Io Donna - Sonzogno

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Io Donna - Sonzogno
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www.iodonna.it
Milano parla giapponese
Code al padiglione nipponico dell'Expo, rassegne di film d'epoca, mostre ed
eventi gourmet. L'estate nel capoluogo lombardo ha i sapori e i colori del Sol
Levante
di Simonetta Li Pira
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Amélie Nothomb è nata (per caso) in Giappone e l’ha lasciato a cinque anni. Nella
memoria infantile della scrittrice belga è rimasta una traccia che si è trasformata in sogno,
e poi in viaggio. A vent’anni parte e decide di vivere in Giappone dando lezioni di
francese. Ha un solo studente, Rinri, che si innamora di lei. Potrebbe sposarlo, ma… Il
romanzo autobiografico Né di Eva né di Adamo oggi è un film, Tokyo Fiancée: tra i
momenti felici e le insidie di uno shock culturale poetico e divertente, Amélie impara a
conoscere il Giappone e se stessa.
Noi invece non dobbiamo andare tanto lontano, perché a Milano questa è l’estate più
jap mai vista. Kimono in metropolitana. Code chilometriche per il visionario padiglione
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Data Pubblicazione
20/08/2015
immagini, profumi.
Ninja e samurai, molto pacifici,
hanno invece accolto gli ospiti del party offerto della prefettura di Aichi (Nagoya è la
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hi-tech del Sol Levante all’Ex
po, con gentili hostess che
danno lezioni di lingua-base alla folla in coda, e tutti, sotto il sole, a ripetere “arigatou” e
“sayonara” prima di arrivare alla magica fontana di luce dalla quale è possibile scaricare
sullo smartphone ricette, foto e info sull’intero scibile nipponico. Dall’hanami, l’usanza
di ammirare i fiori del ciliegio alla Tanabata, la festa delle stelle, quando i desideri scritti
su striscioline di carta vengono esposti al cielo su canne di bambù. Allo spettacolo della
natura, i cinefili milanesi (e poi quelli di tutta Italia, info su tuckerfilm.com) preferiscono
quello dei sei capolavori restaurati di Ozu Yasujiro, regista di culto dagli anni ’40 ai ’60
(Viaggio a Tokyo, Fiori d’equinozio, Tardo autunno, Il gusto del sake, Buon
giorno, Tarda primavera).
Nell’austero Circolo Filologico di via Clerici, a Ferragosto si è fatta la fila per la mostra
Art Aquarium (fino al 23/8) del designer Hidetomo Kimura: vasche d’acquainstallazioni (foto) nelle quali danzano centinaia di Kingyo, gli eleganti pesci rossi
simbolo di prosperità e fortuna, vere opere d’arte accompagnate da musiche, luci,
accostamenti:
piatti e deliziosi
insalata di mare con alghe wakame e pomodori, caserecce con alghe nori e crema di
riccio di mare (interpretazione sofisticata, da copiare), persino una variante
estremorientale della “cacio e pepe” con kobe beef. Per brindare, sake con le bollicine: il
Poochi Poochi, effetto spumante. «Se non lo conoscete, presentatevi al vostro vicino di
tavolo. La condivisione è un ingrediente fondamentale». Lo raccomanda un coperto
elettronico, a un tavolo dell’Expo. Si comincia con un inchino.
(Foto d’apertura di Cinzia Malaguti cinziamalaguti.it)
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capitale) per festeggiare l’Expo: giovani cameriere con cerchietto per capelli ispirato al
tamagochi hanno offerto specialissimi cibi local, come il Nagoya Meshi. Sette, come
i Sette riti di bellezza giapponesesuggeriti da Elodie-Joy Jaubert nel libro che Sonzogno
pubblicherà in ottobre. Si scoprirà finalmente come fanno le jap a mostrare dieci anni di
meno. E si prenderà nota.
Ma l’appuntamento fusion che ha dato il via a una serie di sperimentazioni e di scambi
(in cucina) è stato Shoku No Wa, l’Armonia del cibo, straordinario incontro fra tre chef
giapponesi che amano l’Italia e uno chef italiano che adora il Giappone. Mamoru
Kataoka (ristorante “Al Porto”, Tokyo), Daisuke Yamane (Ponte Vecchio,
Osaka) Yoshimi Idaka(Acquapazza e Acquavino, Tokyo) e Matteo Torretta (L’Asola,
Milano, il padrone di casa) hanno incantato con un lungo, sorprendente menu di dieci