4 macroonde giugno 2015
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4 macroonde giugno 2015
IPSSAR “Ugo Tognazzi”- Velletri NUMERO 4 - GIUGNO 2015 Via S. D’Acquisto, 61 A-B-C 00049 VELLETRI (Roma) - Dirigente scolastico Dott.ssa Sandra Tetti In una concezione lineare, il futuro è la parte di tempo che ancora non ha avuto luogo. Il futuro ha sempre avuto un posto molto speciale nella filosofia e, in generale, nell a c o s c i e n z a e ve scoperte tecnologiche e di comunicazione. Tutti fattori che arrivarono a modificare completa- Tempo di vacanze Tempo di viaggi Alla scoperta degli Armeni “ Il tempo e lo spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente” TROFEO DI LUZIO (Manifesto futurista) orico Trionfo St nell’immaginazione umana. Lo dimostra, ad esempio, il bisogno di predizione degli eventi, ma anche di progettazione e di utopia che hanno caratterizzato tutte le civiltà. Dal punto di vista artistico invece, possiamo fare riferimento al futurismo. Il Futurismo nasce all'inizio del Novecento in Italia, in un periodo di notevole fase evolutiva, dove il m o n d o dell'arte e della cultura erano influenzati da importanti cambiamenti: guerre, trasformazioni sociali, mutamenti politici e nuo- Umberto Boccioni, Forme uniche di continuità nello spazio,1913 “Mercurio passa davanti al sole”, Giacomo Balla 1912 mente la percezione dello spazio, del tempo e della storia. I futuristi, intendevano idealmente "bruciare i musei e le biblioteche" in modo da non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così sulla velocità e sul dinamismo del futuro « Questo succedersi, mi sembra ormai chiaro, non lo afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure, come molti hanno stupidamente supposto, ma vi giungiamo attraverso la ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio. » -( Umberto Boccioni) Beatrice Lipperi Sommario: Eventi 2 Road to Kracow 3 La mostra sull’Armenia 4 Campo scuola 5 Trofeo di Luzio 6 Nicola Legrottaglie 8 Omofobia 9 Il museo dei numeri 9 Finger food 10 Un mondo di bollicine 11 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 Pagina 2 VITA D’ALBERGHIERO Complimenti “internazionali” per i nostri alunni Si è svolto presso il NATO Defense College della Cecchignola un convegno suddiviso in due giornate. “NATO and New Ways of War- fare: Defeating the Hybrid Threat” All’evento, organizzato dal colonnello Tagliata, hanno partecipato conferenzieri e personaggi di altissimo rango a livello internazionale tra cui: il Generale Knud Bartels, presidente del Comitato Militare della NATO; il generale Frank Gorenc, comandante del NATO Allied Air Command. I nostri alunni di Accoglienza, Ri- storazione, Enogastronomia Sala e Vendita hanno avuto l'onore di collaborare a questo evento ricevendo moltissimi complimenti, oltre ad una certificazione che attesta la professionalità con cui operiamo sul territorio. Hanno reso possibile tale esperienza a cui hanno partecipato gli alunni delle classi IV^-V^M, IV^-V^N ricevimento, Ied una selezione di alunni del triennio di sala e cucina. Tale esperienza è stata resa possibile dai docenti Sabadello, Burello, Castagna e naturalmente dala dirigente dott.ssa Sandra Tetti , fonte Ipssar Tognazzi web) “NATO and New Ways of Warfare: Defeating the Hybrid Threat” TITOL Pagina 3 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 SCUOLA SOCIETA’ Tempo di vacanze… tempo di viaggi Un tuffo nella tradizione e nei sapori della bellissima città polacca. Cracovia. Definire Cracovia in poche righe è un lavoro assai complicato. È strano, che una città così piccola, abbia così Il Castello di Cracovia. tanto da raccontare. E che tre miseri giorni bastino solo a regalare pochi, indimenticabili scorci d’una città che tanto ha da dare. Città assolutamente cordiale, e che mal s’addice all’orrore che si trova poco distante: il Campo di Sterminio di Il mercato del Quartiere Ebraico. Auschwitz. Un peccato, per una città così bella. Cracovia ha molto da mostrare e raccontare. E’ sia una città molto antica, molti dei suoi edifici sono di costruzione recente, a causa del boom demografico degli ultimi decenni, che ha portato quindi la città a essere una piccola, fiorente metropoli. Il monumento simbolo della città è il suo castello, situato sull’altopiano che sovrasta la cittadina, regalando un paesaggio da favola. Ricco di storia, ha ospitato Re, Principi, Imperatori, Nazisti e Comunisti, tutti ammaliati dalle linee eleganti del palazzo, apportandovi le modifiche che meglio preferivano. La Cattedrale del Castello, dai vari stili, si presenta come un perfetto mosaico artistico, dove fede e potere si fondono per creare un tributo al genio umano. La Città, elegante e curata, è il fiore all’occhiello della Polonia. Gli edifici, in stile nordico e dalle tinte che variano dal bianco al rossiccio, rispecchiano la cordialità tipica dei cittadini. Cuore della città è la maestosa piazza del mercato, dove spesso si trovano tipici banchi che vendono souvenir ai turisti. Il bianco marmo della pavimentazione, anche col cielo più scuro, rende la piazza sempre luminosa. Un vero spettacolo per l’occhio attento. Attorno a essa si districano tutte le vie che portano verso la periferia, costruite con una linearità e razionalità. Contro ogni luogo comune, la città è ben sviluppata, e ha una pulizia da far invidia a molte città Italiane. Nella mia breve esperienza li, l’assenza più totale di cicche per terra mi ha impressionato notevolmente, abituato al tappeto che ricopre quotidianamente le nostre città. Misconosciuti ai più, ma tipico della città sono i suoi tram “futuristici e orientati alla tradizione”, così me li definì un passante. Dalla scocca d’un tram anni 50’, l’eleganza degli interni, stupisce chiunque. Ma il gioiello più prezioso della città, sono i cittadini stessi. Cordiali a ogni richiesta, parlano volentieri le lingue straniere, specialmente Inglese e Tedesco. Paradossalmente, il Russo è parlato solo dagli anziani, testimoni del passato comunista della città. Una buona parte della vita notturna cittadina è concentrata presso il quartiere ebraico, divenuto ormai un quartiere chic, colmo di pub, musei, e locali alla moda. Presso la Piazza del mercato del quartiere si possono trovare molti chioschi che vendono il piatto veloce tipico di Cracovia: la Zapironska. Semplice, gustosa, economica e versatile. Trattasi di una baguette aperta e bruschettata, con sopra formaggio fuso e fungIl Castello di Cracovia. hi. Ma ci sono moltissime varianti, che La grande Piazza del Mercato di Cracovia. prevedono l’aggiunta di tantissimi ingredienti, rendendola un piatto eccezionale, da accompagnare alla birra locale. Anch’essa economica, sono molti i pub che la servono, insieme ai brand internazionali più noti. Dal carattere leggero, ma dal gusto deciso, ogni tipo di birra è deliziosa. Ma la Vodka è un “Must” in un viaggio del genere. Dal sapore molto delicato, è disponibile in centinaia di aromatizzazioni. Da evitare nella città è la cucina Italiana. O almeno come la propongono. Conviene piuttosto assaggiare la cucina polacca, composta principalmente da Zuppe come primi, e secondi che variano dal Pollo al Maiale, il pesce viene poco considerato, sfruttando principalmente il Salmone. Purtroppo si tratta di una cucina spesso pesante, con l’uso sconsiderato di burroper ogni cosa. Unica nota negativa, è rappresentata dai dolci, buoni ovviamente, ma che al palato italiano spesso sembrano “Sciapi”. Dolce tradizionale, una rivisitazione del Krapfen e del Pancake. In pratica, un pancake ripieno di marmellata di mele, fritto nel burro. Pesante, ma buono. Ovviamente, non basteranno queste poche righe a raccontare questa città ,ma la per la sua bellezza, merita di essere visitata, e soprattutto, gustata. Da Cracovia, Polonia Мирко Ортолэва (Mirko Ortoleva) Pagina 4 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 SCUOLA E SOCIETA’ Velletri, 29 Aprile 2015 Di: Beatrice Cugini – classe IV M Ric Martedì 28 Aprile 2015, le classi IV M ric., IV N ric. e V M ric. insieme ai professori Ruffolo, Leonardo, Castellucci e Lucarelli si sono ritrovate presso la Stazione Termini di Roma alle ore 9.00. Da qui abbiamo iniziato la camminata verso l’Altare della Patria dove da lì a poco avremmo assistito alla mostra “Armenia. Il popolo dell’Arca” organizzata in occasione del Centenario della commemorazione del Genocidio armeno. Durante il “tortuoso” percorso siamo stati inaspettatamente colti da un acquazzone che ci ha costretti a ripararci senza successo al di sotto di ombrelli di ogni colore e specie. Nonostante borse, abiti e capelli bagnati, abbiamo avuto la meglio arrivando, così, “vittoriosi al Vittoriano !”. Qui, dopo l’incontro con le guide Sonia Chiarotto e Genni Fortunato, curatrici dell’intera mostra, è iniziata la scoperta del popolo armeno. Gli Armeni ... che ne sappiamo? Poco. Proprio per questo volevamo condividere insieme a voi l’enorme privilegio che queste due signore ci hanno concesso venendo di persona a raccontare l’incantevole storia del popolo dell’Arca. L’Armenia ha una storia ricca di fascino che affonda le sue radici nella tradizione biblica del Diluvio Universale, emblema di rinascita e di nuova vita. E’ proprio alle pendici del monte Ararat, sulla cui cima si era arenata l’Arca di Noè, che nel VII sec. a.C. si formò il popolo armeno. Ancora oggi il monte Ararat è un richiamo simbolico fondamentale per l’Armenia, che nel 301 d.C. fu il primo paese al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato. Infatti, osservando i numerosi reperti archeologici presenti alla mostra, abbiamo notato che la croce è il simbolo che ricorre maggiormente nell’arte armena. Proseguendo la nostra visita ci siamo ritrovati di fronte ad un’opera che può essere considerata, probabilmente, la più affascinante e ricca di storia dell’Armenia. Il manoscritto armeno più grande al mondo, con 32 chili di peso e 661 fogli pergamenacei. A causa del suo peso e delle sue dimensioni, questo manoscritto fu diviso in numerose parti. Oggi è possibile ammirare alcune sue pagine grazie al coraggio e all’amore manifestato dai numerosi armeni che, nonostante la distruzione del genocidio, hanno portato in salvo questo libro. È proprio la loro forza, la loro unità religiosa ed il loro amore verso il prossimo che ha stupito tutti noi, rimasti affascinati e nel contempo increduli durante il racconto delle guide. In seguito, siamo giunti alla sezione interamente dedicata al complesso alfabeto che compone la lingua armena: esso, creato dal monaco Mesrop Mashtots grazie all’aiuto di uno scriba greco, si compone di 38 caratteri rappresen- tanti allo stesso tempo il sistema numerico. Nel frattempo noi ragazzi, incuriositi da una piattaforma touch screen, ci siamo divertiti ad ascoltare la pronuncia delle lettere dell’alfabeto armeno. Durante l’intero percorso siamo stati accompagnati dal dolce suono di uno strumento musicale tipicamente armeno, il duduk. Alcune melodie erano talmente profonde da far quasi rievocare lo struggente lamento del popolo armeno durante il genocidio commesso dall’Impero ottomano. Pagina 5 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 SCUOLA E SOCIETA’ Ed è proprio l’ultima sezione ad essere dedicata alla commemorazione del genocidio armeno che nel 1915 portò alla ria negando, così, l’esistenza del genocidio. Perché continuare a negare? Non ammettendo gli errori del passato non si sarà mai pronti al cambiamento e, quindi, ad un futuro migliore. A cura della prof.ssa Luigina Ruffolo CURIOSITA’ deportazione e alla conseguente morte di circa 2 milioni di persone fra donne, uomini e bambini. La motivazione apportata dai Turchi per giustificare tale massacro è stata la cosiddetta “pulizia etnica” eseguita con il fine di rendere “pura” la Turchia. In questa grande sala del Vittoriano durante il racconto di una delle più gravi tragedie della storia, un proiettore delineava sul pavimento la mappa dell’Armenia e noi seduti intorno ad esso, ascoltavamo attoniti e con sgomento le parole delle nostre due guide. Ciò che ci ha irritato maggiormente è il fatto che al giorno d’oggi i Turchi non riconoscano l'orrore della propria sto- Gli antichi romani scoprirono la pianta di albicocco in Armenia e per questo iniziarono a chiamare il suo frutto “mela armena”. Il nome scientifico dell’albicocco, cioè Prunus armeniaca, ci ricorda questo fatto. Curiosamente, a ribadirne le origini armene, i veneziani della Serenissima repubblica, chiamarono non a caso “armein” l’albicocca, in un’epoca in cui la comunità armena a Venezia era molto numerosa ed influente. Attualmente in Armenia si coltivano circa 50 varietà di albicocche. Si possono gustare dalla metà di giugno fino alla fine di agosto. Il ricco terreno di origine vulcanica e il clima soleggiato dell’Armenia conferiscono alle albicocche una dolcezza che alcuni definiscono insuperabile. Foto byI pssar Tognazzi web Marina di Casalvelino 14-16 aprile 2015 Foto by Sofia Monaco Pagina 6 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 SPORT A SCUOLA struttura polivalente G. Scavo. Iniziata con la finale di pallavolo femminile riservata alle scuole medie (Memorial Rondoni) è continuata poi con la combattutissima finale maschile riservata alle scuole superiori. Ospiti della manifestazione il gruppo brasiliano di Capoeira , “Topazio,” che si è esibito in coreografie davvero particolari e acrobatiche che traggono le loro origini da danze tipiche di preparazione alla lotta. Tanti applausi e tanto entusiasmo anche per i nostri Alessandro Schietroma e Leonardo Fontana che hanno presentato alcune coreografie di freestyle. E nel finale, premiazioni! Medaglie per gli Storica vittoria del "Tognazzi" al Trofeo A questo successo hanno contribuito le studenti vincitori e coppe alle scuole. Il Di Luzio!!! Anche quest'anno le scuole vittorie conquistate nel torneo di Tenni- tutto, estremamente ben curato superiori di Velletri si sono confrontate stavolo maschile, nella corsa campestre dall’Istituto “C.Battisti” e dal prof. Masin diverse discipline sportive: pallavolo con Domenico Serpi, nelle gare di Salto simo Vicario coadiuvato dal prof. Aldo maschile e femminile, calcio a 5 maschi- in lungo femminile con Lorenza Antonini Loidodice del Tognazzi, che con non pole, tennis tavolo maschile e femminile, e nei 1000m con Matteo Vicario; oltre che difficoltà sono riusciti ad organizzare corsa campestre, atletica leggera. Il pun- all'onorevole secondo posto nel torneo questo significativo momento d'incontro teggio combinato di queste gare e tornei di pallavolo maschile. tra gli alunni delle scuole di Velletri. In ha decretato il vincitore del Trofeo Di Estremamente piacevole la manifestazio- ricordo di un collega ed amico, il prof. Luzio 2015:l' IPSSAR "U. Tognazzi"! ne conclusiva che si è svolta presso la Giancarlo Di Luzio. Seconda giornata per l'atletica leggera, Lunedì 4 maggio si sono svolte presso dopo la mattinata riservata al "più velo- la pista comunale G. Scavo, le gare di ce" di Velletri. atletica leggera sempre relative al Trofeo Di Luzio. Tanti gli alunni partecipanti, del Battisti, Vallauri, Cederna, Landi e naturalmente Tognazzi. In una splendida giornata di sole, gli atleti si sono affrontati in gare di salto in lungo, lancio del peso,salto in alto, 100 m e 1000m. Trionfo per i nostri colori nel lungo femminile con Lorenza Antonini (nella foto) che ha fatto sua la gara già dalle prime battute con un salto oltre i 4 metri e nei 1000m con Rosati consegna il trofeo Matteo Vicario che ha condotto una alla preside dott.ssa Tetti gara estremamente attenta e intelli- gente. Ottime seconde posizioni per Camilla Manzo nel peso, Alessia Pierdilucanei 1000, Sabrina Dante nell'alto. Medaglia di bronzo per Joele Marronenei 1000m, Daniel Naticchioninel lungo, Michela Bressi nei 100m e FlavioChiavarini nel lancio del peso. Pagina 7 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 SPORT A SCUOLA CLASSIFICA VI° Trofeo Di Luzio 1° TOGNAZZI 2° CEDERNA 3° BATTISTI 4° MANCINELLI 5° LANDI 6° VALLAURI Secondo posto per l’IPSSAR Tognazzi! Grande attesa per la finale del Torneo di strato buona tecnica, creatività e ottime individualità. Penalizzati dalle assenze di Rezza impegnato in un campo scuola, di Ruzza nello stage formativo e di Di Giacomantonio , tre titolari d’esperienza, l’IPSSAR Tognazzi ha sofferto la “panchina corta”. Vinto brillantemente il primo set, nonostante qualche errore di troppo sul servizio, nel II° set la squadra si disuniva , regalando al Landi l’opportunità di venir fuori e di accumulare un buon margine di vantaggio. Nel finale del II° set il Tognazzi riprendeva coraggio, ma riusciva a recuperare solo in parte lo svantaggio accumulato. Nel terzo set le due squadre si davano pallavolo maschile! Di fronte l’IPSSAR battaglia punto su punto, ma la possibiTognazzi contro il Liceo Landi, due squa- lità di effettuare cambi e quindi una dre che nel corso del torneo hanno mo- maggior freschezza atletica portavano il Foto by Andrea Valvoli e prof. Aldo Loiodice Landi a prevalere e a vincere il set e la partita. Formazione IPSSAR Tognazzi: Milicia, Rosati, Milloja, Di Giacomantonio, Fabi, Valenzi, Cecchinelli, Mariani, Lommi A cura della prof.ssa Fiammetta Mautone Pagina 8 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 SCUOLA E SOCIETA’ Progetto legalità ETICA E SPORT: Incontro con Nicola Legrottaglie Nell’ambito del progetto Legalità la nostra scuola ha organizzato un incontro con Nicola Legrottaglie sul tema “Etica e Sport”. Nicola Legrottaglie è un ex calciatore che ha giocato nel Milan e nella Juventus oltre che nella Nazionale italiana. Attualmente è allenatore delle squadre giovanili del Bari. Lunedì 4 maggio è’ venuto nella nostra scuola a raccontare la sua esperienza di vita L'anno che arrivò alla Juventus (2003) si diede come dire.... “alla bella vita”!!!! Donne, soldi, vita sfrenata... I risultati cominciarono a calare e molti amici lo abbandonarono. La società lo mandò "in prestito" al Siena per un anno e lì dall'incontro con alcune persone, ebbe una specie di conversione ed entrò a far parte degli Atleti di Cristo, un movimento di ispirazione cristiana evangelica, formato da atleti professionisti, tra le cui fila troviamo anche Kakà, Melo, ecc. Il calciatore,ad un certo punto della sua vita si rese conto che il successo, i soldi,” l'avere tutto” erano diventati un'abitudine, la vita che fino ad allora era sembrata elettrizzante, non riusciva ad appagarlo veramente perché alla base c'era una mancanza spirituale. Fu allora che la sua vita cambiò: spinto anche da sua madre, intraprese un cammino che lo portò a seguire Gesù e a fondare la sua vita sull'amore. Grazie a questa ritrovata serenità, risalì la china a livello sportivo ed ebbe delle stagioni incredibili dal punto di vista calcistico. Nicola Legrottaglie ha scritto diversi libri per raccontare questa sua esperienza di cambiamento e porta la sua testimonianza ovunque cI sia qualcuno interessato ad ascoltarlo. Federica Casentini I^ F Foto by prof.ssa P. Mazzola Nicola Legrottaglie nasce a Gioia del Colle nel 1976. Inizia la sua carriera nelle giovanili del Bari e da qui la sua ascesa che lo ha portato , passando attraverso squadre come Chievo, Modena e Reggiana, ad approdare nel 2003 alla Juventus, dove è rimasto per ben sette stagioni, nonostante le parentesi al Siena e al Bologna. Sedici presenze nella Nazionale Italiana, Legrottaglie calcisticamente ha ricoperto il ruolo di difensore centrale con spiccate doti nel gestire la difesa. Nel 2012 ha ricevuto l’ECMM (Etica da campione per un mondo migliore) per l’etica nel calcio , riconoscimento assegnato dal COEMM (Comitato Etico per un Mondo Migliore) Ha scritto diversi libri: Ho fatto una promessa. Perché la fede ha cambiato la mia vita (2009) Cento volte tanto. Con la fede vivo meglio (2010) L’amore vince tutto (2011) Il mio amico Gesù (2013) A cura della prof.ssa Fiammetta Mautone Pagina 9 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 SCUOLA E SOCIETA’ Progetto legalità Contro l’omofobia Progetto legalità UN MONDO COSI’PIENO DI ODIO CHE QUALCUNO PREFERIREBBE MORIRE Ci ha davvero molto gratificati vedere la partecipazione , la curiosità e l’interesse che questa iniziativa ha suscitato nei nostri compagni. Tutti sono stati ansiosi di scambiare opinioni , anche divergenti, ma assolutamente concordi nell’affermare con forza che non bisogna Abbiamo deciso di realizzare questo mai arrivare alla violenza, qualunque sia progetto all'indomani della giornata il nostro orientamento sessuale, politimondiale contro l'omofobia (che si cele- co, religioso. bra ogni anno il 17 Maggio dal 2005), Come diceva Voltaire “Non condivido la con l’intento di sensibilizzare le perso- tua idea, ma darei la vita perché tu la ne che ci hanno ascoltato e provando a possa esprimere. far passare il nostro messaggio: Siamo All’evento organizzato in auditorium, le tutti diversi e la diversità è un valore classi si sono avvicendate in più turni e, da difendere ma, in quanto persone, ogni volta, gli incontri sono stati cosiamo tutti uguali ed abbiamo gli stessi struttivi e rispettosi delle opinioni altrui. diritti (ovviamente anche gli stessi do- Chiudiamo riassumendo tutti i vostri veri! ). interventi in un unica frase:"Ci stiamo abituando a vedere un mondo in bianco e nero. Non siamo ancora pronti, non vogliamo vedere i colori, le sfumature infinite che rendono meravigliosa la vita. Sarebbe bello e crediamo che sarà possibile, con il contributo di tutti, riuscire un giorno a vederli senza paura". Grazie di nuovo a tutti e, in particolare la prof.ssa Mazzola, per averci aiutato a concretizzare al meglio la nostra idea. Sibilla Rampinini 3L sala, Martina Russo 3L sala, Federico Cascio 2F A cura della prof.ssa Patrizzia Mazzola Il MUSEO DEI NUMERI GLI ALUNNI DEL TOGNAZZI AMANO LA MATEMATICA O MEGLIO NON la odiano (si spera!!!) Fino al 31 maggio a Roma , presso il Palazzo delle Esposizione è allestita la mostra “TUTTO QUELLO CHE CONTA DA ZERO ALL’INFINITO” Un Percorso estremamente affascinante composto di 11 sezioni che ripercorre le tappe che dal “passato” accompagna verso il “futuro” tra installazioni multimediali , attività di laboratorio e reperti antichi. Si va dal cervello umano predisposto a manipolare numeri e quantità, ai primi calcolatori della storia, al manoscritto di Fibonacci, alle ultime frontiere della tecnologia. Il 24 marzo organizzata dalla prof.ssa M. Caterina De Gori ,e accompagnati dalle Prof.sse Colicchio, Vacca, Di Caprio, Licastro e dal prof. Caneba , gli alunni delle classi 3° A - 3° I - 4°- 4 B° -4 I°- 5° H, hanno preso parte ad un’uscita didattica proprio per visitare la mostra sui numeri Una giornata in cui la matematica ha rappresentato, non una pura lezione teorica, ma un viaggio nel mondo dei numeri, che speriamo sia stato utile ( a scoprire il matematico che c’è in ognuno di noi. Prof.ssa M. Caterina Gori Pagina 10 NUN MUEM RO 4 -4 G ERO - IGUI UGGNNO O 22 00 1 15 5 VITA D’ALBERGHIERO FINGER FOOD : bocconcini di creatività BACI DI DAMA SALATI: Ingredienti per l’impasto: :80 g di burro/ 100 g di farina 00/100 g di mandorle spellate/80 g di parmigiano/20 ml di vino bianco/sale q. b Per il ripieno:60 g di formaggio cremoso spalmabile Procedimento:Versate il burro a pezzetti, la farina, e le mandorle tritate finemente, il parmigiano grattugiato , il vino, e un pizzico di sale in una ciotola o in una tazza di un robot , e impastate fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo(1,2,3). Formate tante palline di 8-10 g l’ una , adagiatele su una teglia foderata con carta da forno e infornate a 180 gradi per 20 minuti, quindi sfornate e lasciate raffreddare. Lavorate con un cucchiaio di legno il formaggio .Mette la crema di formaggio in un sac-a-poche e mettete un po’ di ripieno sulla parte piatta della metà dei biscotti; ricoprite con dei biscotti rimanenti e servite, ( 4,5,6). A piacere potete decorare i biscotti rimanenti con 80 g di semi di sesamo o arricchire l’ impasto aggiungendo 2 cucchiai di erbe aromatiche tritate a scelta. Alessandro Romani V^D Prof. Gianluca Centomani 1 pizzico di sale 50gr di zucchero di canna BICCHIERINI BICOLORE: 15g di farina di mandorle ingredienti per la crema Estraete i semini della bacca di 500ml di latte fresco intero vaniglia e versateli in un tegame Vaniglia mezza bacca con il latte e portate a bollore a 50g di zucchero fuoco medio. Unite zucchero, 50g di maizena maizena e infine il miele e conti200ml di panna fresca liquida nuare a cuocere a fuoco basso 10g di miele millefiori mescolando. Quando inizierà ad 80g di amarene addensarsi trasferitela in una Per il crumble di mandorle ingre- ciotola lasciatela raffreddare . dienti Montate la panna fresca con uno 100g di burro freddo di frigo Finger-food dolce E’ un’offerta gastronomico-alimentare che si presenta in piccole dimensioni, in un boccone appunto, che preveda un’articolazione nella sua struttura. Il Finger Food può essere servito in qualsiasi formula ristorativa, dal bar di provincia, all’american bar di centro città, al ristorante top, alla terrazza mare di un chiosco, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, ma è sempre presentato con uno stile “appetibile”: deve cioè far venir voglia di mangiarlo. La cultura gastronomica italiana, particolarmente legata alle cucine territoriali, prevede una serie di piccole cose da mangiare in un boccone, basta citare le bruschette toscane, gli spunciotti cicchetti veneti, i fritti napoletani, le focaccine liguri. Ma il Finger Food è un’altra cosa! Quindi dovremmo sempre ricordare che il Finger Food deve essere presentato in piccole quantità, ma non per questo qualsiasi cosa può diventare Finger Food Da sottolineare l’evoluzione del “finger food”, dalla sua nascita, che prevedeva letteralmente cibi da mangiare con le dita, a quelli attuali spesso serviti in bicchierini o shot contenenti anche mousse o salsine d’accompagnamento, quindi da consumare utilizzando appositi cucchiaini, sia in versione dolce che salata dove la texture (giochi tra varie consistenze) ed i contrasti di temperatura ed acidità la fanno da padrone. Gianluca Bernardoni V^C A cura del prof. Gianluca Centomani FINGER FOOD D’AUTORE Cozze panate al sesamo su croccante di basilico Mousse di astice con ananas e pane di Altamura Carpaccio di polpo arrosto e barba di finocchio Rollatina di spada ricotta e limone sbattitore elettrico e unitene metà alla crema al latte bianca e metà a quella con le amarene mescolando delicatamente . Quindi ponete le creme in due sac-à-poche distinte. Prendete 4 bicchierini da 150 ml l’uno e iniziate a riempirli partendo dalla crema alle amarene. Proseguite con il crumble alle mandorle, un cucchiaio di sciroppo di amarene; due amarene divise a metà sopra il crumble e proseguite con uno strato di crema al latte bianca. Quindi continuate a riempire il bicchierino alternando i diversi elementio Concludete i vostri bicchierini bicolore decorando con un ciuffo di crema bianca al centro e un amarena sopra. Marika Ahdreoni, Giorgia Maggio V^C NUMERO 4 - GIUGNO 2015 Pagina 11 VITA D’ALBERGHIERO Giorno 21 maggio si è svolto presso il nostro istituto, un corso di formazione riservato agli istituti alberghieri. teplici aspetti: la storia, l’area geografica di produzione, la regolamentazione della produzione. Il territorio di produzione è la regione di Champagne-Ardenne che si trova a nord-ovest di Parigi e al confine con il Belgio ad una latitudine di 49.5° dove il clima e il terreno favoriscono la coltivazioni dei tipi di viti quali: Chardonnay, Pinot Noir ed il Pinot Meunier. Questo terreno ha delle particolari fondamenIl corso istituito dal centro “Boureau ta di gesso formate nel champagne di Milano”, seleziona ogni corso di migliaia di anni e anno, tra le scuole richiedenti, otto questo elemento funge scuole. All’interno di ogni istituto viene sia da spugna trattenendata la possibilità a venti alunni di con- do e rilasciando costanteseguire una regolare certificazione. mente l’acqua necessaria Referente dell’iniziativa la professoressa per la sopravvivenza della Leonilde Ciufo . Hanno collaborato fatti- pianta sia da termostato vamente la prof.ssa Anna Arcione ed il mantenendo costante la prof. Nicola Castagna che hanno curato temperatura. Questa regione caratterizsplendidamente l’allestimento della sala zata da molte colline e pendenze varie adibita all’evento ed il prof. Rosario Cri- permettono alla pianta di radicarsi in stiano coadiuvato dal tecnico Antonio Donadeo per la preparazione di prodotti paneari e composizioni di frutta in abbinamento alla degustazione di champagne. Al corso hanno partecipato venti alunni selezionati nelle classi terze e quarte sia dell’ indirizzo di sala e vendita sia di profondità. Per produrre lo Champagne enogastronomia. possono essere unite diversi tipi di vite Relatrice d’eccezione l’Ambasciatrice fino ad arrivare a 50-60 tipi di cru (tipi di italiana dello Champagne Claudia Nicoli viti). Lo champagne classico viene proche ha trattato gli argomenti sotto mol- dotto con il Pinot Noir, Pinot Meunier e lo Chardonnay, in base al tipo di champagne che si vuole ottenere si avrà un dosaggio diverso. Per essere vini di Champagne devono inoltre essere prodotti secondo precise norme statali che costituiscono lo “Statuto di Champagne” Le principali regole oltre ai vitigni e alla la fermentazione naturale in bottiglia sono: le tecniche di potatura,la preparazione dei vini in locali separati, la gradazione minima fissata ogni anno, l’impiego del procedimento conosciuto con il nome “champenois” e la conservazione in bottiglia per un minimo di quindici mesi prima della spedizione. Per la degustazione sono stati scelti quattro tipi di champagne: il Veuve Clicquot, il Mondois, il Bruno Paillard e il Devaux. L’ambasciatrice ha spiegato come si degusta uno champagne, partendo dall’ odore, dalla lucentezza e dal pérlage, facendo percepire le diverse fragranze tra i diversi tipi di champagne sottolineando le peculiarità di un brut rispetto ad un dry, di uno champagne poco dolce rispetto ad uno più fruttato. Alessio Bianchini, Luca Lauteri III^B A cura della prof.ssa Anna Arcione Pagina 12 NUMERO 4 - GIUGNO 2015 B A C H EC A L’intaglio vegetale nasce circa 700 anni fa in Thailandia, viene utilizzato per ricavare da frutta e verdura fiori,animali e composizioni artistiche di ogni genere. Si possono utilizzare molteplici tipi di verdura e frutta come le patate, i cocomeri, le zucche. Nella realizzazione di questo quadro sono state utilizzate le rape rosse, le rape bianche, i ravanelli, le zucchine, la zucca e delle piante a foglia verde per lo sfondo. Intagliare è una tecnica difficile da insegnare, e tanto più da imparare e ne esistono molteplici forme. Una tecnica molto usata è l’intaglio tailandese, realizzato con lo stiletto Thai. In Italia maggiormente si utilizzano appositi coltellini e scavini particolari per creare e dare forme particolare all’alimento prescelto come opera. In questi anni si sta sviluppando sempre di più questa tipologia d’arte, di cui già si celebrano avvincenti concorsi dove ogni artista si sbizzarrisce nelle più particolari e intriganti opere. Le tecniche per intagliare si sviluppano nel tempo, ogni anno ci sono nuove innovazioni che permettono di trasformare dei semplici alimenti in qualcosa di straordinario. Il quadro qui sopra esposto è stato realizzato dal 5D cucina insieme al professore Cataldi. Giulia Amadio V^D A cura del prof. Massimo Cataldi REDAZIONE Caporedattore: Collaboratori n° 4 (giugno) Beatrice Lipperi Vicecaporedattori: Beatrice Cugini Raffaele Agatiello Redattori: Nevia Di Cori Nancy Biagiotti Docenti coordinatori del progetto: L.uigina Ruffolo (Referente) [email protected]. Fiammetta Mautone, [email protected]; Silvana Di Giovanni Battista, [email protected]; La redazione del Macroonde nel ringraziare quanti hanno collaborato alla realizzazione del progetto, augura a tutti BUONE VACANZE! Giulia Amadio Federico Cascio Alessio Bianchini Andrea Valvoli Luca Lauteri Sofia Monaco Gianluca Bernardoni Federica Casentini Marika Andreoni Mirko Ortoleva Giorgia Maggio Beatrice Lipperi Sibilla Rampinini Beatrice Cugini Martina Russo Si ringraziano i docenti che hanno collaborato a questa edizione: Massimo Cataldi Anna Arcione Gianluca Centomani M. Caterina Gori Patrizia Mazzola Aldo Loiodice Nicola Castagna