apparato scheletrico

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apparato scheletrico
I.I.S.B.O. "P. Sella" Mosso
APPARATO SCHELETRICO
Costituisce la componente passiva dell'apparato locomotore, ed è formato da ossa e articolazioni.
Svolge funzione di:
1. Protezione: difende i più importanti organi interni dagli influssi esterni
1.1. cranio: cervello
1.2. gabbia toracica: cuore e polmoni
1.3. bacino: organi sessuali femminili e intestino
2. Sostegno: dà stabilità agli organi e posiziona il corpo nello spazio
3. Movimento: reso possibile dall’azione dei muscoli inseriti sulle ossa che, contraendosi e
rilassandosi, provocano lo spostamento del corpo o delle sue parti.
LE OSSA
Sono organi duri, resistenti, ma dotati, pur se in minima parte, di elasticità.
In base alla loro configurazione possono essere:
a) Lunghe: dove la lunghezza prevale sullo spessore e sulla larghezza (femore, tibia); sono composte
da una parte centrale diafisi che contiene la cavità midollare col midollo, e da due epifisi:
prossimale e distale (cioè più vicina o più lontana dal corpo)
b) Piatte: la larghezza prevale sulla lunghezza, o la eguaglia, e sullo spessore (volta cranica, bacino,
scapola); in genere delimitano cavità e proteggono gli organi che vi sono contenuti.
c) Brevi: larghezza, lunghezza e spessore si equivalgono (vertebre, carpo, tarso)
La superficie delle ossa può risultare del tutto o in parte liscia, o presentare delle irregolarità dette:
spina, tuberosità, linea…
Le ossa maschili sono in genere più robuste data la muscolatura più potente, ma la differenziazione
sessuale è molto evidente nel bacino, più largo nella donna.
Le ossa lunghe presentano quattro componenti principali
 Periostio: è una membrana ricca di vasi sanguigni e di fibre nervose che riveste la diafisi.
Lo strato esterno svolge una funzione protettiva, mentre lo strato interno provvede alla sua
nutrizione, all’accrescimento, e alla riparazione rapida in caso di lesioni tramite cellule speciali
chiamate “osteoblasti”.
 Cartilagine ialina: protegge le superfici articolari (epifisi). Resiste alla pressione, al taglio, ed
assicura un maggior scivolamento delle superfici articolari.
 Tessuto osseo: costituito da una sostanza detta collagene impregnata di sali minerali (specialmente
fosfato di calcio) è fondamentalmente di due tipi: compatto, formato da lamelle ossee disposte
concentricamente a formare un canale nel quale passano i vasi sanguigni, e spugnoso, formato da
trabecole. Il tessuto osseo è disposto in modo tale da seguire le linee di trazione e pressione
esercitate sulle ossa, secondo i principi della statica e della dinamica.
 Midollo osseo: contenuto nelle cavità dell’osso delimitate dalle trabecole, è di colore rosso, e
produce globuli rossi e alcuni tipi di globuli bianchi, che, attraverso i vasi sanguigni, passano in
circolo. E’ presente in tutte le ossa del feto e del bambino piccolo, mentre negli adulti si trova solo
in alcune ossa del cranio e del tronco. Nel corso dello sviluppo si trasforma in midollo giallo,
costituito prevalentemente da grasso.
La produzione del tessuto osseo avviene attraverso due vie: Diretta, o connettivale, con formazione del
cosiddetto osso di rivestimento (es. clavicola, ossa della faccia); e Indiretta, o cartilaginea, con
formazione di un modello cartilagineo che viene progressivamente sostituito dal tessuto osseo.
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L’ossificazione completa avviene verso i 20 anni; per questo motivo in età giovanile bisogna fare molta
attenzione ad ogni tipo di sovraccarico che potrebbe andare a modificare la struttura delle ossa.
L’accrescimento avviene alternando, ogni 6 mesi circa, lo sviluppo in lunghezza a quello in larghezza
(legge di Godin, o dell’alternanza).
LE ARTICOLAZIONI
Le singole ossa, per consentire i movimenti delle varie parti del corpo, sono collegate attraverso le
articolazioni che si dividono in: fisse (sinartrosi) a mobilità scarsa o nulla (cranio, pube), e mobili
(diartrosi) con ampia mobilità.
Si compongono di:
 Capi articolari (4/6): sono le due estremità (epifisi) delle ossa che formano l’articolazione. Come
detto, le superfici articolari, di cui in genere una è convessa e l’altra concava, sono rivestite dalla
cartilagine ialina (5) che evita l’usura da
contatto dei capi ossei.
 Capsula articolare (2): molto resistente
avvolge, a guisa di manicotto,
l’articolazione.
E’
rafforzata
da
legamenti (1 e b) che mantengono il
contatto tra le superfici articolari in
condizioni di riposo; durante il
movimento l’unione dei capi articolari è
rafforzata da muscoli e tendini che scavalcano l’articolazione. I legamenti possono essere presenti
anche all’interno.
 Membrana sinoviale (7): si trova all’interno della capsula, è fortemente irrorata dal sangue e
secerne il liquido sinoviale (3) che diminuisce l’attrito tra i capi articolari. La sua eccessiva
produzione, causata in genere da eventi traumatici o infiammatori, crea compressione ed è
necessario asportarlo con siringhe.
Le articolazioni permettono tre tipi di movimento:
 Scivolamento: quando le superfici scorrono una sull’altra
 Rotazione: quando un osso ruota sul suo asse (testa)
 Movimento angolare che può essere di vario tipo:
a) Abduzione: quando un osso si allontana dal corpo
b) Adduzione: quando un osso si avvicina al corpo
c) Flessione: quando un osso tende a formare un angolo con l’altro osso con cui si articola
d) Estensione: il movimento opposto
 Circonduzione: quando si descrive un cono il cui vertice è rappresentato dall’articolazione
Le articolazioni possono essere classificate anche in base alla forma delle superficie articolari, e le più
importanti sono:
a) Artrodie, o a superficie piana, che permettono solo i movimenti di scivolamento
b) Enartrosi, o a superfici sferiche, che consentono ogni tipo di movimento. Presentano da una parte
un segmento di sfera piena (testa) e dall’altra un segmento di sfera concava (cavità glenoide), come
ad esempio l’articolazione della spalla o dell’anca.
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IL GINOCCHIO
Il ginocchio è un’articolazione molto particolare
con caratteristiche proprie. Essendo il punto
cruciale della deambulazione, presenta al suo
interno diversi legamenti (crociati, collaterali) e
due dischi cartilaginei chiamati menischi, adagiati
sul piatto tibiale, che contribuiscono ad
ammortizzare i vari spostamenti: antero-posteriori
e laterali, e in condizioni particolari possono
lesionarsi. La loro rimozione non pregiudica però
in alcun modo la normale funzionalità
dell’articolazione, e permette di continuare a svolgere la normale vita di relazione, anche se ovviamente
può creare dei problemi se sottoposto a carichi elevati.
LO SCHELETRO
Si distingue una parte assiale (testa, colonna vertebrale e cassa toracica) e gli arti (superiori e inferiori).
Le ossa che uniscono gli arti al tronco prendono il nome di cinture: scapolare per gli arti superiori, e
pelvica per gli arti inferiori.
La testa è formata dal cranio e dalle ossa della faccia, che sono praticamente immobili tranne la
mandibola.
La colonna vertebrale costituisce l’asse del corpo umano ed è formata da 33/34 vertebre collegate
tra di loro da artrodie. Le prime 24 v. sono dette vertebre vere, mentre le ultime sono saldate tra di loro
a formare due ossa distinte (sacro e coccige) e vengono chiamate vertebre false.
Nell’adulto presenta una curvatura ad S caratterizzata da: lordosi cervicale (7 vertebre), cifosi toracica
(12 v.), lordosi lombare (5 v.), cifosi sacrale (9/10 v.). Queste curve sono fisiologiche, se comprese
entro un certo grado; sono dovute a ragioni di equilibrio, di resistenza, e permettono di ammortizzare
gli urti. Se il loro raggio di curvatura aumenta abbiamo dapprima i paramorfismi, che possono essere
corretti con ginnastica correttiva, quindi i dismorfismi che a seconda dei gradi vanno curati con tutori
ortopedici o chirurgicamente. La curvatura laterale si chiama scoliosi, e dà luogo in genere a curvature
di compenso. L’insorgenza di tali patologie è da ricercarsi in atteggiamenti posturali scorretti,
malformazioni congenite trascurate, degenerazioni nell’accrescimento, o precoce usura del tessuto
osseo.
Pur differendo tra di loro per forma e dimensioni, le vertebre presentano caratteristiche comuni: hanno
una parte principale chiamata corpo da cui si diparte posteriormente un anello osso la cui
sovrapposizione crea il canale vertebrale contenente il midollo osseo. Negli spazi tra una vertebra e
l’altra fuoriescono da questo canale i nervi spinali che portano a tutto il corpo gli impulsi nervosi
formando così il sistema nervoso periferico. Le vertebre, posteriormente formano il processo spinoso,
mentre ai lati vi sono le apofisi o processi articolari. Tra una vertebra e l’altra si trova il disco
vertebrale, cartilagineo, che funge da ammortizzatore e permette i movimenti della colonna. Anomalie
legate a questo disco possono provocare la cosiddetta ernia del disco.
La cassa toracica è formata da 12 vertebre, 12 paia di costole e un osso piatto: lo sterno a cui si
collegano direttamente le prime 7 costole, le 3 successive sono unite alla cartilagine della costola
sovrastante, mentre le ultime 2 sono libere anteriormente (fluttuanti).
La cintura scapolare è formata da un osso anteriore, la clavicola, che si articola allo sterno e ad un
osso dorsale, la scapola, che è collegata a sua volta alle costole.
La cavità glenoide della scapola si articola con l’omero (braccio) formando l’articolazione della spalla.
Nel gomito l’omero si articola con radio e ulna (avambraccio), che si collegano a loro volta con le otto
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ossa del carpo (polso). Abbiamo quindi il metacarpo (5 ossa lunghe) che forma lo scheletro della
mano e infine le falangi che sono tre per dito (falange, falangina, falangetta) tranne che nel pollice.
La cintura pelvica (bacino) è costituita da: ossa iliache, osso sacro e coccige, uniti a formare una
struttura a forma di imbuto che sostiene il tronco e unisce ad esso gli arti inferiori.
Ogni osso iliaco è formato da: ileo, ischio e pube che durante la pubertà si fondono in un tutt’uno; nel
punto di confluenza di queste tre ossa si forma una cavità chiamata acetabolo, e ad esso si articola la
testa del femore (coscia), l’osso più lungo e pesante del corpo, formando l’articolazione coxofemorale
(anca). Il femore si articola a sua volta con tibia e perone (gamba) nel ginocchio, di cui abbiamo già
parlato, dove è presente un osso piatto, la rotula, che ha una funzione protettiva. Come già nella mano,
anche nel piede abbiamo le ossa del tarso (caviglia), quindi il metatarso che forma lo scheletro del
piede e infine le falangi che sono tre per dito tranne che nell’alluce.
Gli arti inferiori possono presentare alcune patologie, a carico di ginocchia e piede, limitanti per la
deambulazione: valgismo (cedimento verso l’interno), varismo (cedimento verso l’esterno), piede
piatto, piede cavo.
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