Quattro passi nel futuro
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4 Quattro passi nel futuro Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute Salvatore Romagnolo - Roberto Saracco 4 Quattro passi nel futuro Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute Giovani e anziani: interpretazioni a volte contrapposte di una stessa realtà, la vita. Non deve quindi stupire che la tecnologia, ogni giorno di più parte della vita, possa costituire un elemento comune, anche se interpretato in modi diversi per gli uni e per gli altri. Telecom Italia Lab è la realtà di ricerca del Gruppo Telecom Italia. I suoi mille ricercatori operano per sviluppare innovazione e renderla rapidamente ed economicamente fruibile ai clienti del Gruppo. Centro di eccellenza da oltre quarant'anni nelle reti e nei servizi, ha contribuito alla definizione e affermazione del GSM, dell'Mp3 e della trasmissione ottica. Oggi continua a creare innovazione nei suoi laboratori progettando l'evoluzione della rete di accesso fissa, mobile e di trasporto. Grande impegno viene dedicato allo sviluppo di servizi e piattaforme sia per il cliente finale sia per le imprese che vedono nella rete di telecomunicazioni del futuro l'elemento abilitante per competere sul mercato a livello mondiale. In stretto collegamento con università, centri di ricerca, e industria, Telecom Italia Lab avvicina il futuro con servizi avanzati in molti settori dal mobile al multimediale, per la casa e per l'impresa, garantendo qualità e sicurezza. “Progetto Italia” è un mondo di eventi pensato dal Gruppo Telecom Italia, un concreto impegno dell'impresa nel progresso sociale e civile del Paese. Per questo Progetto Italia dà supporto alla ricerca scientifica, alla cultura, alla formazione, alle iniziative sociali e a quelle sportive, abbracciando geograficamente tutto il territorio nazionale. Nel settembre 2002 ha dato vita al Telecom Italia Future Centre a Venezia, un luogo che aiuta a immaginare il futuro e a come influenzerà i nostri comportamenti e le relazioni sociali. Situato in pieno centro nell'ex convento di San Salvador, il Future Centre si presenta come un laboratorio interattivo basato su una logica di tipo emozionale: vedere, toccare, sperimentare le nuove tecnologie, ma anche possibilità di seguire mostre e ascoltare cicli di conferenze. Salvatore Romagnolo, giornalista, saggista ed esperto di comunicazione online, è direttore di Apogeonline.com. Collabora con "La Stampa", per la quale cura due rubriche settimanali su Internet e le nuove tecnologie. È autore di diversi saggi sui nuovi media e il giornalismo online ed editore di Nomadvillage.it, il primo magazine online italiano interamente dedicato alla mobilità Hi-Tech. Roberto Saracco è responsabile per la comunicazione scientifica in TILAB. Nei suoi oltre trent'anni nel settore delle telecomunicazioni è stato ricercatore prima nel settore tecnico e poi in quello economico. Per molti anni ha lavorato in un contesto internazionale, guidando tra l'altro un progetto della Banca Mondiale in America Latina per stimolare l'adozione delle nuove tecnologie. È autore di diverse pubblicazioni sulle nuove tecnologie e sul loro impatto sul business. Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute LA RIVOLUZIONE DEL FITNESS Un’indagine statistica su base nazionale condotta da American Sports Data Inc., uno dei più accreditati istituti di ricerca statunitensi in ambito sportivo, ha rivelato che il 61% degli adulti intervistati si sente sovrappeso, mentre addirittura il 19% si dichiara molto sopra il peso forma. Una ricerca simile è stata condotta nel 2001 dal Center for Disease Control, valutando statisticamente alcune migliaia di cittadini e analizzandone l’indice di massa corporea. Il risultato è stato sorprendente: secondo le statistiche, più del 21% dei cittadini statunitensi è obeso. Questo fatto, che risulta ancora più incredibile se si tiene conto che nel 1991 la popolazione obesa raggiungeva solo il 12%, ha portato il General Surgeon statunitense a dichiarare l’obesità una vera e propria epidemia nazionale e ha attivato automaticamente un grande numero di politiche governative finalizzate a favorire la diffusione della “fitness culture” presso i cittadini. In verità, il General Surgeon poteva risparmiarsi le politiche pro-fitness: negli Stati Uniti i frequentatori abituali di palestre e fitness club (con più di 100 giorni all’anno di attività), sono, infatti, circa 50 milioni. Un numero così grande di persone dedite all’attività fisica abituale è testimonianza di un fenomeno intergenerazionale, che coinvolge tutte le fasce di età, dai giovani agli anziani. Il merito di questo successo è senza dubbio dovuto alla natura stessa del fitness: una delle combinazioni più riuscite e costantemente aggiornate tra tecnologia e sport, che consente a tutti un’attività fisica bilanciata. Può sembrare quasi paradossale, ma l’attività fisica si sposa perfet- 7 Quattro passi nel futuro tamente con le “macchine”: le palestre moderne sono un concentrato di tecnologia che agisce sia per controllare le performance dei suoi utenti, sia per fornire a questi ultimi nuove forme più coinvolgenti di attività sportiva. I prodotti di Technogym, una delle aziende leader nella produzione di attrezzature da palestra, ad esempio, sono estremamente ricchi di tecnologia. Quelli della gamma Excite Line accomunano il tradizionale tapis-roulant a uno schermo LCD, a un lettore di musica digitale e, addirittura, a un emettitore olfattivo. In questo caso l’esperienza sportiva in palestra si fa sempre più immersiva e diventa sempre più completa sensorialmente. Un jogger può, quindi, esercitarsi sul tapisroulant mentre osserva le immagini di una foresta sullo schermo digitale e contemporaneamente ne sente il rumore e l’odore. Le nuove “macchine” da palestra non si limitano a circondare sensorialmente chi le utilizza, ma permettono un controllo costante delle performance. Questo avviene principalmente grazie all’integrazione di strumenti digitali all’interno di step, cyclette, vogatori, ecc. Grazie ai sensori, infatti, gli utenti più giovani possono monitorare costantemente i propri progressi e cercare il limite, mentre i più anziani possono tenere d’occhio il battito e la pressione cardiaca. In effetti, il controllo è uno degli elementi chiave del successo mondiale del fitness. Alcune palestre, addirittura, dispongono di attrezzi connessi in Rete in modo tale da impostarsi automaticamente a seconda delle esigenze di ogni utente: basta che questo disponga di una keycard contenente il suo piano di fitness. Tutte le attività degli utenti sono registrate e, quando questi lo desiderano, è possibile monitorare l’andamento dei piani atletici mensili, tenere sotto controllo il battito cardiaco, analizzare le modifiche del peso, ecc. Grazie all’identificazione automatica dell’utente, gli attrezzi da palestra diventano facilmente fruibili da tutti e, soprattutto, molto sicuri, visto che possono adattarsi istantaneamente alle esigenze sia dei giovani sia degli anziani. In questo modo una cyclette può simulare un gran premio della montagna per un giovane utente atletico e preparato per quel grado di impegno, mentre può simulare una facile scampagnata in lieve discesa per un anziano che necessita di un po’ di cardio-fitness. 8 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute UNA GENERAZIONE SEMPRE IN FORMA La nuova dimensione tecnologica sta rendendo le palestre molto più sicure e di facile utilizzo anche per gli utenti appartenenti alla fascia d’età over 55. Secondo una ricerca di American Sports Data Inc., mentre il numero di bambini nelle palestre tende a calare (nel 2002 circa il 4% in meno rispetto a una simile rilevazione nel 1998) e quello dei giovani tende a restare costante, aumentano tantissimo gli over 55, cresciuti del 12% circa nel quadriennio 1998-2002. Negli Stati Uniti, addirittura, gli utenti con più di 55 anni di età costituiscono circa il 25% dei praticanti. L’aumento dell’attività sportiva tra i non più giovani è un dato che risponde a precise ragioni sociali. Gli attuali neo-anziani appartengono alla prima generazione che, a grandi linee, ha ricevuto un’educazione fisica corretta e sistematica. Il fenomeno, quindi, tenderà ad aumentare costantemente: in futuro ci saranno sempre più cinquantenni e senior sportivi amatoriali, alla ricerca di una buona forma fisica. Il settore hi-tech non ha tardato a rispondere al numero crescente di sportivi amatoriali che richiedevano prodotti specifici per le proprie attività. Sul mercato, infatti, è molto facile trovare strumenti di controllo per sportivi che si auto-allenano. Un moderno jogger di una certa età, ad esempio, potrebbe indossare un orologio Oregon Scientific PM800 con cardiofrequenzimetro in grado di avvertirlo con un allarme se il suo battito cardiaco supera una certa soglia. Lo stesso orologio, tra l’altro, contiene un cronotachimetro e anche un piccolo software in grado di determinare le calorie bruciate. Un podista giovane, invece, potrebbe portare con sé anche un contapassi, con integrato un programma in grado di convertire la distanza in chilometri, in modo tale da tenere sempre sotto controllo i suoi progressi. Per chi fa jogging all’alba, magari nei parchi, è stata addirittura ideata una linea di contapassi con allarme manuale anti-aggressione. In entrambi i casi, quindi, i dispositivi tecnologici si sostituiscono ai personal trainer e garantiscono che le performance fisiche degli atleti amatoriali – in particolare gli over 55 – possano essere tenute costantemente sotto controllo, in modo tale da evitare malesseri, affaticamenti eccessivi, ecc. 9 Quattro passi nel futuro Il mondo del fitness e dello sport amatoriale, quindi, dimostra che il mito secondo cui gli anziani non sono in grado di confrontarsi con la tecnologia e utilizzarla agevolmente è più che altro un pregiudizio. Il problema del rapporto tra anziani e tecnologia ha un’origine profonda proprio nell’informatica. Per molti, infatti, il fatto che gran parte degli anziani non utilizzi i computer e viva tranquillamente facendone a meno, è segno di un’impossibilità di avvicinamento tra non più giovani e tecnologia. In realtà, la generazione dei “nonni” semplicemente non ha fatto in tempo a vivere la rivoluzione informatica e quindi raramente ha acquisito competenze in merito. LA SALUTE HI-TECH Il settore hi-tech e addirittura molti enti pubblici, tuttavia, si sono accorti che la tecnologia può essere davvero utile agli anziani. Da qualche tempo, infatti, sono attivi numerosi progetti di vera e propria risocializzazione, che vedono gli anziani avvicinarsi alle nuove tecnologie, considerate una risposta all’isolamento e alla solitudine. L’associazione Age Concern, insieme a Barclays Bank, ha attivato un progetto di educazione all’uso di Internet per gli anziani, creando una sorta di scuola itinerante che ha il compito di avvicinare alla Rete tutti coloro che ne sono stati esclusi per motivi di età. Nei soli Stati Uniti, dove il progetto è attivo, si calcola che siano più di 3,5 milioni gli anziani soli: un patrimonio umano incredibile che potrebbe davvero beneficiare delle opportunità comunicative offerte dalla Rete. Ovviamente, per portare i nonni online il progetto utilizza tecnologie ad hoc, come schermi di grande dimensione con caratteri molto grandi e particolari mouse con large-ball per rendere più facile e intuitivo l’uso del puntatore. Mouse con large ball Contrariamente ai pregiudizi, tra l’altro, gli anziani che navigano su Internet sono sempre di più. Secondo Nielsen/Netratings, il numero di internauti statunitensi tra i 55 e i 64 anni è cresciuto di circa il 15% tra 10 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute ottobre 2002 e ottobre 2003. Per gli ultrasessantacinquenni, addirittura, il tasso di crescita è pari al 25%. In totale, il numero di utenti statunitensi della Rete con più di 55 anni supera i 25 milioni, mettendo finalmente a tacere chi considera gli anziani poco avvezzi alla tecnologia. L’E-VILLAGE GIAPPONESE Molti paesi stanno cercando di utilizzare al meglio le nuove tecnologie per poter rispondere alle esigenze degli anziani. Il Governo giapponese, per esempio, ha addirittura avviato un progetto sperimentale di lotta tecnologica all’isolamento dei più anziani, collegando alla Rete tutte le abitazioni di un piccolo villaggio isolato (abitato prevalentemente da anziani) nel freddo nord del paese e fornendo corsi gratuiti di formazione per tutti gli abitanti, che ora possono comunicare tra loro senza dover sfidare ogni volta il freddo e la neve spesso presente in quella zona. Grazie all’implementazione di una sala per videoconferenze e alla diffusione delle tecnologie di comunicazione, ora il villaggio montano – ribattezzato evillage – è in grado di superare virtualmente le barriere fisiche che lo separano dal resto del mondo. Gli anziani abitanti, quindi, possono essere visitati singolarmente in videoconferenza da un’équipe di medici in grado di misurare agevolmente la pressione sanguigna e il battito cardiaco di ciascun paziente grazie a particolari strumenti di telemedicina connessi a Internet. LE NUOVE FRONTIERE Una delle frontiere più importanti del progresso dovrebbe proprio essere l’utilizzo sempre più massiccio di tecnologie per la salute. Attualmente la medicina e tutte le discipline affini sono costantemente soggette a un progressivo aumento del loro livello tecnologico. Lo sce11 Quattro passi nel futuro nario ideale, per il futuro, potrebbe essere l’ubiquità dei servizi di medicina. Il presente, tuttavia, è già ricco di nuove opportunità. È il caso del servizio offerto da Sorin LifeWatch, un’azienda che ha attivato un innovativo sistema di telecardiologia che permette di trasmettere istantaneamente il proprio elettrocardiogramma a un’équipe medica attiva 24 ore su 24. Gli utenti con potenziali problemi cardiaci non devono fare altro che posizionare all’altezza del cuore un dispositivo in grado di registrare automaticamente e in tempo reale l’elettrocardiogramma. Per ottenere un responso tempestivo da un cardiologo, è sufficiente che l’utente avvicini il dispositivo alla cornetta di un telefono fisso o mobile e componga il numero del centro assistenza Sorin LifeWatch. In questo modo l’elettrocardiogramma sarà trasmesso automaticamente al servizio medico, che provvederà ad analizzarlo istantaneamente ed emetterà una diagnosi in tempo reale, provvedendo addirittura a chiamare direttamente l’assistenza medica nei casi più gravi. Perfino le tecnologie consumer per la salute sono sempre più raffinate e complesse, in particolare quelle dedicate agli anziani. Il successo di una ditta come Beghelli, per esempio, è dovuto in parte anche alla diffusione di un pratico e ormai notissimo sistema di telesoccorso, chiamato Salvalavita, che può risultare molto utile per gli anziani che vivono da soli o hanno bisogno di continua assistenza. Il prodotto, infatti, non è altro che un combinatore da collegare alla linea telefonica della casa dell’anziano, in grado di memorizzare e comporre automaticamente fino a 8 numeri telefonici definiti dall’utente. Oltre al combinatore è presente un telecomando che l’anziano deve portare con sé. In caso di malessere, la semplice pressione di un pulsante ospitato sul telecomando attiva il combinatore, che contatta immediatamente i numeri di emergenza memorizzati. Le persone contattate possono interagire direttamente con l’anziano grazie al telecomando, che svolge anche la funzione di terminale vivavoce wireless. Il Salvalavita, recentemente, è stato presentato in versione evoluta. Quella “Service” mette in contatto l’anziano in emergenza con un centro servizi in grado di attivare rapidamente tutte le modalità d’intervento richieste a seconda del caso. UN ROBOT PER INFERMIERE Un’ulteriore frontiera tecnologica per gli anziani è sicuramente la robotica, una disciplina che sta facendosi largo sempre più nell’ambito 12 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute della medicina moderna. L’utilizzo di robot meccanici nella medicina e nella cura degli anziani, infatti, può essere un sostituto alla mancanza di assistenza umana. Inoltre, se i robot sono integrati con strumenti di comunicazione, l’anziano può anche superare la condizione di isolamento a cui troppo spesso è costretto. Il Silverado’s Care Center di Calabasas in California sta sperimentando Companion, un robot mobile creato dalla InTouch Healt Inc. in grado di svolgere numerose funzioni di assistenza ai degenti. Il robot è un vero e proprio compagno per il malato. Grazie a un sistema di controllo remoto, che utilizza una connessione wireless a banda larga e integra una videocamera digitale con cui inquadrare il paziente e uno schermo LCD, può consentire una comunicazione virtuale faccia a faccia tra il degente e il medico, ma può anche permettere la comunicazione tra il paziente e i suoi familiari. Per Companion, tra l’altro, è prevista un’evoluzione futura che ne valorizzerà gli aspetti motori. Prossimamente potrà essere un vero e proprio supporto mobile su cui potranno appoggiarsi i pazienti con problemi motori durante le passeggiate terapeutiche. Allo stesso modo, il robot potrà scortare un paziente all’interno dell’ospedale e, tramite un’apposita interfaccia, misurare temperatura e pressione delle persone di cui si “occupa”. Robot mobile "Companion" 13 Quattro passi nel futuro L’idea che l’armonia del corpo sia un sinonimo di salute e che lo sport contribuisca a raggiungere la forma “ideale” ha radici antiche. Bello ideale e sport sono raffigurazioni che si ritrovano su molti vasi dell’epoca ellenica. Più recenti i disegni di Leonardo in cui la figura umana viene inscritta in un cerchio e in un quadrato, figure regolari simbolo di armonia. Ed è più o meno contemporanea a Leonardo l’idea che la realtà debba essere misurata, poiché da misura e sperimentazione deriva la conoscenza oggettiva. Queste idee possono sembrare molto distanti dal tema trattato in questo capitolo, lo sport e la salute, così come può sembrare forzato l’accostamento tra giovani ed anziani. Il filo che li unisce è proprio nella possibilità di “misurare”, di accorgerci, se vogliamo, delle specificità del singolo. La medicina, come la conosciamo oggi, si basa su un paraL’uomo vitruviano di Leonardo in cui si evidenziano i rapporti armonici delle varie digma, sconosciuto fino al parti del corpo 1700, secondo cui curare significa risalire alla causa che ha generato la malattia. Prima, curare significava comprendere i sintomi ed intervenire di conseguenza. Di ciò si occupavano i medici, e la medicina era considerata una conoscenza di livello inferiore rispetto ad altre scienze. Chi risaliva alla causa, che era da ricercarsi nelle influenze astrali o degli dei, era il sacerdote o il filosofo. Oggi nel ripensare a quel tempo passato può stupire la credulità della popolazione. Come era possibile non rendersi conto che solo conoscendo la causa della malattia fosse possibile intervenire in modo efficace? Eppure tra qualche anno, forse meno di 10, la medicina potrebbe essere diversa, e i nostri bisnipoti potrebbero stupirsi del fatto che oggi la medicina si basi sulla conoscenza della causa e da questa si faccia deri- 14 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute vare l’intervento curativo. Tra qualche anno, infatti, si affermerà un nuovo paradigma, quello basato sulla conoscenza della singola persona e di che cosa stia succedendo nel suo organismo. In effetti, l’origine di un malessere non può prescindere dalla persona, bensì risulta dalla interazione tra una causa (esogena o endogena) e uno specifico organismo. Perché qualcuno si ammala di influenza e qualcun altro, ugualmente esposto ai virus, no? Perché una medicina efficace per una persona risulta inutile per un’altra ed addirittura dannosa per una terza? La specificità è l’elemento che cambierà la concezione della medicina. E cambierà anche la professione del medico, che diventerà molto più simile ad un ingegnere, o meglio ad un bioingegnere. Anche se questo accadrà nel futuro, le premesse si vedono già oggi. La tecnologia sta mettendo a disposizione degli strumenti che consentono di prendere le misure di ciascuno e di intervenire prontamente, in alcuni casi prima ancora che si manifesti una situazione patologica. Questo consente di migliorarsi nello sport, così come di mantenersi piacevolmente attivi anche quando si diventa anziani. TECNOLOGIA PER TENERCI SOTTO CONTROLLO Nella figura a lato vediamo un rilevatore di glucosio a forma di orologio che può essere tenuto al polso e, senza fare “buchi” nella pelle, riesce a rilevare la quantità di zuccheri nel sangue. Questa misura può essere utile per le diete, per chi pratica uno sport ed anche per chi soffre di diabete. Un aspetto interessante di questo apparecchio è la capacità di misurazione continua del valore del glucosio. Chi oggi deve tenerlo sotto controllo è obbligato a farsi delle micro analisi (in genere pungendosi un dito e toccando la goccia di sangue con una striscia che cambia il colore in base al valore di glucosio rilevato). Le analisi vengono fatte a distanza di ore Rilevatore di glucosio 15 Quattro passi nel futuro l’una dall’altra e quindi non forniscono un quadro continuo dei valori. Per i diabetici questo è un problema. Anche chi è dedito allo sport e potrebbe avere interesse a tenere sotto controllo questi valori non arde dal desiderio di pungersi le dita periodicamente. Misuratori di battito e pres1 sione a forma di orologio stanno diventando comuni ed alcuni di questi incorporeranno prossimamente un cellulare per trasmettere i dati rilevati ad un centro di monitoraggio. Ancora, in prospettiva, avremo dei sistemi in grado di rilasciare a comando delle sostanze medicinali. Questi sistemi sono dei microchip che contengono, oggi, 200 microscopiche cellette a contatto con la pelle. Queste celle si aprono a comando e permettono alla medicina di entrare nel corpo passando attraverso la pelle. Ciascuna cella può contenere sostanze medicinali diverse che vengono rilasciate nel “cocktail” più opportuno. Il meccanismo di rilevazione può essere collegato direttamente (sempre via radio) al microdispenser pilotando i dosaggi sulla base delle reazioni dell’organismo. Microtelecamera che può essere ingoiata, in grado di trasmettere via radio le immagini catturate In quest’altra immagine vediamo la fotografia di una microtelecamera che può essere inghiottita come una normale pillola. Durante il suo viaggio nell’apparato digerente la telecamera trasmette fotografie via radio ad un sistema di registrazione esterno che può ad esempio essere portato alla cinta. Il costo è ragionevolmente basso per cui non occorre neppure recuperarla alla fine del viaggio. Telecamere di questo tipo, ed anche più piccole, sono in fase di sperimentazione per osservare “dall’interno” molte parti del nostro organismo. La comunicazione via radio fornisce un sistema ideale per raccogliere le informazioni. La miniaturizzazione è la chiave di volta per aprire la strada a strumenti che possono essere inseriti nel nostro corpo senza provocare danni. Nella figura della pagina successiva si vede il paragone tra un 1 16 http://www.fortec.tuwien.ac.at/silcweb/silc_en/SilcSolution.html Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute granello di sabbia, un globulo rosso del sangue, una particella di tabacco contenuta nel fumo di una sigaretta e un nanotubo. Con queste nanostrutture verranno costruite le “macchine” del futuro. VESTIRSI NON SOLO PER MODA Le nanostrutture saranno impiegate anche nei vestiti del futuro. Si stanno studiando stoffe fatte di nanotubi2 in grado di cambiare le loro caratteristiche trasformando una maglietta in una corazza impenetrabile ai proiettili. Queste ricerche, infatti, oggi sono pilotate dal Dipartimento della Difesa USA ed hanno degli obiettivi militari. Una realizzazione di questo Rapporti dimensionali tra particelle tipo consentirebbe di avere l’abnaturali organiche e inorganiche e nanostrutture bigliamento ideale in tutte le stagioni e in tutte le condizioni. Quindi, anche facendo sport, di avere una maglietta in grado di tenere caldi i muscoli dove serve e di garantire un ricircolo di aria dove occorre raffreddare. Già oggi alcune stoffe sono ricoperte da nanotubi in funzione di antimacchia. Se dovessimo versare qualcosa su questo tessuto, la superficie di nanotubi respingerebbe la sostanza impedendole di fermarsi. Un po’ quello che accade in natura, dove alcuni animali riescono a non bagnarsi con un sistema di sottilissimi peli che respingono l’acqua. Per chi ama scalare le montagne in futuro potrebbero arrivare dei guanti miracolosi che fornirebbero una aderenza fenomenale durante le arrampicate. Alcuni scienziati, infatti, hanno scoperto che il geco, così come altri animaletti simili, riesce a camminare su soffitti a testa in giù grazie a migliaia di microscopici peli che aderiscono alle superfici. Non funzionano come sostanze collanti, che renderebbero difficile spostarsi, e neppure come il velcro, che si attorciglia su dei piccoli uncini, bensì proprio per le loro caratteristiche fisiche3. In laboratorio sono riusciti con 2 http://www.spectrum.ieee.org/WEBONLY/resource/jun03/nvic.html 3 La presenza di milioni di microscopici peli crea un'enorme superficie di appoggio e questa fornisce l'aderenza necessaria. 17 Quattro passi nel futuro la tecnologia dei nanotubi a realizzare dei quadratini di stoffa che hanno le stesse caratteristiche e quindi aderiscono alle superfici, lisce o ruvide poco importa. Occorrerà ancora qualche anno, ma la possibilità di arrampicarsi sui muri non sarà più solo una prerogativa di alcuni animali. E quello che potrà essere un utile complemento per chi si dedica alla roccia potrebbe trovare applicazioni per migliorare la presa alle persone anziane facilitando la camminata. STRUMENTI PER CONTROLLARE SE SIAMO IN FORMA A lato vediamo l’immagine di una recentissima invenzione di un ricercatore italiano. Sfruttando la caratteristica dei vari tessuti del nostro corpo di fare rimbalzare le onde elettroRilevatore di consistenza dei tessuti magnetiche in modo diverso, il utilizzato nella diagnosi precoce di tumori ricercatore è riuscito a realizzare un sistema che, passato a distanza di pochi centimetri dalla pelle, è in grado di rilevare la presenza di un tumore. Per ora questo apparecchio, sperimentato a Milano, è stato in grado di rilevare con buona precisione tumori alla prostata. È in corso la sperimentazione per la diagnosi di neoplasia della mammella. In prospettiva, tecnologie di questo tipo potrebbero trovare ampie applicazioni in una varietà di situazioni. Il grande vantaggio consiste nella non invasività dell’esame, oltre che nel suo bassissimo costo. L’applicazione di questi strumenti, ovviamente, è collegata al problema dell’affidabilità. Quest’ultima, già oggi soddisfacente in alcune applicazioni, dovrebbe aumentare ancora, fino a rendere entro pochi anni questi strumenti molto più utilizzati. Scanner tridimesionale 18 Esistono alcuni scanner tridimensionali, sistemi in grado di trasformare una superficie in una rappresentazione digitale, che possono essere utilizzati per “fotografare” il nostro corpo, come nella immagine a lato. In questo caso l’applicazione è Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute quella di un grande magazzino in cui lo scanner consente di prendere le misure esatte del nostro corpo per poi consentirci di scegliere al meglio la taglia di un certo vestito, o in alcuni casi di far realizzare su misura il vestito. Alcuni di questi scanner sono già in uso per realizzare scarpe su misura, cosa molto importante in alcuni sport o per persone che hanno delle forme “fuori standard”. Le stesse tecnologie, associate ad un programma su di un computer, troveranno anche la strada del nostro bagno “infilandosi” nella doccia. Mentre ci facciamo la doccia verrà analizzata la nostra superficie corporea per identificare potenziali patologie, ad esempio neoplasie della pelle. Queste possono essere riconosciute se si eseguono ripetutamente nel tempo delle scansioni e le si paragonano tra di loro. Diventa immediato accorgersi se un neo cambia di forma o dimensione… e quindi segnalare il potenziale pericolo. Per uno sportivo la scansione è in grado di segnalare precocemente ogni asimmetria muscolare derivante da un allenamento non corretto, mentre per un anziano la scansione diventa utile per monitorare alcune patologie (come principi di ictus o problemi coronarici, i cui segni premonitori spesso si evidenziano già alcune settimane prima della crisi conclamata). VESTITI CHE INTERAGISCONO CON NOI Il monitoraggio può avvenire anche tramite apposite scarpe, come quelle nella fotografia qui sotto, realizzate dal Media Lab di Boston. Scarpe con sensori 19 Quattro passi nel futuro Queste scarpe sono dotate di una varietà di sensori, rappresentati nello schema, in grado di misurare “come camminiamo”. Paragonando la camminata di oggi con quella dei giorni precedenti, sono in grado di rilevare anomalie (ad esempio un’alterazione dell’andatura può essere indice di problemi neurologici). Nelle scarpe è anche contenuto un plantare composto da decine di microattuatori. Questi possono essere di enorme aiuto alle persoScanner tridimesionale ne anziane che abbiano problemi di equilibrio, fornendo una stimolazione casuale alle terminazioni nervose del piede. Inoltre se i sensori rilevano un inizio di perdita di equilibrio in una direzione, gli attuatori possono essere pilotati da un computer per dare stimoli che portino il sistema nervoso a ribilanciare l’andatura. Queste stesse scarpe possono essere utilizzate da uno sportivo (un centometrista, ad esempio) per rilevare il modo in cui appoggia il piede, ed essere programmate per far adottare, con l’allenamento, una migliore posizione, aumentando l’efficacia della “falcata” e diminuendo i problemi muscolari. Se ci sembrano applicazioni “poco probabili”, pensiamo che fino a qualche decennio fa il plantare e le scarpe ortopediche erano una rarità, mentre oggi sono diventati un accessorio comune nel guardaroba di molti bambini. Chissà se tra una decina di anni al posto delle scarpe ortopediche non troveremo scarpe di questo tipo. Stoffe come quella in figura sono equipaggiate da una varietà di sensori che rilevano il battito cardiaco, ma anche situazioni di paura o di stress (questi stati emozionali cambiano la resistenza elettrica della pelle, l’adrenalina crea un afflusso di sangue nei capillari superficiali… tutti fenomeni che si possono rilevare con appositi sensori). In Inghilterra è stato realizzato un reggiseno che, dopo essere indossato 20 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute per alcuni giorni, impara lo stato emotivo della persona e da quel momento in poi è in grado di segnalare, mandando magari un allarme tramite un cellulare, una situazione di particolare stress. Applicazioni di materiali cosiddetti intelligenti nel settore sportivo sono in procinto di arrivare nei negozi, con scarponi da sci che si adattano al piede e alle condizioni di sciata, ed hanno una capacità di rispondere in modo quasi istantaneo agli sforzi che vengono compiuti. Sono già in commercio delle Tessuto con elementi conduttori lenzuola intelligenti, utilizzate in alcuni ospedali, in grado di rilevare la pressione esercitata dal corpo del degente. Per evitare le piaghe da decubito, un sistema di piccole leve poste sotto il materasso, sulla base delle informazioni di pressione rilevate dai sensori nelle lenzuola, varia impercettibilmente la forma del letto in modo da non sottoporre alcuna parte del corpo Lenzuola con sensori di pressione a forti pressioni per lunghi periodi di tempo. Le variazioni sono talmente focalizzate e talmente rapide che il paziente non si accorge di nulla e può continuare a stare nella posizione preferita senza che insorgano problemi. La maglietta a lato inizia ad essere utilizzata negli ospedali per monitorare alcuni pazienti da remoto. Diventa quindi possibile dimettere dall’ospedale molti pazienti pur mantenendoli sotto controllo. Questo diminuisce l’affollamento nell’ospedale e rende più gradevole la vita al paziente. Inoltre alcuni portatori di patologie a rischio, come un avanzato stato di occlusione coronarico, possono avere la tranquillità di esse21 Quattro passi nel futuro re costantemente tenuti sotto controllo indossando questo tipo di maglietta. I sensori contenuti possono essere adattati al tipo di controlli da effettuare e possono inviare le informazioni al superamento di certi valori di soglia impostati (ad esempio tramite un cellulare), oppure possono mantenere memorizzate le informazioni della giornata per poi scaricarle alla sera quando si rientra in casa e comunicarle ad un centro servizi che le analizzerà fornendo le indicazioni opportune. Per casi in cui si renda necessario un intervento tempestivo, si può immaginare che il paziente riceva la telefonata sullo stesMaglietta con sensori di so cellulare che la maglietta utilizza per pressione e battito cardiaco segnalare la presenza di anomalie, o anche, in prospettiva, che venga attivato un microchip per il rilascio di opportuni medicinali (ad esempio nitroglicerina, se si rileva un inizio di sofferenza coronarica). È evidente che queste stesse magliette potrebbero fornire interessanti parametri sull’allenamento in corso da parte di uno sportivo, migliorandone l’efficacia e mantenendolo entro limiti ottimali. Nella figura a lato è riportato lo schema della struttura di una di queste magliette. Di per sé queste magliette non sono una novità. Struttura della maglietta con i sensori È infatti da diversi anni che apparecchiature mediche vengono utilizzate per monitorare diversi parametri del corpo di pazienti. L’elettrocardiografo portatile ne è un esempio. La novità sta nel fatto che la maglietta è un oggetto di abbigliamento comune e i sensori sono “nascosti”, per cui non danno fastidio. Diventerà possibile indossarla in molte circostanze. Magari anche per andare all’appuntamento con la propria ragazza, in modo da tenere memoria delle emozioni che la sera22 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute ta ha “scatenato”. Se la cosa vi sembra improbabile, pensate che Microsoft ha lanciato un progetto, MyLifeBits, che si propone di tenere traccia in forma elettronica di ogni istante della nostra giornata, per permetterci poi di riviverlo con calma ad anni di distanza. E le emozioni sono ovviamente un ingrediente indispensabile nei nostri ricordi. Certo, potrebbe essere imbarazzante se durante la serata la nostra ragazza insistesse per vedere le eventuali emozioni che abbiamo provato quando siamo stati accolti da una cameriera particolarmente avvenente al ristorante… Nessuna tecnologia è esente da problemi! SERVE UN ORGANO PIÙ EFFICIENTE? STAMPALO! Negli ultimi 40 anni i ricercatori hanno lavorato per riuscire a convertire quanto più è possibile in bit, anche le emozioni come abbiamo visto. I bit sono più facili da maneggiare e da trasportare. Tuttavia il mondo in cui viviamo non è fatto di bit e, soprattutto, noi non siamo fatti per interagire con dei bit. Abbiamo bisogno di toccare, gustare, vedere… Ebbene, la tecnologia sta facendo Biciclette “stampate” progressi anche nel settore della conversione dei bit in atomi. Ovviamente la cosa non è nuova. Le stampanti sono un esempio di conversione di bit di informazioni in atomi di inchiostro. Tuttavia dobbiamo pur sempre inserire un foglio nella stampante per vedere la pagina stampata. Esiste una stampante in grado di stampare anche la carta su cui poi viene steso l’inchiostro e più in generale una stampante che sia in grado di produrre oggetti? Ebbene sì. Nella fotografia sopra vediamo tre biciclette che sono state… stampate. Queste stampanti utilizzano un tipo particolare di inchiostro formato da microsfere del materiale che dovrà comporre l’oggetto. È possibile fare oggetti di plastica, di ferro, di ceramica… insomma di qualunque materiale (e combinazione di materiali) di cui sia possibile creare delle microsfere. 23 Quattro passi nel futuro Schema di una stampante di oggetti Come mostrato nello schema sottostante, le microsfere sono depositate dalla stampante su di un piano che viene quindi abbassato per permettere la deposizione di un secondo strato che va ad incollarsi sul primo, e così via, dando lo spessore all’oggetto. Le parti “vuote” dell’oggetto sono realizzate tramite la stampa di materiale inerte che, ad oggetto finito, viene rimosso con una procedura chimica. Con questo sistema è possibile produrre oggetti di notevole complessità, come ad esempio le biciclette della fotografia. Queste stampanti hanno tre difetti: sono molto costose, sono molto ingombranti e sono lente. Erano gli stessi difetti delle stampanti in bianco e nero di 40 anni fa e di quelle a colori di 20 anni fa. Oggi una stampante a colori trova spazio sulla scrivania ed ha un costo risibile. Per non parlare della qualità che è enormemente aumentata. Non è quindi difficile immaginare che nei prossimi 30 anni vedremo stampanti di questo tipo entrare nelle nostre case e acquistare un servizio di piatti su Internet non vorrà più dire aspettare il postino per la consegna, ma semplicemente… mandare in stampa i piatti. Perché citare in questo capitolo dedicato a vari aspetti della salute 24 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute una stampante da bit ad atomi? Anche se può essere una notizia interessante, che cosa ha a vedere con questo argomento? Guardiamo la fotografia della pagina seguente. Questa è una stampante, una stampante particolare. È stata progettata per stampare tessuti biologici, come la nostra pelle4. Il suo inchiostro è fatto da cellule vive che vengono depositate in un apposito contenitore, il quale contiene sostanze nutrienti e mantiene il tessuto che si viene a formare ad una temperatura ideale per la ulteriore riproduzione cellulare. Insieme alle cellule viene stampata anche una impalcatura fatta di vari tipi di materiale, ad esempio dei composti di calcio se si vuole “stampare” un osso… Ad oggi si riescono a stampare solo dei tessuti relativamente semplici, cioè con una struttura minima, ma la speranza è di riuscire ad arrivare nel giro di qualche anno a stampare interi organi, ad esempio un cuore con, ovviamente, tutti i vasi necessari per farlo vivere e pulsare. La tecnologia biochimica, infatti, è riuscita da tempo a coltivare cellule in vitro e a farle moltiplicare. Stampante di tessuti umani Questo permette di preparare “l’inchiostro” che poi utilizzerà la stampante per produrre i tessuti. Questi non sono composti da tante cellule alla rinfusa, ma devono essere formati mettendole in un particolare ordine. È quello che riesce a fare questa stampante. Ovvie, ed importanti, le applicazioni in campo medico. Sportivi che spesso vanno incontro ad incidenti e anziani che devono farsi sostituire dei tessuti o degli organi ormai deperiti potranno contare su queste tecnologie. Alcuni organi e tessuti resteranno tuttavia al di fuori della portata di questo tipo di stampanti per molti decenni ancora (e forse per alcuni secoli). Cosa fare quindi se si guasta qualcosa che non si riesce a sostituire con un duplicato in carne e ossa? 4 http://www.business2.com/webguide/0,,3369,00.html 25 Quattro passi nel futuro QUANDO LA SOSTITUZIONE NON BASTA La bioelettronica, detta anche wetware in quanto relativa a cose che sono “bagnate” (wet), visto che le cellule contengono e sono immerse in un liquido (la radice “ware” la troviamo nelle parole “hardware” per indicare cose “solide” e in “software” per indicare cose eteree…), ha fatto notevoli progressi consentendo una interazione tra il mondo vivente (bio) e i computer (sensori, attuatori…). Nella fotografia qui a lato vediamo una persona a cui è stata inserita una protesi per restituirle (in parte) la vista. Questa persona era diventata cieca dopo una malattia che ha distrutto il nervo ottico. I ricercatori hanno posto una telecamera su degli occhiali, in grado quindi di raccogliere l’immagine dallo stesso punto in cui l’avrebbero raccolta gli occhi. Le immagini sono trasmesse tramite un piccolo cavetConnettore corticale per trasmettere impulsi alla zona cerebrale dove viene to (lo si nota scendere dietro l’orecelaborata l’immagine chio) ad un computer che le elabora e le invia ad un centinaio di microelettrodi5 che sono stati impiantati nella zona della corteccia cerebrale deputata alla visione (nella fotografia un esempio di questi microelettrodi). Nelle immagini a pagina seguente si vede come all’aumentaProtesi corticale per non vedente re del numero di elettrodi possa aumentare la definizione dell’immagine. Si noti che questa è solo una grossolana approssimazione, in quanto quello che “vede” il nostro cervello è solo in parte una conseguenza degli stimoli sensoriali. Siamo ovviamente ai primi passi, ma è comunque stupefacente il progresso raggiunto. L’obiettivo è di riuscire ad arrivare per il 2008 a 5 Per una discussione su quanti elettrodi siano necessari per formare una immagine che il cervello possa riconoscere si veda: http://www.seeingwithsound.com/etumble.htm 26 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute sistemi che possano rendere autonome persone che hanno perso la vista durante la vita (non è invece possibile far vedere chi è nato cieco, in quanto non si sono sviluppate nel cervello le strutture in grado di “capire l’immagine”). Simulazione di definizione visiva acquisita tramite interfaccia corticale Recentemente è stata fatta una dimostrazione in cui una persona, completamente cieca, è riuscita a guidare un’auto in uno spazio chiuso6. È riuscita a vedere perlomeno quanto bastava per evitare ostacoli e guidare un’auto in uno spazio semplice. Tuttavia non ha provato alcuna emozione da ciò che vedeva. Se ipoteticamente avesse visto un camion tagliarle la strada, avrebbe cercato di frenare ma non si sarebbe spaventata. Alla vista mancano le emozioni. Questo è dovuto al fatto che le immagini che provengono dai nostri occhi vengono per così dire duplicate dal chiasma ottico e prendono due strade nel nostro cervello. Una porta alla corteccia visiva e consente di “vedere” l’immagine (è la zona in cui i ricercatori hanno inserito i microelettrodi), mentre la seconda porta ad un punto nella zona bassa del cervello dove vengono create le emozioni che poi vanno a fondersi nella corteccia cerebrale con l’immagine. Sarebbe quindi molto meglio se si riuscisse a creare una protesi che, invece di inviare i segnali alla corteccia visiva, li mandasse al chiasma ottico, lasciando poi a questo il compito di inviare le informazioni a chi di dovere. È quanto sta cercando di fare un altro gruppo di ricerca che ha sviluppato un chip da inserire sulla retina malata, incapace di tradurre la luce che entra dalla pupilla in segnali, per stimolare il nervo ottico, come schematizzato nella figura a lato. La complessità, in questo caso, è molto più elevata, in quanto l’interconnessione con il nervo richiede una precisione che è ancora al di fuori delle capacità attuali. Ci sono comun6 Per vedere il filmato della dimostrazione: http://www.dobelle.com 27 Quattro passi nel futuro que speranze di arrivare entro questa decade a dei sistemi che riescano a sostituire almeno in parte la retina, realizzando, quindi, un occhio elettronico. La bioelettronica, ovviamente, spazia in molti campi promettendo di aiutare in una varietà di situazioni, come nella Schema di impianto retinico sostituzione di nervi interrotti da traumi, per poter comandare i muscoli di un arto, ridare la sensibilità alle mani (permettendo quindi di svolgere operazioni che sembrano banali, ma che in realtà sono il risultato di un dialogo continuo tra le terminazioni nervose sensoriali nelle mani, midollo osseo, cervelletto e cervello). TECNOLOGIA ATLETICHE PER MIGLIORARE LE PRESTAZIONI Lasciamo per ora questo settore per tornare ad occuparci degli sportivi e di come la tecnologia permetta di migliorare la pratica di uno sport. Nella figura si vede l’immagine costruita elettronicamente di due atleti, ma potrebbe anche essere lo stesso atleta che scia in due momenti diversi. Questa immagine è creata da una applicazione (Dartfish) sviluppata per rendere più interessanti per gli spettatori le Olimpiadi invernali che si sono svolte nel 2002 a Salt Lake City. Sovrapposizione elettronica di due atleti in gara in momenti diversi 28 Un computer catturava l’immagine di un concorrente e la memorizzava. Poi, quando scendeva un potenziale avversario, montava le immagini della Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute discesa del primo concorrente sulle immagini in tempo reale della discesa del secondo, dando una immagine che evidenziava le differenze e metteva in risalto vantaggi e svantaggi. Questo sistema è stato immediatamente utilizzato dagli atleti che a partire dalle gare di coppa del mondo della stagione 2002-2003 hanno iniziato ad impiegarlo per valutare quale fosse la strategia di gara migliore. Ogni discesa di prova viene ripresa e quindi confrontata con le altre permettendo di evidenziare quale sia il modo più efficace di sciare. Non solo. Diventa possibile realizzare, a partire da due-tre registrazioni di discesa, un numero enorme di varianti tramite una simulazione, per cui dopo aver fatto tre discese di prova l’atleta può mettersi comodo in poltrona e riprovare la pista decine di volte, variando il modo di affrontare il percorso e ottenendo informazioni su come queste variazioni migliorino o peggiorino il tempo complessivo. Non solo. Tramite schermi immersivi diventa possibile rifare la pista con il tracciato scelto fino a quando non è completamente memorizzato, in modo che poi, al momento di fare la gara, vengano attivati dei riflessi acquisiti nelle prove in simulazione. Non stiamo a discutere se questo tipo di allenamento sia o meno eticamente valido. Certamente è efficace in quanto complemento dell’allenamento in pista. Inoltre non sottopone l’atleta a rischi e non sovraccarica di fatica i muscoli. Per chi atleta non è, o magari non lo è più, questi sistemi promettono di offrire un notevole divertimento, coinvolgendo anche un pantofolaio in attività agonistiche, seppur simulate. Questo può essere utile per la salute, in quanto diventa possibile divertirsi facendo degli sforzi commisurati alle proprie condizioni. Inoltre è stato recentemente dimostrato da uno studio effettuato da una équipe di ricercatori USA7 che il sottoporsi a stimoli come quelli prodotti da un videogioco di azione, e quindi anche da una reinterpretazione simulata di una gara, migliora i riflessi mantenendo “giovani” più a lungo. TECNOLOGIE PER COMPENSARE ALCUNE DISABILITÀ Vi sono alcuni anziani che pur godendo di una salute soddisfacente perdono il senso dello spazio, di dove sono, di dove abitano. Tipico è il 7 http://www.nytimes.com/2003/05/29science/29VIDE.html 29 Quattro passi nel futuro caso di chi soffre del morbo di Alzheimer. Oggi molte di queste persone sono costrette a vivere in casa per evitare di perdersi. Altre sono costantemente seguite da un accompagnatore con notevoli costi sociali. La tecnologia, in parte, può venire in aiuto con dei sistemi come quello rappresentato nella figura: un orologio che messo al polso permette ad un Pubblicità di un sistema di centro servizi di seguire costantementracciamento e localizzazione te gli spostamenti della persona che lo indossa8. Un parente può chiamare il centro di controllo e farsi dire dove si trova la persona; collegandosi ad Internet può direttamente vedere dov’è in quel momento e anche che strada ha fatto. Il centro servizi può anche avvertire se chi indossa l’orologio esce fuori da un’area che è stata precedentemente indicata come “sicura” chiamando una persona di riferimento e informandola di dove si trovi quella sotto sorveglianza. Inoltre, nei casi in cui quest’ultima si rendesse conto di non sapere dove si trova e di avere bisogno di indicazioni sulla strada per tornare a casa (spesso la persona non ha idea di dove si trovi, di quale sia l’indirizzo cui vuole andare e neppure ricorda il proprio nome), tramite l’orologio può avere indicazioni (una freccia) su come tornare a casa. TECNOLOGIE PER RESTARE IN FORMA La tecnologia aiuta anche quelli “in forma” a restare in forma, controllando le attività svolte e dando informazioni che aiutano a seguire una dieta o un ciclo di allenamenti. Un piccolo disco, grande quanto uno Yo-Yo, attaccato alla cintura dei calzoni, come mostrato nella fotografia, è in grado di raccogliere informazioni sulle attività svolte durante la giornata. Una volta rincasati, alla sera, le informazioni vengono “scaricate” direttamente sul computer che, autonomamente o collegandosi ad un centro servizi, le analizza restituendo suggerimenti su cosa mangiare, che attività motorie svolgere il giorno successivo, e così via. Nella figura nella pagina a lato un esempio del tipo di analisi svolte da questi programmi con la possibilità di evidenziare come si sono dis8 30 http://www.wherify.com Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute tribuiti i consumi di calorie durante la giornata, quali sono i muscoli che sono stati utilizzati e quali non sono stati affatto sollecitati… Insomma un check up giornaliero che ci dice tutto sui fatti e misfatti compiuti. E se vogliamo anche renderci conto di come queste informazioni sotto sotto ci turbano, non resta che indossare un guanto capace di rilevare le emozioni in termini di loro impatto sulla sfera fisica. Spesso saper controllare le proprie emozioni, sia nel senso di nasconderle, sia nel senso di liberarle, è di grande aiuto per mantenere un buono stato di salute psicofisica. Sistema di monitoraggio delle attività giornaliere Il guanto rappresentato nella pagina seguente, sviluppato da un gruppo di ricercatori del Media Lab, ci aiuta in questo, facendo accendere a seconda dei casi dei LED di colore diverso. Sta a noi, poi, interpretarne il significato e decidere come sia meglio lasciare, o non lasciare, trasparire all’esterno le emozioni che il nostro corpo internamente sta vivendo. Si nota ad esempio che un’emozione mantenuta “segreta” impegna il nostro corpo molto di più di una liberata… Sta ovviamente a noi decidere se un tale impegno valga o meno la pena. Visualizzazione dei consumi calorici durante la giornata Conoscere meglio come siamo fatti e come cambiamo nel tempo è importante, come si diceva all’inizio, per poter personalizzare gli interventi. Supponiamo di esserci rotti un braccio. Oggi, dopo che l’ingessatura è stata tolta, inizia un processo di rieducazione al movimento che è standardizzato, cioè uguale per tutti. In realtà ciascuno di noi è diver31 Quattro passi nel futuro so. Se si fosse in grado di sapere come muovevamo il braccio prima dell’incidente, diventerebbe possibile effettuare una rieducazione mirata come quella che viene schematizzata nella figura. Un computer in cui sono state caricate le informazioni su come erano i nostri movimenti prima dell’incidente, potrebbe guidare la rieducazione per riportarci alle condizioni precedenti. Sensore indossabile come un guanto per rilevare stati emozionali Un’ultima notazione per chi, leggendo questo capitolo, si sarà trovato ad aggrottare le ciglia in segno di disappunto: quel movimento costa molto di più in termini di muscoli impegnati e di calorie di un bel sorriso, circa 10 volte tanto. Teniamolo presente e sorridiamo di più, qualunque sia il futuro che ci attende. Schema di sistemi di interfacce aptiche per rilevare e guidare il movimento di pazienti in fase di riabilitazione 32 Giovani e anziani: tecnologie per lo sport e la salute Il presidente del Borgorosso Football Club, interpretato da Albertone, ad un certo punto prende in pugno la situazione guidando gli allenamenti con poca tecnologia e molta simpatia. Giovani (giocatori) e anziano (presidente) uniti da un unico obiettivo. In quasi tutti gli sport, con l'eccezione forse della Formula 1, la tecnologia diventa presto un elemento comune a tutti i praticanti, non un aspetto di differenziazione competitiva. Ecco allora che gli elementi umani fanno la differenza, oggi e domani come ieri 33