19 marzo 2012
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19 marzo 2012
ENPAPI Rassegna Stampa del 19/03/2012 INDICE ENPAPI 19/03/2012 La Provincia Pavese - Nazionale Casa di riposo ha bisogno di infermieri 5 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza Per le Casse dei professionisti il rebus della tripla vigilanza 6 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza "Il patrimonio deve essere valutato" 8 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Rinascente e la perizia segreta 9 PREVIDENZA 19/03/2012 Corriere della Sera - Nazionale Angeletti rafforza il «fronte del no» Oggi un vertice a tre 13 17/03/2012 Il Sole 24 Ore «Geometri pronti per regole più moderne» 15 18/03/2012 Il Sole 24 Ore Maledizioni country blues 17 18/03/2012 Il Sole 24 Ore È l'ora di «Tuttopensioni» 18 19/03/2012 Il Sole 24 Ore Pensioni, ecco chi ci rimette 22 19/03/2012 Il Sole 24 Ore La previdenza tiene banco 24 19/03/2012 La Stampa - Nazionale Dietrofront sulle pensioni anticipate 27 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza Contro le turbolenze la carta della formazione 28 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza Il gusto di investire in un'ottima annata 30 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza La grande bolla immobiliare si sta sgonfiando ma il business-ufficio resiste 32 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza Pensione fai-da-te, unit-linked in calo ora si preferisce il capitale garantito 33 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza Previdenza alla sfida degli indici La strategia? Prima azioni e poi rendita 35 17/03/2012 Milano Finanza - Nazionale BUONE PERFORMANCE 36 17/03/2012 Milano Finanza - Nazionale Check-up di primavera 38 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Quanto vale scommettere sul futuro 39 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 «I fondi? Ammortizzatori sociali» 40 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 La cassetta degli attrezzi per la pensione di scorta 41 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Rischio e lifecycle: quando la protezione scatta in automatico 43 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Le polizze preparano il sorpasso sui negoziali 45 16/03/2012 SOLDI Piccoli private equity crescono 46 16/03/2012 SOLDI - Bluerating Signore e signori, la Mifid Review 48 16/03/2012 Tempi Qualcosa da dichiarare 50 ENPAPI 5 articoli 19/03/2012 La Provincia Pavese - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:22080, tiratura:27264) VOGHERA Casa di riposo ha bisogno di infermieri Temporary cerca infermieri professionali per una casa di riposo nella zona di Voghera. E' necessario aver conseguito il diploma in infermieristica e i candidati dovranno anche essere iscritti al collegio Ipasvi.Oltre a questo, i candidati a livello di curriculum dovranno avere esperienza nel settore dell'assistenza, e la disponibilità a lavorare su turni diurni. Necessaria anche la disponibilità alla reperibilità notturna. ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012 5 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 40 (diffusione:581000) Per le Casse dei professionisti il rebus della tripla vigilanza OLTRE AI CONTROLLI DEL MINISTERO DEL WELFARE E DI QUELLO DELL'INDUSTRIA, DOVREBBE PRESTO ATTIVARSI ANCHE QUELLO DELLA COVIP GLI EFFETTI SUGLI IMMOBILI Valentina Conte Roma Chi controlla veramente gli enti previdenziali dei professionisti? E cosa succederà quando i portafogli delle Casse saranno effettivamente sotto la vigilanza della Covip, l'autorità che dal 1996 sovrintende al buon funzionamento dei fondi pensione «a tutela del risparmio destinato a previdenza complementare»? Per rispondere a queste domande occorre tornare alla scorsa estate, quando la manovra di luglio ha esteso anche alle Casse l'ombrello della Commissione di vigilanza presieduta da Antonio Finocchiaro, suscitando l'allarme di molti presidenti, timorosi di perdere autonomia a favore della Covip, considerata «inadeguata» a monitorare anche le Casse dei professionisti perché «più complesse dei fondi previdenziali». «Se abbiamo una vigilanza per la previdenza complementare che è su base volontaria - spiegava l'allora ministro del welfare Sacconi - la dobbiamo avere anche su una previdenza che è primaria e obbligatoria, unico segmento del mercato finanziario che ne risulta privo». La manovra è diventata legge, ma i decreti attuativi dopo otto mesi ancora non ci sono (il termine per i ministeri di Economia e Lavoro era sei mesi). Le Casse si trovano così in un limbo e il doppio livello di vigilanza evocato dall'ex ministro - «cartolare e successiva» (sulla documentazione fornita, come quella svolta oggi dai due dicasteri) e «invasiva e contestuale» (in sede, anche con ispezioni della Guardia di finanza) - non si è di fatto mai realizzato. Il controllo è ancora spartito tra i due m i n i s t e r i , u n a commissione bicamerale (che non ha ancora concluso la sua indagine, chiedendo tempi supplementari) e la Corte dei Conti. Troppo poco, incongruo e soprattutto inefficace, come dimostrano gli inciampi di alcuni enti nella finanza derivata. In attesa che la Covip acquisisca la titolarità al monitoraggio sugli investimenti e sul patrimonio di questi enti - ma chi potrà sanzionare? ecco un'altra incongruenza da sciogliere - possiamo immaginare che la composizione ottimale di portafoglio a cui le Casse dovranno attenersi si ispirerà a quella dei "fratelli maggiori" sorvegliati da Covip, i fondi pensione, che diventeranno veri e propri benchmark per quegli enti, dettandone criteri e limiti sulla base di quanto prevede la loro legge istitutiva, la 703 del 1996. Una legge ormai datata e di cui, da tempo, si annuncia una revisione (esiste un testo condiviso e "bollinato" da Covip al ministero dell'Economia), per tenere conto dell'evoluzione dei mercati e dell'innovazione finanziaria. Un primo confronto grezzo tra l'asset allocation attuale dei fondi pensione e quello delle Casse previdenziali dei professionisti restituisce la fotografia di una gestione poco "in linea" con il benchmark che senz'altro dovrà essere ripensata o adeguata. I fondi pensione negoziali (o chiusi, 38 fondi riservati a diverse categorie di lavoratori dipendenti, oltre 2 milioni di iscritti, 22 miliardi di risorse), che hanno caratteristiche non del tutto dissimili dalle Casse, nel 2010 avevano una composizione del patrimonio concentrata per il 60,8% in titoli di Stato, il 17,4% in azioni, l'8,7% in obbligazioni e certificati di deposito, il 7,7% in fondi comuni e il 4,4% in depositi. E gli immobili? Zero. Lo vieta la legge 703/96 che limita al 20% l'investimento alle sole società immobiliari o alle quote di fondi comuni immobiliari. Un vincolo inesistente per i fondi pensione più vecchi. I cosiddetti fondi "preesistenti" (anteriori al '96) nel 2010 erano 375, contavano quasi 668 mila iscritti e un patrimonio cospicuo di 42 miliardi, di cui il 17,1% investito direttamente nel mattone, metà di quanto impiegato in Bot, Btp e Cct. E cosa succede invece alle Casse dei professionisti? Un quarto del patrimonio totale (41,3 miliardi) - circa 10 miliardi - è costituito proprio da immobili (e ne valgono almeno 15). E di questi 10 miliardi, il 30% ovvero quasi 3 miliardi è nelle mani dell'Enasarco (agenti e rappresentanti di commercio) e il 24% in quelle dei medici dell' Enpam (2,3 miliardi). Nel caso dell'Enasarco parliamo di oltre la metà (il 53%) del loro portafoglio totale. Ben al di sopra di ogni benchmark. Così l'Inpgi (giornalisti) ha quasi 700 milioni parcheggiati nel mattone (il 47% del patrimonio totale). Con rendimenti non proprio entusiasmanti, in taluni casi poco sopra l'1%, in altri del 3%. «Stiamo attenti però, perché la legge 703 non potrà essere estesa a tutte le Casse tout court», avverte Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza. ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012 6 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 40 (diffusione:581000) «Sarebbe un errore, un eccesso di grossolana semplificazione. E poi quasi impossibile da realizzare», prosegue. Perché? «Vi sono due tipi di Casse professionali: quelle privatizzate dal decreto legislativo 509 del 1994 e quelle nate come private dal decreto legislativo 103 del 1996 (psicologi, infermieri, biologi, periti industriali). Solo queste ultime reggono il parallelo con i fondi pensione perché sono a contribuzione definita con posizioni individuali e tendono a privilegiare l'investimento mobiliare sul mattone perché hanno come obiettivo l'accrescimento del patrimonio. Al contrario, gli enti privatizzati sono a prestazione definita (vale ancora il metodo retributivo per lo più, ndr) e creano riserve per rispondere alle passività previdenziali ed erogare così la prestazione, la pensione. Per loro gli immobili sono investimenti anticiclici, di sicurezza, così come i titoli di Stato, che garantiscono forte protezione del capitale, rendimento medio ma costante e assicurato, apprezzamento del patrimonio significativo nel lungo periodo. Certo, alcuni eccessi nel mattone andranno riparametrati. Ma sono realtà differenti dai fondi pensione». I due ministri competenti nella vigilanza sulle casse previdenziali, Elsa Fornero (1) al Welfare e Corrado Passera (2) all'Industria In alto a sinistra, Antonio Finocchiaro (1), presidente della Covip, Andrea Camporese (2), presidente dell'Inpgi (Cassa giornalisti) e dell'Adepp, e Paolo Pedrazzoli (3), presidente della Cassa nazionale notariato ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012 7 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 40 (diffusione:581000) [ L'INTERVENTO ] "Il patrimonio deve essere valutato" "LA VALUTAZIONE DELL'EQUILIBRIO DI UNA CASSA DEVE TENER CONTO DEGLI ASSET IMMOBILIARI, DEI RELATIVI PROVENTI E DELLE SPESE GENERALI NELL'AMBITO DI UN BILANCIO TECNICO ATTUARIALE " Giampaolo Crenca* La previdenza è una maratona. Deve assicurare la pensione a milioni di lavoratori che versano, per anni, i contributi. Nel panorama italiano spiccano le Casse professionali che coinvolgono oltre 2 milioni di professionisti, fra attivi e pensionati; 27 professioni che contribuiscono al progresso del paese, come è emerso il 1 marzo durante il "Professional Day", tra queste gli Attuari, circa 900, che si occupano di determinare, con approcci probabilistici, l'andamento futuro di fenomeni demografici ed economici, come la previdenza, ivi inclusa quella di base dei professionisti. Una fotografia di tale previdenza emerge dal recente Rapporto sulla previdenza privata italiana, curato dal Centro Studi dell' Adepp, l'associazione delle Casse professionali. Nel 2010 gli enti hanno incassato 7,6 miliardi di contributi e hanno pagato 4,8 miliardi di prestazioni, il "saldo tecnico" netto è quindi pari a 2,8 miliardi, in costante crescita dal 2005. Il patrimonio aggregato di tutti gli enti supera i 42 miliardi di euro, ma se si considera il valore di mercato tale importo è superiore. C'è quindi un "tesoretto" accumulato negli anni, che produce redditi e accresce le risorse necessarie per pagare le prestazioni previdenziali, elemento essenziale per la stabilità presente e soprattutto futura delle Casse. Lo scorso dicembre il governo ha varato una norma molto severa (articolo 24 della Manovra Monti) laddove si impone alle Casse di previdenza in esame la sostenibilità per 50 anni, basata sull'equilibrio fra entrate (contributi) e uscite (pensioni). La professione attuariale ha però ufficialmente richiamato l'attenzione sul fatto che la valutazione dell'equilibrio di una Cassa debba anche tener conto del patrimonio, dei relativi proventi e delle spese generali nell'ambito di un bilancio tecnico attuariale predisposto sulla base delle "Linee Guida per le valutazioni attuariali relative ai fondi di previdenza complementare" emanate e aggiornate dall'Ordine degli Attuari nel 2009, i cui principi peraltro trovano riscontro anche a livello internazionale. L'andamento del saldo annuo previdenziale di ciascuna cassa, per quanto rappresenti un indicatore importante sulla situazione della gestione, non risponde al quesito fondamentale dell'equilibrio tecnico attuariale economico. Il principio è stato ribadito in una lettera inviata lo scorso gennaio dagli Attuari al Governo. Gli Attuari hanno anche offerto la disponibilità a inserire un proprio rappresentante nel gruppo di esperti sulla previdenza, previsto dalla manovra di fine anno. * Presidente Consiglio Nazionale Attuari IL PATRIMONIO DELLA CASSE PREVIDENZIALI CNPADC CNPADC ENPAV CNN INPGO ENPAM CF INARCASSA CNPR ENPAF Foto: Nella foto qui sopra, il presidente del Consiglio nazionale degli attuari , Giampaolo Crenca ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012 8 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 12 Casse previdenziali. A un anno dall'acquisto dell'immobile da parte del fondo riservato Ippocrate (100% Enpam ) Rinascente e la perizia segreta L'Ordine emiliano chiede il documento No di Idea Fimit Circa 350mila medici e dentisti iscritti alla cassa di previdenza Enpam. La società di gestione immobiliare Idea Fimit (il 40% è dell'Inps). E poi i vertici dello stesso ente pensione e quelli dell'Ordine dei camici bianchi bolognesi. Sono tutti protagonisti, interessati, nella compravendita di un edificio famoso, quello della Rinascente, nel cuore di Milano. L'immobile è stato venduto a inizio 2011 per un controvalore di 472 milioni di euro: a incassare è stata Prelios Sgr (ex Pirelli Re) che ha portato a casa una plusvalenza di 108 milioni. Nella veste di acquirente il fondo immobiliare Ippocrate, gestito da Idea Fimit Sgr. Ippocrate è un fondo immobiliare che fa capo a Enpam al 100 per cento. Questa la premessa doverosa. Ora, nell'ambito dell'indagine sulla trasparenza di fondi pensione e casse, c'è da segnalare la vicenda della perizia sulla Rinascente, di cui Plus24 si è già occupato in più occasioni. Da una parte c'è l'Ordine dei medici di Bologna, presieduto da Giancarlo Pizza, che da un anno chiede il documento di valutazione dell'immobile realizzato dalla società Europrogetti & Finanza-Advisory & Real Estate, che aveva stimato in 490 milioni il valore dell'edificio. Dall'altra c'è Enpam, nella persona del presidente Eolo Parodi, che a gennaio di quest'anno ha scritto un'ultima lettera al rappresentante dei medici bolognesi. Ecco il passaggio chiave: «A seguito della sua richiesta alla perizia dell'immobile di interesse, la fondazione ha chiesto alla Idea Fimt Sgr di esprimersi sulla richiesta di accesso al documento. La richiesta è dovuta e conseguente alla proprietà della perizia che, come noto, è della Sgr che gestisce il fondo Ippocrate all'interno del quale è collocata la Rinascente di Milano. La Sgr ha negato il consenso in quanto trattasi di documento interno e riservato e comunque come avviene per tutti gli altri fondi sia riservati che quotati». Ecco il punto: quale interesse deve prevalere? Quello della Sgr Idea Fimit che nega il consenso a visionare la perizia a un anno dalla compravendita della Rinascente? O l'Ordine di Bologna e più in generale i 350mila iscritti all'Enpam, a cui appartengono i 472 milioni versati per l'immobile milanese? La storia Rinascente si inserisce nel tema che da mesi Plus24 affronta con le 5 domande qui a fianco (da segnalare che giovedì 15 marzo sul Sole 24 Ore è iniziata un'inchiesta a puntate sulle casse: la prima ad essere analizzata è stata proprio Enpam). «La fondazione Enpam è impegnata a garantire il massimo della trasparenza ai propri iscritti - fanno sapere dalla cassa -. Proprio per questo, oltre a pubblicare integralmente il proprio bilancio su internet, lo scorso anno, prima fra tutte le casse private, l'Enpam ha approvato un regolamento per l'accesso ai documenti amministrativi. Gli interessati possono inviare una semplice domanda che viene valutata secondo le procedure stabilite. Esiste addirittura la possibilità di appellarsi a organi terzi in caso di disaccordo sulla decisione finale. Questo però vale per i documenti in possesso della fondazione». C'è più in generale (non solo per Enpam) il nodo dei bilanci dei fondi immobiliari riservati: molte casse previdenziali stanno investendo in tali strumenti finanziari i contributi dei propri iscritti ma quest'ultimi (tranne l'eccezione degli iscritti alla cassa ragionieri) non hanno visibilità sui documenti contabili. Su tale questione stanno lavorando Adepp, l'associazione delle casse, e Assoimmobiliare per mettere a punto un vademecum: è stato garantito che sarà pronto entro l'estate. Qui c'è però un'altra questione: la perizia e le delibere sugli investimenti, possono o no essere pubbliche trascorso un lasso di tempo (tre mesi, un anno)? Ci sono infatti in ballo i contributi di centinaia di professionisti. Chissà se sul tema hanno qualcosa da dire la Covip, commissione di vigilanza su fondi pensione e casse, e la Bicamerale di controllo sugli enti gestori. Vitaliano D'Angerio © RIPRODUZIONE RISERVATA I 5 spunti di dibattito lanciati da Plus24 il 12 novembre 2011 per garantire più trasparenza al settore previdenziale ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012 9 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 12 1BUSTA ARANCIONE CERCASI Dare visibilità su quale potrà essere l'ammontare della pensione che sarà riconosciuta a ogni singolo aderente. 2COSA C'È NEL PORTAFOGLIO Comunicare su base mensile tutti i titoli che sono presenti all'interno del fondo pensione con indicazione del peso percentuale sul portafoglio generale e variazione rispetto alla comunicazione precedente. 4CHI E COME GESTISCE I SOLDI Comunicare le metodologie di scelta, i costi e i risultati ottenuti dalle singole case d'investimento che si aggiudicano i mandati di gestione dei patrimoni delle casse di previdenza o dei fondi pensione. 5LA SCELTA DEI CONSULENTI AGLI INVESTIMENTI Rendere noti i criteri di scelta degli advisor (figure che disegnano l'asset allocation e aiutano nella selezione dei gestori e dei prodotti in cui investire). Evidenziare anche le commissioni riconosciute ai singoli soggetti. 3ACCESSO ALLE DELIBERE DEGLI ORGANI STATUTARI Dare una dettagliata informazione sulle decisioni prese dal consiglio d'amministrazione, dal comitato investimenti e dal collegio sindacale. Andrebbe bene anche con un intervallo di tre mesi. BOTTA E RISPOSTA Un anno di corrispondenza fra il presidente dell'Ordine di Bologna, Giancarlo Pizza, e il presidente dell' Enpam, Eolo Parodi. Oggetto delle missive: la perizia dell'immobile Rinascente di Piazza Duomo (in Milano) e del rendimento dello stesso. Nell'ultima lettera, protocollata il 9 gennaio 2012 (vedi sopra), Parodi chiude la corrispondenza comunicando il negato consenso a visionare la perizia. A dire di no è Idea Fimit Sgr (fra i cui azionisti vi è l'istituto di previdenza pubblica Inps), società che gestisce il fondo immobiliare riservato Ippocrate, che a inizio 2011 ha acquisito per 472 milioni di euro l'immobile Rinascente ceduto da Prelios Sgr (ex Pirelli Re). ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012 10 PREVIDENZA 22 articoli 19/03/2012 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:619980, tiratura:779916) Angeletti rafforza il «fronte del no» Oggi un vertice a tre Mossa di Confartigianato: così non va E Monti punta sul «mandato» politico Doppia insidia Se il premier indurisce la proposta scatena la protesta dei sindacati, se la ammorbidisce scontenta le aziende Enrico Marro ROMA - Oggi Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti dovrebbero incontrarsi per tentare di trovare una posizione comune nella trattativa sulla riforma del mercato del lavoro. Ieri è stata la giornata dei tatticismi. Da parte di tutti. Del presidente del Consiglio, Mario Monti, che ha sparso ottimismo sull'accordo. Del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che tuttavia ha confermato: «Andremo in Parlamento anche senza intesa». Della Cgil di Camusso, la più distante dalla firma, che è rimasta in silenzio, quasi a dire che non ha altro da aggiungere mentre spetta al governo decidere se vuole andare allo scontro o no. Della Uil, con Angeletti che, a sorpresa, si è staccato dalle posizioni dialoganti della Cisl e si è arroccato anche lui sul no alle proposte del governo sull'articolo 18 (licenziamenti). Angeletti è diventato intransigente perché è convinto che l'accordo non ci sarà e allora gli conviene non lasciare la piazza a Camusso oppure sta semplicemente aumentando il pressing su Monti affinché giunga a più miti consigli e l'intesa sia possibile? Stessa domanda si può porre a proposito del no annunciato a nome di Rete Imprese Italia (artigiani e commercianti) da Marco Venturi se il governo non correggerà i capitoli della riforma che riguardano il riordino dei contratti e gli ammortizzatori sociali. Confartigianato, intanto, ha convocato per mercoledì una giunta straordinaria, spiega il segretario generale Cesare Fumagalli, non solo per confermare il no, se Monti nel frattempo non cambierà le sue proposte, ma anche per «disdire tutti gli accordi e i contratti di settore». Una mossa, aggiunge, «che ci dispiacerebbe. Ma se il governo ci carica di nuovi contributi sui contratti temporanei e irrigidisce gli stessi non abbiamo alternative. Disdicendo i contratti potremmo recuperare risorse, azzerando i contributi per la sanità e la previdenza complementare. Cose che abbiamo costruito insieme col sindacato e di cui siamo fieri, ma che saremmo costretti a rivedere davanti all'indisponibilità del governo». Anche qui, le ragioni reali di scontento si mischiano alla tattica. Funzionerà? Artigiani e commercianti dovrebbero vedere Fornero oggi e potrebbero già cominciare a portare a casa qualche risultato. Ma la trattativa vera comincerà domani a Palazzo Chigi, sotto la regia dello stesso Monti. Che vuole chiudere entro la settimana, prima della partenza per la visita in Oriente. Il premier mira al risultato massimo: fare l'accordo con tutti, ma su una riforma vera che modifichi nettamente anche l'articolo 18. Sa che è difficile. Allora usa il bastone e la carota. Ai sindacati, che sono restii ad accettare di infrangere il tabù, ha detto che senza intesa lui si sente libero di procedere alla modifica più radicale dell'articolo 18, lasciando il diritto al reintegro solo sui licenziamenti discriminatori e sostituendolo in tutti gli altri casi con un indennizzo. Ma Monti in realtà ha le mani libere fino a un certo punto. L'ok ottenuto qualche giorno fa nel vertice con i segretari Abc (Alfano, Bersani e Casini) è su una proposta più morbida che affida al giudice la decisione tra equo indennizzo e reintegro nel caso dei licenziamenti disciplinari, limitando il solo indennizzo ai licenziamenti per motivi economici. Uscire da questa mediazione è complicato. Se la indurisce scatena la protesta dei sindacati, Cisl compresa, e a quel punto il Pd non ce la fa più a sostenere i provvedimenti in Parlamento. Se la ammorbidisce, magari per recuperare la Cgil all'accordo, si mette la Confindustria e il Pdl contro, rischiando di essere penalizzato sui mercati finanziari. I margini di manovra, insomma, sono minimi. Per questo Camusso si prepara allo scontro e Angeletti è a un passo dal farlo. Spiegano i suoi collaboratori: «Come si fa a fare le assemblee in fabbrica per spiegare ai lavoratori che possono essere licenziati per motivi disciplinari? Che sono questi motivi? E poi gli diciamo pure che sarà il giudice a decidere se reintegrare o indennizzare? Così aumentiamo solo le incertezze e le paure. Noi questa cosa non la reggiamo». Il leader dell'Ugl, Giovanni Centrella, pensa che per PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 13 19/03/2012 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:619980, tiratura:779916) il sindacato sarebbe meglio presentare una proposta unitaria al governo, «ma abbiamo poco tempo». Oggi il sindacato ci proverà. RIPRODUZIONE RISERVATA Pronte le nuove banconote firmate Draghi Foto: Wim Duisenberg Morto nel luglio 2005 a 70 anni, ha ricoperto la carica di primo presidente della Bce dal 1º giugno 1998 al 31 ottobre 2003. Sotto la sua guida, l'euro passò dall'essere un mero strumento dei mercati finanziari a una moneta nelle tasche di 300 milioni di persone in 12 Paesi: era il 1° gennaio 2002 Foto: Jean-Claude Trichet 69 anni, è stato presidente della Banca centrale europea dal 1º novembre 2003 al 19 ottobre 2011. Ha definito l'attuale crisi «la più grave dalla II Guerra mondiale»: l'Europa ne «uscirà spinta verso una maggiore integrazione» Foto: Mario Draghi 64 anni, guida la Bce dal 1º novembre 2011. Ex Governatore di Bankitalia, per aiutare l'Europa a fronteggiare la crisi ha tagliato i tassi di interesse e avviato un imponente programma di prestiti alle banche europee per aumentare la liquidità PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 14 17/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 35 (diffusione:334076, tiratura:405061) INTERVISTAFausto Amadasi «Geometri pronti per regole più moderne» «Le società professionali devono essere obbligate a versare alle casse previdenziali» Federica Micardi «Con l'avvento delle società occorre garantire i versamenti alle Casse. Poi bisogna aggiornare le regole per essere al passo con i tempi». Fausto Amadasi, presidente della Cassa di previdenza dei geometri lunedì 19 marzo incontrerà gli iscritti al Palazzo Marco Polo - complesso Il Girasole a Lacchiarella (Mi), in un seminario per parlare di redditi, previdenza e servizi. In cosa consiste il seminario di lunedì prossimo? È una giornata organizzata per parlare alla categoria - che conta circa 16mila iscritti - un momento di chiarimento e trasparenza. Presenteremo le attività della Cassa, e parleremo delle modifiche che intendiamo fare per rientrare nei nuovi parametri imposti dal ministero (sostenibilità a 50 anni tra entrate per contributi e uscite per pensioni, ndr). Quali sono le modifiche? È presto per dirlo, stiamo aspettando le verifiche attuariali che saranno pronte tra un paio di settimane. Sulla base di queste decideremo. Le società tra professionisti appena introdotte per lei sono un'opportunità? Le società tra professionisti sono partite male, ma con gli ultimi provvedimenti stanno migliorando notevolmente. Sarà determinante il regolamento di attuazione ancora in fase di elaborazione. Mi auguro che venga previsto l'obbligo di versamento dei contributi alle casse previdenziali, che attualmente manca. È inoltre necessario evitare di creare disparità di trattamento fiscale o retributivo tra i professionisti che svolgono la loro attività come soci di una società e quelli che invece decidono per una forma diversa. A cosa si riferisce in particolare? Penso al contributo integrativo (pari al 4%, ndr), che il professionista è obbligato ad applicare sulla parcella. Se lo stesso obbligo non sarà previsto per le società si trasformerebbe in un indebito vantaggio. Voi siete stati coinvolti nella stesura del regolamento? No. Finora nessun coinvolgimento, speriamo che una volta chiusa la riforma del lavoro ci sia il tempo per ragionare serenamente sulle Casse dei professionisti. Secondo lei dove è necessario intervenire per permettere alle professioni regolamentate di essere al passo con i tempi? Le nostre competenze sono state stabilite da un Regio decreto del 1929: andare in Europa con leggi nate in un contesto storico che non esiste più è come andare alla campagna di Russia con le divise coloniali. Siamo destinati a perdere. L'introduzione dall'alto delle società professionali, senza un aggiornamento sulle regole porterà le società estere da noi, ma noi non saremo pronti ad andare da loro. Cosa pensa delle liberalizzazioni? Finalmente si parla di cose serie e non ci si affida solo agli slogan. Trovo però negativo un approccio generalizzato al problema. La mia categoria fa fatica a reperire nuovi iscritti, mentre altre hanno il problema opposto. Bisogna tenerne conto. È però vero che ci sono vincoli che non hanno senso. Un geometra, per legge, non può fare l'agente immobiliare, di contro le società immobiliari offrono servizi professionali. C'è qualcosa che non va. Cosa teme in questa fase? Gli interventi spot senza un progetto organico. Un esempio è il controllo sulle Casse affidato alla Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione). Si tratta dell'ottavo livello di controllo a cui siamo soggetti. Inoltre sono passati sei mesi e ancora stiamo aspettando il regolamento finanziario per poter decidere gli investimenti. Siamo ingessati in attesa di un segnale che non arriva. E questo ci uccide lentamente. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 15 17/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 35 (diffusione:334076, tiratura:405061) © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: IMAGOECONOMICA Foto: Cassa geometri. Fausto Amadasi PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 16 18/03/2012 Il Sole 24 Ore - Domenica Pag. 45 (diffusione:334076, tiratura:405061) gommalacca Maledizioni country blues Christian Rocca Se Wrecking Ball di Bruce Springsteen vi è sembrato un album di denuncia, uno statement politico e sociale di un grande artista arrabbiato, ma col capriccio di rispolverare l'antica tradizione delle canzoni di protesta in modo da catturare al meglio lo spirito del tempo, allora dovreste correre ad ascoltare Agnostic Hymns & Stoner Fables di Todd Snider. Scoprirete che è questo l'album del vaffanculo alla casta di Wall Street, il disco contro l'1 per cento dei privilegiati, il manifesto contro gli avidi speculatori. Il titolo perfetto sarebbe stato Occupy Nashville, per i testi antagonisti e la musica ben radicata nella tradizione country americana, ma non si può pretendere tutto e non lo si può nemmeno prendere sul serio. Eppure le requisitorie blues cantate e recitate da Snider col piglio da menestrello sono divertenti. Snider è un cantautore folk, nato a Portland, in Oregon, nel 1966, arrivato ormai al dodicesimo album. Agnostic Hymns & Stoner Fables è uscito la stessa settimana di Wrecking Ball. Anche qui ci sono storie di diseredati, di gente che non ha niente, di ingiustizie sociali. I cattivi sono i banchieri di New York, naturalmente. I gestori dei fondi pensione. Gli eroi sono gli «in between jobs», chi si trova tra un lavoro perduto per sempre e un posto futuro che probabilmente non ci sarà mai. Gente che perde la testa quando viene a sapere quanti soldi guadagnano i privilegiati: «I' thinkin' what's keepin' me from killin' this guy. And takin' his shit?», «Sto pensando a che cosa mi trattiene dall'ucciderne uno e a prendermi la sua roba di merda». Nel delirio di Snider c'è comunque qualcosa di meno posticcio rispetto all'analogo verso omicida di Springsteen: «Se avessi un'arma, andrei a caccia dei bastardi e gli sparerei a vista». La confezione è country blues, con un meraviglioso violino suonato da Amanda Shires a fare da contrappunto, come in Desire di Bob Dylan. Ecco, Snider è più Dylan che Springsteen. Un Dylan arrabbiato e sarcastico. Capace di scherzare sul rapporto d'amorosi sensi tra Mick Jagger e Keith Richards («it's true love») nella canzone intitolata Brenda, che poi è il nomignolo con cui Keith chiamava Mick. © RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 17 18/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 20 (diffusione:334076, tiratura:405061) Il nuovo welfare. A partire da domani mattina l'iniziativa Sole 24 Ore- Inps -ministero del Lavoro È l'ora di «Tuttopensioni» Una giornata di chiarimenti sulla riforma della previdenza È per domani l'appuntamento con TuttoPensioni 2012, la giornata organizzata dal Sole 24 Ore con l' Inps e il ministero del Lavoro per capire la riforma previdenziale. Un'iniziativa articolata in due momenti. Dalle 9.45, la tavola rotonda che riunirà il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, i vicepresidenti delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e il vicepresidente della commissione parlamentare di vigilanza sugli enti previdenziali, Antonino Lo Presti. A moderare il dibattito, il direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano. Seguiranno, nel pomeriggio, le relazioni degli esperti del ministero del Lavoro, dell' Inps e del Sole, che analizzeranno le novità della riforma e l'impatto sul futuro previdenziale dei cittadini. Una manovra con cui praticamente tutti dovranno fare i conti, chi nell'immediato perché magari è in procinto di ritirarsi dal lavoro ma anche i più giovani, per capire quale prospettiva li attende e quali sono le scelte migliori da fare in tema di previdenza. Il convegno si terrà a Milano, all'auditorium della sede del Gruppo 24 Ore, in via Monterosa 91, ed è aperto al pubblico. Con le prenotazioni online è già stato raggiunto il limite di capienza delle sale. Chi non si è prenotato potrà comunque seguire l'intera giornata in diretta streaming sul sito dell'evento (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). La manifestazione sarà trasmessa anche da Reteconomy (canale 816 di Sky) e sarà seguita da TgCom 24 (canale 51 del digitale terrestre) che aprirà finestre informative per tutta la mattinata. Inoltre, Radio24 darà spazio, nella programmazione di domani, alla riforma. Si tratta di un vero e prorpio RadioDay, con la trasmissione «Salvadanaio», dalle 12 alle 13, che risponderà in diretta ai dubbi degli ascoltatori e con i principali Gr della giornata che aggiorneranno sui temi del convegno e faranno il punto sulle domande e risposte più interessanti emerse durante la manifestazione. I lettori potranno, infatti, cogliere l'occasione dell'evento per ricevere risposta ai loro quesiti. Quanti anni devo ancora lavorare - si sono chiesti in molti nelle ultime settimane - e a quanto ammonterà l'assegno mensile con le nuove regole previste dal governo? Oppure, è proprio vero che la riforma del settore comporta solo un allungamento della vita lavorativa e una diminuzione dell'importo della pensione? Quali sono le modalità con cui verrà equiparato il tempo di ritiro per uomini e donne? Cosa è cambiato per la totalizzazione e la ricongiunzione, qualora una persona abbia versato contributi in gestioni differenti durante l'arco della vita lavorativa? Questi sono solo alcuni dei possibili dubbi che potranno essere chiariti in occasione di TuttoPensioni 2012. Per tutta la durata del convegno, dalle 9.30 alle 16.30, sarà possibile telefonare al numero dedicato 02.30300030 - e rivolgere le proprie domande agli esperti dell' Inps, del ministero del Lavoro e del Sole. Inoltre, fino alle 18 di lunedì sarà aperto il filo diretto online, avviato all'inizio della settimana: le domande si potranno inviare attraverso il sito www.ilsole24ore.com/tuttopensioni, scegliendo tra i vari capitoli (la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata, come si calcola la pensione, gli esclusi dalla riforma, totalizzazione e ricongiunzione, gli autonomi, le ricadute sulle aziende). Le risposte saranno pubblicate da martedì sul quotidiano e sul sito del Sole. Inoltre, sempre sul sito internet, da domani sarà disponibile un software che consentirà di mettere a confronto cosa cambia in termini di contributi versati e l'assegno teorico complessivo che sarà incassato, prima e dopo la riforma. © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI INTERVENTI DEL MATTINO PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 18 18/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 20 (diffusione:334076, tiratura:405061) 9.15 Registrazione dei partecipanti 9.45 Saluti di benvenuto Donatella Treu, Amministratore delegato «Il Sole 24 Ore» 10 Tavola rotonda La riforma della previdenza tra equilibrio dei conti e tutela dei diritti Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Antonio Mastrapasqua, Presidente Inps Tiziano Treu, vicepresidente commissione Lavoro Senato della Repubblica, Giuliano Cazzola, vicepresidente commissione Lavoro Camera dei deputati, Antonino Lo Presti, vicepresidente commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti di previdenza e assistenza sociale Modera i lavori: Roberto Napoletano, direttore «Il Sole 24 Ore» 12.10 Conclusione dei lavori LE RISPOSTE DEL POMERIGGIO 13.30-16.30 Focus Pensioni: Tutte le novità - L'Esperto risponde 13.30 Apertura dei lavori Elia Zamboni, vicedirettore Il Sole 24 Ore 13.35 Pensione di vecchiaia, anticipata, contributivo per tutti Edoardo Gambacciani, direttore Generale politiche previdenziali e Assicurative Ministero del Lavoro 14.00 Requisiti flessibili, aumento della speranza di vita e coefficienti Mauro Nori, direttore generale Inps 14.25 Le esclusioni e la clausola di salvaguardia Giampiero Falasca, giuslavorista 14.50 Totalizzazione, ricongiunzioni e riscatti Fabio Venanzi, esperto di previdenza 15.15 Le implicazioni della riforma per i datori di lavoro Giuseppe Maccarone, consulente del lavoro 15.40 Cosa cambia per le casse professionali Claudio Pinna, attuari 16.30 PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 19 18/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 20 (diffusione:334076, tiratura:405061) Conclusione dei lavori Come seguire l'incontro I PROTAGONISTI Ad animare la tavola rotonda in programma domani mattina presso la sede del Sole 24 Ore a Milano, oltre al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e al presidente dell' Inps, Antonio Mastrapasqua (nelle foto), ci saranno i vicepresidenti delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e il vicepresidente della commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza, Antonino Lo Presti Inps. Antonio Mastrapasqua APPUNTAMENTO IN VIDEO L'evento, articolato nella tavola rotonda del mattino e nel convegno del pomeriggio, si tiene presso la sede del Sole 24 Ore a Milano (in via Monte Rosa 91). Possono accedere alla manifestazione solo coloro i quali si sono già prenotati (i posti sono ora esauriti). Chi non si è prenotato può comunque seguire i lavori di TuttoPensioni in diretta streaming, gratuitamente, sul sito internet del Sole (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni), dove saranno disponibili anche i materiali a supporto delle relazioni degli esperti. Inoltre, TuttoPensioni sarà trasmesso da Reteconomy sul canale 816 di Sky. L'evento sarà seguito in diretta anche da Tgcom24, sul canale 51 del digitale terrestre, che aprirà finestre informative per tutta la mattinata. Un'offerta articolata che consentirà di seguire tutto il programma dei lavori, dalla tavola rotonda del mattino agli interventi del pomeriggio LA RADIO Ministro del Lavoro. Elsa Fornero Radio24 in occasione di TuttoPensioni 2012 dedica domani un RadioDay alla riforma delle pensioni: «Salvadanaio», dalle 12 alle 13, risponderà in diretta ai dubbi degli ascoltatori e i principali giornali radio della giornata aggiorneranno gli ascoltatori sui temi del convegno e faranno il punto sulle domande e risposte più interessanti emerse durante la manifestazione. Inoltre, da martedì prenderà il via su Radio24 una nuova rubrica quotidiana per continuare ad approfondire i temi relativi alla riforma delle pensioni: realizzata in collaborazione con l' Inps andrà in onda ogni giorno al termine di «Salvadanaio», alla fine della mattinata. Un appuntamento ricorrente per continuare a spiegare e seguire da vicino le novità determinate dalla riforma del sistema pensionistico CHIARIMENTI ONLINE... È ancora possibile fino alle 18 di domani, inviare tramite internet i quesiti sugli effetti della riforma della previdenza. Al forum online, aperto da lunedì scorso, si accede collegandosi al sito internet dedicato all'evento TuttoPensioni (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). Le domande possono essere inviate scegliendo tra sette aree tematiche: «La pensione di vecchiaia», «La pensione anticipata», «Come si calcola la pensione», «Gli esclusi dalla riforma», «Totalizzazione e ricongiunzione», «Gli autonomi» e «Le ricadute sulle aziende». Da martedì, sul quotidiano e online, saranno disponibili le risposte a cura degli esperti dell' Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore ... E AL TELEFONO 02 30 30 00 30 Una linea per i quesiti Il numero sarà attivo dalle 9,30 alle 16,30 di domani. Le risposte saranno fornite dagli esperti dell'Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 20 18/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 20 (diffusione:334076, tiratura:405061) Un filo diretto che permetterà ai lettori di avere indicazioni e chiarimenti immediati. Per i quesiti più articolati, che necessitano di maggiori precisazioni nell'esposizione, si consiglia comunque di utilizzare il forum online PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 21 19/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 6 (diffusione:334076, tiratura:405061) Il nuovo welfare IL PENSIONOMETRO Pensioni, ecco chi ci rimette Rate più elevate ma per molti lavoratori penalizzazioni in vista Si lavora più a lungo e la pensione aumenta. Chi ormai ha metabolizzato l'idea che la riforma della previdenza incide in modo rilevante sul periodo di permanenza in attività, imponendo a tutti una vita lavorativa più lunga di tre-quattro anni, nella migliore delle ipotesi, può forse cercare di consolarsi con il rovescio (positivo) della medaglia. Il calcolo degli assegni previdenziali effettuato (per tutti, dal 1° gennaio 2012) con il sistema contributivo produce l'effetto - certamente logico e atteso - di un aumento dell'importo della rata di pensione. Conseguenza logica, si dirà, peraltro già emersa delle ultime stime della Ragioneria generale dello Stato (non ancora aggiornate alle ultimissime riforme) che indicavano in modo inequivocabile che il tasso di sostituzione (si tratta del rapporto tra la prima rata di pensione e l'ultimo stipendio) cominciava a invertire la rotta e a crescere. Tutto bene, quindi. Non esattamente, come dimostrano gli esempi ottenuti utilizzando il software della società Epheso, da oggi a disposizione sul sito del Sole 24 Ore, che mette a confronto due simulazioni pensionistiche con le regole pre e post riforma. I numeri dicono ovviamente che la pensione che si ottiene con l'applicazione delle nuove regole è più elevata rispetto a quella che si sarebbe ottenuta con le vecchie: si lavora di più e si versano più contributi. Ma il sistema consente anche di calcolare i vantaggi o gli svantaggi in relazione ai contribuiti effettivamente versati e alla pensione "attesa" (cioè quella idealmente incassata sulla base della speranza di vita residua al pensionamento). I casi ripostati a lato indicano tutti una perdita secca: nella prima simulazione in alto, il tasso di sostituzione passa dal 63,1% pre riforma all'attuale 81,1 per cento. Tuttavia, con le vecchie regole si sarebbero versati (da qui in poi) 212mila euro di contributi per incassare un pensione teorica di 225mila. Con le regole attuali, i contributi futuri saranno di circa 250mila euro e la pensione totale di 237mila, con una perdita di circa 25mila euro e un indice di penalizzazione - calcolato in percentuale come quoziente tra l'importo della penalizzazione rispetto alla somma di tutte le pensioni attese - del 10,5 per cento. In realtà, la combinazione di penalizzazioni e vantaggi non ha un esito scontato, e insieme a casi di forte perdita si potranno anche avere situazioni (non molte, in effetti) nelle quali i vantaggi sono predominanti. S. L. © RIPRODUZIONE RISERVATA LO STATALE A FINE CARRIERA IL GIOVANE DIPENDENTE LA DONNA A METÀ CARRIERA Tre esempi Totale contributi futuri Totale pensioni future Totale penalizzazione Indice di penalizzazione 212.779 249.729 36.951 11.951 -25.019 -10,52% 225.864 237.796 0 -50 +50 Perunacorrettaletturadelleprevisionivaprecisatoche:l'importodelredditodalavorodell'annoin corsoèallordoditasseecontributi;l'importodellapensioneattesaedeiredditifuturièallordodi eventualitasseecontributi;irisultatisonodepuratidell'inflazione,pertantolestimesono direttamentecommisurabilialpotered'acquistocorrentedeldenaro. Ipotesidibasedelcalcolo:inflazioneattesaparial2,0%;crescitarealeannuadelPilpariall'1,5%; requisitidietàecoefficientidiconversioneperilcalcolocontributivoscontanoleriduzioniatteseper viadell'allungamentodellasperanzadivita Totale contributi futuri Totale pensioni future Totale penalizzazione Indice di penalizzazione 179.559 235.152 55.592 24.255 -31.337 -6,58% 452.199 476.454 0 -50 +50 Date utili Dal 1/2/2040 al 1/8/2044 65 anni e 1 mese 37 anni e 11 mesi 42 anni e 1 mese Febbraio 2040 Aprile 2044 Contributivo Anzianità SC 16.547 22.083 5.536 26.164 63,2 81,1 17,86 27.227 1.063 Vecchiaia SC Contributivo 69 anni e 3 mesi Dal 1/4/2044 al 1/8/2048 Posticipo di 4 anni e 2 mesi Decorrenza Anzianità Tipo di calcolo Tipo di pensione Importo lordo annuo Reddito ante Tasso di sostituzione Età del pensionamento Post Differenza Ante Datadinascita:Gennaio 1975; Sesso:Uomo; Anzianitàaccreditata:10 anni e 0 mesi; Redditoannuolordo:20.000 euro; Previsionedicarriera:Assestata (inflazione +1%); PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 22 19/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 6 (diffusione:334076, tiratura:405061) Inquadramento:Impiegato o operaio di azienda privata. IL CONFRONTO IL CALCOLO Datadinascita:Gennaio 1955; Sesso:Donna; Anzianitàaccreditata:32 anni e 0 mesi; Redditoannuolordo:40.000 euro; Previsionedicarriera:Assestata (inflazione +1%); Inquadramento:Dipendente statale civile. IL CONFRONTO IL CALCOLO Date utili Dal 1/9/2017 al 1/1/2022 62 anni e 8 mesi 37 anni e 6 mesi 42 anni e 1 mese Settembre 2017 Aprile 2022 Misto Anzianità 33.230 40.414 7.184 41.624 79,8 92,4 12,55 43.747 2.123 Vecchiaia Misto 67 anni e 3 mesi Dal 1/4/2022 al 1/8/2026 Posticipo di 4 anni e 7 mesi Decorrenza Anzianità Tipo di calcolo Tipo di pensione Importo lordo annuo Reddito ante Tasso di sostituzione Età del pensionamento Post Differenza Ante Totale contributi futuri Totale pensioni future Totale penalizzazione Indice di penalizzazione 76.582 141.746 65.164 -37.606 -102.770 -13,02% 826.992 789.386 0 -50 +50 Datadinascita:Gennaio 1965; Sesso:Donna; Anzianitàaccreditata:22 anni e 0 mesi; Redditoannuolordo:30.000 euro; Previsionedicarriera:Assestata (inflazione +1%); Inquadramento:Impiegato o operaio di azienda privata. IL CONFRONTO IL CALCOLO Date utili Dal 1/10/2028 al 1/5/2033 63 anni e 9 mesi 38 anni e 7 mesi 43 anni e 3 mesi Ottobre 2028 Giugno 2033 Misto Anzianità 22.592 30.330 7.738 34.829 64,9 82,9 17,99 36.606 1.777 Vecchiaia Misto 68 anni e 5 mesi Dal 1/6/2033 al 1/10/2037 Posticipo di 4 anni e 8 mesi Decorrenza Anzianità Tipo di calcolo Tipo di pensione Importo lordo annuo Reddito ante Tasso di sostituzione Età del pensionamento Post Differenza Ante IL GIOVANE DIPENDENTE Tre esempi Data di nascita: Gennaio 1975; Sesso: Uomo; Anzianità accreditata: 10 anni e 0 mesi; Reddito annuo lordo: 20.000 euro; Previsione di carriera: Assestata (inflazione +1%); Inquadramento: Impiegato o operaio di azienda privata. IL CONFRONTO IL CALCOLO LO STATALE A FINE CARRIERA Data di nascita: Gennaio 1955; Sesso: Donna; Anzianità accreditata: 32 anni e 0 mesi; Reddito annuo lordo: 40.000 euro; Previsione di carriera: Assestata (inflazione +1%); Inquadramento: Dipendente statale civile. IL CONFRONTO IL CALCOLO Data di nascita: Gennaio 1965; Sesso: Donna; Anzianità accreditata: 22 anni e 0 mesi; Reddito annuo lordo: 30.000 euro; Previsione di carriera: Assestata (inflazione +1%); Inquadramento: Impiegato o operaio di azienda privata. IL CONFRONTO IL CALCOLO Per una corretta lettura delle previsioni va precisato che: l'importo del reddito da lavoro dell'anno in corso è al lordo di tasse e contributi; l'importo della pensione attesa e dei redditi futuri è al lordo di eventuali tasse e contributi; i risultati sono depurati dell'inflazione, pertanto le stime sono direttamente commisurabili al potere d'acquisto corrente del denaro. Ipotesi di base del calcolo: inflazione attesa pari al 2,0%; crescita reale annua del Pil pari all' 1,5%; requisiti di età e coefficienti di conversione per il calcolo contributivo scontano le riduzioni attese per via dell'allungamento della speranza di vita LA DONNA A METÀ CARRIERA PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 23 19/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) TuttoPensioni 2012 L'INIZIATIVA SOLE - INPS - MINISTERO La previdenza tiene banco Alle 9.45 via alla maratona per chiarire i dubbi del riordino voluto dal ministro Fornero È il giorno di TuttoPensioni 2012, l'appuntamento per capire la riforma previdenziale organizzato dal Sole 24 Ore con l'Inps e il ministero del Lavoro. Un'iniziativa articolata in due momenti. Dalle 9.45, la tavola rotonda che radunerà il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, del presidente dell' Inps, Antonio Mastrapasqua, dei vicepresidenti delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e del vicepresidente della commissione parlamentare di vigilanza sugli enti previdenziali, Antonino Lo Presti. A moderare il dibattito, il direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano. Seguiranno, nel pomeriggio, le relazioni degli esperti del ministero del Lavoro, dell' Inps e del Sole, che analizzeranno le novità della riforma e l'impatto sul futuro previdenziale dei cittadini. Il convegno si terrà a Milano, all'auditorium della sede del Gruppo 24 Ore, in via Monterosa 91, ed è aperto al pubblico. Però, con le prenotazioni online è già stato raggiunto il limite di capienza delle sale. Chi non si è prenotato potrà comunque seguire l'intera giornata in diretta streaming sul sito dell'evento (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). La manifestazione sarà trasmessa anche da Reteconomy (canale 816 di Sky) e sarà seguita da TgCom 24 (canale 51 del digitale terrestre). Inoltre, Radio24 darà spazio, nella programmazione di oggi, alla riforma. Si tratta di un RadioDay, con la trasmissione «Salvadanaio», dalle 12 alle 13, che risponderà in diretta ai dubbi degli ascoltatori e con i principali Gr della giornata che aggiorneranno sui temi del convegno e faranno il punto sulle domande e risposte più interessanti emerse durante la manifestazione. Non solo. I lettori potranno cogliere l'occasione anche per ricevere risposta ai loro quesiti. Per tutta la durata del convegno, dalle 9.30 alle 16.30, sarà possibile telefonare al numero dedicato - 02.30300030 - e rivolgere le proprie domande agli esperti dell'Inps, del ministero del Lavoro e del Sole. Inoltre, è ancora aperto fino alle 18 di oggi il filo diretto online, avviato lunedì scorso: le domande si potranno inviare attraverso il sito www.ilsole24ore.com/tuttopensioni, scegliendo tra i vari capitoli (la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata, come si calcola la pensione, gli esclusi dalla riforma, totalizzazione e ricongiunzione, gli autonomi, le ricadute sulle aziende). Le risposte saranno pubblicate da domani sul quotidiano e sul sito del «Sole». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il programma GLI INTERVENTI DEL MATTINO 9.45 Saluto di benvenuto Donatella Treu, Amministratore delegato Il Sole 24 Ore 10 Tavola rotonda La riforma della previdenza tra equilibrio dei conti e tutela dei diritti Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Antonio Mastrapasqua, Presidente Inps Tiziano Treu, Senatore, Giuliano Cazzola, Onorevole, Antonino Lo Presti, Onorevole Modera i lavori: Roberto Napoletano, direttore Il Sole 24 Ore 12.10 Conclusione dei lavori LE RISPOSTE DEL POMERIGGIO 13.30 Focus Pensioni: Tutte le novità - L'Esperto risponde 13.30 Apertura dei lavori PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 24 19/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) Elia Zamboni, vicedirettore Il Sole 24 Ore 13.35 Pensione di vecchiaia, anticipata, contributivo per tutti Edoardo Gambacciani, direttore Generale politiche previdenziali e Assicurative Ministero del Lavoro 14.00 Requisiti flessibili, aumento della speranza di vita e coefficienti Mauro Nori, direttore generale Inps 14.25 Eesclusioni e salvaguardia Giampiero Falasca 14.50 Totalizzazione, ricongiunzioni e riscatti Fabio Venanzi 15.15 Le implicazioni della riforma per i datori di lavoro Giuseppe Maccarone 15.40 Cosa cambia per le casse professionali Claudio Pinna 16.30 Conclusione dei lavori FILO DIRETTO MULTIMEDIALE CON I LETTORI PER ANALIZZARE LE NOVITÀ I PROTAGONISTI Ad animare la tavola rotonda in programma questa mattina presso la sede del Sole 24 Ore a Milano, oltre al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e al presidente dell' Inps, Antonio Mastrapasqua (nelle foto), ci saranno i vicepresidenti delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e il vicepresidente della commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza, Antonino Lo Presti APPUNTAMENTO IN VIDEO L'evento, articolato nella tavola rotonda del mattino e nel convegno del pomeriggio, si tiene presso la sede del Sole 24 Ore a Milano (in via Monte Rosa 91). Possono accedere alla manifestazione solo coloro i quali si sono già prenotati (i posti sono ora esauriti). Chi non si è prenotato può comunque seguire i lavori di TuttoPensioni in diretta streaming, gratuitamente, sul sito internet del Sole (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni), dove saranno disponibili anche i materiali a supporto delle relazioni degli esperti. Inoltre, TuttoPensioni sarà trasmesso da Reteconomy sul canale 816 di Sky. L'evento sarà seguito in diretta anche da Tgcom24, sul canale 51 del digitale terrestre, che aprirà finestre informative per tutta la mattinata LA PROGRAMMAZIONE RADIOFONICA Radio24 in occasione di TuttoPensioni 2012 dedica oggi un RadioDay alla riforma delle pensioni: «Salvadanaio», dalle 12 alle 13, risponderà in diretta ai dubbi degli ascoltatori e i principali giornali radio della giornata aggiorneranno gli ascoltatori sui temi del convegno e faranno il punto sulle domande e risposte più interessanti emerse durante la manifestazione. Inoltre, da domani prenderà il via su Radio24 una nuova rubrica quotidiana per continuare ad approfondire i temi relativi alla riforma delle pensioni: realizzata in collaborazione con l' Inps andrà in onda ogni giorno al termine di «Salvadanaio» DOMANDE E RISPOSTE ONLINE... È ancora possibile per tutta la giornata di oggi, fino alle 18, inviare tramite internet i quesiti sugli effetti della riforma della previdenza. Al forum online, aperto da lunedì scorso, si accede collegandosi al sito internet dedicato all'evento TuttoPensioni (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). Le domande possono essere inviate scegliendo tra sette aree tematiche: «La pensione di vecchiaia», «La pensione anticipata», «Come si calcola la pensione», «Gli esclusi dalla riforma», «Totalizzazione e ricongiunzione», «Gli autonomi» e «Le ricadute sulle aziende». Da domani, sul quotidiano e online, saranno disponibili le risposte a cura degli esperti dell' Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 25 19/03/2012 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) ... E AL TELEFONO 02 30 30 00 30 Una linea per i quesiti Il numero sarà attivo dalle 9,30 alle 16,30. Le risposte saranno fornite dagli esperti dell' Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore. Un filo diretto che permetterà ai lettori di avere indicazioni e chiarimenti immediati. Per i quesiti più articolati, che necessitano di maggiori precisazioni nell'esposizione, si consiglia comunque di utilizzare il forum online Ministro del Lavoro. Elsa Fornero Presidente Inps. Antonio Mastrapasqua PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 26 19/03/2012 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 30 (diffusione:309253, tiratura:418328) SPORTELLO PREVIDENZA ANZIANITÀ, ABOLITE LE PENALIZZAZIONI FINO AL 2017 Dietrofront sulle pensioni anticipate Pensione piena anche per chi ha meno di 62 anni di età Canale bis di uscita con il contributivo Non esistono più le finestre di 12 mesi BRUNO BENELLI Pensioni anticipate al tempo della legge Monti-Fornero. Dietrofront del Parlamento - anche se transitorio sulla penalizzazione dei lavoratori che ottengono la pensione prima dei 62 anni di età. Il decreto mille proroghe porta buone nuove per i precoci. Vediamo come si presenta la situazione dopo questo primo (e ultimo?) restyling. Due tipi di pensione. Ci sono due tipi di pensione anticipata: 1) quella strutturale valida per tutti; 2) quella aggiuntiva riferita alle sole persone che hanno iniziato a versare i contributi dopo l'anno 1995. Incominciamo dalla prima. Da gennaio 2012 non esiste più il mix di età e contribuzione che creava le cosiddette quote. La riforma chiede il rispetto della sola contribuzione minima: 41 anni e un mese per le donne; 42 anni e un mese per gli uomini. Pensione che Inps riconosce a qualsiasi età. Ma questi requisiti hanno vita estremamente corta: solo 365 giorni. Altri quattro mesi. Infatti dal 1 gennaio 2013 crescono di un mese e dal 2014 di un altro mese. Fosse finita qui. Dal 2013 scatta il primo gradino legato al continuo invecchiamento della popolazione, e che già un decreto ministeriale ha fissato in tre mesi. Sommando i due tipi di aumento abbiamo il seguente risultato: A - donne = nel 2013 servono 41 anni e cinque mesi; nel 2014 servono 41 anni e mezzo, B - uomini = nel 2013 servono 42 anni e cinque mesi; nel 2014 devono salire a 42 anni e mezzo. Attenzione: non esistono più le finestre che costringevano i lavoratori ad attendere 12 mesi (18 se autonomi). Sospese le penalizzazioni. Abbiamo detto che non è richiesto alcun requisito anagrafico: vale solo quello contributivo. Inizialmente però era previsto che il pensionamento prima dei 62 anni di età comportasse una riduzione della rendita dell'1% per ogni anno di anticipo e, prima dei 60 anni, del 2%. La riduzione non c'è più: è stata sospesa fino al 2017. Si tiene però conto solo dei periodi di lavoro effettivo, di servizio militare, maternità, malattia/infortunio, cassa integrazione ordinaria. Età di 63 anni. C'è poi la pensione anticipata speciale che è rivolta esclusivamente alle persone che hanno iniziato a lavorare e a versare i contributi dopo l'anno 1995 e che quindi nel 2011 come massimo hanno raggiunto 16 anni di contributi. Sono richiesti tre requisiti: 1) età minima di 63 anni per uomini e donne, 2) una contribuzione di almeno 20 anni; 3) un importo di pensione come minimo pari a 2,8 volte la misura dell'assegno sociale Inps. Il che significa una pensione 2012 di circa 1.170 euro lordi al mese, plafond che viene annualmente aggiornato. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 27 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 68 (diffusione:581000) Contro le turbolenze la carta della formazione IL SALONE IN PROGRAMMA ALL'UNIVERSITÀ BOCCONI IL 18,19 E 20 APRILE CON CONFERENZE TAVOLE ROTONDE E INIZIATIVE "UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DA PARTE DEGLI INVESTITORI RETAIL SAREBBE UN VANTAGGIO" Luigi Dell'Olio Milano Investire in formazione, sia nei confronti dei collocatori che dei risparmiatori, difendere il risparmio in una fase ancora caratterizzata dalla turbolenza e favorire la prospettiva di investimenti nel lungo periodo. Sono i temi caldi che investono il mercato italiano del risparmio gestito secondo le parole degli stessi addetti ai lavoro. Un orientamento che trova conferma anche nelle scelte del Salone del Risparmio (in programma all'Università Bocconi il 18,19 e 20 aprile), che conferenze, tavole rotonde e iniziative pedagogiche si snoderà intorno al claim «Risparmio tra stabilità e crescita». «Una maggiore consapevolezza da parte degli investitori retail sarebbe un vantaggio per tutti perché favorirebbe un'allocazione degli investimenti più equilibrata, spingendo così la crescita», commenta Sabrina Racca, co-direttore commerciale di Eurizon Capital. Dello stesso avviso è Aldo Messa, amministratore delegato di Apogeo Consulting (una delle tre reti del Gruppo Azimut). «Gli studi di finanza comportamentale dimostrano una spiccata tendenza dei risparmiatori a investire sui massimi con effetti nefasti sui rendimenti quando i mercati ripiegano», spiega. «In questo senso sarebbe utile portare queste materie sui banchi di scuola, già a cominciare dalle scuole superiori: qualche iniziativa in tal senso esiste già, ma si muove su base sporadica, non di sistema». Qualcosa del genere avverrà al Salone del Risparmio, con un migliaio di studenti iscritti alla terza giornata della manifestazione, nel corso della quale sono stati pianificati percorsi a loro dedicati, dalle mostre culturali ai corsi di formazione, alle conferenze didattiche. Ma la crescita della cultura finanziaria passa anche attraverso una fiducia da ritrovare nei confronti della stessa offerta di prodotti. «Negli ultimi tempi abbiamo accelerato nella formazione rivolta ai nostri collocatori», spiega Racca. «In collaborazione con il gruppo Intesa SanPaolo offriamo formazione sia tramite la Tv aziendale, sia mediante un nucleo di specialisti attivo sul territorio che studia con i colleghi di filiale l'efficiente allocazione dei risparmi». Il tema dell'educazione finanziaria si lega in maniera stretta con quello relativo alla consapevolezza degli investimenti. «Molti risparmiatori sono usciti dai mercati in pieno crollo dei listini, monetizzando le parte e rinunciando alla robusta rivalutazione che si è registrata negli ultimi mesi», riflette Massimo Greco, amministratore delegato di JP Morgan Asset Management. «Una maggiore conoscenza delle dinamiche dei mercati potrebbe aiutare a resistere agli alti e bassi, puntando così a una crescita sostenibile nel lungo periodo». La stessa Assogestioni è tra i più accesi sostenitori dei cosiddetti «Pir», Piani Individuali di Risparmio che potrebbero essere istituiti a livello normativo per premiare fiscalmente chi investe con un'ottica da cassettista, in contrasto con logiche speculative. Qualcosa di simile a quanto già previsto per i fondi pensione. «La fiscalità può incidere, ma fino a un certo punto», commenta però Greco. «Piuttosto il salto importante da fare è passare da una logica di puro investimento a una più globale di pianificazione finanziaria, che prenda in considerazione tutte le necessità e le aspirazioni del risparmiatore, considerando tutte le entrate previste e le necessità di sostegno al reddito nel lungo periodo». Nonostante le difficoltà che il risparmio gestito italiano si trova a fronteggiare da anni, la Penisola resta comunque una meta interessante per gli operatori internazionali. «L'Italia, un po' come tutta l'Europa, ha accumulato grandi quantità di risparmio nei decenni, per cui resta un mercato importante nonostante i problemi più recenti», commenta Matteo Bosco, country head di Aberdeen Asset Management Italy. Questo non significa che l'offerta sarà destinata a restare la stessa della fase pre-crisi. «La crisi di fiducia verso il mondo della finanza spinge la domanda di consulenza, destinata a diventare sempre più importante anche alla luce delle normative internazionali sul tema». Se l'economia italiana appare destinata a restare debole anche per diverso tempo, all'industria del risparmio gestito non resta che puntare sull'internalizzazione per crescere. Nelle scorse settimane Pioneer Investments (gruppo Unicredit) ha presentato il piano quinquennale al 2016 PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 28 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 68 (diffusione:581000) che prevede una crescita media annua delle masse in gestione dell'8% (partendo dai 162 miliardi di euro di fine 2011), con un contributo crescente dell'estero, che già oggi incide per circa il 50%, con una presenza in 27 mercati. «Al pari delle altre multinazionali occorre andare a cercare il business nei Paesi che presentano i maggiori tassi di crescita», spiega Sandro Pierri, amministratore delegato di Pioneer Investments Italia. Il quale, in merito allo sviluppo dei mercati vede «un ritorno di fiducia verso l'Italia, soprattutto sul fronte dei titoli di Stato». [ I PROTAGONISTI ] 1 2 3 4 Sabrina Racca (1) co-direttore commerciale Eurizon Capital; Aldo Messa (2) amm. del. di Apogeo Consulting-Gruppo Azimut; Matteo Bosco (3) country head di Aberdeen Asset Management Italy; Sandro Pierri (4) amministratore delegato di Pioneer Investments Italia PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 29 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 54 (diffusione:581000) rapporti vino Il gusto di investire in un'ottima annata IN QUESTA FASE TURBOLENTA DEI MERCATI FINANZIARI LE ETICHETTE PRESTIGIOSE SI SONO RIVELATE UN ASSET ALTERNATIVO PER BILANCIARE I TREND RENDIMENTI A DUE CIFRE PER IL FONDO AD HOC DI BANCA GENERALI PER I CLIENTI FACOLTOSI Paola Jadeluca Roma «Abbiamo collocato 22 milioni di euro dallo scorso luglio, sui nostri numeri quasi non si avverte, ma questa nicchia dedicata agli appassionati ci sta dando soddisfazioni, soprattutto sotto il profilo dei rendimenti, la sola parte vini è cresciuta dell'11%». Giancarlo Fancel, vice direttore generale di Banca generali non ha dubbi: «In questa tempesta finanziaria non sono molte le soluzioni che sanno entusiasmare gli animi e appagare le esigenze degli investitori: alcune tipologie di oggetti di lusso e da collezione sono in grado di farlo, e tra queste, in particolare, il vino». Vino? Male che va lo puoi sempre bere, amava ripetere l'avvocato Gianni Agnelli quando investire in etichette top era appannaggio di pochi ricchi. Oggi il "bere bene" è diventato una moda, entusiasma una platea sempre più ampia di consumatori anche se non tutti possono permettersi un Romanée-Conti, su e-Bay impazzano le aste di vini meno cari e meno pregiati ma che tuttavia sono riusciti a crearsi un proprio mercato. Segno che cresce l'attenzione. In questo scenario nasce l'idea di Banca Generali, che nel portafoglio della holding vanta le tenute di Genagricola, di inserire in un giardinetto titoli anche un bouquet di annate storiche, per diversificare i portafogli, bilanciare gli asset. «La nostra gestione patrimoniale investe in fondi che hanno dei sottostanti fisici, ci sono bottiglie rare, orologi prestigiosi. La società Elite Advisor, specializzata in "passion investments", che abbiamo scelto per la grande esperienza e competenza dimostrate sul campo, ha da poco avviato anche un terzo comparto di fondi, Divine Jewels, che ha per sottostanti pietre preziose». Le azioni fluttuano, l'euro è sotto attacco, i bund prima alle stelle, oggi crollano. Insomma, di sicurezze ce ne sono poche e tutti si chiedono che cosa fare, e il panico attanaglia piccoli e grandi risparmiatori. Ma intanto i Bordeaux 2009 e 2010, non ancora consegnati, due ottime annate, stanno raggiungendo quotazioni interessanti. Aumenta la disoccupazione, diminuiscono i consumi, cresce il tasso di povertà. Ma, paradossalmente, allo stesso tempo le aste di vini, orologi e di arte fanno registrare impennate nelle quotazioni sulle principali piazze mondiali. Segno che chi ha soldi, tanti, non soffre la crisi. Ma preferisce tutelarsi, comprando qualcosa di bello che, oltretutto, acquista valore nel tempo. C'è chi fa da sé e chi, non sapendo come, vorrebbe farlo in buona compagnia. «Non sempre l'investimento conviene su scala personale - spiega Fancel - senza contare che non è facile muoversi da soli in questi settori molto specialistici: bisogna spostarsi bisogna seguire le aste, avvalersi di consulenti e della non facile gestione di prodotti che, nel caso del vino ad esempio, necessita di strutture adeguate per il perfetto mantenimento. È per questo che abbiamo pensato di creare una linea di gestione di portafogli destinata a soddisfare le richieste di una clientela qualificata». La linea ha un nome, Gpm Lifestyle solution, che evoca suggestioni di una vita glamour , suggello di lussi che si traducono nel lusso di un investimento a prova di crisi, decorrelato dagli andamenti del mercato e perciò finalizzato a fungere da ancora nelle fasi più turbolente. I passion investment , così si chiamano, fanno parte della quota di investimenti alternativi che pesano tra il 7 e il 10% sul portafoglio mondiale degli Hnwi, high net worth individual . Fino a poco tempo fa facevano la parte del leone tra gli "alternativi" hedge fund, private equity, ma dopo il grande tsunami finanziario, che non ha risparmiato nessuno, sta crescendo sempre più l'attenzione verso questi beni di lusso. I fondi pensione sono quelli che per primi hanno individuato queste «nicchie», piccole ma solide, a cui ancorare gli investimenti. Diversificati rispetto alle asset class tradizionali, come le azioni, i beni di lusso si confermano piacevoli alternative. Mps, con sede a Siena, terra di vini, con in portafoglio due tra le più prestigiose tenute toscane dove si producono etichette premiate, ha sviluppato una serie di indici di questi beni di lusso. Riguardo ai vini registra un andamento su livelli nettamente più elevati delle asset class tradizionali. Il vino resta quello con la più forte carica di attrattività. Soprattutto per gli italiani. Banca Generali ne ha fatto l'asset privilegiato per la PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 30 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 54 (diffusione:581000) nuova linea di gestione, considerato lo storico delle performance. Il funzionamento: chi vuole diversificare una piccola parte del proprio portafoglio può sottoscrivere la gestione patrimoniale che a sua volta investe per la maggior parte in fondi di vini pregiati, un'altra indirizzata al prodotto dedicato a prestigiosi orologi, mentre un 20% investe in bond di società del lusso e il restante in liquidità per valutare ulteriori strategie o fronteggiare eventuali riscatti. Non si entra in possesso del bene. I vini, per esempio, sono conservati secondo i più elevati standard in un caveau di Ginevra. Fondi ad elevata liquidità: le bottiglie di Petrus o Lafite sono meno di quanto il mercato richieda, soprattutto quello asiatico. Perciò per uscire si calcola il Nav, nett asset value, e si prende il corrispettivo. Si possono anche riscattare alcuni beni, ma mai le bottiglie più pregiate. «In un anno pieno di turbolenze come il 2011 le performance sono state significative: circa 11% per il fondo dei vini Nobel Crus, gestito da Christian Roger, un antesignano in questo ambito», racconta Fancel. Il fondo legato ai vini, gestito sempre dai professionisti della lussemburghese Elite Advisers, grazie all'esperienza e al contributo di grandi esperti, è stato in grado di ottenere un rialzo di oltre il 20% nel 2008 (al primo anno di lancio), del 9,79% nel 2009 e del 13,4% nel 2010. La commissione di sottoscrizione è in linea con gli altri prodotti finanziari. Ma è la soglia minima di ingresso il vero discrimine: 176.000 euro. Il prezzo di un biglietto da visita che, oltretutto, apre le porte a eventi esclusivi, come visite al porto Franco di Ginevra, Wine & business Club, Cena e Concerto a Clos Vougeot e appuntamenti nei ristoranti pluristellati. 150.000 EURO Il valore dell'asta di vini pregiati battuta a Firenze da Pandolfini a metà marzo. A New York all'ultima asta di Sotheby's è stata battuta 49.000 dollari 1 Nabucodonosor (15 litri) Masseto 2007 Tenuta Ornellaia dei Marchesi de' Frescobaldi A Houston a 211.000 dollari l'Imperiale (6 litri) di Guado al Tasso, Bolgheri 2007 Marchesi Antinori Foto: "Passion investment" così si chiamano i beni di lusso e di piacere che possono diventare anche oggetto di speculazione finanziaria come il vino le pietre preziose. Gli inglesi fanno scuola PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 31 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 69 (diffusione:581000) La grande bolla immobiliare si sta sgonfiando ma il business-ufficio resiste AXA REAL ESTATE INVESTMENT CON OLTRE 42 MILIARDI DI EURO DI PATRIMONIO IN GESTIONE LANCIA IL FONDO CAESAR CHE HA GIÀ RACCOLTO 118 MILIONI FRANCIA E GRAN BRETAGNA I MERCATI PIÙ INTERESSANTI (c. p.) Nove anni di durata e l'ambizione di raggiungere una distribuzione media di dividendi del 5,5% sul capitale investito e un tasso interno di rendimento del 9%, entrambi al netto delle commissioni e prima della applicazione della ritenuta d'acconto. E' l'obiettivo di Axa Real Estate Investment con oltre 42 miliardi di euro di patrimonio in gestione a dicembre 2011, con il lancio del Fondo Caesar che ha già raccolto 118 milioni di euro da investitori istituzionali italiani al primo closing e punta a raggiungere 200 milioni di euro, così da portare il totale dell'attivo a 400 milioni di euro quando completamente investito. Il Fondo sarà gestito da Axa Reim Sgr Spa. Il Fondo è stato sottoscritto da diverse tipologie di investitori istituzionali italiani che comprendono casse di previdenza, fondi pensione e compagnie di assicurazione. Il target: immobili "Core" a uso ufficio situati nei paesi della zona euro e in Gran Bretagna. «Inizieremo a investire in Francia e in Gran Bretagna in quanto riteniamo che questi mercati offrano le migliori opportunità di investimento in immobili a uso ufficio che generano dei flussi di cassa stabili», ha spiegato Giorgio Pieralli, Direttore generale di Axa Reim Sgr, e fund manager del fondo Caesar. Non appena altri mercati daranno chiari segnali di ripresa il fondo conta di allargare l'orizzonte. Riguardo all'Italia si sta alla finestra. Il mercato è in sofferenza, e la riduzione delle transazioni sta facendo sgonfiare la bolla immobiliare che aveva fatto impennare le quotazioni degli stabili. Secondo un recente report del Centro Studi di BNP Paribas Real Estate Italia il mercato degli uffici ha raggiunto lo scorso anno in termini di volumi investiti in uffici il livello dell'anno precedente paro a 4,3 miliardi circa di euro, nonostante il deteriorarsi della situazione economica e finanziaria in Italia e in Europa. Una contrazione si è registrata nell'ultimo trimestre, che è stato negativo, un risultato compensato però dagli investimenti in crescita, seppure lieve, rilevati nei primi nove mesi dell'anno. Ma il trend è in discesa ormai da quattro anni. Gli investimenti in immobili a uso terziario a Roma, per esempio, piazza ritenuta chiave, è stato pari a 600 milioni circa di euro, con una contrazione del 10% circa rispetto al 2010 e confermando il trend di costante riduzione dei volumi investiti che è ormai in atto da quattro anni. Gli investimenti in immobili ad uso ufficio a Milano nel 2011 sono stati leggermente inferiori che nella Capitale, pari a circa 530 milioni di euro. Questo livello rappresenta quasi un dimezzamento rispetto l'anno precedente. gli investimenti sono sempre più concentrati nel centro della città, evitando quelli che implichino un rischio maggiore, come spazi vuoti o in ristrutturazione). (c. p.) PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 32 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 70 (diffusione:581000) Pensione fai-da-te, unit-linked in calo ora si preferisce il capitale garantito LE OSCILLAZIONI DEI MERCATI FINANZIARI E ANCHE I COSTI DI GESTIONE SPINGONO AL RIBASSO LE POLIZZE ASSICURATIVE E I PRODOTTI LEGATI A FONDI DI INVESTIMENTO PIÙ GETTONATE LE LINEE PRUDENTI CON UN RENDIMENTO MINIMO MA SICURO (m. man.) Roma Complici le violente oscillazioni dei mercati finanziari, le polizze assicurative di tipo unit-linked, i prodotti del ramo III legati a fondi di investimento, faticano a trovare spazio nei portafogli dei risparmiatori italiani: nei primi nove mesi del 2011 la raccolta premi di queste polizze ha subito un calo dell'11% circa, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le unit s e m b r a n o r i scuotere poco interesse anche tra i sottoscrittori di polizze previdenziali, i Pip, che pure sono gli strumenti di previdenza integrativa a raccogliere il maggior numero di adesioni, +25% nel 2011, contro il +3,8% dei fondi pensione aperti e il leggero arretramento dei fondi negoziali. Le preferenze dei sottoscrittori di Pip vanno, infatti, decisamente alle linee garantite, i fondi a gestione separata del ramo I, che offrono l'indubbio vantaggio di un rendimento minimo con il consolidamento dei risultati raggiunti anno per anno; sulla base degli ultimi dati Covip disponibili, relativi all'anno 2010, le linee garantite sono state scelte da ben il 63% degli iscritti ai Pip «nuovi», quelli conformi al decreto 252/2005. Quanto ai rendimenti 2011, i Pip unit-linked hanno inevitabilmente pagato lo scotto del negativo andamento dei mercati finanziari. Secondo le elaborazioni della Covip, il risultato aggregato delle unit-linked dei Pip è stato negativo per il 5,7%, dopo il +5,2% registrato nel 2010. A registrare un risultato positivo sono solo le linee obbligazionarie, un modesto +0,9% ottenuto nonostante il crollo dei titoli di Stato italiani; hanno perso il 4% le linee bilanciate e l'8,8% le linee azionarie. Sono andati meglio gli strumenti di previdenza integrativa individuale concorrenti, i fondi pensione aperti: qui le linee bilanciate hanno perso il 2,3% e i comparti azionari hanno contenuto la perdita al 5,3%. Questi dati, va sottolineato, forniscono essenzialmente una valutazione dell'operato dei gestori, ma non riflettono il rendimento effettivamente conseguito dai sottoscrittori. Il motivo di tale distinzione è duplice. In primo luogo, l'investimento previdenziale è di tipo rateale, i versamenti sono effettuati, cioè, con cadenze che vanno dal mese all'anno, e questa ripartizione dell'investimento nel tempo ha l'effetto di «diluire» gli andamenti dei mercati, contenendo le perdite nei ribassi e riducendo i guadagni nei rialzi. In secondo luogo, i risultati sono sì al netto dei costi che gravano direttamente sui fondi, ma non considerano spese e commissioni che sono prelevati sui singoli versamenti o direttamene dalla posizione individuale. E c'è da dire che i Pip sono mediamente più cari dei fondi pensione aperti: l'incidenza complessiva di spese e commissioni, misurata dall'indicatore sintetico dei costi, vede un divario che, per le linee bilanciate e azionarie, risulta ben superiore al punto percentuale annuo sugli orizzonti temporali di due e cinque anni e si riduce allo 0,9% annuo considerando un investimento di 35 anni. Se dai dati aggregati si passa ai rendimenti conseguiti dalle singole linee di prodotto, colpisce l'elevata dispersione dei risultati all'interno della stessa tipologia di investimento. In attesa dei dati elaborati dalla Covip, si sono utilizzate le performance a tre anni al 31 dicembre 2011 calcolate dall'Ania, considerando solo i comparti aperti alla distribuzione nel periodo considerato; le linee sono state riclassificate in azionarie, bilanciate e obbligazionarie in funzione della percentuale investita in azioni, per adottare lo stesso criterio di classificazione utilizzato dalla Covip. Tra i comparti azionari si passa dal +53,4% a tre anni di Bcc Vita Equity America, non più sottoscrivibile, al - 3,0% di Reale Linea Futuro e al - 3,15% di Italiana Linea Futuro, appartenente allo stesso gruppo. Per questi prodotti, la compagnia rivendica un andamento che, pur negativo, risulta nel triennio in esame comunque migliore del benchmark (un paniere di indici Fideuram dei fondi comuni), con una volatilità inferiore; viene fatto notare anche che in un prodotto commercializzato nella forma del piano di accumulo, la valutazione dei rendimenti dovrebbe essere personalizzata, in modo da tenere conto degli apporti di capitale effettuati nel corso del periodo di investimento. Il divario è anche più accentuato tra i comparti bilanciati. Al vertice della graduatoria sono il fondo Provident 2 di Mediolanum Vita, PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 33 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 70 (diffusione:581000) +26,8%, e la linea Medium di Arca Vita con il 23,6%. Fanalini di coda, due comparti del Pip Elios Previdenza 2007 di Antoniana Veneta Popolare Vita, Armonico, che prevede un'esposizione in azioni fino al 50%, e Attivo, le azioni qui possono arrivare fino al 70%, ma va detto che la distribuzione di questo prodotto è stata interrotta nel 2011. Life Arc Blu di Uniqa Previdenza sui tre anni ha perso, poi, oltre il 17%. Questa linea fa parte, spiegano alla compagnia austriaca, non del prodotto di punta, ma di una polizza messa a punto in esclusiva per una piccola rete di vendita e ha un patrimonio particolarmente ridotto, di poco superiore ai due milioni di euro. Tra gli obbligazionari, infine, spicca il +16,5% di Provident 3 di Mediolanum Vita, cui tuttavia si contrappone il più modesto +1,8% del fondo Provident 5 che la compagnia caratterizza come comparto a rischio medio - basso. Hanno fatto peggio, con performance a tre anni di segno negativo, l'obbligazionario Europa di Sara Vita e il comparto Protetto 2007 di Antonveneta Vita. (m. man.) BCC VITA UNIQA PREVIDENZA ARCA VITA INTESASANPAOLO VITA POPOLARE VITA SOCIETA' REALE MUTUA ITALIANA ASSICURAZIONI ANTONIANA VENETA POPOLARE VITA UNIQA PREVIDENZA MEDIOLANUM VITA SARA VITA ANTONIANA VENETA POPOLARE VITA Foto: Secondo la Covip il risultato aggregato delle unit-linked dei Pip è stato negativo per il 5,7%, dopo il +5,2% registrato nel 2010 PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 34 19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012 Pag. 70 (diffusione:581000) Previdenza alla sfida degli indici La strategia? Prima azioni e poi rendita EFAMA GIUDICA NECESSARIO UN CAMBIO DI ROTTA PER IL SETTORE IN MODO DA ASSICURARE PROSPETTIVE MIGLIORI A CHI LASCIA IL LAVORO A SORPRESA LE OBBLIGAZIONI SAREBBERO DA PREFERIRE IN UN SECONDO MOMENTO (p.d.m.) Pensioni, serve un cambio di rotta. Lo segnala Efama, European fund and asset management association) in "Ripensare le strategie previdenziali: come assicurare prospettive migliori per i futuri pensionati", studio condotto dal Professor Maurer e Barbara Somova della Goethe Universität di Francoforte. L'analisi mostra che, a differenza di quanto comunemente consentito dalla normativa che impone la conversione in rendita, la migliore strategia consista nell'investimento di almeno una porzione del patrimonio previdenziale in azioni all'inizio del periodo di pensionamento, a cui dovrebbe far seguito un graduale trasferimento verso l'investimento obbligazionario e la rendita. Tale strategia, infatti, rispetto a quanto si ottenga con la trasformazione in rendita dell'intero capitale al momento del pensionamento, consentirebbe ai pensionati di raggiungere un più elevato e stabile livello di spesa durante l'intero periodo di "decumulo" rispetto a quanto si ottenga con la trasformazione in rendita dell'intero capitale al momento del pensionamento. Inoltre si garantirebbe una maggiore flessibilità e autonomia nell'utilizzo delle proprie risorse con la possibilità, per esempio, di lasciare una eredità, mentre la retribuzione mensile cessa con la morte del titolare. Un insieme di considerazioni che, sempre secondo Efama, contribuirebbero ad accrescere la soddisfazione del pensionato Lo studio considera come il regolatore pubblico sia generalmente guidato sia da ragioni "paternalistiche" di protezione del pensionato da scelte di consumo eccessivo o eccessivamente rischiose sia da esigenze di stabilizzazione dei flussi fiscali. La normativa dei maggiori paesi europei, al contrario di quella statunitense, prevede infatti l'obbligo di conversione immediata in rendita - seppur con percentuali diverse e con diverse età in cui scatta tale l'obbligo. (p.d.m.) Foto: Mercati azionari in piena attività PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 35 17/03/2012 Milano Finanza - Ed. nazionale Pag. 31 (diffusione:100933, tiratura:169909) Fondi In Italia cresce l'attenzione dei grandi investitori per gli investimenti etici. Ecco i migliori prodotti a portata di risparmiatore BUONE PERFORMANCE Roberta Castellarin e Paola Valentini Puntare sui fondi socialmente responsabili nell'ultimo anno è stato premiante anche in termini di performance. Il comparto Raiffeisen Futura Global Bond ha messo a segno a 12 mesi un +15%. Mentre l'azionario Dexia Sust North America ha guadagnato l'11,4%. Chi ha puntato sull'acqua con Pictet water ha avuto un rendimento del 9,3%. Nel corso dell'ultimo anno i fondi etici in Europa sono cresciuti, sia in termini di asset gestiti sia come numero di prodotti disponibili. È quanto emerge dall'ultima rilevazione realizzata a ottobre 2011 dall'agenzia francese Vigeo in collaborazione con Morningstar. L'analisi, che ha preso in esame solo i fondi retail, ha registrato una crescita del patrimonio gestito dai fondi etici a 84 miliardi di euro (+12% rispetto al 30 giugno 2010). Sale, anche se a ritmi più contenuti, il numero di fondi etici: 886 prodotti (+1% rispetto al 2010). Per quanto riguarda i singoli Paesi, il patrimonio gestito dai fondi etici è cresciuto del 26% nei Paesi Bassi, del 21% in Germania e del 19% in Francia. Il mercato d'Oltralpe si conferma il più importante a livello continentale (vale il 38% dell'Europa), davanti al Regno Unito (15%). Per quanto concerne, invece, l'Italia, l'ultimo anno ha visto gli asset gestiti dai fondi etici rimanere quasi invariati (-1%), confermando il ritardo del nostro Paese rispetto all'Europa: il patrimonio gestito dai fondi etici italiani pesa il 3% del totale europeo. Un dato che ha una doppia chiave di lettura: negativa se paragonato all'Europa, ma positiva se paragonato al difficile momento vissuto in Italia dal mercato dei fondi comuni tradizionali. Venendo, invece, alla tipologia dei fondi, quelli azionari sono ancora la maggioranza (48%) ma crescono quelli obbligazionari, che sono il 40%. Infine, da un'altra recente ricerca realizzata da Eurosif, il forum europeo per la promozione della finanza etica,è emerso come (continua a pag. 33) anche tra gli investitori istituzionali sia in forte crescita l'attenzione per questa tipologia di investimenti. Il 56% dei fondi pensione aziendali in Europa utilizza, infatti, criteri di investimento socialmente responsabili. «Il comparto dei fondi comuni socialmente responsabili sta vivendo un notevole boom a livello europeo, anche in seguito alla recente crisi e alla crescente diffidenza che i risparmiatori hanno maturato nei confronti di un sistema finanziario poco trasparente. In Italia siamo ancora in ritardo rispetto alle medie europee: il Paese pesa solo il 3% sul totale del continente. Ma siamo convinti che proprio per questo motivo ci siano ampi margini di sviluppo. Basti pensare che nonostante la difficile congiuntura economica e finanziaria che stiamo vivendo, nell'ultimo anno i clienti dei fondi di Etica sgr sono cresciuti dell'11,5%», sottolinea Alessandra Viscovi, direttore generale di Etica, sgr che promuove soltanto fondi comuni socialmente responsabili. «Uno degli aspetti più importanti sul quale è ancora opportuno far chiarezza in Italia è che i fondi etici non sono fondi che fanno beneficienza, ma sono prodotti di risparmio gestito che investono i soldi dei clienti con l'obiettivo di perseguire rendimenti soddisfacenti», sottolinea Viscovi. I fondi etici presenti nel panorama italiano sono oggi ancora molto eterogenei per caratteristiche e peculiarità. «Quelli proposti da Etica sgr si caratterizzano perché i titoli presenti nei portafogli dei nostri fondi sono selezionati tra gli emittenti che si distinguono per l'attenzione alle conseguenze sociali e ambientali dei loro comportamenti», aggiunge Viscovi. Da settembre 2010 Etica sgr ha sviluppato una metodologia d'analisi della responsabilità sociale delle società italiane quotate, con la scuola Altis dell'Università Cattolica di Milano. «In questo modo si riducono gli effetti della speculazione finanziaria, tornando ad investire nella vera economia e in particolare in quelle aziende che puntando ad un approccio sostenibile stanno guardando realmente al futuro», aggiunge Viscovi. (riproduzione riservata) I MIGLIORI FONDI ETICI PER PERFORMANCE A UN ANNO Fonte: Morningstar - Classi retail vendute in Italia * Annualizzato ** Total expense ratio, costi a carico del fondo Raiffeisen Futura Global Bond A Raiffeisen Futura Swiss Franc Bond A Dexia Sust North America N Dexia Sust World Bonds C Acc PictetWater-P Eur Eurizon Obbligazionario Etico Bnp Paribas Développement Humain Aviva Invest. Sust Future Global Eq. A Eur Bnl Per Telethon Sarasin Sustainable Bond Eur A Pioneer Obblig. EurCorp Etico a dist. A PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 36 17/03/2012 Milano Finanza - Ed. nazionale Pag. 31 (diffusione:100933, tiratura:169909) LO Funds Euro Responsible Corp. Bond PA Dexia Sust Euro Bond N Eur Acc Sarasin Sustainable Equity Global A Parvest Sustainable Bondd Euro Corp. C Vontobel Vontobel Dexia Am Dexia Am Pictet Funds Eurizon Capital sgr Bnp Paribas Am Aviva Investors Bnp Paribas Ip sgr Sarasin sicav Pioneer Im sgr Lombard Odier Dexia Am Sarasin sicav Bnp Paribas Ip Lux 2,50% 1,55% 5,64% 0,59% 9,36% 5,37% 7,09% 10,64% 4,32% 2,17% 6,79% 4,14% 2,39% 11,21% 5,71% 14,96% 13,32% 11,43% 10,9% 9,21% 8,39% 8,36% 7,11% 7,00% 6,58% 6,57% 6,41% 6,25% 6,23% 6,17% 9,31% 10,54% 26,87% 5,92% 21,62% 6,59% 21,61% 18,06% 5,82% 4,6% 12,66% 10,78% 20,25% 9,76% 0,88% 0,77% 2,23% 1,04% 1,89% 0,95% 1,66% 2,00% 1,40% 1,29% 1,39% 0,93% 2,14% 1,05% Nome della società Nome del fondo Da inizio anno 1 anno 3 anni* Ter** Rendimento al 12 marzo 2012 PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 37 17/03/2012 Milano Finanza - Ed. nazionale Pag. 35 (diffusione:100933, tiratura:169909) Check-up di primavera Carlo Giuro Sono in arrivo i rendiconti per l'attività 2011. Entro il 31 marzo i fondi pensione aperti, negoziali e i pip devono inviare agli aderenti una puntuale informativa periodica. Un appuntamento che diventa anche l'occasione per fare un check-up alla propria posizione previdenziale verificando se in base al reddito, al bilancio familiare, degli obiettivi previdenziali,e a eventuali altre forme di investimento nel frattempo realizzate, non sia il caso di cambiare linea o di aumentarei versamenti. Il rendiconto di fine anno riporta il valore della posizione individuale maturata, il risultato netto di gestione e il Ter (Total expenses ratio, ovvero i costi totali) riguardanti la linea (o le linee) di investimento cui l'aderente partecipa. Importante esaminare la sezione 3 relativa alla posizione individuale maturata in cui si dà in primo luogo conto della composizione e del valore del capitale maturato alla fine dell'anno di riferimento, si opera il confronto con quanto risultante alla fine dell'anno precedente, e viene fornito il dettaglio delle operazioni effettuate nell'anno. Seguono le informazioni relative alla linea di investimento scelta: il rendimento conseguito, la spiegazione dell'andamento della gestione nell'anno, la serie dei rendimenti degli ultimi 3, 5 e 10 anni rapportati ai relativi benchmark. Nella parte seconda della comunicazione, dedicata alle informazioni generali, vanno riportate le variazioni che, nel periodo di riferimento, hanno interessato la forma pensionistica (laddove non abbiano già costituito oggetto di apposita comunicazione individuale), nonché quelle ulteriori informazioni che devono essere diffuse agli aderenti sulla base di specifiche indicazioni che la Covip ha fornito in corso d'anno. Insieme alla comunicazione periodica va trasmesso poi il progetto esemplificativo personalizzato che fornisce un aggiornamento in relazione a una serie di variabili come i dati relativi all'iscritto (età, sesso, a quanto ammonta la contribuzione, profilo di investimento scelto) e quelli relativi al fondo pensione (costi nella fase di accumulazione e della trasformazione in rendita). Il progetto esemplificativo considera poi una serie di ipotesi definite da Covip che stima la crescita della retribuzione dell'individuo all'1% al netto dell'inflazione, a sua volta indicata crescere del 2% all'anno. Per quest'anno, visto che la riforma previdenziale Monti-Fornero, è stata varata a fine 2011 ed è già in vigore, i progetti esemplificativi possono basarsi nelle loro simulazioni sulle età di pensionamento in vigore pre riforma. La Covip richiede invece di aggiornare subito i motori di calcolo dei siti web dei fondi, attraverso i quali gli interessati possano operare simulazioni personalizzate, anche modificando, entro determinate condizioni, le variabili utilizzate nella predisposizione delle stime fornite direttamente dai fondi agli iscritti. Nel frattempo sono in arrivo novità dall'Europa per l'informativa precontrattuale dei fondi a contribuzione definita, ovvero quelli nati dopo il 1993. La nuova direttiva Iorp che dovrebbe vedere la luce in primavera punta a introdurre anche per i comparti previdenziali un documento simile al Kiid dei fondi comuni previsto dalla direttiva Ucits IV per dare un'informazione sintetica ai sottoscrittori. (riproduzione riservata) PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 38 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 1 INVESTIRE SULLA PREVIDENZA Protezione totale Quanto vale scommettere sul futuro La riforma delle pensioni rilancia il secondo pilastro per aumentare le garanzie di una vecchiaia serena Massimo Esposti Negli anni d'oro dei grandi profitti molte aziende organizzavano team building dove, spesso, l'eccentricità era il tema dominante. Si portavano gruppi di dipendenti in luoghi isolati con la sfida a muoversi su ponti tibetani, scalare vette in gruppo, oppure affrontarsi in estenuanti gare di tutti i tipi. «Bisogna fare squadra, condividere l'impegno e gli obiettivi» era lo slogan ripetuto ad alta voce in stile sergente dei Marines. Una moda alla quale non è sfuggita l'industria del credito e del risparmio gestito. In fondo vedere il proprio lavoro in un modo diverso poteva essere l'occasione per alimentare la creatività, la capacità di guardarsi dentro e imparare a osservare fuori con occhi diversi. Quel mondo sembra ormai lontanissimo, quasi cancellato dalla grande crisi che ha ribaltato le priorità. Oggi gli operatori del settore del risparmio e degli investimenti sono impegnati quotidianamente in una lotta feroce. continua a pag. 5 © RIPRODUZIONE RISERVATA In molti casi puramente difensiva tanto che, quando vengono analizzati i dati mensili della raccolta (banche, fondi, Sgr), il ricorso è quello alle tinte forti come "fuga da..." oppure "emorragia". Proprio nei grandi numeri c'è però qualcosa di inquietante. In base agli ultimi dati, mediamente gli italiani riescono a risparmiare circa 1.600 euro all'anno, un'erosione costante di quel tesoretto che le famiglie riuscivano a destinare alla protezione del proprio futuro. In parallelo si sta assistendo a una corsa forsennata al gioco d'azzardo legalizzato che lo scorso anno ha fatto confluire in gratta e vinci, slot machine, concorsi vari, qualcosa come 70 miliardi di euro, posizionando il nostro Paese al terzo posto mondiale in questa classifica di rincorsa al sogno della vincita. Un peso, quello del gioco in denaro, che ha obbligato anche l'Istat a modificare il paniere in base al quale viene determinato l'indice dei prezzi al consumo: «Anche nel segmento dei Giochi, lotterie e scommesse - si legge sul sito dell'Istituto centrale di statistica - nella posizione dei Concorsi pronostici, sono stati inseriti, in aggiunta ai tradizionali giochi numerici a totalizzatore nazionale e ai giochi a base sportiva, le "lotterie istantanee", le "scommesse sportive" e i "giochi a base ippica"». Senza entrare nel giudizio - che lasciamo al lettore - se questa evoluzione sociale sia giusta o sbagliata, c'è il dato di fatto, per noi che viviamo di numeri, di un grande flusso di denaro distolto da altre forme di investimento non legate alla fortuna, ma, ad esempio, alla pianificazione per garantirsi una rendita, una previdenza complementare, una rete di sicurezza economica per i figli. Allora vale più la fortuna del futuro? Non per tutti e meno male. Se guardiamo infatti al grande interesse per il nuovo BTp Italia legato all'inflazione (tra l'altro il call center del Tesoro è un esempio di rapidità e precisione nelle risposte, come abbiamo verificato inviando domande via mail da privati cittadini), emerge un importante aspetto: valori come fiducia, risparmio, sicurezza, trasparenza, sono ancora validi, pienamente percepiti e rappresentano un messaggio chiaro per tutta la filiera del risparmio e degli investimenti. Un team building da esercitare ogni giorno. Massimo Esposti [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 39 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 4 INTERVISTA Mauro MarèMefop «I fondi? Ammortizzatori sociali» Ipotesi iscrizione con il contratto, diritto di recesso sempre possibile L'utilità dei fondi pensione è fuori discussione, anche se la riforma Monti-Fornero ha elevato le prestazioni, seppur aumentando l'età pensionabile. Intanto perché alcuni usciranno prima dal mondo del lavoro e poi perché un secondo pilastro è fondamentale per diversificare il rischio. Resta però il nodo adesioni: meno di un quarto di chi può ha aderito a un fondo pensione. Come convincere gli italiani ad aderire? Per esempio per via contrattuale. Si tratta di iscrivere automaticamente tutti i lavoratori di un settore al proprio fondo pensione con un minimo contributo: è il primo passo per costruire poi una posizione adeguata alle sue esigenze. Chi non vuole perché magari ha altri redditi o non lo desidera, potrà comunicare la sue intenzione di non aderire. Per far ciò serve però una campagna istituzionale articolata e credibile, in cui coinvolgere fondi pensione e intermediari. Nel decreto Salva-Italia sono previste iniziative di educazione previdenziale busta arancione... È un punto di partenza fondamentale. La previdenza deve essere una soluzione, non un problema. Senza educazione previdenziale non si va da nessuna parte. Servono percorsi chiari, trasparenti e semplificati per guidare la propensione di risparmio degli italiani verso finalità previdenziali. E rendere appropriate, se non adeguate, le scelte previdenziali dei lavoratori. Cosa ne pensa della possibilità di dirottare al secondo pilastro parte della contribuzione del primo? Sono due sistemi differenti: il primo a ripartizione e il secondo a capitalizzazione. Ci sarebbe un effetto potente per i fondi pensione e le posizioni degli iscritti ne beneficerebbero. Ma si creerebbe un problema per le entrate del sistema pubblico: nell'immediato non mi sembra una via percorribile. Come gestire le posizioni di chi esce dal mondo del lavoro prima del tempo? I fondi pensione hanno iniziato da tempo a svolgere un ruolo di welfare integrativo, insieme ai fondi sanitari che a loro si ispirano non a caso. Sarebbe utile esplorare la possibilità di far sì che i fondi possano essere uno strumento flessibile di ammortizzatore sociale: anticipando il pagamento di rendita a chi perde il lavoro negli anni precedenti la pensione. Sono previste formule analoghe, ma si devono allineare con le norme in via di definizione nel mercato del lavoro, coerentemente con gli altri ammortizzatori allo studio in questi giorni. Questo potrebbe incentivare ulteriormente le adesioni ai fondi pensione complementari. Ma.l.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: IMAGOECONOMICA Foto: Mauro Marè, presidente Mefop PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 40 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 4 'INVESTIRE NELLA PREVIDENZA /1 La cassetta degli attrezzi per la pensione di scorta Chi interpellare per una consulenza previdenziale Si fa presto a dire pensione di scorta. Ma come si fa? Non solo e non tanto dal punto di vista burocratico: come si sceglie il fondo giusto? È meglio una polizza o un negoziale? Quanto versare? A che linea aderire? Cosa si rischia? Si fa presto a dire "fa la cosa giusta": una volta deciso, ti assale una valanga di domande su come proteggere la propria pensione. E allora, come si fa? Diciamo subito che i canali per arrivare alla scelta giusta - o per approssimazione la meno sbagliata - sono sostanzialmente due: aderire a uno strumento che automaticamente ci accompagna durante il nostro percorso lavorativo fino alla pensione (vedi articolo a pag. 5) oppure farsi consigliare da un esperto, un professionista che ci accompagni passo passo nella scelta (e da disturbare alla bisogna). In tutto il mondo automatismi e consulenza sono le soluzioni previdenziali più idonee per costruire rendite adeguate alle esigenze dei pensionati di domani. Il consulente previdenziale è colui che ci guida a compiere nel modo migliore le quattro mosse indicate nel libro "Guida alla pensione integrativa", distribuito poche settimane fa con il Sole 24 Ore: raccogliere tutti i propri contributi (riscattando magari anni di laurea o militare), calcolare una stima del proprio tasso di sostituzione (rapporto tra primo assegno pensionistico e ultimo stipendio), calcolare il proprio fabbisogno in termini di rendita integrativa versando i propri contributi a un fondo pensione; e parallelamente fare quel minimo di "manutenzione previdenziale" che permette di utilizzare le agevolazioni fiscali, le anticipazioni previste (prima casa, salute, motivi ulteriori). Il momento cruciale è la sottoscrizione, ma è assai importante anche l'assistenza post vendita. Diciamo subito che il confine tra consulenza e vendita di un prodotto è labile, soprattutto per i piani individuali pensionistici (Pip): più costosi per il cliente (cinque volte quelli dei negoziali) e più remunerativi per chi li vende (vedi articolo pag. 6). A tutela dell'adeguatezza delle proposte le norme mettono alcuni paletti: obbligando per esempio i professionisti a prove abilitanti e aggiornamenti professionali (Regolamento Isvap 5/2006 art. 35-40). Basta? No, ovviamente: sono condizioni necessarie, ma non sufficienti. Nel corso dell'anno, per esempio, i 400 consulenti di Cattolica Previdenza inizieranno a ottenere la certificazione Uni Iso 2222. Un altro paletto normativo prevede che chi propone una forma individuale (Pip o fondo pensione aperto), deve dire al cliente che, se lavoratore dipendente, perderebbe il beneficio del contributo del suo datore di lavoro (a fronte di contributo volontario): un passaggio burocratico superabile per professionisti della relazione interpersonale come gli agenti assicurativi. Anche i fondi pensione aperti sono collocati da consulenti professionali come promotori finanziari o sportellisti bancari. Spesso questi strumenti sono sottoscritti tramite adesioni collettive in azienda: un consulente si reca periodicamente in sede per seguire le posizioni degli iscritti. «Il nostro servizio è a 360° dice Nadia Vavassori, responsabile Business Unit SecondaPensione Amundi Sgr -: supporto, in termini di consulenza, informazione e formazione ai lavoratori e supporto tecnologico alle aziende al fine di garantire una maggiore flessibilità del nostro fondo pensione aperto, rispetto ad altre forme di previdenza, accompagnando l'aderente anche in tutto il percorso lavorativo». Lo spazio di mercato degli aperti resta un po' schiacciato tra polizze previdenziali di cui sopra e i fondi pensione negoziali o di categoria. Si tratta di strutture non commerciali, caratterizzati da costi mediamente bassi (un terzo degli aperti). Proprio nella consulenza il loro lato debole: la loro associazione (Assofondipensione) studia ipotesi di convenzione con reti territoriali come i patronati. Ma c'è chi fa da solo: Previmoda (tessile, abbigliamento) ha formato nel 2011 una rete cui gli aderenti e potenziali tali possono rivolgersi: 145 soggetti, delegati di assemblea e Rsu territoriali, cui si aggiungeranno nel 2012 gli addetti degli uffici del personale e i consulenti paghe. Analogamente Fon.Te (commercio, turismo) fa sapere di aver formato l'anno scorso 201 addetti tra rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. Poco? Un buon inizio. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 41 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 4 Marco lo Conte twitter.com/24previdenza marcoloconte.blog.ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Calcola la tua pensione Online I 20 profili previdenziali tengono conto di una serie di ipotesi: dinamica retributiva del 2% reale (sopra inflazione del 2%); costi medi di mercato per la previdenza complementare. Contributo sopra i 18.000 euro netti pari al 9% del reddito; sotto pari al 5% del reddito. Per il secondo pilastro i comparti scelti sono differenti a seconda dell'età anagrafiche. Sotto i 30 anni: 30% obbligazionario/70% azionario; tra i 30 e i 50 anni: 45% obb./55% az.; sopra i 50 anni 70% obb./30% az.. Il tasso di sostituzione è considerato al netto di tasse e contributi, sia per lo stipendio che per la pensione. http://24o.it/pensionometro PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 42 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 5 Automatismi. Adeguare il portafoglio alla distanza dal pensionamento Rischio e lifecycle: quando la protezione scatta in automatico Con il modello del «ciclo di vita», 24mila euro versati in 20 anni diventano 48mila L'elaborazione «Tanto c'è tempo». Ecco il pensiero più diffuso quando si parla di previdenza complementare. Ma questo non è l'unico freno alla pianificazione di una pensione integrativa. Il problema è che scegliere l'investimento migliore per il lungo termine richiede tempo, competenza e costanza. L'ideale sarebbe identificare una soluzione semplice, comprensibile, ma soprattutto automatica: sia da un punto di vista contrattuale (per aderire ad esempio a un fondo pensione), sia nella gestione dell'asset allocation sottostante, visto che nel tempo le esigenze cambiano e gli investimenti vanno adattati. Trovare un livello di protezione che scatti periodicamente toglierebbe dall'impiccio quanti non vogliono caricarsi l'onere di adeguare il portafoglio alla distanza del pensionamento, tanto più se l'idea è quella di non rivolgersi al consulente. E poi se gli importi sono modesti e il prelievo avviene direttamente dallo stipendio è ancora meglio. Anima Sgr, società leader nell'ambito del risparmio gestito italiano, ha elaborato un modello contributivo che si muove in questa direzione e mette a confronto quattro strategie d'investimento. L'ipotesi prevede un versamento mensile di 100 euro per una durata di 20 anni fino a raggiungere a scadenza un capitale di 24.100 euro. Si può aderire a una tranquilla linea monetaria, optare per la più aggressiva azionaria, scegliere la via di mezzo della bilanciata oppure affidarsi al modello lifecycle. Si tratta di un modello che rimodula nel tempo le varie componenti di attivo in base all'orizzonte temporale, diminuendo progressivamente la parte azionaria, fino ad arrivare a scadenza con il portafoglio investito al 100% sul mercato monetario. «Il lifecycle spiega Claudio Tosato, direttore prodotti di Anima Sgr - è il meccanismo più efficiente perché è associato a un versamento periodico, ottimizza l'asset allocation rivedendola anno per anno, offre una diversificazione temporale, sfrutta il premio al rischio e attutisce la volatilità». A fine '91, data di partenza del piano (si veda grafico sotto), la componente equity è massima (100%) perché l'obiettivo è quello di partecipare al potenziale di crescita dei mercati nel lungo periodo. «È prevista anche una riallocazione all'interno della stessa asset allocation azionaria - precisa Tosato -. In particolare all'inizio del piano la parte emergente è più significativa, ma la sua incidenza in un secondo tempo viene ridotta a favore delle altre aree geografiche». Analizzando poi le varie fasi, fino al 98, la partecipazione ai mercati azionari è ancora elevata, poi il modello cresce meno rispetto alla linea azionaria perché consolida i guadagni, ma nel 2000 evita i danni dello scoppio della bolla tecnologica. Il modello viene rivisto con cadenza annuale e la parte azionaria è via via ridimensionata per impostare un'allocazione più conservativa con l'inserimento della componente obbligazionaria. Lo scopo è consolidare i guadagni ottenuti sui listini e metterli a reddito con un flusso cedolare. «Man mano che si arriva in prossimità della scadenza - prosegue Tosato la parte monetaria è sempre più rilevante e l'ultimo anno scompare anche la componente bond. In questo modo si evitano eventuali scossoni dei mercati che potrebbero vanificare l'intero percorso dell'investimento». Ecco, in cifre, quali sono risultati ottenuti con il modello di Anima: sottoscrivendo la linea monetaria, a fine periodo il capitale sarebbe pari a 34.800 euro, con l'azionaria arriverebbe a 37.800, con la bilanciata a 42.800 e con il modello lifecycle si totalizzerebbero 47.850 euro, vale a dire più del doppio del capitale iniziale. Le cifre sono abbastanza eloquenti (vedi grafico qui sotto). Il lifecycle è un meccanismo diffuso tra i fondi pensione aperti e tra i Pip, mentre tra quelli di categoria lo ha istituito nel 2010 solo Previmoda, il fondo per i lavoratori dell'industria tessile-abbigliamento, delle calzature e degli altri settori industriali del sistema moda. Il modello è stato studiato per evitare che in situazioni critiche di mercato, gli aderenti facciano scelte emotive che mettano a rischio la pensione complementare. Meglio andare in automatico. Isabella Della Valle [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Anima Sgr PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 43 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 5 LA PAROLA CHIAVE Lifecyle Letteralmente «ciclo di vita», il lifecycle consiste nell'adeguamento automatico del profilo di rischio del portafoglio di investimento, alle caratteristiche anagrafiche e professionali del sottoscrittore. In sostanza, un neo assunto aderisce a una linea azionaria, a maggior rischio, e in modo automatico o semi automatico, viene posizionato su linee a maggior componente obbligazionaria, fino a un 100% monetario. Le modalità lifecycle assumono che il settore azionario abbia un rendimento maggiore nel lungo termine e una volatilità maggiore nel breve. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 44 17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 6 'INVESTIRE NELLA PREVIDENZA /2 Le polizze preparano il sorpasso sui negoziali Poste italiane insidia Cometa con 400mila aderenti, un terzo di tutti i Pip Le polizze? Crescono più rapidamente dei fondi negoziali. E il momento del sorpasso potrebbe non essere lontano. Stando agli ultimi dati statistici pubblicati dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip), infatti, dal dicembre 2010 al dicembre 2011 il numero di aderenti ai fondi pensione di categoria è rimasto sostanzialmente stabile a quota 2 milioni (con un lieve calo dello -0,8%). Di questi, i lavoratori dipendenti del settore privato costituiscono la gran parte degli iscritti (1,8 milioni). Nello stesso periodo, invece, gli aderenti ai piani individuali pensionistici (Pip) sono aumentati da 1,1 a 1,4 milioni, con una crescita del 25%. Se i due trend dovessero confermarsi anche in futuro, tra il 2012 e il 2013 potrebbe verificarsi il sorpasso dei piani individuali pensionistici rispetto ai fondi pensione negoziali. Dinamiche di raccolta molto diverse: dopo la buona crescita in occasione del semestre di silenzio assenso nel 2007 i negoziali si sono assestati. Partiti in sordina (vedi grafico), i Pip vengono collocati da reti formate da professionisti economicamente motivati: la compagnia assicurativa versa all'agente assicurativo le commissioni a lui spettanti per i dodici mesi successivi. I negoziali, invece, sono strutture non profit: il rapporto tra iscritti e struttura è tipico di una community, più che di una relazione cliente/fornitore di servizi o prodotti. Il confronto si riflette tra i numeri uno dei due settori: dopo 12 anni Cometa (metalmeccanici) cala leggermente a 450mila iscritti, mentre Postaprevidenza Valore delle Poste italiane in quattro anni è balzato a 408mila iscritti, un terzo di tutto il mercato dei Pip. Per gli italiani previdenza fa spesso rima con assicurazione. «Lavoro nel settore da tantissimi anni commenta Armando Escalona, A.d. di Finanza e futuro (la rete di promotori finanziari del gruppo Deutsche Bank) - e non ho mai registrato in passato un'attenzione così forte da parte dei clienti verso le polizze del ramo III e del ramo V. È un fenomeno nuovo, da non sottovalutare: gli italiani si stanno rendendo conto che lo Stato non è più in grado di sostenere il loro futuro pensionistico, come evidente anche dall'ultima riforma; i giovani hanno difficoltà a trovare un posto fisso». Tutto questo ha determinato condizioni favorevoli per il mercato delle polizze vita, tanto che negli ultimi tre anni, afferma Escalona «l'attività della nostra rete su questo fronte è praticamente cresciuta a un ritmo del 100% annuale». I risparmiatori non sono più in cerca di rendimenti esasperati, ma di garanzie e prestazioni accessorie. «Per anni - commenta Roberto Casanova, partner di Iama Consulting - l'offerta del mercato assicurativo si è orientata per offrire tassi allettanti, una strategia possibile anche grazie alle forti riserve matematiche delle compagnie, investite in gran parte in titoli di Stato. In seguito alla crisi del debito sovrano europeo, è iniziato un ritorno delle polizze al loro ruolo originario. Le assicurazioni del ramo III e V non sono più soltanto prodotti di investimento ma strumenti di copertura dei rischi. E gli assicurati le scelgono anche per questo». Andrea Curiat © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte:Covip Il Sole del lunedì Analisi tecnica: L'accelerazione della ripresa negli Usa apre nuovi scenari per Wall Street. Ma spinge anche il listino del Canada, legato alla domanda di commodities. Una possibile correzione potrebbe creare opportunità di ingresso PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 45 16/03/2012 SOLDI - N.11 - 21 marzo 2012 Pag. 21 Una delle spine è l'effetto di Basilea 2, che potrebbe rendere l'asset class molto meno conveniente Piccoli private equity crescono Si avvicina il convegno annuale organizzato dall'Aifi. Tutte le sfide per l'anno in corso Rosaria Barrile È ancora presto per parlare di ripresa, ma una luce in fondo al tunnel potrebbe far capolino nel corso del 2012. A confermarlo, i dati del Private Equity Monitor e dell'università Carlo Cattaneo, che ha registrato 19 operazioni portate a termine in Italia nel terzo trimestre, con un incremento dell'I 1% sul livello di attività dello stesso periodo del 2010. Oltre a rendere noti i dati più significativi relativi al settore, il convegno dell'Associazione italiana del private equity e venture capitai che si svolgerà a Milano il 19 marzo offrirà l'occasione per fare il punto sugli interventi normativi in atto alla presenza delle principali istituzioni di Banca d'Italia, Consob, ministero dell'Economia e Confindustria. SOLDI ha chiesto intanto ad Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi, alcune anticipazioni sui temi che andranno a pesare sullo sviluppo del settore. Allora, qual è il bilancio per l'industria? Lei che cosa può anticiparci? Il quadro generale del 2011 si è rivelato positivo. Il mercato si è ripreso rispetto al 2010, anche se ci sono criticità che nel corso del convegno andremo a evidenziare. Non abbiamo ancora raggiunto i livelli pre-crisi, ma nel complesso possiamo definire l'anno che ci siamo lasciati alle spalle incoraggiante, anche in vista dei cambiamenti che stanno già investendo il settore. È corretto definire il 2011 come un anno di transizione anche per il private equity? Non sappiamo ancora quale sarà la tendenza prevalente nel 2012. Sappiamo però che il 2011 è stato un anno sicuramente migliore rispetto al precedente, caratterizzato anche da cambiamenti importanti. Primo tra tutti, una forte focalizzazione sul mid-market e una ripresa delle grandi operazioni che hanno premiato settori finora poco vicini al mondo del private equity: mi riferisco al settore finanziario e a quello delle infrastrutture in particolare. Queste sono sicuramente tendenze che nel corso del 2012 vedremo riconfermate. Indubbiamente il 2012 vede all'orizzonte molte incognite. I primi mesi dell'anno vedranno un allineamento all'andamento degli anni precedenti. Alcuni problemi strutturali non sono stati ancora risolti, primo tra tutti quello del fund raising, che sconta la mancanza di canali solidi di raccolta. L'appuntamento con gli operatori del settore è giunto alla sua venticinquesima edizione. Qual è il ruolo dell'associazione oggi, e come è cambiato nel corso degli anni? Rispetto a vent'anni fa, l'associazione ha un peso istituzionale maggiore dal momento che anche il settore in quanto tale ha acquisito un ruolo più importante nella nostra economia. È in grado di intervenire in settori diversi tra loro, dai tecnologici ai tradizionali fino a realtà storicamente meno vicine come il settore delle infrastrutture o quello finanziario. Ed è parallelamente in grado di attrarre operatori eterogenei, internazionali e domestici, grandi e piccoli. Dopo una serie di alti e bassi, anche il venture capitai sta crescendo. Oggi, intorno al private equity italiano si è creata una vera e propria rete composta da consulenti, professionisti, advisor specializzati e attenti al fenomeno, consci delle caratteristiche di queste operazioni, che erano quasi sconosciute fino a una decina di anni fa. Oggi siamo un fenomeno di mercato noto e accreditato non solo dalle istituzioni ma anche dai principali operatori economici. C'è tuttavia ancora molto da fare in termini di diffusione della conoscenza, in modo da rendere comprensibili le differenze che esistono all'interno del settore. I vostri obiettivi per il 2012? Nel 2012 porteremo avanti l'impegno sviluppato in questi anni. Cercheremo di incontrare gli imprenditori non solo nelle sedi istituzionali ma anche sul territorio. Un altro tema molto importante per noi è la raccolta. Quindi cercheremo di organizzare iniziative rivolte agli investitori istituzionali, sia italiani sia internazionali per promuovere il ruolo del private equity come asset class. Sotto il profilo del disinvestimento, siamo infine attivi nella promozione di mercati mobiliari per le small cap, dove però mancano ancora investitori specializzati. Inoltre, non può ancora considerarsi terminato il momento di incertezza sui mercati mobiliari. Vi aspettate una riduzione del peso degli operatori bancari, con Basilea 3? Sì, questa eventualità rappresenta uno dei fattori critici per il private equity. Se si guarda al complesso dei criteri dettati da Basilea 3, da Solvency 2 per le assicurazioni e dall'orientamento della nuova direttiva comunitaria sui fondi pensione pubblicata in bozza solo alcuni giorni fa, non si può fare a meno di trarre una PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 46 16/03/2012 SOLDI - N.11 - 21 marzo 2012 Pag. 21 conclusione desolante: l'investimento nel private equity diventerà molto penalizzante per tutti i classici investitori istituzionali europei e questo creerà un fortissimo disagio a livello di raccolta. Se infatti tutti questi investitori sono costretti a mettere a riserva capitali consistenti, automaticamente il private equity verrà considerato meno interessante, in quanto più costoso, e in prospettiva in grado di offrire rendimenti inferiori. Questa è una battaglia che Aifi sta già portando avanti nelle opportune sedi a livello comunitario e che continuerà a vederci impegnati anche nel corso del 2012 in rappresentanza degli interessi del settore. / VOSTRI SOLDI Gli esperti scattano la foto del settore Nel 2011, il mercato si è ripreso rispetto al 2010. Non mancano però alcune criticità. A dirlo è Anna Cervasoni, direttore generale dell'Associazione italiana del private equity e venture capitai. I livelli pre-crisi sono ancora lontani, ha detto a SOLDI, ma nel complesso il 2011 è stato un anno incoraggiante. Per i prossimi mesi una delle sfide sarà gestire l'effetto di Basilea 2, che renderà il private equity più costoso e quindi meno conveniente. Per conoscere l'andamento dell'intero anno e trarre indicazioni utili per i mesi a venire, bisogna aspettare il convegno annuale organizzato dall'Aifi, che si terrà lunedì 19 marzo nel centro di Milano. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 47 16/03/2012 SOLDI - Bluerating - N.11 - 21 marzo 2012 Pag. 6 L'evento si terrà a Milano a Palazzo Mezzanotte il 19 marzo. Attesi 400 visitatori Signore e signori, la Mifid Review II Forum sulla consulenza di Ascosim sarà tutto sulla nuova norma Il primo Forum nacque per essere un punto d'incontro tra i principali player del mercato Massimo Scolari segretario generale Ascosim Diana Bin Mancano ormai pochi giorni all'appuntamento con il Forum nazionale della consulenza finanziaria. La seconda edizione dell'evento organizzato da Ascosim - l'Associazione delle sim di consulenza - andrà in scena lunedì 19 marzo a Milano, nella sede di Borsa Italiana a Palazzo Mezzanotte, e vedrà la partecipazione di diversi esponenti delle autorità di vigilanza, del mondo accademico e delle associazioni di categoria. Focus dell'evento sarà l'entrata in vigore - prevista nel corso del 2012 - della nuova versione della normativa Mifid, la direttiva europea che disciplina i servizi di investimento, con attenzione particolare all'impatto che questa potrebbe avere sull'attività del consulente finanziario in Italia, una categoria che oggi comprende diversi soggetti, tra cui promotori finanziari, società di consulenza, consulenti indipendenti e sim di consulenza. Primo tra tutti, l'affermarsi del modello della consulenza indipendente a pagamento, sulle orme di quanto sta succedendo Oltremanica. In attesa del Forum, BLUERATING ha fatto due chiacchiere con il segretario generale di Ascosim, Massimo Scolari, per fare il punto della situazione e riassumere la strada percorsa dall'associazione nell'ultimo anno. È ormai ai blocchi di partenza il secondo Forum nazionale della consulenza finanziaria. Com'è andata la prima edizione e cosa vi aspettate per quest'anno? L'anno scorso era la prima edizione, per cui era tutto un po' una novità. In ogni caso, complice anche l'effetto curiosità, abbiamo avuto una partecipazione importante, penso siano venute complessivamente circa 350 persone. Per quanto riguarda invece l'evento di quest'anno, la curiosità inevitabilmente diminuisce un po', però abbiamo visto una conferma dell'interesse, almeno a giudicare dal numero di persone che si sono già registrate sul nostro sito web. Credo che i partecipanti saranno circa 400. II primo forum era stato pensato per fare una panoramica a 360 gradi sul settore, e aveva costituito un'occasione di confronto tra i diversi soggetti interessati all'attività di consulenza in Italia. Nel 2012 invece, l'evento si focalizzerà più che altro sulla cosiddetta Mifid Review. SI, questo è il tema importante, perché da quando nell'ottobre scorso la Commissione europea ha presentato le sue proposte di revisione della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari allo scopo di incentivare la trasparenza e la correttezza negli scambi e di limitare la volatilità dei mercati - è sorto un dibattito tra gli addetti ai lavori, che è proseguito in questi mesi. Il nostro obiettivo è quello di far sfociare nel forum le diverse opinioni che sono state manifestate, soprattutto per quanto concerne la consulenza indipendente così come viene intesa dalla nuova normativa, che è poi il tema più caldo del momento per il nostro settore. Un'altra novità di quest'anno è che abbiamo invitato tra i nostri relatori anche Christopher John Hannant, esponente dell'Association of independent financial advisers (Aifa), la principale organizzazione dei consulenti finanziari britannici. Hannant ci parlerà in particolare dell'evoluzione del settore in Gran Bretagna: in questo modo cercheremo di esplorare la diversa applicazione della Mifid nei vari contesti nazionali. Come escono secondo lei le società di consulenza italiane dal confronto con quelle di altri Paesi, come per esempio il Regno Unito? Va evidenziato innanzitutto che i due Paesi presentano situazioni storicamente molto diverse: in Gran Bretagna il settore della consulenza finanziaria è oggetto di regolamentazione fin dagli anni '80 e ha costituito un elemento importante del sistema finanziario, inglese. Nel nostro mercato invece, il sistema si è sviluppato più nella direzione dei promotori finanziari: la consulenza è stata infatti liberalizzata fino all'arrivo della prima direttiva Mifid nel 2007. Detto questo, ci siamo accorti che molti dei problemi che ci sono da noi si discutono anche in Gran Bretagna (ad esempio le perplessità sull'affermazione della consulenza indipendente a parcella come unico modello possibile, n.d.r.), per cui un confronto potrebbe fornire spunti di riflessione interessanti. In che modo la revisione della normativa europea potrebbe impattare sul settore della consulenza finanziaria in Italia? Nella normativa Mifid 2, il maggior cambiamento riguarda l'introduzione della consulenza indipendente, che si distingue dall'attività di PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 48 16/03/2012 SOLDI - Bluerating - N.11 - 21 marzo 2012 Pag. 6 consulenza come viene considerata oggi e che presuppone alcune caratteristiche che i consulenti devono avere". (In particolare, secondo la Commissione europea, il servizio di consulenza finanziaria assume la qualificazione di indipendente quando l'intermediario valuta un numero sufficientemente ampio di strumenti finanziari disponibili sul mercato e, parallelamente, non accetta alcuna prestazione monetaria o non monetaria da parte dei product provider, il che implicherebbe un nuovo sistema di remunerazione fondato solo sulla parc e l l a pagata dal client e , n.d.r.). A d e s e m pio, il divieto di percepire 1 e commissioni sulle retrocessioni era già in parte previsto dalla Mifid, ma la Mifid 2 ha rafforzato questo principio, un cambiamento che avrà un'importanza notevole in Italia come anche in altri Paesi, non ultima la stessa Gran Bretagna, dove è in atto la cosiddetta Retail distribution review, invocata dalla Financial services authority britannica nel 2006 per riformare il mercato dei servizi finanziari retail britannici, e che sarà effettiva a partire dal gennaio 2013. Per concludere: quali sono i progetti di Ascosim per il prossimo futuro? Abbiamo avviato negli ultimi tempi una riflessione sulla consulenza nei confronti degli enti previdenziali, dei fondi pensione e delle casse di previdenza, che riteniamo dovrebbe essere prestata da enti regolamentati, a tutela dei partecipanti ai fondi. Abbiamo già comunicato la nostra posizione e il nostro obietti» | vo è quello di illu$ /* strarla anche agli stessi fondi pensione. Inoltre c'è l'IT Forum di Rimini, a cui parteciperemo con un convegno o con una tavola rotonda, anche se i dettagli sono ancora da definire. / TEMI DEL CONVEGNO 2° Forum nazionale sulla consulenza finanziaria La consulenza in materia di investimenti è una delle maggiori innovazioni dalla normativa Mifid. Nel contesto italiano, la consulenza finanziaria è sviluppata e offerta alla clientela da numerosi soggetti (banche, società di intermediazione finanziaria, promotori finanziari e consulenti independenti). Le sim di consulenza sono società specializzate nell'attività di consulenza finanziaria rivolta sia ai clienti retail sia a soggetti istituzionali e svolgono la propria attività senza detenere mezzi finanziari della clientela. Nel marzo 2011 si è tenuta a Milano la prima edizione del Forum nazionale sulla consulenza finanziaria, organizzato da Ascosim, associazione delle sim di consulenza nel quale si è avuto un confronto tra i diversi soggetti all'attività di consulenza in Italia, con interventi da parte di esponenti delle autorità di vigilanza, del mondo accademico e delle principali associazioni di categoria degli intermediari. Ai lavori del forum hanno partecipato oltre 400 esponenti del settore (banche, gestori di patrimoni, consulenti finanziari, promotori finanziari, docenti universitari, giornalisti). Il 19 marzo 2012 si svolgerà a Milano, presso il Palazzo Mezzanotte in Piazza degli Affari, la seconda edizione del Forum nazionale sulla consulenza finanziaria. I temi trattati saranno: - l'evoluzione della regolamentazione europea e nazionale anche alla luce della Mifid Review; - il confronto con le esperienze e la regolamentazione sulla consulenza in altri Paesi europei; - i diversi approcci alla consulenza finanziaria e i modelli di servizio e di remunerazione proposti dagli intermediari finanziari italiani. Ascosim ha rivolto l'invito a partecipare in qualità di relatori a esponenti delle autorità di vigilanza, al mondo accademico e alle associazioni di categoria degli intermediari. PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 49 16/03/2012 Tempi - N.11 - 21 marzo 2012 Pag. 32 (diffusione:102000) ESTERI REPORTAGE Qualcosa da dichiarare Sono sempre di più le società che decidono di trasferire armi e bagagli oltre il confine elvetico. È la testimonianza che l'isola felice del made in Italy ormai è la Svizzera. Dove l'impresa non è una colpa da espiare ma un'opera da premiare Alessandro Turci STABIO (TICINO, SVIZZERA) UN GRAPPOLO DI TELECAMERE piantato in cima a un pilone nel bel mezzo di una rotonda, a meno di cento metri dal confine italo-svizzero, registra l'incessante flusso di auto e mezzi pesanti che si è innescato tra Italia e Canton Ticino e che cresce di giorno in giorno. In genere si è abituati a fare allusioni alla parte deteriore, o per lo meno opaca, dei rapporti tra Italia e Confederazione elvetica, come la fuga dei capitali, la prostituzione legale e la benzina a basso costo. Molti autorevoli notisti politici e gran parte dell'opinione pubblica tarda invece a registrare il dato saliente, o sconfortante, del fenomeno: esiste un posto dove il "made in Italy" riesce a sviluppare a pieno le sue straordinarie potenzialità, innescando un circuito virtuoso fatto di crescita, occupazione, utili e nuovi investimenti, e questo posto non è l'Italia. L'area industriale di Stabio, nel Canton Ticino, a ridosso del confine italiano, è divenuta il cuore pulsante di questa nuova stagione imprenditoriale. Ma attenzione, dice a Tempi l'esperto economico di un quotidiano ticinese: «Ormai non c'è quasi più spazio per nuovi stabilimenti, tale è stato l'entusiasmo di aziende note e meno note che hanno deciso d'insediarsi qui». In effetti Stabio si presenta come un minuscolo borgo ordinato e quieto, con la classica piazzetta e il campanile della chiesa, ai piedi di una piccola collina; ma alla periferia ecco la zona industriale con tanto di cartelli stradali eloquenti: zona 1, zona 2, zona 3. A pochi chilometri da Stabio, Medrisio arriva addirittura alle zone 8, 9 e 10. Sono vie che assomigliano molto a quelle dell'hinterland milanese di qualche decennio fa, dove ai perimetri degli stabilimenti transitano furgoni, mezzi articolati, in un continuo dinamismo di merci prodotte, "bancalate" e spedite. Progetto Copernico. Ecco il nome che spiega il fenomeno che ha permesso al Canton Ticino in particolare, e a tutta la Svizzera in generale, di scoprire questa specie d'eliocentrismo economico, capace di attrarre imprese. Un progetto di marketing territoriale molto concreto e pragmatico, decisivo per invertire la rotta rispetto alla crisi del settore tessile degli anni Ottanta. L'occasione è stata colta al volo da aziende italiane, ma anche da multinazionali americane, che negli ultimi anni si sono stabilite con grande dinamismo nella Confederazione. Copernico esprime un'idea chiara e semplice: è uno sportello unico, che si occupa di svolgere gratuitamente per l'imprenditore intenzionato a varcare il confine tutte le procedute burocratiche e amministrative. Quindi un solo interlocutore e per giunta rapido. In poche settimane, ad •• • essere pessimisti, più spesso giorni, tutti i permessi sono a disposizione dell'azienda che può aprire i battenti e gettarsi a capofitto nella produzione. Altri fattori sono stati decisivi all'affermazione di Copernico: una tassazione equa e trasparente, la certezza del diritto, le agevolazioni fiscali sia in ambito occupazionale sia per quel che concerne i nuovi investimenti. Le infrastnitture fanno il resto, facilitando collegamenti e comunicazioni, mentre una sostanziale pace sindacale garantisce stabilità. L'imprenditore quindi può concentrarsi interamente sulla cura della sua azienda e del prodotto. Il successo del piano ha portato attualmente il numero dei frontalieri alla cifra record di 51 mila unità giornaliere. Il traffico in entrata e in uscita, nelle ore di punta, in effetti è quello tipico delle arterie metropolitane più grandi. Non è un mistero che l'equilibrio trovato giovi a entrambe le parti: lavoratore e imprenditore. Se il costo del lavoro è uguale per unità di prodotto a Comò come a Stabio, è anche vero che in busta paga al lavoratore svizzero rimane una cifra sensibilmente superiore. La differenza è data dagli oneri sociali, concepiti in termini diversi rispetto alla legislazione italiana; qui il lavoratore, ad esempio, deve occuparsi della propria assicurazione medica, un po' sul modello americano. È proprio questa equivalenza di visione improntata al business ad aver richiamato grandi gruppi internazionali a stelle e strisce. Ecco allora che Google, Yahoo, Logitech, per quel che concerne il ramo nuove tecnologie, hanno portato nella Confederazione i loro quartier generali europei (mondiale nel caso di Logitech). Ma sono sorti anche nuovi PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 50 16/03/2012 Tempi - N.11 - 21 marzo 2012 Pag. 32 (diffusione:102000) distretti, come quello farmaceutico, dove all'autoctona Novartis si affianca la giapponese Daiichi Sankyo e l'italiana Zarnbon. La nuova Fashion Valley L'abbigliamento, naturalmente, esalta la creatività degli stilisti italiani: così il Ticino è stato ribattezzato a buona ragione Fashion Valley. Ermenegildo Zegna ha una sede storica, come dimostra il bel palazzo a metà strada tra il centro di Stabio e la zona industriale. Spostandosi verso Mendrisio, ecco l'indicazione per la sede di Giorgio Armani. Gucci, griffe fiorentina oggi controllata dalla holding francese Ppr, era già presente con l'orologeria, ma da poco ha spostato in territorio elvetico tutto il quartier generale: d'ora in avanti il design, la gioielleria e gli articoli del lussuoso catalogo verranno concepiti in zona romanda. Anche Hugo Boss ha scelto la Confederazione per la sua sede principale, confermando la vocazione globale di questo territorio. Che il caleidoscopio di aziende sia internazionale lo dimostra anche la nuova sede di North Face, di proprietà dell'americana Vf Corporation, che si è stabilita in Svizzera dopo un'esperienza in territorio italiano, seguita a ruota da Guess e Abercrombie & Fitch. E moda vuoi dire anche indotto: l'italiana B&C Swiss, specializzata in logistica per il fashion, ha una nuova sede di 12 mila metri quadrati a Stabio, posizionata a ridosso di quello che diventerà lo snodo ferroviario cardine dell'intera area. A completare il mosaico nuovi stabilimenti sono sorti per la produzione di turbine, di componenti per oleodotti, confermando un aspetto decisivo utile anche a sgombrare il campo da possibili equivoci: la Sviz- • • zera attira, e permette di far lievitare, principalmente investimenti ad alto valore aggiunto. Tutte quelle avventure imprenditoriali, in altre parole, costruite intorno a un prodotto di alta gamma e con un'importante vocazione innovativa e globale. «Scordarsi quindi di venire in Svizzera spiega un consulente del settore - limitandosi a trasferire un'attività qualsiasi; di tentare quest'avventura senza cioè un prodotto spendibile sui mercati internazionali e un piano industriale ambizioso. Si corre solo il rischio di chiudere prima, perché i costi di gestione dei professionisti, come le banche o i contabili, qui sono più alti che in Italia». Ecco perché il Canton Ticino è un'occasione che esalta le caratteristiche del "made in Italy", categoria storicamente d'avanguardia, invertendo anche la logora vulgata che riduce la Svizzera a un rifugio di capitali in cerca di anonimato. Il franco svizzero è la bussola finanziaria di questo fenomeno, perché appare • • sufficientemente stabile per incoraggiare appunto investimenti, e forte abbastanza per supportare ricerca e sviluppo in campi inesplorati. Anche in questa fase di turbolenza per la moneta unica europea, il tasso di cambio tecnico posizionato a 1,20 dalla banca centrale svizzera permette a tutti i protagonisti della scena di operare in un quadro chiaro e prevedibile. L'Europa come primo partner La Confederazione elvetica è generalmente considerata, con una definizione di uso comune tra gli addetti ai lavori, un membro passivo dell'Unione Europea, e in effetti otterrebbe solo vantaggi a incrementare la sua "amicizia" verso il mercato unico, dal momento che i due terzi delle esportazioni di Berna sono appunto verso l'Europa. Ecco perché le recenti diatribe con gli Stati Uniti sul segreto bancario e quella, ben più articolata, con lo Stato italiano sullo storno dello stipendio dei frontalieri sono con tutta probabilità destinate a ricomporsi. È quindi logico attendersi una tregua su questi temi, e non solo perché il diritto internazionale vale più di quello interno (nel caso dei frontalieri la decisione svizzera è infatti unilaterale, quindi giuridicamente debole), ma perché la condivisione degli scopi, vista anche l'incertezza delle previsioni economiche globali, richiede risposte coordinate. Il progetto Copernico è riuscito anche a far placare le voci di dissenso politico interno sul tema del mercato del lavoro, alimentato dall'incremento di addetti non provenienti dal bacino ticinese o comunque elvetico. La domanda occupazionale è rimasta comunque alta, con un regime addirittura di 45 ore settimanali come soglia minima, mentre Italia, Germania e Francia lavorano rispettivamente 100, 200 e 300 ore in meno all'anno. L'Italia che cerca di modernizzarsi si ritrova quindi un esempio pronto e rodato che funziona - ironicamente, se volete aggiungetelo voi - a due passi dal confine. Alessandro Turci Dalle aliquote personalizzate al coefficiente familiare, tutti i vantaggi di un erario light Perché prendere in considerazione la Svizzera e il Canton Ticino per vivere e insediare la propria attività finanziaria? È la domanda che si è posta il presidente del Consiglio di Stato, Laura Sadis, nel presentare il progetto di marketing territoriale "Ticino for finance". Uno dei temi su cui fa leva il dépliant informativo riguarda la pressione fiscale. Premessa una diversità di trattamento tra i cantoni e i diversi comuni, per le società di PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 51 16/03/2012 Tempi - N.11 - 21 marzo 2012 Pag. 32 (diffusione:102000) capitali, l'aliquota federale è dell'8,5 per cento a cui va sommata la tassa ticinese del 9 per cento, per un totale del 17,5 per cento. A questo punto si innestano meccanismi per il calcolo delle aliquote comunali che nella prassi sono inferiori ai valori federali e cantonali. In media si arriva a pagare in totale il 24-25 per cento sull'utile prima delle imposte. La flessibilità del sistema fiscale permette agli imprenditori di interpellare le autorità cantonali e trovare un accordo diverso rispetto ai parametri standard. L'Iva è fissata all'8 per cento e nel caso di un saldo a credito, entro sessanta giorni dal conteggio trimestrale viene effettuato un rimborso. Anche per le persone fisiche si riscontrano molti vantaggi. Le tasse sul reddito sono molto progressive e l'aliquota massima per la parte federale è dell'11,5 per cento, mentre l'imposta cantonale più alta è del 15 per cento. Sommando la parte rimanente che riguarda i comuni, per legge il totale massimo è del 29,7 per cento. In Svizzera vengono applicati i coefficienti familiari. Le famiglie con più figli pagheranno perciò progressivamente meno tasse e in sede di deduzioni vengono riconosciuti i costi per i figli, le persone a carico e gli studi. Il ventaglio delle deduzioni è più ampio che in Italia, infatti è possibile decurtare le proprie tasse per i contributi versati per assicurazioni e fondi pensione; vengono considerati a costo gli interessi passivi e le spese sostenute per l'esercizio della propria attività. La tassa di successione, ovviamente, non esiste. Foto: Alla periferia di Stabio, nel Cantori Ticino, cartelli stradali sono eloquenti: zona 1, zona 2, zona 3. Poco lontano, Medrisio arriva addirittura alle zone 8, 9 e 10 (foto di Federica Miglio) Foto: II Ticino è stato ribattezzato non per niente Fashion Valley. Ermenegildo Zegna ha qui una sede storica, il bel palazzo a metà strada tra il centro di Stabio e la zona industriale. Spostandosi verso Mendrisio, ecco l'indicazione per la sede di Giorgio Armani (foto di Federica Miglio) Foto: li progetto Copernico ha placato anche il malcontento alimentato dal continuo incremento di addetti non provenienti dal bacino ticinese o comunque elvetico. Qui sotto, le sedi di due aziende di supporto logistico a Stabio e Mendrisio (foto di Federica Miglio) PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012 52