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Eventi di Giulia Arrigoni L’Italia guardi oltreconfine, le opportunità non mancano Si è tenuto lo scorso 26 novembre il 2° Forum Nazionale Made4Diy, l’associazione italiana dei produttori del comparto brico garden. 24 BricoMagazine resenze internazionali al secondo appuntamento annuale dell’associazione Made4Diy, l’unica realtà italiana che raggruppa aziende che producono articoli per il bricolage e il giardinaggio. Il Forum Nazionale, dedicato al comparto fai da te ed home improvement è un evento che viene organizzato in concomitanza con l'Assemblea Generale Annuale. Il convegno ha l’obiettivo di dare un contributo pratico ed accrescere le informazioni a disposizione delle aziende attive in questo settore. Organizzato in tre parti distinte, il convegno, dopo i saluti del presidente Michele Zucca e del general manager Ivan Bartolucci, ha visto la partecipazione di Reinhard Wolff, in qualità di presidente di Fediyma e di Massimiliano Zampella, european managing director di Home Depot. Nella seconda parte la parola è stata data ai nuovi associati Luigi Mancuso, diy business manager di Dab Pumps Spa e Andrea Marchini, presidente di Ipierre System Srl. Infine, a chiusura, due outsider han- P no portato la loro esperienza: Guido Vingiani, managing director di Clementoni Spa e l’analisi di Christian Zanetti, research coordinator del Politecnico di Milano. Tra gli interventi, l’attenzione si è focalizzata in particolare, sulle relazioni di Wolff e Zampella e il loro invito alle aziende della produzione a guardare oltre i confini nazionali. Fediyma, una fotografia sul mercato mondiale Fediyma è la federazione, fondata nel 2000, che raggruppa le associazioni europee dei produttori: l’italiana Made4Diy, l’inglese Bheta, la tedesca HHG, la francese Unibal, l’Afeb spagnola e la belga Febin, per un totale di 800 aziende. Un gruppo importante il cui intervento non poteva mancare e che giustamente ha aperto i lavori del convegno, con la presenza di Reinhard Wolff, della cui federazione è il presidente, nonché Ceo dell’omonima azienda. Wolff ha analizzato la situazione distributiva europea, ricordando le 92 catene presenti, per un totale di 11 mila negozi e oltre 82 miliardi di fatturato. In una situazione che si dimostra piuttosto statica – pochi cambiamenti nella lista delle top 30 - e un business ridimensionato, Wolff ha evidenziato che il 75% delle decisioni commercialmente strategiche si prendono in UK, Francia e Germania. Quindi, tutto semplice? No, il presidente Fediyma esortando l’Italia a sforzarsi di capire come sono fatti gli altri mercati, definisce l’Europa un mercato molto complesso ma molto ampio e, quindi, pieno di opportunità. In questo panorama Fediyma s’inserisce con quattro compiti ben precisi: monitorare le tendenze del consumatore, migliorare la conoscenza del mercato, conoscendo i cambiamenti in atto, perché si tratta di un mercato complicato; incoraggiare le esportazioni e le relazioni internazionali dato che il mercato è grande, sicuro e ci sono delle buone possibilità uscendo dall’Europa, specialmente per le piccole e medie imprese. Infine, rappresentare le associazioni e le compagnie DiyGarden, negli incontri con Edra e in quelli istituzionali con il parlamento europeo a Bruxelles. Per quanto riguarda i programmi a breve termine, Wolff ha ricordato il prossimo appuntamento di Stoccolma, a giugno, per il Global Diy Summit, la realizzazione dello studio internazionale sui consumatori “International Diy consumer study” e il consueto World Diy Report. The Home Depot, entrare è possibile, ma con le giuste chiavi La parola è poi passata a Massimiliano Zampella, managing director del sourcing europeo, che ha fatto una prima presentazione dell’insegna statunitense, la più importante al mondo, mentre nella seconda parte il relatore ha fornito informazioni, dettagli e suggerimenti rivolti a coloro cui piacerebbe approcciarsi al mercato statunitense. Sorvoliamo sulla storia di The Home Depot, della quale molti sanno, per arrivare ai giorni nostri e ai dati, in particolare: oltre 2.000 negozi in USA, 180 in Canada e 110 in Messi- co che hanno mediamente una superficie di 10 mila mq e un’area dedicata al garden center che solitamente è superiore ai 2.000 mq. Giusto per dare un’idea delle dinamiche, lo sviluppo - pre crisi - era di un negozio aperto ogni 48 ore! Dopo il 2008 la strategia è com>>>> I principali mercati mondiali del bricolage secondo il World Diy market report 2015 Fediyma PAESE Usa Germania Francia Gran Bretagna Canada MILIARDI € PAESE MILIARDI € 255 Russia 3,3 36 Austria 3,2 24,8 Belgio 2,9 17 Svezia 13 Italia 10,7 2 2,6 Nuova Zelanda 2 2,5 Norvegia 2,5 Australia 7 Cile 2,3 Giappone1 5 Cina 2,15 Polonia 4,3 Svizzera 2 Olanda 3,8 Finlandia 1,8 3,4 1 Incluse Spagna 2 Incluse vendite di prodotti non Diy alcune rivendite edili Made4Diy è l’associazione di riferimento in Italia per le aziende produttrici che operano nel settore della Gds brico e garden. Il consorzio è composto da aziende manifatturiere distribuite sul territorio nazionale, attive in diverse categorie merceologiche, aziende orientate e qualificate a servire il mondo della moderna distribuzione brico in tutte le sue declinazioni: flussi produttivi e logistici di eccellenza, know how ed una mentalità proattiva. Made4Diy è il referente italiano di Fedyma, l’associazione europea dei produttori nel settore brico-garden. BricoMagazine 25 Eventi Mercato del bricolage: i consumi pro capite attuali e le previsioni di sviluppo fino al 2019 per area geografica 200 6 150 4 100 2 50 0 0 Europa occidentale Australasia Spesa pro capite per il fai da te 2014 in dollari americani Nord America Europa dell’Est America Latina Asia Pacifico Medio Oriente Africa 2014-2019 CAGR% (tasso di crescita annuale composto) pletamente modificata tant’è che il numero degli store è praticamente invariato da quella data. Inserita da Deloitte tra le prime 10 insegne al mondo, secondo Interbrand, la brand reputy associata a Home Depot vale intorno ai 25 miliardi ed è la terza come grandezza negli Stati Uniti, dopo Walmart e Target. Negli Stati Uniti esiste il concetto di home improvement che è molto ampio e comprende anche il Diy. Per quanto riguarda le tendenze più importanti in atto all’interno di Home Depot, Zampella ha evidenziato il graduale spostamento dal do it yourself al do it for me – peraltro già presente anche in Europa -. Una categoria di clienti, quest’ultima, che ha una propensione di spesa più elevata rispetto ai do it yourself. A questa si aggiunge l’aumento della clientela Pro che, economicamente molto importante. Come entrare nel mercato americano La presentazione di Zampella ha proseguito illustrando le possibilità, per un’azienda italiana, di approcciare il mercato statunitense. Due le macro possibilità: off shelf e stocking. La prima consiste nell’avere il prodotto a scaffale, dopo aver superato una selezione che Home Depot chiama PLR, che sta per Product Line Review. In pratica tutte le categorie merceologiche all’interno del negozio hanno 26 BricoMagazine una frequenza definita, alcune su base annuale, alcune ogni 2 anni, 3 anni e quant’altro. La seconda possibilità, cosiddetta off shelf, comprende ciò che sta fuori dallo scaffale. Le due possibilità ovviamente sono connesse, in quanto spesso un nuovo fornitore viene introdotto in Home Depot attraverso l’opzione off shelf, oppure si tratta di un fornitore che non viene selezionato per lo stock. L’off shelf, si compone di 3 elementi essenziali: il primo è quello che si chiama wingstacks. Negli Stati Uniti la dimensione del pallet fisico è leggermente diversa da quella europea e misura un 40x48 pollici, quindi ¼ di questo; il 20x24 è quello che si chiama quarter pallet. Il quarter pallet viene utilizzato per il cosiddetto wingstacks, molto, molto spesso è un display che serve per il cosiddetto cross-selling. Mediamente ce ne sono un centinaio a negozio, dipende dalla quadratura e dipende dal mercato di riferimento. L’altra possibilità, il cosiddetto off shelf, è quello che si chiama endcaps. L’endcaps è l’area che si trova al termine della baia e viene utilizzata per la parte promozionale, dove il tempo di permanenza del prodotto è mediamente superiore a quello del wingstacks. Quindi il wingstacks è un qualcosa che ruota molto velocemente e viene modificato con una frequenza molto elevata; l’endcaps, invece, rimane anche diverse settimane, mesi, se non addirittura un trimestre. L’ultima possibilità è quella che si chiama l’area degli eventi, anche definita come laydown, ed è il pallet o anche il prodotto con il display proprio sullo shop che si trova nell’area tra l’ingresso e l’uscita del negozio. Si tratta di un’area molto estesa e di solito si lavora per una festività, ad esempio per il Black Friday, dove la promozione può essere implementata per un giorno. Mediamente ci sono 7-10 eventi all’anno e ovviamente dipende anche dalle peculiarità territoriali del punto vendita. Infine esiste una terza modalità che è l’online. Questa ha due possibilità: la prima costituita da un magazzino in Canada, Messico o Stati Uniti che gestisce la parte inventariale e che sa fare il “dropshipping”, ovvero L’importanza di essere innovativi Un punto fondamentale è ovviamente l’innovazione, bisogna essere innovativi. Cosa intende Home Depot per innovazione? Secondo le nostre linee guida l’innovazione può essere definita attraverso 3 criteri: il criterio della semplificazione, il criterio del risparmio di tempo e di costo e il criterio dell’innovazione tecnologica, che può raggiungere una clientela più propensa verso prodotti high-tech. Nello specifico per semplificazione ricordo che è molto importante per il cliente, perché deve essere sempre più facilitato nell’utilizzo di un prodotto o un’applicazione. Per risparmio, invece, non alludo solo ad un prodotto che costa meno ma, anche, alla riduzione del costo operativo. Se quel prodotto riesce, soprattutto nell’area professionals, ad avere un costo operativo d’nstallazione più basso, ovviamente sarà un prodotto considerato innovativo. La fase Interconnected Retail La fase omnichannel, è un elemento sul quale Home Depot sta investendo in modo importante, con ottimi risultati. In particolare la categoria Pro sembra apprezzare sempre più questa possibilità. Con l’opzione definita Bopis, Buy Online Pick-Up In Store, il professionista compra online e ritira nel negozio prescelto. Una possibilità così apprezzata che attualmente circa il 40% delle transazioni di un Interconnected Retail sono Bopis. Ancora altre sono le formule online, come Buy Online, Deliver from Store, ecc, che, sommate ai 4 milioni di visitatori di pagine prodotto al giorno, fanno dell’online non il futuro ma un presente già molto saldo. Senza dimenticare che anche il 64% delle vendite fatte in negozio sono state precedentemente influenzate da un approccio online. Le certificazioni Spesso per vendere un prodotto negli Stati Uniti, questo deve essere certificato. La prima è la certificazione UL, di cui negli Stati Uniti ci sono almeno 13 enti certificatori. Ma non è sufficiente. Esistono i cosiddetti Seal of Approvals, delle label che sono fortemente consigliate e che spesso le aziende definiscono obbligatorie, anche se per legge non lo sono; un tipico esempio riguarda i pavimenti laminati che devono essere Green Guard Gold. Un altro fattore, che riguarda in particolare i materiali da costruzione, è la certificazione con i criteri LID. Attenzione, perché, gli Stati Uniti hanno 50 stati e tutto ciò può essere molto Un punto fondamentale per entrare nel mercato americano è l’innovazione. Cosa intende Home Depot per innovazione? Secondo le nostre linee guida l’innovazione può essere definita attraverso 3 criteri: il criterio della semplificazione, il criterio del risparmio di tempo e di costo e il criterio dell’innovazione tecnologica. “ “ gestire il singolo ordine spedito al cliente finale. Altrimenti disponiamo dei cosiddetti Direct Fulfillment Distribution Centers, centri che importano container e che sono in grado di gestire l’ordine singolarmente. complicato: ogni stato ha una regolamentazione diversa e per alcune merceologie addirittura mancante. The Home Depot considera sempre la normativa più stringente che, nella stragrande maggioranza dei casi è quella della California. Un altro elemento importante riguarda i materiali plastici: in Europa avete il Reach ma negli USA c’è il Proposition 65 e non sono analoghi, ma presentano molte differenze. Questi sono solo alcuni degli elementi che rappresentano vere e proprie barriere d’ingresso per un fornitore che vuole approcciare Paesi come Stati Uniti, Canada o Messico. Sono tante e talvolta molto peculiari allo stato di appartenenza. Non c’è, come in Europa, l’armonizzazione delle normative così che i riferimenti sono gli stessi per Germania, Francia, Italia, ecc. Negli Stati Uniti spesso non è così, così come per il Canada, dove >>>> BricoMagazine 27 Eventi esiste, ad esempio, la normativa sul bilinguismo o in Messico dove la normativa NOM è un prerequisito. Ce l’ho fatta! Sono entrato in Home Depot! Nel caso voi aveste un prodotto interessante, sarete invitati ad una Live Review. Questo significa che il vostro prodotto sarà a scaffale Il concetto generale CTC Dalla progettazione alla produzione in un solo step Il layout Mini-factory CTC: all’interno del centro commerciale 28 BricoMagazine tra 6 mesi. Che cosa succede? Succede quello che noi chiamiamo on-boarding, una fase in cui noi facciamo delle audit sulla fabbrica: la QSA per la qualità; la SER per la responsabilità sociale e il C-tpat che è un protocollo di sicurezza, nato dopo l’11 settembre e purtroppo ora anche molto, molto importante. Il protocollo prevede che nelle aree di carico e di stoccaggio del materiale, si utilizzino delle best practices. Queste sono fasi molto importanti per un rifornitore, perché rappresentano un investimento di tempo molto, molto forte. Però è qualcosa che certifica la fabbrica e la battezza con un Factory ID, che servirà per gli ordini. Altro discorso per il prodotto che viene sottoposto al PPT, Pre-Purchase Test, dove l’articolo, comprensivo del packaging, viene testato e verificato che sia completo di certificazioni. Proprio sul packaging vorrei porre l’attenzione, dato che spesso, è la parte più trascurata dal produttore ma che, al contrario, per noi è fondamentale. Soprattutto considerando l’aspetto e-commerce e quello del riciclo. La fabbrica green, dietro la vetrina Infine, segnaliamo l’intervento di Christian Zanetti, research coordinator del Politecnico di Milano che ha presentato un progetto, peraltro finanziato dalla Commissione Europea, molto interessante, chiamato Close to Customer. Il progetto CTC sviluppa metodi e tecnologie innovative verso una produzione locale e flessibile di prodotti sostenibili personalizzati vicino al cliente in termini di caratteristiche offerte, luogo di fabbricazione, tempo di consegna e costo. L’implementazione finale comprende una “fabbrica green dietro la vetrina” direttamente all’interno del centro commerciale/Gdo, dove il cliente diventa testimone della produzione del proprio arredamento personalizzato. L’offerta del negozio laboratorio, con una superficie intorno ai 1.500 mq, prevede 71 prodotti a portfolio, 1 fornitore, 3 finiture standard, 3 colori speciali e 8 opzioni aggiungibili. ■