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david bastianoni SPECIALE PHOTO WEDDING F are il fotografo di matrimonio equivale un po’ ad essere un pittore che vive del suo mecenate: ha a che fare con datori di lavoro esigenti, deve saper affrontare ogni tipo di richiesta, deve avere una mano particolare e impeccabile e ha un'enorme responsabilità verso il committente e nei confronti di di se stesso medesimo, trattandosi del mestiere che fa per vivere. C’è solo una piccola complicazione. Non si tratta di dipingere un cesto di frutta in non più di due mesi. La questione diventa essere in grado di raccogliere, rubare e immortalare in poco meno di una giornata le emozioni, gli affetti e le persone più care di qualcuno, nel giorno più importante della sua vita. C’è anche chi ci riesce benissimo, vivendo ormai da anni di questo difficile quanto emozionante mestiere, David Bastianoni. Come ha iniziato a fotografare? Ho iniziato in giovane età, al principio odiavo il lavoro di fotografo perché mentre i miei amici andavano in vacanza io giravo tra cianografie e servizi, assistendo mio padre e mio zio. Era la fine del mondo analogico e della fotografia chi- UN GIORNO PER SEMPRE Uno dei più affermati fotografi di matrimoni ci spiega le difficoltà e le soddisfazioni di un lavoro che in una sola giornata deve immortalare attimi che dureranno per tutta la vita di Edoardo Sansonne mica, un periodo di forte cambiamento anche per la mia famiglia. Il mio percorso personale di fotografo iniziò invece quando avevo 26 anni, osservavo l’incredibile importanza del rapporto di luci e ombre e di quanto queste ultime fossero materialmente lo strumento per disegnare un’immagine. “All’inizio scattavo semplicemente foto, poi ho provato a fare belle foto e adesso sto cercando di farne di buone”, così diceva Ugo Mulas, e mi ritrovo completamente nelle sue parole, anche se è più difficile a farsi che a dirsi. Cosa significa essere figlio d’arte per un fotografo ? Il rapporto che ho avuto con mio padre ha sempre riguardato maggiormente l’aspetto commerciale del lavoro ma l’essenza della fotografia me la trasmise mio zio Roberto, fotografo di chiara fama che ha una visione della luce veramente unica. I loro consigli sono stati importanti per muovere i miei primi passi in questo mondo, ma col passare del tempo la trama del tutto si infittisce e crescono sia le domande che mi pongo prima di scattare una foto che quella david bastianoni tensione che provo prima di iniziare ogni servizio, poi entra in gioco l’adrenalina e tutto passa in un istante. Perché la scelta di diventare un Wedding Photographer? Non ho scelto i matrimoni in principio ma la fotografia in generale e tuttavia mi resi presto conto che i matrimoni erano l’unico modo di poter vivere con questo lavoro. Tuttavia col passare del tempo ho trovato una grande soddisfazione in questo campo, potendo realizzare le immagini che volevo, che si trattasse di ritratto still life o reportage. Un fotografo di matrimoni deve essere perparato su ogni genere e tipologia di fotografia per poter realizzare un buon lavoro. Non è semplice, è una sfida! Ma amo tutto di questo mestiere: le ansie e le soddisfazioni che questa professione fatta di scelte, rinunce riesce a darmi. Quali sono stati i maestri che hanno influenzato il tuo modo di fotografare e vedere la fotografia? A questa domanda potrei rispondere in maniera talmente prolissa da annoiare tutti i lettori, ma cercherò di sintetizzare. Parlando inanzitutto di pittura, madre di tutta la fotografia, ho iniziato con lo studio delle opere di Piero della Francesca per la prospettiva e Caravaggio per le luci, quest’ultimo credo sia stato il primo fotografo della storia, nelle sue opere rivedo i giochi di luce e ombra che mi hanno fatto amare questo mestiere. Si arriva poi al mio ultimo mito, Keith Haring di una comunicazione semplice immediata ed emotiva del messaggio. Nella fotografia il campo è ancora più vasto dato che mi piace osservare e fotografare davvero di tutto. Gli autori per me più importanti tuttavia sono: Newton, Gastel, Thoimbert e Toscani, tutti fotografi di moda che però amo definire di reportage, perché a loro modo documentano costumi che tra qualche tempo non esisteranno più. Come riesci a conciliare il tuo stile con le richieste particolari alle quali ti sottopone il tuo lavoro? Il mio stile è difficilmente difendibile. Mi considero un po’ un camaleonte delle situazioni, prima di realizzare un reportage o racconto, come amo definirlo, mi soffermo molto sul capire la mia committenza, e le necessità del committente. Credo che come avviene nel mondo dell’arte, la commitenza e più in là il mecenatismo non abbiano mai arrecato danno all’essenza dell’opera. Per questo le immagini che realizzo sono diverse in base al cliente, in base a chi ho di fronte e cosa veramente vuole. Per esempio scattare un matrimonio giapponese in Francia con 10 invitati, per me è molto diverso da scattare un matrimonio ebraico con 300 persone. Non ci sono denominatori comuni ma la voglia di rfare buone fotografie ogni giorno è il collante del mio lavoro. Qual è il tuo approccio fotografico al matrimonio, posa o non? Il mio approccio si adegua al momento, a quello che ritengo giusto per la storia che andiamo a raccontare, posso passare dall’essere molto discreto a cercare di avere quel feeling che rende la fotografia in posa “vera”, instaurando un rapporto di fiducia con gli sposi. Qual è l’importanza di un fotografo di matrimoni e cosa è importante tenere presente quando si fotografa un evento di una tale rilevanza nella vita personale di qualcuno? Bellissima domanda, credo che per capire davvero l’importanza di quello che facciamo dobbiamo fare un passo avanti, mi spiego. Per molte coppie e famiglie questo sarà l’unico giorno in cui avranno un fotografo professionista a raccontare le loro storie, con tutte le sfaccettature del caso: rughe, pianti e “wow com’eri bella mamma”. Il nostro lavoro è come un investimento a lungo termine, acquista importanza e valore nel tempo. A qualche anno da quel magico giorno i figli delle coppie rivedranno le foto e potranno immaginarsi un giorno straordinario, da questo ne consegue l’importanza del nostro lavoro. Quindi per sintetizzare, quanto valore possiamo dare a uno dei ricordi più belli della nostra vita? In cosa consiste e come funziona la tua collaborazione con il Graphistudio? Graphistudio per me è la chiusura del cerchio, david bastianoni i migliori prodotti per i miei clienti. Oltre a una collaborazione che va avanti da circa 10 anni, con loro sono anche cresciuto molto dal punto di vista professionale, dandomi la possibilità di conoscere molti grandi fotografi e di potermi confrontare con loro. Graphistudio per me non è solo un'azienda ma una parte fondamentale del mio team, ho tenuto insieme a loro workshop in diverse manifestazioni e l’anno scorso al Wppi di Las Vegas è stata una dell’esperienze più importanti della mia vita professionale. nuovo e inaspettato. I matrimoni Italiani sono tendenzialmente più classici, per questo amo fotografare persone diverse in luoghi diversi. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di lavorare a Londra, Beirut, Parigi e tra qualche giorno partiremo per un matrimonio a New York. Naturalmente porto sempre con me il mio staff, composto da Paola, mia assistente da sempre, e Federico che mi segue su ogni matrimonio, credo che tra qualche tempo sentirete molto parlare di lui. Le tue collaborazioni con Vanity Fair e il Times? I lati positivi e negativi di essere un fotografo di matrimoni? Le collaborazioni con i giornali nascono quando abbiamo a che fare con matrimoni dai nomi importanti, tra i nostri clienti italiani più conosciuti ci sono sicuramente le Famiglie Ferragamo e Buitoni. Quali sono le differenze fra i matrimoni all’estero e quelli in Italia? La differenza non è molto nel luogo, anche se indubbiamente la novità rende tutto più interessante, ma nelle persone che andiamo a fotografare, io personalmente amo tutto quello che è I lati positivi? A volte il tutto diventa talmente bizzarro! Dentiere perse prima dell’ingresso in chiesa, damigelle rimpiazzate last minute, lo sposo scappato con i soldi il giorno stesso del matrimonio. Ma scherzi a parte, l’aspetto più bello è che riesco a vivere con questa professione, mentre come aspetto negativo c’è l’assenza da casa per diversi giorni e la continua ricerca di realizzare dei buoni servizi, sempre un po’ diversi ma che abbiamo tutti l’Eleganza come “fil rouge”. 71 wedding planner SPECIALE PHOTO WEDDING NOZZE DA FILM L'Italia è una delle location preferite da facoltosi stranieri che si affidano alla esperta regia di professionisti per organizzare al meglio le proprie nozze di Edoardo Sansonne D iciamoci la verità, malgrado si sia un po’ arrugginito il bel paese, non ha ancora smesso di esercitare il suo fascino magnetico sul resto del mondo. Come una Katherine Deneuve oppure come il vino, qui ogni cosa invecchiando acquista valore e bellezza. Sarà per questo che ogni anno milioni di persone attraversano paesi e continenti per vederla, toccarla, annusarla, per poi magari rimanerci e invecchiare con lei. E poi c’è chi il giorno più importante della propria vita lo vuole trascorrere proprio qui. Come Romeo e Giuglietta, Renzo e Lucia o Tom Cruise e Katie Holmes il matrimonio in Italia rimane al top, soprattutto per chi viene dall’estero e ha il portafogli in forma. Ma chi è il regista di tutto questo? Chiaramente chi viene dall’estero ha un bisogno estremo di un infiltrato nel territorio, che conosca alla perfezione il campo prima di iniziare la partita. Entra in gioco il Wedding Planner. Alessia Santa è titolare della White Emotion, importante azienda milanese nel campo dell’organizzazione di matrimoni. Ma vediamo di sapere qualcosina in più su questa figura professionale così in voga. Perché il Wedding Planner è così indispensabile? In una situazione di tensione emotiva così forte come il matrimonio, il confine che separa il “giorno più bello della vita” dal più completo disastro è molto labile. Non si è in grado di ragionare, sopraggiunge l’ansia e tutto rischia di precipitare. Per questo ci vuole una persona ferma e solida sulle wedding planner decisioni. Qualcuno che sappia tirare le redini, regalando alla coppia una serenità che non avrebbero mai potuto permettersi altrimenti. Gestire tutti gli ingranaggi che fanno sì che tutto fili liscio non è un gioco da ragazzi: la gestione delle tempistiche, del personale e l’avere sempre un piano B per qualunque imprevisto, compreso il cattivo tempo. Anche dal punto di vista economico il Wedding Planner ha un ruolo chiave, aiuta la coppia a ottenere ciò che vuole al miglior prezzo possibile, è tutto un gioco di rapporti e conoscenze che si tessono col tempo e che porta vantaggio a tutti, con garanzia di professionalità. E’ importante instaurare un rapporto collaborativo con gli sposi? E’ importantissimo, ma sarebbe anche impossibile non lavorare a stretto contatto: la tensione, le mille opinioni diverse di parenti e amici degli sposi fanno si che la confusione prenda il sopravvento. Loro vedono nell’organizzatore un punto fermo, un ancora di salvezza. Allo stesso tempo per me è utile quanto necessario un clima di collaborazione, non si tratta del mio matrimonio, sono loro che si devono riconoscere nel risultato e finale sono le loro richieste, esigenze e capricci che aiutano a dare forma all’intero progetto. Tuttavia bisogna riuscire a mantenere il sangue freddo e sapersi imporre quando necessario. Quali sono le caratteristiche più importanti che deve possedere un Wedding Planner? L’empatia, è un rapporto veramente personale quello che si viene a creare con i clienti, li vedi discutere, litigare, ridere, preoccupare. Comprendere il loro stato d’animo è fondamentale, bisogna essere un po’ degli psicologi in un certo senso. Ma ci sono altre de qualità che è più che necessario possedere. Creatività e gusto. Bisogna essere creativi, ciò che distingue un matrimonio normale da uno a 5 stelle è sì la perfezione dell’organizzazone e le infinite accortezze che bisogna riservare agli ospiti ma soprattutto il saper offrire quel qualcosa in più, quell’elemento caratterizzante, quel qualcosa che va aldilà delle aspettative e che rende il tutto indimenticabile. Inutile dirlo, la creatività non può prescidere dal buon gusto. Perché la gente di tutto il mondo sogna un matrimonio in Italia? E’ come per un film. La scenografia è importante tanto quanto gli attori. Il nostro paese è di una bellezza unica ma soprattutto rara. Raccoglie nel suo piccolo un’infinita possibilità di scenari dove poter iniziare a girare “La giornata dei tuoi sogni”. Spesso è anche la voglia di cambiare, di fare qualcosa di diverso, di memorabile. Si tratta di gente che ha già visitato il nostro paese e l’evento viene concepito come una piccola vacanza, tre o più giorni da passare in un’incantevole location che fa anche da albergo per i pochi intimi invitati. Quali sono i compromessi da accettare quando si ha a che fare con persone di un paese diverso, con una cultura diversa e con esigenze diverse? In realtà dipende molto da persona a persona ma trattandosi spesso di veri e propri amatori della nostra terra, lasciano che il tutto sia più “italiano” possibile, dal cibo, sul quale non mettono mai becco, fino alla cerimonia che viene molte volte celebrata in italiano. Benché il fascino dell’esotico attacchi sulla maggior parte dei clienti esiste comunque chi ha maggior severità nei riguardi delle tradizioni ed esigenze. Un esempio sono i russi, molte volte si portano persino il complesso musicale da casa perché determinati balli e certe musiche sono di augurio, legate profondamente alla tradizione. Quali sono i luoghi prediletti? La Toscana senza alcun dubbio è la location più richiesta. I paesaggi rurali, le colline del Chianti, i luoghi rustici sono di un fascino irresistibile per gli stranieri. Ma una cosa veramente curiosa è l’incredibile aumento di richieste di location a Roma, subito dopo la vittoria de “La Grande Bellezza” agli Oscar. Tutti vogliono una terrazza con vista e molti chiedono proprio quella dove è ambientata la festa nella scena iniziale del film. Ma se si parla di Photo Book le location più ambite sono la Costiera Amalfitana e Venezia. In questo caso non mi occupo dell’organizzazione dell’intero matrimonio ma di mettere in contatto clienti, per lo più cinesi con fotografi italiani e di affittare le location. E’ il fenomeno del Photo Fashion, dopo aver celebrato il matrimonio in Cina, vengono in Italia dove affittano persino gli abiti con l’unico scopo di fare un book o addirittura un video. Come gestisci il rapporto con il fotografo ufficiale delle nozze? Spesso sono gli sposi a sceglierlo: guardando su internet sfogliano i portfoli dei vari fotografi poi, una volta selezionato, io mi occupo di contattarlo e di fargli avere un programma completo dell’evento, in modo che si possa organizzare al meglio. Se gli invitati superano un certo numero tuttavia consiglio sempre di utilizzare due fotografi, è molto importante che tutti i momenti vengano documentati perché molti di questi non verranno nemmeno visti dagli sposi. Per questo la fotografia deve essere persino più bella del momento reale, per poter ricreare la stessa emozione a distanza di anni, anche se quei piccoli attimi non sono mai stati vissuti direttamente dalla coppia. cake designer SPECIALE PHOTO WEDDING DOLCE LAVORO Scenografiche e spettacolari, le torte sono un elemento essenziale nei matrimoni. Chi le sceglie? Ce lo spiega una giovane e affermata professionista di Monica Papagna R ealizzare il proprio sogno a soli 25 anni. Questa la storia di Elisa, cake designer di Genova che ha iniziato per passione e ha capito che il suo futuro sarebbe stato di zucchero. Così è andata in Canada per studiare dai migliori insegnanti, poi a Londra e infine è tornata a Genova, dove ha aperto il laboratorio dei suoi sogni. Ora realizza torte decorate per cerimonie e matrimoni. Sei giovanissima, eppure hai già aperto il tuo laboratorio, come hai iniziato? Ho studiato prima di Italia, studiando le basi delle pasticceria, poi sono andata a fare un’accademia a Toronto e poi a Londra. In questo modo sono riuscita a unire lo stile americano e anglosassone con i gusti della pasticceria italiana. Mi piaceva molto fare i dolci e sono partita da qui, dagli impasti, la decorazione è arrivata dopo. Quando hai deciso di aprire il laboratorio e che questo sarebbe stato il tuo lavoro? Un anno fa ho aperto il mio laboratorio a Genova. Mi sono specializzata in torte decorate e, ovviamente, la mia passione sono le torte per i matrimoni. Mi piace molto anche realizzare le torte scolpite a forma di qualunque cosa, sono molto scenografiche e personalizzano al massimo la cerimonia o l’evento. Lavori a stretto contatto con i wedding planner 77 cake designer oppure gli sposi ti contattano direttamente? Lavoro principalmente con i wedding planner, il nostro lavoro deve cercare di incorniciare il loro. Vi faccio un esempio, se il matrimonio ha un colore dominante, sempre in accordo con la wedding planner, decido di ispirarmi a questi colori per cercare di personalizzare al massimo la torta in piena sintonia con tutta la cerimonia. Oppure mi posso ispirare all’abito da sposa o ai particolari degli allestimenti. La figura del wedding planner per noi è fondamentale, lavorando in team gli sposi avranno la migliore cerimonia possibile, curata nei minimi dettagli. In questo momento ci sono delle tendenze particolari in fatto di torte di matrimonio? Quasi tutti vogliono la torta a più piani, magari di diverse forme, non per forza rotonda, ma anche esagonale, quadrata, rettangolare, ecc... l’importante è che sia a più piani! In Canada, dove ho studiato, la torta era proprio il simbolo del matrimonio, doveva essere enorme e scenografica. Lavoravamo anche a torte di dieci piani. Ai canadesi non importava che la torta fosse vera o finta (cioè con i piani di polistirolo), l’importante era che fosse spettacolare. In Italia, ovviamente, la situazione è un po’ diversa, difficilmente vedremo torte di 10 piani completamente o quasi di polistirolo. Anche se c’è da dire che non è più così strano aggiungere dei piani finti, i clienti ormai sono abituati a vederlo e spesso lo richiedono. Utilizzi principalmente la pasta di zucchero per decorare? Esatto, utilizzo la pasta di zucchero, ma mi piace distinguermi non solo per le decorazioni, ma anche per quello che c’è sotto. All’interno utilizzo impasti a base di cioccolato, limone, vaniglia, per esempio, da abbinare a creme come pistacchio di Bronte, cioccolato belga, cioccolato bianco e fragoline di bosco, nocciola, ecc... Non uso la crema al burro classica, ho trovato una mia ricetta che non è per niente stucchevole, rimane morbida, ma fa in modo che la struttura regga. È una crema che ho elaborato in anni di studio e la personalizzo in base ai gusti dei clienti. Per saperne di più www.ledolcezzediliz.it 79 trucco SPECIALE PHOTO WEDDING IL TRUCCO C'È E SI VEDE Tutto quello che dovete assolutamente sapere su come truccarsi nel giorno più bello della vita: quello del matrimonio, ovviamente di Silvia Belfiore C ome immortalare al meglio il giorno più bello della vostra vita? Con un trucco indimenticabile, ovviamente. Quello che però dovete sapere (e spesso non vi dicono), è che il trucco da sposa deve essere appositamente studiato per avere le seguenti caratteristiche: - essere “a lunga tenuta”; - essere “tears proof”, cioè a prova di lacrime; - adattarsi ai flash fotografici senza creare l’effetto “macchia di colore”. Per far fronte a queste esigenze occorrono, nell’ordine, i seguenti “trucchi del mestiere”: Fissaggio del trucco con cipria abbondante. Sceglierete il fondotinta (o i fondotinta da abbinare tra loro), il più possibilmente intonato con la vostra carnagione, onde donarle naturalezza, freschezza e luminosità, che applicherete come base per il trucco, con l’ausilio di spugnette e/o con pennelli piatti su tutto il viso. Dovete ricordarvi di non trascurare occhi e labbra. Fatta la base trucco, vi inciprierete tutto il viso (compresi occhi e labbra) con il piumino di velluto, togliendo l’eccesso di polvere con un apposito pennello (più grande di quello da fard). Attenzione a non insistere, nell’applicazione della cipria, sulle rughe di espressione e sul contorno occhi: la cipria tende a evidenziare le piccole rughe! Dopo che avrete truccato le labbra con matita e rossetto, passerete ancora un velo di cipria per fissare anche il trucco della bocca. Infine, terminata l’applicazione di matita e ombretti occhi, spruzzerete su tutto il viso un vaporizzatore fissante ovvero dell’acqua termale. Avrete così conferito al vostro trucco il fissaggio necessario per durare tutto il giorno (e tutta la notte…)! Per ottenere un trucco a prova di lacrima, non dovrete assolutamente utilizzare eye liner. Inoltre, per uno sguardo intenso, dopo l’utilizzo di piegaciglia e l’ausilio di eventuali ciuffetti volumizzanti (ciglia finte), amalgamerete il tutto con un ottimo mascara water proof, preferibilmente nero. Per evitare indesiderati effetti “macchia di colore” sulle foto ricordo, o inestetici aloni lucidi, dovrete scegliere colori per occhi e labbra effetto opacizzante, evitando glitter, ombretti perlati e i lucidalabbra gloss. Un ultimo segreto: donerete freschezza e naturalezza al vostro make-up scegliendo toni ambrati e caldi, o le sfumature pastello, da intonare in contrasto con il colore degli occhi e dei capelli, anche a seconda della stagione del grande evento (verde, lilla e pesca per la primavera; ambra, tortora e arancione per l’estate; marrone, ocra e prugna per l’autunno). Per stupire: Per un matrimonio estivo in riva al mare, potrete osare anche uno smokye eyes sui toni del blu… effetto sirena. Lo Scrigno di Silvia Befiore [email protected] l'avvocato risponde Risponde l'avv. Silvia Aonzo SPECIALE PHOTO WEDDING L’IMPORTANZA DEI CODICI ETICI DI AUTOREGOLAMENTAZIONE. COMPRESSIONE DEL DIRITTO D’AUTORE? Buongiorno avvocato. Eccomi, come d’accordo, con il “bonus” acquisito durante il corso di venerdì e la mia domanda. Ricevo proprio oggi da TAU Visual la raccolta dei codici e, fra questi, il “codice di autoregolamentazione per la fotografia professionale di cerimonia e ritratto” (che le allego nel caso non lo avesse ancora letto). In teoria, essendo io socio di TAU Visual, sarei tenuto ad applicare tale codice comportamentale e, come me, anche tutti gli altri soci... Per quanto attiene all’utilizzo delle immagini di matrimonio avevo inteso dalle sue parole che il fotografo, in quanto proprietario delle stesse e dei relativi diritti di utilizzo, ne può disporre a suo piacimento sia in privato che in pubblico (autopromozione, siti web, vetrine, ecc.) e addirittura (avevo fatto una domanda specifica in sala) le può anche vendere (es. a riviste, agenzie, la location dell’evento, la sartoria che ha confezionato gli abiti, ecc.) ricavandone un utile. Questo vale sia per le immagini della copia committente che per quelle dell’evento nelle quali, potenzialmente, possono venire ritratte altre persone oltre agli sposi. Questo è ciò che avevo capito io... Ma leggo in particolare ai punti 7 e 9 di tale testo: 7) In pieno rispetto alle vigenti norme in tema di Privacy, il Fotografo si impegna a conservare copia dei files originali, mantenendo il riserbo e non consegnandone copia a chicchessia, se non a persone espressamente indicate dal Cliente. 9) Il Fotografo si impegna a non pubblicare (cioè esporre ad un pubblico indistinto, non quantificabile e non controllabile) le immagini del servizio fotografico, a meno di non aver ottenuto dal Cliente un’esplicita accettazione dell’uso pubblico delle immagini. Resta invece facoltà del Fotografo la libera raccolta di immagini esemplificative del suo lavoro, raccolte esclusivamente in book da mostrarsi personalmente a potenziali clienti. Dunque la domanda è: TAU Visual sta forzando la mano ai suoi soci affinché rinuncino ai propri diritti oppure la legge obbliga il fotografo a questo tipo di riservatezza spinta? La ringrazio per la risposta e le rinnovo i complimenti per il suo intervento di venerdì che ho molto apprezzato. Cordiali saluti. Caro lettore, La ringrazio per l’interesse mostrato e per aver contribuito ad approfondire l’argomento da me trattato nel corso del mio intervento per Fotonotiziario nella giornata di venerdì 28 marzo 2014. Desidero premettere che i Codici Etici costituiscono un’utilissima integrazione normativa in diversi ambiti “nuovi”, o molto specifici, del diritto, spesso caratterizzati da vuoti normativi e da “giungle” costituite dall’assenza di scrupolo di molti operatori del settore, nonché dalla “confusione”che si tende a fare in assenza di chiare soluzioni legislative e giurisprudenziali. Si vengono perciò a creare situazioni per così dire “borderline”, dove il confine tra condotta lecita e violazione dei diritti altrui è molto labile. Per questo l’adesione a un codice etico è spesso consigliata, perché permette di offrire ai Suoi clienti una tutela in più, una garanzia di correttezza professionale e quindi di “alta qualità” tout court (a 360 gradi) del lavoro che costituisce un fattore molto importante per la tua professione. Tanto premesso, è importante dunque sottolineare come la funzione complementare del Codice Etico (la cui adesione è meramente facoltativa, ma una volta avvenuta, vincola i soggetti firmatari) sia importante perché disciplina settori e ambiti del diritto spesso poco chiari o confusi. Come avevo chiarito nel corso della mia trattazione, tante norme contenute nella L.A, (legge sul diritto d’autore, L.633/1941 e successive modifiche) sono liberamente derogabili tra le parti. Ciò significa che in molti casi la Legge stabilisce alcuni parametri che tuttavia non sono considerati irrinunciabili dalle parti, perciò sono liberamente “trattabili”. In questo contesto si inserisce il Codice Etico, che trovandosi spesso a stabilire la linea di condotta in situazioni ambigue, sceglie di sbilanciarsi (a seconda dei casi), a favore, più o meno, del fotografo ovvero del soggetto ritratto nelle foto, titolare del cosiddetto “diritto al consenso”. Per rispondere alla Sua domanda, distinguerò la prima questione dalla seconda. Prima questione: art. 7 del Codice Etico Tau Visual (In pieno rispetto alle vigenti norme in tema di Privacy, il Fotografo si impegna a conservare copia dei file originali, mantenendo il riserbo e non con- segnandone copia a chicchessia, se non a persone espressamente indicate dal Cliente). La norma da Lei richiamata verte innanzitutto sulla tutela del diritto alla privacy, tema da me trattato solo marginalmente nella mia esposizione (purtroppo per limiti oggettivi di tempo)1, e dunque il Codice da Lei richiamato pone particolare attenzione alla gestione, al trattamento e all’archiviazione dei file originali, che in sintonia col Codice della Privacy, non possono essere ceduti a terzi senza particolari forme di tutela per i soggetti ritratti. In secondo luogo, l’attenzione è posta sul “principio base” regolante in generale i ritratti (liberi o su commissione), costituito dal necessario “consenso dell’avente diritto” (art. 96 L.A.). Più in particolare, secondo la L.A., per quanto riguarda il “ritratto su commissione”, il titolare dei diritti economici sulle foto realizzate dal fotografo è lo stesso committente, che è ritratto nelle foto (art. 98 L.A.- “ritratto su commissione”). Giustamente in merito a ciò, Lei ha pienamente colto la differenza che sussiste, per la legge sul diritto d’autore, tra la normativa regolante il ritratto su commissione e quella sui servizi fotografici per i matrimoni. Quest’ultimi, per la giurisprudenza, non rientrerebbero nella disciplina di cui all’art. 98 L.A. (ritratto su commissione), ma in quella generale dell’art. 88 (che, salva la necessaria acquisizione del consenso degli aventi diritto, riserva al fotografo, autore del servizio fotografico, tutti i diritti economici sulle foto realizzate, quindi anche quelle di pubblicazione e diffusione). A mio avviso l’art. 7 del codice etico si riferisce tuttavia proprio al ritratto su commissione e non al servizio fotografico di matrimonio, in quanto emerge implicitamente che riserva al fotografo il diritto di trattenere le “copie” dei file originali, lasciando a intendere che quest’ultimi (gli originali) debbano spettare di diritto (e di default) ai committenti. Di conseguenza tale norma non farebbe altro che richiamare e, per certi versi, dettagliare, la norma di cui all’art. 98 L.A. (ritratto su commissione).Tant’è che Lei stesso mi riferisce che il codice etico riguarda anche, specificamente, il ritratto. Seconda questione: art. 9 del Codice Etico Tau Visual (Il Fotografo si impegna a non pubblicare - cioè esporre a un pubblico indistinto, non quantificabile e non controllabile - le immagini del servizio fotografico, a meno di non aver ottenuto dal Cliente un'esplicita accettazione dell'uso pubblico delle immagini. Resta invece facoltà del Fotografo la libera raccolta di immagini esemplificative del suo lavoro, raccolte esclusivamente in book da mostrarsi personalmente a potenziali clienti). 1 In tal senso, la norma posta dal Codice Etico pare essere pienamente conforme alla Legge sulla Privacy (D.lgs. 196/2003) che in generale pone i seguenti limiti alla pubblicazione/diffusione di fotografie, quali: Per pubblicare l’immagine di una persona non famosa occorre la sua autorizzazione (art. 96 legge 633/41),ovvero la cosiddetta “liberatoria” (questo punto era stato più volte sottolineato nel corso della mia esposizione). Se la persona non famosa viene pubblicata in maniera che non possa risultare dannosa alla sua immagine, e l’uso è solo giornalistico, si può ignorare, dinanzi al diritto di cronaca esercitato dal giornalista (da valutare di caso in caso) l’assenza del consenso. Per default non possono mai essere pubblicate immagini di minori. Per pubblicare con finalità giornalistiche immagini di personaggi famosi non occorre autorizzazione. Occorre autorizzazione in ogni caso e comunicazione al Garante per la protezione dei dati personali se la pubblicazione può risultare lesiva (legge 633/41), oppure se fornisce indicazioni sullo stato di salute, sull’orientamento politico, sul credo religioso o sulla vita sessuale (D.lgs 196/2003). Occorre autorizzazione in ogni caso se le immagini vengono usate con finalità promozionali, pubblicitarie, di merchandising o comunque non di prevalente informazione o gossip. Non devono essere pubblicate immagini di minori in modo che siano riconoscibili, e questo anche nel caso di fatti di rilevanza pubblica. Il fatto che il fotografo detenga presso lo studio i negativi o gli originali di un servizio fotografico, anche per minori, non è proibito, a patto che non venga data pubblicazione senza assenso di queste immagini. Se il cliente chiede di cancellare i suoi dati, questo deve essere fatto gratuitamente. Se il cliente chiede la consegna degli originali o dei files, deve pagare un compenso. l'avvocato risponde Come illustrato nel corso della mia esposizione, la giurisprudenza considera il servizio fotografico dei matrimoni non rientrare nella disciplina (di cui all’art. 98 L.A.) del ritratto su commissione, ma far parte di quella più generica dell’art. 88 L.A2, per cui si riconosce al fotografo il diritto di conservare la proprietà del negativo (o file digitale) che non è tenuto a consegnare al committente. Tuttavia, dato che gli sposi conservano la facoltà di usare tali immagini (ai sensi dell’art. 96 legge 633/41 che comunque è fatto salvo, espressamente, anche dall’art. 88 L.A.), esiste anche in capo a essi un diritto a usare tali originali, richiedendone la consegna al fotografo previo pagamento (congruo compenso). Fatta tale premessa l’art. 9 del Codice Etico da Te richiamato costituisce un limite ulteriore per il fotografo, rispetto a quanto stabilito dalla L.A. nelle norme citate. Infatti il principio generale statuito dalla L.A., posto il fatto che il fotografo acquisisce dagli sposi (committenti) il consenso a effettuare le foto (con l’incarico conferitogli), fa conseguire a tale consenso, in generale, anche il diritto implicito alla riproduzione/diffusione/pubblicazione delle immagini di cui egli dovrebbe restare esclusivo titolare (fatto salvo il caso di eventuali violazioni dei diritti di terzi). Tale libertà di pubblicazione, per quanto riguarda i servizi di matri- monio, secondo la legge sul diritto d’autore incontrerebbe l’unico limite del ritratto (richiamato espressamente dall’art. 88 L.A.), nel senso che per pubblicare un ritratto degli sposi (e, a maggiore ragione, di terze persone), che non raffiguri anche l’intero contesto del matrimonio, occorre comunque il consenso degli stessi. Rispetto a tale contesto normativo, l’art. 9 del Codice Etico restringe ulteriormente tale limite trasformando l’eccezione in regola: tutte le immagini del matrimonio (anche quelle non costituenti un mero ritratto) non possono essere pubblicate se non col previo consenso dei soggetti committenti. In tale ambito (più ridotto) l’unica libertà lasciata al fo- tografo costituirebbe dunque l’esibizione delle foto realizzate in un contesto circoscritto (esibizione dei book a un numero limitato di persone, pubblicazione su siti delimitando l’accesso tramite chiavi e pw). Occorre tuttavia precisare che la tutela (a volte ossessiva) del diritto alla privacy risulta preminente rispetto al diritto d’autore in quanto rientra nei diritti della persona costituzionalmente garantiti (art.2 Cost.) nonché tutelati a livello europeo (C.E.D.U.) nel cosiddetto “diritto al domicilio, alla vita privata, alla corrispondenza e alla riservatezza”. Tale considerazione fa sì che, comunque sia, qualsiasi regolamentazione debba tutelare con maggior forza l’interesse dei privati anche comprimendo, talora, le facoltà attribuite dal diritto d’autore. Tale preminenza, se da un lato può contraddire lo spirito originario della L.A., è anche data dal fatto che quest’ultima è entrata in vigore ben sessant’anni prima che si iniziasse a delineare l’importanza e la preminenza del diritto alla privacy. Spero di esserLe stata utile. La ringrazio ancora per l’interesse mostrato. __________ AVV. SILVIA AONZO Diritto civile, industriale e internazionale – Milano Per qualsiasi questione scrivete a : silvia.aonzo@gmail. com oggetto Fotonotiziario oppure: info@ fotonotiziario.com 2 Suprema corte di Cassazione civile, sez I, 28/06/1980 n. 4094, reperibile – fra gli altri – in Giust. civ. Mass. 1980, fasc. 6. Foro it. 1980, I, 2121, Giust. civ. 1980, I, 2101, che recita: “Nell’ipotesi di ritratto fotografico eseguito su commissione, regolata dall’art. 98, I. 22 aprile 1941 n. 633 sul diritto d’autore, il committente, diversamente da quanto stabilito dall’art. 88 comma 3 di detta legge per le fotografie di cose in suo possesso, non acquista il diritto esclusivo di utilizzazione della fotografia, il quale rimane al fotografo, pur concorrendo con quello della persona fotografata o dei suoi aventi causa di pubblicare e riprodurre liberamente la fotografia medesima, salvo il pagamento al fotografo di un equo corrispettivo nel caso che la utilizzino commercialmente. Nell’ipotesi indicata, pertanto, ove manchi un diverso patto, deve ritenersi che il fotografo conserva la proprietà del negativo e non è tenuto a consegnarlo al committente.” www.fotonotiziario.eu [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Diego Gelmini COORDINATORE DI REDAZIONE Davide Grilli HANNO COLLABORATO Monica Papagna Silvia Belfiore Edoardo Sansonne ART DIRECTOR Monica Zavan Edizioni Gelmini Via Fraccaroli, 3 20134 Milano Tel +39 02 45077318 +39 02 45077326 Fax +39 02 70120130 [email protected] Stampa Grafiche Gelmini srl [email protected] Iscritta al Registro Nazionale degli Operatori di Comunicazione al n. 12650 PUBBLICITÀ Edizioni Gelmini Tel +39 02 70122000 Direttore Marketing & Advertising Ernesto Lombardo [email protected] Registrazione n. 484 del 27/12/1980 presso il Tribunale di Milano. La Proprietà e l’Editore declinano ogni responsabilità nel merito delle opinioni espresse dagli Autori.