19 marzo 2012

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19 marzo 2012
ENPAPI
Rassegna Stampa del 19/03/2012
INDICE
ENPAPI
19/03/2012 La Provincia Pavese - Nazionale
Casa di riposo ha bisogno di infermieri
5
19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza
Per le Casse dei professionisti il rebus della tripla vigilanza
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19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza
"Il patrimonio deve essere valutato"
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17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Rinascente e la perizia segreta
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PREVIDENZA
19/03/2012 Corriere della Sera - Nazionale
Angeletti rafforza il «fronte del no» Oggi un vertice a tre
13
17/03/2012 Il Sole 24 Ore
«Geometri pronti per regole più moderne»
15
18/03/2012 Il Sole 24 Ore
Maledizioni country blues
17
18/03/2012 Il Sole 24 Ore
È l'ora di «Tuttopensioni»
18
19/03/2012 Il Sole 24 Ore
Pensioni, ecco chi ci rimette
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19/03/2012 Il Sole 24 Ore
La previdenza tiene banco
24
19/03/2012 La Stampa - Nazionale
Dietrofront sulle pensioni anticipate
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19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza
Contro le turbolenze la carta della formazione
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19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza
Il gusto di investire in un'ottima annata
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19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza
La grande bolla immobiliare si sta sgonfiando ma il business-ufficio resiste
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19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza
Pensione fai-da-te, unit-linked in calo ora si preferisce il capitale garantito
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19/03/2012 La Repubblica - Affari Finanza
Previdenza alla sfida degli indici La strategia? Prima azioni e poi rendita
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17/03/2012 Milano Finanza - Nazionale
BUONE PERFORMANCE
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17/03/2012 Milano Finanza - Nazionale
Check-up di primavera
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17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Quanto vale scommettere sul futuro
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17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24
«I fondi? Ammortizzatori sociali»
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17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24
La cassetta degli attrezzi per la pensione di scorta
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17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Rischio e lifecycle: quando la protezione scatta in automatico
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17/03/2012 Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Le polizze preparano il sorpasso sui negoziali
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16/03/2012 SOLDI
Piccoli private equity crescono
46
16/03/2012 SOLDI - Bluerating
Signore e signori, la Mifid Review
48
16/03/2012 Tempi
Qualcosa da dichiarare
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ENPAPI
5 articoli
19/03/2012
La Provincia Pavese - Ed. nazionale
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(diffusione:22080, tiratura:27264)
VOGHERA
Casa di riposo ha bisogno di infermieri
Temporary cerca infermieri professionali per una casa di riposo nella zona di Voghera. E' necessario aver
conseguito il diploma in infermieristica e i candidati dovranno anche essere iscritti al collegio Ipasvi.Oltre a
questo, i candidati a livello di curriculum dovranno avere esperienza nel settore dell'assistenza, e la
disponibilità a lavorare su turni diurni. Necessaria anche la disponibilità alla reperibilità notturna.
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La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012
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(diffusione:581000)
Per le Casse dei professionisti il rebus della tripla vigilanza
OLTRE AI CONTROLLI DEL MINISTERO DEL WELFARE E DI QUELLO DELL'INDUSTRIA, DOVREBBE
PRESTO ATTIVARSI ANCHE QUELLO DELLA COVIP GLI EFFETTI SUGLI IMMOBILI
Valentina Conte
Roma Chi controlla veramente gli enti previdenziali dei professionisti? E cosa succederà quando i portafogli
delle Casse saranno effettivamente sotto la vigilanza della Covip, l'autorità che dal 1996 sovrintende al buon
funzionamento dei fondi pensione «a tutela del risparmio destinato a previdenza complementare»? Per
rispondere a queste domande occorre tornare alla scorsa estate, quando la manovra di luglio ha esteso
anche alle Casse l'ombrello della Commissione di vigilanza presieduta da Antonio Finocchiaro, suscitando
l'allarme di molti presidenti, timorosi di perdere autonomia a favore della Covip, considerata «inadeguata» a
monitorare anche le Casse dei professionisti perché «più complesse dei fondi previdenziali». «Se abbiamo
una vigilanza per la previdenza complementare che è su base volontaria - spiegava l'allora ministro del
welfare Sacconi - la dobbiamo avere anche su una previdenza che è primaria e obbligatoria, unico segmento
del mercato finanziario che ne risulta privo». La manovra è diventata legge, ma i decreti attuativi dopo otto
mesi ancora non ci sono (il termine per i ministeri di Economia e Lavoro era sei mesi). Le Casse si trovano
così in un limbo e il doppio livello di vigilanza evocato dall'ex ministro - «cartolare e successiva» (sulla
documentazione fornita, come quella svolta oggi dai due dicasteri) e «invasiva e contestuale» (in sede, anche
con ispezioni della Guardia di finanza) - non si è di fatto mai realizzato. Il controllo è ancora spartito tra i due
m i n i s t e r i , u n a commissione bicamerale (che non ha ancora concluso la sua indagine, chiedendo tempi
supplementari) e la Corte dei Conti. Troppo poco, incongruo e soprattutto inefficace, come dimostrano gli
inciampi di alcuni enti nella finanza derivata. In attesa che la Covip acquisisca la titolarità al monitoraggio
sugli investimenti e sul patrimonio di questi enti - ma chi potrà sanzionare? ecco un'altra incongruenza da
sciogliere - possiamo immaginare che la composizione ottimale di portafoglio a cui le Casse dovranno
attenersi si ispirerà a quella dei "fratelli maggiori" sorvegliati da Covip, i fondi pensione, che diventeranno veri
e propri benchmark per quegli enti, dettandone criteri e limiti sulla base di quanto prevede la loro legge
istitutiva, la 703 del 1996. Una legge ormai datata e di cui, da tempo, si annuncia una revisione (esiste un
testo condiviso e "bollinato" da Covip al ministero dell'Economia), per tenere conto dell'evoluzione dei mercati
e dell'innovazione finanziaria. Un primo confronto grezzo tra l'asset allocation attuale dei fondi pensione e
quello delle Casse previdenziali dei professionisti restituisce la fotografia di una gestione poco "in linea" con il
benchmark che senz'altro dovrà essere ripensata o adeguata. I fondi pensione negoziali (o chiusi, 38 fondi
riservati a diverse categorie di lavoratori dipendenti, oltre 2 milioni di iscritti, 22 miliardi di risorse), che hanno
caratteristiche non del tutto dissimili dalle Casse, nel 2010 avevano una composizione del patrimonio
concentrata per il 60,8% in titoli di Stato, il 17,4% in azioni, l'8,7% in obbligazioni e certificati di deposito, il
7,7% in fondi comuni e il 4,4% in depositi. E gli immobili? Zero. Lo vieta la legge 703/96 che limita al 20%
l'investimento alle sole società immobiliari o alle quote di fondi comuni immobiliari. Un vincolo inesistente per i
fondi pensione più vecchi. I cosiddetti fondi "preesistenti" (anteriori al '96) nel 2010 erano 375, contavano
quasi 668 mila iscritti e un patrimonio cospicuo di 42 miliardi, di cui il 17,1% investito direttamente nel
mattone, metà di quanto impiegato in Bot, Btp e Cct. E cosa succede invece alle Casse dei professionisti? Un
quarto del patrimonio totale (41,3 miliardi) - circa 10 miliardi - è costituito proprio da immobili (e ne valgono
almeno 15). E di questi 10 miliardi, il 30% ovvero quasi 3 miliardi è nelle mani dell'Enasarco (agenti e
rappresentanti di commercio) e il 24% in quelle dei medici dell' Enpam (2,3 miliardi). Nel caso dell'Enasarco
parliamo di oltre la metà (il 53%) del loro portafoglio totale. Ben al di sopra di ogni benchmark. Così l'Inpgi
(giornalisti) ha quasi 700 milioni parcheggiati nel mattone (il 47% del patrimonio totale). Con rendimenti non
proprio entusiasmanti, in taluni casi poco sopra l'1%, in altri del 3%. «Stiamo attenti però, perché la legge 703
non potrà essere estesa a tutte le Casse tout court», avverte Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza.
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«Sarebbe un errore, un eccesso di grossolana semplificazione. E poi quasi impossibile da realizzare»,
prosegue. Perché? «Vi sono due tipi di Casse professionali: quelle privatizzate dal decreto legislativo 509 del
1994 e quelle nate come private dal decreto legislativo 103 del 1996 (psicologi, infermieri, biologi, periti
industriali). Solo queste ultime reggono il parallelo con i fondi pensione perché sono a contribuzione definita
con posizioni individuali e tendono a privilegiare l'investimento mobiliare sul mattone perché hanno come
obiettivo l'accrescimento del patrimonio. Al contrario, gli enti privatizzati sono a prestazione definita (vale
ancora il metodo retributivo per lo più, ndr) e creano riserve per rispondere alle passività previdenziali ed
erogare così la prestazione, la pensione. Per loro gli immobili sono investimenti anticiclici, di sicurezza, così
come i titoli di Stato, che garantiscono forte protezione del capitale, rendimento medio ma costante e
assicurato, apprezzamento del patrimonio significativo nel lungo periodo. Certo, alcuni eccessi nel mattone
andranno riparametrati. Ma sono realtà differenti dai fondi pensione». I due ministri competenti nella vigilanza
sulle casse previdenziali, Elsa Fornero (1) al Welfare e Corrado Passera (2) all'Industria In alto a sinistra,
Antonio Finocchiaro (1), presidente della Covip, Andrea Camporese (2), presidente dell'Inpgi (Cassa
giornalisti) e dell'Adepp, e Paolo Pedrazzoli (3), presidente della Cassa nazionale notariato
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[ L'INTERVENTO ]
"Il patrimonio deve essere valutato"
"LA VALUTAZIONE DELL'EQUILIBRIO DI UNA CASSA DEVE TENER CONTO DEGLI ASSET
IMMOBILIARI, DEI RELATIVI PROVENTI E DELLE SPESE GENERALI NELL'AMBITO DI UN BILANCIO
TECNICO ATTUARIALE "
Giampaolo Crenca*
La previdenza è una maratona. Deve assicurare la pensione a milioni di lavoratori che versano, per anni, i
contributi. Nel panorama italiano spiccano le Casse professionali che coinvolgono oltre 2 milioni di
professionisti, fra attivi e pensionati; 27 professioni che contribuiscono al progresso del paese, come è
emerso il 1 marzo durante il "Professional Day", tra queste gli Attuari, circa 900, che si occupano di
determinare, con approcci probabilistici, l'andamento futuro di fenomeni demografici ed economici, come la
previdenza, ivi inclusa quella di base dei professionisti. Una fotografia di tale previdenza emerge dal recente
Rapporto sulla previdenza privata italiana, curato dal Centro Studi dell' Adepp, l'associazione delle Casse
professionali. Nel 2010 gli enti hanno incassato 7,6 miliardi di contributi e hanno pagato 4,8 miliardi di
prestazioni, il "saldo tecnico" netto è quindi pari a 2,8 miliardi, in costante crescita dal 2005. Il patrimonio
aggregato di tutti gli enti supera i 42 miliardi di euro, ma se si considera il valore di mercato tale importo è
superiore. C'è quindi un "tesoretto" accumulato negli anni, che produce redditi e accresce le risorse
necessarie per pagare le prestazioni previdenziali, elemento essenziale per la stabilità presente e soprattutto
futura delle Casse. Lo scorso dicembre il governo ha varato una norma molto severa (articolo 24 della
Manovra Monti) laddove si impone alle Casse di previdenza in esame la sostenibilità per 50 anni, basata
sull'equilibrio fra entrate (contributi) e uscite (pensioni). La professione attuariale ha però ufficialmente
richiamato l'attenzione sul fatto che la valutazione dell'equilibrio di una Cassa debba anche tener conto del
patrimonio, dei relativi proventi e delle spese generali nell'ambito di un bilancio tecnico attuariale predisposto
sulla base delle "Linee Guida per le valutazioni attuariali relative ai fondi di previdenza complementare"
emanate e aggiornate dall'Ordine degli Attuari nel 2009, i cui principi peraltro trovano riscontro anche a livello
internazionale. L'andamento del saldo annuo previdenziale di ciascuna cassa, per quanto rappresenti un
indicatore importante sulla situazione della gestione, non risponde al quesito fondamentale dell'equilibrio
tecnico attuariale economico. Il principio è stato ribadito in una lettera inviata lo scorso gennaio dagli Attuari al
Governo. Gli Attuari hanno anche offerto la disponibilità a inserire un proprio rappresentante nel gruppo di
esperti sulla previdenza, previsto dalla manovra di fine anno. * Presidente Consiglio Nazionale Attuari IL
PATRIMONIO DELLA CASSE PREVIDENZIALI CNPADC CNPADC ENPAV CNN INPGO ENPAM CF
INARCASSA CNPR ENPAF
Foto: Nella foto qui sopra, il presidente del Consiglio nazionale degli attuari , Giampaolo Crenca
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
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Casse previdenziali. A un anno dall'acquisto dell'immobile da parte del fondo riservato Ippocrate (100%
Enpam )
Rinascente e la perizia segreta
L'Ordine emiliano chiede il documento No di Idea Fimit
Circa 350mila medici e dentisti iscritti alla cassa di previdenza Enpam. La società di gestione immobiliare
Idea Fimit (il 40% è dell'Inps). E poi i vertici dello stesso ente pensione e quelli dell'Ordine dei camici bianchi
bolognesi. Sono tutti protagonisti, interessati, nella compravendita di un edificio famoso, quello della
Rinascente, nel cuore di Milano. L'immobile è stato venduto a inizio 2011 per un controvalore di 472 milioni di
euro: a incassare è stata Prelios Sgr (ex Pirelli Re) che ha portato a casa una plusvalenza di 108 milioni.
Nella veste di acquirente il fondo immobiliare Ippocrate, gestito da Idea Fimit Sgr. Ippocrate è un fondo
immobiliare che fa capo a Enpam al 100 per cento.
Questa la premessa doverosa. Ora, nell'ambito dell'indagine sulla trasparenza di fondi pensione e casse, c'è
da segnalare la vicenda della perizia sulla Rinascente, di cui Plus24 si è già occupato in più occasioni. Da
una parte c'è l'Ordine dei medici di Bologna, presieduto da Giancarlo Pizza, che da un anno chiede il
documento di valutazione dell'immobile realizzato dalla società Europrogetti & Finanza-Advisory & Real
Estate, che aveva stimato in 490 milioni il valore dell'edificio. Dall'altra c'è Enpam, nella persona del
presidente Eolo Parodi, che a gennaio di quest'anno ha scritto un'ultima lettera al rappresentante dei medici
bolognesi. Ecco il passaggio chiave: «A seguito della sua richiesta alla perizia dell'immobile di interesse, la
fondazione ha chiesto alla Idea Fimt Sgr di esprimersi sulla richiesta di accesso al documento. La richiesta è
dovuta e conseguente alla proprietà della perizia che, come noto, è della Sgr che gestisce il fondo Ippocrate
all'interno del quale è collocata la Rinascente di Milano. La Sgr ha negato il consenso in quanto trattasi di
documento interno e riservato e comunque come avviene per tutti gli altri fondi sia riservati che quotati».
Ecco il punto: quale interesse deve prevalere? Quello della Sgr Idea Fimit che nega il consenso a visionare
la perizia a un anno dalla compravendita della Rinascente? O l'Ordine di Bologna e più in generale i 350mila
iscritti all'Enpam, a cui appartengono i 472 milioni versati per l'immobile milanese?
La storia Rinascente si inserisce nel tema che da mesi Plus24 affronta con le 5 domande qui a fianco (da
segnalare che giovedì 15 marzo sul Sole 24 Ore è iniziata un'inchiesta a puntate sulle casse: la prima ad
essere analizzata è stata proprio Enpam). «La fondazione Enpam è impegnata a garantire il massimo della
trasparenza ai propri iscritti - fanno sapere dalla cassa -. Proprio per questo, oltre a pubblicare integralmente
il proprio bilancio su internet, lo scorso anno, prima fra tutte le casse private, l'Enpam ha approvato un
regolamento per l'accesso ai documenti amministrativi. Gli interessati possono inviare una semplice domanda
che viene valutata secondo le procedure stabilite. Esiste addirittura la possibilità di appellarsi a organi terzi in
caso di disaccordo sulla decisione finale. Questo però vale per i documenti in possesso della fondazione».
C'è più in generale (non solo per Enpam) il nodo dei bilanci dei fondi immobiliari riservati: molte casse
previdenziali stanno investendo in tali strumenti finanziari i contributi dei propri iscritti ma quest'ultimi (tranne
l'eccezione degli iscritti alla cassa ragionieri) non hanno visibilità sui documenti contabili. Su tale questione
stanno lavorando Adepp, l'associazione delle casse, e Assoimmobiliare per mettere a punto un vademecum:
è stato garantito che sarà pronto entro l'estate.
Qui c'è però un'altra questione: la perizia e le delibere sugli investimenti, possono o no essere pubbliche
trascorso un lasso di tempo (tre mesi, un anno)? Ci sono infatti in ballo i contributi di centinaia di
professionisti. Chissà se sul tema hanno qualcosa da dire la Covip, commissione di vigilanza su fondi
pensione e casse, e la Bicamerale di controllo sugli enti gestori.
Vitaliano D'Angerio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I 5 spunti di dibattito lanciati da Plus24 il 12 novembre 2011 per garantire più trasparenza al settore
previdenziale
ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
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1BUSTA ARANCIONE CERCASI
Dare visibilità su quale potrà essere l'ammontare della pensione che sarà riconosciuta a ogni singolo
aderente.
2COSA C'È NEL
PORTAFOGLIO
Comunicare su base mensile tutti i titoli che sono presenti all'interno del fondo pensione con indicazione del
peso percentuale sul portafoglio generale e variazione rispetto alla comunicazione precedente.
4CHI E COME
GESTISCE I SOLDI
Comunicare le metodologie di scelta, i costi e i risultati ottenuti dalle singole case d'investimento che si
aggiudicano i mandati di gestione dei patrimoni delle casse di previdenza o dei fondi pensione.
5LA SCELTA DEI CONSULENTI AGLI INVESTIMENTI
Rendere noti i criteri di scelta degli advisor (figure che disegnano l'asset allocation e aiutano nella selezione
dei gestori e dei prodotti in cui investire). Evidenziare anche le commissioni riconosciute ai singoli soggetti.
3ACCESSO ALLE DELIBERE
DEGLI ORGANI STATUTARI
Dare una dettagliata informazione sulle decisioni prese dal consiglio d'amministrazione, dal comitato
investimenti e dal collegio sindacale. Andrebbe bene anche con un intervallo di tre mesi.
BOTTA E RISPOSTA
Un anno di corrispondenza fra il presidente dell'Ordine di Bologna, Giancarlo Pizza, e il presidente dell'
Enpam, Eolo Parodi. Oggetto delle missive: la perizia dell'immobile Rinascente di Piazza Duomo (in Milano) e
del rendimento dello stesso. Nell'ultima lettera, protocollata il 9 gennaio 2012 (vedi sopra), Parodi chiude la
corrispondenza comunicando il negato consenso a visionare la perizia. A dire di no è Idea Fimit Sgr (fra i cui
azionisti vi è l'istituto di previdenza pubblica Inps), società che gestisce il fondo immobiliare riservato
Ippocrate, che a inizio 2011 ha acquisito per 472 milioni di euro l'immobile Rinascente ceduto da Prelios Sgr
(ex Pirelli Re).
ENPAPI - Rassegna Stampa 19/03/2012
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PREVIDENZA
22 articoli
19/03/2012
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 8
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Angeletti rafforza il «fronte del no» Oggi un vertice a tre
Mossa di Confartigianato: così non va E Monti punta sul «mandato» politico Doppia insidia Se il premier
indurisce la proposta scatena la protesta dei sindacati, se la ammorbidisce scontenta le aziende
Enrico Marro
ROMA - Oggi Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti dovrebbero incontrarsi per tentare di
trovare una posizione comune nella trattativa sulla riforma del mercato del lavoro. Ieri è stata la giornata dei
tatticismi. Da parte di tutti. Del presidente del Consiglio, Mario Monti, che ha sparso ottimismo sull'accordo.
Del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che tuttavia ha confermato: «Andremo in Parlamento anche senza
intesa». Della Cgil di Camusso, la più distante dalla firma, che è rimasta in silenzio, quasi a dire che non ha
altro da aggiungere mentre spetta al governo decidere se vuole andare allo scontro o no. Della Uil, con
Angeletti che, a sorpresa, si è staccato dalle posizioni dialoganti della Cisl e si è arroccato anche lui sul no
alle proposte del governo sull'articolo 18 (licenziamenti). Angeletti è diventato intransigente perché è convinto
che l'accordo non ci sarà e allora gli conviene non lasciare la piazza a Camusso oppure sta semplicemente
aumentando il pressing su Monti affinché giunga a più miti consigli e l'intesa sia possibile? Stessa domanda
si può porre a proposito del no annunciato a nome di Rete Imprese Italia (artigiani e commercianti) da Marco
Venturi se il governo non correggerà i capitoli della riforma che riguardano il riordino dei contratti e gli
ammortizzatori sociali.
Confartigianato, intanto, ha convocato per mercoledì una giunta straordinaria, spiega il segretario generale
Cesare Fumagalli, non solo per confermare il no, se Monti nel frattempo non cambierà le sue proposte, ma
anche per «disdire tutti gli accordi e i contratti di settore». Una mossa, aggiunge, «che ci dispiacerebbe. Ma
se il governo ci carica di nuovi contributi sui contratti temporanei e irrigidisce gli stessi non abbiamo
alternative. Disdicendo i contratti potremmo recuperare risorse, azzerando i contributi per la sanità e la
previdenza complementare. Cose che abbiamo costruito insieme col sindacato e di cui siamo fieri, ma che
saremmo costretti a rivedere davanti all'indisponibilità del governo». Anche qui, le ragioni reali di scontento si
mischiano alla tattica. Funzionerà? Artigiani e commercianti dovrebbero vedere Fornero oggi e potrebbero già
cominciare a portare a casa qualche risultato.
Ma la trattativa vera comincerà domani a Palazzo Chigi, sotto la regia dello stesso Monti. Che vuole chiudere
entro la settimana, prima della partenza per la visita in Oriente. Il premier mira al risultato massimo: fare
l'accordo con tutti, ma su una riforma vera che modifichi nettamente anche l'articolo 18. Sa che è difficile.
Allora usa il bastone e la carota. Ai sindacati, che sono restii ad accettare di infrangere il tabù, ha detto che
senza intesa lui si sente libero di procedere alla modifica più radicale dell'articolo 18, lasciando il diritto al
reintegro solo sui licenziamenti discriminatori e sostituendolo in tutti gli altri casi con un indennizzo. Ma Monti
in realtà ha le mani libere fino a un certo punto. L'ok ottenuto qualche giorno fa nel vertice con i segretari Abc
(Alfano, Bersani e Casini) è su una proposta più morbida che affida al giudice la decisione tra equo
indennizzo e reintegro nel caso dei licenziamenti disciplinari, limitando il solo indennizzo ai licenziamenti per
motivi economici.
Uscire da questa mediazione è complicato. Se la indurisce scatena la protesta dei sindacati, Cisl compresa, e
a quel punto il Pd non ce la fa più a sostenere i provvedimenti in Parlamento. Se la ammorbidisce, magari per
recuperare la Cgil all'accordo, si mette la Confindustria e il Pdl contro, rischiando di essere penalizzato sui
mercati finanziari. I margini di manovra, insomma, sono minimi. Per questo Camusso si prepara allo scontro e
Angeletti è a un passo dal farlo. Spiegano i suoi collaboratori: «Come si fa a fare le assemblee in fabbrica per
spiegare ai lavoratori che possono essere licenziati per motivi disciplinari? Che sono questi motivi? E poi gli
diciamo pure che sarà il giudice a decidere se reintegrare o indennizzare? Così aumentiamo solo le
incertezze e le paure. Noi questa cosa non la reggiamo». Il leader dell'Ugl, Giovanni Centrella, pensa che per
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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19/03/2012
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 8
(diffusione:619980, tiratura:779916)
il sindacato sarebbe meglio presentare una proposta unitaria al governo, «ma abbiamo poco tempo». Oggi il
sindacato ci proverà.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Pronte le nuove banconote firmate Draghi
Foto: Wim Duisenberg Morto nel luglio 2005 a 70 anni, ha ricoperto la carica di primo presidente della Bce dal
1º giugno 1998 al 31 ottobre 2003. Sotto la sua guida, l'euro passò dall'essere un mero strumento dei mercati
finanziari a una moneta nelle tasche di 300 milioni di persone in 12 Paesi: era il 1° gennaio 2002
Foto: Jean-Claude Trichet 69 anni, è stato presidente della Banca centrale europea dal 1º novembre 2003 al
19 ottobre 2011. Ha definito l'attuale crisi «la più grave dalla II Guerra mondiale»: l'Europa ne «uscirà spinta
verso una maggiore integrazione»
Foto: Mario Draghi 64 anni, guida la Bce dal 1º novembre 2011. Ex Governatore di Bankitalia, per aiutare
l'Europa a fronteggiare la crisi ha tagliato i tassi di interesse e avviato un imponente programma di prestiti alle
banche europee per aumentare la liquidità
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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17/03/2012
Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
INTERVISTAFausto Amadasi
«Geometri pronti per regole più moderne»
«Le società professionali devono essere obbligate a versare alle casse previdenziali»
Federica Micardi
«Con l'avvento delle società occorre garantire i versamenti alle Casse. Poi bisogna aggiornare le regole per
essere al passo con i tempi». Fausto Amadasi, presidente della Cassa di previdenza dei geometri lunedì 19
marzo incontrerà gli iscritti al Palazzo Marco Polo - complesso Il Girasole a Lacchiarella (Mi), in un seminario
per parlare di redditi, previdenza e servizi.
In cosa consiste il seminario di lunedì prossimo?
È una giornata organizzata per parlare alla categoria - che conta circa 16mila iscritti - un momento di
chiarimento e trasparenza. Presenteremo le attività della Cassa, e parleremo delle modifiche che intendiamo
fare per rientrare nei nuovi parametri imposti dal ministero (sostenibilità a 50 anni tra entrate per contributi e
uscite per pensioni, ndr).
Quali sono le modifiche?
È presto per dirlo, stiamo aspettando le verifiche attuariali che saranno pronte tra un paio di settimane. Sulla
base di queste decideremo.
Le società tra professionisti appena introdotte per lei sono un'opportunità?
Le società tra professionisti sono partite male, ma con gli ultimi provvedimenti stanno migliorando
notevolmente. Sarà determinante il regolamento di attuazione ancora in fase di elaborazione. Mi auguro che
venga previsto l'obbligo di versamento dei contributi alle casse previdenziali, che attualmente manca. È
inoltre necessario evitare di creare disparità di trattamento fiscale o retributivo tra i professionisti che
svolgono la loro attività come soci di una società e quelli che invece decidono per una forma diversa.
A cosa si riferisce in particolare?
Penso al contributo integrativo (pari al 4%, ndr), che il professionista è obbligato ad applicare sulla parcella.
Se lo stesso obbligo non sarà previsto per le società si trasformerebbe in un indebito vantaggio.
Voi siete stati coinvolti nella stesura del regolamento?
No. Finora nessun coinvolgimento, speriamo che una volta chiusa la riforma del lavoro ci sia il tempo per
ragionare serenamente sulle Casse dei professionisti.
Secondo lei dove è necessario intervenire per permettere alle professioni regolamentate di essere al passo
con i tempi?
Le nostre competenze sono state stabilite da un Regio decreto del 1929: andare in Europa con leggi nate in
un contesto storico che non esiste più è come andare alla campagna di Russia con le divise coloniali. Siamo
destinati a perdere. L'introduzione dall'alto delle società professionali, senza un aggiornamento sulle regole
porterà le società estere da noi, ma noi non saremo pronti ad andare da loro.
Cosa pensa delle liberalizzazioni?
Finalmente si parla di cose serie e non ci si affida solo agli slogan. Trovo però negativo un approccio
generalizzato al problema. La mia categoria fa fatica a reperire nuovi iscritti, mentre altre hanno il problema
opposto. Bisogna tenerne conto. È però vero che ci sono vincoli che non hanno senso. Un geometra, per
legge, non può fare l'agente immobiliare, di contro le società immobiliari offrono servizi professionali. C'è
qualcosa che non va.
Cosa teme in questa fase?
Gli interventi spot senza un progetto organico. Un esempio è il controllo sulle Casse affidato alla Covip (la
Commissione di vigilanza sui fondi pensione). Si tratta dell'ottavo livello di controllo a cui siamo soggetti.
Inoltre sono passati sei mesi e ancora stiamo aspettando il regolamento finanziario per poter decidere gli
investimenti. Siamo ingessati in attesa di un segnale che non arriva. E questo ci uccide lentamente.
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Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
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Foto: IMAGOECONOMICA
Foto: Cassa geometri. Fausto Amadasi
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - Domenica
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
gommalacca
Maledizioni country blues
Christian Rocca
Se Wrecking Ball di Bruce Springsteen vi è sembrato un album di denuncia, uno statement politico e sociale
di un grande artista arrabbiato, ma col capriccio di rispolverare l'antica tradizione delle canzoni di protesta in
modo da catturare al meglio lo spirito del tempo, allora dovreste correre ad ascoltare Agnostic Hymns &
Stoner Fables di Todd Snider. Scoprirete che è questo l'album del vaffanculo alla casta di Wall Street, il disco
contro l'1 per cento dei privilegiati, il manifesto contro gli avidi speculatori. Il titolo perfetto sarebbe stato
Occupy Nashville, per i testi antagonisti e la musica ben radicata nella tradizione country americana, ma non
si può pretendere tutto e non lo si può nemmeno prendere sul serio. Eppure le requisitorie blues cantate e
recitate da Snider col piglio da menestrello sono divertenti.
Snider è un cantautore folk, nato a Portland, in Oregon, nel 1966, arrivato ormai al dodicesimo album.
Agnostic Hymns & Stoner Fables è uscito la stessa settimana di Wrecking Ball. Anche qui ci sono storie di
diseredati, di gente che non ha niente, di ingiustizie sociali. I cattivi sono i banchieri di New York,
naturalmente. I gestori dei fondi pensione. Gli eroi sono gli «in between jobs», chi si trova tra un lavoro
perduto per sempre e un posto futuro che probabilmente non ci sarà mai. Gente che perde la testa quando
viene a sapere quanti soldi guadagnano i privilegiati: «I' thinkin' what's keepin' me from killin' this guy. And
takin' his shit?», «Sto pensando a che cosa mi trattiene dall'ucciderne uno e a prendermi la sua roba di
merda». Nel delirio di Snider c'è comunque qualcosa di meno posticcio rispetto all'analogo verso omicida di
Springsteen: «Se avessi un'arma, andrei a caccia dei bastardi e gli sparerei a vista».
La confezione è country blues, con un meraviglioso violino suonato da Amanda Shires a fare da
contrappunto, come in Desire di Bob Dylan. Ecco, Snider è più Dylan che Springsteen. Un Dylan arrabbiato e
sarcastico. Capace di scherzare sul rapporto d'amorosi sensi tra Mick Jagger e Keith Richards («it's true
love») nella canzone intitolata Brenda, che poi è il nomignolo con cui Keith chiamava Mick.
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Il Sole 24 Ore
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Il nuovo welfare. A partire da domani mattina l'iniziativa Sole 24 Ore- Inps -ministero del Lavoro
È l'ora di «Tuttopensioni»
Una giornata di chiarimenti sulla riforma della previdenza
È per domani l'appuntamento con TuttoPensioni 2012, la giornata organizzata dal Sole 24 Ore con l' Inps e il
ministero del Lavoro per capire la riforma previdenziale.
Un'iniziativa articolata in due momenti. Dalle 9.45, la tavola rotonda che riunirà il ministro del Lavoro, Elsa
Fornero, il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, i vicepresidenti delle commissioni Lavoro di Senato e
Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e il vicepresidente della commissione parlamentare di vigilanza
sugli enti previdenziali, Antonino Lo Presti. A moderare il dibattito, il direttore del Sole 24 Ore, Roberto
Napoletano.
Seguiranno, nel pomeriggio, le relazioni degli esperti del ministero del Lavoro, dell' Inps e del Sole, che
analizzeranno le novità della riforma e l'impatto sul futuro previdenziale dei cittadini.
Una manovra con cui praticamente tutti dovranno fare i conti, chi nell'immediato perché magari è in procinto
di ritirarsi dal lavoro ma anche i più giovani, per capire quale prospettiva li attende e quali sono le scelte
migliori da fare in tema di previdenza.
Il convegno si terrà a Milano, all'auditorium della sede del Gruppo 24 Ore, in via Monterosa 91, ed è aperto
al pubblico. Con le prenotazioni online è già stato raggiunto il limite di capienza delle sale. Chi non si è
prenotato potrà comunque seguire l'intera giornata in diretta streaming sul sito dell'evento
(www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). La manifestazione sarà trasmessa anche da Reteconomy (canale 816
di Sky) e sarà seguita da TgCom 24 (canale 51 del digitale terrestre) che aprirà finestre informative per tutta
la mattinata.
Inoltre, Radio24 darà spazio, nella programmazione di domani, alla riforma. Si tratta di un vero e prorpio
RadioDay, con la trasmissione «Salvadanaio», dalle 12 alle 13, che risponderà in diretta ai dubbi degli
ascoltatori e con i principali Gr della giornata che aggiorneranno sui temi del convegno e faranno il punto
sulle domande e risposte più interessanti emerse durante la manifestazione.
I lettori potranno, infatti, cogliere l'occasione dell'evento per ricevere risposta ai loro quesiti. Quanti anni devo
ancora lavorare - si sono chiesti in molti nelle ultime settimane - e a quanto ammonterà l'assegno mensile con
le nuove regole previste dal governo? Oppure, è proprio vero che la riforma del settore comporta solo un
allungamento della vita lavorativa e una diminuzione dell'importo della pensione? Quali sono le modalità con
cui verrà equiparato il tempo di ritiro per uomini e donne? Cosa è cambiato per la totalizzazione e la
ricongiunzione, qualora una persona abbia versato contributi in gestioni differenti durante l'arco della vita
lavorativa? Questi sono solo alcuni dei possibili dubbi che potranno essere chiariti in occasione di
TuttoPensioni 2012.
Per tutta la durata del convegno, dalle 9.30 alle 16.30, sarà possibile telefonare al numero dedicato 02.30300030 - e rivolgere le proprie domande agli esperti dell' Inps, del ministero del Lavoro e del Sole.
Inoltre, fino alle 18 di lunedì sarà aperto il filo diretto online, avviato all'inizio della settimana: le domande si
potranno inviare attraverso il sito www.ilsole24ore.com/tuttopensioni, scegliendo tra i vari capitoli (la pensione
di vecchiaia, la pensione anticipata, come si calcola la pensione, gli esclusi dalla riforma, totalizzazione e
ricongiunzione, gli autonomi, le ricadute sulle aziende). Le risposte saranno pubblicate da martedì sul
quotidiano e sul sito del Sole.
Inoltre, sempre sul sito internet, da domani sarà disponibile un software che consentirà di mettere a
confronto cosa cambia in termini di contributi versati e l'assegno teorico complessivo che sarà incassato,
prima e dopo la riforma.
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GLI INTERVENTI DEL MATTINO
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Il Sole 24 Ore
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9.15 Registrazione
dei partecipanti
9.45 Saluti di benvenuto
Donatella Treu, Amministratore
delegato «Il Sole 24 Ore»
10 Tavola rotonda
La riforma della previdenza tra equilibrio dei conti
e tutela dei diritti
Elsa Fornero,
ministro del Lavoro
e delle Politiche sociali
Antonio Mastrapasqua, Presidente Inps
Tiziano Treu, vicepresidente commissione Lavoro
Senato della Repubblica,
Giuliano Cazzola, vicepresidente commissione Lavoro Camera dei deputati,
Antonino Lo Presti, vicepresidente commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti di previdenza
e assistenza sociale Modera i lavori:
Roberto Napoletano,
direttore «Il Sole 24 Ore»
12.10 Conclusione dei lavori
LE RISPOSTE DEL POMERIGGIO
13.30-16.30
Focus Pensioni: Tutte le novità - L'Esperto risponde
13.30
Apertura dei lavori
Elia Zamboni, vicedirettore Il Sole 24 Ore
13.35
Pensione di vecchiaia, anticipata, contributivo per tutti
Edoardo Gambacciani, direttore Generale politiche previdenziali e Assicurative Ministero del Lavoro
14.00
Requisiti flessibili, aumento della speranza di vita e coefficienti
Mauro Nori, direttore generale Inps
14.25
Le esclusioni e la clausola di salvaguardia
Giampiero Falasca,
giuslavorista
14.50
Totalizzazione, ricongiunzioni e riscatti
Fabio Venanzi, esperto di previdenza
15.15
Le implicazioni della riforma per i datori di lavoro
Giuseppe Maccarone, consulente del lavoro
15.40
Cosa cambia per le casse professionali
Claudio Pinna, attuari
16.30
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Il Sole 24 Ore
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Conclusione dei lavori
Come seguire l'incontro
I PROTAGONISTI
Ad animare la tavola rotonda in programma domani mattina presso la sede del Sole 24 Ore a Milano, oltre al
ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e al presidente dell' Inps, Antonio Mastrapasqua (nelle foto), ci saranno i
vicepresidenti delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e il
vicepresidente della commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza, Antonino Lo Presti
Inps. Antonio Mastrapasqua
APPUNTAMENTO IN VIDEO
L'evento, articolato nella tavola rotonda del mattino e nel convegno del pomeriggio, si tiene presso la sede
del Sole 24 Ore a Milano (in via Monte Rosa 91).
Possono accedere alla manifestazione solo coloro
i quali si sono già prenotati
(i posti sono ora esauriti).
Chi non si è prenotato può comunque seguire i lavori di TuttoPensioni in diretta streaming, gratuitamente,
sul sito internet del Sole (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni), dove saranno disponibili anche i materiali a
supporto delle relazioni
degli esperti.
Inoltre, TuttoPensioni sarà trasmesso da Reteconomy sul canale 816 di Sky.
L'evento sarà seguito in diretta anche da Tgcom24, sul canale 51 del digitale terrestre, che aprirà finestre
informative per tutta la mattinata. Un'offerta articolata che consentirà di seguire tutto il programma dei lavori,
dalla tavola rotonda del mattino agli interventi del pomeriggio
LA RADIO
Ministro del Lavoro. Elsa Fornero
Radio24 in occasione di TuttoPensioni 2012 dedica domani un RadioDay alla riforma delle pensioni:
«Salvadanaio», dalle 12 alle 13, risponderà in diretta ai dubbi degli ascoltatori e i principali giornali radio della
giornata aggiorneranno gli ascoltatori sui temi del convegno e faranno il punto sulle domande e risposte più
interessanti emerse durante la manifestazione.
Inoltre, da martedì prenderà il via su Radio24 una nuova rubrica quotidiana per continuare ad approfondire i
temi relativi alla riforma delle pensioni: realizzata in collaborazione con l' Inps andrà in onda ogni giorno al
termine di «Salvadanaio», alla fine della mattinata.
Un appuntamento ricorrente per continuare a spiegare e seguire da vicino le novità determinate dalla riforma
del sistema pensionistico
CHIARIMENTI ONLINE...
È ancora possibile fino alle 18 di domani, inviare tramite internet i quesiti sugli effetti della riforma della
previdenza. Al forum online, aperto da lunedì scorso, si accede collegandosi al sito internet dedicato
all'evento TuttoPensioni (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). Le domande possono essere inviate
scegliendo tra sette aree tematiche: «La pensione di vecchiaia», «La pensione anticipata», «Come si calcola
la pensione», «Gli esclusi dalla riforma», «Totalizzazione e ricongiunzione», «Gli autonomi» e «Le ricadute
sulle aziende». Da martedì, sul quotidiano e online, saranno disponibili le risposte a cura degli esperti dell'
Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore
... E AL TELEFONO
02 30 30 00 30
Una linea per i quesiti
Il numero sarà attivo dalle 9,30 alle 16,30 di domani.
Le risposte saranno fornite dagli esperti dell'Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore.
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Il Sole 24 Ore
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Un filo diretto che permetterà ai lettori di avere indicazioni e chiarimenti immediati.
Per i quesiti più articolati,
che necessitano di maggiori
precisazioni nell'esposizione, si consiglia comunque di utilizzare il forum online
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Il Sole 24 Ore
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Il nuovo welfare IL PENSIONOMETRO
Pensioni, ecco chi ci rimette
Rate più elevate ma per molti lavoratori penalizzazioni in vista
Si lavora più a lungo e la pensione aumenta. Chi ormai ha metabolizzato l'idea che la riforma della
previdenza incide in modo rilevante sul periodo di permanenza in attività, imponendo a tutti una vita lavorativa
più lunga di tre-quattro anni, nella migliore delle ipotesi, può forse cercare di consolarsi con il rovescio
(positivo) della medaglia. Il calcolo degli assegni previdenziali effettuato (per tutti, dal 1° gennaio 2012) con il
sistema contributivo produce l'effetto - certamente logico e atteso - di un aumento dell'importo della rata di
pensione. Conseguenza logica, si dirà, peraltro già emersa delle ultime stime della Ragioneria generale dello
Stato (non ancora aggiornate alle ultimissime riforme) che indicavano in modo inequivocabile che il tasso di
sostituzione (si tratta del rapporto tra la prima rata di pensione e l'ultimo stipendio) cominciava a invertire la
rotta e a crescere.
Tutto bene, quindi. Non esattamente, come dimostrano gli esempi ottenuti utilizzando il software della
società Epheso, da oggi a disposizione sul sito del Sole 24 Ore, che mette a confronto due simulazioni
pensionistiche con le regole pre e post riforma.
I numeri dicono ovviamente che la pensione che si ottiene con l'applicazione delle nuove regole è più elevata
rispetto a quella che si sarebbe ottenuta con le vecchie: si lavora di più e si versano più contributi. Ma il
sistema consente anche di calcolare i vantaggi o gli svantaggi in relazione ai contribuiti effettivamente versati
e alla pensione "attesa" (cioè quella idealmente incassata sulla base della speranza di vita residua al
pensionamento).
I casi ripostati a lato indicano tutti una perdita secca: nella prima simulazione in alto, il tasso di sostituzione
passa dal 63,1% pre riforma all'attuale 81,1 per cento. Tuttavia, con le vecchie regole si sarebbero versati (da
qui in poi) 212mila euro di contributi per incassare un pensione teorica di 225mila. Con le regole attuali, i
contributi futuri saranno di circa 250mila euro e la pensione totale di 237mila, con una perdita di circa 25mila
euro e un indice di penalizzazione - calcolato in percentuale come quoziente tra l'importo della
penalizzazione rispetto alla somma di tutte le pensioni attese - del 10,5 per cento.
In realtà, la combinazione di penalizzazioni e vantaggi non ha un esito scontato, e insieme a casi di forte
perdita si potranno anche avere situazioni (non molte, in effetti) nelle quali i vantaggi sono predominanti.
S. L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA LO STATALE A FINE CARRIERA IL GIOVANE DIPENDENTE LA DONNA
A METÀ CARRIERA Tre esempi Totale contributi futuri Totale pensioni future Totale penalizzazione Indice di
penalizzazione 212.779 249.729 36.951 11.951 -25.019 -10,52% 225.864 237.796 0 -50 +50
Perunacorrettaletturadelleprevisionivaprecisatoche:l'importodelredditodalavorodell'annoin
corsoèallordoditasseecontributi;l'importodellapensioneattesaedeiredditifuturièallordodi
eventualitasseecontributi;irisultatisonodepuratidell'inflazione,pertantolestimesono
direttamentecommisurabilialpotered'acquistocorrentedeldenaro.
Ipotesidibasedelcalcolo:inflazioneattesaparial2,0%;crescitarealeannuadelPilpariall'1,5%;
requisitidietàecoefficientidiconversioneperilcalcolocontributivoscontanoleriduzioniatteseper
viadell'allungamentodellasperanzadivita Totale contributi futuri Totale pensioni future Totale penalizzazione
Indice di penalizzazione 179.559 235.152 55.592 24.255 -31.337 -6,58% 452.199 476.454 0 -50 +50 Date
utili Dal 1/2/2040 al 1/8/2044 65 anni e 1 mese 37 anni e 11 mesi 42 anni e 1 mese Febbraio 2040 Aprile
2044 Contributivo Anzianità SC 16.547 22.083 5.536 26.164 63,2 81,1 17,86 27.227 1.063 Vecchiaia SC
Contributivo 69 anni e 3 mesi Dal 1/4/2044 al 1/8/2048 Posticipo di 4 anni e 2 mesi Decorrenza Anzianità
Tipo di calcolo Tipo di pensione Importo lordo annuo Reddito ante Tasso di sostituzione Età del
pensionamento Post Differenza Ante Datadinascita:Gennaio 1975; Sesso:Uomo; Anzianitàaccreditata:10
anni e 0 mesi; Redditoannuolordo:20.000 euro; Previsionedicarriera:Assestata (inflazione +1%);
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Inquadramento:Impiegato o operaio di azienda privata. IL CONFRONTO IL CALCOLO
Datadinascita:Gennaio 1955; Sesso:Donna; Anzianitàaccreditata:32 anni e 0 mesi;
Redditoannuolordo:40.000 euro; Previsionedicarriera:Assestata (inflazione +1%); Inquadramento:Dipendente
statale civile. IL CONFRONTO IL CALCOLO Date utili Dal 1/9/2017 al 1/1/2022 62 anni e 8 mesi 37 anni e 6
mesi 42 anni e 1 mese Settembre 2017 Aprile 2022 Misto Anzianità 33.230 40.414 7.184 41.624 79,8 92,4
12,55 43.747 2.123 Vecchiaia Misto 67 anni e 3 mesi Dal 1/4/2022 al 1/8/2026 Posticipo di 4 anni e 7 mesi
Decorrenza Anzianità Tipo di calcolo Tipo di pensione Importo lordo annuo Reddito ante Tasso di
sostituzione Età del pensionamento Post Differenza Ante Totale contributi futuri Totale pensioni future Totale
penalizzazione Indice di penalizzazione 76.582 141.746 65.164 -37.606 -102.770 -13,02% 826.992 789.386
0 -50 +50 Datadinascita:Gennaio 1965; Sesso:Donna; Anzianitàaccreditata:22 anni e 0 mesi;
Redditoannuolordo:30.000 euro; Previsionedicarriera:Assestata (inflazione +1%); Inquadramento:Impiegato o
operaio di azienda privata. IL CONFRONTO IL CALCOLO Date utili Dal 1/10/2028 al 1/5/2033 63 anni e 9
mesi 38 anni e 7 mesi 43 anni e 3 mesi Ottobre 2028 Giugno 2033 Misto Anzianità 22.592 30.330 7.738
34.829 64,9 82,9 17,99 36.606 1.777 Vecchiaia Misto 68 anni e 5 mesi Dal 1/6/2033 al 1/10/2037 Posticipo di
4 anni e 8 mesi Decorrenza Anzianità Tipo di calcolo Tipo di pensione Importo lordo annuo Reddito ante
Tasso di sostituzione Età del pensionamento Post Differenza Ante
IL GIOVANE DIPENDENTE
Tre esempi
Data di nascita: Gennaio 1975; Sesso: Uomo; Anzianità accreditata: 10 anni e 0 mesi;
Reddito annuo lordo: 20.000 euro; Previsione di carriera: Assestata (inflazione +1%); Inquadramento:
Impiegato o operaio di azienda privata.
IL CONFRONTO
IL CALCOLO
LO STATALE A FINE CARRIERA
Data di nascita: Gennaio 1955; Sesso: Donna; Anzianità accreditata: 32 anni e 0 mesi;
Reddito annuo lordo: 40.000 euro; Previsione di carriera: Assestata (inflazione +1%); Inquadramento:
Dipendente statale civile.
IL CONFRONTO
IL CALCOLO
Data di nascita: Gennaio 1965; Sesso: Donna; Anzianità accreditata: 22 anni e 0 mesi;
Reddito annuo lordo: 30.000 euro; Previsione di carriera: Assestata (inflazione +1%); Inquadramento:
Impiegato o operaio di azienda privata.
IL CONFRONTO
IL CALCOLO
Per una corretta lettura delle previsioni va precisato che: l'importo del reddito da lavoro dell'anno in corso è al
lordo di tasse e contributi; l'importo della pensione attesa e dei redditi futuri è al lordo di eventuali tasse e
contributi; i risultati sono depurati dell'inflazione, pertanto le stime sono direttamente commisurabili al potere
d'acquisto corrente del denaro.
Ipotesi di base del calcolo: inflazione attesa pari al 2,0%; crescita reale annua del Pil pari all' 1,5%;
requisiti di età e coefficienti di conversione per il calcolo contributivo scontano le riduzioni attese per via
dell'allungamento della speranza di vita
LA DONNA A METÀ CARRIERA
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore
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TuttoPensioni 2012 L'INIZIATIVA SOLE - INPS - MINISTERO
La previdenza tiene banco
Alle 9.45 via alla maratona per chiarire i dubbi del riordino voluto dal ministro Fornero
È il giorno di TuttoPensioni 2012, l'appuntamento per capire la riforma previdenziale organizzato dal Sole 24
Ore con l'Inps e il ministero del Lavoro.
Un'iniziativa articolata in due momenti. Dalle 9.45, la tavola rotonda che radunerà il ministro del Lavoro, Elsa
Fornero, del presidente dell' Inps, Antonio Mastrapasqua, dei vicepresidenti delle commissioni Lavoro di
Senato e Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e del vicepresidente della commissione parlamentare di
vigilanza sugli enti previdenziali, Antonino Lo Presti. A moderare il dibattito, il direttore del Sole 24 Ore,
Roberto Napoletano.
Seguiranno, nel pomeriggio, le relazioni degli esperti del ministero del Lavoro, dell' Inps e del Sole, che
analizzeranno le novità della riforma e l'impatto sul futuro previdenziale dei cittadini.
Il convegno si terrà a Milano, all'auditorium della sede del Gruppo 24 Ore, in via Monterosa 91, ed è aperto
al pubblico. Però, con le prenotazioni online è già stato raggiunto il limite di capienza delle sale. Chi non si è
prenotato potrà comunque seguire l'intera giornata in diretta streaming sul sito dell'evento
(www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). La manifestazione sarà trasmessa anche da Reteconomy (canale 816
di Sky) e sarà seguita da TgCom 24 (canale 51 del digitale terrestre).
Inoltre, Radio24 darà spazio, nella programmazione di oggi, alla riforma. Si tratta di un RadioDay, con la
trasmissione «Salvadanaio», dalle 12 alle 13, che risponderà in diretta ai dubbi degli ascoltatori e con i
principali Gr della giornata che aggiorneranno sui temi del convegno e faranno il punto sulle domande e
risposte più interessanti emerse durante la manifestazione.
Non solo. I lettori potranno cogliere l'occasione anche per ricevere risposta ai loro quesiti. Per tutta la durata
del convegno, dalle 9.30 alle 16.30, sarà possibile telefonare al numero dedicato - 02.30300030 - e rivolgere
le proprie domande agli esperti dell'Inps, del ministero del Lavoro e del Sole. Inoltre, è ancora aperto fino alle
18 di oggi il filo diretto online, avviato lunedì scorso: le domande si potranno inviare attraverso il sito
www.ilsole24ore.com/tuttopensioni, scegliendo tra i vari capitoli (la pensione di vecchiaia, la pensione
anticipata, come si calcola la pensione, gli esclusi dalla riforma, totalizzazione e ricongiunzione, gli autonomi,
le ricadute sulle aziende). Le risposte saranno pubblicate da domani sul quotidiano e sul sito del «Sole».
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Il programma
GLI INTERVENTI DEL MATTINO
9.45 Saluto di benvenuto
Donatella Treu, Amministratore delegato Il Sole 24 Ore
10 Tavola rotonda
La riforma della previdenza tra equilibrio dei conti e tutela dei diritti
Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
Antonio Mastrapasqua, Presidente Inps
Tiziano Treu, Senatore, Giuliano Cazzola, Onorevole,
Antonino Lo Presti, Onorevole
Modera i lavori:
Roberto Napoletano, direttore Il Sole 24 Ore
12.10 Conclusione dei lavori
LE RISPOSTE DEL POMERIGGIO
13.30 Focus Pensioni: Tutte le novità - L'Esperto risponde
13.30 Apertura dei lavori
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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19/03/2012
Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
Elia Zamboni, vicedirettore Il Sole 24 Ore
13.35 Pensione di vecchiaia, anticipata, contributivo per tutti
Edoardo Gambacciani, direttore Generale politiche previdenziali e Assicurative Ministero del Lavoro
14.00 Requisiti flessibili, aumento della speranza di vita e coefficienti
Mauro Nori, direttore generale Inps
14.25 Eesclusioni e salvaguardia
Giampiero Falasca
14.50 Totalizzazione, ricongiunzioni e riscatti
Fabio Venanzi
15.15 Le implicazioni della riforma per i datori di lavoro
Giuseppe Maccarone
15.40 Cosa cambia per le casse professionali
Claudio Pinna
16.30 Conclusione dei lavori
FILO DIRETTO MULTIMEDIALE CON I LETTORI PER ANALIZZARE LE NOVITÀ
I PROTAGONISTI
Ad animare la tavola rotonda in programma questa mattina presso la sede del Sole 24 Ore a Milano, oltre al
ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e al presidente dell' Inps, Antonio Mastrapasqua (nelle foto), ci saranno i
vicepresidenti delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, Tiziano Treu e Giuliano Cazzola, e il
vicepresidente della commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza, Antonino Lo Presti
APPUNTAMENTO IN VIDEO
L'evento, articolato nella tavola rotonda del mattino e nel convegno del pomeriggio, si tiene presso la sede
del Sole 24 Ore a Milano (in via Monte Rosa 91).
Possono accedere alla manifestazione solo coloro i quali si sono già prenotati (i posti sono ora esauriti).
Chi non si è prenotato può comunque seguire i lavori di TuttoPensioni in diretta streaming, gratuitamente, sul
sito internet del Sole (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni), dove saranno disponibili anche i materiali a
supporto delle relazioni degli esperti.
Inoltre, TuttoPensioni sarà trasmesso da Reteconomy sul canale 816 di Sky.
L'evento sarà seguito in diretta anche da Tgcom24, sul canale 51 del digitale terrestre, che aprirà finestre
informative per tutta la mattinata
LA PROGRAMMAZIONE RADIOFONICA
Radio24 in occasione di TuttoPensioni 2012 dedica oggi un RadioDay alla riforma delle pensioni:
«Salvadanaio», dalle 12 alle 13, risponderà in diretta ai dubbi degli ascoltatori e i principali giornali radio della
giornata aggiorneranno gli ascoltatori sui temi del convegno e faranno il punto sulle domande e risposte più
interessanti emerse durante la manifestazione.
Inoltre, da domani prenderà il via su Radio24 una nuova rubrica quotidiana per continuare ad approfondire i
temi relativi alla riforma delle pensioni: realizzata in collaborazione con l' Inps andrà in onda ogni giorno al
termine di «Salvadanaio»
DOMANDE E RISPOSTE ONLINE...
È ancora possibile per tutta la giornata di oggi, fino alle 18, inviare tramite internet i quesiti sugli effetti della
riforma della previdenza. Al forum online, aperto da lunedì scorso, si accede collegandosi al sito internet
dedicato all'evento TuttoPensioni (www.ilsole24ore.com/tuttopensioni). Le domande possono essere inviate
scegliendo tra sette aree tematiche: «La pensione di vecchiaia», «La pensione anticipata», «Come si calcola
la pensione», «Gli esclusi dalla riforma», «Totalizzazione e ricongiunzione», «Gli autonomi» e «Le ricadute
sulle aziende». Da domani, sul quotidiano e online, saranno disponibili le risposte a cura degli esperti dell'
Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
... E AL TELEFONO
02 30 30 00 30
Una linea per i quesiti
Il numero sarà attivo dalle 9,30 alle 16,30.
Le risposte saranno fornite dagli esperti dell' Inps, del ministero del Lavoro e del Sole 24 Ore. Un filo diretto
che permetterà ai lettori di avere indicazioni e chiarimenti immediati. Per i quesiti più articolati, che
necessitano di maggiori precisazioni nell'esposizione, si consiglia comunque di utilizzare il forum online
Ministro del Lavoro. Elsa Fornero
Presidente Inps. Antonio Mastrapasqua
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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La Stampa - Ed. nazionale
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(diffusione:309253, tiratura:418328)
SPORTELLO PREVIDENZA ANZIANITÀ, ABOLITE LE PENALIZZAZIONI FINO AL 2017
Dietrofront sulle pensioni anticipate
Pensione piena anche per chi ha meno di 62 anni di età Canale bis di uscita con il contributivo Non esistono
più le finestre di 12 mesi
BRUNO BENELLI
Pensioni anticipate al tempo della legge Monti-Fornero. Dietrofront del Parlamento - anche se transitorio sulla penalizzazione dei lavoratori che ottengono la pensione prima dei 62 anni di età. Il decreto mille
proroghe porta buone nuove per i precoci. Vediamo come si presenta la situazione dopo questo primo (e
ultimo?) restyling. Due tipi di pensione. Ci sono due tipi di pensione anticipata: 1) quella strutturale valida per
tutti; 2) quella aggiuntiva riferita alle sole persone che hanno iniziato a versare i contributi dopo l'anno 1995.
Incominciamo dalla prima. Da gennaio 2012 non esiste più il mix di età e contribuzione che creava le
cosiddette quote. La riforma chiede il rispetto della sola contribuzione minima: 41 anni e un mese per le
donne; 42 anni e un mese per gli uomini. Pensione che Inps riconosce a qualsiasi età. Ma questi requisiti
hanno vita estremamente corta: solo 365 giorni. Altri quattro mesi. Infatti dal 1 gennaio 2013 crescono di un
mese e dal 2014 di un altro mese. Fosse finita qui. Dal 2013 scatta il primo gradino legato al continuo
invecchiamento della popolazione, e che già un decreto ministeriale ha fissato in tre mesi. Sommando i due
tipi di aumento abbiamo il seguente risultato: A - donne = nel 2013 servono 41 anni e cinque mesi; nel 2014
servono 41 anni e mezzo, B - uomini = nel 2013 servono 42 anni e cinque mesi; nel 2014 devono salire a 42
anni e mezzo. Attenzione: non esistono più le finestre che costringevano i lavoratori ad attendere 12 mesi (18
se autonomi). Sospese le penalizzazioni. Abbiamo detto che non è richiesto alcun requisito anagrafico: vale
solo quello contributivo. Inizialmente però era previsto che il pensionamento prima dei 62 anni di età
comportasse una riduzione della rendita dell'1% per ogni anno di anticipo e, prima dei 60 anni, del 2%. La
riduzione non c'è più: è stata sospesa fino al 2017. Si tiene però conto solo dei periodi di lavoro effettivo, di
servizio militare, maternità, malattia/infortunio, cassa integrazione ordinaria. Età di 63 anni. C'è poi la
pensione anticipata speciale che è rivolta esclusivamente alle persone che hanno iniziato a lavorare e a
versare i contributi dopo l'anno 1995 e che quindi nel 2011 come massimo hanno raggiunto 16 anni di
contributi. Sono richiesti tre requisiti: 1) età minima di 63 anni per uomini e donne, 2) una contribuzione di
almeno 20 anni; 3) un importo di pensione come minimo pari a 2,8 volte la misura dell'assegno sociale Inps. Il
che significa una pensione 2012 di circa 1.170 euro lordi al mese, plafond che viene annualmente aggiornato.
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Contro le turbolenze la carta della formazione
IL SALONE IN PROGRAMMA ALL'UNIVERSITÀ BOCCONI IL 18,19 E 20 APRILE CON CONFERENZE
TAVOLE ROTONDE E INIZIATIVE "UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DA PARTE DEGLI
INVESTITORI RETAIL SAREBBE UN VANTAGGIO"
Luigi Dell'Olio
Milano Investire in formazione, sia nei confronti dei collocatori che dei risparmiatori, difendere il risparmio in
una fase ancora caratterizzata dalla turbolenza e favorire la prospettiva di investimenti nel lungo periodo.
Sono i temi caldi che investono il mercato italiano del risparmio gestito secondo le parole degli stessi addetti
ai lavoro. Un orientamento che trova conferma anche nelle scelte del Salone del Risparmio (in programma
all'Università Bocconi il 18,19 e 20 aprile), che conferenze, tavole rotonde e iniziative pedagogiche si snoderà
intorno al claim «Risparmio tra stabilità e crescita». «Una maggiore consapevolezza da parte degli investitori
retail sarebbe un vantaggio per tutti perché favorirebbe un'allocazione degli investimenti più equilibrata,
spingendo così la crescita», commenta Sabrina Racca, co-direttore commerciale di Eurizon Capital. Dello
stesso avviso è Aldo Messa, amministratore delegato di Apogeo Consulting (una delle tre reti del Gruppo
Azimut). «Gli studi di finanza comportamentale dimostrano una spiccata tendenza dei risparmiatori a investire
sui massimi con effetti nefasti sui rendimenti quando i mercati ripiegano», spiega. «In questo senso sarebbe
utile portare queste materie sui banchi di scuola, già a cominciare dalle scuole superiori: qualche iniziativa in
tal senso esiste già, ma si muove su base sporadica, non di sistema». Qualcosa del genere avverrà al Salone
del Risparmio, con un migliaio di studenti iscritti alla terza giornata della manifestazione, nel corso della quale
sono stati pianificati percorsi a loro dedicati, dalle mostre culturali ai corsi di formazione, alle conferenze
didattiche. Ma la crescita della cultura finanziaria passa anche attraverso una fiducia da ritrovare nei confronti
della stessa offerta di prodotti. «Negli ultimi tempi abbiamo accelerato nella formazione rivolta ai nostri
collocatori», spiega Racca. «In collaborazione con il gruppo Intesa SanPaolo offriamo formazione sia tramite
la Tv aziendale, sia mediante un nucleo di specialisti attivo sul territorio che studia con i colleghi di filiale
l'efficiente allocazione dei risparmi». Il tema dell'educazione finanziaria si lega in maniera stretta con quello
relativo alla consapevolezza degli investimenti. «Molti risparmiatori sono usciti dai mercati in pieno crollo dei
listini, monetizzando le parte e rinunciando alla robusta rivalutazione che si è registrata negli ultimi mesi»,
riflette Massimo Greco, amministratore delegato di JP Morgan Asset Management. «Una maggiore
conoscenza delle dinamiche dei mercati potrebbe aiutare a resistere agli alti e bassi, puntando così a una
crescita sostenibile nel lungo periodo». La stessa Assogestioni è tra i più accesi sostenitori dei cosiddetti
«Pir», Piani Individuali di Risparmio che potrebbero essere istituiti a livello normativo per premiare
fiscalmente chi investe con un'ottica da cassettista, in contrasto con logiche speculative. Qualcosa di simile a
quanto già previsto per i fondi pensione. «La fiscalità può incidere, ma fino a un certo punto», commenta però
Greco. «Piuttosto il salto importante da fare è passare da una logica di puro investimento a una più globale di
pianificazione finanziaria, che prenda in considerazione tutte le necessità e le aspirazioni del risparmiatore,
considerando tutte le entrate previste e le necessità di sostegno al reddito nel lungo periodo». Nonostante le
difficoltà che il risparmio gestito italiano si trova a fronteggiare da anni, la Penisola resta comunque una meta
interessante per gli operatori internazionali. «L'Italia, un po' come tutta l'Europa, ha accumulato grandi
quantità di risparmio nei decenni, per cui resta un mercato importante nonostante i problemi più recenti»,
commenta Matteo Bosco, country head di Aberdeen Asset Management Italy. Questo non significa che
l'offerta sarà destinata a restare la stessa della fase pre-crisi. «La crisi di fiducia verso il mondo della finanza
spinge la domanda di consulenza, destinata a diventare sempre più importante anche alla luce delle
normative internazionali sul tema». Se l'economia italiana appare destinata a restare debole anche per
diverso tempo, all'industria del risparmio gestito non resta che puntare sull'internalizzazione per crescere.
Nelle scorse settimane Pioneer Investments (gruppo Unicredit) ha presentato il piano quinquennale al 2016
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che prevede una crescita media annua delle masse in gestione dell'8% (partendo dai 162 miliardi di euro di
fine 2011), con un contributo crescente dell'estero, che già oggi incide per circa il 50%, con una presenza in
27 mercati. «Al pari delle altre multinazionali occorre andare a cercare il business nei Paesi che presentano i
maggiori tassi di crescita», spiega Sandro Pierri, amministratore delegato di Pioneer Investments Italia. Il
quale, in merito allo sviluppo dei mercati vede «un ritorno di fiducia verso l'Italia, soprattutto sul fronte dei titoli
di Stato». [ I PROTAGONISTI ] 1 2 3 4 Sabrina Racca (1) co-direttore commerciale Eurizon Capital; Aldo
Messa (2) amm. del. di Apogeo Consulting-Gruppo Azimut; Matteo Bosco (3) country head di Aberdeen
Asset Management Italy; Sandro Pierri (4) amministratore delegato di Pioneer Investments Italia
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rapporti vino
Il gusto di investire in un'ottima annata
IN QUESTA FASE TURBOLENTA DEI MERCATI FINANZIARI LE ETICHETTE PRESTIGIOSE SI SONO
RIVELATE UN ASSET ALTERNATIVO PER BILANCIARE I TREND RENDIMENTI A DUE CIFRE PER IL
FONDO AD HOC DI BANCA GENERALI PER I CLIENTI FACOLTOSI
Paola Jadeluca
Roma «Abbiamo collocato 22 milioni di euro dallo scorso luglio, sui nostri numeri quasi non si avverte, ma
questa nicchia dedicata agli appassionati ci sta dando soddisfazioni, soprattutto sotto il profilo dei rendimenti,
la sola parte vini è cresciuta dell'11%». Giancarlo Fancel, vice direttore generale di Banca generali non ha
dubbi: «In questa tempesta finanziaria non sono molte le soluzioni che sanno entusiasmare gli animi e
appagare le esigenze degli investitori: alcune tipologie di oggetti di lusso e da collezione sono in grado di
farlo, e tra queste, in particolare, il vino». Vino? Male che va lo puoi sempre bere, amava ripetere l'avvocato
Gianni Agnelli quando investire in etichette top era appannaggio di pochi ricchi. Oggi il "bere bene" è
diventato una moda, entusiasma una platea sempre più ampia di consumatori anche se non tutti possono
permettersi un Romanée-Conti, su e-Bay impazzano le aste di vini meno cari e meno pregiati ma che tuttavia
sono riusciti a crearsi un proprio mercato. Segno che cresce l'attenzione. In questo scenario nasce l'idea di
Banca Generali, che nel portafoglio della holding vanta le tenute di Genagricola, di inserire in un giardinetto
titoli anche un bouquet di annate storiche, per diversificare i portafogli, bilanciare gli asset. «La nostra
gestione patrimoniale investe in fondi che hanno dei sottostanti fisici, ci sono bottiglie rare, orologi prestigiosi.
La società Elite Advisor, specializzata in "passion investments", che abbiamo scelto per la grande esperienza
e competenza dimostrate sul campo, ha da poco avviato anche un terzo comparto di fondi, Divine Jewels,
che ha per sottostanti pietre preziose». Le azioni fluttuano, l'euro è sotto attacco, i bund prima alle stelle, oggi
crollano. Insomma, di sicurezze ce ne sono poche e tutti si chiedono che cosa fare, e il panico attanaglia
piccoli e grandi risparmiatori. Ma intanto i Bordeaux 2009 e 2010, non ancora consegnati, due ottime annate,
stanno raggiungendo quotazioni interessanti. Aumenta la disoccupazione, diminuiscono i consumi, cresce il
tasso di povertà. Ma, paradossalmente, allo stesso tempo le aste di vini, orologi e di arte fanno registrare
impennate nelle quotazioni sulle principali piazze mondiali. Segno che chi ha soldi, tanti, non soffre la crisi.
Ma preferisce tutelarsi, comprando qualcosa di bello che, oltretutto, acquista valore nel tempo. C'è chi fa da
sé e chi, non sapendo come, vorrebbe farlo in buona compagnia. «Non sempre l'investimento conviene su
scala personale - spiega Fancel - senza contare che non è facile muoversi da soli in questi settori molto
specialistici: bisogna spostarsi bisogna seguire le aste, avvalersi di consulenti e della non facile gestione di
prodotti che, nel caso del vino ad esempio, necessita di strutture adeguate per il perfetto mantenimento. È
per questo che abbiamo pensato di creare una linea di gestione di portafogli destinata a soddisfare le
richieste di una clientela qualificata». La linea ha un nome, Gpm Lifestyle solution, che evoca suggestioni di
una vita glamour , suggello di lussi che si traducono nel lusso di un investimento a prova di crisi, decorrelato
dagli andamenti del mercato e perciò finalizzato a fungere da ancora nelle fasi più turbolente. I passion
investment , così si chiamano, fanno parte della quota di investimenti alternativi che pesano tra il 7 e il 10%
sul portafoglio mondiale degli Hnwi, high net worth individual . Fino a poco tempo fa facevano la parte del
leone tra gli "alternativi" hedge fund, private equity, ma dopo il grande tsunami finanziario, che non ha
risparmiato nessuno, sta crescendo sempre più l'attenzione verso questi beni di lusso. I fondi pensione sono
quelli che per primi hanno individuato queste «nicchie», piccole ma solide, a cui ancorare gli investimenti.
Diversificati rispetto alle asset class tradizionali, come le azioni, i beni di lusso si confermano piacevoli
alternative. Mps, con sede a Siena, terra di vini, con in portafoglio due tra le più prestigiose tenute toscane
dove si producono etichette premiate, ha sviluppato una serie di indici di questi beni di lusso. Riguardo ai vini
registra un andamento su livelli nettamente più elevati delle asset class tradizionali. Il vino resta quello con la
più forte carica di attrattività. Soprattutto per gli italiani. Banca Generali ne ha fatto l'asset privilegiato per la
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nuova linea di gestione, considerato lo storico delle performance. Il funzionamento: chi vuole diversificare una
piccola parte del proprio portafoglio può sottoscrivere la gestione patrimoniale che a sua volta investe per la
maggior parte in fondi di vini pregiati, un'altra indirizzata al prodotto dedicato a prestigiosi orologi, mentre un
20% investe in bond di società del lusso e il restante in liquidità per valutare ulteriori strategie o fronteggiare
eventuali riscatti. Non si entra in possesso del bene. I vini, per esempio, sono conservati secondo i più elevati
standard in un caveau di Ginevra. Fondi ad elevata liquidità: le bottiglie di Petrus o Lafite sono meno di
quanto il mercato richieda, soprattutto quello asiatico. Perciò per uscire si calcola il Nav, nett asset value, e si
prende il corrispettivo. Si possono anche riscattare alcuni beni, ma mai le bottiglie più pregiate. «In un anno
pieno di turbolenze come il 2011 le performance sono state significative: circa 11% per il fondo dei vini Nobel
Crus, gestito da Christian Roger, un antesignano in questo ambito», racconta Fancel. Il fondo legato ai vini,
gestito sempre dai professionisti della lussemburghese Elite Advisers, grazie all'esperienza e al contributo di
grandi esperti, è stato in grado di ottenere un rialzo di oltre il 20% nel 2008 (al primo anno di lancio), del
9,79% nel 2009 e del 13,4% nel 2010. La commissione di sottoscrizione è in linea con gli altri prodotti
finanziari. Ma è la soglia minima di ingresso il vero discrimine: 176.000 euro. Il prezzo di un biglietto da visita
che, oltretutto, apre le porte a eventi esclusivi, come visite al porto Franco di Ginevra, Wine & business Club,
Cena e Concerto a Clos Vougeot e appuntamenti nei ristoranti pluristellati.
150.000 EURO Il valore dell'asta di vini pregiati battuta a Firenze da Pandolfini a metà marzo. A New York
all'ultima asta di Sotheby's è stata battuta 49.000 dollari 1 Nabucodonosor (15 litri) Masseto 2007 Tenuta
Ornellaia dei Marchesi de' Frescobaldi A Houston a 211.000 dollari l'Imperiale (6 litri) di Guado al Tasso,
Bolgheri 2007 Marchesi Antinori
Foto: "Passion investment" così si chiamano i beni di lusso e di piacere che possono diventare anche oggetto
di speculazione finanziaria come il vino le pietre preziose. Gli inglesi fanno scuola
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La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012
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La grande bolla immobiliare si sta sgonfiando ma il business-ufficio
resiste
AXA REAL ESTATE INVESTMENT CON OLTRE 42 MILIARDI DI EURO DI PATRIMONIO IN GESTIONE
LANCIA IL FONDO CAESAR CHE HA GIÀ RACCOLTO 118 MILIONI FRANCIA E GRAN BRETAGNA I
MERCATI PIÙ INTERESSANTI
(c. p.)
Nove anni di durata e l'ambizione di raggiungere una distribuzione media di dividendi del 5,5% sul capitale
investito e un tasso interno di rendimento del 9%, entrambi al netto delle commissioni e prima della
applicazione della ritenuta d'acconto. E' l'obiettivo di Axa Real Estate Investment con oltre 42 miliardi di euro
di patrimonio in gestione a dicembre 2011, con il lancio del Fondo Caesar che ha già raccolto 118 milioni di
euro da investitori istituzionali italiani al primo closing e punta a raggiungere 200 milioni di euro, così da
portare il totale dell'attivo a 400 milioni di euro quando completamente investito. Il Fondo sarà gestito da Axa
Reim Sgr Spa. Il Fondo è stato sottoscritto da diverse tipologie di investitori istituzionali italiani che
comprendono casse di previdenza, fondi pensione e compagnie di assicurazione. Il target: immobili "Core" a
uso ufficio situati nei paesi della zona euro e in Gran Bretagna. «Inizieremo a investire in Francia e in Gran
Bretagna in quanto riteniamo che questi mercati offrano le migliori opportunità di investimento in immobili a
uso ufficio che generano dei flussi di cassa stabili», ha spiegato Giorgio Pieralli, Direttore generale di Axa
Reim Sgr, e fund manager del fondo Caesar. Non appena altri mercati daranno chiari segnali di ripresa il
fondo conta di allargare l'orizzonte. Riguardo all'Italia si sta alla finestra. Il mercato è in sofferenza, e la
riduzione delle transazioni sta facendo sgonfiare la bolla immobiliare che aveva fatto impennare le quotazioni
degli stabili. Secondo un recente report del Centro Studi di BNP Paribas Real Estate Italia il mercato degli
uffici ha raggiunto lo scorso anno in termini di volumi investiti in uffici il livello dell'anno precedente paro a 4,3
miliardi circa di euro, nonostante il deteriorarsi della situazione economica e finanziaria in Italia e in Europa.
Una contrazione si è registrata nell'ultimo trimestre, che è stato negativo, un risultato compensato però dagli
investimenti in crescita, seppure lieve, rilevati nei primi nove mesi dell'anno. Ma il trend è in discesa ormai da
quattro anni. Gli investimenti in immobili a uso terziario a Roma, per esempio, piazza ritenuta chiave, è stato
pari a 600 milioni circa di euro, con una contrazione del 10% circa rispetto al 2010 e confermando il trend di
costante riduzione dei volumi investiti che è ormai in atto da quattro anni. Gli investimenti in immobili ad uso
ufficio a Milano nel 2011 sono stati leggermente inferiori che nella Capitale, pari a circa 530 milioni di euro.
Questo livello rappresenta quasi un dimezzamento rispetto l'anno precedente. gli investimenti sono sempre
più concentrati nel centro della città, evitando quelli che implichino un rischio maggiore, come spazi vuoti o in
ristrutturazione). (c. p.)
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La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012
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Pensione fai-da-te, unit-linked in calo ora si preferisce il capitale garantito
LE OSCILLAZIONI DEI MERCATI FINANZIARI E ANCHE I COSTI DI GESTIONE SPINGONO AL RIBASSO
LE POLIZZE ASSICURATIVE E I PRODOTTI LEGATI A FONDI DI INVESTIMENTO PIÙ GETTONATE LE
LINEE PRUDENTI CON UN RENDIMENTO MINIMO MA SICURO
(m. man.)
Roma Complici le violente oscillazioni dei mercati finanziari, le polizze assicurative di tipo unit-linked, i
prodotti del ramo III legati a fondi di investimento, faticano a trovare spazio nei portafogli dei risparmiatori
italiani: nei primi nove mesi del 2011 la raccolta premi di queste polizze ha subito un calo dell'11% circa,
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le unit s e m b r a n o r i scuotere poco interesse anche tra
i sottoscrittori di polizze previdenziali, i Pip, che pure sono gli strumenti di previdenza integrativa a raccogliere
il maggior numero di adesioni, +25% nel 2011, contro il +3,8% dei fondi pensione aperti e il leggero
arretramento dei fondi negoziali. Le preferenze dei sottoscrittori di Pip vanno, infatti, decisamente alle linee
garantite, i fondi a gestione separata del ramo I, che offrono l'indubbio vantaggio di un rendimento minimo
con il consolidamento dei risultati raggiunti anno per anno; sulla base degli ultimi dati Covip disponibili, relativi
all'anno 2010, le linee garantite sono state scelte da ben il 63% degli iscritti ai Pip «nuovi», quelli conformi al
decreto 252/2005. Quanto ai rendimenti 2011, i Pip unit-linked hanno inevitabilmente pagato lo scotto del
negativo andamento dei mercati finanziari. Secondo le elaborazioni della Covip, il risultato aggregato delle
unit-linked dei Pip è stato negativo per il 5,7%, dopo il +5,2% registrato nel 2010. A registrare un risultato
positivo sono solo le linee obbligazionarie, un modesto +0,9% ottenuto nonostante il crollo dei titoli di Stato
italiani; hanno perso il 4% le linee bilanciate e l'8,8% le linee azionarie. Sono andati meglio gli strumenti di
previdenza integrativa individuale concorrenti, i fondi pensione aperti: qui le linee bilanciate hanno perso il
2,3% e i comparti azionari hanno contenuto la perdita al 5,3%. Questi dati, va sottolineato, forniscono
essenzialmente una valutazione dell'operato dei gestori, ma non riflettono il rendimento effettivamente
conseguito dai sottoscrittori. Il motivo di tale distinzione è duplice. In primo luogo, l'investimento previdenziale
è di tipo rateale, i versamenti sono effettuati, cioè, con cadenze che vanno dal mese all'anno, e questa
ripartizione dell'investimento nel tempo ha l'effetto di «diluire» gli andamenti dei mercati, contenendo le
perdite nei ribassi e riducendo i guadagni nei rialzi. In secondo luogo, i risultati sono sì al netto dei costi che
gravano direttamente sui fondi, ma non considerano spese e commissioni che sono prelevati sui singoli
versamenti o direttamene dalla posizione individuale. E c'è da dire che i Pip sono mediamente più cari dei
fondi pensione aperti: l'incidenza complessiva di spese e commissioni, misurata dall'indicatore sintetico dei
costi, vede un divario che, per le linee bilanciate e azionarie, risulta ben superiore al punto percentuale annuo
sugli orizzonti temporali di due e cinque anni e si riduce allo 0,9% annuo considerando un investimento di 35
anni. Se dai dati aggregati si passa ai rendimenti conseguiti dalle singole linee di prodotto, colpisce l'elevata
dispersione dei risultati all'interno della stessa tipologia di investimento. In attesa dei dati elaborati dalla
Covip, si sono utilizzate le performance a tre anni al 31 dicembre 2011 calcolate dall'Ania, considerando solo
i comparti aperti alla distribuzione nel periodo considerato; le linee sono state riclassificate in azionarie,
bilanciate e obbligazionarie in funzione della percentuale investita in azioni, per adottare lo stesso criterio di
classificazione utilizzato dalla Covip. Tra i comparti azionari si passa dal +53,4% a tre anni di Bcc Vita Equity
America, non più sottoscrivibile, al - 3,0% di Reale Linea Futuro e al - 3,15% di Italiana Linea Futuro,
appartenente allo stesso gruppo. Per questi prodotti, la compagnia rivendica un andamento che, pur
negativo, risulta nel triennio in esame comunque migliore del benchmark (un paniere di indici Fideuram dei
fondi comuni), con una volatilità inferiore; viene fatto notare anche che in un prodotto commercializzato nella
forma del piano di accumulo, la valutazione dei rendimenti dovrebbe essere personalizzata, in modo da
tenere conto degli apporti di capitale effettuati nel corso del periodo di investimento. Il divario è anche più
accentuato tra i comparti bilanciati. Al vertice della graduatoria sono il fondo Provident 2 di Mediolanum Vita,
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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19/03/2012
La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012
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(diffusione:581000)
+26,8%, e la linea Medium di Arca Vita con il 23,6%. Fanalini di coda, due comparti del Pip Elios Previdenza
2007 di Antoniana Veneta Popolare Vita, Armonico, che prevede un'esposizione in azioni fino al 50%, e
Attivo, le azioni qui possono arrivare fino al 70%, ma va detto che la distribuzione di questo prodotto è stata
interrotta nel 2011. Life Arc Blu di Uniqa Previdenza sui tre anni ha perso, poi, oltre il 17%. Questa linea fa
parte, spiegano alla compagnia austriaca, non del prodotto di punta, ma di una polizza messa a punto in
esclusiva per una piccola rete di vendita e ha un patrimonio particolarmente ridotto, di poco superiore ai due
milioni di euro. Tra gli obbligazionari, infine, spicca il +16,5% di Provident 3 di Mediolanum Vita, cui tuttavia si
contrappone il più modesto +1,8% del fondo Provident 5 che la compagnia caratterizza come comparto a
rischio medio - basso. Hanno fatto peggio, con performance a tre anni di segno negativo, l'obbligazionario
Europa di Sara Vita e il comparto Protetto 2007 di Antonveneta Vita. (m. man.) BCC VITA UNIQA
PREVIDENZA ARCA VITA INTESASANPAOLO VITA POPOLARE VITA SOCIETA' REALE MUTUA
ITALIANA ASSICURAZIONI ANTONIANA VENETA POPOLARE VITA UNIQA PREVIDENZA MEDIOLANUM
VITA SARA VITA ANTONIANA VENETA POPOLARE VITA
Foto: Secondo la Covip il risultato aggregato delle unit-linked dei Pip è stato negativo per il 5,7%, dopo il
+5,2% registrato nel 2010
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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19/03/2012
La Repubblica - Affari Finanza - N.10 - 19 marzo 2012
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(diffusione:581000)
Previdenza alla sfida degli indici La strategia? Prima azioni e poi rendita
EFAMA GIUDICA NECESSARIO UN CAMBIO DI ROTTA PER IL SETTORE IN MODO DA ASSICURARE
PROSPETTIVE MIGLIORI A CHI LASCIA IL LAVORO A SORPRESA LE OBBLIGAZIONI SAREBBERO DA
PREFERIRE IN UN SECONDO MOMENTO
(p.d.m.)
Pensioni, serve un cambio di rotta. Lo segnala Efama, European fund and asset management association) in
"Ripensare le strategie previdenziali: come assicurare prospettive migliori per i futuri pensionati", studio
condotto dal Professor Maurer e Barbara Somova della Goethe Universität di Francoforte. L'analisi mostra
che, a differenza di quanto comunemente consentito dalla normativa che impone la conversione in rendita, la
migliore strategia consista nell'investimento di almeno una porzione del patrimonio previdenziale in azioni
all'inizio del periodo di pensionamento, a cui dovrebbe far seguito un graduale trasferimento verso
l'investimento obbligazionario e la rendita. Tale strategia, infatti, rispetto a quanto si ottenga con la
trasformazione in rendita dell'intero capitale al momento del pensionamento, consentirebbe ai pensionati di
raggiungere un più elevato e stabile livello di spesa durante l'intero periodo di "decumulo" rispetto a quanto si
ottenga con la trasformazione in rendita dell'intero capitale al momento del pensionamento. Inoltre si
garantirebbe una maggiore flessibilità e autonomia nell'utilizzo delle proprie risorse con la possibilità, per
esempio, di lasciare una eredità, mentre la retribuzione mensile cessa con la morte del titolare. Un insieme di
considerazioni che, sempre secondo Efama, contribuirebbero ad accrescere la soddisfazione del pensionato
Lo studio considera come il regolatore pubblico sia generalmente guidato sia da ragioni "paternalistiche" di
protezione del pensionato da scelte di consumo eccessivo o eccessivamente rischiose sia da esigenze di
stabilizzazione dei flussi fiscali. La normativa dei maggiori paesi europei, al contrario di quella statunitense,
prevede infatti l'obbligo di conversione immediata in rendita - seppur con percentuali diverse e con diverse
età in cui scatta tale l'obbligo. (p.d.m.)
Foto: Mercati azionari in piena attività
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(diffusione:100933, tiratura:169909)
Fondi In Italia cresce l'attenzione dei grandi investitori per gli investimenti etici. Ecco i migliori prodotti a
portata di risparmiatore
BUONE PERFORMANCE
Roberta Castellarin e Paola Valentini
Puntare sui fondi socialmente responsabili nell'ultimo anno è stato premiante anche in termini di performance.
Il comparto Raiffeisen Futura Global Bond ha messo a segno a 12 mesi un +15%. Mentre l'azionario Dexia
Sust North America ha guadagnato l'11,4%. Chi ha puntato sull'acqua con Pictet water ha avuto un
rendimento del 9,3%. Nel corso dell'ultimo anno i fondi etici in Europa sono cresciuti, sia in termini di asset
gestiti sia come numero di prodotti disponibili. È quanto emerge dall'ultima rilevazione realizzata a ottobre
2011 dall'agenzia francese Vigeo in collaborazione con Morningstar. L'analisi, che ha preso in esame solo i
fondi retail, ha registrato una crescita del patrimonio gestito dai fondi etici a 84 miliardi di euro (+12% rispetto
al 30 giugno 2010). Sale, anche se a ritmi più contenuti, il numero di fondi etici: 886 prodotti (+1% rispetto al
2010). Per quanto riguarda i singoli Paesi, il patrimonio gestito dai fondi etici è cresciuto del 26% nei Paesi
Bassi, del 21% in Germania e del 19% in Francia. Il mercato d'Oltralpe si conferma il più importante a livello
continentale (vale il 38% dell'Europa), davanti al Regno Unito (15%). Per quanto concerne, invece, l'Italia,
l'ultimo anno ha visto gli asset gestiti dai fondi etici rimanere quasi invariati (-1%), confermando il ritardo del
nostro Paese rispetto all'Europa: il patrimonio gestito dai fondi etici italiani pesa il 3% del totale europeo. Un
dato che ha una doppia chiave di lettura: negativa se paragonato all'Europa, ma positiva se paragonato al
difficile momento vissuto in Italia dal mercato dei fondi comuni tradizionali. Venendo, invece, alla tipologia dei
fondi, quelli azionari sono ancora la maggioranza (48%) ma crescono quelli obbligazionari, che sono il 40%.
Infine, da un'altra recente ricerca realizzata da Eurosif, il forum europeo per la promozione della finanza
etica,è emerso come (continua a pag. 33) anche tra gli investitori istituzionali sia in forte crescita l'attenzione
per questa tipologia di investimenti. Il 56% dei fondi pensione aziendali in Europa utilizza, infatti, criteri di
investimento socialmente responsabili. «Il comparto dei fondi comuni socialmente responsabili sta vivendo un
notevole boom a livello europeo, anche in seguito alla recente crisi e alla crescente diffidenza che i
risparmiatori hanno maturato nei confronti di un sistema finanziario poco trasparente. In Italia siamo ancora in
ritardo rispetto alle medie europee: il Paese pesa solo il 3% sul totale del continente. Ma siamo convinti che
proprio per questo motivo ci siano ampi margini di sviluppo. Basti pensare che nonostante la difficile
congiuntura economica e finanziaria che stiamo vivendo, nell'ultimo anno i clienti dei fondi di Etica sgr sono
cresciuti dell'11,5%», sottolinea Alessandra Viscovi, direttore generale di Etica, sgr che promuove soltanto
fondi comuni socialmente responsabili. «Uno degli aspetti più importanti sul quale è ancora opportuno far
chiarezza in Italia è che i fondi etici non sono fondi che fanno beneficienza, ma sono prodotti di risparmio
gestito che investono i soldi dei clienti con l'obiettivo di perseguire rendimenti soddisfacenti», sottolinea
Viscovi. I fondi etici presenti nel panorama italiano sono oggi ancora molto eterogenei per caratteristiche e
peculiarità. «Quelli proposti da Etica sgr si caratterizzano perché i titoli presenti nei portafogli dei nostri fondi
sono selezionati tra gli emittenti che si distinguono per l'attenzione alle conseguenze sociali e ambientali dei
loro comportamenti», aggiunge Viscovi. Da settembre 2010 Etica sgr ha sviluppato una metodologia d'analisi
della responsabilità sociale delle società italiane quotate, con la scuola Altis dell'Università Cattolica di
Milano. «In questo modo si riducono gli effetti della speculazione finanziaria, tornando ad investire nella vera
economia e in particolare in quelle aziende che puntando ad un approccio sostenibile stanno guardando
realmente al futuro», aggiunge Viscovi. (riproduzione riservata)
I MIGLIORI FONDI ETICI PER PERFORMANCE A UN ANNO Fonte: Morningstar - Classi retail vendute in
Italia * Annualizzato ** Total expense ratio, costi a carico del fondo Raiffeisen Futura Global Bond A
Raiffeisen Futura Swiss Franc Bond A Dexia Sust North America N Dexia Sust World Bonds C Acc PictetWater-P Eur Eurizon Obbligazionario Etico Bnp Paribas Développement Humain Aviva Invest. Sust Future
Global Eq. A Eur Bnl Per Telethon Sarasin Sustainable Bond Eur A Pioneer Obblig. EurCorp Etico a dist. A
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LO Funds Euro Responsible Corp. Bond PA Dexia Sust Euro Bond N Eur Acc Sarasin Sustainable Equity Global A Parvest Sustainable Bondd Euro Corp. C Vontobel Vontobel Dexia Am Dexia Am Pictet Funds
Eurizon Capital sgr Bnp Paribas Am Aviva Investors Bnp Paribas Ip sgr Sarasin sicav Pioneer Im sgr
Lombard Odier Dexia Am Sarasin sicav Bnp Paribas Ip Lux 2,50% 1,55% 5,64% 0,59% 9,36% 5,37% 7,09%
10,64% 4,32% 2,17% 6,79% 4,14% 2,39% 11,21% 5,71% 14,96% 13,32% 11,43% 10,9% 9,21% 8,39%
8,36% 7,11% 7,00% 6,58% 6,57% 6,41% 6,25% 6,23% 6,17% 9,31% 10,54% 26,87% 5,92% 21,62% 6,59%
21,61% 18,06% 5,82% 4,6% 12,66% 10,78% 20,25% 9,76% 0,88% 0,77% 2,23% 1,04% 1,89% 0,95%
1,66% 2,00% 1,40% 1,29% 1,39% 0,93% 2,14% 1,05% Nome della società Nome del fondo Da inizio anno 1
anno 3 anni* Ter** Rendimento al 12 marzo 2012
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Check-up di primavera
Carlo Giuro
Sono in arrivo i rendiconti per l'attività 2011. Entro il 31 marzo i fondi pensione aperti, negoziali e i pip devono
inviare agli aderenti una puntuale informativa periodica. Un appuntamento che diventa anche l'occasione per
fare un check-up alla propria posizione previdenziale verificando se in base al reddito, al bilancio familiare,
degli obiettivi previdenziali,e a eventuali altre forme di investimento nel frattempo realizzate, non sia il caso di
cambiare linea o di aumentarei versamenti. Il rendiconto di fine anno riporta il valore della posizione
individuale maturata, il risultato netto di gestione e il Ter (Total expenses ratio, ovvero i costi totali) riguardanti
la linea (o le linee) di investimento cui l'aderente partecipa. Importante esaminare la sezione 3 relativa alla
posizione individuale maturata in cui si dà in primo luogo conto della composizione e del valore del capitale
maturato alla fine dell'anno di riferimento, si opera il confronto con quanto risultante alla fine dell'anno
precedente, e viene fornito il dettaglio delle operazioni effettuate nell'anno. Seguono le informazioni relative
alla linea di investimento scelta: il rendimento conseguito, la spiegazione dell'andamento della gestione
nell'anno, la serie dei rendimenti degli ultimi 3, 5 e 10 anni rapportati ai relativi benchmark. Nella parte
seconda della comunicazione, dedicata alle informazioni generali, vanno riportate le variazioni che, nel
periodo di riferimento, hanno interessato la forma pensionistica (laddove non abbiano già costituito oggetto di
apposita comunicazione individuale), nonché quelle ulteriori informazioni che devono essere diffuse agli
aderenti sulla base di specifiche indicazioni che la Covip ha fornito in corso d'anno. Insieme alla
comunicazione periodica va trasmesso poi il progetto esemplificativo personalizzato che fornisce un
aggiornamento in relazione a una serie di variabili come i dati relativi all'iscritto (età, sesso, a quanto
ammonta la contribuzione, profilo di investimento scelto) e quelli relativi al fondo pensione (costi nella fase di
accumulazione e della trasformazione in rendita). Il progetto esemplificativo considera poi una serie di ipotesi
definite da Covip che stima la crescita della retribuzione dell'individuo all'1% al netto dell'inflazione, a sua
volta indicata crescere del 2% all'anno. Per quest'anno, visto che la riforma previdenziale Monti-Fornero, è
stata varata a fine 2011 ed è già in vigore, i progetti esemplificativi possono basarsi nelle loro simulazioni
sulle età di pensionamento in vigore pre riforma. La Covip richiede invece di aggiornare subito i motori di
calcolo dei siti web dei fondi, attraverso i quali gli interessati possano operare simulazioni personalizzate,
anche modificando, entro determinate condizioni, le variabili utilizzate nella predisposizione delle stime fornite
direttamente dai fondi agli iscritti. Nel frattempo sono in arrivo novità dall'Europa per l'informativa precontrattuale dei fondi a contribuzione definita, ovvero quelli nati dopo il 1993. La nuova direttiva Iorp che
dovrebbe vedere la luce in primavera punta a introdurre anche per i comparti previdenziali un documento
simile al Kiid dei fondi comuni previsto dalla direttiva Ucits IV per dare un'informazione sintetica ai
sottoscrittori. (riproduzione riservata)
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Pag. 1
INVESTIRE SULLA PREVIDENZA Protezione totale
Quanto vale scommettere sul futuro
La riforma delle pensioni rilancia il secondo pilastro per aumentare le garanzie di una vecchiaia serena
Massimo Esposti
Negli anni d'oro dei grandi profitti molte aziende organizzavano team building dove, spesso, l'eccentricità era
il tema dominante. Si portavano gruppi di dipendenti in luoghi isolati con la sfida a muoversi su ponti tibetani,
scalare vette in gruppo, oppure affrontarsi in estenuanti gare di tutti i tipi.
«Bisogna fare squadra, condividere l'impegno e gli obiettivi» era lo slogan ripetuto ad alta voce in stile
sergente dei Marines. Una moda alla quale non è sfuggita l'industria del credito e del risparmio gestito. In
fondo vedere il proprio lavoro in un modo diverso poteva essere l'occasione per alimentare la creatività, la
capacità di guardarsi dentro e imparare a osservare fuori con occhi diversi. Quel mondo sembra ormai
lontanissimo, quasi cancellato dalla grande crisi che ha ribaltato le priorità. Oggi gli operatori del settore del
risparmio e degli investimenti sono impegnati quotidianamente in una lotta feroce.
continua a pag. 5
© RIPRODUZIONE RISERVATA In molti casi puramente difensiva tanto che, quando vengono analizzati i
dati mensili della raccolta (banche, fondi, Sgr), il ricorso è quello alle tinte forti come "fuga da..." oppure
"emorragia".
Proprio nei grandi numeri c'è però qualcosa di inquietante. In base agli ultimi dati, mediamente gli italiani
riescono a risparmiare circa 1.600 euro all'anno, un'erosione costante di quel tesoretto che le famiglie
riuscivano a destinare alla protezione del proprio futuro. In parallelo si sta assistendo a una corsa forsennata
al gioco d'azzardo legalizzato che lo scorso anno ha fatto confluire in gratta e vinci, slot machine, concorsi
vari, qualcosa come 70 miliardi di euro, posizionando il nostro Paese al terzo posto mondiale in questa
classifica di rincorsa al sogno della vincita.
Un peso, quello del gioco in denaro, che ha obbligato anche l'Istat a modificare il paniere in base al quale
viene determinato l'indice dei prezzi al consumo: «Anche nel segmento dei Giochi, lotterie e scommesse - si
legge sul sito dell'Istituto centrale di statistica - nella posizione dei Concorsi pronostici, sono stati inseriti, in
aggiunta ai tradizionali giochi numerici a totalizzatore nazionale e ai giochi a base sportiva, le "lotterie
istantanee", le "scommesse sportive" e i "giochi a base ippica"».
Senza entrare nel giudizio - che lasciamo al lettore - se questa evoluzione sociale sia giusta o sbagliata, c'è il
dato di fatto, per noi che viviamo di numeri, di un grande flusso di denaro distolto da altre forme di
investimento non legate alla fortuna, ma, ad esempio, alla pianificazione per garantirsi una rendita, una
previdenza complementare, una rete di sicurezza economica per i figli.
Allora vale più la fortuna del futuro? Non per tutti e meno male. Se guardiamo infatti al grande interesse per il
nuovo BTp Italia legato all'inflazione (tra l'altro il call center del Tesoro è un esempio di rapidità e precisione
nelle risposte, come abbiamo verificato inviando domande via mail da privati cittadini), emerge un importante
aspetto: valori come fiducia, risparmio, sicurezza, trasparenza, sono ancora validi, pienamente percepiti e
rappresentano un messaggio chiaro per tutta la filiera del risparmio e degli investimenti.
Un team building da esercitare ogni giorno.
Massimo Esposti
[email protected]
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PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Pag. 4
INTERVISTA Mauro MarèMefop
«I fondi? Ammortizzatori sociali»
Ipotesi iscrizione con il contratto, diritto di recesso sempre possibile
L'utilità dei fondi pensione è fuori discussione, anche se la riforma Monti-Fornero ha elevato le prestazioni,
seppur aumentando l'età pensionabile. Intanto perché alcuni usciranno prima dal mondo del lavoro e poi
perché un secondo pilastro è fondamentale per diversificare il rischio. Resta però il nodo adesioni: meno di
un quarto di chi può ha aderito a un fondo pensione.
Come convincere gli italiani ad aderire?
Per esempio per via contrattuale. Si tratta di iscrivere automaticamente tutti i lavoratori di un settore al
proprio fondo pensione con un minimo contributo: è il primo passo per costruire poi una posizione adeguata
alle sue esigenze. Chi non vuole perché magari ha altri redditi o non lo desidera, potrà comunicare la sue
intenzione di non aderire. Per far ciò serve però una campagna istituzionale articolata e credibile, in cui
coinvolgere fondi pensione e intermediari.
Nel decreto Salva-Italia sono previste iniziative di educazione previdenziale busta arancione...
È un punto di partenza fondamentale. La previdenza deve essere una soluzione, non un problema. Senza
educazione previdenziale non si va da nessuna parte. Servono percorsi chiari, trasparenti e semplificati per
guidare la propensione di risparmio degli italiani verso finalità previdenziali. E rendere appropriate, se non
adeguate, le scelte previdenziali dei lavoratori.
Cosa ne pensa della possibilità di dirottare al secondo pilastro parte della contribuzione del primo?
Sono due sistemi differenti: il primo a ripartizione e il secondo a capitalizzazione. Ci sarebbe un effetto
potente per i fondi pensione e le posizioni degli iscritti ne beneficerebbero. Ma si creerebbe un problema per
le entrate del sistema pubblico: nell'immediato non mi sembra una via percorribile.
Come gestire le posizioni di chi esce dal mondo del lavoro prima del tempo?
I fondi pensione hanno iniziato da tempo a svolgere un ruolo di welfare integrativo, insieme ai fondi sanitari
che a loro si ispirano non a caso. Sarebbe utile esplorare la possibilità di far sì che i fondi possano essere
uno strumento flessibile di ammortizzatore sociale: anticipando il pagamento di rendita a chi perde il lavoro
negli anni precedenti la pensione. Sono previste formule analoghe, ma si devono allineare con le norme in via
di definizione nel mercato del lavoro, coerentemente con gli altri ammortizzatori allo studio in questi giorni.
Questo potrebbe incentivare ulteriormente le adesioni ai fondi pensione complementari.
Ma.l.C.
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Foto: IMAGOECONOMICA
Foto: Mauro Marè, presidente Mefop
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Pag. 4
'INVESTIRE NELLA PREVIDENZA /1
La cassetta degli attrezzi per la pensione di scorta
Chi interpellare per una consulenza previdenziale
Si fa presto a dire pensione di scorta. Ma come si fa? Non solo e non tanto dal punto di vista burocratico:
come si sceglie il fondo giusto? È meglio una polizza o un negoziale? Quanto versare? A che linea aderire?
Cosa si rischia? Si fa presto a dire "fa la cosa giusta": una volta deciso, ti assale una valanga di domande su
come proteggere la propria pensione. E allora, come si fa?
Diciamo subito che i canali per arrivare alla scelta giusta - o per approssimazione la meno sbagliata - sono
sostanzialmente due: aderire a uno strumento che automaticamente ci accompagna durante il nostro
percorso lavorativo fino alla pensione (vedi articolo a pag. 5) oppure farsi consigliare da un esperto, un
professionista che ci accompagni passo passo nella scelta (e da disturbare alla bisogna). In tutto il mondo
automatismi e consulenza sono le soluzioni previdenziali più idonee per costruire rendite adeguate alle
esigenze dei pensionati di domani.
Il consulente previdenziale è colui che ci guida a compiere nel modo migliore le quattro mosse indicate nel
libro "Guida alla pensione integrativa", distribuito poche settimane fa con il Sole 24 Ore: raccogliere tutti i
propri contributi (riscattando magari anni di laurea o militare), calcolare una stima del proprio tasso di
sostituzione (rapporto tra primo assegno pensionistico e ultimo stipendio), calcolare il proprio fabbisogno in
termini di rendita integrativa versando i propri contributi a un fondo pensione; e parallelamente fare quel
minimo di "manutenzione previdenziale" che permette di utilizzare le agevolazioni fiscali, le anticipazioni
previste (prima casa, salute, motivi ulteriori). Il momento cruciale è la sottoscrizione, ma è assai importante
anche l'assistenza post vendita.
Diciamo subito che il confine tra consulenza e vendita di un prodotto è labile, soprattutto per i piani individuali
pensionistici (Pip): più costosi per il cliente (cinque volte quelli dei negoziali) e più remunerativi per chi li
vende (vedi articolo pag. 6). A tutela dell'adeguatezza delle proposte le norme mettono alcuni paletti:
obbligando per esempio i professionisti a prove abilitanti e aggiornamenti professionali (Regolamento Isvap
5/2006 art. 35-40). Basta? No, ovviamente: sono condizioni necessarie, ma non sufficienti. Nel corso
dell'anno, per esempio, i 400 consulenti di Cattolica Previdenza inizieranno a ottenere la certificazione Uni Iso
2222. Un altro paletto normativo prevede che chi propone una forma individuale (Pip o fondo pensione
aperto), deve dire al cliente che, se lavoratore dipendente, perderebbe il beneficio del contributo del suo
datore di lavoro (a fronte di contributo volontario): un passaggio burocratico superabile per professionisti della
relazione interpersonale come gli agenti assicurativi.
Anche i fondi pensione aperti sono collocati da consulenti professionali come promotori finanziari o
sportellisti bancari. Spesso questi strumenti sono sottoscritti tramite adesioni collettive in azienda: un
consulente si reca periodicamente in sede per seguire le posizioni degli iscritti. «Il nostro servizio è a 360° dice Nadia Vavassori, responsabile Business Unit SecondaPensione Amundi Sgr -: supporto, in termini di
consulenza, informazione e formazione ai lavoratori e supporto tecnologico alle aziende al fine di garantire
una maggiore flessibilità del nostro fondo pensione aperto, rispetto ad altre forme di
previdenza,
accompagnando l'aderente anche in tutto il percorso lavorativo». Lo spazio di mercato degli aperti resta un
po' schiacciato tra polizze previdenziali di cui sopra e i fondi pensione negoziali o di categoria. Si tratta di
strutture non commerciali, caratterizzati da costi mediamente bassi (un terzo degli aperti). Proprio nella
consulenza il loro lato debole: la loro associazione (Assofondipensione) studia ipotesi di convenzione con reti
territoriali come i patronati. Ma c'è chi fa da solo: Previmoda (tessile, abbigliamento) ha formato nel 2011 una
rete cui gli aderenti e potenziali tali possono rivolgersi: 145 soggetti, delegati di assemblea e Rsu territoriali,
cui si aggiungeranno nel 2012 gli addetti degli uffici del personale e i consulenti paghe. Analogamente Fon.Te
(commercio, turismo) fa sapere di aver formato l'anno scorso 201 addetti tra rappresentanti dei lavoratori e
delle imprese. Poco? Un buon inizio.
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Pag. 4
Marco lo Conte
twitter.com/24previdenza
marcoloconte.blog.ilsole24ore.com
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Calcola la tua pensione Online
I 20 profili previdenziali tengono conto di una serie di ipotesi: dinamica retributiva del 2% reale (sopra
inflazione del 2%); costi medi di mercato per la previdenza complementare. Contributo sopra i 18.000 euro
netti pari al 9% del reddito; sotto pari al 5% del reddito. Per il secondo pilastro i comparti scelti sono differenti
a seconda dell'età anagrafiche. Sotto i 30 anni: 30% obbligazionario/70% azionario; tra i 30 e i 50 anni: 45%
obb./55% az.; sopra i 50 anni 70% obb./30% az.. Il tasso di sostituzione è considerato al netto di tasse e
contributi, sia per lo stipendio che per la pensione.
http://24o.it/pensionometro
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Pag. 5
Automatismi. Adeguare il portafoglio alla distanza dal pensionamento
Rischio e lifecycle: quando la protezione scatta in automatico
Con il modello del «ciclo di vita», 24mila euro versati in 20 anni diventano 48mila L'elaborazione
«Tanto c'è tempo». Ecco il pensiero più diffuso quando si parla di previdenza complementare. Ma questo non
è l'unico freno alla pianificazione di una pensione integrativa. Il problema è che scegliere l'investimento
migliore per il lungo termine richiede tempo, competenza e costanza. L'ideale sarebbe identificare una
soluzione semplice, comprensibile, ma soprattutto automatica: sia da un punto di vista contrattuale (per
aderire ad esempio a un fondo pensione), sia nella gestione dell'asset allocation sottostante, visto che nel
tempo le esigenze cambiano e gli investimenti vanno adattati. Trovare un livello di protezione che scatti
periodicamente toglierebbe dall'impiccio quanti non vogliono caricarsi l'onere di adeguare il portafoglio alla
distanza del pensionamento, tanto più se l'idea è quella di non rivolgersi al consulente. E poi se gli importi
sono modesti e il prelievo avviene direttamente dallo stipendio è ancora meglio.
Anima Sgr, società leader nell'ambito del risparmio gestito italiano, ha elaborato un modello contributivo che
si muove in questa direzione e mette a confronto quattro strategie d'investimento. L'ipotesi prevede un
versamento mensile di 100 euro per una durata di 20 anni fino a raggiungere a scadenza un capitale di
24.100 euro. Si può aderire a una tranquilla linea monetaria, optare per la più aggressiva azionaria, scegliere
la via di mezzo della bilanciata oppure affidarsi al modello lifecycle. Si tratta di un modello che rimodula nel
tempo le varie componenti di attivo in base all'orizzonte temporale, diminuendo progressivamente la parte
azionaria, fino ad arrivare a scadenza con il portafoglio investito al 100% sul mercato monetario. «Il lifecycle spiega Claudio Tosato, direttore prodotti di Anima Sgr - è il meccanismo più efficiente perché è associato a
un versamento periodico, ottimizza l'asset allocation rivedendola anno per anno, offre una diversificazione
temporale, sfrutta il premio al rischio e attutisce la volatilità».
A fine '91, data di partenza del piano (si veda grafico sotto), la componente equity è massima (100%) perché
l'obiettivo è quello di partecipare al potenziale di crescita dei mercati nel lungo periodo. «È prevista anche
una riallocazione all'interno della stessa asset allocation azionaria - precisa Tosato -. In particolare all'inizio
del piano la parte emergente è più significativa, ma la sua incidenza in un secondo tempo viene ridotta a
favore delle altre aree geografiche». Analizzando poi le varie fasi, fino al 98, la partecipazione ai mercati
azionari è ancora elevata, poi il modello cresce meno rispetto alla linea azionaria perché consolida i
guadagni, ma nel 2000 evita i danni dello scoppio della bolla tecnologica. Il modello viene rivisto con cadenza
annuale e la parte azionaria è via via ridimensionata per impostare un'allocazione più conservativa con
l'inserimento della componente obbligazionaria. Lo scopo è consolidare i guadagni ottenuti sui listini e metterli
a reddito con un flusso cedolare. «Man mano che si arriva in prossimità della scadenza - prosegue Tosato la parte monetaria è sempre più rilevante e l'ultimo anno scompare anche la componente bond. In questo
modo si evitano eventuali scossoni dei mercati che potrebbero vanificare l'intero percorso dell'investimento».
Ecco, in cifre, quali sono risultati ottenuti con il modello di Anima: sottoscrivendo la linea monetaria, a fine
periodo il capitale sarebbe pari a 34.800 euro, con l'azionaria arriverebbe a 37.800, con la bilanciata a 42.800
e con il modello lifecycle si totalizzerebbero 47.850 euro, vale a dire più del doppio del capitale iniziale. Le
cifre sono abbastanza eloquenti (vedi grafico qui sotto). Il lifecycle è un meccanismo diffuso tra i fondi
pensione aperti e tra i Pip, mentre tra quelli di categoria lo ha istituito nel 2010 solo Previmoda, il fondo per i
lavoratori dell'industria tessile-abbigliamento, delle calzature e degli altri settori industriali del sistema moda. Il
modello è stato studiato per evitare che in situazioni critiche di mercato, gli aderenti facciano scelte emotive
che mettano a rischio la pensione complementare. Meglio andare in automatico.
Isabella Della Valle
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Anima Sgr
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
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LA PAROLA CHIAVE
Lifecyle
Letteralmente «ciclo di vita», il lifecycle consiste nell'adeguamento automatico del profilo di rischio del
portafoglio di investimento, alle caratteristiche anagrafiche e professionali del sottoscrittore. In sostanza, un
neo assunto aderisce a una linea azionaria, a maggior rischio, e in modo automatico o semi automatico,
viene posizionato su linee a maggior componente obbligazionaria, fino a un 100% monetario. Le modalità
lifecycle assumono che il settore azionario abbia un rendimento maggiore nel lungo termine e una volatilità
maggiore nel breve.
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 19/03/2012
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Il Sole 24 Ore - PLUS 24
Pag. 6
'INVESTIRE NELLA PREVIDENZA /2
Le polizze preparano il sorpasso sui negoziali
Poste italiane insidia Cometa con 400mila aderenti, un terzo di tutti i Pip
Le polizze? Crescono più rapidamente dei fondi negoziali. E il momento del sorpasso potrebbe non essere
lontano. Stando agli ultimi dati statistici pubblicati dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip),
infatti, dal dicembre 2010 al dicembre 2011 il numero di aderenti ai fondi pensione di categoria è rimasto
sostanzialmente stabile a quota 2 milioni (con un lieve calo dello -0,8%). Di questi, i lavoratori dipendenti del
settore privato costituiscono la gran parte degli iscritti (1,8 milioni). Nello stesso periodo, invece, gli aderenti ai
piani individuali pensionistici (Pip) sono aumentati da 1,1 a 1,4 milioni, con una crescita del 25%. Se i due
trend dovessero confermarsi anche in futuro, tra il 2012 e il 2013 potrebbe verificarsi il sorpasso dei piani
individuali pensionistici rispetto ai fondi pensione negoziali.
Dinamiche di raccolta molto diverse: dopo la buona crescita in occasione del semestre di silenzio assenso
nel 2007 i negoziali si sono assestati. Partiti in sordina (vedi grafico), i Pip vengono collocati da reti formate
da professionisti economicamente motivati: la compagnia assicurativa versa all'agente assicurativo le
commissioni a lui spettanti per i dodici mesi successivi. I negoziali, invece, sono strutture non profit: il
rapporto tra iscritti e struttura è tipico di una community, più che di una relazione cliente/fornitore di servizi o
prodotti. Il confronto si riflette tra i numeri uno dei due settori: dopo 12 anni Cometa (metalmeccanici) cala
leggermente a 450mila iscritti, mentre Postaprevidenza Valore delle Poste italiane in quattro anni è balzato a
408mila iscritti, un terzo di tutto il mercato dei Pip.
Per gli italiani previdenza fa spesso rima con assicurazione. «Lavoro nel settore da tantissimi anni commenta Armando Escalona, A.d. di Finanza e futuro (la rete di promotori finanziari del gruppo Deutsche
Bank) - e non ho mai registrato in passato un'attenzione così forte da parte dei clienti verso le polizze del
ramo III e del ramo V. È un fenomeno nuovo, da non sottovalutare: gli italiani si stanno rendendo conto che lo
Stato non è più in grado di sostenere il loro futuro pensionistico, come evidente anche dall'ultima riforma; i
giovani hanno difficoltà a trovare un posto fisso». Tutto questo ha determinato condizioni favorevoli per il
mercato delle polizze vita, tanto che negli ultimi tre anni, afferma Escalona «l'attività della nostra rete su
questo fronte è praticamente cresciuta a un ritmo del 100% annuale».
I risparmiatori non sono più in cerca di rendimenti esasperati, ma di garanzie e prestazioni accessorie. «Per
anni - commenta Roberto Casanova, partner di Iama Consulting - l'offerta del mercato assicurativo si è
orientata per offrire tassi allettanti, una strategia possibile anche grazie alle forti riserve matematiche delle
compagnie, investite in gran parte in titoli di Stato. In seguito alla crisi del debito sovrano europeo, è iniziato
un ritorno delle polizze al loro ruolo originario. Le assicurazioni del ramo III e V non sono più soltanto prodotti
di investimento ma strumenti di copertura dei rischi. E gli assicurati le scelgono anche per questo».
Andrea Curiat
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte:Covip
Il Sole del lunedì
Analisi tecnica: L'accelerazione della ripresa negli Usa apre nuovi scenari per Wall Street. Ma spinge anche il
listino del Canada, legato alla domanda di commodities. Una possibile correzione potrebbe creare
opportunità di ingresso
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Una delle spine è l'effetto di Basilea 2, che potrebbe rendere l'asset class molto meno conveniente
Piccoli private equity crescono
Si avvicina il convegno annuale organizzato dall'Aifi. Tutte le sfide per l'anno in corso
Rosaria Barrile
È ancora presto per parlare di ripresa, ma una luce in fondo al tunnel potrebbe far capolino nel corso del
2012. A confermarlo, i dati del Private Equity Monitor e dell'università Carlo Cattaneo, che ha registrato 19
operazioni portate a termine in Italia nel terzo trimestre, con un incremento dell'I 1% sul livello di attività dello
stesso periodo del 2010. Oltre a rendere noti i dati più significativi relativi al settore, il convegno
dell'Associazione italiana del private equity e venture capitai che si svolgerà a Milano il 19 marzo offrirà
l'occasione per fare il punto sugli interventi normativi in atto alla presenza delle principali istituzioni di Banca
d'Italia, Consob, ministero dell'Economia e Confindustria. SOLDI ha chiesto intanto ad Anna Gervasoni,
direttore generale di Aifi, alcune anticipazioni sui temi che andranno a pesare sullo sviluppo del settore.
Allora, qual è il bilancio per l'industria? Lei che cosa può anticiparci? Il quadro generale del 2011 si è rivelato
positivo. Il mercato si è ripreso rispetto al 2010, anche se ci sono criticità che nel corso del convegno
andremo a evidenziare. Non abbiamo ancora raggiunto i livelli pre-crisi, ma nel complesso possiamo definire
l'anno che ci siamo lasciati alle spalle incoraggiante, anche in vista dei cambiamenti che stanno già
investendo il settore. È corretto definire il 2011 come un anno di transizione anche per il private equity? Non
sappiamo ancora quale sarà la tendenza prevalente nel 2012. Sappiamo però che il 2011 è stato un anno
sicuramente migliore rispetto al precedente, caratterizzato anche da cambiamenti importanti. Primo tra tutti,
una forte focalizzazione sul mid-market e una ripresa delle grandi operazioni che hanno premiato settori
finora poco vicini al mondo del private equity: mi riferisco al settore finanziario e a quello delle infrastrutture in
particolare. Queste sono sicuramente tendenze che nel corso del 2012 vedremo riconfermate. Indubbiamente
il 2012 vede all'orizzonte molte incognite. I primi mesi dell'anno vedranno un allineamento all'andamento degli
anni precedenti. Alcuni problemi strutturali non sono stati ancora risolti, primo tra tutti quello del fund raising,
che sconta la mancanza di canali solidi di raccolta. L'appuntamento con gli operatori del settore è giunto alla
sua venticinquesima edizione. Qual è il ruolo dell'associazione oggi, e come è cambiato nel corso degli anni?
Rispetto a vent'anni fa, l'associazione ha un peso istituzionale maggiore dal momento che anche il settore in
quanto tale ha acquisito un ruolo più importante nella nostra economia. È in grado di intervenire in settori
diversi tra loro, dai tecnologici ai tradizionali fino a realtà storicamente meno vicine come il settore delle
infrastrutture o quello finanziario. Ed è parallelamente in grado di attrarre operatori eterogenei, internazionali
e domestici, grandi e piccoli. Dopo una serie di alti e bassi, anche il venture capitai sta crescendo. Oggi,
intorno al private equity italiano si è creata una vera e propria rete composta da consulenti, professionisti,
advisor specializzati e attenti al fenomeno, consci delle caratteristiche di queste operazioni, che erano quasi
sconosciute fino a una decina di anni fa. Oggi siamo un fenomeno di mercato noto e accreditato non solo
dalle istituzioni ma anche dai principali operatori economici. C'è tuttavia ancora molto da fare in termini di
diffusione della conoscenza, in modo da rendere comprensibili le differenze che esistono all'interno del
settore. I vostri obiettivi per il 2012? Nel 2012 porteremo avanti l'impegno sviluppato in questi anni.
Cercheremo di incontrare gli imprenditori non solo nelle sedi istituzionali ma anche sul territorio. Un altro tema
molto importante per noi è la raccolta. Quindi cercheremo di organizzare iniziative rivolte agli investitori
istituzionali, sia italiani sia internazionali per promuovere il ruolo del private equity come asset class. Sotto il
profilo del disinvestimento, siamo infine attivi nella promozione di mercati mobiliari per le small cap, dove però
mancano ancora investitori specializzati. Inoltre, non può ancora considerarsi terminato il momento di
incertezza sui mercati mobiliari. Vi aspettate una riduzione del peso degli operatori bancari, con Basilea 3?
Sì, questa eventualità rappresenta uno dei fattori critici per il private equity. Se si guarda al complesso dei
criteri dettati da Basilea 3, da Solvency 2 per le assicurazioni e dall'orientamento della nuova direttiva
comunitaria sui fondi pensione pubblicata in bozza solo alcuni giorni fa, non si può fare a meno di trarre una
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conclusione desolante: l'investimento nel private equity diventerà molto penalizzante per tutti i classici
investitori istituzionali europei e questo creerà un fortissimo disagio a livello di raccolta. Se infatti tutti questi
investitori sono costretti a mettere a riserva capitali consistenti, automaticamente il private equity verrà
considerato meno interessante, in quanto più costoso, e in prospettiva in grado di offrire rendimenti inferiori.
Questa è una battaglia che Aifi sta già portando avanti nelle opportune sedi a livello comunitario e che
continuerà a vederci impegnati anche nel corso del 2012 in rappresentanza degli interessi del settore.
/ VOSTRI SOLDI
Gli esperti scattano la foto del settore Nel 2011, il mercato si è ripreso rispetto al 2010. Non mancano però
alcune criticità. A dirlo è Anna Cervasoni, direttore generale dell'Associazione italiana del private equity e
venture capitai. I livelli pre-crisi sono ancora lontani, ha detto a SOLDI, ma nel complesso il 2011 è stato un
anno incoraggiante. Per i prossimi mesi una delle sfide sarà gestire l'effetto di Basilea 2, che renderà il private
equity più costoso e quindi meno conveniente. Per conoscere l'andamento dell'intero anno e trarre indicazioni
utili per i mesi a venire, bisogna aspettare il convegno annuale organizzato dall'Aifi, che si terrà lunedì 19
marzo nel centro di Milano.
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L'evento si terrà a Milano a Palazzo Mezzanotte il 19 marzo. Attesi 400 visitatori
Signore e signori, la Mifid Review
II Forum sulla consulenza di Ascosim sarà tutto sulla nuova norma Il primo Forum nacque per essere un
punto d'incontro tra i principali player del mercato Massimo Scolari segretario generale Ascosim
Diana Bin
Mancano ormai pochi giorni all'appuntamento con il Forum nazionale della consulenza finanziaria. La
seconda edizione dell'evento organizzato da Ascosim - l'Associazione delle sim di consulenza - andrà in
scena lunedì 19 marzo a Milano, nella sede di Borsa Italiana a Palazzo Mezzanotte, e vedrà la
partecipazione di diversi esponenti delle autorità di vigilanza, del mondo accademico e delle associazioni di
categoria. Focus dell'evento sarà l'entrata in vigore - prevista nel corso del 2012 - della nuova versione della
normativa Mifid, la direttiva europea che disciplina i servizi di investimento, con attenzione particolare
all'impatto che questa potrebbe avere sull'attività del consulente finanziario in Italia, una categoria che oggi
comprende diversi soggetti, tra cui promotori finanziari, società di consulenza, consulenti indipendenti e sim
di consulenza. Primo tra tutti, l'affermarsi del modello della consulenza indipendente a pagamento, sulle orme
di quanto sta succedendo Oltremanica. In attesa del Forum, BLUERATING ha fatto due chiacchiere con il
segretario generale di Ascosim, Massimo Scolari, per fare il punto della situazione e riassumere la strada
percorsa dall'associazione nell'ultimo anno. È ormai ai blocchi di partenza il secondo Forum nazionale della
consulenza finanziaria. Com'è andata la prima edizione e cosa vi aspettate per quest'anno? L'anno scorso
era la prima edizione, per cui era tutto un po' una novità. In ogni caso, complice anche l'effetto curiosità,
abbiamo avuto una partecipazione importante, penso siano venute complessivamente circa 350 persone. Per
quanto riguarda invece l'evento di quest'anno, la curiosità inevitabilmente diminuisce un po', però abbiamo
visto una conferma dell'interesse, almeno a giudicare dal numero di persone che si sono già registrate sul
nostro sito web. Credo che i partecipanti saranno circa 400. II primo forum era stato pensato per fare una
panoramica a 360 gradi sul settore, e aveva costituito un'occasione di confronto tra i diversi soggetti
interessati all'attività di consulenza in Italia. Nel 2012 invece, l'evento si focalizzerà più che altro sulla
cosiddetta Mifid Review. SI, questo è il tema importante, perché da quando nell'ottobre scorso la
Commissione europea ha presentato le sue proposte di revisione della direttiva sui mercati degli strumenti
finanziari allo scopo di incentivare la trasparenza e la correttezza negli scambi e di limitare la volatilità dei
mercati - è sorto un dibattito tra gli addetti ai lavori, che è proseguito in questi mesi. Il nostro obiettivo è quello
di far sfociare nel forum le diverse opinioni che sono state manifestate, soprattutto per quanto concerne la
consulenza indipendente così come viene intesa dalla nuova normativa, che è poi il tema più caldo del
momento per il nostro settore. Un'altra novità di quest'anno è che abbiamo invitato tra i nostri relatori anche
Christopher John Hannant, esponente dell'Association of independent financial advisers (Aifa), la principale
organizzazione dei consulenti finanziari britannici. Hannant ci parlerà in particolare dell'evoluzione del settore
in Gran Bretagna: in questo modo cercheremo di esplorare la diversa applicazione della Mifid nei vari contesti
nazionali. Come escono secondo lei le società di consulenza italiane dal confronto con quelle di altri Paesi,
come per esempio il Regno Unito? Va evidenziato innanzitutto che i due Paesi presentano situazioni
storicamente molto diverse: in Gran Bretagna il settore della consulenza finanziaria è oggetto di
regolamentazione fin dagli anni '80 e ha costituito un elemento importante del sistema finanziario, inglese.
Nel nostro mercato invece, il sistema si è sviluppato più nella direzione dei promotori finanziari: la consulenza
è stata infatti liberalizzata fino all'arrivo della prima direttiva Mifid nel 2007. Detto questo, ci siamo accorti che
molti dei problemi che ci sono da noi si discutono anche in Gran Bretagna (ad esempio le perplessità
sull'affermazione della consulenza indipendente a parcella come unico modello possibile, n.d.r.), per cui un
confronto potrebbe fornire spunti di riflessione interessanti. In che modo la revisione della normativa europea
potrebbe impattare sul settore della consulenza finanziaria in Italia? Nella normativa Mifid 2, il maggior
cambiamento riguarda l'introduzione della consulenza indipendente, che si distingue dall'attività di
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consulenza come viene considerata oggi e che presuppone alcune caratteristiche che i consulenti devono
avere". (In particolare, secondo la Commissione europea, il servizio di consulenza finanziaria assume la
qualificazione di indipendente quando l'intermediario valuta un numero sufficientemente ampio di strumenti
finanziari disponibili sul mercato e, parallelamente, non accetta alcuna prestazione monetaria o non
monetaria da parte dei product provider, il che implicherebbe un nuovo sistema di remunerazione fondato
solo sulla parc e l l a pagata dal client e , n.d.r.). A d e s e m pio, il divieto di percepire 1 e commissioni sulle
retrocessioni era già in parte previsto dalla Mifid, ma la Mifid 2 ha rafforzato questo principio, un cambiamento
che avrà un'importanza notevole in Italia come anche in altri Paesi, non ultima la stessa Gran Bretagna, dove
è in atto la cosiddetta Retail distribution review, invocata dalla Financial services authority britannica nel 2006
per riformare il mercato dei servizi finanziari retail britannici, e che sarà effettiva a partire dal gennaio 2013.
Per concludere: quali sono i progetti di Ascosim per il prossimo futuro? Abbiamo avviato negli ultimi tempi
una riflessione sulla consulenza nei confronti degli enti previdenziali, dei fondi pensione e delle casse di
previdenza, che riteniamo dovrebbe essere prestata da enti regolamentati, a tutela dei partecipanti ai fondi.
Abbiamo già comunicato la nostra posizione e il nostro obietti» | vo è quello di illu$ /* strarla anche agli stessi
fondi pensione. Inoltre c'è l'IT Forum di Rimini, a cui parteciperemo con un convegno o con una tavola
rotonda, anche se i dettagli sono ancora da definire.
/ TEMI DEL CONVEGNO 2° Forum nazionale sulla consulenza finanziaria La consulenza in materia di
investimenti è una delle maggiori innovazioni dalla normativa Mifid. Nel contesto italiano, la consulenza
finanziaria è sviluppata e offerta alla clientela da numerosi soggetti (banche, società di intermediazione
finanziaria, promotori finanziari e consulenti independenti). Le sim di consulenza sono società specializzate
nell'attività di consulenza finanziaria rivolta sia ai clienti retail sia a soggetti istituzionali e svolgono la propria
attività senza detenere mezzi finanziari della clientela. Nel marzo 2011 si è tenuta a Milano la prima edizione
del Forum nazionale sulla consulenza finanziaria, organizzato da Ascosim, associazione delle sim di
consulenza nel quale si è avuto un confronto tra i diversi soggetti all'attività di consulenza in Italia, con
interventi da parte di esponenti delle autorità di vigilanza, del mondo accademico e delle principali
associazioni di categoria degli intermediari. Ai lavori del forum hanno partecipato oltre 400 esponenti del
settore (banche, gestori di patrimoni, consulenti finanziari, promotori finanziari, docenti universitari,
giornalisti). Il 19 marzo 2012 si svolgerà a Milano, presso il Palazzo Mezzanotte in Piazza degli Affari, la
seconda edizione del Forum nazionale sulla consulenza finanziaria. I temi trattati saranno: - l'evoluzione della
regolamentazione europea e nazionale anche alla luce della Mifid Review; - il confronto con le esperienze e
la regolamentazione sulla consulenza in altri Paesi europei; - i diversi approcci alla consulenza finanziaria e i
modelli di servizio e di remunerazione proposti dagli intermediari finanziari italiani. Ascosim ha rivolto l'invito a
partecipare in qualità di relatori a esponenti delle autorità di vigilanza, al mondo accademico e alle
associazioni di categoria degli intermediari.
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ESTERI REPORTAGE
Qualcosa da dichiarare
Sono sempre di più le società che decidono di trasferire armi e bagagli oltre il confine elvetico. È la
testimonianza che l'isola felice del made in Italy ormai è la Svizzera. Dove l'impresa non è una colpa da
espiare ma un'opera da premiare
Alessandro Turci
STABIO (TICINO, SVIZZERA) UN GRAPPOLO DI TELECAMERE piantato in cima a un pilone nel bel mezzo
di una rotonda, a meno di cento metri dal confine italo-svizzero, registra l'incessante flusso di auto e mezzi
pesanti che si è innescato tra Italia e Canton Ticino e che cresce di giorno in giorno. In genere si è abituati a
fare allusioni alla parte deteriore, o per lo meno opaca, dei rapporti tra Italia e Confederazione elvetica, come
la fuga dei capitali, la prostituzione legale e la benzina a basso costo. Molti autorevoli notisti politici e gran
parte dell'opinione pubblica tarda invece a registrare il dato saliente, o sconfortante, del fenomeno: esiste un
posto dove il "made in Italy" riesce a sviluppare a pieno le sue straordinarie potenzialità, innescando un
circuito virtuoso fatto di crescita, occupazione, utili e nuovi investimenti, e questo posto non è l'Italia. L'area
industriale di Stabio, nel Canton Ticino, a ridosso del confine italiano, è divenuta il cuore pulsante di questa
nuova stagione imprenditoriale. Ma attenzione, dice a Tempi l'esperto economico di un quotidiano ticinese:
«Ormai non c'è quasi più spazio per nuovi stabilimenti, tale è stato l'entusiasmo di aziende note e meno note
che hanno deciso d'insediarsi qui». In effetti Stabio si presenta come un minuscolo borgo ordinato e quieto,
con la classica piazzetta e il campanile della chiesa, ai piedi di una piccola collina; ma alla periferia ecco la
zona industriale con tanto di cartelli stradali eloquenti: zona 1, zona 2, zona 3. A pochi chilometri da Stabio,
Medrisio arriva addirittura alle zone 8, 9 e 10. Sono vie che assomigliano molto a quelle dell'hinterland
milanese di qualche decennio fa, dove ai perimetri degli stabilimenti transitano furgoni, mezzi articolati, in un
continuo dinamismo di merci prodotte, "bancalate" e spedite. Progetto Copernico. Ecco il nome che spiega il
fenomeno che ha permesso al Canton Ticino in particolare, e a tutta la Svizzera in generale, di scoprire
questa specie d'eliocentrismo economico, capace di attrarre imprese. Un progetto di marketing territoriale
molto concreto e pragmatico, decisivo per invertire la rotta rispetto alla crisi del settore tessile degli anni
Ottanta. L'occasione è stata colta al volo da aziende italiane, ma anche da multinazionali americane, che
negli ultimi anni si sono stabilite con grande dinamismo nella Confederazione. Copernico esprime un'idea
chiara e semplice: è uno sportello unico, che si occupa di svolgere gratuitamente per l'imprenditore
intenzionato a varcare il confine tutte le procedute burocratiche e amministrative. Quindi un solo interlocutore
e per giunta rapido. In poche settimane, ad •• • essere pessimisti, più spesso giorni, tutti i permessi sono a
disposizione dell'azienda che può aprire i battenti e gettarsi a capofitto nella produzione. Altri fattori sono stati
decisivi all'affermazione di Copernico: una tassazione equa e trasparente, la certezza del diritto, le
agevolazioni fiscali sia in ambito occupazionale sia per quel che concerne i nuovi investimenti. Le
infrastnitture fanno il resto, facilitando collegamenti e comunicazioni, mentre una sostanziale pace sindacale
garantisce stabilità. L'imprenditore quindi può concentrarsi interamente sulla cura della sua azienda e del
prodotto. Il successo del piano ha portato attualmente il numero dei frontalieri alla cifra record di 51 mila unità
giornaliere. Il traffico in entrata e in uscita, nelle ore di punta, in effetti è quello tipico delle arterie
metropolitane più grandi. Non è un mistero che l'equilibrio trovato giovi a entrambe le parti: lavoratore e
imprenditore. Se il costo del lavoro è uguale per unità di prodotto a Comò come a Stabio, è anche vero che in
busta paga al lavoratore svizzero rimane una cifra sensibilmente superiore. La differenza è data dagli oneri
sociali, concepiti in termini diversi rispetto alla legislazione italiana; qui il lavoratore, ad esempio, deve
occuparsi della propria assicurazione medica, un po' sul modello americano. È proprio questa equivalenza di
visione improntata al business ad aver richiamato grandi gruppi internazionali a stelle e strisce. Ecco allora
che Google, Yahoo, Logitech, per quel che concerne il ramo nuove tecnologie, hanno portato nella
Confederazione i loro quartier generali europei (mondiale nel caso di Logitech). Ma sono sorti anche nuovi
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distretti, come quello farmaceutico, dove all'autoctona Novartis si affianca la giapponese Daiichi Sankyo e
l'italiana Zarnbon. La nuova Fashion Valley L'abbigliamento, naturalmente, esalta la creatività degli stilisti
italiani: così il Ticino è stato ribattezzato a buona ragione Fashion Valley. Ermenegildo Zegna ha una sede
storica, come dimostra il bel palazzo a metà strada tra il centro di Stabio e la zona industriale. Spostandosi
verso Mendrisio, ecco l'indicazione per la sede di Giorgio Armani. Gucci, griffe fiorentina oggi controllata dalla
holding francese Ppr, era già presente con l'orologeria, ma da poco ha spostato in territorio elvetico tutto il
quartier generale: d'ora in avanti il design, la gioielleria e gli articoli del lussuoso catalogo verranno concepiti
in zona romanda. Anche Hugo Boss ha scelto la Confederazione per la sua sede principale, confermando la
vocazione globale di questo territorio. Che il caleidoscopio di aziende sia internazionale lo dimostra anche la
nuova sede di North Face, di proprietà dell'americana Vf Corporation, che si è stabilita in Svizzera dopo
un'esperienza in territorio italiano, seguita a ruota da Guess e Abercrombie & Fitch. E moda vuoi dire anche
indotto: l'italiana B&C Swiss, specializzata in logistica per il fashion, ha una nuova sede di 12 mila metri
quadrati a Stabio, posizionata a ridosso di quello che diventerà lo snodo ferroviario cardine dell'intera area. A
completare il mosaico nuovi stabilimenti sono sorti per la produzione di turbine, di componenti per oleodotti,
confermando un aspetto decisivo utile anche a sgombrare il campo da possibili equivoci: la Sviz- • • zera
attira, e permette di far lievitare, principalmente investimenti ad alto valore aggiunto. Tutte quelle avventure
imprenditoriali, in altre parole, costruite intorno a un prodotto di alta gamma e con un'importante vocazione
innovativa e globale. «Scordarsi quindi di venire in Svizzera spiega un consulente del settore - limitandosi a
trasferire un'attività qualsiasi; di tentare quest'avventura senza cioè un prodotto spendibile sui mercati
internazionali e un piano industriale ambizioso. Si corre solo il rischio di chiudere prima, perché i costi di
gestione dei professionisti, come le banche o i contabili, qui sono più alti che in Italia». Ecco perché il Canton
Ticino è un'occasione che esalta le caratteristiche del "made in Italy", categoria storicamente d'avanguardia,
invertendo anche la logora vulgata che riduce la Svizzera a un rifugio di capitali in cerca di anonimato. Il
franco svizzero è la bussola finanziaria di questo fenomeno, perché appare • • sufficientemente stabile per
incoraggiare appunto investimenti, e forte abbastanza per supportare ricerca e sviluppo in campi inesplorati.
Anche in questa fase di turbolenza per la moneta unica europea, il tasso di cambio tecnico posizionato a 1,20
dalla banca centrale svizzera permette a tutti i protagonisti della scena di operare in un quadro chiaro e
prevedibile. L'Europa come primo partner La Confederazione elvetica è generalmente considerata, con una
definizione di uso comune tra gli addetti ai lavori, un membro passivo dell'Unione Europea, e in effetti
otterrebbe solo vantaggi a incrementare la sua "amicizia" verso il mercato unico, dal momento che i due terzi
delle esportazioni di Berna sono appunto verso l'Europa. Ecco perché le recenti diatribe con gli Stati Uniti sul
segreto bancario e quella, ben più articolata, con lo Stato italiano sullo storno dello stipendio dei frontalieri
sono con tutta probabilità destinate a ricomporsi. È quindi logico attendersi una tregua su questi temi, e non
solo perché il diritto internazionale vale più di quello interno (nel caso dei frontalieri la decisione svizzera è
infatti unilaterale, quindi giuridicamente debole), ma perché la condivisione degli scopi, vista anche
l'incertezza delle previsioni economiche globali, richiede risposte coordinate. Il progetto Copernico è riuscito
anche a far placare le voci di dissenso politico interno sul tema del mercato del lavoro, alimentato
dall'incremento di addetti non provenienti dal bacino ticinese o comunque elvetico. La domanda
occupazionale è rimasta comunque alta, con un regime addirittura di 45 ore settimanali come soglia minima,
mentre Italia, Germania e Francia lavorano rispettivamente 100, 200 e 300 ore in meno all'anno. L'Italia che
cerca di modernizzarsi si ritrova quindi un esempio pronto e rodato che funziona - ironicamente, se volete
aggiungetelo voi - a due passi dal confine. Alessandro Turci
Dalle aliquote personalizzate al coefficiente familiare, tutti i vantaggi di un erario light Perché prendere
in considerazione la Svizzera e il Canton Ticino per vivere e insediare la propria attività finanziaria? È la
domanda che si è posta il presidente del Consiglio di Stato, Laura Sadis, nel presentare il progetto di
marketing territoriale "Ticino for finance". Uno dei temi su cui fa leva il dépliant informativo riguarda la
pressione fiscale. Premessa una diversità di trattamento tra i cantoni e i diversi comuni, per le società di
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capitali, l'aliquota federale è dell'8,5 per cento a cui va sommata la tassa ticinese del 9 per cento, per un
totale del 17,5 per cento. A questo punto si innestano meccanismi per il calcolo delle aliquote comunali che
nella prassi sono inferiori ai valori federali e cantonali. In media si arriva a pagare in totale il 24-25 per cento
sull'utile prima delle imposte. La flessibilità del sistema fiscale permette agli imprenditori di interpellare le
autorità cantonali e trovare un accordo diverso rispetto ai parametri standard. L'Iva è fissata all'8 per cento e
nel caso di un saldo a credito, entro sessanta giorni dal conteggio trimestrale viene effettuato un rimborso.
Anche per le persone fisiche si riscontrano molti vantaggi. Le tasse sul reddito sono molto progressive e
l'aliquota massima per la parte federale è dell'11,5 per cento, mentre l'imposta cantonale più alta è del 15 per
cento. Sommando la parte rimanente che riguarda i comuni, per legge il totale massimo è del 29,7 per cento.
In Svizzera vengono applicati i coefficienti familiari. Le famiglie con più figli pagheranno perciò
progressivamente meno tasse e in sede di deduzioni vengono riconosciuti i costi per i figli, le persone a
carico e gli studi. Il ventaglio delle deduzioni è più ampio che in Italia, infatti è possibile decurtare le proprie
tasse per i contributi versati per assicurazioni e fondi pensione; vengono considerati a costo gli interessi
passivi e le spese sostenute per l'esercizio della propria attività. La tassa di successione, ovviamente, non
esiste.
Foto: Alla periferia di Stabio, nel Cantori Ticino, cartelli stradali sono eloquenti: zona 1, zona 2, zona 3. Poco
lontano, Medrisio arriva addirittura alle zone 8, 9 e 10 (foto di Federica Miglio)
Foto: II Ticino è stato ribattezzato non per niente Fashion Valley. Ermenegildo Zegna ha qui una sede storica,
il bel palazzo a metà strada tra il centro di Stabio e la zona industriale. Spostandosi verso Mendrisio, ecco
l'indicazione per la sede di Giorgio Armani (foto di Federica Miglio)
Foto: li progetto Copernico ha placato anche il malcontento alimentato dal continuo incremento di addetti non
provenienti dal bacino ticinese o comunque elvetico. Qui sotto, le sedi di due aziende di supporto logistico a
Stabio e Mendrisio (foto di Federica Miglio)
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