Prova 32

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Prova 32
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Leggi il testo seguente.
Il testo é la-testimonianza di un sopravvissuto, il dottor Hachiya, medico dell'ospedale della
cittadina giapponese.
Erano le prime ore di una bella giornata tranquilla e calda. (. . .) Avevo addosso solo le
mutande e la maglietta e me ne stavo disteso sul pavimento della stanza di soggiorno, per
riposarmi da una notte di veglia all' ospedale, dove ero stato di guardia.
All'improvviso fui abbagliato da un lampo di luce, seguito immediatamente da un altro. A
volte, di un avvenimento, si ricordano i più minuti particolari: rammento perfettamente che
una lanterna di pietra nel giardino si illuminò di una luce vivida, e mi chiesi se era prodotta da
una vampa di magnesio o non piuttosto dalle scintille di un tram di passaggio.
Le ombre del giardino sparirono. La scena, che un momento prima m'era apparsa così
luminosa e gaia di sole, s'oscurò, gli oggetti si fecero indistinti.
Fra i nembi di polvere, riuscivo a stento a distinguere una colonna di legno che prima serviva
di sostegno ad un angolo della casa. Ora la colonna era tutta storta e il tetto pareva che stesse
per crollare. Istintivamente mi alzai per fuggire, ma mi trovai il passo sbarrato da detriti e
travi crollate. Con mille precauzioni, riuscii a farmi strada fino al giardino. Mi sentivo
straordinariamente debole, e dovetti fermarmi per riprendere fiato. Con mia grande sorpresa,
mi accorsi che ero completamente nudo. stranissimo, pensai. Dov' erano andate a finire
mutande e maglietta? Cos'era accaduto? (. . . ) Dov'era mia moglie? .
Fui colto all'improvviso dall'ansia e cominciai a chiamare a gran voce: «Yaeko-san! Yaekosan! Dove sei?».
Yaeko-san, pallida di paura, le vesti stracciate e sporche di sangue, sbucò dalle rovine della
nostra casa, tenendosi il gomito con una mano. La sua vista mi tranquillizzò, il mio panico
diminuì e tentai di rassicurare pure lei.
«Ce la caveremo,» le dissi. «Solo che dobbiamo andarcene di qua al più presto».
Yaeko-san annuì e io le feci cenno di seguirmi. (. . .)
Non potevamo starcene lì, sulla strada, e allora ci dirigemmo verso l'ospedale. La nostra casa
era distrutta; le nostre ferite dovevano essere medicate; inoltre, il mio dovere mi chiamava
all'ospedale. Questa ultima idea era del tutto irrazionale: infatti, che aiuto poteva dare uno
nelle mie condizioni?
Un po' alla volta, gli oggetti intorno a me presero consistenza. Scorgevo le sagome incerte di
altre persone, alcune delle quali avevano l'aria di spettri che camminassero con le mani stese
in avanti. La loro vista mi lasciò perplesso, ma poi mi resi conto che avevano subìto delle
scottature e tenevano le braccia levate per evitare di farsi male, strofinando le ferite sulla
superficie scabra degli abiti. Mi passò davanti una donna nuda, che reggeva in braccio un
bambino, del pari nudo. Distolsi lo sguardo. Pensai dapprima che, al momento dell'esplosione,
dovevano essersi trovati nel bagno, ma poi vidi un uomo nudo, e mi resi conto che doveva
essere successo qualcosa, per cui anche loro, come me, erano rimasti senza niente addosso.
Che specie di bomba era quella che aveva distrutto Hiroshima? [...] Qualunque cosa fosse,
non riuscivo a trovare una spiegazione.
M. Hachiya, Diario di Hiroshima, Mondadori. Milano 1955
Il candidato/La candidata legga con attenzione il testo per svolgere le seguenti attività.
1. Riassuma con parole proprie, il contenuto del testo (non superari le 100/120 parole)
2. Scelga tra le due possibilitá:
a) Prosegua la storia tenendo conto che il protagonista è un medico e che lui stesso è
ferito.
b) Immagini di essere il pilota dell’aereo che, dopo aver sganciato la bomba su
Hiroshima, si rende conto di quello che ha fatto e in un monologo, in una lettera alla
moglie, in un dialogo con un superiore, con un amico, con un sacerdote. . . esprime
quello che sta provando.
3. Una invenzione, per quanto positiva e utile, se nelle mani sbagliate, può rappresentare
un grave pericolo e arrivare ad essere un terribile strumento di distruzione. In un testo
di non meno di 150/180 parole rifletta su questo tema ed esprima la sua opinione in
proposito facendo riferimento anche ad esempi attuali o del passato.