relazione - Caritas Reggiana
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relazione - Caritas Reggiana
CENTRO D’ASCOLTO DELLE POVERTA’ Via Adua, 83/c 42100 Reggio Emilia Tel. 0522.921351 – Fax 0522.921023 e-mail: [email protected] TU UT “dimora fissa…?” Progetto “accoglienza invernale” duemilaundici.12 CARITAS DIOCESANA DI REGGIO EMILIA E GUASTALLA Con il termine “senza fissa dimora” prendiamo in considerazione le persone che per diversi motivi hanno perso l’abitazione oppure per qualsiasi situazione verificatasi hanno rinunciato volontariamente ad essa. A questi appartengono sia le persone sfrattate quanto quelle più disagiate che non hanno una opportunità abitativa stabile. … senza tetto, senza casa, senza fissa dimora …clochard per dirla alla francese oppure homeless all’inglese … davanti a tutto persone, volti, sguardi, storie … qualcuno da “mettere al centro”, da ascoltare, accompagnare e donare mettendosi in cammino … gesti quotidiani di prossimità … Normalmente questa situazione viene prodotta da eventi particolari che sono accaduti nella vita delle persone che oggi sono in questa condizione. Perdita del lavoro, difficoltà a trovare una occupazione stabile, conflittualità e crisi di coppia, scivolamento nella dipendenza … solitudine e impossibilità ad avere relazioni significative, percorsi migratori che non rispecchiano le aspettative iniziali … “L’umanità non necessita solo di benefattori, ma anche di persone umili e concrete che, come Gesù, sappiano mettersi al fianco dei fratelli condividendo un po’ della loro fatica. In una parola, l’umanità cerca segni di speranza. La nostra fonte di speranza è il Signore…” Papa Benedetto XVI tratto dal discorso per il 40.mo di fondazione di Caritas Italiana – 24 novembre 2011 Compie 10 anni il progetto, di animazione e formazione alle parrocchie, di “Accoglienza Invernale”. Anche quest’anno, infatti, la Caritas Diocesana di Reggio Emilia – Guastalla ha proposto, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, l’Azienda AUSL – Distretto di Reggio Emilia e l’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova della nostra città l’opportunità, attraverso l’allestimento di posti letto per persone senza fissa dimora ed in difficoltà, questa esperienza sul territorio della diocesi. Dal 01 dicembre 2011 al 31 marzo 2012, infatti, attraverso il consolidamento di realtà parrocchiali che già vivono l’esperienza di relazione con le persone in difficoltà abitativa, l’allestimento di nuovi spazi di accoglienza all’interno di canoniche o altri luoghi messi a disposizione, il dormitorio Caritas, il Centro d’Ascolto della Caritas Diocesana ha coordinato l’esperienza. Tutto ciò attraverso l’incontro quotidiano con le persone in difficoltà ed il rapporto con le diverse realtà territoriali che mettendosi in rete diventano parte fondante con e per la persona. “… a questo proposito ritengo importante la proposta che la Caritas Diocesana ha fatto per il prossimo Avvento sul tema dell’accoglienza, a incominciare già dal 1° dicembre con il piano “Emergenza freddo” per “i senza tetto” (ricordati tra i misteri dal profeta Isaia nella prima lettura) in collaborazione con il Comune e alcune realtà parrocchiali…” Vescovo Adriano Caprioli, omelia per San Prospero 24 novembre 2011 Durante tutti i giorni di apertura del Centro d’Ascolto Diocesano gli operatori hanno registrato diverse richieste di accoglienza da parte di uomini, donne e famiglie che, per diversi motivi, hanno chiesto disponibilità di un luogo in cui poter essere accolti. Allo stesso tempo, quotidiani e intensi i rapporti con i Centri d’Ascolto e le Caritas parrocchiali della diocesi, i servizi sociali territoriali della città e della provincia, quelli sanitari ed altre realtà (di fondamentale importanza, per professionalità ed umanità, il rapporto con lo Sportello Immigrati del nostro comune gestito dalla Coop. Dimora d’Abramo ed il Progetto SPRAR per richiedenti asilo politico della stessa cooperativa) che intercettano situazioni di disagio e che chiedono la collaborazione per riflettere, condividere e attuare possibili progetti sulla persona. Persone appena arrivate nella nostra città, oppure stanziali all’interno della stazione ferroviaria, che vivono in coabitazioni precarie presso amici o conoscenti, chi vive in casa abbandonate o fatiscenti, in macchina sotto alcuni ponti o in parcheggi, alcuni sotto i portici del centro città. Tutto ciò è uno spaccato reale grazie anche alla continua sinergia con l’esperienza di don Davide Poletti, parroco di S. Croce e San Paolo in città che continua settimanalmente insieme ad alcuni giovani della parrocchia ad avere relazioni con le persone che vivono in strada. Sono una quarantina le richieste che settimanalmente l’equipe del Centro d’Ascolto prende in considerazione e per le quali prova a discernere possibili percorsi di accoglienza. Situazioni di ragazzi giovani, diversi non regolari, alcuni con problemi di salute, chi in difficoltà per dipendenza da alcol oppure sostanze, chi in grande disagio psichico. Diverse situazioni complesse da affrontare, spesso doppia diagnosi associata ad una marginalità sociale. Per far fronte all’impossibilità di un letto per trascorrere la notte, ad una trentina di essi è stato fornito un sacco a pelo per proteggersi dalle temperature rigide e fredde dell’inverno in attesa, eventualmente, di ospitalità. Tutto ciò in rapporto e sinergia con l’Unità Preventiva di Strada del Centro Sociale Papa Giovanni XXIII. E’ proprio con quest’ultima realtà reggiana del privato sociale che si rafforza ulteriormente una collaborazione fondamentale legata all’accoglienza di situazioni “a bassa soglia”, persone cioè con problematiche legate alla tossicodipendenza, in disagio psichico che eventualmente assumono terapia. Attraverso un’attenta lettura del territorio e dei bisogni, nella dinamicità della situazione di persone in queste difficoltà, si è avuto l’opportunità di allestire un dormitorio in una parte dello Stadio Mirabello e l’utilizzo di un appartamento messo a disposizione dall’amministrazione del nostro comune. Continua l’esperienza all’interno dell’equipe interdisciplinare socio educativa per situazioni di disagio complesso insieme ai servizi sociali territoriali e sanitari del nostro comune, dell’AUSL anche attraverso l’ausilio di educatori della coop. CORESS, al SERT, al CSM ed un medico della divisione infettivi dell’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova. “… le esperienze vissute e le riflessioni maturate in questi anni, ci hanno confermato nella certezza che “perdere tempo” con i poveri è un guadagno per tutti. Per chi direttamente opera a contatto con le persone in difficoltà, per le comunità parrocchiali che hanno accolto l’invito ad aprire la porta, per la Caritas Diocesana, per il Vescovo e per tutta la diocesi. Innanzitutto perché “la Carità copre una moltitudine di peccati” (1 Pt. 4, 8) e viene in soccorso alle nostre mancanze e alle nostre piccolezze. E poi, perché vivere la carità è connaturale all’essere cristiani, non è delegabile e deve andare insieme alla celebrazione (liturgia) e all’annuncio (catechesi)…” Gianmarco Marzocchini direttore Caritas Diocesana di Reggio Emilia – Guastalla – Pubblicazione “Quando busserò alla tua porta…” Sono state n. 16 le realtà che hanno aderito al progetto oltre le due strutture in collaborazione con il Centro Sociale Papa Giovanni XXIII. Insieme, infatti, al dormitorio e all’accoglienza messa a disposizione dalla comunità femminile Caritas di volontarie, studentesse universitarie e ragazze in servizio civile volontario” nell’appartamento all’interno della struttura “Querce di Mamre”: hanno aderito l’unità pastorale Madonna della Neve (parrocchie di Gavasseto, Castellazzo, Roncadella, Masone, Marmirolo e Sabbione) con il dormitorio nell’ex scuola di Gavasseto e con la disponibilità nella canonica di Marmirolo, la parrocchia di Massenzatico, S. Stefano, S. Pellegrino, Rubiera, S.Croce, S. Bartolomeo, S. Pio x, Gaida, Cavriago e Salvaterra oltre ad un appartamento nel territorio della parrocchia di Pieve Moddolena ed uno sul territorio della comunità parrocchiale di S.Paolo in città. Complessivamente i posti allestiti sono stati n. 129 che hanno reso possibile l’accoglienza di n. 178 persone (n. 141 uomini e n. 37 donne) dei quali n. 139 stranieri e n. 39 italiani. Tutti gli spazi abitativi sono luoghi serali, notturni dove trascorrere la notte. Non sono realtà diurne e residenziali. Oltre un centinaio i volontari coinvolti nell’esperienza che si sono relazionati, a diverso grado e titolo, con le persone accolte. Chi ha allestito le strutture, chi ha dato la disponibilità per l’apertura dello spazio abitativo, chi ha preparato i pasti, chi ha vissuto l’accoglienza vivendo stabilmente all’interno con gli ospiti (significativa l’esperienza vissuta in diversi luoghi di accoglienza dal gruppo eucaristico di preghiera della cappella dell’Arcispedale S.Maria Nuova della nostra città) Diverse sono state le serate di formazione pastorale ed operative proposte sul tema dell’accoglienza alle diverse comunità. PERIODO CONSIDERATO: dal 01 dicembre 2011 al 31 marzo 2012 POSTI COMPLESSIVI A DISPOSIZIONE NELLE DIVERSE STRUTTURE: n. 129 PERSONE OSPITATE: n. 178 così suddivise: n. 34 Dormitorio Caritas Diocesana (struttura maschile posti disponibili n. 14) n. 2 Comunità femminile Caritas appartamento (struttura femminile posti disponibili n. 2) n. 2 Parrocchia di Marmirolo (struttura maschile/femminile posti disponibili n. 2) n. 8 Dormitorio Gavasseto (struttura maschile posti disponibili n. 8) n. 5 Comunità Parrocchiale Massenzatico (struttura maschile posti disponibili n. 4) n. 8 Parrocchia di S. Stefano - Via Guasco (struttura femminile posti disponibili n. 9) n. 5 Comunità Parrocchiale S. Croce (struttura femminile posti disponibili n. 5) n. 25 Comunità Parrocchiale S. Pellegrino (strutture maschili e femminili posti disponibili n. 25) n. 11 Comunità Parrocchiale Rubiera (struttura maschile e femminile posti disponibili n. 11) n. 1 Parrocchia di pieve Moddolena appartamento (struttura maschile posti disponibili n. 1) n. 2 Parrocchia di S. Bartolomeo (struttura maschile posti disponibili n. 3) n. 6 Parrocchia di S. Pio X (struttura femminile posti disponibili n. 2) n. 1 Parrocchia di Cavriago (struttura maschile posti disponibili n. 1) n. 4 Parrocchia di S. Paolo appartamento (struttura maschile posti disponibili n. 4) n. 12 Parrocchia di Gaida (struttura maschile posti disponibili n. 7 e appartamento per nucleo famigliare posti disponibili n. 4) n. 4 Parrocchia di Salvaterra (struttura maschile posti disponibili n. 4) n. 49 ACCOGLIENZA A BASSA SOGLIA Stadio Mirabello (struttura maschile posti disponibili n. 16) Appartamento (struttura maschile posti disponibili n. 7) Posti disponibili nelle diverse strutture Dormitorio Posti disponibili Dormitori o Caritas Comunità femminile Caritas Parrocchia di Marmirolo TOTALE 14 2 2 Gavasseto Parrocchia Massenzatico Parrocchia di S. Stefano Via Guasco Parrocchia S. Croce Parrocchia di S. Pellegrino Parrocchia di Rubiera Parrocchia di S. Bartolomeo Parrocchia Cavriago) 8 4 9 5 25 11 3 1 Appartame nto (Parrocchia di Pieve Moddolena) 1 Parrocch ia di S.Pio X Parrocch ia di S.Paolo Parrocch ia di Gaida Parrocch ia di Salvater ra Accogl ienza a bassa soglia TOTA LI 2 4 11 4 23 129 Persone ospitate dal 01.12.2011 al 31.03.2012 NAZIONALI TA’ apolide ALGERIA C. d’AVO. EGITTO ERITREA ETIOPIA GEORGIA GRECIA GHANA GUINEA ITALIA MAROCCO MOLDAVIA NIGERIA PAKISTAN ROMANIA SOMALIA SENEGAL TUNISIA UCRAINA TOTALE Dormitori o Caritas via Agosti, 6 Comunità femminile Caritas Dormitorio Parrocchia di Marmirolo Gavasseto Parrocchia Massenzati co Parrocchia di S. Stefano Via Guasco Parrocchia S. Croce Parrocchia di S. Pellegrino Parrocchia di Rubiera Parrocchia di S.Bartolomeo Parrocchia Cavriago Appartame nto (Parrocchi a di Pieve) Parrocchia di S.Pio X Parrocch ia di S.Paolo Parrocch ia di Gaida Parrocch ia di Salvater ra Accogl ienza a bassa soglia 1 1 2 1 3 1 1 1 2 1 4 1 1 1 1 4 2 4 7 1 2 3 1 1 1 1 3 1 1 2 3 1 5 2 4 3 2 3 1 1 2 2 1 1 1 6 1 21 10 1 2 1 1 1 5 1 2 5 1 1 1 9 34 1 1 2 2 8 1 2 5 8 5 3 25 11 2 1 1 6 4 2 2 9 12 4 48 Come si può notare, i posti disponibili nelle diverse strutture non corrispondono alle persone effettivamente ospitate (sono in quantità minore). Questo perché, a seconda della situazione, le persone stesse possono trovare una sistemazione diversa per aver trovato lavoro, per aver cambio città, per aver condivisione di un affitto con amici o essere entrati in strutture residenziali pubbliche. TOTA LI 1 5 4 2 4 1 4 1 13 6 39 35 1 20 3 7 1 3 25 3 178 Alcuni spunti di riflessione: Grande attenzione e sensibilità sul tema dell’accoglienza da parte di privati cittadini e delle comunità parrocchiali: chi ha messo a disposizione spazi per l’accoglienza e chi ha dedicato tempo, oltre un centinaio i volontari coinvolti, all’esperienza in diverse modalità e tempistiche; la situazione abitativa precedente all’accoglienza maggiormente registrata è “senza fissa dimora” e di precaria coabitazione con altre persone, amici o connazionali. Si registrano presenze in stazione e all’interno di case abbandonate/dismesse; la condizione famigliare più consueta è di uomini o donne sole, con il coniuge in patria oppure celibe/nubile. Si registra l’accoglienza di una famiglia e di donne con minori in rapporto progettuale con i servizi sociali territoriali; Sono in aumento gli italiani e gli stranieri regolari in difficoltà; N. 20 persone difficilmente avrebbero potuto trovare una accoglienza senza l’opportunità del progetto “bassa soglia” all’interno dell’Accoglienza Invernale per problemi legati all’uso di sostanze, abuso di alcol e somministrazione di terapia. Aumentano le situazioni complesse legate a doppia diagnosi Circa un quarto del totale è separato/divorziato. Le persone coniugate, normalmente, hanno la moglie, ed eventualmente i figli, in patria Molti dichiarano uno scivolamento nell’impoverimento dovuto alla perdita di lavoro causa crisi finanziaria si registra una staticità nell’accoglienza, un basso turn over. Le persone accolte faticano a trovare una soluzione successiva all’accoglienza; Alcune situazioni sono croniche da tempo; tutte le persone accolte risultano essere disoccupate o in condizione, per mancanza di requisiti legali, di non poter svolgere attività lavorativa. L’avviamento lavorativo, aggravato dalla crisi economica, continua ad essere una grande difficoltà che di conseguenza condizione la situazione abitativa della persona; Per quanto concerne gli immigrati, alle volte si segnalano situazioni di difficoltà psicologica e relazione dovuta, presumibilmente, al processo migratorio e alla condizione precaria in cui si trovano; Necessità di continuare a riflettere quotidianamente sul tema dell’accoglienza a prescindere dal periodo invernale nella consapevolezza di continuare ad investire “cultura e pensiero” nel rapporto amministrazione pubblica e privato sociale anche coinvolgendo altre possibili realtà