Riunione della Commissione ITRE 21 Aprile 2016 Parlamento

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Riunione della Commissione ITRE 21 Aprile 2016 Parlamento
TITOLO
LUOGO E DATA
ORGANIZZATORE
Riunione della Commissione ITRE
21 Aprile 2016
Parlamento Europeo
Rue Wiertz, 60 - 1000 Bruxelles
Commissione per l’industria, la ricerca e
l’energia.
RELAZIONE
Nel giorno 21 marzo 2016 si è riunita la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia
del Parlamento Europeo. Nella presente relazione sono analizzati i punti 11, 13 e 14 all’ordine
del giorno.
11. Dialogo strutturato Parlamento europeo-Commissione europea, scambio di
opinioni con Günther Oettinger, Commissario competente per l'economia e le società
digitali.
Mr. Oettinger ha introdotto agli europarlamentari i 5 progetti più importanti nell’ambito
della politica digitale europea: l’Internet of Things (IoT), la cyber sicurezza, il 5G, la
regolamentazione del cloud computing, l’agenda digitale europea.
1. REVISIONE DEL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI. Oggi la parola d’ordine è nuovi
servizi digitali all’interno di un ambito come quello delle telecomunicazioni, che è diventato
orizzontale, al di là delle sue funzioni strategiche di trasmissione dei dati. L’importanza dei
servizi di telecomunicazione è aumentata notevolmente e a fare le differenza sono:
connettività, infrastrutture digitali, investimenti in banda larga, cavi, satelliti e fibre ottiche. La
Commissione farà uno studio approfondito nell’ambito di Horizon 2020, quindi è previsto un
piano di potenziamento affidabile e vincolante per l’Europa da realizzarsi entro il 2025. Per
alimentare i social media, upload e download, la telefonia classica, le piattaforme digitali per
l’industria, le 50 milioni di auto e tir che hanno bisogno della rete non sono più sufficienti né
50 MHz né 100, occorre per il futuro parlare della società dei gigabyte e pensare a
convenzioni quadro intelligenti che permettano investimenti che coprano tutta l’Europa anche
a livello transfrontaliero. La revisione delle telecomunicazioni fa parte di questo progetto e
influisce anche sulla revisione dei sistemi finanziari, dal momento che occorre investire
massicciamente nelle infrastrutture digitali. La politica dello spettro e la politica delle
frequenze radio va coordinata meglio rispetto al passato e deve essere europeizzata. Si ha
bisogno di una nuova organizzazione delle bande dei MHz aldilà degli usi tradizionali (emittenti
radiotelevisive e telecomunicazioni) e se si vuole che il futuro delle telecomunicazione vada
verso il 5G, allora il coordinamento della banda dei 500 MHz è un punto decisivo. Le case
automobilistiche europee hanno bisogno di sostegno per diventare dei fornitori affidabili e dal
2020 dovranno predisporre sui propri autoveicoli la guida automatica. Occorre quindi un
dialogo strutturato per far sì che nello stesso momento si possano immettere nel mercato
delle autovetture con sensori digitali e la possibilità di trasmetter i dati su tutto il territorio.
2. IL 5G. Attualmente una cosa è certa, in Europa ogni frontiera rappresenta un buco nero
nelle telecomunicazioni per circa 3 minuti, ecco perché si vuole fare un’altra proposta per il
funzionamento del coordinamento dello spettro europeo. Il 5G Infrastructure Public Private
Partnership (5G PPP) sta funzionando bene, ma si devono creare le basi per un’introduzione
globale e, dopo la Corea del Sud, l’Europa dovrebbe diventare la seconda regione a consentire
la connessione 5G con il Long Term Evolution (LTE) standard per la trasmissione dei dati. La
Commissione ITRE conosce bene anche il Body of European Regulators of Electronic
Communications (BEREC), che agisce assieme agli altri numerosi enti di regolamentazione
finanziario, bancario, normativo a livello europeo, ma rimane nella sostanza un think tank. Mr.
Oettinger ha affermato che ad oggi chiederebbe un solo ente di regolamentazione, ma per i
28 Stati è necessario un ente come il BEREC, dove sono rappresentati i direttori degli enti
regolatori nazionali che dovranno avere competenze aldilà di quelle nazionali alla luce della
riforma delle telecomunicazioni che presenteranno.
3. AGENDA DIGITALE EUROPEA. Martedì è stato presentato il pacchetto sulla
digitalizzazione dell’industria europea, annunciato alla fiera industriale di Hannover dello
scorso anno, che valuta anche come aumentare i posti di lavoro, rafforzando le imprese, in
particolare le PMI. Verrà discusso nella medesima fiera di Hannover del 2016 e sarà molto
importante perché saranno presenti anche Obama e una grande delegazione del governo
americano, i quali subiscono un’importante influenza da parte di Microsoft.
4. CLOUD COMPUTING. Negli anni ‘80 sei dei computer più potenti erano stati creati in
Europa. Attualmente se ne trovano solamente due in Germania, mentre gli Stati Uniti hanno
la maggioranza. Gli investimenti nel settore in Cina, USA e Corea del Sud sono giganteschi,
quindi col piano Juncker si vuole, attraverso dei consorzi in Germania oppure tra Francia,
Lussemburgo e Italia, arrivare ad avere almeno 6 di questi grandi computer. Per raggiungere
questo obiettivo si avrà bisogno di grandi investimenti. Per lo sviluppo poi del cloud
computing, è stato presentato il pacchetto sulla digitalizzazione dell’economia europea e nelle
prossime settimane Mr. Oettinger è disposto a discuterne con gli europarlamentari.
5. CYBER SICUREZZA. Nel mobile world ci sono due temi fondamentali: il 5G e la cyber
security, ossia la sicurezza dei dati rispetto allo spionaggio industriale, al terrorismo, alla
pirateria informatica. Questo ambito sarà centrale anche nella direttiva europea che toccherà
le industrie, la sicurezza dei dati e la cloud. I lavori inizieranno quest’estate e i fondi di
Horizon 2020 saranno utilizzati per progetti concreti. Questa direttiva non sarà l’ultimo atto
normativo, dal momento che nel secondo semestre in collaborazione con ENISA e le autorità
di sicurezza nazionali e tutti gli esperti del settore si proporrà un approfondimento
dell’argomento per avere a livello europeo standard più alti nel settore cyber sicurezza,
attraverso per esempio la certificazione tramite reti di verifica o l’etichettatura. Attualmente
siamo di fronte ad un interrogativo rispetto alla necessità o meno di un intervento legislativo
per le piattaforme online. Se si pensa ai diritti d’autore legati alle piattaforme online o alla
direttiva dei servizi audiovisivi oppure ancora alla limitazione delle pubblicità a tutela dei
minori, ci si chiede se sarà necessario intervenire per quanto riguarda le concorrenze.
L’On. Nica (S&D) ha concordato sul fatto che si ha bisogno di un’autorità di applicazione e
di esecuzione, evitando un eccesso di regolamentazione per sopperire alle deviazioni del
mercato. Per quanto riguarda il cloud computing, ha chiesto dove verranno installate le basi
dati di questi sistemi, se fuori o dentro l’UE, e nel caso in cui venissero posizionate fuori chi
avrebbe il controllo dei dati.
L’On. Ernst (GUE/NGL) ha chiesto se fosse possibile fare di più per quanto riguarda gli
istituti di ricerca e le università e che cosa si possa dire rispetto all’agenda per le qualifiche
professionali in EU. Ha chiesto se il Commissario fosse a conoscenza che la direttiva sullo
stoccaggio dei dati è stata bloccata e se ci fosse la possibilità che tale direttiva non avesse più
seguito in futuro.
L’On. Reimon (V-ALE) ha sollecitato attenzione rispetto alle tecnologie di punta anche per
le PMI. In ultimo ha posto una domanda sulla trasparenza, sottolineando che dovrebbe essere
permesso l’accesso anche agli eurodeputati agli eventi d’incontro ad alto livello con le grandi
lobby internazionali.
L’On. Borrelli (EFDD) ha chiesto i tempi per la realizzazione di queste priorità e rispetto
alla politica degli spettri ha osservato che la tempistica potrebbe risultare troppo lunga e ha
chiesto se si potesse accorciare se necessario.
L’On. Schaffhauser (ENF), dopo aver sottolineato la necessità di poter avere un grande
server unico a livello europeo, ha chiesto se l’Europa abbia una strategia d’indipendenza nel
settore delle telecomunicazioni.
L’On. Blanco López (S&D), dopo aver evidenziato che l’unico bilancio citato è quello di
Horizon 2020 diretto ai centri di sviluppo digitale, ha sottolineato la discrepanza tra il parlare
di nuove cloud ed estensione della robotizzazione da un lato e dialogo esclusivo con le
industrie dall’altro.
L’On. Rübig (PPE) ha chiesto come la Commissione stia collaborando con l’Union
Internationale des Télécommunications (ITU) di Ginevra per fissare standard sui 5G all’interno
del pacchetto sul roaming internazionale.
L’On. Zorrinho (S&D) ha evidenziato due punti critici nella proposta della Commissione:
come definire la residenza del consumatore e verificarla da un lato e quali sono i criteri per
valutare la qualità dei servizi forniti senza creare una macchina burocratica che non si vuole,
combattendo il fenomeno della concentrazione.
L’On. Moody (S&D) ha evidenziato come per l’industria ci siano requisiti di sicurezza
informatica per le nuove tecnologie e l’intera filiera, mentre difficile è ancora il rapporto tra
qualifiche e occupazione (apprendimento lungo tutto il corso della vita e divario tra generi).
Mr. Oettinger ha risposto che prenderà parte a Ginevra alla conferenza per il roaming e a
giugno verrà presentata una proposta per i prezzi all’ingrosso. Per quanto riguarda il roaming
europeo si vuole che rientri tra quei temi base nei partenariati con altre regioni del mondo col
fine di proporre standard da applicare a livello globale, ed entro il maggio dell’anno prossimo
l’EU sarà credibile in questo. Per il 5G l’Europa elaborerà norme nuove, poi ci saranno
dichiarazioni congiunte con la Cina, Giappone, Corea del Sud, Brasile e USA per creare una
rete con tutti gli altri importanti partner del mondo. Grazie alla collaborazione con l’ITU, il
lavoro sarà facilitato per raggiungere standard globali all’inizio del prossimo decennio in
termini di 5G, precondizione per il trasferimento di dati a livello globale. Ai finanziamenti di
Horizon 2020 si possono integrare quelli di altri fondi, per esempio del CEF, Connecting
Europe Facility, ma rispetto alla iniziale proposta della Commissione di 9,6 miliardi, si è
arrivati solo a disporre di un miliardo. Per quanto concerne l’European Public Sector
Information (ePSI) Platform, il piano Juncker lavora innanzitutto in funzione dei rischi e per
evitarli occorre lavorare a pacchetti. Nell’ambito della banda larga, laddove non è redditizia, le
cose possono funzionare solo con iniezioni da parte del bilancio europeo e dei bilanci nazionali,
regionali e locali, quindi del settore pubblico. A livello regionale e locale ci sono norme
europee che sono molto importanti e la Commissione valuta le varie richieste e ha già
accumulato molte esperienze. La priorità dei finanziamenti è di incrementare in tutte le regioni
d’Europa i centri di consultazione, a prescindere che siano tenuti da un’autorità pubblica, da
una camera di commercio o da un’agenzia, con l’obiettivo di colmare in termini di
digitalizzazione il divario tra le PMI, le piccole filiali o i liberi professionisti e le grandi industrie.
1 miliardo di euro è destinato al cofinanziamento di super computer per rafforzare il
computing ad alta prestazione nell’UE. Per i centri di centri di ricerca l’importo è elevato,
l’obiettivo è sviluppare una cloud europea con istituti scientifici a cui possano partecipare
anche le industrie, dentro una banca dati aperta e che possa sostenere l’industrializzazione in
modo pratico. Per eliminare il divario tra le persone che hanno e quelle che non hanno
conoscenze o meno a livello digitale, si è stabilito che servono circa 160 mila esperti
informatici in più. Il numero dei posti nella formazione deve aumentare per far sì che nel
prossimo decennio si possa soddisfare il fabbisogno del mercato del lavoro. Si è convinti che il
cloud computing debba diventare una competenza europea, che tuttavia non può fermarsi a
questo livello perché di fatto è una situazione globale, e si è interessati ad avere una
normativa sulla sicurezza dei dati che sia comune. Fondamentale è il binomio tra rapidità di
attuazione e sviluppo di un piano d’intervento approfondito. Durante l’Europa Forum Lech
2016 (una serie d’incontri tenuti annualmente con le PMI, cittadini e stakeholder) ci sono state
4 sezioni con diversi esperti per un confronto sulla politica digitale, di cui Mr. Oettinger può
fornire un resoconto.
13. Scambio di opinioni con l'ENISA: il settore della sicurezza informatica
nell'ambito di una strategia europea per la leadership nell'industria digitale.
E’ intervenuto Udo Helmbrecht, Presidente dell’ENISA, che ha esposto la questione della
cyber-sicurezza. Tre sono gli argomenti che ha citato: il senso che si da oggi al concetto di
digitale, l’importanza per l’industria, la leadership in Europa.
Nel mondo sempre più velocemente si utilizza il digitale: e-banking, e-commerce, e-
education. Si vuole un’Europa aperta, ma sicura per quanto riguarda il cyber spazio in tutti i
suoi aspetti: produzione manifatturiera intelligente, internet delle cose, infrastrutture digitali
adeguate. La sfida però è cambiare il modello industriale europeo, eliminando quelle situazioni
commerciali e industriali non adeguate. In tante filiere produttive viene utilizzata una catena
più tradizionale, ma molti sono i cambiamenti. Uber per esempio, oppure anche le smart, o
auto intelligenti, ma il cambiamento verso il digitale non può limitarsi a questi ambiti, deve
essere totale, anche a livello di occupazione e di posti di lavoro. Altra questione importante è
come inserire tutto questo nel background culturale europeo, come far sì che i cittadini
utilizzino strumenti di e-business. Oggi anche nella vita privata delle persone sono stati
introdotti concetti nuovi, si parla di case e città intelligenti per esempio, car-sharing e robotica
nei trasporti. Altra questione è quella dei dati e del loro “ciclo di vita” dalla produzione, la
trasformazione, sino alla loro catalogazione. Un aspetto importante di questo processo di
formazione è la fiducia nell’inserimento dei dati, che dev’essere assoluta soprattutto per
importanti questioni come quella della criptografia, rispetto alla quale circa due settimane fa è
stato presentato un documento importante. Un settore chiave che si basa sul criptaggio e la
confidenzialità è per esempio la sanità informatica. In molti casi poi si tratta dell’inserimento
di dati di grandi dimensioni: si pensi, ad esempio, agli acquisti online. Le imprese, nel
momento in cui rivelano che altri utenti online hanno comprato quel prodotto, creano dei
profili dei consumatori e li sfruttano per aumentare il loro profitto. Quindi ci sono milioni di
terabyte di informazioni messe a disposizione ed è importante studiarle e capirne la direzione
da seguire perché rimangano protette. Il cloud computing è molto importante, così come la
sicurezza in questo settore delle telecomunicazioni e occorre decidere al più presto inoltre se
queste misure che si vogliono proporre a tutela siano vincolanti o meno all’interno degli Stati
membri dell’Unione. Un’altra questione importante è la modalità di scambio delle informazioni,
per cui è fondamentale il livello di modernizzazione della tecnologia. Un paio di settimane fa si
diceva che l’Europa ha bisogno di migliaia di nuove persone che si occupino d’informatica e da
inserire nel settore della sicurezza. Il modello europeo ha sufficienti DPO, Data Protection
Officer, o gestori dell’informazione e di controllo per la distribuzione dei dati, ma manca di
personale specializzato. Anche l’industria è al centro di questo processo di trasformazione
tecnologica. Ci sono state iniziative, come Horizon 2020 o il CEF, ma ci sono anche altri nuovi
modelli che intervengono, per esempio nel settore sanitario, utilizzando la tecnologia
informatica per dare più informazioni al paziente, ai medici stessi, agli ospedali.
La nuova sfida è quindi quella di utilizzare le nuove tecnologie del cloud computing nei
modelli industriali più diversi con attenzione alla confidenzialità dei dati e capire come l’Europa
possa inserirsi in questo progetto operando soprattutto ad un livello locale. L’ENISE ha due
obiettivi principali:
1. la creazione di una informazione comunitaria, attraverso partnership e progetti di
partenariato con le PMI, e la realizzazione di eventi per potenziare le capacità a sostegno delle
proposte della Commissione;
2. potenziare la leadership. In autunno verranno riunite diverse organizzazioni governative
e ONG per creare nuovi modelli di comportamento.
Mr. Helmbrecht ha concluso il suo intervento dicendo che sono 12 anni che ENISA lavora,
studiando i futuri modelli industriali, valutando le opzioni di sviluppo, le nuove tecnologie
digitali e pubblicando molto e, in questa linea, rimane sempre a disposizione della
Commissione ITRE.
L’On. Ehler (PPE) ha chiesto a che punto si è arrivati con la standardizzazione delle
condizioni di sicurezza o per lo meno con l’identificazione di standard minimi comuni; quanto
siano sicuri i nuovi servizi e quanto questi ultimi siano automatizzati grazie alle nuove
tecnologie. Infine, ha chiesto informazioni rispetto alle prospettive di proroga del mandato
dell’ENISA.
L’On. Kallas (ALDE) ha chiesto di parlare degli altri attori della catena dell’informatica: le
persone, l’industria e quindi dell’utilizzo delle identità criptate.
L’On. Rübig (PPE) ha sottolineato l’importanza di libertà, trasparenza e sfera privata anche
nelle tecnologie informatiche, sostenendo il blockchain, la criptografia. Per quanto riguarda la
tecnologia quantica, ha chiesto che evoluzione c’è per loro in futuro.
L’On. Niebler (PPE) ha chiesto se l’ENISA collabori anche con altri enti europei, come
EUROPOL, o FRONTEX, soprattutto rispetto alla recente crisi migratoria. La settimana scorsa
in plenaria è stato adottato il regolamento di base sulla Privacy, e rispetto ai rapporti con le
forze dell’ordine si chiede come ENISA agisca.
L’On. Kumpula-Natri (S&D) ha domandato se l’Europa possa raggiungere un ruolo di
leader anche nel settore della cyber sicurezza, se abbia una strategia per avere più
collaborazione e in ultimo se ciò renda l’Europa più competitiva rispetto ad altri.
Mr. P. Timmers, Capo Unità della DG CONNECT, ha fatto alcune osservazioni
sull’opportunità economica che può costituire la cyber sicurezza, anche visto il nuovo
pacchetto industria digitale-servizi digitali presentato due giorni fa. Il programma d’azione egovernment si basa su un ambito generale di sicurezza su cui lavorare per utilizzare meglio le
forme di identità elettronica, quali per esempio la firma elettronica. Si tratta di regolamenti
che sono un successo perché mostrano buoni livelli di collaborazione nel campo
dell’identificazione elettronica e che permettono di intervenire in modo diretto e sicuro
nell’amministrazione pubblica. La standardizzazione è importante nella cyber-sicurezza
assieme all’innovazione soprattutto nell’e-cloud. Si parla anche di minacce: questa settimana
si è parlato di ospedali sequestrati, per i quali veniva richiesto un riscatto. C’è quindi la
possibilità di vederla in una prospettiva di minaccia, ma anche di opportunità economica,
perché l’Europa ha buone competenze ed esperienze in questo campo. Nel programma della
Commissione è stato inserita anche la possibilità di presentare progetti di PPP, in pratica
creando un’etichettatura di cyber-sicurezza in Europa, che poi potrebbe essere comperata.
Il Presidente Udo Helmbrecht ha rivelato che la situazione informatica è migliorata, ma
che c’è ancora molto da fare, soprattutto in termini di standardizzazione, ciò perché in questo
campo lavorano molte persone ed enti diversi, generando una situazione frammentata.
Occorre lavorare con i centri per la standardizzazione per ottenere certificazioni comuni
secondo la direttiva e-IDAS, e forse la Commissione potrebbe aiutare nel formulare una
strategia in questo senso. La sfida attuale per quanto riguarda la criptografia è legata
all’emissione sul mercato di prodotti e strumenti altamente specializzati del criptaggio, che
tuttavia non sono ancora al 100% facili da utilizzare, intelligenti e pratici. Lo stesso vale per
l’identità elettronica: ci sono sì degli strumenti, ma spesso sono molto cari, manca di fatto la
possibilità di un loro utilizzo concreto e occorre quindi investire molto di più in questa
direzione. Per quanto riguarda le collaborazioni con le agenzie, ENISA lavora con BEREC ed
eu-LISA, discute con la BCE e con quegli Enti che affrontano temi come tecnologia e
sicurezza. Vengono organizzati eventi per coinvolgere anche l’industria, si collabora molto con
il settore della sicurezza automobilistica e qualche settimana fa è stato organizzato un
incontro con l’ambito sanitario. Si cercano di fare progetti pilota da avviare, ma la sfida è che
ci devono essere delle priorità, per cui ad oggi servono molti più agenti che lavorino in quei
settori all’interno di una revisione più ampia di tutta la strategia a lungo termine dell’ENISA.
Esistono problemi di assunzione, in quanto la spaccatura economica fra Nord e Sud Europa
non aiuta l’inserimento di personale proveniente dalle aree più nordiche dell’UE.
14. Presentazione della relazione della Corte dei conti sull'Istituto europeo per
l'innovazione e la tecnologia (EIT), scambio di opinioni con Alex Brenninkmeije,
membro della Corte dei conti.
Mr. Alex Brenninkmeije, membro della Corte dei conti e responsabile del settore ricerca e
sviluppo, ha presentato una panoramica sull’efficacia dell’Istituto europeo per l'innovazione e
la tecnologia (EIT) di Budapest. Quest’ultimo si concentra su innovazione in Europa, riunendo
Università, centri di ricerca ed imprese, sia grandi che PMI. Per la relazione che ha presentato,
sono stati visitati 3 di questi centri di ricerca in energia, clima e digitale, anche conosciuti con
l’acronimo KICs, o Knowledge and Innovation Communities, che nello specifico comprendono
500 partner, oggi diventati 800. L’entusiasmo è molto, ma rispetto all’attenzione al territorio
sono state rilevati diversi problemi: eccessiva burocrazia per l’ottenimento dei finanziamenti
da parte delle aziende attraverso richieste che avvengono annualmente, nonostante i
programmi di innovazione e ricerca siano ben più lunghi di un anno. Di conseguenza si genera
c’è molta incertezza sul futuro dei progetti e ci si chiede se questa mancanza di una
prospettiva a lungo termine sia davvero d’aiuto all’innovazione. Ad aggravare la situazione si
aggiungono le spesso difficili relazioni tra imprese ed università. Il funzionamento dell’EIT di
Budapest è quindi un po’ ostacolato dal fatto che c’è un quadro operativo/giuridico complesso
ed evidenti problemi di gestione.
Le raccomandazioni avanzate dalla Corte dei Conti sono quindi le seguenti: rivedere il
quadro giuridico dell’EIT per escludere le attività complementari che rappresentano la parte
un po’ debole del modello; estensione degli accordi e dei finanziamenti su di una base più
lunga di un anno, facendo attenzione a siglarli il prima possibile per poterne permettere
l’avvio immediato; maggiore concentrazione sull’impatto dei progetti, mantenendo maggiore
autonomia rispetto alla DG EAC, utilizzando per contro maggiormente quel margine di
flessibilità che viene offerto da Horizon 2020; risolvere il problema della carenza del personale
(rispetto quest’ultimo punto difatti, il management non è ancora completo). La Commissione e
l’EIT hanno accettato queste nostre raccomandazioni e l’Istituto ha già iniziato a correre ai
ripari andando verso la giusta direzione, mentre la Commissione stessa ha istituito un Panel
ad alto livello sul futuro dell’EIT.
L’On. Ehler (PPE) ha chiesto maggiore chiarezza rispetto alle cause delle difficoltà dell’EIT,
quindi se il problema sia sistemico a causa dell’inquadramento giuridico dell’Istituto, o
piuttosto dovuto alle prassi sviluppate in seguito. In ultimo ha chiesto quale lasso temporale è
stato considerato nella relazione.
L’On. Rübig (PPE) ha osservato che L’EIT è uno strumento di formazione e che di
conseguenza le ricerche devono essere messe a disposizione. Il Parlamento ha un organo
scientifico, lo STOA, Science and Technology Options Assessment, che si è occupato molto di
come superare la questione delle conoscenze a compartimenti stagni.
L’On. Moody (S&D) ha chiesto i tempi per questa revisione giuridica.
Denis Crowley, Capo Unità della DG EAC, ha sottolineato il già citata sottoscrizione da
parte dell’EIT e della Commissione delle lacune riscontrate dalla Corte dei Conti, rispetto a:
prassi di lavoro interne, il rapporto con i centri KICs, che hanno frenato il potenziale
d’innovazione dell’istituto. In effetti il quadro operativo dell’EIT è complesso, si potrebbero
avere procedure più chiare per analizzare la performance. La Commissione, l’Istituto e i centri
KICs hanno dato vita ad un gruppo di lavoro per vedere come arrivare a finanziamenti di
respiro pluriennale per il 2017. Quella di dare maggiore autonomia finanziaria all’Istituto è una
priorità, così come rafforzare il personale e il management. Il gruppo di alto livello creato dal
Commissario Navracsics, presentato due settimane fa, si concentrerà sui grandi temi
strategici, come: la sostenibilità a lungo termine, il mandato per l’estensione anche in regioni
sotto-rappresentate, e l’inserimento dell’Istituto in programmi più ampi di innovazione
europea. Come sostiene la stessa relazione, va rivista sia la base giuridica, che forse è un po’
troppo prescrittiva, in particolare alcuni dettagli sui requisiti, i rapporti, i meccanismi che EIT
deve usare per finanziare con l’effetto leva dei programmi. Ha concordato con Rubig che l’EIT
è anche uno strumento di educazione e istruzione. Sin dall’inizio l’obiettivo dell’Istituto era
quello di creare conoscenza e persone formate che producano innovazione, entrambe le cose
sono nella missione dell’istituto.
Mr. Alex Brenninkmeije ha spiegato che il periodo analizzato dalla Corte dei Conti va dal
2008 al 2015, i primi 7 anni di funzionamento dell’istituto e il lasso è stato ritenuto sufficiente
per poter veder dei risultati, che sono stati giudicati deludenti a causa di problemi burocratici,
di management, di un approccio troppo concentrato sulle regole piuttosto che
sull’innovazione, meccanismi di controllo troppo stringenti che rischiano di soffocare
l’innovazione. Ci sono diversi problemi legati a: normativa, come le attività complementari;
sostenibilità nel tempo dei programmi; mancanza di collaborazione tra i centri KICs. Per
quanto riguarda i tempi per le soluzioni è previsto uno scadenziario.
L’On. Ehler (PPE) è intervenuto chiedendo maggiori informazioni rispetto al problema
dell’equilibrio geografico per i KICs (molti si trovano in Germania), siccome in Horizon 2020
non si parla solo di eccellenza, occorre che i centri vadano laddove sia più alto il livello.
Mr. Brenninkmeije ha concluso che la relazione ha rilevato una forse eccessiva
concentrazione dei centri, di qui la necessità di allargare il campo per evitare il rischio di
un’Europa a due velocità.
Link utili:
- http://www.europarl.europa.eu/news/en/news-room/20160414IPR23178/Committeeon-Industry-Research-and-Energy-meeting-21042015-(AM)
- file:///C:/Documents%20and%20Settings/bruxelles9/Documenti/Downloads/s2014_2019-plmrep-COMMITTEES-ITRE-OJ-2016-04-20-1092426IT.pdf
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