Report PW definitivo[2]

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Report PW definitivo[2]
Diffusione dei sistemi di Governance nella P.A.
Progetto “Diffusione della sussidiarietà orizzontale”
I LABORATORI
Un percorso di formazione per funzionari delle pubbliche amministrazioni,
scuole, famiglie e associazioni in un’ottica di sussidiarietà orizzontale
Giugno-Settembre 2007
I Project work
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INDICE
Introduzione
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I Laboratori
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La mappa dei partecipanti
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I Project work:
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Progettazione del processo partecipato finalizzato all’analisi di fattibilità della
costituzione di uno sportello immigrati nel II Municipio di Roma
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Sbulla il bullo! Cresci…bello. Comune di Carbonia
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Progettazione di un processo partecipato per la riqualificazione del servizio di
raccolta dei rifiuti solidi urbani. Regione Puglia
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Laboratorio di Progettazione Partecipata per una mobilità scolastica sostenibile.
Regione Puglia
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INTRODUZIONE
Cittadini si nasce o si diventa? La domanda è paradossale, ma serve a mettere a fuoco la complessità di un
tema al centro del dibattito e delle sperimentazioni su un nuovo modo di amministrare. Cittadini si nasce,
certamente. Ma c’è un modo di essere cittadini a tutto tondo, persone che diritti e doveri li assumono con
piena consapevolezza, che prendono iniziative autonome, partecipano alle decisioni, gestiscono attività
tipiche dell’amministrazione. E’ questo tipo di cittadini che il principio di sussidiarietà orizzontale, sancito
dall’art.118 del Titolo V della Costituzione intende legittimare e rafforzare, modificando strutturalmente
l’identità della cittadinanza e ridisegnandone diritti e responsabilità.
E la concreta attuazione di questo principio è al centro del Progetto “Obiettivo: sussidiarietà orizzontale”che
il Formez ha realizzato all’interno del Protocollo d’intesa fra Dipartimento Funzione Pubblica e
Cittadinanzattiva.
La sussidiarietà orizzontale va oltre il principio e la pratica della “partecipazione”: i processi decisionali
inclusivi, per esempio non esauriscono in sé il principio di sussidiarietà. E il volontariato, con cui talvolta
esso si può identificare, è una cosa diversa. Entrambi creano capitale sociale, sviluppando nella comunità
senso civico e fiducia, ma la sussidiarietà ha un “di più” di “cittadinanza”perché implica l’assunzione
autonoma di iniziativa, e non l’inclusione “da parte di”.
Un esempio: c’è una piazza, luogo di ritrovo di migranti. Le associazioni che li rappresentano si fanno
promotori di un’azione di riqualificazione della piazza, in modo tale che da luogo “separato” essa diventi
cuore pulsante del quartiere intero. Coinvolgono i commercianti, il Comune, gli abitanti, polizia e
carabinieri, insieme “prendono in carico” la piazza: decidono, progettano, fanno. Mercato multietnico?
Campagne di comunicazione? Programmi culturali? Tutto viene pensato e gestito con modalità condivise. Le
ricadute di un intervento simile sono tante, da quelle relative alla sicurezza, alla vivibilità urbana, allo
sviluppo del commercio: cresce l’integrazione, aumenta la fiducia nelle istituzioni, migliora la qualità della
vita.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica, affidando al Formez e a Cittadinzattiva la realizzazione del Progetto
“Obiettivo Sussidiarietà orizzontale”, ha aiutato le amministrazioni a comprendere che partecipazione e
sussidiarietà non sono solo un valore in sé ma sono necessarie per cambiare la qualità delle politiche e i modi
dell’amministrare; Le sostiene, inoltre, nella necessità di modificare se stesse per “accogliere” e rendere
operativi questi principi promuovendo lo sviluppo di nuove competenze in grado di favorirne l’attuazione.
Competenze tecniche che si uniscono a quelle che ciascun cittadino possiede. Governare e amministrare in
modo partecipativo e sussidiario permettono “una molteplicità di sguardi” che consente agli amministratori
di sbagliare meno: amministrare in tanti è amministrare meglio.
Elena Tropeano, Formez
Responsabile del Progetto
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I LABORATORI
Si concludono con il Seminario del 26 settembre i laboratori territoriali del progetto “Obiettivo Sussidiarietà
orizzontale” che hanno visto coinvolte tre amministrazioni del centro sud in un programma di diffusione
del principio di sussidiarietà, previsto dal protocollo sottoscritto da DFP e Cittadinanzattiva nell’ottobre del
2006. Le amministrazioni coinvolte sono il Comune di Carbonia, l’Assessorato Trasparenza e Cittadinanza
Attiva della Regione Puglia e il Municipio II del Comune di Roma.
L’obiettivo del progetto formativo, iniziato a fine giugno, era verificare nel concreto in che modo le
amministrazioni pubbliche possano modificarsi per accogliere e rendere operativo l’istituto della s.o. Il
percorso, di sei giornate per ciascuna amministrazione, si è rivolto ad un target misto di circa 90 persone fra
politici, funzionari, cittadini singoli o organizzati, che fino a settembre saranno impegnati in un project work.
Nella prima giornata Gregorio Arena, Presidente di Cittadinanzattiva e Fabio Giglioni, giurista, hanno
approfondito il significato di questo principio, anche nel suo sviluppo storico, e chiarito la differenza rispetto
ad altre forme di partecipazione, individuando come esso possa diventare occasione per il cambiamento
delle amministrazioni. La seconda giornata è stata differenziata a seconda del tema prescelto da ciascuna
amministrazione Al Municipio II di Roma si è avviato un processo partecipato per la creazione di uno
sportello per gli stranieri. Con Nicoletta Levi - esperta di comunicazione pubblica e istituzionale - si è
analizzato come progettare il servizio in modo condiviso, quale ruolo dare alla p.a. e quale alle associazioni
di migranti, come utilizzare lo strumento comunicazione anche per la gestione dello sportello. A Carbonia,
con Serenella Paci, esperta di politiche pubbliche, i partecipanti - comune, insegnanti, genitori - hanno
avviato la sperimentazione di metodi e strumenti da utilizzare in un processo decisionale relativo alla
gestione di un servizio per la scuola. A Bari l’esigenza della Regione è di coinvolgere, oltre ai cittadini, anche
le amministrazioni comunali, a volte più refrattarie all’approccio partecipativo in processi relative a politiche
“per il benessere dei cittadini”. Con Mauro Bonaretti, Direttore Generale del Comune di Reggio Emilia, si è
affrontata l’analisi delle criticità di un processo di erogazione di un servizio: scuola bus per un gruppo di
lavoro, gestione dei rifiuti per un altro gruppo; individuati i gap, fra ciò che esiste e un servizio efficace e
sostenibile, si è avviata la ricerca comune delle soluzioni.
In tutte le amministrazioni l’obiettivo da raggiungere era la definizione delle fasi di un processo partecipato
di politica pubblica fino all’individuazione di segmenti che possono essere gestiti direttamente dai cittadini
in un’ottica sussidiaria.
In questo report abbiamo raccolto i lavori elaborati dai diversi gruppi impegnati nel project work. Il gruppo
di Bari, più numeroso e complesso, ha lavorato in due sottogruppi che, per diversa composizione e area di
interesse, hanno affrontato tematiche differenti.
Nell’ultima fase del project work - in ogni amministrazione - il lavoro è stato portato avanti da gruppi
ristretti: alcuni referenti dei gruppi che hanno completato e definito meglio le idee progetto scaturite dal
gruppo dei partecipanti durante l’attività d’aula.
Ringraziamo le amministrazioni e i cittadini che si sono impegnati nel Progetto e hanno contribuito alla
diffusione del principio di sussidiarietà, obiettivo del Protocollo d’Intesa.
Lo staff di Progetto
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LA MAPPA DEI PARTECIPANTI
Abbiamo raccolto in questa sezione i nomi di tutti coloro che, a diverso titolo, hanno realizzato e partecipato al
Progetto: gli amministratori, i dirigenti e i funzionari delle amministrazioni, i referenti delle associazioni e i cittadini
non organizzati; i coordinatori, lo staff di progetto che ha affiancato i gruppi di lavoro.
I PARTECIPANTI
Laboratorio Regione Puglia
Domenica Anelli, Funzionario del Comune di Altamura; Antonio Baldari, Amministratore Comune di
Avetrana; Pietro Balta, "Associazione Anche noi", Bari; Giuseppe Battista, Segretario Partito politico, Bari;
Giuseppe Bianco, “Circolo "Verde città", Legambiente, Putignano; Maria Bruno, Amministratore, Comune di
Specchia, Lecce; Olga Buono, Consulente PT1, Foggia; Livio Chiarullo, Fondazione ENI, Cassano delle
Murge; Ferruccio D’Amore, Associazione Cittadinanzattiva, Trepuzzi; Tonino D’Angelo, Associazione
Cittadinanzattiva, San Severo; Piero D’Argento, Area Welfare, Formez, Bari; Davide De Candia, Settore
Cittadinanza Attiva, Regione Puglia; Alessandra De Filippis, Coop. Sociale “Itaca”, Conversano; Rosaria De
Leonardis, Provincia Taranto; Pasqua De Marco, Coop. Sociale “Itaca”, Conversano; Arcangela Di Gioia,
ADOC Puglia, Bari; Maurizio Di Fronzo, Associazione No Profit, Bari; Girolamo Dirodi, libero
professionista, Vieste; Silvana Farano, Collaboratrice, Comune di Barletta; Anna Fasano, Università del
Salento, Lecce; Onofrio Fino, Sindacato, Bari; Anna Floriello, Politecnico Bari; Giorgia Franco, Agenzia
Inclusione sociale, Andria; Agostino Galeone, Segretario generale, Comune di Ostuni; Andrea Gelao, Libero
professionista, Bari; Francesco Giovinazzo, Coordinatore di partito, Molfetta; Vera Guelfi, ADA Puglia, Bari;
Angelo Lamorgese, Laureato in Scienze Politiche, Bari; Orazio Leggiero, Funzionario sociologo, Comune di
Martina Franca; Nicola Lemma, Consulente PIRP, Comune di Avetrana; Daniela Litti Amministratore,
Comune di San Cesario; Domenico Lomazzo, Funzionario Ministero Infrastrutture, Bari; Angela Mandes,
Funzionario settore Cittadinanza attiva, Regione Puglia; Vito Mariella, Rete Civica “Voce”, Adelfia; Andrea
Marino, settore Cittadinanza attiva, Regione Puglia; Alessandra Maroccia, Formez, Bari; Giuseppe Marzulli,
funzionario Assessorato Trasporti, Regione Puglia; Rosa Matera, Associazione “Europa”, Bari; Margherita
Pepe, settore Cittadinanza attiva, Regione Puglia; Anna Maria Petraroli, Amministratore Comune di Ostuni;
Angela Pomarico, Agenzia di inclusione sociale, Andria; Giovanni Pugliese, Amministratore Comune di
Putignano (Ba), Mario Radogna, Laureato in Scienze Politiche, Acquaviva delle Fonti; Luigi Rinaldi,
Dirigente Comune di Cerignola; Adalgisa Rosato, Libero professionista, Fasano; Nicola Sante Caputo, Senato
Accademico, Università di Bari; Maria Saponaro, Funzionario Regione Puglia; Antonio Scotti, settore
Cittadinanza attiva, Regione Puglia; Anna Sgobbio, FIPED; Nicola Sinisi, ARPA Puglia, Bari; Giorgio Skoff,
Libero professionista, Bari; Vito Mario Solazzo, Associazione "Autismo insieme", Santeramo in Colle; Maria
Antonia Somma, Collaboratrice Comune di Mola; Turturo Irene, Agenzia Inclusione Sociale, Andria; Marina
Venezia, Associazione Cittadinanzattiva, Taranto; Marcello Vitale, Associazione “Molino d’Arte”,
Altamaura.
Laboratorio Comune di Carbonia
Giovanna Betzu, docente medie scuola paritaria Camilla Gritti, Carbonia; Angela Borghero, associazione
volontariato, Carbonia; Maria Adelaide Cerina, docente Istituto di Istruzione Superiore "A. Gramsci - E.
Amaldi", Carbonia; Andrea Corrias, docente AICSFP – Formazione Professionale, Carbonia; Luigia Carmela
Franco, docente vicaria Istituto Comprensivo "Don Milani", Carbonia; Ia Gessa, amministratore, Comune di
Carbonia; Paolo Lamieri, dirigente scolastico direzione didattica 1° circolo, Carbonia; Gabriele Ledda,
funzionario, Comune di Carbonia; Renata Ledda, funzionario, Comune di Carbonia; Graziana Locci; docente
elementare scuola paritaria Camilla Gritti, Carbonia; Franca Miletti, direttore ENAP Sardegna – Formazione
Professionale, Carbonia; Maria Rosa Moi, funzionario, Comune di Carbonia; Orietta Orrù, genitore,
Carbonia; Castrenza Pani, funzionario, Comune di Carbonia; Gabriella Piras, docente direzione didattica 1°
circolo, Carbonia; Rosanna Scotto, funzionario, Carbonia; Rossana Serra, docente Istituto di Istruzione
Superiore "A. Gramsci - E. Amaldi", Carbonia; Anna Maria Tartaglione, funzionario, Carbonia; Maria
Augusta Valdes, dirigente Istituto Comprensivo, Cortoghiana; Simona Zanda, associazione volontariato,
Carbonia; Angela Zuddas, genitore, Carbonia.
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Laboratorio Municipio II Roma
Paola Tentoni, p.o. Comunicazione, Municipio II Comune di Roma; Paola Braca Sbaccanti, Settore anziani
Assistenza sociale, Municipio II Comune di Roma; Milena Terrazzino, Settore anziani Assistenza sociale,
Municipio II Comune di Roma, Norma Macalindong, Consigliere Municipio II Comune di Roma; Romina
Nizer, studentessa, Roma; Varghese Soosamma, ex-Consulta stranieri, Municipio II Comune di Roma;
Ashoka Ponnamperuma, Associazione “Non solo donna”; Alessandra Clotildini, Settore anziani Assistenza
sociale, Municipio II Comune di Roma; Giovanna Zambito, Settore minori, Assistenza sociale, Municipio II
Comune di Roma; Maria Vargas, Associazione peruviana “El dorado", mediatrice culturale/familiare; Sibi
Mani Kumaramangalam, membro Consulta cittadina per gli immigrati del Comune di Roma; Anna Maria
D’Amicis, Settore Handicap, Municipio II Comune di Roma; Towfq Seada, Associazione “Yakaar; Benje
Eclamin, Filipino Sports Council, Roma.
I DOCENTI
Gregorio Arena
È professore ordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Trento. E’ Presidente nazionale di
Cittadinanzattiva e Presidente di Labsus, Laboratorio per la sussidiarietà, centro di ricerca per lo studio del
principio di sussidiarietà orizzontale. Fa parte del Comitato scientifico di Astrid (Associazione per gli studi e
le ricerche sulle pubbliche amministrazioni) e del Consiglio scientifico della Rivista di Diritto Pubblico, della
Rivista Italiana di Comunicazione Pubblica e di NonProfit. Ha collaborato a numerosi interventi legislativi
sulla trasparenza, semplificazione e accesso. Ha pubblicato numerosi saggi sul tema della sussidiarietà
orizzontale e il recente testo “Cittadini attivi”, Laterza, 2006.
Mauro Bonaretti
Direttore Generale del Comune di Reggio Emilia. E’ esperto di organizzazione, gestione delle risorse umane
e cambiamento organizzativo, e su questi temi svolge attività di ricerca, consulenza e formazione,
soprattutto per le pubbliche amministrazioni. E’ stato coordinatore del Programma Cantieri del
Dipartimento della Funzione Pubblica.
Fabio Giglioni
E’ professore aggregato di diritto amministrativo presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di
Roma “La Sapienza”. Ha svolto attività di consulenza e incarichi di studi e ricerca presso enti di ricerca,
ministeri, autorità amministrative nazionali e scuole di formazione per pubbliche amministrazioni. Dal 2006
cura la sezione giurisprudenza della rivista online Labsus in materia di sussidiarietà orizzontale.
Nicoletta Levi
Responsabile del Servizio comunicazione, relazioni esterne e marketing del Comune di Reggio Emilia.
Si occupa di comunicazione pubblica ed è stata responsabile di progetti sia regionali che nazionali di
sostegno alle amministrazioni per l'attivazione di Urp e il miglioramento delle relazioni con i cittadini.
Serenella Paci
Formatrice e consulente di processo. Svolge attività di progettazione e coordinamento di progetti complessi
di accompagnamento alla pubblica amministrazione per l’innovazione metodologica e organizzativa. È
esperta di facilitazione e gestione di gruppi di lavoro con metodologie partecipative.
I REFERENTI DELLE AMMINISTRAZIONI
Ia Gessa, Assessore all’Istruzione, Formazione, Università del Comune di Carbonia; Giuseppe Gerace,
Presidente del Consiglio del Municipio II del Comune di Roma; Maria Sasso, Dirigente Responsabile del
Settore Cittadinanza attiva della Regione Puglia.
COORDINAMENTO
Gregorio Arena, Coordinatore Scientifico; Elena Tropeano, Responsabile del Progetto
ASSISTENTI DI PROGETTO
Donatella Spiga, Mariana Parzeu, Formez; Daniela Mondatore, Cittadinanzattiva; Federica Parisi, Labsus.
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I PROJECT WORK
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PROJECT WORK Municipio II del Comune di Roma
L’AMBITO DI INTERVENTO
PROGETTAZIONE DEL PROCESSO PARTECIPATO FINALIZZATO ALLA ANALISI DI FATTIBILITÀ
DELLA COSTITUZIONE DI UNO SPORTELLO IMMIGRATI NEL II MUNICIPIO DI ROMA.
Settore di intervento: Cittadini Stranieri
La scelta del settore è stata determinata da una presenza rilevante, importante e radicata della popolazione
straniera nel territorio di riferimento.
Il project work intende avviare l’analisi di fattibilità rispetto ad un mandato politico dell’Amministrazione,
ovvero la fattibilità della apertura presso il II Municipio del Comune di Roma di uno spazio per cittadini
stranieri che li valorizzi come risorsa e ricchezza per il territorio, attraverso lo sviluppo e l’aggiornamento
delle esperienze pregresse, mettendo al centro il cittadino straniero con tutte le sue esigenze,
indipendentemente dalla categoria di appartenenza.
Ciò rientra in un’azione mirata alla riduzione della distanza tra amministrazione pubblica e cittadini,
favorisce processi di conoscenza ed integrazione e potenzia il livello preventivo delle varie azioni sistemiche.
Per questo, il principio di sussidiarietà orizzontale e un processo partecipato in fase di progettazione, di
analisi di fattibilità e di eventuale gestione del servizio, sono sembrati due elementi fondamentali per
rispondere al senso politico del mandato. In particolare, il processo partecipativo dovrà vedere coinvolti tutti
quei soggetti che saranno individuati come “portatori di interesse” nell’analisi di fattibilità, attraverso
modalità e strumenti funzionali alle diverse fasi della stessa analisi.
IL CONTESTO
L’analisi di contesto - solo avviata durante il percorso formativo e che costituirà una delle fasi più importanti
del lavoro - ha tenuto conto di elementi riconducibili a tre grandi domande:
cosa c’è FUORI dal Municipio II in quanto amministrazione, quali esperienze e quali soggetti si
occupano di fornire informazioni e servizi agli immigrati, ovvero quali sono le altre risorse del territorio
che danno risposte ai bisogni degli immigrati e in che modo;
cosa c’è DENTRO l’organizzazione, ovvero quali politiche e quali processi messi in atto dal II
Municipio impattano sulla popolazione immigrata;
quali caratteristiche e quali esigenze connotano il target di riferimento.
Due attenzioni in merito a questi punti, tutte da perseguire:
che rispetto ai soggetti del territorio coinvolti sul tema andrebbero valutate anche le relazioni esistenti,
ovvero procedere ad una analisi dei reticoli sociali perché può fornire utili informazioni sulle funzioni
istituzionali e sulle modalità di risposta ai bisogni da implementare;
che non vi è un solo target di riferimento, ma che si deve partire dal presupposto che la categoria
“immigrati” sia plurale.
FUORI DALL’ORGANIZZAZIONE
Rispetto al primo punto, due aspetti si sono iniziati ad approfondire:
1.
le esperienze di altri municipi di Roma, sia sul versante “sportelli” che su “alternative” ad essi e
l’orientamento della amministrazione comunale, attraverso il V Dipartimento e il programma Integra, in
materia di risposta dei diversi territori all’immigrazione;
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quali soggetti si muovono nel territorio del municipio sul tema.
Un rapido confronto con altre realtà municipali e con le politiche cittadine messe in atto in tema di
immigrazione, attraverso l’incontro con un interlocutore privilegiato, il coordinatore del programma Integra
del Comune di Roma - V Dipartimento, hanno portato alle seguenti considerazioni:
a. molto schematicamente, si può dire che 3 sono i modelli finora attivi che in diversi municipi di Roma si
sono adottati (ovviamente, in alcuni casi, i modelli sono ibridi per la loro compresenza):
il primo modello – adottato nel IX, X e XI municipio – rinvia alla internalizzazione del servizio ma
attraverso un soggetto esterno (in questo caso ACTION) cui è stato data però una funzione politica;
la modalità di porsi nello sportello è bidirezionale, a domanda;
il secondo modello – adottato nel VI e VII municipio – è costituito dall’affiancamento degli operatori
con un mediatore; è il filone maggioritario, con due attenzioni: difficoltà rispetto alle 190 lingue
presenti sul territorio romano e esigenza di una maggiore definizione della figura del mediatore;
il terzo modello tende a rafforzare le consulte degli immigrati e il loro ruolo nella diffusione
dell’informazione all’interno delle comunità di immigrati.
b. Anche in questo settore, e in particolare con gli sportelli, il rischio è di ragionare non con una logica di
sistema ma piuttosto emergenziale; inoltre, quella che sembra la risposta più semplice da parte
dell’amministrazione è spesso una risposta che mette in crisi l’amministrazione stessa perché a fronte di un
front office, non si è adeguatamente predisposto un back office che fornisca al front office informazioni, una
rete, un sistema di rinvii.
c. A partire dalla considerazione che ciascun territorio ha proprie caratteristiche e propri bisogni, il V
Dipartimento sta promuovendo il Piano cittadino per l’immigrazione, un progetto interistituzionale,
interassessorile (verranno coinvolti 5 assessorati) e interdisciplinare.
Rispetto all’analisi dei soggetti che si muovono sul territorio:
Associazione Centro Welcome (Via Panama, 13) è un’associazione di volontariato che, svolge attività
a livello cittadino ed offre servizi di sostegno, relazionali, distribuzione beni di prima necessità,
orientamento al lavoro, ascolto e sostegno psicologico, promozione culturale. I principali destinatari
dei servizi offerti sono immigrati, profughi, nomadi, rifugiati o richiedenti asilo.
Progetti nelle scuole per l’inserimento dei bambini immigrati nelle scuole: “Sportello gratuito di
accoglienza ed informazione scolastica per stranieri”, presso la scuola media Esopo;
Provincia
ASL
Caritas – Centri di ascolto presso le parrocchie presenti sul territorio;
CAF-Centri di Assistenza Fiscale;
Comunità di Sant’Egidio.
DENTRO L’ORGANIZZAZIONE
L’analisi dentro l’organizzazione andrebbe svolta in maniera più puntuale, inviando a tutti gli uffici una
circolare in cui si chiedono informazioni in merito a procedure e/o politiche di loro pertinenza che impattano
in qualche modo sugli immigrati.
Sicuramente, gli uffici e i servizi che rispondono a richieste della popolazione immigrata sono:
l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, attraverso l’accoglienza, ascolto, informazione, filtro ed
orientamento del cittadino;
Servizio Sociale Professionale, attraverso azioni di Front-Office (Sportello Unico Polifunzionale), il
servizio si occupa di cittadini stranieri, regolarmente presenti sul territorio, e li sostiene
trasversalmente nei loro bisogni di varia natura;
i Servizi scolastici, relativamente per quanto di competenza municipale, favoriscono l’integrazione
scolastica ed organizzano momenti formativi.
Servizi Culturali e Sportivi;
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i Servizi Anagrafici eseguono le procedure burocratiche inerenti l’ambito amministrativo.
Servizio Tecnico;
Servizio Commercio;
la Consulta del volontariato: organismo avente lo scopo di promuovere uno stretto rapporto fra le
associazioni di volontariato, di operatori e le Istituzioni. Rappresenta un tramite tra i cittadini del
Municipio e le Istituzioni.
IL TARGET
Il II Municipio, dai dati in possesso (Ufficio Statistica-Comune di Roma), risulta il quarto per numero di
immigrati in esso presenti, con una presenza di 14.446 immigrati registrati alla anagrafe su una popolazione
di 123,711, di cui 9.073 donne – pari al 62,8% del totale - e 5.373 uomini – pari al 37,2% del totale.
Le nazionalità:
la comunità filippina è la comunità più forte per presenza numerica e anche la più radicata e “organizzata”
(ci sono 5 associazioni di filippini sul territorio del II Municipio). Spesso hanno problemi diversi da quelli di
natura economica, il livello di informazione rispetto ai servizi è medio-alto e spesso risponde ai problemi
aiutandosi all’interno della comunità. Vi sono però nuove immigrazioni (capoverdiani, paese dell’est,
africani, rumeni) le cui esigenze sono differenti, più basilari (sono quelli che si rivolgono maggiormente ai
servizi sociali).
Criticità, opportunità, punti di forza
Integrazione tra gli uffici, per l’integrazione di informazioni sulle procedure e per migliorare
l’impatto delle procedure che spesso di sovrappongono;
Impostare un lavoro di rete all’interno delle amministrazioni e con soggetti del territorio può essere
importante; una rete attiva, di collegamento;
Rispetto alle comunità forti, migliorare il servizio di mediazione culturale; il municipio ha
un’esperienza in merito che va ulteriormente aggiornata;
Attualmente non c’è qualcuno o qualche ente che si occupano di anziani immigrati;
Rispetto alle nuove migrazioni, l’attenzione deve essere differente: i problemi e il livello di
informazione e integrazione è differente;
Costituire e dare ruolo alla consulta degli immigrati;
Cogliere l’opportunità dei programmi lanciati dal V dipartimento del Comune di Roma (Porte
sociali e Piano cittadino per l’immigrazione).
GLI OBIETTIVI
implementare una rete di soggetti che favorisca un approccio integrato in risposta ai bisogni del
target immigrati del II Municipio e che (pari opportunità e valorizzazione degli immigrati come
risorsa).
individuazione di servizi e/o azioni che l’amministrazione può implementare per i cittadini
immigrati partendo da un’analisi dei loro bisogni e, quando possibile, mettendoli al centro come
risorsa attiva;
LE RISORSE UMANE
Promotori
I promotori del processo si possono individuare:
- ambito politico del Municipio II.
Leadership amministrativa e tecnico-professionale
Tali leaderships del processo sono costituite dai
dirigenti delle tre unità organizzative:
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U.O.S.E.C.S. - Unità operativa sociale educativo cultura e sport;
U.O.T.- unità organizzativa tecnica
U.O.A. Unità organizzativa amministrativa, con funzioni gestionali
e relativi servizi ed uffici inseriti in tali Unità, con funzioni di coordinamento, raccordo progettuale e
facilitazione dei processi.
L’Ufficio relazioni con il pubblico può rappresentare un
insieme ad un esperto di processi partecipativi.
particolare soggetto facilitatore del processo,
GLI ATTORI DEL TERRITORIO – STAKEHOLDER
La mappatura e l’analisi degli stakeholder, ovvero della molteplicità di soggetti portatori di interesse rispetto
al tema dell’immigrazione, viene fatta attraverso un duplice schema:
un primo schema che suddivida i diversi attori in 3 grandi categorie: istituzioni pubbliche, gruppi
organizzati, gruppi non organizzati e singoli;
un secondo schema che individui, per ciascun attore, la rilevanza rispetto al progetto, i benefici che
esso stesso può ricevere dal prendere parte al progetto, i contributi che al progetto può apportare e i
conflitti che nel passato o nel presente ha provocato o può provocare.
Si veda schema nella pagina successiva.
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GLI ATTORI DEL TERRITORIO – STAKEHOLDER
ATTORI
Istituzioni pubbliche
Municipio interne
RILEVANZA
BENEFICI
CONTRIBUTI
alta
in virtù del proprio mandato, per
rispondere e dare risposte al
bisogno del cittadino
alta
alta
dare qualità e migliorare il clima
organizzativo interno. Mandato
gestionale
idem
alta
collegamento funzionale tra uffici
e dirigenza per garantire più
efficienza ed efficiacia dei vari
servizi coinvolti
responsabili servizi
alta
coordinamento e raccordo fra
servizi. Rappresentanza
istituzionale
permette
l'attuazione del
progetto
permettono, al
livello gestionale, di
attivare risorse utili
alla cittadinanza
idem
permette una
maggiore circolarità
della comunicazione
tra uffici.
Coordinamento dei
vari servizi.
Promozione della
trasversalità degli
interventi
collegamento
funzionale con gli
altri uffici.
Rappresentanza
istituzionale delle
varie competenze
previste
uffici
alta
danno informazioni. Attivano e
realizzano procedure
attivazione
operativa dei servizi
rappresentanza specifica di
istanze degli stranieri. Ruolo
propositivo
mandato di rappresentanza e di
stimolo delle varie istanza dei
cittadini
conoscitivo dei
bisogni, stimolo
Input politico
(Presidenza)
Direttore
Dirigenti di area
PO
consigliere aggiunto
alta
consulta per il
volontariato
media
consulta per gli stranieri
media
Municipio esterne
assessorato alle politiche
sociali, abitative,
sanitarie e scolastiche
dipartimento V
alta
alta
in virtù del proprio mandato, per
rispondere e dare risposte al
bisogno del cittadino
per permettere la realizzazione
dei vari interventi sociali, il
coordinamento e raccordo
cittadino, garantire equità sociale
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ufficio centrale per
l'immigrazione
(cittadino)
alta
è un livello più operativo
Questure/commissariati
Prefetture/ministero
interni
media
per controllare il rispetto delle
procedure, al fine della
concessione di benefici
media
idem
consolati
media
ASL/servizi sanitari vari
media
centri per l'impiego
media
lavoro di mediazione
interculturale e di tutela dei diritti
servizi operativi di tutela della
salute
servizio di tutela del diritto al
lavoro
media
ruolo di tutela dei diritti
media
ruolo di tutela, accoglienza
attivazione di rete/facilitatore di
relazioni
media
idem
Gruppi organizzati
associazioni di
tutela/rappresentanze
sindacali
centro Welcome (c/o
parrocchia S. Roberto
Belarmino - quartiere
Parioli)
centri di ascolto caritas
c/o le parrocchie del
municipio
associazione Non solo
donna
associazione peruviana
eldorado
Le associazioni di
cittadini filippini
media
media
media
Gruppi non
organizzati/singoli
cittadini
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LE FASI DI LAVORO
Fase 1. Condivisione del mandato politico all’interno dell’amministrazione.
L’obiettivo di questa fase è quello di far sì che il livello politico e la leadership tecnico-amministrativa del
progetto chiariscano obiettivi e finalità generali dell’analisi di fattibilità e il coinvolgimento dei vari settori
del Municipio. Gli attori coinvolti, in questa fase, sono interni all’amministrazione.
Fase 2. Analisi del contesto secondo le modalità indicate. L’obiettivo di questa fase è quello di individuare
quali sono i bisogni dei cittadini stranieri rispetto ai servizi erogati dall’amministrazione, attraverso l’analisi
delle caratteristiche del target, di ciò che esiste già nell’amministrazione (politiche, servizi e procedure che
impattano sulla popolazione straniera), di ciò che si muove all’interno del territorio del secondo municipio e
della realtà cittadina e di esperienze locali e/o nazionali di sportelli immigrati. Il prodotto di questa fase, in
cui il coinvolgimento dei diversi attori individuati è massimo, è un rapporto che, descrivendo i risultati
dell’analisi, evidenzi le criticità, i punti di forza e le opportunità rispetto al problema.
Fase 3. Individuazione delle possibili risposte ai bisogni emersi e scelta delle priorità da seguire. È la fase
in cui, rilevati i bisogni, si verifica di fatto se lo sportello immigrati può essere una soluzione e con quali
finalità e le altre risposte che eventualmente l’amministrazione può fornire rispetto alle criticità evidenziate.
Sia per l’individuazione delle risposte che per la scelta delle priorità il coinvolgimento in questa fase dei
diversi attori è fondamentale. Il risultato di questa fase può essere un documento sotto forma di linee guida
per l’azione.
I TEMPI
Si può prevedere una durata semestrale per l’attuazione di una analisi partecipata della fattibilità di uno
sportello stranieri, secondo una tempistica che potrebbe rispondere al seguente schema:
Fase 1.
Fase 2.
1m
□
2m
3m
4m
5m
□□□□□□□
Fase 3.
□□□□□□□
19
6m
20
PROJECT WORK Comune di Carbonia (CI)
Referenti per il gruppo di lavoro: Giovanna Betzu, Andrea Corrias, Graziana Locci, Rossana Serra, Angela
Zuddas.
AMBITO DI INTERVENTO
SBULLA IL BULLO!
CRESCI… BELLO
Favorire lo sviluppo equilibrato dei giovani di Carbonia attraverso un processo partecipativo strutturato che
coinvolga le diverse componenti sociali del territorio.
IL CONTESTO
Il contesto in cui si svolgerà l’azione è il comune di Carbonia.
Carbonia è il capoluogo della nuova provincia di Carbonia – Iglesias - Regione Autonoma della Sardegna,
città piuttosto giovane, costruita in breve tempo e inaugurata nel 1938 da Benito Mussolini, come centro
urbano di riferimento per i lavoratori delle miniere della zona.
Dopo un periodo di forte incremento demografico, oggi Carbonia conta 30393 residenti (al 1 gennaio 2006).
Con riferimento agli ambiti cittadino e territoriale, si segnala una forte situazione di disagio e malessere in
cui ormai da decenni si trascinano la più ampia comunità territoriale e cittadina, a causa della lunga crisi che,
nonostante i cospicui investimenti di risorse pubbliche, ha investito gli stabilimenti minerari prima e il polo
industriale dopo, riferimenti principali per il sostentamento della popolazione.
Il modello di sviluppo perseguito, infatti (un processo di industrializzazione forte a mezzo della costruzione
dei poli industriali), non ha favorito lo sviluppo del settore privato e della mentalità e cultura dell’autoimpiego, condizioni indispensabili per la crescita dell’autonomia e della libertà della comunità locale.
Ciò ha provocato alti livelli di disoccupazione ed emigrazione, basso livello di nascita e sviluppo delle
imprese locali, costante prospettiva di chiusura degli stabilimenti, elevatissimi costi in termini di degrado
ambientale, …
Molte famiglie, e soprattutto molti giovani, hanno perciò “scelto” di spostarsi dal Sulcis, mentre i nuclei
familiari rimasti a Carbonia, spesso, fanno leva su un sistema generalizzato di sussidi di disoccupazione e
ammortizzatori sociali in genere.
In tale contesto generale i bambini e i ragazzi in età scolare (dai 3 ai 19 anni) sono 4591, il 15,11% dell’intera
popolazione; la popolazione giovanile, di età compresa fra 13 e 24 anni, è invece pari a 4256 unità e
costituisce il 14,07% del totale.
La carenza di proposte valoriali forti e di regole chiare per i ragazzi; la difficoltà di comunicazione con un
mondo adulto sempre più spesso confuso rispetto al proprio ruolo di guida; l’incertezza di un futuro
lavorativo legato alla propria terra; l’insufficienza di luoghi e spazi dove incontrarsi, sperimentare
appartenenze/opportunità/passioni… sono tutti fattori che contribuiscono ad incrementare il disagio dei
giovani. E in tal senso i segnali sono molteplici: da elevati tassi di comportamenti di abuso (alcool e droga), a
frequenti fenomeni di vandalismo e di devianza in genere. La stessa scuola, sempre più delegittimata nel suo
ruolo di agenzia educativa (come dimostrano i numerosi episodi riportati dai mass media), sembra
manifestare difficoltà nel rispondere alle esigenze dei ragazzi. Lo dimostra l’elevata dispersione scolastica tra
i ragazzi della scuola di istruzione secondaria, pari, nell’anno scolastico 2006/2007 a circa il 25%, dispersione
che, vista la situazione economica del territorio, non si lega ad una possibilità concreta di inserimento nel
mondo del lavoro. E lo dimostrano i crescenti fenomeni di bullismo.
Quest’ultimo ci sembra debba essere considerato come segnale di una situazione di disagio vissuta dal
ragazzo in famiglia, nel quartiere, a scuola, nel territorio di appartenenza, e, in generale, in tutti gli ambienti
di vita più prossimi e che perciò deve essere interpretato non come problema esclusivamente personale
21
(legato alla personalità del ragazzo), bensì come problema legato alla qualità delle relazioni nei contesti di
vita, alle prospettive di costruzione del futuro, alla qualità e al livello di partecipazione alla vita sociale,
culturale e politica e, in definitiva, alla costruzione del significato dell’esistenza.
D’altro canto, nella città sono riscontrabili diversi segnali positivi.
Sono presenti numerose associazioni culturali, sportive e di volontariato, che contano fra i propri iscritti
molti giovani. Tanti ragazzi terminano il proprio percorso di studi universitari con la preparazione di tesi
consistenti nell’analisi di alcune questioni dello sviluppo locale, a testimoniare il loro desiderio di cambiare e
partecipare attivamente a creare una comunità viva. La stessa amministrazione ha manifestato la volontà di
comprendere meglio i propri giovani, attraverso un’indagine statistica – sociale (ottobre 2006) che fornisse
un’immagine complessa e articolata della condizione giovanile della città, nella convinzione che proprio i
giovani costituiscono il capitale demografico di Carbonia, risorsa strategica per il mantenimento del suo
status di città.
Da anni la P.A. persegue una politica di riqualificazione degli spazi urbani (con il rifacimento di piazze,
spazi verdi, quartieri periferici) e porta avanti iniziative volte alla valorizzazione delle risorse culturali,
storiche e ambientali (dall’istituzione del centro italiano della cultura del carbone all’organizzazione di
manifestazioni culturali, come “Monumenti aperti”, che hanno direttamente coinvolto i ragazzi delle scuole
e le associazioni del territorio; da una crescente offerta di momenti di intrattenimento musicale, artistico e
sportivo locale, soprattutto d’estate, ad eventi di richiamo per la popolazione dell’intera provincia).
GLI OBIETTIVI
Obiettivo generale del processo è favorire un inserimento attivo del giovane nel tessuto sociale,
promuovendo una visione globale, integrata e prospettica del territorio e del sistema sociale di cui fa parte,
attraverso l’educazione alla convivenza civile, alla partecipazione, al rispetto e alla solidarietà.
Obiettivi specifici del processo sono:
• Accrescere la fiducia fra le varie istituzioni e fra istituzioni e cittadini
• Rendere le istituzioni più consapevoli del punto di vista dei cittadini, sia come portatori di bisogni
sia in quanto portatori di risorse
• Accrescere negli adulti la consapevolezza della realtà giovanile
• Migliorare le relazioni tra genitori e figli, tra alunni e insegnanti
• Migliorare i rapporti tra i giovani
LE RISORSE UMANE
Promotori
Amministrazione comunale: nello specifico Assessorato alla Pubblica Istruzione, con la collaborazione
dell’Assessorato ai Servizi Sociali e dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo.
Registi
Equipe coordinata dall’Assessore, con la partecipazione di una rappresentanza di insegnanti e genitori,
coadiuvata da personale dell’assessorato per l’assistenza logistica
Facilitatori
2 Esperti in progetti e metodologie partecipati
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GLI ATTORI DEL TERRITORIO – STAKEHOLDER E FASI DI LAVORO
ATTORI
RILEVANZA
Alta –
bassa
ISTITUZIONI PUBBLICHE
Comune di Carbonia
Assessorato Pubblica Istruzione
Assessorato servizi sociali
Assessorato turismo, sport e
spettacolo
Assessorato cultura
Circoscrizione
ASL: servizio di neuropsichiatria
infantile
Scuola (pubblica e privata) dirigenti /
docenti:
n° 12 s. infanzia
n° 20 s. primaria
n° 6 s. secondaria di I grado
n° 4 s. secondaria di II grado
Carabinieri
Polizia
M
M
Finanza
M
media
BENEFICI
Che ricevono
CONTRIBUTI
Che portano
Risorse umane ed economiche
Competenze
Coordinamento
Sostegno
Competenze – capacità di
coordinamento – sostegno
CONFLITTI
Eventuali
pregressi
–
potenziali
–
A
Comportamento consapevole
– senso civico – appartenenza
Risparmio economico
A
Sicurezza urbana
M
Prevenzione (meno spese)
Competenze professionali
A
Prevenzione e formazione:
meno dispersione
più senso civico
più qualità
Trasferimento buone pratiche
Esperienze – competenze
didattiche, educative,
organizzative – lettura dei bisogni
Crescita sociale e successo
formativo
Con famiglie e ragazzi
coinvolti
Prevenzione
Meno interventi coercitivi
Conoscenza del territorio – senso
della legalità
Competenze – immagine di
sicurezza
Con le persone coinvolte nel
problema
Risorse economiche
Non chiari i propri ed altrui
ruoli (conflitti di competenze
tra Comune e Provincia
Provincia
A
Stampa
GRUPPI ORGANIZZATI
M-A
Cittadinanza attiva
A
Associazioni sportive
Associazioni giovanili: scout, acr, acri
A
A
Comportamento consapevole
– senso civico – appartenenza
Risparmio economico
Attendibilità comunicativa
Consapevolezza del problema
– promozione sussidiarietà
orizzontale
Crescita educativa nel rispetto
di sé e degli altri – rispetto
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Risposte non tempestive
Non chiari i propri ed altrui
ruoli (conflitti di competenze
all’interno del Comune e tra
Comune e Provincia
Informazione
Esperti - formazione
Con le istituzioni
Esperienze – competenza – senso
civico – lettura dei bisogni
Con le istituzioni
Associazioni ambientali – wwf
Centro giovani
Associazioni pensionati
Associazioni diversabili (Comunità di
via Marconi)
Parrocchie
GRUPPI NON ORGANIZZATI
B
A
M-B
Genitori
A
Ragazzi
A
Singoli cittadini
A
A
della legalità
Maggiore visibilità e
condivisione degli obiettivi –
crescita del dialogo
Aumento risorsa umana
Contributo operativo
Supporto attività genitoriale
Crescita valoriale dei ragazzi
Progetto di vita – sentirsi
amati
Consapevolezza del problema
Consapevolezza del problema
Lavorare per obiettivi comuni
Esperienze valoriali
Generazionale e con
istituzioni
Il proprio vissuto
Generazionale
Esperienze personali
Generazionale
A
24
FASI
Fase 0.
Campagna di
informazione –
Comunicazione
OBIETTIVI
STAKEHOLDER
STRUMENTI
Informare promuovere la
partecipazione
Tutti
Manifesti – mass media
(tv, radio, giornali,
internet)
formare gruppo di
progetto
scuole, genitori,
associazioni,
istituzioni
Definire problemi /
criticità
Fase 1.
Analisi del
contesto
condivisione del
problema
mappare le risorse
Fase 2.
Progettazione
2.1. progettazione
allargata
2.2. progettazione
ristretta
Proporre soluzioni
individuare le
soluzioni praticabili
Fase 3.
Realizzazione
Presidi, docenti,
genitori, istituzioni,
gruppi, associazioni,
studenti, asl
Equipe allargata
(rappresentanti
istituzioni, genitori,
associazioni,
studenti)
RISULTATI
Cittadinanza
sensibilizzata
Primi 15 gg
di ottobre
Nomi referenti per il
gruppo di progetto
Spese tipografiche – spese
postali
Report con una chiara
e approfondita
visione dei problemi
dati ricerche
3 mesi
eventuale raccolta di
nuovi dati (interviste –
questionari – focus
group)
mappa risorse
Blog, forum, cassetta delle
idee, concorso
metodologie partecipative
COSTI
Cancelleria – sale –
attrezzatura tecnologica –
facilitatori - ricercatori
2 mesi
Progetto da realizzare
Cancelleria – sale –
attrezzatura tecnologica –
facilitatori
1 anno
scolastico
Raggiungere gli
obiettivi specifici
prefissati
Da quantificare in base ai
progetti da realizzare
equipe ristretta
Studenti, famiglie,
docenti, esperti,
animatori
Attuare le soluzioni
lettera mirata con cui si
informa e si chiede
l’adesione
Assemblee con metodi
partecipativi
TEMPI
(altri stakeholder a
seconda del tipo di
progetto che sarà
individuato)
Metodologia modulare e
a lungo termine
Laboratori, attività
ludiche, rappresentazione
teatrale, film, …
25
Fase
Monitoraggio
valutazione
4.
e
Monitorare il
coinvolgimento e la
partecipazione dei
diversi attori
coinvolti
Equipe allargata
verificare
l’adeguatezza e il
grado di
raggiungimento
degli obiettivi
valutatori, studenti,
famiglie, docenti,
(altri stakeholder a
seconda del progetto)
Riunioni, incontri di
gruppo, report, dati
numerici
questionari, focus group,
interviste, …
26
Tutta la
durata del
progetto
Report con un
dettagliato resoconto
del percorso attuato
dati statistici
Cancelleria – sale –
attrezzatura tecnologica –
valutatori (consulenti)
I TEMPI
Progetto Sbulla il bullo! Cresci… bello
2007
OTT NOV DIC
2008
GEN
FEB
2009
MAR APR MAG GIU LUG AGO SET
Fase 0
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Fase 4
27
OTT NOV DIC
GEN
FEB MAR APR MAG GIU
28
PROJECT WORK Regione Puglia –Gruppo Raccolta rifiuti
Referenti per il gruppo: Arcangela Di Gioia, Orazio Leggiero, Nicola Sinisi, Livio Chiarullo, Mario Radogna.
L’AMBITO DI INTERVENTO
PROGETTAZIONE DI UN PROCESSO PARTECIPATO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL SERVIZIO
DI RACCOLTA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI
Settore: Ecologia, Ambiente, Sanità.
Il compito assegnato al gruppo di lavoro è stato quello di progettare, in un contesto simulato, un processo
partecipativo capace di essere costantemente presente in tutte le fasi di realizzazione del programma di
riqualificazione del servizio; pertanto ha assunto una particolare importanza il coinvolgimento, per ciascuna
delle fasi previste, degli attori interessati, selezionati di volta in volta in base al grado di rilevanza che essi
rivestono rispetto alla ristrutturazione del servizio.
La partecipazione, dunque, come elemento centrale della progettazione.
IL CONTESTO
Il luogo territoriale nel quale si è svolta l’azione è un comune ricadente lungo la fascia costiera, a vocazione
turistico-commerciale e con una discreta presenza di insediamenti industriali e artigianali, ivi comprese le
attività cantieristiche.
Da segnalare anche la presenza di numerosi istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Il “nostro” comune ha una popolazione di circa 50.000 abitanti.
L’amministrazione comunale, in vista della scadenza dell’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, ha
voluto adoperarsi per ammodernare e riqualificare il servizio puntando molto sul contenimento dei costi a
beneficio del comune e dei cittadini, avvalendosi del coinvolgimento e della piena e fattiva partecipazione
della comunità cittadina e dei diversi attori coinvolti nel processo.
L’opportunità di attuare il processo partecipativo nasce in particolare dalla constatazione che una quota
assai rilevante di rifiuti è di carattere indifferenziato, a fronte di una modesta quota di raccolta differenziata
Apprezzabile la decisione dell’amministrazione comunale di avvalersi della consulenza di un esperto
proveniente da un comune che, grazie alla realizzazione di un progetto-pilota, ha visto crescere la raccolta
differenziata.
METODOLOGIA DI LAVORO
L’azione preliminare che abbiamo svolto prima di porre in atto un processo di tale complessità è consistita
nella predisposizione di tutti gli strumenti utili per far conoscere ai cittadini gli intenti dell’amministrazione
comunale, primo fra tutti di voler operare con il loro pieno coinvolgimento e sostegno. Sono stati dunque
attivati tutti i canali disponibili di informazione e di ascolto (radio, televisioni e giornali locali, manifesti e
pieghevoli di gradevole visione e lettura, sito internet interattivo ecc.), preceduti da assemblee cittadine e/o
di quartiere.
Di grandissima importanza è risultata la divulgazione di materiali informativi nelle scuole (sono state
raggiunte quasi tutte le famiglie!), nelle fabbriche, opifici, parrocchie, studi medici, sindacati e patronati ecc.
ecc.
Ma fin qui siamo rimasti ancora nella fase della informazione, non certo della partecipazione. Questa ha
cominciato a prendere forma con la somministrazione di interviste dal vivo ad un campione stratificato e
rappresentativo, messo a punto da personale esperto in dotazione al settore servizi sociali del comune. Le
interviste sono state somministrate da volontari muniti di cartellino di riconoscimento, adeguatamente
29
istruiti e formati, i quali si sono recati presso il domicilio delle persone componenti il campione, previo
opportuno preavviso telefonico e con lettera di presentazione del comune.
Le interviste, oltre che al campione estratto, sono state somministrate ad alcuni dirigenti e operai della ditta
appaltatrice e ad un certo numero selezionato di testimoni cosiddetti privilegiati, apportando naturalmente
al questionario gli adeguamenti del caso.
Al termine di tale rilevazione, i preziosi dati raccolti sono stati elaborati e tradotti in schede, tabelle e
diagrammi di facile lettura, che hanno costituito un fondamentale strumento sul quale costruire il progetto.
Il lavoro è stato innanzi tutto inserito nel sito dedicato, con tutte le informazioni utili per la lettura e le
modalità di interazione. Quindi ne è stata data ampia diffusione con tutti i mezzi di informazione
disponibili, e sono stati organizzati incontri di quartiere ai quali hanno partecipato amministratori e
funzionari comunali, un dirigente, un operaio e un autista della ditta appaltatrice. Questi incontri hanno
rappresentato il punto più alto e stimolante della partecipazione cittadina perché, alle inevitabili polemiche e
lamentele da più parti sollevate, ha fatto seguito un dibattito e un confronto davvero costruttivo e civile. E’
emersa, insomma, una verità ritenuta ormai incontrovertibile: non è vero che il cittadino è pigro e che
preferisce delegare, ma, al contrario, partecipa prontamente quando viene coinvolto con gli strumenti più
adeguati. E non solo quando si tratta di argomenti che lo riguardano direttamente.
Un commento a parte merita il sito internet il quale, al termine del percorso partecipativo, ha totalizzato
circa duemila contatti e centinaia di contributi: proposte, suggerimenti, consigli e, perché no, anche
contestazioni e lamentele soprattutto a causa dei costi elevati della tassa, del poco trasparente conferimento
del differenziato e della cattiva educazione di alcuni cittadini che non usano correttamente i cassonetti.
Di seguito possiamo leggere un quadro sinottico che evidenzia i punti di forza e i punti di debolezza così
come sono percepiti dal fornitore e dai fruitori del servizio.
FORNITORE
INDICATORI
FRUITORE
Rilevanza
Prestazione
Rilevanza
Prestazione
10%
6
10%
8
9%
6
8%
6
10%
6
8%
5
Costo ed equità
8%
8
12%
3
Trasparenza filiera
7%
5
8%
3
Informazione e comunicazione
7%
6
8%
4
Promozione e incentivazione
7%
2
6%
5
Sostenibilità ambientale
7%
6
8%
5
Efficienza del servizio
9%
6
10%
5
Funzionalità / Ergonomia
8%
6
8%
5
Igiene
10%
7
9%
5
8%
6
7%
4
Frequenza della raccolta
Capillarità raccolta
Collocazione punti di raccolta
Tipologia della differenziata
TOTALE
100%
100%
Tra gli elementi di criticità spicca il costo del servizio: elevato gap tra rilevanza e prestazione. Altri elementi
critici sono quelli legati alla comunicazione, informazione e trasparenza: aspetti diversi della dimensione
del processo comunicativo nei confronti del cittadino.
Gli aspetti favorevoli legati al servizio sono invece nell’ordine: la frequenza della raccolta, la capillarità e la
tipologia della differenziata.
30
I punti di forza che abbiamo rilevato nel più ampio bacino territoriale sono invece i seguenti :
-
-
un’amministrazione comunale che ha avuto il coraggio di investire sulla partecipazione, tenuto
conto dei rischi politici che una simile scelta comporta;
una comunità cittadina e un tessuto produttivo sensibili e ricettivi al tema della partecipazione,
anche perché non del tutto nuovi a questo genere di esperienza, ma soprattutto per la forte rilevanza
che riveste il problema della raccolta dei rifiuti, in particolare in una realtà a vocazione turistica;
un’azienda fornitrice che ha mostrato da subito un apprezzabile spirito collaborativo;
le medie dimensioni dell’ambito territoriale che facilitano il processo partecipativo.
I punti di debolezza, sempre con riferimento al territorio, possono essere così indicati:
-
-
-
le risorse economiche limitate di cui il comune dispone, problema questo divenuto ormai endemico
nella gran parte degli enti locali; si consideri che il comune preso in esame è in parte costretto a
sostenere un onere elevato, sia perché contiene una lunga fascia costiera, sia per la presenza di
numerosissime contrade e di conseguenza di una forte popolazione rurale;
la difficoltà di gestire la pulizia delle coste e delle spiagge, sia a causa della considerevole pressione
antropica particolarmente nella stagione balneare, sia a causa dei rifiuti che lo stesso mare rilascia
lungo le coste soprattutto a seguito di forti mareggiate;
una comunità cittadina che, nonostante qualche apprezzabile progresso, stenta ancora a manifestare
un’autentica coscienza civica e ambientale.
GLI OBIETTIVI
OBIETTIVO GENERALE
Il progetto di riqualificazione della raccolta dei rifiuti solidi urbani si inserisce in un quadro programmatico
di medio/lungo termine che comprende una molteplicità di interventi strutturali: razionalizzazione dei
trasporti e della mobilità urbana ecocompatibile; valorizzazione del centro storico e delle contrade dell’agro;
interventi di riqualificazione del verde pubblico attrezzato, dell’arredo urbano e della fascia costiera.
Pertanto il fine ultimo del progetto, unitamente agli altri interventi programmati, è quello del miglioramento
della qualità di vita dei cittadini in tutte le sue componenti: sociale, culturale, psicologica, sanitaria; ed
ancora nel miglioramento della qualità economica, culturale e ambientale dell’intero bacino territoriale.
OBIETTIVI SPECIFICI
Gli obiettivi specifici sono in parte contenuti, anche se su scala differente, nell’obiettivo generale; essi
coincidono con gli obiettivi delle diverse fasi di attuazione del progetto. La riorganizzazione del servizio di
raccolta dei rifiuti rappresenta uno degli obiettivi principali dell’azione della pubblica amministrazione,
seguito dal non meno importante obiettivo del contenimento dei costi, che non a caso ha concorso
notevolmente a muovere l’azione del comune. Tale beneficio economico sarà tanto maggiore per il cittadino
quanto più questi saprà contenere il volume e il peso dell’indifferenziato a vantaggio della raccolta
differenziata. Da qui discende un secondo importante obiettivo specifico, che è quello del miglioramento
della coscienza ambientale dei cittadini. Un altro obiettivo specifico nient’affatto trascurabile è di natura
“estetica”, che consiste nell’eliminazione quasi totale dei cassonetti i quali compromettono l’immagine delle
città.
LE RISORSE UMANE
PROMOTORI:
Amministrazione comunale
Assessorato all’ambiente e all’ecologia
31
REGISTI:
Uffici comunali competenti: Urp (ufficio relazioni con il pubblico), settore ecologia e ambiente, polizia
municipale, ufficio tecnico e settore servizi sociali.
Azienda incaricata del servizio di raccolta.
Azienda unità sanitaria locale.
Un facilitatore per la conduzione di processi partecipati.
Un esperto nella programmazione e gestione di progetti di raccolta differenziata.
STRUTTURA ORGANIZZATIVA:
Gruppo di lavoro formato da un referente per ogni attore del processo.
GLI ATTORI DEL TERRITORIO – STAKEHOLDER
ATTORI
ISTITUZIONALI
Comune
RILEVANZA
BENEFICI
CONTRIBUTI
A
Indirizzo politico
Consulta
comunale
ambientale
A.T.O.
M
Democrazia partecipata
Trasparenza
Consenso
Governance
Sviluppo sostenibile
Ottimizzazione delle soluzioni
gestionali
Azienda servizi
A
Economici
Gestionali
Marketing
A.S.L.
A
Prevenzione
Profilassi
Salute pubblica
Servizi igienico sanitari
Autorità di bacino
M
Capitaneria di
porto
Provincia
M
Equilibrio morfologico,
idrogeologico, geologico
Salvaguardia della costa
A
Riduzione inquinamento
Sviluppo sostenibile
Riduzione costi sociali ed
economici
Studi cartografici del territorio
e del suo assetto
Controllo e monitoraggio delle
coste e del suo territorio.
Organo competente per la
gestione dei rifiuti
Regione
M
Università
M
Riduzione inquinamento
Sviluppo sostenibile
Riduzione costi sociali ed
economici
Prestigio della ricerca
scientifica e tecnologica
C.N.R.
M
Prestigio della ricerca
scientifica e tecnologica
Protezione civile
M
Riduzione degli interventi
M
32
Indicazione linee guida
Operatività sul piano
gestionale con decisioni
esecutive
Realizzazione di un servizio di
qualità
Contributo di indirizzo e
finanziario
Messa a disposizione di
statistiche ed informazioni di
carattere scientifico
Messa a disposizione di
statistiche ed informazioni di
carattere scientifico
Diminuzione della pericolosità
dei rifiuti
ATTORI NON
ISTITUZIONALI
Associazioni di
categoria
RILEVANZA
BENEFICI
CONTRIBUTI
A
Miglioramento dei servizi
per gli associati
Sindacati
(operatori
ecologici)
M
Attuabilità del servizio
Vengono bypassati eventuali
contrasti nella fase attuativa
della ristrutturazione del
servizio di raccolta
Esperienza nella conoscenza
dei problemi
Influenza di categoria.
Individuazione degli ostacoli
alla realizzazione del servizio
Risoluzione immediata delle
conflittualità
Mass Media
M
Consente una maggiore
visibilità tanto al progetto
partecipativo che al
raggiungimento dell’obiettivo
generale;
Consente di non perdere
l’attenzione e l’interesse di
tutti gli altri partecipanti
Messa a disposizione delle
buone prassi
Valido supporto in fase di
attuazione del progetto
Rappresentano per
l’attuazione del progetto la
c.d. cassa di risonanza.
Associazioni
ambientaliste
A
Messa a disposizione degli
strumenti di comunicazione;
Individuazione delle strategie
comunicative più efficaci in
relazione all’obiettivo
Associazioni
consumatori
M
Coinvolgono direttamente i
consumatori che sono i
maggiori produttori di rifiuti
urbani
Realizzazione di campagne
divulgative e di
sensibilizzazione
Comitati spontanei
cittadini
M
Imprese private
del settore
M
Consente di confrontarsi
direttamente con coloro che
dovrebbero contribuire alla
buona riuscita del progetto
Consente di conoscere ex ante
la realtà imprenditoriale e le
possibilità di attuazione del
progetto
Imprese private
che conferiscono
grandi quantitativi
di rifiuti o rifiuti
speciali
M
Rendere partecipe una
categoria poco sensibile alla
problematica e nello stesso
tempo grande produttrice
sopratutto di rifiuti da
imballaggio destinabili per la
maggior parte al riciclo
Consente di conoscere il
punto di vista dei cittadini e
quindi di analizzare le
criticità e gli sviluppi
Consente di conoscere le
metodologie di lavoro delle
diverse imprese presenti sul
territorio e operanti nel
settore
Conoscenza delle quantità di
rifiuti conferiti dalle imprese
e individuazione della
strategia migliore di
coinvolgimento delle stesse.
Cittadini non
organizzati
M
Conoscenza diretta delle
abitudini della cittadinanza e
divulgazione del progetto
33
Permette di individuare
concretamente le criticità del
servizio
LE FASI DI LAVORO
FASE
OBIETTIVO
FASE 0
Campagna informativa
Pubblicizzare l’idea
progetto/processo da attivare
FASE 1
Analisi del contesto
Conoscere la situazione attuale
del territorio
FASE 2
Progettazione del
servizio
Riorganizzazione del
servizio di raccolta
FASE 3
Restituzione e condivisione del progetto
Portare a conoscenza dei
cittadini il lavoro svolto dai
tecnici, allo scopo di avere un
confronto prima del varo
definitivo
Verificare sul campo la
fattibilità e la sostenibilità del
progetto
FASE 4
Fase sperimentale di
attuazione del progetto
FASE 5
Valutazione
Misurare il corretto
funzionamento del servizio al
fine di apportare eventuali
correttivi
ATTIVITA’
Comunicare
l’intenzione dei
promotori e i benefici
per coloro che
partecipano al
processo
Analisi dati già
esistenti
Rilevazione nuovi
dati
Lavoro tecnico degli
esperti sulla base dei
risultati della ricerca e
della partecipazione
Dare la massima
informazione sulla
bozza di progetto
ultimato
L’attività prevista nel
capitolato d’appalto e
cioè: raccolta “porta a
porta”, isole ecologiche per rifiuti speciali
(oli esausti, farmaci,
pile, indumenti ecc.)
Sollecitare tutti coloro
che sono deputati al
monito- raggio del
servizio, cittadini
compresi, ad
esercitare il loro
diritto/dovere di
controllo e verifica
METODOLOGIA /
STRUMENTI
Manifesti, pieghevoli
Mass media
Assemblee pubbliche
ATTORI
RISULTATI
Tutti gli attori coinvolti
Cittadinanza informata e
sensibilizzata sul progetto e sul
valore della partecipazione
Ricerca conoscitiva
Questionari / Interviste
Blog
Cassetta suggerimenti
Metodo fondato sul lavoro di
équipe altamente collaborativo
e con strumenti professionali
in uso
Assemblee di quartiere con
una ricca e commentata
proiezione di slide
Sito internet interattivo
Materiale “creativo”
Durante la fase sperimentale
rimangono sempre aperte le
finestre dell’Urp e del sito
internet
Tutti gli stakeholder a
medio/alta rilevanza
Conoscenza scientifica della realtà
socio-economica in cui si intende
operare
I tecnici e gli esperti incaricati della progettazione
Proposta di progetto di
riqualificazione del servizio
Tutti gli attori coinvolti
Fornire una dimostrazione
concreta del valore e della utilità
della partecipazione dei cittadini
nei processi non solo progettuali
ma anche attuativi
Miglioramento del servizio
Aumento della percentuale di
raccolta differenziata Riduzione
dei costi
Schede di valutazione in
itinere ed ex post da
comparare con la valutazione
ex ante
Questionari
Numero verde dedicato
Sito internet interattivo
Esperto in processi di
valutazione dei servizi
Tutti coloro a vario titolo
coinvolti
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L’azienda appaltatrice, gli
organi comunali deputati al
controllo e tutti coloro che
intendono partecipare
Adeguamento del servizio alle
reali esigenze della collettività
CONSIDERAZIONI E PRIME IPOTESI DI SOLUZIONE
La tematica “gestione rifiuti” è parsa una delle più adatte per sperimentare processi partecipativi in quanto
in essa il ruolo che la cittadinanza può e deve svolgere è determinante.
Una mancata risposta o una risposta silenziosa della stessa determinerebbe non solo il fallimento del
progetto di sperimentazione ma avrebbe sicuramente degli effetti negativi sull’amministrazione del servizio.
Appare fondamentale quindi svolgere una forte attività di informazione che consenta al cittadino di
prendere coscienza dell’essenzialità del proprio ruolo.
E’ essenziale il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche soprattutto nella fase di informazione, della
comunicazione e della rendicontazione.
La sensibilizzazione dei bambini può avvenire in modi differenti, ne sono un esempio un sito internet, l’uso
di oggetti ricavati da materiali riciclati, arredo urbano creato con materiale riciclato, concorso fra quartieri
dove vince chi ha raccolto più materiale riciclabile – incentivazione – uso di materiale che promulgano
queste idee – promozione di progetti bandiera – comunicazione politica
In tal senso, le idee potrebbero essere: condomini sostenibili, sperimentazioni pilota, o il Progetto “Scuolaraccolta rifiuti” del Comune di Putignano.
Partendo dallo stato dei fatti, è necessario comunicare quante più informazioni possibili in merito al “come”
fare la raccolta differenziata.
E’ importante comunicare la tracciabilità: quanto materiale è riciclabile e quanto finisce nella discarica? Un
utile ausilio potrebbe essere rappresentato dalla stampa sulle buste per la raccolta porta a porta di un elenco
quanto più dettagliato dei materiali da riporre dentro e da conferire. Lo stesso elenco potrebbe essere spedito
unitamente ai bollettini per il pagamento dei tributi.
La creazione di un sito internet rappresenterebbe lo strumento più immediato di attuazione del principio di
trasparenza del servizio, in considerazione del fatto che lo stesso potrebbe essere sia uno strumento
informativo/conoscitivo ma anche divulgativo dei risultati raggiunti (aumento della percentuale di raccalta
differenziata)
SOSTENIBILITÀ DEI PROGETTI
Sostenibilità economica: Il progetto non comporterebbe una spesa elevata per l’amministrazione anzi, il
raggiungimento dell’obiettivo determinerebbe quasi sicuramente una diminuzione dei costi.
Il costo maggiore è rappresentato dal costo più elevato per il servizio “porta a porta” che potrebbe essere
coperto dalla somma riconosciuta al comune per il recupero di materiale riciclabile.
Sostenibilità organizzativa: il progetto rappresenta una novità nell’azione amministrativa pertanto la
gestione dello stesso non è semplicissima.
E’ importante riuscire a coinvolgere quanti più cittadinanza possibile e farla sentire soggetto attivo del
progetto.
L’azione di comunicazione deve essere mantenuta costante e non deve cessare con il raggiungimento
dell’obiettivo, in seguito al quale si renderebbe necessaria una fase di “consolidamento dei risultati”
RUOLO DELLA CITTADINANZA ATTIVA
•
•
Il ruolo della cittadinanza è imprescindibile. Concretamente è a loro che viene demandata la fase di
realizzazione del progetto. La raccolta dei rifiuti nella versione porta a porta parte da loro.
Il coinvolgimento e l’ascolto degli stessi sia in forma associata che singoli è una costante di tutto il
progetto in quanto garanzia di raggiungimento dell’obiettivo. Solo in questo modo l’amministrazione
sarebbe in grado di superare le difficoltà che si dovessero presentare in itinere (difficoltà di effettuazione
del servizio in una determinata zona, ecc...)
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La riorganizzazione del servizio viene strutturato nel seguente modo:
•
•
•
•
•
Raccolta dei rifiuti “porta a porta” con distribuzione per ciascuna unità abitativa di buste
(possibilmente in materiale degradabile e non inquinante: es. Mater-bi) per la raccolta differenziata dei
rifiuti.
Al cittadino vengono fornite tutte le informazioni relative al servizio (giornate e orari di raccolta, aziende
gestori del servizio, tipologia di rifiuti da conferire, ufficio preposto per il ritiro delle buste e per tutte le
informazioni relative al servizio)
Distribuzione contenitori presso i condomini dotati di spazio all’interno o all’esterno per la
sistemazione degli stessi.
Realizzazione di isole ecologiche per la raccolta di rifiuti diversi da quelli raccolti porta a porta, come
per esempio grandi e piccoli elettrodomestici, olii e batterie esauste, materiale di risulta di piccoli lavori
edili, medicinali, ecc...
Uno strumento o espediente per incentivare la cittadinanza alla raccolta differenziata dei rifiuti potrebbe
essere la previsione di una raccolta punti sia per il conferimento porta a porta che per quello in isola
ecologica
Elaborazione di materiale informativo necessario a divulgare il progetto di riorganizzazione e l’invito a
tutta la cittadinanza a fare la propria parte. Determinante è l’individuazione dei posti in cui far circolare
il materiale.
I TEMPI
Sono necessari 2 anni per arrivare a regime e verificare i risultati programmati.
Da un punto di vista temporale, il progetto si struttura come segue:
Studio, analisi e indagine conoscitiva: 6 mesi
Progettazione del servizio: 6 mesi
Fase sperimentale: 1 anno
I COSTI
Pubblicizzazione e comunicazione:
Facilitatori ed esperti:
Intervistatori: no costo perché eseguita da cittadini volontari
Formazione intervistatori: no costo perché fatta da dipendenti e/o cittadini esperti e titolo volontario.
Costo dei gadget promozionali;
Costi per la riorganizzazione del servizio
- Es. Acquisto e distribuzione materiale per raccolta porta a porta (buste e/o contenitori);
- Personale addetto
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PERT/CPM: la valutazione dell’incertezza
La fase di scheduling su “Riqualificazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani”
I risultati dell’analisi (simulata) possono essere raccolti nella seguente tabella
TASK
CODICE
FASE
FASE 0
FASE 1
FASE 2
FASE 3
FASE 4
DESCRIZIONE
TASK
A. Campagna
informativa
B. Analisi del
contesto
C. Progettazione e
condivisione del
progetto
D. Realizzazione
del progetto di
riqualificazione del
servizio
E. Valutazione e
monitoraggio
PRECEDENZE
VINCOLO DI
PRECEDENZA*
Tempo
minimo
(gg)
-
-
45
-
-
B
Tempo medio
moda
(gg)
Tempo
massimo
(gg)
Tempo
atteso
(gg)
Varianza
σ2
(gg)
60
75
60
25
105
120
135
120
25
FS
150
180
210
180
100
B,C
FS
330
360
390
360
100
D
SS
45
60
75
60
25
* I vincoli tra le attività del reticolo (o task) possono essere:
FS (Finish to Start) -->> è il vincolo più comune, l’attività considerata può partire solo se quella precedente si è conclusa;
SF (Start to Finish) -->> impone che l’attività in esame non possa terminare se la precedente non è iniziata;
SS (Start to Start) -->> l’attività data non può iniziare se anche la precedente non inizia;
FF (Finish to Finish) -->> la attività determinata non è finita fino a che non finisce la precedente.
Per come è stato simulato il caso proposto, il percorso critico e il tempo di completamento del progetto rimangono gli stessi anche determinandoli attraverso i tempi attesi.
Qualora le distribuzioni dei tempi probabili non fossero normali ma sbilanciate in un senso o nell’opposto, il percorso critico, così come la sua durata, potrebbero cambiare. In
ogni caso, note le varianze dei tempi delle attività, potremmo valutare l’attendibilità del tempo atteso di completamento del progetto ovvero la probabilità di completarlo entro
una data assegnata. In sostanza questo significa avere un’utile indicazione se si dovessero assumere impegni per la data di completamento di un progetto.
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Il conseguente reticolo di progetto, definito PERT ( Program Evaluation and Review Technique ) e, in lettura, reticolo CPM (Critical Path Method), è il seguente:
TASK A
Cod. 0 60 gg.
TASK E
Cod. 4 60 gg.
TASK C
Cod. 2 180 gg.
TASK D
Cod. 3 360 gg.
TASK B
Cod. 1 120 gg.
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PROJECT WORK Regione Puglia –Gruppo Mobilità urbana
Referenti per il gruppo: Giorgio Skoff, Giorgia Franco, Rosa Matera, Silvana Farano, Maurizio Difronzo.
L’AMBITO DI INTERVENTO
Laboratorio di Progettazione Partecipata per una mobilità scolastica sostenibile
Analisi e mappatura del territorio del sistema di viabilità e delle risorse umane in relazione al servizio
trasporto e coinvolgimento degli attori nella fase di individuazione delle problematiche e di elaborazione del
prodotto finale.
IL CONTESTO
COMUNE
L’ambito di intervento riguarda il Civico Ente (Comune di Bari) che sempre più negli ultimi anni, presenta
problemi legati al servizio della mobilità e della sua gestione (Urban mobility).
La modalità collettiva di trasporto delle persone è oggi eccessivamente concentrata sull’uso dell’automobile
privata, spesso a livello individuale, con i conseguenti problemi di sicurezza, pulizia dei mezzi utilizzati per
il servizio bus attualmente esistente, puntualità dei mezzi, capillarità del servizio, comfort, informazione,
alta concentrazione di traffico, assenza di altri sistemi di trasporto, uso eccessivo del mezzo privato,
necessità di forme alternative di trasporto e incremento di altre forme di mobilità
L’aumento del traffico automobilistico nelle città e nelle aree urbane rappresenta un vero problema
ambientale, sia con riferimento all’occupazione dello spazio pubblico – sottratto ad altri importanti utilizzi
quali la vita di relazione, il passeggio, il gioco dei bambini – sia per la produzione di inquinamento dell’aria
e di rumore. L'orario scolastico costituisce un nodo problematico nell'organizzazione urbana anche a Bari.
CRITICITA’
Siamo partiti prefigurandoci che L’Amministrazione Comunale di Bari, sostenuta dall’iniziativa di
associazioni di cittadinanza attiva, nell’ambito di un programma di approfondimento delle proprie
conoscenze sulla situazione della mobilità scolastica sia per le scuole del centro storico che per quelle delle
zone periferiche, manifesti l’esigenza di attivare un processo partecipativo.
Il Laboratorio che ne diventa motore/promotore avvierà un processo di progettazione partecipata relativo
alla Mobilità sostenibile in ambito scolastico. Prevede altresì la gestione di un processo partecipativo
all'interno dell’elaborazione dei progetti preliminari al Piano del traffico nel Comune di Bari.
Il modello partecipativo proposto comprenderà l’informazione, la comunicazione e la consultazione e
saranno promosse attraverso la combinazione di strumenti tradizionali e di strumenti tecnologici, si investirà
molto sul conoscere-comprendere per poter fare.
GLI OBIETTIVI
Situazione attuale
negativa
Scarso uso degli
scuolabus
Traffico congestionato
Problema
Progetto
Qualità del servizio
“Scuolabus amico”
Molte auto con solo un
passeggero
“Car pooling”
Situazione futura positiva
Servizio
migliore
frequentato
Meno auto
più
Mancanza di sicurezza
per gli alunni
Non uso della bicicletta
Obesità tra gli alunni
delle elementari
Inquinamento dell’aria
Sicurezza stradale
Mancano percorsi e accessi
sicuri
Mancano le piste ciclabili
Non fanno esercizio fisico
Molte auto si concentrano
nello stesso orario
Educazione stradale
“Percorsi protetti”
“Bici in rete”
“Servizio
Piedibus”
“Orari flessibili”
Maggiore autonomia
bambini
Più bici
Meno bambini obesi
dei
Aria più pulita
Comportamenti
civili
corretti
e
Obiettivo generale:
Migliorare la qualità della vita dei cittadini anche in termini relazionali; imparare ad ascoltare per imparare
ad apprendere, sperimentare nuove forme di partecipazione e co-progettazione tra i diversi soggetti, attivare
un momento di riflessione interno al territorio sul contributo offerto dalle pratiche inclusive e sui modelli e
strumenti partecipativi, creare una rete di relazioni,
Obiettivi specifici
Incentivare l'uso del trasporto pubblico e disincentivare l'uso dell'auto individuale, sia per gli studenti che
per il personale docente e non docente, elaborare strumenti di piano “più efficaci”, contenere il trasporto
individuale ad incrementare il trasporto pubblico locale su gomma, dare una risposta al bisogno di
autonomia dei bambini e delle bambine della città di Bari e alla loro necessità di muoversi con sufficiente
sicurezza. Migliorare la sicurezza per utenti della scuola. In particolare:
•
•
•
•
•
•
Attivare comportamenti eco-sostenibili
Risparmiare risorse energetiche;
Snellire la circolazione urbana e rendere più efficienti i servizi pubblici;
Ridurre il traffico intorno ai poli scolastici;
Diminuire l’’inquinamento dell’aria, incrementare l’uso alternativo del mezzo privato, aumentare la
sicurezza nel tragitto casa-scuola, trovare soluzioni per la conciliazione dei tempi vita-lavoro.
Elaborare proposte progettuali inerenti la moderazione del traffico stimolando i vari soggetti ad
impegni concreti e co-responsabili,
LE RISORSE UMANE
PROMOTORI:
cittadini ed associazioni, amministratori sensibili e responsabili.
FACILITATORI:
supporto tecnico per l’impostazione e la gestione del processo partecipato, mediatore quale sociologo,
negoziatore e/o conduttore di gruppi.
REGISTI:
laboratorio di partecipazione, dove saranno rappresentate le P.A. coinvolte, progettisti incaricati per il
progetto tecnico definitivo.
STRUTTURA ORGANIZZATIVA:
gruppo di lavoro formato da un referente per ogni attore del processo.
GLI ATTORI DEL TERRITORIO – STAKEHOLDER
Diversi attori sociali concorrono a vedere parti del problema e non possono che fornire contributi parziali,
preziosi, ma che richiedono ricomposizioni e connessioni per poter progettare ed intervenire adeguatamente.
Attraverso il rapporto/confronto con i soggetti sociali destinatari degli interventi, ed in particolare con i
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bambini ed i ragazzi che come è noto catalizzano gli interessi di tante altre categorie sociali, è possibile
raccogliere interessanti informazioni, dati e linee guida progettuali che possono avvicinare il progettista ai
reali bisogni espressi dalle comunità insediate in un determinato territorio e/o rappresentare un valido
feedback sulla validità degli interventi programmati.
Gli attori da coinvolgere, oltre ad un team misto di assessori, dirigenti e tecnici comunali sono i cittadini, le
associazioni, il Provveditorato agli studi, i dirigenti scolastici, gli insegnanti, la consulta studentesca, i
genitori, l’azienda del trasporto pubblico locale.
LE FASI DI LAVORO
Fase
Obiettivi
Attività
Attori
1.
Attivazione
del processo
partecipativo,
Definire il problema
Promuovere il
processo
Definire
l’organizzazione
analisi delle cause,
valutazione delle
conseguenze,
trovare le proposte
risolutive e condivise.
progetto tecnico
preliminare
Incontri
organizzazione
Cittadini.
scuole,
politici
Organizzazione
Studi e ricerca
Incontri
Laboratorio
Studenti,
genitori,
tecnici
2.
Progettazione
3.
Presentazione
e valutazione
delle
proposte,
Situazioni
partecipative
Assemblea
Metodi
Strumenti
Forum
Open
space
Logistica
Lavori
preliminari,
Lavoro in
gruppo,
Sopralluoghi
Tecniche
di ascolto
Outreach
Questiona
ri
Focus
group
Presenza
sul campo
palestra
stabiliti criteri di
priorità, scegliere
Progetto Pilota, i
lavori e l’iter
progettazione
partecipata
1^ Fase: L’attivazione del processo partecipativo.
Obiettivi: Attivazione del processo partecipativo: “Costituiamo un gruppo di lavoro, facciamoci aiutare da
una persona esterna che non venga a dirci le sue idee, ma che ci metta in condizione di analizzare il
problema, maturare le nostre idee, e quando avremo delle idee più definite, le passeremo ai tecnici, urbanisti
e architetti, perché mettano in bella copia e diano organizzazione professionale alle nostre scelte ed
indirizzi.”
Acquisire dati relativi a popolazione scolastica, ubicazione scuole, inquinamento, bisogni
Attività: richiesta dati dalle scuole, assessorati competenti, somministrazione di questionari, comunicazione
ed informazione. Definire quindi il problema, promuovere il processo e definire l’organizzazione.
Attori: uffici scolastici, dirigenti scolastici, Asl, Arpa, Enti di ricerca, studenti e famiglie
Situazioni partecipative:assemblea
Strumenti e Metodologie: questionari costruito con gli utenti, forum tematico interno alle scuole,
coinvolgimento esterno delle famiglie secondo una metodologia di open space
Logistica e setting: scuola, circoscrizione, palestra ecc...
2^ Fase: progettazione
Obiettivi: analisi delle cause, valutazione delle conseguenze e delle proposte risolutive condivise mediante
un progetto tecnico preliminare
Attori: laboratori, studenti, genitori e tecnici.
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Strumenti e metodologie: Open Space, conferenze servizi, gruppi di lavoro tematici per competenze sugli
argomenti (tecniche di ascolto).
Logistica e setting: presenza sul campo
3^ Realizzazione delle attività, presentazione e valutazione delle proposte.
Obiettivo: stabilire i criteri di priorità, scegliere il Progetto pilota, i lavori e l’iter di progettazione
partecipata.
4^ Preparazione di un progetto esecutivo tecnico.
Obiettivo: convocare un gruppo interassessorile formato da Servizio Formazione, Orientamento,
Prevenzione, Servizio Viabilità e Traffico, Servizio Progettazione e Direzione Lavori Fabbricati e Strade,
Servizio Decentramento e Partecipazione, Ufficio Bari Sicura che con la partecipazione del “Laboratorio” e
dei tecnici incaricati elaborano un progetto esecutivo per 4 scuole.
5^ Valutazione del raggiungimento degli obiettivi.
I TEMPI
Tre mesi per la prima fase
Tre mesi per la seconda
Due mesi per la terza
Tre mesi per quarta
COSTI
Campagne di manifesti
Stampa opuscoli, pubblicazioni, questionari
Sito web
Sale, attrezzature
Eventi
Consulenze: Compensi professionali tecnici; Compensi professionali facilitatori
Foto, video.rilievi
RISULTATI
Vision condivisa di un sistema di trasporto scolastico ecologicamente sostenibile, educativo, e rispettoso
della salute dei più giovani.
Piano di mobilità scolastica sostenibile.
Progettazione di nuova viabilità intorno agli edifici scolastici.
Progettazione di rete di piste ciclabili.
Nuovo servizio scuolabus.
Linee autobus cittadini dedicati agli studenti.
Organizzazione del servizio Piedibus, al fine di abituare i giovani a rinunciare alla comodità e all’abitudine
dell’auto.
Impostare il processo di progettazione partecipata come strumento abituale di democrazia.
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