Il rapper Caparezza: "Il mio rap sulla fuga da un`Italia

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Il rapper Caparezza: "Il mio rap sulla fuga da un`Italia
Il rapper Caparezza: "Il mio rap sulla fuga da un'Italia immalinconita"
Giovedì 03 Marzo 2011
Un brano che è la lucida, impietosa fotografia dell'Italia di oggi. Un Paese bloccato,
involuto, in cui è chiarissimo il disinteresse di chi governa e amministra per il futuro dei
giovani. Ergo, per il futuro del Paese stesso
Fonte: Tiscali Spettacoli
Un brutto loop, quello che provoca la fuga dei cervelli, di quel residuo di pazienza rimasto a chi
ha un' età compresa tra i 25 e i 35 anni, lasciando allo Stivale, isole comprese, la sensazione di
un generale, rabbioso immalinconimento. E' questo sentimento che Caparezza rappa nel suo
singolo Goodbye Malinconia, condiviso beffardamente con Tony Hadley, voce degli Spandau
Ballet e dunque evocatore di quell'edonismo plastificato degli anni Ottanta che è la sbornia da
cui ci stiamo faticosamente svegliando. Il brano è contenuto nell'album Il sogno eretico, nei
negozi dal 1 marzo. Ne abbiamo parlato con il rapper italiano.
Caparezza, Goodbye Malinconia è un micidiale ritratto dell'Italietta bloccata e vecchia di
oggi. Si ride mentre lo si ascolta, ma si sta anche un po' male.
"Io scrivo di cose che sento profondamente, di cui sono convinto, il mio modo di comunicare
attraverso la musica è sempre stato spietato ma anche molto ironico. Nel mio singolo, cantato
assieme a Tony Hadley, non parlo solo della situazione di crisi che ciascuno di noi deve
affrontare, ma allargo lo sguardo ad uno stato d'animo che è un po' in tutti, l'immalinconimento.
Di fronte al quale una delle possibili soluzioni è quella di mollare tutto e cercare fortuna altrove".
Fa effetto ascoltare il ritornello "da qui se ne vanno tutti", anche perché le indagini
sociologiche dicono che il 70% dei ragazzi italiani che emigrano sono laureati, spesso
pluri-laureati, che non ne possono più della mancanza di prospettive offerta da questo
Paese.
"Forse, presi dalle cronache recenti fatte di scandaletti sessuali, ci siamo dimenticati che per
laurearsi e investire sulla propria professionalità e cultura c'è un sacco di gente che ha fatto
sacrifici per anni. La percezione della totale mancanza di meritocrazia nel nostro Paese è
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fortissima, per questo in tanti se ne vanno. Da poco sono stato a Londra e molti italiani erano
stupiti dall'avere avuto l'opportunità di essere messi in regola e poter lavorare come componenti
di quella società. Stupiti, capite? Come restano sbalorditi molti italiani che vanno a fare turismo
nei Paesi scandinavi. Posti un po' costosi, ma dove è evidente che il denaro pubblico è ben
gestito e la corruzione è qualcosa di cui vergognarsi, non da commentare con un sorrisetto
furbesco e complice".
L'hip hop è ormai entrato a far parte della cultura italiana, come se fosse una nuova
forma di cantautorato. E' d'accordo?
"Certamente, nonostante gli atteggiamenti snob di tanti critici quando la scena rap italiana è
uscita dalle cantine e dai centri sociali, l'hip hop è una realtà. Racconta l'Italia di oggi meglio di
tanti cantautori. Ad esempio, io apprezzo moltissimo Frankie Hi-Nrg, e in generale amo il fatto
che il rap ti permette di inserire molte parole anche in un brano da tre minuti".
Il suo album si intitola Il sogno eretico. A cosa si riferisce?
"Al sogno di vivere in un Paese in cui il pensiero critico, e laico, si possa esercitare senza finire
ogni volta ingabbiati nelle fazioni politiche, un Paese in cui non si debba difendere a tutti i costi
un leader politico anche quando sbaglia in modo dannoso per tutti. Tornare a esercitare
l'intelletto umano, insomma, come fece Giordano Bruno, arso vivo con una morsa che gli
bloccava la lingua, soltanto perché non era allineato ai dogmi religiosi del suo tempo".
Com'è nata la collaborazione con Tony Hadley, cantante degli Spandau Ballet?
"Già quando ho scritto Goodbye Malinconia, a casa mia, sentivo che il ritornello era perfetto per
una voce come la sua. Quando è stato contattato ha accettato subito di lavorare assieme. La
sua è una voce che richiama la spensieratezza degli anni Ottanta, ma nel contesto di quel
brano evoca anche il malessere di quel periodo, dove erano ancora forti le tensioni sociali, c'era
il problema dell'eronia che devastava i giovani, si moltiplicavano i divorzi che spaccavano
definitivamente le famiglie, il disagio esisteva eccome e molti artisti lo testimoniavano a modo
loro".
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