Santa Giusta - Basilica romanica
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Santa Giusta - Basilica romanica
La cattedrale di S. Giusta Tra il X e l'XI secolo, con il formarsi dei giudicati, sorse anche una nuova organizzazione ecclesiastica. La sede vescovile di Fordongianus fu abbandonata, mentre venne eretta una cattedrale vescovile in Santa Giusta. Questo centro quindi divenne sede di diocesi con un suo vescovo, i suoi luoghi di culto e la sua casa vescovile. Il Giudicato di Arborea stava vivendo un periodo di grande fervore culturale ed artistico. Tra il 1135 ed il 1145 (gli anni del giudice Comita, padre di Barisone I), al posto del precedente edificio sacro fu edificata l'attuale cattedrale, l'opera più notevole, forse, dell'arte romanica in Sardegna. I lavori si svolsero sotto la direzione di architetti e maestranze pisane. Lo stile è chiaramente romanico pisano anche se non manca qualche richiamo al romanico lombardo. (p. e. la cripta e la trifora della facciata). La pianta della chiesa è a tre navate, con navata centrale a travatura scoperta e navate laterali con volta a crociera. Le colonne e i capitelli sono in gran parte materiale di spoglio proveniente dalla stessa Othoca, da Neapolis e soprattutto da Tharros. (questa città era stata abbandonata dalla popolazione, che esasperata dalle continue razzie dei pirati, si era trasferita, vescovo e le altre autorità in testa, in Oristano, attorno all'anno 1070). Nella Cattedrale di S. Giusta si tenne un celebre Concilio plenario sardo, presente un legato pontificio, dal 13 al 14 novembre del 1226. Santa Giusta fu sede arcivescovile dal 1180 fino al 1515, quando, in seguito ad una revisione delle circoscrizioni ecclesiastiche della Sardegna, fu annessa alla diocesi di Oristano. Ultimo vescovo della diocesi fu Gaspare Torrella, medico personale del Papa Leone X. Alla fine del 1500 a ai primi del 1600 furono costruite sul lato sud-occidentale della chiesa le due cappelle: del Rosario e dello Spirito Santo (o di S. Antonio), sede delle rispettive confraternite. Nella cappella dello Spirito Santo, la prima a destra, si trova un bellissimo retablo, restaurato di recente, un antico crocifisso di scuola napoletanaispanica e due statue lignee (S. Antonio da Padova e la Pietà.) Sempre in questa cappella si trova anche la tomba di Domenico Casula e di Chiara Deidda, nobili del luogo, finanziatori, forse, della costruzione della cappella. La cattedrale di S. Giusta custodisce anche altre opere di notevole interesse artistico: il crocifisso posto nella nicchia del presbiterio, proveniente dal convento cappuccino di Ollolai e risalente al 1400-1500; due mitrie vescovili del 1400-1500; una croce parrocchiale in argento del 1700 di scuola gotico-barocca; le statue lignee della Madonna del Rosario, di S. Domenico e di S. Giovanni Battista, risalenti al 1600. In sagrestia si trovano anche due dipinti raffiguranti uno le Sante Giusta, Giustina ed Enedina, l'altro una Madonna; opere queste del 1800. Sempre del 1800, si trova nella Cripta, una elegante statua marmorea di S. Giusta. Verso il 1875 fu iniziata la costruzione del campanile (il precedente, posto sul lato destro della Basilica, era crollato da tempo), portato poi a termine nel 1908 dal parroco Raimondo Lotta su progetto dell'ing. Scano. Il tetto fu restaurato nel 1898. Nello stesso anno le strutture murarie furono rinforzate con delle grandi chiavi in ferro, e dalle pareti interne furono rimossi gli intonaci che in parte snaturavano la originaria semplicità della chiesa. Dalla fine del 1800 fu considerata monumento nazionale ed ebbe anche il titolo di “Basilica”. In questi ultimi decenni si è proceduto alla rimozione del pulpito e delle balaustre marmoree, ritenuti ingombranti ed in contrasto con la semplicità e l'armonia della Basilica. Nel 1995 si è provveduto alla posa dell'altare in pietra.