Il Ramoscello d`Ulivo - Parrocchia S. Antonio Abate

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Il Ramoscello d`Ulivo - Parrocchia S. Antonio Abate
L’ULIVO NELLA TRADIZIONE CRISTIANA
La religione cristiana è segnata, già nel suo nome, dall’uso dell’olio d’oliva nella consacrazione
di re, sacerdoti e profeti: il termine greco Christhos significa infatti “unto” e il Cristo è appunto
il Messia unto dal Signore, atteso da Israele e inviato a salvare gli uomini.
Il popolo di Dio è come un ulivo su cui i pagani, come rami selvatici, possono essere innestati.
Gesù è la radice e la Sua vita è la linfa che passa a ravvivare tutti i rami, quelli nuovi come
quelli vecchi (Ro 11,17-18).
Nell’antico testamento la Genesi narra che Noè, passati i 40 giorni del diluvio universale, per
accertarsi che le acque si fossero ritirate, liberò prima un corvo e poi una colomba, ma
entrambi, dopo poco tempo, ritornarono all’Arca, segno che non avevano trovato nemmeno
un lembo di terra dove posarsi. Dopo una settimana liberò di nuovo la colomba e questa volta
essa ritornò con un ramoscello d’ulivo nel becco.
Da quel momento l’ulivo assunse un duplice significato: diventò il simbolo della rigenerazione,
perché, dopo la distruzione operata dal diluvio, la terra tornava a fiorire; diventò anche
simbolo di pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini.
L’olio, usato una volta per alimentare le lucerne, assunse poi un significato del tutto
particolare. Come nella lucerna, bruciando, diventava strumento di luce, così, nei riti
dell’unzione, esso poteva accendere la luce divina in colui che veniva unto. Per questo re e
sacerdoti venivano consacrati con la cerimonia dell’unzione e numerosi sono gli esempi
narrati nella Bibbia.
Significativo è l’episodio della consacrazione di Davide, in cui l’angelo spiega a Samuele cosa
deve fare per consacrare il futuro re e sacerdote di Israele: “Allora io ti indicherò quello che
dovrai fare e tu ungerai chi ti dirò”. Allorché compare Davide il Signore stesso ordina a
Samuele “Alzati e ungilo: è lui”. Allora Samuele prese il corno dell’olio e lo consacrò [Davide]
con l’unzione in mezzo ai suoi fratelli; e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno
in poi (1Sam, 16,3;16,12-13).
La Bibbia parla spesso dell’olio d’oliva.
La terra d’Israele era ricca di ulivi nei tempi biblici ancor più che al giorno d’oggi, al punto da
essere definita "il paese degli ulivi"(Dt 8,8; 2Re 18,32).
I romani incentivarono tale produzione, tanto che ancora, attualmente, gli arabi chiamano gli
ulivi migliori "zeyt er-rum", cioè "ulivi dei romani".
Il torchio o frantoio (in ebr. gat) si costruiva direttamente nell’uliveto (getsemani: gatsemen=torchio per l’olio).
Gli usi dell’olio erano vari.
Una delle molte testimonianze dell’uso alimentare si trova in 1Re 17,1-16 (…il vaso della farina
non si svuoterà, nella brocca non mancherà olio…).
Per l’uso combustibile da illuminazione vediamo Mt 25,1-13 (…le altre cinque invece
portarono anche un vasetto d’olio…).
In profumeria l’olio era la base per la preparazione di molti preziosi unguenti: Lc 7,46; Mt
26,6-13; era segno di gioia e di ospitalità (…una donna versò sul capo di Gesù dell’olio
profumato…).
Se ne faceva anche uso sanitario sia interno che esterno: Lc 10,34 (…il buon samaritano curò le
ferite dell’uomo picchiato dai briganti con olio e vino…).
Per questo i discepoli di Gesù si servirono del valore simbolico dell’olio per accompagnare con
un segno visibile la preghiera per i malati, detta poi "unzione degli infermi" (Giac 5,14–15).
Nel campo liturgico l’olio era materia di offerta (Lv 2,1) e si usava per consacrare il re, i profeti
e (dopo l’esilio) il sommo Sacerdote.
Il misterioso personaggio atteso da secoli per la salvezza di Israele, che sarebbe stato il
perfetto Sacerdote – profeta – re fu perciò chiamato "l’Unto del Signore" (Messia - Cristo
significa esattamente "unto").
Nel nuovo testamento Gv 11,12 narra:
Il giorno seguente la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a
Gerusalemme…
Gesù va a Gerusalemme e viene accolto con festa. La gente lo saluta agitando rami d’ulivo.
Questo avvenimento viene ricordato dai cristiani nella Domenica delle Palme.
Ogni persona, tenendo in mano un ramo d’ulivo, raggiunge la chiesa dove viene celebrata la
Messa e benedetto il ramo d’ulivo. Dopo il rito che da inizio alla Settimana Santa l’ulivo viene
portato nelle case in segno di pace.
Sempre nel nuovo testamento: il Cristo si prepara alla passione nell’orto degli ulivi nel
Getzemani: “Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli ulivi, anche i discepoli lo
seguirono (Lc 22,39).
La tradizione cristiana conserva il valore simbolico legato a questa pianta, oltre che nei
sacramenti, nello scambio di rami benedetti come simbolo della pace, nel segno della lampada
che arde perennemente accanto al Santissimo Sacramento, alimentata ad olio.
Il ramoscello d’ulivo è inoltre icona di diversi santi, da San Bernardo Tolomei, fondatore degli
Olivetani, a Sant’Irene e San Bruno.
Nella festa cristiana delle Palme, l’ulivo sta a rappresentare il Cristo stesso che, attraverso il
Suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità.
In questa ottica l’ulivo diventa una pianta sacra e sacro è anche l’olio che viene dal suo frutto,
le olive.
L’unzione, quindi, introduce alla sfera divina e simboleggia la presenza del Signore e con
questo significato viene ancora usata in numerose cerimonie della liturgia cristiana.
Gli oli sacri sono tre:
OLIO DEI CATECUMENI. E' usato nel sacramento del Battesimo.
CRISMA. L’olio profumato (detto crisma) si usa nella liturgia cattolica del Battesimo, della
Cresima e dell’Ordine come segno di consacrazione regale, profetica e sacerdotale (1Sam
16,1–13).
OLIO PER L'UNZIONE DEGLI INFERMI. E' usato nel sacramento dell'unzione degli infermi.