattle si è discusso animatamente per oltre un decennio a proposito del nuovo ponte. Sono stati presentati diversi progetti ed eseguite perizie approfondite sull’impatto ambientale. Dal momento che la profondità del lago Washington può arrivare a 60 m e che il fondo è costituito da uno strato di fango alto 30 m, la costruzione di un ponte su piloni sarebbe troppo costosa e irragionevole dal punto di vista geologico. Lo Stato di Washington ha optato quindi all’inizio del 2011 per un nuovo ponte galleggiante, che verrà eretto a fianco di quello esistente e, una volta ultimato, andrà a sostituire il vecchio attraversamento (vedi anche grafico a pagina 15). Per aumentare la resistenza all’inflessione e allo svergolamento, i pontoni sono fissati a 56 ancore, ognuna delle quali pesa 77 t, ossia all’incirca quanto 70 automobili. Traino pesante: un altro pontone arriva a Seattle dopo un viaggio di parecchi giorni. I pontoni più grandi misurano 110 m di lunghezza, 23 m di larghezza e sono alti 8,5 m, come un edificio di due piani. Il peso, pari a 11.000 t, equivale a quello di 25 jumbo jet. 14 Munich Re Topics Magazin 2/2014 RISCHI TECNOLOGICI Vecchio e nuovo ponte a confronto Il vecchio ponte (in alto) è in servizio da molti anni e in origine era destinato alla circolazione di 65.000 veicoli al giorno; oggi il transito giornaliero è di 115.000 veicoli. Il nuovo ponte sarà quindi notevolmente più largo (35 m) e avrà una carreggiata a sei corsie. Inoltre il piano stradale si troverà a una quota più elevata: 6,1 m dal pelo libero dell’acqua contro i 4 m odierni. Fonte: Washington State Department of Transportation Existing SR 520 Floating Bridge Approximately 13` NEW SR 520 Floating Bridge Approximately 20` Timori in previsione del prossimo terremoto di forte intensità Anche se il ponte galleggia sull’acqua ed è solidamente fissato al fondo del lago con ancore pesantissime, è comunque esposto al rischio di tempeste, tsunami e terremoti. L’intera regione è infatti fortemente sismica. Il vecchio ponte ha resistito senza grossi danni all’ultimo terremoto di maggiore intensità, che aveva una magnitudo di 6,8 della scala Richter. Ciò nonostante è rimasto inagibile per parecchi mesi perché erano andate distrutte le spalle di raccordo sulla terraferma. lità attesa di terremoto un grado di pericolosità stimata pari a 3 (il massimo grado è 4), seguito dai rischi tsunami e forti tempeste. Forti pressioni finanziarie e della pubblica opinione per tutti i soggetti coinvolti La costruzione del ponte viene finanziata prevalentemente dallo Stato di Washington, e quindi con i soldi dei contribuenti, e per questo motivo la sua edificazione è destinataria di grande attenzione da parte dell’opinione pubblica a Seattle e dintorni. I costi di costruzione previsti per l’intero progetto sono attualmente quantificati in 4,6 mld US$. Prima o poi si verificherà il cosiddetto «big one», un terremoto ancora più forte di quello del 2001. Gli esperti sono concordi in merito. La questione è solo: quando succederà? A questo proposito esistono molti studi e simulazioni, ma anche molta incertezza. Intanto cresce di giorno in giorno la probabilità di occorrenza di un sisma di elevata magnitudo che colpisca una o più città lungo la costa occidentale da Vancouver a San Diego. Solo nella regione di Seattle, il cosiddetto Puget Sound, si trovano ben 13 faglie tettoniche in grado di originare un potente terremoto. Eventuali danni e la loro riparazione non solo farebbero procrastinare la realizzazione del ponte, ma causerebbero un consistente aumento dei costi. Per questo gli assicuratori diretti coinvolti nel progetto necessitavano di un partner sul fronte riassicurativo che, forte di elevate competenze tecniche, potesse coprire i rischi della costruzione dei pontoni e del ponte. Da anni a Seattle si teme inoltre che un sisma di forte intensità possa generare uno tsunami con onde enormi, capaci di travolgere anche il ponte. Tali timori sono confermati anche da un’analisi delle zone di pericolosità sismica in corrispondenza del sito di ubicazione del ponte, effettuata con la NATHAN Risk Suite, un tool sviluppato da Munich Re per la stima delle catastrofi naturali: NATHAN attribuisce alla probabi- Dal punto di vista ingegneristico ogni progetto costruttivo è un caso a sé; dopo tutto le numerose condizioni di contesto, come la geologia, il sito di ubicazione o i materiali, ma anche i requisiti richiesti alla costruzione differiscono di volta in volta notevolmente, una circostanza che mette continuamente alla prova tutti i soggetti coinvolti nel progetto, compresi quindi gli assicuratori. Le sfide dal punto di vista assicurativo Munich Re Topics Magazin 2/2014 15 RISCHI TECNOLOGICI Le operazioni di ancoraggio richiedono precisione. Per gli assicuratori diretti e per Munich Re come riassicuratore del progetto la sfida consisteva soprattutto nel comprendere i rischi nella loro complessità e nel darne un’adeguata valutazione perché mancano quasi completamente le esperienze sia ingegneristiche che assicurative in relazione agli attraversamenti galleggianti di tale lunghezza. Il ponte è un prototipo, i lavori sono complessi e bisogna fare attenzione a una moltitudine di elementi. Nella progettazione così come nel modello di copertura bisogna far confluire informazioni quali la larghezza, l’altezza e il peso del ponte e dei mezzi circolanti nonché i carichi derivanti dalle correnti, dal vento e dal moto ondoso. I pontoni, una volta costruiti e trasportati nel sito di destinazione, devono rispondere alle condizioni di stabilità e durabilità di progetto previste per la struttura. Anche Munich Re ha assicurato fino a oggi solo pochi ponti galleggianti ma, grazie all’esperienza maturata assicurando altri megaprogetti dalle grandi ambizioni tecniche, sia nella costruzione di opere di attraversamento che di tunnel, le cedenti e il consorzio hanno avuto fiducia in noi. 16 Munich Re Topics Magazin 2/2014 Soluzioni su misura per rischi grandi e complessi Per la quantificazione dei rischi abbiamo attinto alle esperienze di altri progetti costruttivi. Erano già stati assicurati ad esempio pontoni simili per la realizzazione di tunnel a tubo immerso in Turchia o in Vietnam. Anche le tecniche di precompressione e ancoraggio e i relativi rischi erano noti da altri progetti infrastrutturali. Oltre alle dimensioni tecniche hanno pesato sulla stima del rischio gli effetti di catastrofi naturali come terremoti, tsunami e tempeste. Le poche esperienze di sinistri a ponti galleggianti nelle immediate vicinanze mostrano che gli attraversamenti di maggiore lunghezza possono essere danneggiati anche a seguito di eventi naturali di minore entità. Nello Stato di Washington sono affondati già due ponti a causa di una tempesta: nel 1979 l’Hood Canal Bridge (ponte di collegamento con la penisola Olympic) e nel 1990 il ponte della Interstate 90 sullo stesso lago Washington. I difetti di costruzione dei ponti affondati sono stati presi in considerazione nella progettazione del nuovo attraversamento. RISCHI TECNOLOGICI In collaborazione con il consorzio, Munich Re ha elaborato un nuovo modello di copertura che comprende la costruzione e il trasporto dei pontoni nonché la costruzione del ponte stesso. Nella garanzia assicurativa sono inclusi il cantiere e la costruzione dei pontoni ad Aberdeen, il trasporto dei manufatti fino al primo sito di ancoraggio nonché, nel luogo di destinazione sul lago Washington, l’ancoraggio dei pontoni sul fondo del lago, il collegamento dei singoli pontoni mediante opportuni cavi, il collegamento del ponte alla terraferma e la posa del piano stradale. Il ponte dovrebbe essere agibile nel 2016 Ocean Ranger, Nancy M e molti altri rimorchiatori continueranno nei prossimi mesi a trainare diligentemente i pontoni verso il lago Washington. A fine 2014 tutti i pontoni dovrebbero essere stati trasportati, ancorati e collegati tra loro, dopodiché i lavori proseguiranno con altre fasi. Tra l’inizio e la metà del 2016 il ponte galleggiante sulla SR 520 a Seattle dovrebbe essere pronto e arricchire la «città smeraldo» di un’altra attrazione. >> Per maggiori informazioni su questo grande progetto consultate il nostro portale Touch Engineering www.munichre.com/engineering Dati e Fatti – Inizio lavori: ottobre 2011 – Termine previsto lavori: inizio/metà 2016 – Costi stimati dell’intero progetto: circa 4,65 mld US$ – Lunghezza del ponte: 2.310 m (intera opera: 4.750 m) – Larghezza: 35 m (sei corsie di marcia, due corsie di emergenza e una pista ciclopedonale) – Quota della carreggiata: 6 m dal pelo libero dell’acqua – Numero di pontoni previsti: 77 (i 33 pontoni più grandi sono lunghi 110 m, larghi 23 m e alti 8,5 m ciascuno) – Peso dei pontoni più grandi: 11.000 t I NOSTRI ESPERTI: Robert Gschwandner, ingegnere civile ed economico-gestionale, lavora dal 2007 in Munich Re come esperto di progetti di costruzione e sottoscrittore senior di rischi facoltativi nel comparto costruzione di opere civili. [email protected] Peter Hangen, ingegnere civile ed economico-gestionale, lavora dal 2002 in Munich Re come esperto e responsabile di sezione, e si occupa della sottoscrizione di rischi facoltativi nel comparto costruzione di opere civili. [email protected] Munich Re Topics Magazin 2/2014 17 GEOINTELLIGENZA Trasparenza e alta competenza alla base del successo Chi oggi vuole gestire i rischi in modo globale, deve conoscere esattamente il contesto geografico per poter valutare con precisione il potenziale di rischio e definire una tariffa adeguata. In questa attività NATHAN Risk Suite offre un eccellente supporto ad assicuratori e risk manager. L’industria assicurativa impiega già da lungo tempo le geoinformazioni. La possibilità di attingervi facilmente da ogni singola posta zione di lavoro le ha rese parte integrante della gestione del rischio. 18 Munich Re Topics Magazin 2/2014 GEOINTELLIGENZA Jürgen Schimetschek Mai come oggi è essenziale per gli assicuratori, soprattutto a fronte di un aumento della frequenza degli eventi meteorologici, valutare in maniera precisa le esposizioni e i potenziali di danno derivanti dai rischi naturali in tutti rami. Solo chi conosce bene i rischi che ha in portafoglio ed è in grado di calcolare prezzi adeguati agli scenari attuali e futuri, può con seguire un successo duraturo. NATHAN – una storia di successo L’alta competenza di Munich Re nella ricerca sui geo rischi si basa su un’esperienza pluridecennale e sulla raccolta e interpretazione sistematica di dati relativi a cicloni, uragani, terremoti e altri rischi naturali. L’industria assicurativa sfrutta le geoinformazioni da molti decenni, in origine soprattutto per la gestione dei rischi naturali nei rami elementari. I geodati si ottengono riunendo informazioni di rischio provenienti da diverse fonti, correlando queste informazioni con dati territoriali e rendendole visibili all’interno di immagini satellitari. Vengono così creati veri e propri panorami di rischio, che rappresentano molto bene i vari tipi di pericolosità ambientale e i possibili cumuli di esposizione all’interno di una regione. A seconda dell’interrogazione effettuata e delle necessità l’utente può così comporre un profilo di rischio personalizzato e sempre aggiornato, e visualizzarlo nella cartografia. Dal 2011 offriamo ai nostri clienti NATHAN Risk Suite, che riunisce in un insieme coordinato le nostre cono scenze nel campo. NATHAN è l’acronimo di Natural Hazards Assessment Network ed è un pacchetto di strumenti geoinformativi che consente di stimare i rischi naturali per singole ubicazioni di rischio nonché per interi portafogli con precisione al numero civico in tutto il mondo. Sulla base di dati geocodificati sul por tafoglio e sui sinistri vengono analizzate e visualizzate complesse correlazioni territoriali. Questa trasparenza costituisce il punto di partenza per una buona identifi cazione e dispersione dei rischi in un portafoglio o in un mercato, una tariffazione più precisa senza onerosi supplementi, un monitoraggio a lungo termine del por tafoglio, l’individuazione di «punti caldi» o cumuli di esposizione; in definitiva aiuta a conservare nel tempo la redditività. Il progresso delle tecnologie e le soluzioni basate su web hanno rivoluzionato e decisamente semplificato queste applicazioni; l’analisi di dati geocodificati del portafoglio e dei sinistri è divenuta così un elemento fondamentale del risk management. I dati vengono impiegati nell’intera catena di creazione del valore dell’assicuratore, quindi sia in sede di identificazione, modellizzazione e valutazione dei rischi, sia nella gestione dei sinistri. I rischi industriali e i relativi siti di ubicazione si prestano ad esempio ad analisi geogra fiche di portafoglio di grande precisione, il cui risultato contribuisce a ottimizzare il calcolo dei premi e la gestione dei rischi. La famiglia di prodotti NATHAN Risk Suite Cresce l’importanza dei sistemi informativi territoriali Per sfruttare al meglio le conoscenze territoriali acquisite è però necessario che tali soluzioni vengano messe in stretta connessione con i processi aziendali. Munich Re impiega la geointelligenza nella tariffa zione già da molti anni, sottoponendone le tecniche a un continuo affinamento. NATHAN World Map of Natural Hazards NATHAN DVD (fino a tutto il 2014) Mobile (dal 2015) NATHAN Risk Consulting NATHAN Risk Suite Nella NATHAN Risk Suite Munich Re ha raccolto vari servizi al cliente. I singoli prodotti si differenziano per supporto (cartaceo, online), modalità di analisi (rischio individuale o portafoglio), accura tezza spaziale e profondità di integrazione nel processo di valutazione. Così si ha a disposizione la soluzione più adatta per ogni esigenza. NATHAN Portfolio Risk Pro NATHAN Single Risk Online NATHAN Portfolio Risk Online Munich Re Topics Magazin 2/2014 19 GEOINTELLIGENZA Il rischio in dettaglio Nel caso delle aree industriali nella zona di Bangkok in Thailandia si osserva molto facilmente, grazie ai dati ad alta risoluzione, che rischi geograficamente adiacenti possono presentare esposizioni alquanto diverse. Punto di partenza è la carta generale della regione. Con lo zoom è possibile ingrandire la visualizzazione fino alla singola ubicazione, in questo caso la conurba zione di Bangkok. 0 1.0002.0003.000 km La visuale dettagliata mostra chiaramente che singoli rischi (punti rossi), sebbene distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro, hanno una differente esposizione alle inondazioni. 0 25 50 75100 km 0 0,51,0 1,52,0 km 20 Munich Re Topics Magazin 2/2014 Fonte zonazione del rischio inondazione: JBA Risk Management; fonte immagine di sfondo: Esri, DigitalGlobe, GeoEye, i-cubed, USDA, USGS, AEX, Getmapping, Aerogrid, IGN, IGP, swisstopo and the GIS User Community GEOINTELLIGENZA La carta mostra il Red River con i suoi affluenti, che sono parte del sistema fluviale del Mississippi, situato circa 300 km a nord-est di Dallas. Strumenti di lavoro in continuo perfezionamento Per offrire informazioni sempre più precise e facili tarne l’utilizzo ci impegniamo costantemente nel‑ l’arricchire la già collaudata NATHAN Risk Suite di contenuti e funzioni sempre nuovi. Gli ultimi aggiornamenti comprendono: −−il rinnovamento dell’interfaccia di navigazione per un utilizzo ancora più intuitiv; −−una mappa base ibrida che collega le immagini satellitari con il repertorio toponomastico; −−zone CRESTA ancora più dettagliate con due livelli di risoluzione (HighRes e LowRes); −−un modello digitale del terreno con risoluzione spaziale di 90 m per un migliorato rilevamento della pericolosità da onde di tempesta e tsunami; −−il report di analisi dei valori assicurati, che consente, premendo un pulsante, di visualizzare l’esposizione derivante dalla combinazione tra zone di pericolosità ambientale e valori assicurati di una regione; −−zone globali di rischio inondazione in alta risoluzione. Un nuovo standard per la valutazione dei rischi da inondazione Dall’inizio del 2014 sono state via via integrate in NATHAN zone di rischio inondazione standardizzate di alta qualità, che offrono un livello di accuratezza mai raggiunto sul mercato internazionale. Le nuove mappe della pericolosità da alluvione sono standar dizzate a livello mondiale e permettono una valuta zione coerente, e di conseguenza più efficace, delle ubicazioni di rischio. I vantaggi fondamentali della zonazione del rischio inondazione sono la copertura globale, l’utilizzo generale di un modello digitale del terreno con una risoluzione spaziale di 30 m e dati idrologici di base di alta qualità. Si tratta di un Le nuove mappe della pericolosità da alluvione sono standardizzate a livello mondiale e permettono una valutazione coerente, e di conseguenza più efficace, delle ubicazioni di rischio. Munich Re Topics Magazin 2/2014 21 GEOINTELLIGENZA miglioramento sostanziale perché finora si utilizzava un passo di 100 m per l’analisi globale dei rischi natu rali. Per effetto della copertura globale vengono presi in considerazione i corsi d’acqua maggiori e i relativi affluenti a partire da un bacino idrografico di oltre 500 km di estensione, vale a dire che tale approccio non include ogni piccolo immissario. NATHAN fornisce inoltre senza eccezione i dati sulle inondazioni per due tempi di ritorno: 100 e 500 anni, criterio che rende le informazioni confrontabili, mentre fino a oggi i tempi di ritorno erano disomogenei e dissimili per i vari Paesi. La coerenza dei dati rende ora la stima dei rischi inon dazione in 169 nazioni ancora più precisa e supporta così sottoscrittori e risk manager nella fase di valuta zione dei rischi naturali nell’assicurazione diretta e nella riassicurazione, aiutando a dare una risposta ai seguenti interrogativi: −−Dove sono ubicate le esposizioni più significative del nostro portafoglio e qual è la loro qualità? −−Dove possiamo sottoscrivere nuovi affari senza aumentare il rischio di perdite da inondazione? −−Dove sarebbe meglio rinunciare a nuove acquisi zioni o alla sottoscrizione di rischi complementari? −−Ci sono rischi inondazione che dovremmo analizzare più in profondità? >> P er maggiori informazioni consultate il nostro portale connect.munichre.com e se siete interessati a impiegare NATHAN, contattate il vostro gestore clienti. 22 Munich Re Topics Magazin 2/2014 IL NOSTRO ESPERTO: Jürgen Schimetschek è laureato in geologia e idrologia e lavora nell’unità Sottoscrizione aziendale – Soluzioni geospaziali. [email protected] La vostra attività è davvero geointelligente ? Chi oggi vuole gestire i rischi in modo integrato deve conoscere esattamente il c ontesto geografico. Con NATHAN Risk Suite potete stimare con precisione geocodificata per indirizzi i rischi naturali e analizzare interi portafogli, in tutto il mondo. IL VOSTRO SUCCESSO CON LE NOSTRE SOLUZIONI NATHAN Risk Suite vi offre: – dati localizzati con precisione per una tariffazione personalizzata, – correlazioni trasparenti per decisioni chiare, – maggiore informazione per una distribuzione ottimale dei rischi. Per ulteriori informazioni contattate il vostro gestore clienti o visitate il sito connect.munichre.com Novità: mappe della pericolosità da alluvione standardizzate a livello mondiale not if, but how Munich Re Topics Magazin 2/2014 23 ASSICURAZIONE VITA Assicurare meglio le pazienti con tumore al seno Munich Re ha introdotto sul mercato nord-americano un nuovo calcolatore del premio per assicurande con un’anamnesi di tumore al seno, che permette agli assicuratori diretti di offrire tariffe concorrenziali e giungere più celermente alla sottoscrizione della polizza. La mammografia è uno strumento diagnostico per l’identificazione precoce del tumore al seno. 24 Munich Re Topics Magazin 2/2014 ASSICURAZIONE VITA Robert Lund Il tumore al seno è una malattia neoplasica molto frequente tra le donne. Dall’introduzione dello screening mammografico di massa alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso il carcinoma mammario viene diagnosticato allo stadio iniziale in Nord America con una frequenza doppia rispetto a prima. Per le pazienti questa è una buona notizia perché l’individuazione precoce della malattia è decisiva per la completa remissione. Al top dello stato dell’arte Precisione, correttezza, premi concorrenziali Munich American Reassurance Company e Munich Re in Canada (Life) hanno recentemente introdotto nell’ambito di EDGE, il tool di sottoscrizione online in uso in Nord America, un nuovo modulo di calcolo per il tumore al seno. Riveduta e migliorata rispetto al predecessore, la nuova versione si basa principalmente sui dati del SEER (Surveillance, Epidemiology and End Result), il registro federale dei tumori del National Institut of Health statunitense, ma sono stati incorporati anche dati di studi clinici e dell’industria farmaceutica. Con il nuovo calcolatore gli assicuratori diretti possono calcolare celermente un premio adeguato per le assicurande con un’anamnesi di carcinoma mammario e offrire una copertura già un anno dopo la conclusione della terapia. Una caratteristica di grande praticità: speciali domande «k.o.» che consentono di filtrare ed escludere fin dall’inizio i casi non assicurabili, in modo che gli assuntori possano concentrarsi solo su quelli che rispondono ai criteri di assicurabilità. Il calcolatore dall’interfaccia amichevole segue un nuovo approccio e suddivide le assicurande in tre gruppi di età: fino a 49 anni, da 50 a 69 anni, 70 anni e oltre. Questa tripartizione è più rappresentativa rispetto al raggruppamento considerato fino a oggi (40–65 anni) e ha portato a una diminuzione dei tassi di premio per la fascia di età dai 50 ai 69 anni, quella che individua la maggioranza delle assicurande con tumore in stadio iniziale. Il tumore al seno è sensibile agli ormoni e gli estrogeni stimolano la crescita del tumore. Le donne in postmenopausa al di sopra dei 50 anni costituiscono la maggioranza delle pazienti con tumore al seno e hanno una prognosi più favorevole rispetto alle pazienti premenopausali. L’introduzione di un’efficace terapia ormonale ha ulteriormente migliorato la probabilità di sopravvivenza delle classi di età più elevate. Circa il 75% delle donne sopra i 70 anni con carcinoma mammario localizzato ha un tumore relativamente poco aggressivo e senza coinvolgimento dei linfonodi. La cura consiste per lo più nell’asportazione chirurgica del tumore e nella somministrazione di tamoxifene, una sostanza in grado di contrastare gli effetti dell’estrogeno. Le probabilità di sopravvivenza sono identiche a quelle di una terapia più aggressiva e il nuovo calcolatore tiene conto di questo approccio clinico e dei suoi risultati positivi. I vantaggi del calcolatore: tariffe più vantaggiose, migliore assicurabilità, minor numero di rigetti. Si è scoperto che la probabilità di sopravvivenza in caso di tumore al seno in stadio iniziale si può meglio rappresentare attraverso una valutazione tabellare (p. es. con detrazione di punti) che non con l’applicazione temporanea del classico sovrappremio forfettario. Nella maggior parte dei casi la riduzione di punteggio che ne risulta è minima. La tradizionale fase di differimento non rappresenta per contro un vero vantaggio in caso di stadio precoce del tumore perché l’incremento minimo di mortalità si manifesta solo in un momento successivo. Per la maggior parte dei carcinomi mammari allo stadio iniziale senza coinvolgimento dei linfonodi e senza metastasi il tool suggerisce quindi una maggiorazione di premio molto ridotta o addirittura la tariffa standard. Per i casi più complessi o problematici i nostri clienti possono contare sul supporto degli esperti di Munich Re negli Stati Uniti e in Canada. Spesso sono possibili anche soluzioni in riassicurazione facoltativa. In generale i tool e i servizi di sottoscrizione ampliano l’assicurabilità ed elevano la competitività. La collaborazione internazionale è imprescindibile per il continuo sviluppo e ampliamento dei due strumenti informatici EDGE e MIRA. Munich Re Topics Magazin 2/2014 25 ASSICURAZIONE VITA EDGE, la piattaforma informatica per la sottoscrizione in Nord America EDGE è disegnato per rispondere alle esigenze dei clienti sul mercato nord-americano. Oltre al calcolatore per il tumore al seno comprende attualmente anche i tool di calcolo per il cancro della prostata e per il melanoma cutaneo. Altri strumenti si aggiungeranno in futuro. Il calcolatore per il tumore al seno è il terzo modulo di analisi del rischio per le patologie neoplasiche a essere integrato in EDGE. Segue al tool per il cancro della prostata e per il melanoma cutaneo. Il piano prevede che ogni anno venga aggiunto un calcolatore per un’altra forma tumorale. L’eccellenza nella sottoscrizione sulle due sponde dell’Atlantico EDGE è disegnato per rispondere alle esigenze dei clienti sul mercato nord-americano. Come il tool gemello MIRA, che è disponibile in tutto il mondo (con l’eccezione del Nord America) in diverse lingue e versioni, EDGE fornisce all’utente in modo semplice e facilmente comprensibile consigli sulla sottoscrizione basati su evidenze scientifiche. Attraverso una funzione di ricerca è possibile inoltre accedere a molte informazioni di approfondimento. Entrambi i tool sono indipendenti da piattaforme e non necessitano di software specifici. MIRA ed EDGE si avvalgono dell’intensa collaborazione «transatlantica» tra i colleghi di Munich Re negli Stati Uniti e in Canada e quelli a Monaco di Baviera. Regolari conferenze via web e sessioni di lavoro sul posto garantiscono un efficace scambio 26 Munich Re Topics Magazin 2/2014 di conoscenze, che è imprescindibile per il continuo sviluppo e ampliamento dei due strumenti informatici. Le piattaforme di sottoscrizione tecnologicamente avanzate non solo aumentano l’efficienza dei processi operativi, ma impongono anche nuovi criteri di riferimento per l’attività assuntiva a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti. Tariffe più vantaggiose, migliore assicurabilità, minor numero di rigetti: con il calcolatore per il tumore al seno, EDGE diventa un tool quanto mai attraente per gli assicuratori diretti. IL NOSTRO ESPERTO: Il Robert Lund, vicepresidente e direttore medico di Munich American Reassurance Company, ha partecipato in misura determinante allo sviluppo del calcolatore. [email protected] Cosa c’è di così emozionante nella riassicurazione? In TOPICS ONLINE troverete le risposte. La nostra rivista elettronica per il mondo dell’assicurazione getta uno sguardo dietro le quinte di Munich Re e mostra quali sono le passioni da cui ci facciamo coinvolgere. Vi presentiamo personalità interessanti, trattiamo temi d’attualità del panorama assicurativo e finanziario, illustriamo tendenze e proponiamo le soluzioni e i servizi più attuali. E voi partecipate attivamente: attraverso una funzione di commento è possibile infatti stimolare interessanti discussioni con noi, mentre sondaggi interattivi riflettono le vostre opinioni. www.munichre.com/en/topicsonline not if, but how Munich Re Topics Magazin 2/2014 27 RC PRODOTTI Allevamento L’etichetta deve corrispondere al contenuto, non importa se i prodotti sono convenzionali o biologici. Ingredienti di origine animale Vaccini e farmaci I pericoli si presentano quando i residui superano i limiti ammessi oppure vengono impiegate sostanze non autorizzate. Malattie ed epizoozie Quando viene colpita un’intera popolazione animale l’allevatore può trovarsi in gravi difficoltà finanziarie. Mangimi Devono essere appropriati alla specie e privi di contaminazioni. Rischio alimentare I nostri alimenti non sono mai stati così sicuri come oggi, anche se talvolta il dibattito pubblico sembra suggerire il contrario. In tutto il mondo si stanno rafforzando tanto le prescrizioni legislative in materia di sicurezza dei prodotti quanto i poteri delegati alle autorità per farle rispettare: presupposti importanti perché i consumatori vengano tutelati nel miglior modo possibile. Ciò nonostante in molti punti della filiera produttiva possono generarsi dei rischi. CE 28 Munich Re Topics Magazin 2/2014 Il regolamento (CE) n. 178/2002 impone che alimenti e mangimi siano integralmente tracciabili. Modifiche del patrimonio genetico Le normative sono molto diverse da mercato a mercato. Concimi e prodotti fitosanitari Eventuali residui sono indesiderati e possono essere nocivi per la salute. Ingredienti di origine vegetale Rischi meteorologici È possibile tutelarsi anche contro questi rischi. Parassiti Possono segnalare una carenza d’igiene. Catena del freddo Deve essere mantenuta per l’intera durata di trasporto e immagazzinamento. Trasporti Che fare quando gli approvvigionamenti si interrompono? Influenze del suolo e dell’ambiente Possono incidere fortemente sulla qualità degli alimenti. Composizione Indicazioni mancanti o errate possono ingannare il consumatore. Allergeni Se non vengono indicati possono arrecare pregiudizio alla salute di alcuni consumatori. HACCP Igiene È la priorità durante lavorazione, immagazzinamento e trasporto. HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) e Codex Alimentarius di FAO e OMS forniscono, accanto alle legislazioni nazionali, il quadro normativo per la produzione di alimenti. RC PRODOTTI Andreas Dettendorfer e Alfred Sattler Escherichia coli, ormoni e antibiotici nella carne, diossina nelle uova, frammenti di vetro nella mousse di mela, latte in polvere inquinato da melammina o truffe sull’etichettatura: l’elenco degli scandali alimentari che agitano il dibattito pubblico è lungo e nuovi casi continuano a emergere. I loro effetti sulla salute dei consumatori vanno dal semplice senso di nausea fino a gravi intossicazioni alimentari. Spesso la percezione del rischio da parte dell’opinione pubblica non corrisponde però all’effettivo grado di pericolo, che può essere minore o addirittura maggiore di quello percepito. Inoltre uno scandalo alimentare non determina automaticamente un danno assicurato da responsabilità civile. Molteplicità di cause I motivi per cui un prodotto viene contestato possono essere molto vari. Un elemento indesiderato può essere presente fin dall’inizio (p. es. allergeni o batteri) oppure svilupparsi a causa della composizione del prodotto (p. es. funghi e parassiti) o durante la filiera produttiva (p. es. pastorizzazione inefficace, carenze igieniche durante la produzione, interruzione della catena del freddo); oppure può avvenire un’infiltrazione in grado di esercitare un influsso dannoso (p. es. corpi estranei come vetro o legno, oppure batteri e sporcizia). La contaminazione degli alimenti e il loro deterioramento possono essere causati da errore o da dolo, nel secondo caso bisogna distinguere tra l’atto criminale di collaboratori dell’azienda coinvolta e quello da parte di terzi, ad esempio a scopo di estorsione. Gli obblighi del produttore Fino agli anni Novanta era ancora comune effettuare controlli a campione sul prodotto finito per verificare la sicurezza alimentare. Oggi c’è tuttavia consenso sul fatto che questa procedura offra ben poche certezze dal momento che spesso gli alimenti presentano scarsa omogeneità e uniformità. La crisi della BSE (il morbo della «mucca pazza») ha contribuito in modo determinante a cambiare le convinzioni in merito e a rafforzare controlli e normative. Per tutte le aziende che trattano prodotti alimentari gli obblighi di diligenza e la sorveglianza da parte delle autorità sono divenuti più severi. Ciò richiede che l’intera filiera produttiva venga progettata in modo da garantire la sicurezza degli alimenti prodotti e la loro corretta etichettatura. 30 Munich Re Topics Magazin 2/2014 In relazione alla sicurezza alimentare l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) hanno istituito già nel 1962 un apposito organismo, il Codex Alimentarius, dove più di 180 nazioni collaborano in 20 differenti commissioni per lo sviluppo di standard, linee guida e codes of practice sull’igiene e la sicurezza del cibo da applicare lungo tutta la filiera agroalimentare, dalla produzione primaria fino al consumatore finale. Ne fanno parte ad esempio gli standard su additivi e contaminanti oppure per specifiche categorie merceologiche. Non si tratta di norme di diritto vincolanti ma solo di raccomandazioni per gli Stati membri del Codex, che tuttavia vengono assunte come riferimento normativo dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) in caso di controversie commerciali per verificare la conformità con i requisiti di base. Imprescindibile la gestione del rischio e della qualità Dal 1993 il Codex suggerisce l’impiego del protocollo HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) a garanzia della sicurezza degli alimenti. Il sistema è stato ideato nel 1959 dalla NASA per l’alimentazione degli astronauti e a oggi è considerato il più importante standard di sicurezza internazionale nell’industria alimentare. Nel 2006 in Europa ha assunto forza di legge con il regolamento (CE) n. 852/2004 sull’igiene degli alimenti e ne viene richiesta l’integrazione nel sistema di gestione qualità delle aziende. Nell’Unione Europea possono essere commercializzati e importati esclusivamente alimenti che soddisfano le direttive HACCP. Nell’industria alimentare tali disposizioni vengono generalmente applicate alla lettera, ma nelle piccole e medie imprese si riscontrano non di rado delle carenze. Tre quarti dei prodotti contestati provengono da questo settore. Il protocollo HACCP prescrive i seguenti requisiti: −−Analisi dei rischi Devono essere identificati tutti i potenziali pericoli per la sicurezza dell’alimento nell’ambito di responsabilità dell’impresa. Esempio: le caratteristiche biologiche, chimiche o fisiche dell’alimento potrebbero determinare un pericolo per l’uomo. RC PRODOTTI 1 ingredientedacontaminato salmonella Il richiamo più costoso di tutti i tempi nel settore alimentare Un ingrediente contaminato con salmonella, in questo caso burro ovvero pasta di arachidi, fu venduto a 85 aziende, che con esso realizzarono centinaia di prodotti diversi, che a loro volta furono acquistati da altri produttori per ulteriori preparazioni alimentari oppure direttamente dai consumatori finali. In totale si calcola che furono coinvolti fino a 4.000 prodotti finiti come biscotti, cracker, cereali, dolciumi e gelati, ma anche mangimi. Le conseguenze furono 700 casi di infezione e 9 decessi in 46 Stati degli Stati Uniti. I primi casi di malattia si ebbero a fine estate 2008 e il primo richiamo venne eseguito nel gennaio 2009. Nel complesso furono attuate 375 azioni di richiamo. Dopo la bancarotta del responsabile il coordinamento fu assunto dalle autorità. Tutte le azioni di richiamo furono collocate dalla Food and Drug Administration (FDA) nella massima classe di rischio. La FDA accertò carenze nel processo produttivo, nonostante il produttore si fosse impegnato contrattualmente al rispetto della «good manufacturing practice» e delle direttive HACCP e avesse superato con successo audit sia pubblici che privati. D’altro canto non bisogna dimenticare che ogni ispezione è solo un’istantanea della situazione in un certo momento. Negli Stati Uniti la vicenda portò all’approvazione del Safety Modernization Act. 85 imprese rifornite ca. 700 casi di infezione + 9 decessi 375 azioni di richiamo ca. 4.000 prodotti finiti richiamati Valore del danno complessivo: circa un miliardo di dollari ca. 1.000.000.000 US$ di danno −−Individuazione dei punti di controllo −−Definizione delle azioni correttive Devono essere identificati i punti critici nel processo produttivo dove uno scostamento dai valori prestabiliti rende un alimento insicuro oppure non conforme alle normative. Esempio: un’autoclave impiegata per la sterilizzazione di un alimento va identificata come punto critico di controllo. In caso di scostamento dei valori monitorati al di sotto dei minimi o al di sopra dei massimi prestabiliti devono essere definite azioni correttive che intervengano sul punto di controllo ripristinando le condizioni richieste. Esempio: quando la temperatura nell’autoclave scende al di sotto del minimo prestabilito viene incrementato l’apporto di energia. −−Definizione dei limiti critici Per ogni punto critico di controllo deve essere definito un valore minimo o massimo, disatteso il quale si determina un pericolo inaccettabile. Esempio: nell’autoclave deve essere mantenuta una certa temperatura per un lasso di tempo prestabilito. −−Definizione delle procedure di monitoraggio Devono essere elaborate e implementate procedure per monitorare in via continuativa i punti critici di controllo. Esempio: la temperatura nell’autoclave viene controllata costantemente per mezzo di un termometro. −−Definizione delle procedure di verifica È necessario verificare che il sistema sia idoneo a garantire durevolmente la sicurezza degli alimenti. Esempio: calibrazione regolare degli strumenti di misura, monitoraggio del campionatore o conservazione di controcampioni. −−Predisposizione della documentazione Ogni provvedimento, documento o campione deve essere registrato per comprovare l’efficienza del sistema HACCP. Esempio: registrazione dei punti critici di controllo, dei valori limite prestabiliti e delle procedure in caso di scostamento dai valori prestabiliti. Munich Re Topics Magazin 2/2014 31 RC PRODOTTI Ciò nonostante prescrizioni e misure preventive non possono scongiurare tutti i casi di contaminazione, proprio perché la produzione degli alimenti è divenuta sempre più complessa a causa della divisione internazionale del lavoro e delle lunghe catene di fornitura. Inoltre è aumentata la sensibilità dei consumatori, che osservano con maggior attenzione la provenienza dei prodotti che arrivano sui loro piatti. L’accertamento o la presunzione di contaminazioni alimentari è quindi un fatto frequente. Se sussiste un rischio per la salute le autorità informano i consumatori attraverso appositi siti Internet oppure i mass media. Il sistema rapido di allerta comunitario RASFF, ad esempio, segnala quotidianamente ai cittadini dell’Unione i prodotti interessati (vedi anche la fig. 1). Negli Stati Uniti gli allerta o i richiami in corso vengono comunicati sul sito della Food and Drug Administration (FDA) o su foodsafety.gov (vedi anche la fig. 2), un portale dove le autorità dei singoli Stati o quelle federali pubblicano informazioni sulla sicurezza alimentare. Responsabilità civile e richiamo dei prodotti Nell’ambito della responsabilità civile prodotti, che di regola si configura universalmente come una responsabilità oggettiva che prescinde dalla colpa, i produttori o gli importatori rispondono dei prodotti difettosi. L’attenzione è rivolta ai danni a cose e a persone. Se un prodotto difettoso immesso in circolazione comporta un rischio concreto di danno per le persone, il produttore e i distributori sono tenuti a effettuare un richiamo a scopo preventivo. Normalmente anche le autorità sono abilitate ad attivare la procedura di richiamo, ma nella pratica essa è quasi sempre iniziativa del produttore stesso e solo in caso di necessità avviene per ordine dell’autorità. Esiste anche la possibilità di un ritiro dalla circolazione di cui l’opinione pubblica non viene a conoscenza, ad esempio se viene individuata una contaminazione prima che il prodotto possa essere disponibile per i consumatori. Fig. 1: Gli allerta comunitari 2013 per tipologia di prodotti alimentari Nel 2013 gli allerta comunitari per prodotti alimentari pericolosi sono stati più frequenti che nell’anno precedente e in oltre il 20% dei casi hanno interessato le due categorie «pesci, molluschi, crostacei e derivati» e «carne e derivati (incluso pollame)». Fonte: Preliminary RASFF Report 2013 Tutte le bevande (acqua e bevande alcoliche e analcoliche) Pesci, molluschi, crostacei e derivati Cereali e prodotti da forno Cacao e relativi preparati, caffè e tè Dolci, miele e gelatine Alimenti dietetici, integratori e cibi addensati Uova e derivati Grassi e oli Additivi alimentari e aromatizzanti Materiali a contatto con gli alimenti Frutta e vegetali Erbe e spezie Gelati e dolciumi Carne e derivati (escluso pollame) Latte e derivati Frutta secca, derivati e semi Altri alimenti/diversi Pollame e derivati Cibi precotti e snack Zuppe, brodi, salse e aromi Mangimi inclusi additivi, materie prime e preparati, cibo per animali domestici Numero di richiami 32 Munich Re Topics Magazin 2/2014 0 20 406080100120 RC PRODOTTI In tutto il mondo viene data priorità alla tutela dei consumatori e quindi i produttori di alimenti si devono confrontare con requisiti di sicurezza del prodotto sempre più elevati. In Europa ad esempio dal 13 dicembre 2014 entrerà in vigore il nuovo regolamento relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti, in particolare in materia di etichettatura, tra cui l’obbligo di indicazione della presenza di allergeni anche per gli alimenti non confezionati. Le indicazioni nutrizionali diverranno obbligatorie dal 13 dicembre 2016. I requisiti più severi sulla sicurezza alimentare, ma anche la maggiore consapevolezza dei consumatori riguardo alla qualità del cibo, hanno reso più frequenti negli ultimi anni i richiami di prodotti. Inoltre, trattando prodotti destinati alla consumo umano, il comparto alimentare è vulnerabile alle contaminazioni dolose, talvolta perfino a scopo estorsivo. Le imprese colpite da casi di questo tipo si trovano esposte a una situazione di crisi che può raggiungere dimensioni tali da minacciarne la sopravvivenza. La perdita di fiducia dei consumatori nel prodotto o addirittura nell’intera marca determina gravi ripercussioni finanziarie e l’inevitabile attenzione dei media aggrava ulteriormente la situazione. Le polizze contro la contaminazione dei prodotti possono mitigare il rischio finanziario Per tutelarsi dalle conseguenze economiche della contaminazione del prodotto è necessaria una copertura che vada oltre i confini della convenzionale assicurazione di responsabilità civile. La cosiddetta polizza anticontaminazione comprende numerose garanzie contro i danni propri. Tra i rischi assicurati figurano: −−i costi di richiamo, −−la perdita di profitto causata da calo del fatturato, −−i costi di pubblicità per riabilitazione del prodotto, −−le richieste estorsive, −−i costi di consulenza per gestione della crisi. La valutazione del rischio nella sottoscrizione In fase di analisi del rischio vanno verificati innanzitutto i punti specificati nel box a destra; inoltre sono importanti i seguenti criteri: −−Si tratta di un produttore, fornitore, importatore o distributore? −−Qual è l’esposizione dell’assortimento di prodotti dell’assicurato (numero e tipo di prodotti, prodotti di marca, notorietà della marca)? −−Che dimensioni hanno fatturato, lotti, serie o produzione giornaliera dei prodotti più remunerativi? Dieci domande chiave per l’analisi del rischio nell’assicurazione RC aziende alimentari 1. In azienda viene monitorata l’igiene personale di tutti i collaboratori (compresi quelli di ditte esterne) e dei visitatori? 2. La struttura costruttiva come pure gli interventi di manutenzione e pulizia sono idonei a garantire costantemente l’assenza di contaminazione del sito produttivo? 3. L’azienda dispone di una procedura di analisi dei rischi e di un sistema di controllo dei punti critici di produzione conformi al protocollo HACCP? 4. Vengono effettuati controlli di qualità conformi agli standard di best practice ed è attivo un sistema di gestione della qualità? 5. Sono presenti procedure efficaci per la lotta ai parassiti? 6. Vengono analizzati i rischi alimentari specifici caratteristici dell’assortimento di prodotti dell’assicurato (p. es. Listeria, aflatossine, allergeni)? 7. È possibile tracciare integralmente da monte a valle della filiera produttiva e viceversa le materie prime, i componenti e gli imballaggi, i prodotti finiti, le procedure di trasporto ed eventualmente la catena del freddo? 8. Viene effettuato in ogni sito produttivo il monitoraggio di materie prime, prodotti intermedi e prodotti finiti in relazione alla presenza di corpi estranei (p. es. legno, vetro, metalli) o sostanze indesiderate (p. es. tossiche o emetiche)? 9. Le indicazioni e l’etichettatura dei prodotti (imballaggio) sono conformi alle prescrizioni normative (e se del caso religiose) e le misure di sicurezza contro le sofisticazioni sono adeguate? 10. L’azienda effettua un monitoraggio del prodotto dopo la consegna? Sono presenti piani di richiamo efficaci oppure piani di crisi? RC PRODOTTI Se si tratta di coprire anche il rischio di contaminazione dolosa del prodotto o di estorsione, devono essere analizzati attentamente fattori come la vulnerabilità degli imballaggi al sabotaggio, le dimensioni dell’impresa, la sua immagine pubblica, la notorietà e la popolarità dei prodotti, ma anche potenziali moventi interni come il grado di soddisfazione dei collaboratori. I processi di gestione delle crisi e dei richiami devono essere adeguati all’impresa È particolarmente importante accertarsi che nel sistema di gestione del rischio dell’assicurato le prescrizioni HACCP vengano scrupolosamente rispettate e che siano stati predisposti processi di gestione delle crisi e dei richiami idonei alle esigenze dell’impresa. Misure di prevenzione sufficienti e risposte commisurate a una potenziale situazione di crisi sono i parametri decisivi per minimizzare efficacemente sia i rischi sia i costi. In sede di valutazione dei rischi di responsabilità civile nell’industria alimentare hanno inoltre particolare rilevanza alcune peculiarità: la maggior parte dei prodotti vengono consumati in un tempo relativamente breve a causa della loro limitata conservabilità, quindi in caso di richiamo non sarà più possibile r ecuperare l’intera quantità del prodotto interessato. L’esposizione dei fornitori di additivi è maggiore per quanto riguarda i costi di richiamo perché a causa dell’«effetto di diluizione» il richiamo potrebbe interessare enormi quantità di prodotti finiti. Ciò accade ad esempio quando una quantità relativamente piccola di un additivo (p. es. una spezia o un aromatizzante) viene distribuita in molti prodotti finiti. Può inoltre accadere che sostanze indesiderate o insufficientemente indagate dalla scienza permangano nel corpo dopo il consumo degli alimenti, esercitando nel corso degli anni effetti cancerogeni, mutageni o teratogeni. Ciò comporta per l’assicuratore RC un potenziale rischio a lunga scadenza oppure anche un eventuale rischio di cumulo, se ad esempio si tratta di un additivo presente in una molteplicità di prodotti finiti. L’assicuratore può fungere da consulente a questo riguardo, soprattutto per le piccole imprese, e contribuire con la sua esperienza a migliorare la gestione del rischio, a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti: aziende, assicuratori e consumatori. Fig. 2: Richiami di alimenti negli Stati Uniti dal 2010 al 2013 Nel 2013 i richiami di prodotti alimentari sono diminuiti rispetto all’anno precedente; tuttavia più della metà dei richiami ha interessato la massima categoria di rischio (classe 1), che resta praticamente invariata ai livelli del 2012. 800 700 Classe 1: Fondata probabilità che il prodotto causi serie conseguenze per la salute o addirittura il decesso. 600 500 Classe 2: Il prodotto causa o potrebbe presumibilmente causare conseguenze negative per la salute transitorie o curabili. 400 300 Classe 3: Il prodotto non ha presumibilmente alcun effetto negativo sulla salute. 200 Fonte: FDA 100 0 2010 34 2011 Munich Re Topics Magazin 2/2014 2012 2013 RC PRODOTTI L’assicuratore dovrebbe esporre ai propri clienti l’entità potenziale dei danni in modo che possa essere scelto un massimale effettivamente adeguato al rischio. L’esempio nel box a pagina 31 illustra l’ammontare che i danni possono raggiungere in un caso estremo. Negli anni passati si è riscontrato come i premi in questo comparto siano diminuiti nonostante ciò non corrisponda ai rischi reali. Le condizioni di assicurazione sono state inoltre costantemente ampliate, da un lato per venire incontro all’inasprirsi delle normative a tutela dei consumatori e dall’altro perché si sta verificando un progressivo trasferimento del rischio d’affari verso l’industria assicurativa. Per svolgere un’attività remunerativa nel tempo, nel ramo RC aziende alimentari sono necessarie un’accurata selezione dei rischi e cautela nella sottoscrizione, soprattutto in presenza di garanzie o costi «innovativi». I NOSTRI ESPERTI: Andreas Dettendorfer riveste la funzione di sottoscrittore senior e si occupa di sottoscrizione facoltativa di rischi RC a livello globale. [email protected] Alfred Sattler è laureato in ingegneria e lavora come consulente nella sezione C onsulenza rischi casualty, dove si occupa di valutazione di rischi RC. [email protected] Munich Re è in grado di affiancare i propri clienti come partner e consulente perché tiene costantemente monitorata l’evoluzione del rischio nel settore alimentare ed è pronta a condividere il proprio knowhow attraverso i gestori clienti. >> Link di approfondimento: http://ec.europa.eu/food/food/rapidalert/index_en.htm http://www.fda.gov/Food http://www.foodsafety.gxov http://www.thecroforum.org/food-and-its-impact-onthe-risk-landscape Munich Re Topics Magazin 2/2014 35 TELEMATICA I sistemi di assistenza aiutano a evitare gli incidenti Quali sono i progressi tecnologici nei sistemi di assistenza alla guida e nelle applicazione telematiche sui veicoli industriali e quali effetti hanno queste novità per gli assicuratori? Un’intervista tra Munich Re e MAN Truck & Bus. Stefan Schulz (Munich Re) e Eberhard Hipp (MAN) provano la sensazione di sedere nella cabina di un autocarro senza conducente facendo un test al simulatore di guida. 36 Munich Re Topics Magazin 2/2014 TELEMATICA Jochen Friedrichs (Munich Re): I produttori continuano a presentare nuove applicazioni telematiche per i trasporti e sistemi di assistenza alla guida sempre più raffinati. La mia impressione è che, come accade spesso in campo tecnologico, prima si sviluppi una soluzione e poi si veri‑ fichi se la novità verrà accettata anche dal mercato. È così anche nel settore dei veicoli industriali, signor Hipp? Eberhard Hipp (MAN): I nostri clienti hanno un comportamento differente dagli acquirenti di autovetture. Nel comparto c’è una forte competizione e ci si gioca ogni euro. I nostri clienti sono molto attenti al TCO, ossia al costo totale di possesso. Inoltre tra‑ dizionalmente il settore si indirizza in funzione delle normative. Stefan Schulz (Munich Re): Può farci un esempio? Hipp: Anni fa ha destato molta sod‑ disfazione una protezione antincastro posteriore sviluppata da noi inge‑ gneri. Installato sotto la targa del camion, questo dispositivo assorbe e dissipa l’energia cinetica nel caso in cui il mezzo venga tamponato da un’autovettura bassa e relativamente leggera. Abbiamo ricevuto riconosci‑ menti da tutti, sia da esperti e colle‑ ghi sia dai media. Ciò nonostante il nostro sistema non ha trovato acqui‑ renti. Qualche anno dopo è entrata in vigore una normativa che ha reso obbligatoria una protezione antinca‑ stro molto meno sofisticata. Purtroppo il dispositivo tecnicamente più evo‑ luto e particolarmente efficiente nell’assorbimento di energia non si è mai imposto. Friedrichs: Qual è oggi la diffusione dei sistemi di sicurezza nei veicoli industriali? Hipp: Noi offriamo vari pacchetti sicurezza, come i sistemi di assistenza alla frenata o al mantenimento di corsia. Nonostante i dispositivi otti‑ mizzino lo stile di guida e quindi con‑ sentano un risparmio medio di carbu‑ rante di circa il 2%, la loro diffusione sul mercato ha ancora grandi margini di crescita. Schulz: Nel caso delle autovetture l’assenza dei vari pacchetti sicurezza incide negativamente sulla rivendibi‑ lità del mezzo. Questo fattore vale anche per i veicoli industriali? Hipp: Ci sono gestori di grandi flotte e spedizionieri che non possiedono un’officina propria e quindi utilizzano solo mezzi nuovi per il periodo di vali‑ dità della garanzia. Già al momento dell’acquisto il pacchetto di garanzie viene definito sulla base del chilome‑ traggio e dell’utilizzo del veicolo. In alcuni casi si conviene che il mezzo alla fine del periodo d’uso verrà riac‑ quistato da noi a un determinato prezzo. La rivendibilità dell’usato è quindi di grandissima importanza per la nostra attività. Chi invece dispone di una propria officina fa viaggiare i veicoli da 10 a 15 anni. Tutte le imprese di trasporti comunque prendono in esame ogni opportunità per ottimiz‑ zare il costo totale di possesso. Friedrichs: Non si tratta di una visione un po’ miope da parte delle aziende? Dopo tutto questi sistemi possono evitare gli incidenti e quindi prevenire i relativi costi conseguen‑ ziali nonché fermi tecnici e danni alla reputazione; costi che possono facil‑ mente superare quelli di acquisto del mezzo. I gestori di autoparchi non ne tengono conto? Hipp: Nessuno può permettersi di rinunciare al veicolo per più di un giorno, quindi ogni trasportatore cerca di evitare che il suo mezzo rimanga vari giorni in officina. Oggi tutti i produttori offrono un servizio di assistenza 24 ore su 24 e in caso di incidente o di guasto i clienti rice‑ vono subito un veicolo sostitutivo. Ciò è rilevante soprattutto per gli autoparchi in ambito urbano, dove più dell’80% delle aziende possiede meno di otto mezzi, che generano ricavi solo quando sono in movi‑ mento. Schulz: Quali sistemi di sicurezza offrite al momento? Hipp: Offriamo di serie i sistemi anti‑ bloccaggio, controllo di trazione, con‑ trollo elettronico di stabilità, frenata elettronica, regolazione automatica della velocità, avviso di deviazione dalla corsia, assistenza alla frenata d’emergenza, monitoraggio pressione pneumatici e stabilizzazione attiva del rollio. Schulz: Potrebbe illustrare breve‑ mente il sistema di stabilizzazione attiva del rollio? Hipp: Con questo sistema l’asse posteriore del veicolo viene dotato di ammortizzatori a regolazione elettro‑ nica. Attraverso l’ammortizzazione ad aria e l’adeguamento delle pres‑ sioni è possibile stabilizzare il veicolo e il carico, in particolare durante la percorrenza delle curve o in presenza di vento laterale. Friedrichs: Quali sistemi sono imposti dalle normative? Hipp: La normativa europea renderà obbligatori tra il 2014 e il 2016 l’LGS, l’ESP e l’EBA, vale a dire assistenza al mantenimento di corsia, controllo elettronico di stabilità e assistenza alla frenata d’emergenza. Schulz: Come varierebbe la frequenza degli incidenti se questi sistemi di sicurezza fossero già installati su tutti i veicoli industriali? Hipp: L’Associazione tedesca delle imprese assicuratrici GDV ha pre‑ sentato dati interessanti a questo riguardo: se il 100% dei veicoli adot‑ tasse l’ACC, ossia il sistema di rego‑ lazione automatica della velocità, si eviterebbe il 71% dei tamponamenti sulle autostrade. Nel caso degli autocarri i tampona‑ menti costituiscono il 33% degli inci‑ denti. Se tutti i veicoli industriali fossero dotati di avviso di deviazione dalla corsia potrebbe essere evitato il 49% degli incidenti, e il 44% se disponessero di ESP. Munich Re Topics Magazin 2/2014 37 TELEMATICA Eberhard Hipp, Stefan Schulz e Jochen Friedrichs Friedrichs: I tamponamenti sono particolarmente onerosi per gli assi‑ curatori. Qual è il piano di implemen‑ tazione per i sistemi di frenata d’e‑ mergenza? Hipp: In una prima fase questi sistemi dovranno ridurre la velocità da 80 km/h a 30 km/h in caso di ostacoli in movimento. Successiva‑ mente dovranno consentire il rallen‑ tamento totalmente automatico da 80 km/h a 10 km/h. Friedrichs: Nel periodo di transizione i nuovi veicoli disporranno di queste tecnologie ma non quelli più datati. Molti mezzi provenienti dall’Europa orientale circoleranno presumibil‑ mente per parecchi anni con dota‑ zioni obsolete a bordo. Si può quindi ipotizzare che, se in una colonna un autocarro moderno è in grado di fre‑ nare con grande rapidità ed efficienza, il veicolo che segue, equipaggiato 38 Munich Re Topics Magazin 2/2014 con tecnologia datata, non abbia più speranze di evitare la collisione? Hipp: Questo è il motivo per cui i legi‑ slatori sono molto cauti nel fissare i valori di decelerazione nel caso di veicoli fermi. Una riduzione automa‑ tica della velocità di al massimo 20 km/h non è in grado di impedire un incidente, ma quantomeno aumenta la sicurezza. Schulz: Come giudicano i conducenti queste normative? Hipp: Li abbiamo intervistati e, al con‑ trario delle aziende, sono critici nei confronti degli assistenti alla frenata d’emergenza in quanto preoccupati per la sorte del carico che trasportano e per ciò che potrebbe accadere die‑ tro di loro. Sostengono infatti che, se l’autocarro è seguito da un automobi‑ lista disattento, in caso di frenata d’e‑ mergenza può essere tamponato. Friedrichs: Ma sono in progetto assi‑ stenti alla frenata d’emergenza che intervengono in modo ancora più incisivo. Hipp: MAN e Daimler stanno lavo‑ rando a un proprio sistema in grado di frenare il veicolo fino a farlo fer‑ mare, quindi operando sempre al limite del coefficiente di attrito. Per‑ ché un sistema di questo tipo fun‑ zioni, le condizioni di operatività devono essere individuate con cer‑ tezza, inoltre deve essere così sicuro da escludere ogni possibilità di falsa attivazione. Se questo accadesse anche una sola volta, il conducente potrebbe dubitare della sua efficacia, criticando il fatto che sul suo mezzo operi un sistema di cui non sa nulla e che non può né regolare né coman‑ dare. Di sistemi di sicurezza sul mer‑ cato ce ne sono ma se ne vedono TELEMATICA pochissimi, per non parlare della pos‑ sibilità di testarli dal momento che entrano in funzione solo in situazioni estreme. Schulz: ... come l’airbag, che nessuno vorrebbe mai vedersi davanti. Hipp: Nel settore dei veicoli industriali gli airbag hanno una diffusione molto limitata: non servono a nulla. Prima di tutto il conducente siede all’interno di una massa di 40 t. In caso di colli‑ sione con un’autovettura è sicura‑ mente l’automobilista ad avere biso‑ gno dell’airbag. Se in un crash test con l’uso di manichini si simula un incidente tra un autocarro e un’auto‑ vettura, si nota che la testa del con‑ ducente dell’autocarro ha uno spo‑ stamento minimo. Questo perché la posizione di guida di un veicolo indu‑ striale è molto diversa. Seduto al posto di guida, il conducente sovra‑ sta un volante quasi orizzontale; il sedile ammortizzato ad aria com‑ pressa ha una corsa verticale di 18 cm. Prima che il cuscino del‑ l’airbag raggiunga la posizione desi‑ derata e si riempa d’aria, l’incidente si è già concluso da un pezzo. La posizione del guidatore rispetto all’airbag, contrariamente che nell’autovettura, non è ottimale e quindi l’utilità di questo dispositivo è dubbia. Friedrichs: I sistemi di sicurezza e di assistenza alla guida intervengono in maniera sempre più attiva. Su cosa state lavorando al momento? Hipp: Già oggi siamo in grado di riportare automaticamente un vei‑ colo al centro della corsia. Abbiamo sviluppato anche una tecnologia che permette ai mezzi di transitare con molta precisione accanto ai cantieri stradali. Friedrichs: Questi sistemi interagi‑ scono direttamente con la guida? Il conducente può disattivarli? Hipp: I sistemi come l’ESP normal‑ mente non sono disattivabili dal con‑ ducente, invece un sistema di frenata d’emergenza deve sempre essere escludibile. In ogni caso al successivo riavvio del mezzo tutti i sistemi saranno di nuovo attivi automatica‑ mente. «La responsabilità è sempre in capo al conducente, che in situazioni d’emergenza deve essere in grado di intervenire sulla base della propria esperienza e delle proprie valutazioni.» (Eberhard Hipp) Schulz: Perché il sistema di frenata d’emergenza deve essere disattiva‑ bile? Hipp: La responsabilità è sempre in capo al conducente, che in situazioni d’emergenza deve essere in grado di intervenire sulla base della propria esperienza e delle proprie valuta‑ zioni. Esistono anche sistemi che è necessario disattivare proprio nelle situazioni di guida che mettono sotto pressione il conducente. Quando ci si trova infatti ad affrontare il difficile istante appena prima di un incidente, è necessario concentrarsi e nulla deve causare distrazione. Nei nostri autocarri quando si attiva un sistema di frenata d’emergenza, tutte le fonti di informazione vengono escluse. Il conducente riceve solamente quelle notifiche di cui ha immediatamente bisogno per evitare l’incidente. Schulz: Si spera che il conducente non sia vittima di un colpo di sonno, che può essere molto pericoloso. Una compagnia assicurativa americana ha condotto per sei mesi una ricerca sul campo con 1.500 conducenti per verificare se un apposito training sui rischi della sonnolenza possa essere di aiuto nell’evitare gli incidenti. Metà dei conducenti ha ricevuto il training e metà no. Dopo sei mesi i condu‑ centi appositamente addestrati ave‑ vano causato quattro danni totali, quelli non formati invece 21. Avete a disposizione soluzioni tecnologiche per ovviare ai colpi di sonno? Hipp: L’attenzione verso il guidatore sta assumendo un’importanza crescente nella ricerca. Un collega, ricercatore presso un altro produt‑ tore, sta sperimentando delle tecni‑ che per tenere attivo il conducente attraverso l’uso di attrezzature spor‑ tive in cabina, aromi e luci variabili. Con il progetto «UR:BAN», avviato nel 2010 assieme a 30 partner tra cui provider di tecnologie, università e due municipalità, stiamo analizzando se e come aumenta la pressione sul conducente quando guida maggior‑ mente in ambiente urbano e come si comporta in contesti complessi. Friedrichs: Lo studio ha già fornito informazioni? Hipp: È emerso un interessante risul‑ tato: non solo le svolte generano stress, ma questa tensione continua ad agire per lungo tempo. Abbiamo scoperto che il livello di stress del conducente rimane praticamente invariato per un periodo da 3 a 15 minuti dopo una manovra di svolta e solo dopo questo lasso di tempo lentamente si smorza. Ciò significa che lo stress non si può spegnere come un interruttore. Si tratta di una scoperta importante per noi. Friedrichs: Il dibattito odierno sulla telematica sta guadagnando rile‑ vanza. L’argomento diverrà sempre più centrale tanto per produttori, assicuratori e titolari di flotte quanto per gli stessi conducenti. Nei vari settori vi sono differenze nelle defini‑ zioni e negli scenari di applicazione della telematica. Quali sono gli aspetti importanti secondo Lei? Munich Re Topics Magazin 2/2014 39 TELEMATICA «Riteniamo che sia possibile viaggiare senza conducente a basse velocità e in ambienti strutturati in modo semplice, ad esempio su autostrade con corsie d’emergenza.» (Eberhard Hipp) Hipp: La telematica può essere appli‑ cata in contesti molto diversi. I dati provenienti dai veicoli possono inte‑ ressare ad esempio gli assicuratori o altre aziende, ma aiutano anche a ottimizzare la logistica. Diversamente dalle autovetture, i veicoli industriali sono già dotati da molti anni di una cospicua comunicazione dati a bordo. Le imprese di trasporto non vogliono però che i loro dati di movimenta‑ zione o logisticamente rilevanti ven‑ gano memorizzati in un qualche database all’esterno e possano essere letti da concorrenti o hacker. Friedrichs: Molti assicuratori riten‑ gono che la telematica abbia risvolti troppo complessi, anche sul piano della protezione dei dati, e che quindi sarebbe meglio attendere gli ulteriori sviluppi. Nel frattempo però ognuno di noi è già comunque collegato in rete telematicamente, ad esempio attra‑ verso lo smartphone in automobile. Hipp: I dati di viaggio sono di supporto ai trasportatori, ad esempio nell’otti‑ mizzazione della logistica, ma teori‑ camente gli stessi dati potrebbero essere utilizzati anche per valutare gli autisti. Si tratta di una questione delicata perché le mansioni dei con‑ ducenti possono essere molto diverse. Per valutare il consumo di carburante del guidatore deve essere valutato l’intero contesto del viaggio: non solo la topografia ma anche la tempistica, le corse a vuoto, i carichi speciali. Non suggerirei ai titolari di flotte di impiegare metodi di quantificazione mirati sul singolo conducente, ma queste riflessioni esistono nel mondo dei veicoli industriali, dove i dati pos‑ sono essere utilizzati per influire sulla remunerazione dell’autista oppure suggerire una misura forma‑ tiva sul comportamento di guida. Friedrichs: Un’ulteriore applicazione telematica è la comunicazione car-to-car. Come valuta la prospettiva di veicoli senza conducente? A che punto siamo con la ricerca? Hipp: Riteniamo che sia possibile viaggiare senza conducente a basse velocità e in ambienti strutturati in modo semplice, ad esempio su auto‑ strade con corsie d’emergenza. A que‑ sto proposito abbiamo in programma un progetto con un’università. Schulz: Quali potrebbero essere gli impieghi? Eberhard Hipp e Jochen Friedrichs durante l’intervista presso MAN 40 Munich Re Topics Magazin 2/2014 TELEMATICA Hipp: In autostrada ricorre una tipo‑ logia particolarmente sgradevole di incidente. Sono le collisioni con i mezzi di lavoro che falciano l’erba e puliscono le banchine al margine destro della carreggiata. Oggi è necessario far marciare un autocarro da 40 t carico di ghiaia dietro questi mezzi di lavoro perché alcuni guida‑ tori su veicoli veloci tendono a vederli troppo tardi e quindi a tamponarli. Su questo autocarro è presente un conducente che deve far procedere il mezzo molto lentamente; noi vor‑ remmo automatizzare proprio questa situazione di traffico. L’autocarro potrebbe continuare a proteggere i lavoratori a bordo strada, ma senza conducente. Friedrichs: Si tratta di un’applica‑ zione molto particolare. Attualmente si dibatte su chi potrebbe trovare interesse per un veicolo senza con‑ ducente. Chi potrebbe desiderare di acquistare un mezzo e poi non poterlo guidare? È ipotizzabile che fra qual‑ che anno siano in circolazione in Europa veicoli industriali senza con‑ ducente, soprattutto nel trasporto su lunga distanza? Hipp: Poniamo innanzitutto dei limiti: velocità bassa e ambienti stradali strutturati in modo chiaro. Per dei veicoli industriali di queste dimen‑ sioni non mi pare che lo scenario da Lei proposto sia ipotizzabile in un prossimo futuro. Dobbiamo anche considerare che il conducente ha una serie di ulteriori mansioni oltre alla guida. Deve ad esempio prelevare un carico e consegnarlo in un grande magazzino in ambiente urbano: un compito complesso. Molti esperti si stanno occupando della guida auto‑ matica, delle manovre di retromarcia e di svolta senza conducente, ma finora nessuno di questi approcci tecnici è stato concretamente messo in pratica. In ambienti controllati come capannoni industriali e depo‑ siti o magazzini esistono invece già oggi autocarri a guida completa‑ mente automatizzata. Schulz: Negli Stati Uniti, dove i pen‑ dolari percorrono quotidianamente anche più di 200 km, sarebbe possi‑ bile entrare in autostrada, immettersi nella colonna di macchine e farsi gui‑ dare automaticamente fino all’uscita, dove il conducente riprenderebbe il controllo del mezzo. Uno scenario simile mi sembra fattibile anche per gli autocarri. Hipp: A questo scopo sarebbe neces‑ saria una corsia dedicata ai soli mezzi industriali, ma questo tipo di richieste non trova molto ascolto. Abbiamo già testato su strade pub‑ bliche un convoglio di quattro veicoli senza conducente, in sostanza un’ap‑ plicazione telematica mobile. Nel progetto erano coinvolti tre grandi spedizionieri; tecnologie di questo tipo hanno buone prospettive solo se vengono supportate anche dalle imprese di trasporto. Schulz: Quale ruolo potrebbe assu‑ mere il mondo assicurativo per incre‑ mentare la diffusione dei sistemi di assistenza alla guida e di telematica stradale per i veicoli industriali? Hipp: Gli incentivi economici non sono sufficienti perché un gestore di flotte cerca comunque di spuntare un premio conveniente dal suo assi‑ curatore. Auspicherei che le compa‑ gnie analizzassero in modo più approfondito e completo le varie tematiche e comunicassero all’opi‑ nione pubblica cosa si può ottenere con questi sistemi e come si può migliorare la sicurezza stradale con‑ seguendo contemporaneamente un risparmio energetico. I NOSTRI ESPERTI: Eberhard Hipp è responsabile del settore generale Research di MAN Truck & Bus a Monaco di Baviera. Assieme al suo team di collaboratori si occupa tra l’altro di temi come il consumo di carburante e la produ‑ zione di CO2, i combustibili alternativi, i sistemi di assistenza alla guida e le appli‑ cazioni telematiche. www.man.eu/corporate Stefan Schulz dirige l’unità di business globale Consulenza auto di Munich Re dal 2008. [email protected] Seguitemi su LinkedIn: http://de. linkedin.com/in/stefanschulzprivate Jochen Friedrichs lavora come consulente auto senior in Munich Re. [email protected] Munich Re Topics Magazin 2/2014 41 SALUTE Ogni passo conta Il diabete è uno dei problemi più pressanti del XXI secolo nel campo della salute. Sarebbero necessari un’alimentazione più sana e maggiore movimento per arginare l’epidemia mondiale. L’industria assicurativa è chiamata a diffondere le informazioni e a provvedere affinché questa patologia sia assicurabile anche in futuro. Andare a piedi anziché usare l’auto, l’ascensore o la scala mobile: uno stile di vita con più attività motoria sarebbe il primo e più semplice passo per prevenire il sovrappeso e con esso molte patologie. 42 Munich Re Topics Magazin 2/2014 SALUTE Franz Benstetter Per diabete mellito si intende un disturbo metabolico cronico che porta a un’eccessiva quantità di glucosio nel sangue (iperglicemia). A seconda del tipo di diabete l’organismo, per esprimersi in parole semplici, non è più in grado di produrre insulina in quantità sufficiente (tipo 1) oppure ha sviluppato nel corso del tempo una resistenza all’insulina (tipo 2). L’insulina, ormone prodotto nel pancreas, ha il compito di regolare l’afflusso alle cellule di glucosio ematico, uno zucchero, più precisamente un monosaccaride aldeidico, ricavato dal cibo. Nelle cellule lo zucchero viene trasformato in energia o immagazzinato per un utilizzo successivo. Il diabete di tipo 1 è di solito una malattia autoimmune nella quale il sistema immunitario endogeno distrugge le cellule del pancreas che producono l’insulina. La malattia insorge per lo più nei bambini e negli adolescenti, a volte tuttavia anche in età più avanzata. Il tipo 2, di cui soffrono 9 malati di diabete su 10 ed è quindi assai più diffuso, ha un’eziologia molto più stratificata; poche patologie hanno cause così eterogenee: l’insulino-resistenza insorge per la concomitanza di fattori genetici e di meccanismi di resistenza secondari come il sovrappeso e la scarsa attività fisica. L’insorgenza viene inoltre favorita da ipertensione, disturbi del metabolismo dei lipidi o l’assunzione di determinati farmaci, ad esempio il cortisone. Un tempo anche l’età era un fattore di rischio importante dato che con il procedere degli anni e in presenza di sovrappeso l’azione dell’insulina diminuisce di efficacia. Oggi invece un numero sempre maggiore di giovani si ammala di diabete di tipo 2. L’iperglicemia ha conseguenze pesanti Se le cellule dell’organismo reagiscono con minore sensibilità all’insulina, il pancreas deve produrre maggiori quantità di tale ormone. L’insorgenza del diabete avviene quando viene superata la capacità di prestazione dell’organo. La concentrazione di glucosio nel sangue sale oltre la norma, circostanza che nelle persone interessate può dar luogo a patologie collaterali e secondarie pericolose: retinopatie, malattie del sistema nervoso (neuropatie), infarto del miocardio, ictus e insufficienza renale sono le più diffuse. Già oggi il diabete è una delle patologie più presenti e la sua incidenza, ovvero la frequenza dei nuovi casi di malattia, continua ad aumentare in tutto il mondo. Maggior responsabile è uno stile di vita con elevata assunzione di calorie in presenza di attività fisica troppo scarsa, che favorisce il sovrappeso. Secondo stime dell’IDF (International Diabetes Federation) il numero dei diabetici salirà dagli attuali 382 milioni a 592 milioni nel 2035. L’aumento dovrebbe verificarsi prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo e in quelli emergenti. I più colpiti dalla malattia sono i gruppi di età dai 40 ai 59 anni. L’80% dei diabetici vive in Paesi con reddito pro capite medio o basso. Secondo l’IDF solo nel 2013 sono deceduti 5,1 milioni di persone per complicanze del diabete. I Paesi con il maggior numero di malati erano la Cina (98,4 mln), l’India (65,1 mln) e gli Stati Uniti (24,4 mln), mentre la prevalenza, ovvero la frequenza della malattia in rapporto all’intera popolazione, è risultata massima negli atolli neozelandesi di Tokelau (37,5%), in Micronesia (35,0%) e nelle isole Marshall (34,9%). Numero dei malati di diabete per aree geografiche L’IDF (International Diabetes Federation) stima che in tutto il mondo circa 382 milioni di persone siano affette da diabete, nel 46% dei casi la malattia però non è ancora diagnosticata. Pacifico occidentale Sudest asiatico Europa America Settentrionale e Caraibi Medio Oriente e Nord Africa America Centrale e Meridionale Africa 56 37 35 24 72 138 20 Fonte: IDF Atlas 2013 mondo intero 382 46 % non diagnosticato Munich Re Topics Magazin 2/2014 43 SALUTE Responsabile della diffusione sempre più alta della malattia è la rapida crescita economica nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, dove si è creato un ceto medio con un notevole potere d’acquisto che ha cambiato le proprie abitudini alimentari aumentando l’assunzione di cibi ipercalorici e riducendo il consumo di verdura. L’adeguamento allo stile di vita occidentale con minore attività fisica fa il resto e in questo modo la vulnerabilità al diabete cresce. Mentre negli Stati Uniti e in Europa il passaggio a una dieta sempre più ricca di calorie ha avuto luogo in tempi piuttosto lunghi, in numerosi Paesi in via di sviluppo questo cambiamento delle abitudini alimentari si sta realizzando molto più velocemente. Per questo motivo in tali Paesi un numero crescente di persone appartenenti alle fasce di reddito più basse ha problemi di sovrappeso e di diabete. E poiché tali fasce di reddito in genere hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari o addirittura non hanno accesso a tali servizi, il diabete viene diagnosticato con ritardo. La diagnosi spesso arriva molto tardi L’aspetto insidioso di questa malattia sta nel fatto che molti diabetici di tipo 2 sviluppano per un lungo periodo solo una sintomatologia non specifica come spossatezza, debolezza, disturbi visivi e una più elevata vulnerabilità alle infezioni. A differenza del diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 si accompagna raramente a una perdita di peso e solo in presenza di un drastico aumento della glicemia si manifestano poliuria (eccessiva diuresi) e polidipsia (sensazione di sete intensa). A causa della aspecificità dei sintomi la diagnosi del diabete avviene spesso solo a distanza di anni, quando ormai sono presenti danni secondari. Secondo alcune stime 20,8 milioni di abitanti degli Stati Uniti sono affetti da diabete, ma solo poco più di due terzi circa ne sono consapevoli. E invece quanto prima viene diagnosticato il diabete, tanto più efficacemente si possono evitare le complicanze che derivano dai disturbi a carico dei capillari (microvascolari) e dei vasi maggiori (macrovascolari). Le complicanze vascolari insorgono nel corso di molti anni e sono ben diagnosticabili e trattabili a ogni stadio di sviluppo. Se non si prendono le necessarie contromisure, sussiste tuttavia il rischio di gravi danni alla salute a causa di infarto del miocardio, ictus, patologie renali e del sistema nervoso. Negli Stati Uniti il diabete è già responsabile della maggior parte delle insufficienze renali. La cattiva circolazione sanguigna soprattutto nella zona degli arti inferiori (piedi) determina una cicatrizzazione molto lenta delle ferite e nel caso più infausto può rendere necessaria un’amputazione. Anche la retinopatia diabetica, ovvero una patologia oculare che comporta danni alla retina e che può portare addirittura alla cecità, va ricondotta alla progressiva degenerazione dei vasi minori. Secondo l’IDF il diabete è la causa principale di cecità e di gravi disturbi alla vista negli adulti nei Paesi industrializzati. In generale la mortalità nei diabetici è almeno due volte più elevata che nelle persone sane 0 10 2030 km del gruppo di riferimento. 44 Munich Re Topics Magazin 2/2014 Eppure sarebbe relativamente semplice tenere sotto controllo la malattia. In primo piano nella terapia del diabete di tipo 2 vi solo un’alimentazione più sana e una più intensa attività fisica. Se tali misure non portano al risultato sperato si può allora passare nella fase successiva a una terapia farmacologica. Proprio perché all’inizio della malattia, in assenza di sintomi tipici è difficile fare capire quali sono i rischi per la salute, molti pazienti si rifiutano di cambiare radicalmente il proprio stile di vita e puntano subito al trattamento con farmaci. A ciò si aggiunge l’assenza pressoché totale, perfino nei sistemi sanitari più avanzati, di un’offerta sistematica di programmi per cambiare il proprio stile di vita, anche per il fatto che non esistono incentivi a tal fine. Si prevede un drastico aumento dei costi Il diabete è una patologia dai costi molto elevati a causa della sua peculiare cronicità e delle gravi complicanze che possono manifestarsi in tutte le combinazioni e modalità. Secondo l’IDF nel 2013 sono stati spesi a livello mondiale per tale malattia 548 mld US$, ovvero l’11% della spesa complessiva per la salute degli individui adulti; tre quarti di tale somma sono ascrivibili alla classe di età tra i 50 e i 79 anni. Nel 2035 la spesa complessiva dovrebbe superare i 627 mld US$. Anche le statistiche delle assicurazioni malattia private tedesche mostrano un trend particolarmente preoccupante: solo tra il 2005 e il 2010 gli esborsi causati dal diabete nel settore assicurativo privato sono saliti in Germania di circa il 45%; i pazienti affetti da diabete di tipo 1 generano costi circa tre volte superiori a quelli della media degli assicurati. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2 il rapporto si attesta sul 2 a 1, ma se subentrano dei danni secondari allora i costi arrivano a quadruplicarsi. La maggior parte delle spese si riferisce ai ricoveri ospedalieri per il trattamento delle complicanze. Ai costi sanitari diretti si aggiungono i costi indiretti per i periodi di assenza dal lavoro e per le perdite di produttività. Ovviamente è difficile fare delle stime in questo campo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parte dal presupposto che i costi indiretti raggiungano quanto meno l’entità di quelli diretti. Nei Paesi con sistemi sanitari poco sviluppati tali costi arrivano a essere anche cinque volte più alti. Non quantificabile in termini monetari è la perdita di qualità della vita, così come non lo sono le sofferenze e le apprensioni che accompagnano la malattia. A livello regionale vi sono grosse differenze relativamente agli esborsi: nei Paesi con benessere diffuso, nel 2013 la spesa media per paziente affetto da diabete è stata di 5.621 US$ mentre nei Paesi con reddito pro capite medio o basso tale valore si è attestato su 365 US$. Poiché in questi Stati le assicurazioni malattia sono poco diffuse, i pazienti e le loro famiglie vanno incontro a oneri notevoli. In America Latina ad esempio i pazienti devono pagare di tasca propria tra il 40% e il 60% circa delle spese sanitarie, e in alcuni degli Stati più poveri al mondo tale quota raggiunge addirittura il 100%. Per molti Paesi in via di sviluppo SALUTE Tasso di crescita stimato tra il 2013 e il 2035 per area Nei prossimi 20 anni circa il numero dei malati di diabete dovrebbe crescere quasi del 55%, passando dagli attuali 382 a 592 milioni di persone. Africa (AFR) Medio Oriente e Nord Africa (MENA) Sudest asiatico (SEA) America Centrale e Meridionale (SACA) Pacifico occidentale (WP) America Settentrionale e Caraibi (NAC) Europa (EUR) mondo intero 592 mln 55% mondo intero 382 mln SEA 70,6 % SACA 59,8 % WP 46,0 % Fonte: IDF Atlas, 2013 NAC 27,3 % EUR 22,4 % 2013 questa situazione è una bomba a tempo latente. In India ad esempio solo una persona su 10 dispone di un’assicurazione malattia e il trattamento del diabete può assorbire rapidamente persino nei casi semplici metà del reddito famigliare. Massima priorità: evitare il sovrappeso I numeri evidenziano come a prevenzione e diagnosi precoce vada attribuito un ruolo importante. Se si fa informazione sulle molteplici cause del diabete, si può accrescere la consapevolezza dei gruppi a rischio e offrire loro programmi di prevenzione. In questo modo gli assicuratori malattia possono quanto meno ridurre i costi per il diabete. Il denaro sarebbe investito bene perché il sovrappeso è la minaccia per la salute che cresce a ritmi più incalzanti. Più di due miliardi di persone al mondo sono in sovrappeso, circa mezzo miliardo è obeso. Già a partire da un indice di massa corporea (IMC) fra 23 e 25 cresce il rischio di sviluppare il diabete; in caso di obesità (IMC > 30) la prevalenza è 50 volte maggiore rispetto alle persone normopeso. A differenza delle malattie cardiovascolari, dei tumori e dei disturbi del metabolismo dei lipidi, dove sono innegabili i progressi nella prevenzione, nel caso del diabete questo non avviene: il tema è discusso troppo poco a livello di opinione pubblica. Mancano campagne di informazione sull’interazione dei diversi fattori e sul rischio di sviluppare la malattia nel corso della vita. C’è dunque urgentemente bisogno di una svolta perché quanto più a lungo persiste lo stato patologico del diabete, tanto più improbabile diventa arginare con successo la malattia. AFR 109,1 % MENA 96,29 % 2035 Gli assicuratori hanno già fatto buone esperienze con programmi speciali per diabetici ad Abu Dhabi, dove la quota di ricoveri relativi a chi ha aderito al programma è diminuita negli anni scorsi del 60%. Simili programmi hanno una ricaduta così positiva perché considerano la predisposizione individuale del paziente e la modalità della malattia, e su questa base sono in grado di raccomandare le misure più idonee. Le esperienze con il cosiddetto telecoaching mostrano inoltre come i pazienti si sentano maggiormente obbligati nei confronti del loro tutor personale che non nei riguardi del loro medico che vedono solo di rado. La sfida consiste soprattutto nel prendere in considerazione le peculiarità culturali di ogni singolo Paese. Nei Paesi di cultura araba bisogna fare attenzione ad esempio al fatto che le pazienti durante il telecoaching siano in collegamento con un’assistente donna. Se organizzati in modo appropriato simili programmi si ripagano in ogni caso anche perché un cambiamento dello stile di vita fa diminuire il rischio di numerose altre patologie. Sono documentati effetti positivi ad esempio nel caso di tumori ai polmoni, al seno e all’intestino, di depressione, ipertensione, dolori alla schiena e persino nelle patologie afferenti alla demenza. In una fase successiva le compagnie assicuratrici potrebbero riflettere sullo sviluppo di un mercato assicurativo per i fornitori di servizi sanitari, che in genere sono vincolati al fatto che gli enti mutualistici rimborsino i programmi di prevenzione. Per giustificare gli esborsi, gli enti mutualistici pretendono una garanzia di successo. Ma proprio questa circostanza costituisce un ostacolo soprattutto per i provider più piccoli, dal momento che dovrebbero appostare delle riserve per il rischio di un insuccesso. Se si stabilisce una procedura unica per la misurazione del successo Munich Re Topics Magazin 2/2014 45 SALUTE «I clienti ci guadagnano, se fanno quello che fa bene alla salute» I ntervista ad Antony Jacob, CEO di Apollo Munich Health Insurance in India, sul nuovo programma di gestione della malattia per chi soffre di diabete. Topics: Il diabete in India sta dilagando. Quali ne sono le cause principali? Antony Jacob: Secondo le stime dell’Indian Council of Medical Research ci sono in India attorno ai 65 milioni di diabetici. Circa 77 milioni di persone sono affetti da una patologia che precede il diabete, l’intolleranza glucidica o «prediabete». Negli ultimi 10 anni le malattie tipiche del benessere come il diabete e l’ipertensione hanno registrato un continuo aumento. Tale situazione ha a che vedere con la trasformazione delle abitudini di vita, ad esempio la tendenza a una maggiore sedentarietà. Sempre più indiani fumano e consumano alcol; a tutto ciò si aggiungono cattive abitudini nell’alimentazione. Da quanto tempo esiste il programma per il diabete? «ENERGY» è partito nel dicembre 2013 come primo prodotto di Apollo Munich Health per la gestione di malattie già conclamate ed è stato appositamente progettato per le esigenze della salute dei pazienti diabetici o ipertesi. Copre i costi dei ricoveri in ospedale e aiuta allo stesso tempo le persone ad avere un migliore rapporto con la propria malattia. Quali sono i motivi del lancio sul mercato del programma? L’India è il secondo Paese dopo la Cina con il maggior numero di malati di diabete. E molti di loro non sanno come gestire questa malattia. Ma secondo le acquisizioni della scienza medica il decorso della malattia di tipo 2 si può influenzare in modo assolutamente positivo con un cam46 Munich Re Topics Magazin 2/2014 biamento delle abitudini di vita e con una regolare attività fisica. Noi di Apollo Munich Health siamo convinti che il comparto assicurativo debba offrire qualcosa di più del mero rimborso delle spese mediche. Sono necessari programmi integrati per la salute. È in questi programmi che sta il futuro dell’assicurazione malattia in India, e il nostro programma per il diabete è solo l’inizio. Quali prestazioni ottiene chi vi aderisce? ENERGY è costruito su tre livelli di prestazioni: il primo consiste nel rimborso delle spese di ricovero ospedaliero a seguito di una patologia diabetica o ipertensiva a partire dalla data di stipulazione della polizza ovvero senza carenza. Per le altre patologie preesistenti la garanzia diviene operante dopo un periodo di aspettativa che va da 24 a 36 mesi. Parallelamente viene offerto un articolato programma di promozione della salute che aiuta il paziente a tenere sotto controllo la malattia. Il cliente viene assistito da un «coach della salute» che gli ricorda di persona le tappe principali del suo programma, lo consiglia e monitorizza i suoi progressi. I contraenti hanno inoltre accesso a un portale Internet (www.thesweetesthing.in), attraverso il quale possono consultare i risultati dei check-up a cui si sono sottoposti, amministrare i dati rilevati ai referti e ottenere informazioni. Il programma include inoltre offerte speciali di imprese partner che servono in generale alla promozione della salute e del benessere. Due volte per periodo di assicurazione, ovvero a distanza di tre e otto mesi dalla conclusione del contratto, i contraenti si sottopongono inoltre a un test sulla salute, il cui risultato fornisce un punteggio complessivo, il cosiddetto wellness score. In caso di rinnovo del contratto i clienti possono ottenere fino al 25% di sconto sul premio e farsi rimborsare in cambio prodotti medicali, cure mediche e farmaci. A seconda del wellness score raggiunto possono ottenere in aggiunta fino al 25% di sconto sul premio. Il pensiero che guida l’intero programma è che i clienti ci guadagnano se fanno quello che fa bene alla salute. Ma possono permettersi di aderire al programma tutti i soggetti interessati? Grazie al sostegno di Apollo Hospitals e del know-how degli esperti di Munich Health siamo riusciti a configurare le tariffe in modo tale che il programma sia alla portata di tutti. Per raggiungere tutti i ceti sociali, offriamo il programma con somme assicurate differenziate a partire da 200.000 rupie fino a un milione di rupie. I potenziali interessati come possono ottenere informazioni? Grazie al tenace impegno degli assicuratori e di altri stakeholder negli ultimi anni è molto cresciuta nell’opinione pubblica indiana la consapevolezza dell’importanza dell’assicurazione malattia ed è aumentata anche la disponibilità a sottoscrivere una polizza. Ciò vale in particolare per le persone che hanno già contratto una malattia, ad esempio il diabete, e hanno difficoltà a trovare un’assicurazione malattia che offra loro garanzie senza limitazioni. Abbiamo inoltre attivato diverse campagne di marketing e di comunicazione. SALUTE e si comprendono i processi che fanno la differenza tra riuscita e fallimento è possibile in linea di principio organizzare un mercato assicurativo. L’industria assicurativa potrebbe in questo modo dare un contributo importante per arginare la diffusione del diabete. Si devono armonizzare misure diverse Parallelamente è soprattutto l’industria degli alimenti a dover contribuire immettendo sul mercato prodotti più sani che contengano minori quantità di zuccheri nascosti e grassi. Inoltre dovrebbe essere garantita un’etichettatura semplice e unificata che consenta ai consumatori di farsi un’idea dei nutrienti che sono rilevanti per la salute. Poiché il fenomeno del sovrappeso è un problema che riguarda l’intera società, la responsabilità grava anche su altri soggetti: i titolari delle politiche educative e scolastiche sono chiamati ad esempio a provvedere affinché venga insegnato a tutti i livelli d’istruzione uno stile di vita più sano, le municipalità e i datori di lavoro sono invitati a creare le condizioni di contesto necessarie a favorire l’attività fisica e un’alimentazione sana. Laddove ve ne sia l’opportunità, nei Paesi in via di sviluppo ma anche nelle metropoli occidentali, si potrebbe fare in modo, già in sede di pianificazione urbanistica, di sollecitare le persone a una maggiore attività fisica. Il comparto assicurativo deve sviluppare prodotti su misura per diffondere sul mercato una tutela assicurativa efficace anche nei Paesi a medio o basso reddito pro capite. In qualità di riassicuratore con un’esperienza mondiale nella gestione dei rischi sanitari, favoriamo l’analisi, la concezione e l’implementazione di innovazioni. L’obiettivo dovrebbe essere quello di riuscire a prestare copertura assicurativa per i soggetti affetti da diabete a uno stadio iniziale e di far sì che programmi di supporto per la promozione della salute conducano a cambiamenti nei comportamenti. Tali programmi potrebbero offrire inoltre un prezioso orientamento nell’intricato sistema sanitario aiutando i pazienti nell’individuazione delle misure e delle prevenzioni più opportune. Nel migliore dei casi questi programmi dovrebbero essere organizzati in modo tale da poter essere valutati attraverso dati attendibili come i valori ematici, del peso e dell’attività motoria. Se un paziente può dimostrare, con idonea documentazione, di avere sotto controllo già da un lungo lasso di tempo la sua malattia diabetica, tale circostanza si rifletterà in modo positivo sulla configurazione del contratto assicurativo. Inoltre le polizze dovrebbero essere strutturate in modo tale, ad esempio per mezzo di franchigie e scoperti, da incentivare il passaggio a comportamenti di maggiore consapevolezza verso la salute. Una sfida per il settore assicurativo sono certamente gli esborsi per i malati di diabete, che crescono in misura sproporzionata rispetto alla media di tutti gli assicurati. Le informazioni codificate attraverso il sistema di classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati ICD (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems) potrebbero fornire utili indicazioni su dove risiedono i maggiori driver dei costi. Un problema è rappresentato dalla differente qualità dei dati tra Paese e Paese. Sarebbe oltretutto di grande vantaggio un sistema di gestione elettronica dei sinistri (e-claims) che permettesse di monitorare diagnosi e fatturazione dei costi. Malgrado tutti gli sforzi i soggetti coinvolti dovrebbero essere consapevoli di un fatto: l’obiettivo di mantenere un’alta assicurabilità ha i suoi limiti perché i rischi derivanti da diagnosi tardive, dalla scarsa disponibilità del paziente a collaborare, dalla compresenza di patologie come forte sovrappeso o pressione arteriosa molto elevata e da danni avanzati a nervi o vasi sanguigni sono praticamente incalcolabili. Munich Re individua un compito e un’opportunità allo stesso tempo nel fornire un contributo al dibattito pubblico attraverso dati e know-how e nel promuovere nuovi approcci per lo sviluppo di prodotti che permettano di gestire in modo proattivo le prestazioni e i costi. IL NOSTRO ESPERTO: Franz Benstetter è esperto di economia sanitaria e responsabile dell’unità Servizi operativi nella divisione Munich Health. [email protected] Munich Re Topics Magazin 2/2014 47 RUBRICA L’economia attraverso la lente del rischio Pillola amara per il Giappone Michael Menhart, capo economista di Munich Re [email protected] I pessimisti non hanno alcuna difficoltà a individuare i problemi dell’economia giapponese, che dal 1992 è cresciuta in media solo dello 0,8% all’anno depurato dell’inflazione. La deflazione non è solo uno scenario di rischio, bensì una realtà. Il livello dei prezzi corrisponde oggi a quello della seconda metà degli anni Novanta. L’indebitamento dello Stato ha raggiunto un nuovo valore record ovvero il 243% della produzione economica e i bassi tassi di interesse sono un’abitudine inveterata in Giappone. Nei prossimi 30 anni la popolazione si ridurrà verosimilmente di quasi il 20% mentre l’incidenza degli ultra 65enni sul totale salirà a quasi il 40%. A tutto ciò si aggiunge una crescente dipendenza dalle importazioni di energia per compensare l’inattività delle centrali nucleari che sono state temporaneamente scollegate dalla rete dopo l’incidente di Fukushima per verifiche sulla sicurezza. Qualunque sia il tipo di problema che si voglia affrontare in relazione all’economia di un Paese, il Giappone e la sua storia economica degli ultimi 20 anni offrono una notevole mole di «materiale illustrativo». Tuttavia anche gli ottimisti hanno da poco dei buoni argomenti: l’economia giapponese ha finalmente ritrovato la via di una crescita quanto meno moderata. L’aumento dell’IVA in aprile non andrà probabilmente a incidere più che tanto sulla dinamica dell’economia. Il tasso di disoccupazione si attesta sotto il 4% ed è quindi inferiore a quello della maggior parte dei Paesi industrializzati. E per quanto riguarda il livello di istruzione della popolazione, il Giappone fa già parte dell’eccellenza mondiale. Dopo numerosi e altrettanto vani tentativi, 48 Munich Re Topics Magazin 2/2014 sembra sia stato allontanato – almeno per ora – perfino lo spettro della deflazione: si prevede che nel 2014 l’incremento medio annuo dei prezzi al consumo supererà il 2%, anche se sarà in gran parte da ricondurre all’aumento dell’IVA. «L’economia giapponese ha ritrovato la via di una crescita moderata» Il Giappone è dunque finalmente riuscito a superare la crisi inveterata? Con le cosiddette «tre frecce della faretra della politica economica e monetaria» il governo del primo ministro Shinzō Abe cerca di spezzare il circolo vizioso di deflazione e recessione, una politica che per questo è stata ribattezzata «abenomics». La prima freccia consiste in una politica monetaria estremamente espansiva: la banca centrale ha acquistato in grande stile titoli di Stato nazionali e ha elevato l’obiettivo di inflazione al 2%. La seconda freccia è costituita da una cosiddetta politica fiscale «flessibile», un elegante eufemismo per indicare imponenti pacchetti congiunturali finanziati dallo Stato attraverso nuovi debiti. Le frecce della politica economica e di quella monetaria sembrano produrre effetti, anche se il Giappone dovrà confrontarsi a lungo termine con una montagna di debiti. Questo perché banche e compagnie di assicurazioni, soprattutto locali, sono state e continuano a essere fedeli acquirenti di titoli di Stato giapponesi che, in presenza di tassi di inflazione molto bassi, sono un investimento attraente anche con una remunerazione minima. La crescita del tasso di inflazione a cui punta il governo potrebbe diventare un test sulla fiducia per gli investitori. Ma soprattutto la politica economica potrà avere successo nel tempo solo se anche la terza freccia centrerà l’obiettivo. Un obiettivo che dovrebbe portare riforme strutturali, come la liberalizzazione del mercato del lavoro, il rinnovamento e adeguamento delle imposte sulle società e la deregolamentazione di alcuni comparti. A differenza delle iniezioni di liquidità e di altre manovre congiunturali della banca centrale e dello Stato si tratta in questo caso di una pillola davvero amara. A ragion veduta il governo Abe ha preannunciato con ampio margine di voler utilizzare questa freccia, ma ancora non si è deciso a farla realmente scoccare. Finora sono state emanate solo riforme isolate, quello che manca è un colpo magistrale, che sarà però necessario per colmare i deficit di produttività dell’economia giapponese e preparare il Paese a sfide così impegnative come l’evoluzione demografica. L’«abenomics» non è quindi un rimedio miracoloso. Anche in Giappone la politica monetaria e fiscale di tipo espansivo non basta a risolvere i problemi e consente solo, nel migliore dei casi, di guadagnare tempo. Ha infatti effetti collaterali che si manifestano sotto forma di nuovi rischi come le bolle sui prezzi delle attività. Quanto più a lungo si attenderà ad applicare le riforme strutturali, tanto maggiori saranno i rischi per l’economia. © 2014 Münchener Rückversicherungs-Gesellschaft Königinstrasse 107 80802 München Germania Telefono: +49 89 38 91-0 Fax: +49 89 39 90 56 www.munichre.com Responsabili per il contenuto Comunicazione del Gruppo Redazione Beate Brix Comunicazione del Gruppo (indirizzo come sopra) Telefono: +49 89 38 91-38 36 Fax: +49 89 38 91-7 38 36 [email protected] Illustrazioni Copertina, p. 2, 12, 14, 16: www.flickr.com/ photos/wsdot/ p. 1: Robert Brembeck p. 3, 18, 24, 42: Corbis p. 4: picture alliance/HOCH ZWEI p. 5: Dirk Wendt p. 6, 9: picture alliance/dpa p. 10, 17, 22, 35, 41, 47: Foto Meinen p. 23: NASA p. 26: Andrew Hughes p. 27: Shutterstock p. 28, 29: Illustration Kircher-Burkhardt p. 36, 38, 40: Oliver Soulas p. 48: Kevin Sprouls Chiusura della redazione 14. 7. 2014 Prodotto con impatto neutro sulle emissioni di CO2 e stampato su carta certificata FSC. >> Leggere Topics Magazin ovunque vi troviate: registratevi sul nostro sito alla newsletter gratuita e riceverete la nostra rivista Topics Magazin (in inglese o tedesco) in formato elettronico nel giorno della pubblicazione. www.munichre.com/en/topics Ci trovate anche su: twitter.com/munichre facebook.com/munichre plus.google.com/115897201513788995727 youtube.com/user/munichrevideo linkedin.com/company/munich-re xing.com/companies/munichre © 2014 Münchener Rückversicherungs-Gesellschaft Königinstrasse 107, 80802 München, Germania Numero d’ordinazione 302-08355 NOT IF, BUT HOW