la nativita - Centro San Fedele

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la nativita - Centro San Fedele
San Fedele. Scuola di Preghiera
Tutti i mercoledì dalle 12.45 alle 13.45
26/01/2011
Seconda settimana
LA NATIVITA’
La seconda settimana degli esercizi spirituali di sant’Ignazio ci invita a cambiare
sguardo. Bisogna passare dallo sguardo sulla propria vita (della prima settimana) allo
sguardo su Gesù, inviato dal Padre per condurci in un’intimità di vita con lui. Il percorso
che Ignazio propone nella prima settimana di esercizi porta quindi a meditare sulla propria
vita, sulle direzioni esistenziali prese nel passato, sulle prospettive presenti e future: il
tutto da considerare però a partire dallo sguardo che Dio ha su di noi, uno sguardo di
Padre, pieno di bontà.
Adesso invece bisogna rivolgere tutta l’attenzione sul dono più grande che ci ha fatto
Dio, il dono del proprio Figlio. Si tratta di seguire Gesù nella sua vita terrena, nelle strade
della Palestina che ha percorso, nei borghi e villaggi dove si è fermato cercando di
considerare la realtà della sua umanità, del suo aspetto, della sua voce, cercando di
ascoltarlo e guardarlo in un modo nuovo, ovvero nel modo della meditazione e della
contemplazione. In tutta la seconda settimana l’unica grazia da domandare in ogni
momento di preghiera – ci dice Ignazio – è la conoscenza intima del Signore che si è fatto
uomo per me; una conoscenza nel senso biblico però e non la risposta a una semplice
curiosità di tipo storico e intellettuale, quindi una conoscenza che apre all’intimità della
relazione con il Signore, perché così – prosegue Ignazio – più lo ami e più lo segua.
I nostri occhi, il cuore, l’intelligenza, l’immaginazione, il respiro e tutti i nostri sensi
sono da adesso orientati in quest’unica direzione: cercare e seguire il Gesù del Vangelo. Si
parte da quello che ci dice la Scrittura sui vari momenti della vita di Gesù, però bisogna
anche tener conto del punto della nostra vita in cui ci troviamo adesso, dei nostri ritmi,
delle nostre difficoltà e resistenze o delle grazie ricevute in alcuni momenti della vita o
recentemente. Tutto questo emerge nel corso della preghiera, ma non per rimanere in
un’attitudine di semplice osservazione dello stato della propria vita spirituale. Non basta
costatare, osservare, bisogna essere invece attenti a tutti i movimenti dell’anima per aprirli
alla presenza del Signore. A tale proposito, per esempio, Ignazio ci invita a terminare ogni
esercizio nella modalità del colloquio: Alla fine farò un colloquio pensando a quello che
devo dire alle tre Persone divine o al Verbo incarnato o alla Madre e Signora nostra:
secondo quello che sentirò in me, chiederò l'aiuto per seguire e imitare meglio nostro
Signore, come se si fosse ora incarnato.
La settimana scorsa, si è meditato sul mistero dell’Incarnazione. Nelle sue istruzioni,
Ignazio, richiamando il soggetto della contemplazione, ci ha fatto entrare nella vita delle
tre Persone della Trinità. Ovvero meditando come Dio guarda il mondo, il dramma della
storia e come le tre Persone della Trinità decidono che il Figlio si faccia uomo per salvare il
genere umano e infine viene inviato l’Angelo Gabriele a Maria.
Oggi la preghiera considera la nascita di Gesù. I vangeli di Matteo e Luca dedicano
l’inizio della loro narrazione a questo momento della vita di Gesù. Stupisce la semplicità del
Natale, una sobrietà che sottolinea l’umiltà di Dio nel prendere la nostra umanità. L’entrata
di Dio nella storia con la nascita di Gesù a Betlemme avviene senza fuochi d’artificio, senza
enfasi. Da tener presente, sin dall’inizio, il nascondimento di Dio nella natività. La
contemplazione della natività di Gesù non può dunque prescindere dagli elementi di
profonda umanità dell’evento.
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Prenderemo la narrazione di San Luca e seguiremo i punti che Ignazio propone per
quest’esercizio sulla Natività. L’invito costante è quello di fare attenzione a tanti dettagli
umani e riflettere sul loro significato. Noi faremo un unico momento di preghiera.
Nascita di Gesù a Betlemme (Luca 2,1-7)
In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il
censimento di tutto l'impero. Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era
governatore della Siria. Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città. Dalla
Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata
Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua
sposa, che era incinta. Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede
alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era
posto per loro nell'albergo.
ESERCIZI SPIRITUALI – SECONDA SETTIMANA
[110] LA SECONDA CONTEMPLAZIONE È SULLA NATIVITÀ
Preghiera preparatoria: chiedere la grazia a Dio nostro Signore perché tutte le mie
intenzioni, azioni e attività siano puramente ordinate a servizio e lode di sua divina maestà.
Questa è l’entrata in preghiera suggerita da Ignazio, in altre parole è un domandare
a Dio la grazia di essere noi presenti alla sua presenza, perché il Signore è sempre
presente. È un disporsi alla preghiera.
Ignazio struttura le contemplazioni con alcuni preludi. Si tratta di brevi momenti
iniziali in cui si entra pian piano nella preghiera. Di solito ci sono tre preludi, il primo
riguarda il soggetto da meditare. È un riprendere brevemente la storia narrata nel
passaggio evangelico. Il secondo preludio è una composizione del luogo dove si svolge
l’episodio. Il terzo è la grazia speciale da domandare in ogni esercizio.
Leggiamo cosa ci indica Ignazio:
[111] Il primo preludio è la storia. Qui sarà ricordare come da Nazaret partirono
nostra Signora incinta di quasi nove mesi, seduta, come si può piamente meditare, in
groppa a un'asina, e Giuseppe e un'ancella, conducendo un bue, per andare a Betlemme a
pagare il tributo che Cesare impose in tutte quelle terre.
[112] Il secondo è la composizione vedendo il luogo. Qui sarà vedere, con la vista
dell'immaginazione, la strada da Nazaret a Betlemme, considerando la lunghezza, la
larghezza, e se tale cammino sia piano o se per valli o pendii; similmente, osservando il
luogo o grotta della natività, vedere quanto sia grande, piccolo, basso, alto, e come era
sistemato.
[113] Il terzo preludio consiste nel domandare quello che voglio: qui sarà domandare
di conoscere intimamente il Signore che per me si è fatto uomo, perché più lo ami e lo
segua.
Dopo questi brevi preludi, si passa al centro della preghiera. Ignazio ci dà dei punti,
in effetti sono degli spunti che ci possono aiutare. La preghiera non la facciamo noi, è il
Signore che ci guida. Con i punti entriamo nella preghiera vedendo, osservando,
contemplando, ascoltando, riflettendo su tutto quello che avviene, però sempre lasciandosi
portare e fermandosi dove si trova gusto.
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[114] Il primo punto è vedere le persone: vedere cioè nostra Signora e Giuseppe e la
serva e il bambino Gesù, dopo che è nato; facendomi io poverello e indegno servitore che
li guarda, li contempla e li serve nelle loro necessità come se fossi presente, con ogni
possibile rispetto e riverenza; e dopo riflettere in me stesso per ricavare qualche frutto.
[115] Il secondo, osservare, notare e contemplare quello che dicono; e, riflettendo in
me stesso, ricavare qualche frutto.
[116] Il terzo, guardare e considerare quello che fanno, come per esempio
camminare e darsi da fare perché il Signore venga a nascere in somma povertà e, dopo
tante sofferenze di fame, sete, caldo e freddo, ingiurie ed oltraggi, muoia in croce. E tutto
questo per me. Poi, riflettendo, ricavare qualche frutto spirituale.
[117] Terminare con un colloquio, pensando a quello che devo dire alle tre Persone
divine o al Verbo incarnato o alla Madre e Signora nostra: secondo quello che sentirò in
me, chiederò l'aiuto per seguire e imitare meglio nostro Signore, come se si fosse ora
nato. Dirò un Padre nostro.
PROSSIMI INCONTRI
02/02 Seconda settimana, Re terreno e re eterno, Lino Dan S.I.
09/02 Seconda settimana, Le due bandiere, Giuseppe Zito S.I.
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