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TALL
Zingonia (Bergamo) - Via Londra, 8
tei. 807 142
Tonali
Milano - Viale Romolo, 7 - tei. 857 853
Uniblok Italiana
Bari - Zona Industriale - Contrada Prete
tei. 340 410
Ditte di ossidazione anodica per conto proprio
Alsco Malugani S.p.A.
Cinisello (Mi) - Via dei Lavoratori, 128/130
tei. 9270 264
Carcano
Mandello Lario (Como)
Via A. Carcano, 10 - tei. 71 732
FEAL S.a.a.
Milano - Via Verro, 90 - tei. 531 401
FENZI
S. Martino Buon Albergo (Verona)
tei. 73 159
INFA
Aviano (Pordenone)
Via Casalmaggiore - tei. 66 391
Industrias Aragonesas del A- Zaragoza (Spagna) - C°de Cogullada
tei. 352 420
luminio S.A.
METAR
Milano - Via Londonio, 23 - tei. 340 633
Officine SAIRA
Villafranca (Verona) - Via Marconi, 4
tei. 637 800
Remanzacco (Udine) - Zona Industriale
SOCOM s.n.c.
Socom - tei. 20 051
S.I.T.
Baranzate (Milano) - Via Palmanova, 2/4
tei. 9904 303
Vetromeccaniche Italiane
Genova - Lungo Bisagno d'Istria, 14/A nero
tei. 889 451
SOCI SOSTENITORI
Alcan Angeletti & Ciucani
Milano - Via Locatelli, 5 - tei. 667 151
Alluminio S.p.A.
Sava - Div. ISA
Rho - Milano
Via S. Martino 60 - Tel. 9301677
Lavorazione Leghe Leggere
Milano - Via Agnello 6/1 - tei. 864 041
Montecatini Edison DIMM
Milano - Foro Buonaparte, 16 - tei. 63 33
T.L.M. Alluminio G.P.
Milano - Via de Togni, 2 - tei. 878 951
Ditte fornitrici di coloranti per ossidazione anodica
Sacchi Pietro
Milano - Ripa Ticinese, 47 - tei. 851 550
Sandoz S.A.
Milano - Via Arconati, 1 - tei. 57 95
Ditte fornitrici di prodotti chimici per ossidazione anodica
Cambria Industrie Chimiche
Castiglione delle Stiviere (Mantova)
tei. 88 216
Cofermet Metalli
Milano - Via Politecnico, 3 - tei. 78 11 51
Diversey S.p.A.
Milano - P.za Repubblica 27 - tei. 65 34 51
Henkel Italiana
Milano - Via Alberto Mario, 65
tei. 4980 347
Sacchi Pietro
Milano - Ripa Ticinese, 47 - tei. 851 550
Wyandotte
Assago (Milano) - t e l . 8 4 63 410
Ditte fabbricanti di impianti di anodizzazione
Tecnofinish
Giussano Birone (Milano)
Via della Tecnica - tei. 80561 (rete Seregno)
Ditte costruttrici di infissi
Lamar di Gardolo (Trento) - tei. 48 553
Bernabé
Consulenti
Rag. Francesco Marauta
Milano - P.za Repubblica, 32 - tei 653 738
Istituti specializzati di ricerca e consulenza
Istituto Sperimentale
Milano - Via Turati, 8 - tei. 653 920
dei Metalli Leggeri
Autorizzata la pubblicazione a norma della Legge 8-2-48 n. 37. con certificato d'iscrizione n. 240 del Registro
del Tribunale di Milano - Direttore responsabile: E. Remondina - Scuola Grafica Salesiana - Arese
Elenco Soci
CIOA
SOCI ONORARI
Prof. Eugenio Bertorelle
Prof. Eugenio Hugony
Dott. Frely Sacchi
Varese - Via Campigli, 16
Roma - Via Oceano Atlantico, 14
Milano - Largo Rio de Janeiro 5
SOCI ORDINARI
Ditte di ossidazione anodica per conto terzi
Anodal
Anodizzatura Moderna
Anzilotti 8. C.
Balestri Cav. Leo
Balsamo Ing. A. & F.lli
Ceci Giuseppe
Ciceri Giuseppe
CITAN
Coroxal
DE.VE.GA
Elettrochimica Bresciani
Elettrox
Friulana Ossidazione
GAL-TOR
GALVAR
Gaser S.p.A.
Gasparotto-Fondal S.p.A.
Ghisoxal
Industria Galvanica Dodi
I.R.T.A.L.L.
Lattes lng. Giorgio
LI.N.A.
M. & Bagno
Pietrasanta (Lucca)
Via Aurelia Ponte Nuovo - tei. 71 296
Forlì - Via Masettì, 31 - tei. 28 514
Casavatore (Napoli)
Viale delle Industrie - tei. 584 050
Piano del Voglio (Bologna) - tei. 98 131
Bari - Via Marchese di Montrone, 47
tei. 21 35 88
Roma - Via Casifìna Vecchia, 107
tei. 27 11 148
Milano - Via Mecenate, 76 - tei. 504 121
Sesto S. Giovanni [Milano) - V.le Italia, 481
tei. 24 81 341
Ospitaletto Bresciano - Via Ghidoni, 173 tei. 64 303
Fano - Via Monfalcone, 14 - tei. 84 836
Milano - Via Apelle, 4 - tei. 25 74 619
Vigonza (Padova) - Via Chiesa-Perarolo
tei. 96 411
S. Maria La Longa (Udine) - tei. 99 444
Torino - Via G. Fattori, 116 - tei. 796 400
Barasso (Varese) - Via Ferdinando Rossi, 5
tei. 73 502
Quinto de Stampi - Rozzano (Milano)
tei. 82 51 150
Milano - Via Filippo da Liscate, 14
tei. 471 320
Milano - Via Astico, 24 - tei. 2560 702
Parma - Via Cufra, 8 - tei. 21 284
Imola - Via Montanara, 13 bis, tei. 25 033
Torino - Via Serrano, 15 - tei. 31 847
Melegnano (Milano) - Via Zuavi, 14
tei. 980 891
Cinisello Balsamo (Milano)
Via de Amicis, 46 - tei. 9287 371
Il censimento CIOA
degli impianti di anodizzazione
architettonica
Di recente si è concluso il censimento CIOA 1970 sugli impianti di anodiz­
zazione architettonica; hanno aderito al Censimento n. 164 impianti, su
184 dei quali era nota l'esistenza. I risultati possono essere cosi riepilogati:
TABELLA I. Suddivisione degli impianti e dell'amperaggio installato riportati per regione
Umbria
Toscana
Sicilia
Puglia
Piemonte
Marche
Lombardia
Lazio
Liguria
Veneto
L-'miliri
Campania
Abruzzi
Sardegna
Lucania
Calabria
2 impianti
7 impianti
3 impianti
7 impianti
16 impianti
9 impianti
52 impiantì
10 impianti
7 impianti
25 impianti
17 impianti
5 impianti
4 impianti
—
—
—
—
—
164
impianti
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
Dichiarati
5000
31000
13900
28000
60900
34500
318850
56850
41600
123900
145000
17500
23000
—
—
Dichiarati
900000 A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
TABELLA II. Distribuzione degli impianti e degli ampère installati in tre settori geografici
del territorio nazionale
Italia Settentrionale
Italia Centrale
Italia Meridionale Insulare
—1—
Impianti
Ampere
100
45
19
545250
164
900000
272350
82400
TABELLA III. Differenza degli ampère installati nelle diverse regioni riferentesi al I e al
Censimento CIOA
Regioni
Lombardia
Emilia
Piemonte-Liguria
Venezie
Toscana-Lazio
Abruzzi-Molise-Umbria
Campania-Puglia-Si cilia
1 Censimento
1966
potenza
installata
in Ampere
Il Censimento
1970
potenza
installata
in Ampere
240000
90700
48700
60700
34000
28000
25000
318850
145000
102500
123900
87850
62500
59400
Con acqua deionizzata non tamponata, entro due giorni il fissaggio non è
più soddisfacente ed il limite sale al massimo ad una ventina di giorni se
il pH dell'acqua non tamponata è regolato a circa 6 mediante aggiunta di
ammoniaca.
:>
La Ditta Pear, di Todi, per proteggere temporaneamente superfici metal­
liche verniciate a fuoco, cabine di spruzzo o di verniciatura, manigliame,
ecc. dall'ossidazione, dalle avarie provocate da urti, da agenti corrosivi
esterni, oli, grassi, umidità, ecc., ha messo a punto la produzione di una
speciale vernice protettiva pelabile. L'iperpel A, avente le seguenti carat­
teristiche fondamentali: colore verde o bleu; compatibilità con solventi
chetonici fino al 100%; peso specifico 8,82; formazione del film per pluristrati di reticolazione in tempo brevissimo così da essere in 4-5 minuti
fuori polvere, con una essiccazione completa in 15-20 minuti.
Nel settore specifico dei serramenti, tale vernice può essere vantaggio­
samente impiegata durante la lavorazione delle lastre e dei profilati di allu­
minio che, dopo piegature ed altre lavorazioni, debbono essere anodizzati.
In particolare, i materiali protetti da «Iperpel A» possono essere lavorati
alle presse piegatrici, alla trance o ghigliottine, per imbutitura e così via,
senza essere superficialmente influenzati dagli urti o dai materiali con cui
vengono a contatto durante la lavorazione.
Un'altra interessante applicazione di questo prodotto si ha nella protezione
dei serramenti da eventuali schizzi di calce e malta in genere una volta por­
tati in cantiere. Ovviamente, il prodotto può anche essere usato per la pro­
tezione di accessori da bagno e cucina, di parti di carrozzeria di automo­
bili, ecc.
In quanto alla eliminazione dello strato protettivo di Iperpel A, esso viene
effettuata semplicemente mediante strappo del film formatosi sul pezzo
trattato.
Uso di soluzioni tampone di acetato d'ammonio
per il fissaggio dell'alluminio anodizzato
Già l'aggiunta di 0,1% di acetato d'ammonio è sufficiente a garantire la so­
luzione acquosa contro considerevoli variazioni di pH che si riflettono so­
stanzialmente sulla qualità del fissaggio ottenuto. 1 saggi di laboratorio
sono da questo punto di vista in accordo soddisfacente con quelli della
esposizione all'atmosfera naturale.
Come è noto, una perdita di peso nel saggio al solfito superiore a 0,20
mg/cm- denota un fissaggio non soddisfacente. Si conclude quindi che la
soluzione di acetato d'ammonio si comporta bene per lungo tempo
900000
Vernice protettiva pelabile
La qualità del fissaggio è stata saggiata mediante il saggio quantitativo al
solfito sodico, quello alla nebbia salina e quello di esposizione atmosferica.
In questo modo è stata accuratamente indagata la resistenza alla corro­
sione sia nelle condizioni di laboratorio che in quelle industriali.
I risultati di una tipica prova sono riportati in Tab. 1.
Sardegna-Lucania-Calabria
527000
confrontato con quello del bagno di acqua normale deionizzata, osservando
la qualità del fissaggio nei vari casi. Per ragioni economiche è preferibile
la soluzione allo 0,1% di acetato d'ammonio.
La »vita» di un bagno all'acetato di ammonio è sensibilmente più lunga ed
il pH si mantiene costante con buona approssimazione (le necessarie re­
golazioni con ammoniaca sono meno frequenti).
Inoltre il fissaggio all'acetato d'ammonio non soltanto non ha un effetto detrimentale sul comportamento dei film anodici all'atmosfera industriale cor­
rosiva; ma saggi protrattisi per oltre quattro anni hanno rivelato che in una
grande varietà dì condizioni, i film fissati in soluzioni di acetato ammonico
hanno un comportamento ed una resistenza alla corrosione lievemente su­
periore di quella dei film fissati in acqua deìonizzata.
TABELLA I. Fissaggio ottenuto in un bagno da 150 I di soluzione dì acetato d'ammonio 0,1%.
-r
■ ,,.
Tempo del uso
tgtorniJ
0
8
15
22
pH
6,0
6,0
5,9
5,6
Perdita di peso
^
(mg/cm2)
saggio al solfito
0,0
0.04
0.03
0.06
pH regolato a 6,0 con ammoniaca
29
36
40
47
54
64
6,4
6,1
5,8
5,8
5,8
5,6
0,03
0,11
0,14
0,09
0,05
0,12
*5pH regolato a 6,0 con ammoniaca
L'articolo descrive l'impiego di acqua, tamponata appropriatamente me­
diante acetato d'ammonio, per evitare sensibili variazioni di pH, per il fis­
saggio dell'allumìnio anodizzato. Sono state provate soluzioni contenenti
0.1% oppure 1% in peso di acetato d'ammonio ed il loro impiego è stato
IP. G. Shaesby, G. Bancroft, Transaction of the tnstitute of Metal Finishing, Voi. 48. 1970,
parte 4, pago,. 140-144).
—2—
— 3 —
75
5,9
0,20
Elenco delle ditte
che hanno ottenuto la
licenza per il marchio di
qualità E.W.A.A.
in Europa
AUSTRIA
R. MANAHL ■ Bludenz
MAYER & CO. - Salzburg
CHRISTOF PIESSLINGER
Molln/O.Oe.
ROHRBACHER SCHLOSSERWARENFABRIK
Wilhelm Grundmann
Rohrmach/Gòlsen
Ing. ULRICH STIEFLER - Krems-Donau
VEREINIGTE METALLWERKE RANSHOFEN
BERNOORF A.G. - Berndorf/N.Oe.
BELGIO
S.A. ALCAN ALUMINIUM RAEREN
Raeren
S.A. ALUMETAL
Zaventeim
S.A. L'ALUMILITE BELGE
Bruxelles 2
BELGO METAL
Dikkelvenne
Frans DE SMET -DURANOZele
S.A. EXPAL - Putte
INT. ANODIZING POLIOXAL
Diegerti
PROMETA ET CADMIAGE GILSON
Liège
S.A. SAFRACO - Schoten (Anvers)
Etab. Georges SMET & CO. P.V.8.A.
Meerbeke
ALUCOLOR - Bruxelles
DENDER-ALUMINIUM - Okegem
FRANCIA
ALCAN-SCWARTZ - Paris 8ème
Società L'ANODISATION SA.
La Penne-sur-Huveaune
COFRAMENALBARRE
MATHIEU & PASSEDAT
Paris 17ème
COMPAGNIE GENERALE DU DURALUMIN
ET DU CUiVRE - Faremoutiers
CUIVRE & ALLIAGES - Paris 11ème
S.A. ELMADUC-GANNAT - Gannat
FACA - Yevallois
FORGE-FER S.A. - Lorient
FRANCANO - Talmay
LA FENETRE AUTOMATIOUE
Courbevoie
Dott. G. MURA del Reparto Trattamenti Superficiali dell'ISML
Caratteristiche dei principali
difetti superficiali dei
semilavori in lega di alluminio
per anodizzazione
METODECOR - Touiouse
OXAL FRANCE
St. Julien en Genevoi
PROCOL - St.-Denis
Soc. NICE ANODISATION - Nice
SCAN Société de Constructions
Aero-Navales du Port Neuf - Paris
SEAL-BRISONNEAU & LOTZ
La Pleine St.-Denis
SICAL Société Industrielle et Commer­
ciale pour l'application de l'Aluminium Aubervillrers
SOCIETE DE GALVANOPLASTIE INDU­
STRIELLE - Suresnes
STUDAL - Paris 17ème
SUPERBA - Mulhouse
Nel corso delle lavorazioni dei metalli possono essere originati, nelle varie
fasi, difetti di diversa natura, entità, localizzazione e frequenza.
ITALIA
Le denominazioni usate per i difetti, date in diverse lingue per venire in­
contro a coloro che hanno rapporti con l'esterno, sono quelle adottate dall'Association Internationale des Constructeurs de Matériel Aérospatial.
SOCOM - Remanzacco (Ud)
19-2-68'
CITAN - Sesto S. Giovanni (MI) 29-2-68*
FENZI - S. Martina Buon Albergo
(Vr)
16-12-68*
NOVA URANO - Baranzate (Mi) 17-7-69*
OSAL - Massalengo [ ì
30-9-70'
METAL FINISH - Seriate (BgJ
5-10-70*
OXTAR - Villanova Cartenaso (Boi 20-1-71*
METALNODICA - S. Vigilio Concesio
H'-O
1-7-71*
SAIRA - Villafranca (Vr)
13-10-71*
OLANDA
ALVER N.V. - Vianen
M.B. LANDSMEER & Zn. N.V.
Rotterdam
LIPS ALUMINIUM N.V, - Drunen
REYNOLDS ALUMINIUM HOLL.
Harderwijk
NIJS VALE - Nrjmegen
SVIZZERA
ALUMINIUM-VEREDLUNGSWEHK AG
Dietltkon
BUEROX AG. Eloxierwerk
Bùren an der Aare
ELOXOR AG - Basel 25
FLUG- UND FAHRZEUGWERKE AG, ALTENRHEIN - Altenrhein
(Post- 9422 Staad b/Rorschach)
SCHWEIZERISCHE WAGONS- UND AUFZUEGFABRIK AG - Schlìeren
" Data df concessione.
Uno stesso difetto può essere esaltato o minimizzato nel corso delle suc­
cessive operazioni e può cambiare localizzazione; spesso, difetti apparen­
temente simili possono avere origini molti diverse. Per giudicare se un
pezzo difettoso può essere o no recuperato, e quali rimedi possono essere
adottati, occorre perciò conoscere la natura del difetto stesso.
Abbiamo pensato di fare cosa utile agli anodizzatori nel descrivere, in
breve, aspetto, origini e possibilità di eliminazione di alcuni dei più co­
muni difetti superficiali dei semilavorati in lega di alluminio estrusi e
laminati.
DIFETTI SU MATERIALI ESTRUSI
Figura 1 - Fiamme o bande
Si tratta di un difetto non rilevabile prima del decapaggio, nel corso del
quale appaiono zone a diversa riflettività, accompagnate o no da un sottile
polverino nero.
Dopo anodizzazione, l'aspetto è caratterizzato dalla presenza di bande più
scure o più chiare delle zone normali, a seconda della direzione di osser­
vazione.
Di solito interessa un tratto di barra abbastanza lungo.
L'origine prima va ricercata nel lingotto di partenza, per la presenza in
esso dì disomogeneità nella distribuzione di fasi intermetalliche indisciolte
o, a volte, di particelle eterogenee. L'entità del difetto dipende anche dalle
modalità di estrusione e l'aspetto può essere condizionato dalla pulitura
meccanica.
Molto spesso il materiale è da scartare; si può tentare un recupero con una
smerigliatura profonda. A volte, se la fase indisciolta è solubile, il difetto
può essere eliminato mediante un trattamento termico di bonifica.
Nei profilati cavi compaiono a volte delle bande in corrispondenza delle
zone di saldatura, di solito su eventuali alette o sulla facce laterali. Il di­
fetto trae orìgine da errori nelle condizioni geometriche e termiche di
— 5 —
Fiamme o bande
Faux bois
Afdruck door ingebrand hout
Adring
Wood grain marks
after anodising
Schlieren
Grippature
Grippure
Abrasions
Krassen door
hanterinsfouten
Skrapmàrken
Scheuerstellen
Arresto e ripresa
di estrusione
Merk veroorzakt door
stoppen en doorpersen
Arrèt et reprise de
flage
Màrken efter uppehall I pressnlngen
Stop and start
marks
Rattermarken
Aangekleefde
deeltjes
Criccature
Crique
Cracks
Scheurtjes
Tvàrbrakor
Risse Querrissen
Strappi di estru­
sione
Arrachement de
filage
Scratches and
surface Inclusions
Krassen en oppervlakteinsluitsels
Kladdning
'Vufgefahrene
Stellen
Rigature di estrusione
Rayure de filage
Extrusion scratches
Bolle (bollosità
Cloques
Blistered doublé skin
Bollosità profonde
Soufflure
Blisters
Persgroeven
Fressningsrepor
Pressriefen
superficiali)
Blaren
Ytblazor
Oberflàchenbiasen
Blazen
Blàzor
B B8en
11
estrusione, spesso associate a difetti nel materiale di partenza. I pezzi
sono da scartare.
Figura 2 - Arresto e ripresa di estrusione
E' un difetto immediatamente rilevabile, che si presenta come un rilievo
trasversale su tutta la sezione, associato a strappi. Esso è generato da un
arresto accidentale della pressa durante l'estruzione, ed è raro che un
pezzo con un simile difetto giunga fino all'anodizzatore; il materiale è da
scartare.
Figura 3 - Criccature (trasversali)
Di solito subito evidente, questo difetto si riscontra sugli spigoli, Esso si
presenta a volte in una forma molto sottile, che può sfuggire ad una osser­
vazione affrettata. Dipende dalla cattiva scelta della temperatura e/o della
velocità di estrusione in rapporto alle caratteristiche della lega e al disegno
della filiera. Il materiale è da scartare.
Figura 4 - Grippatile
Simili alle criccature, esse si riscontrano sugli spigoli acuti e consistono
in asportazioni di materiale associate a cricche.
L'origine è quella stessa delle criccature; il materiale è da scartare.
Figura 5 - Incollature
Questo difetto, abbastanza evidente, è comunemente indicato col nome di
«pulci». E' costituito da minuti strappi e piccoli rilievi superficiali, più o
meno addensati, associati spesso ad altri difetti, come rigature e strappi.
L'origine risiede ancora nelle scelte di una velocità e/o di una temperatura
di estrusione troppo alte.
Si può tentare il recupero mediante smerigliatura profonda, ma di solito
ciò non è sufficiente.
Figura 6 - Strappi di estrusione
Difetto anch'esso piuttosto evidente, costituito da allineamenti dì strappi
e grumi di metallo profondamente deformato. Anche questo difetto dipende
da una cattiva scelta dei parametri di estrusione. Può essere favorito [come
del resto anche le pulci) dalla presenza di trascinamenti di particelle ete­
rogenee sotto la pelle dell'estruso, che favorisce il distacco di porzioni
dello strato corticale.
Di solito è difficilmente eliminabile anche con una smerigliatura profonda.
Figura 7 - Rigature di estrusione
Difetto evidente, costituito da rigature più o meno profonde, a volte confi­
nate in ristrette zone del profilato. In quest'ultimo caso, dopo ossidazione
può essere confuso con le «bande».
E' di solito ricollegabile alla presenza di inclusioni di ossidi, o altre particelle
eterogenee, nelle zone corticali dell'estruso, associate a gas. Altre cause
possibili sono la presenza di residui grassi o la incompleta eliminazione
dell'aria nella zona di attacco contenitore-filiera, con possibilità di infiltra­
zioni nelle zone corticali dell'estruso.
A volte, se il difetto è appena accennato ed il profilato viene passato alla
pulitura meccanica, in questa sede possono generarsi strappi in corrispon­
denza delle discontinuità sub-superficiali. Può anche accadere che il pro­
filato appaia integro dopo la pulitura e che durante l'anodizzazione ven­
gano raggiunte le discontinuità, con possibili sollevamenti ai bordi, o
quanto meno apparizione di imperfezioni di vario aspetto, di colore scuro.
Il materiale è da scartare.
Figura 9 • Bollosità profonde.
Anch'esse evidenti, sono più estese e meno nettamente delimitate delle
bollosità superficiali; di solito sono isolate. Derivano dalla presenza nel
lingotto di scorie, associate a discontinuità contenenti gas, che passano
nelle zone centrali della sezione dell'estruso.
Il materiale è da scartare.
Figura 10 • Segni di raddrizzatura
Difetto piuttosto evidente, costituito da una serie di tratti più lucidi, paral­
leli, orientati in senso obliquo rispetto all'asse dell'estruso; possono an­
che presentarsi come profondi intagli. Aspetto zebrato dopo anodizzazione.
Dipendono da un indebito scorrimento del materiale tra i rulli di una rad­
drizzatrice non ben regolata. Una sregolazione molto pronunciata dà luogo
agi intagli So il difetto è leggero tino essere agevolmente eliminato con
una smerigliatura.
Figura 11 ■ Ammaccature
Difetto banale, di origini facilmente intuìbili, con possibilità di eliminazione
variabili.
Figura 12 - Corrosioni
Difetto non sempre ben visìbile sul materiale grezzo; il decapaggio lo
evidenzia, allargando e approfondendo i crateri; dopo anodizzazione si ha
la massima evidenza. La profondità raggiunta non è generalmente in rela­
zione con l'aspetto esterno; spesso, anzi, le corrosioni meno appari­
scenti sono le più profonde.
Fra le cause possono esservi i contatti accidentali con sostanze corrosive,
che danno luogo di solito a corrosioni più evidenti, spesso con abbondanza
di prodotti di corrosione e localizzate in determinate zone su determinati
pezzi.
Figura 8 - Bollosità superficiali
Una delle forme di corrosione più temibili è quella che ha luogo durante
l'immagazzinamento ed il trasporto, in condizioni che permettano la con­
densazione di umidità atmosferica, in strato sottile, sulle superfici metal­
liche. il fattore dominante è costituito dalle condizioni microclimatiche e
dal grado e dalla qualità dell'inquinamento locale; la struttura e la compo­
sizione del materiale, per ogni data lega, possono influire sulla cinetica
della corrosione, ma in maniera secondaria. Per alcune leghe, come per
esempio la P-Al-Mg-Si UNI 3569/66, i casi dì corrosione da immagazzina­
mento sono abbastanza frequenti.
Difetto evidente, costituito da rigonfiamenti degli strati superficiali, spesso
in colonie allineate lungo la direzione di estrusione.
Nella maggior parte dei casi, il materiale è da scartare; solo nei primi stadi
si può tentare il recupero mediante smerigliatura profonda.
—8 —
— 9 —
Dipende dall'eccessiva usura della filiera o da una utilizzazione della stessa
per un numero troppo elevato di estrusioni consecutive. A seconda della
profondità del difetto, può essere conveniente il recupero del materiale
per smerigliatura. A volte si hanno delle rigature isolate con tracce di gra­
fite, facilmente riconoscibili. L'aspetto può essere molto migliorato me­
diante immersione dei pezzi, per 104-30*. nella vasca dell'acido nitrico e
successivo decapaggio energico in soda, seguito da pulitura meccanica.
ùolled- in abrasions
Diffusione nella
placcatura
Schurfstellen
Dlffusle in de
platteerlaag
Figg. 1-23. Le denominazioni d
ciascun difetto nelle diverse lin­
gue, sono riportate per ogni fi
gura nell'ordine seguente: italia
no, francese, inglese, olandese
svedese, tedesco.
Macchie di tempra
Warmtabehandellngs
vlekken
Mlssfàrgnlng genon
vérmebehandllng
White stains or
oxydation
Oxydation
DIFETTI SU MATERIALI LAMINATI
Il materiale è sempre da scartare.
Figura 19 - Confricazioni
Di solito abbastanza visibili, possono venire confuse con i punti neri, per
il loro aspetto di piccoli rilievi scuri; il loro aspetto peggiora dopo anodiz­
zazione.
Sono originate, di solito durante il trasporto, da pìccole abrasioni corri­
spondenti ai punti di attrito fra due lamiere in movimento reciproco; sono
costituite da agglomerati di polveri metalliche e particelle di ossido molto
fini e cementate insieme.
Per materiali da satinare si può tentare il recupero, se il difetto è leggero,
mediante trattamento con acido nitrico e successivo decapaggio in soda.
Figura 14 - Paglie
Figura 20 - Strappi e confricazioni
Difetto di solito piuttosto evidente; peggiora dopo decapaggio e anodizza­
zione; l'aspetto è quello di ripiegature di materiale associate a cavità. Trae
origine dalla presenza di inclusioni e cavità superficiali nel materiale di
partenza, successivamente schiacciate e allungate dalla lavorazione.
Il difetto è simile al precedente, ma i punti non sono in rilievo e hanno un
colore biancastro. E' dovuto ancora a sfregamento fra le lamiere, ma nel
corso della laminazione, in seguito a movimenti irregolari nel sistema di
avvolgimento; il colore biancastro è dovuto allo schiacciamento prodotto
da un successivo passaggio di laminazione, o dalla calandratura.
L'eliminazione è di solito più difficile che per il caso precedente.
Figura 13 - Boliosità
Difetto sempre ben riconoscibile, Su materiali non placcati è da ricolle­
garsi alla presenza di inclusioni eterogenee nella placca di partenza. Più
facilmente le boliosità si riscontrano nei placcati sottoposti a trattamento
termico; a parte le boliosità dello strato placcante, di origine analoga a
quella dei non placcati, il difetto più comune è la boliosità all'interfaccia
metallo base-placcatura e trae origine da scarsa pulizia delle superfici.
I materiali sono di solito da scartare.
Figura 15 - Impronte dei cilindri e incrostazioni
Sempre abbastanza evidente, il difetto può avere aspetti diversi, di cavità,
rilievi, zone a diversa ricettività, ma è sempre caratterizzato dalla ripeti­
zione dello s t e s s o difetto, nel senso della laminazione, ad intervalli re­
golari corrispondenti allo sviluppo del cilindro.
Dipende dalle imperfezioni del cilindro e dalla presenza di agglomerati di
ossidi, di metallo o di altre particelle estranee sulla superficie del cilindro
s t e s s o ; a volte tali agglomerati si staccano, aderendo al laminato e dando
luogo alle incrostazioni.
Difetti periodici, simili a questi, possono e s s e r e originati anche nella ca­
landratura o per effetto dì imperfezioni del sistema di spostamento del la­
minato durante il taglio o altre operazioni. Nella maggior parte dei casi il
materiale è da scartare; nel caso di incrostazioni leggere si può tentare
il recupero per trattamento con acido nitrico seguito da decapaggio in soda
(vedi commento di Fig. 7).
Figura 16 - Punti neri
Figura 21 - Diffusione nella placcatura
Molto spesso il difetto non è rilevabile sui materiali grezzi; dopo deca­
paggio è molto evidente, sottoforma di striature e macchie più o meno
scure. E' originato dalla diffusione di elementi di lega del materiale plac­
cato attraverso lo strato placcante, fino alla superficie esterna. Ciò avviene
se durante il trattamento termico la temperatura e/o il tempo sono stati
tenuti a livelli troppo elevati.
Il materiale è da scartare.
Figura 22 - Macchie di tempra
Difetto molto evidente; si tratta di macchie più o meno estese, di aspetto
variabile, nel cui perimetro compaiono talvolta leggere abrasioni e/o pic­
coli crateri.
L'origine non è molto chiara; essa è legata all'operazione di tempra e sem­
bra che avvenga nei punti di contatto fra le lamiere.
IL materiale è da scartare.
II difetto è di solito abbastanza evidente, si tratta di puntinature di varia
entità, di colore scuro, distribuite senza regolarità.
Derivano dalla presenza dì corpuscoli duri accidentalmente inglobati nella
superficie del laminato. Il difetto può anche avere origine nella calan­
dratura.
Per materiali da satinare può e s s e r e tentato il recupero con le s t e s s e
modalità usate per le incrostazioni.
Figura 17 - Fondo sporco
L'aspetto del laminato è caratterizzato dalla presenza di striature scure,
allungate nel senso della laminazione, più o meno fittamente addensate.
Può dipendere dall'uso, durannte la laminazione, di olio non depurato o non
adatto; può anche essere il risultato di una parziale bruciatura di residui
grassi dopo un trattamento termico. Spesso il difetto scompare o si atte­
nua dopo trattamento con acido nìtrico e successivo decapaggio in soda.
Figura 18 - Rigature
Difetto del tutto accidentale, che molto s p e s s o condannano il materiale
allo scarto.
— 12 —
Figura 23 - Ossidazione (macchie d'acqua)
Di facile individuazione; si tratta di zone più o meno estese, di aspetto ze­
brato per la presenza dì striature scure allungate nel senso di laminazione.
E' un attacco superficiale derivante da prolungato contatto con acqua trat­
tenuta per capillarità tra due fogli o all'interno di un rotolo. I! materiale è
difficilmente recuperabile.
Fusione di alluminio: un hobby alla portata di tutti
Anche un semplice dilettante può ricavare dall'alluminio graziosi e utili og­
getti, fornendo ad una fonderia un modellino di polistirolo «a perdere».
Per ottenere questo risultato non è necessario adottare sistemi particolari
di colata: si versa l'alluminio liquefatto in un orifizio che sbocca nel mo­
dello, preventivamente «annegato» in sabbia di elevata colabilità.
Sotto l'influenza del calore liberato dal metallo fuso, il polistirolo passa
quasi completamente allo stato gassoso facendo così posto all'alluminio
liquido. Si ottiene in tal modo una riproduzione fedele del metallo.
Volendo, si può sottoporre il pezzo finito, dopo accurata pulizia, ad un trat­
tamento di ossidazione anodica e di colorazione.
— 13 —
Biblioteca tecnica
CIOA
Elenco delle Associazioni Europee
di anodizzatori
GERMANIA
SVIZZERA
Eloxal-Verband
Verein Schweizerischer
Eloxiewerke
c/o FIDES Treuhand-Vereinigung
D-6000 Franfurt/Main
Taunusstrasse 52 + 60
Bleicherweg 33
Postfach 656
CH-8027 Ziirich
BELGIO
The European Wrough Aluminium
Association
GRAN BRETAGNA
Acorn Anodising Co. Ltd.
Rue Léopold, 7
B-1000 Bruxelles
Cambridge Trading Estate
Hanwell
GB-London W. 7
FRANCIA
Syndacat National du Revètement
et du Traitement des Métaux
16, Avenue Hoche
F-75 Paris (Vili)
VOLUMI
Burkart W., Mechanical Polishing. Ed. Robert Draper Ltd. (Teddington) 1960
- Lingua inglese.
Grahm A. K., Electroplatìng Engineering Handbook, Ed. Reinhold Pubi. Co.,
(New York) 1962 - Lingua inglese.
Fishlock D., Metal Colouring. Ed. Robert Draper Ltd. (Teddington) 1962 Lingua inglese.
Metals & Plastic Pubi. Inc., Metal Finishing for Guìdebook Directory. Ed. Me­
tals & Plastic Pubi. Inc. (Westwood, U.S.A.) 1971 - Lingua inglese.
AUSTRIA
Bertorelle E., Annuario di galvanotecnica. Ed. Galvanotecnica, (Varese) 1969
- Lingua italiana.
ANOXAL Co. Lit.
Adal, Congrès International de ['Aluminium Anodisé en Architecture et dans
les Arts Plastiques, Paris 21-23 Mar 1969. Ed. Centre Parisien de Congrés
International, (Paris) 1969 - Lingua francese.
SPAGNA
Kifissou & Ralli Ave.
GR-Egaleo-Athcns
IONGRAF S.A.
E-Villava [Navarra)
OLANDA
NORVEGIA
Stichting Anodiseren
Soestdijkseweg 246 z
NL-BILTHOVEN
ITALIA
Centro Italiano Ossidatorì Anodici
Via Turati, 8
[-20121 - Milano
Allo scopo riportiamo l'elenco delle pubblicazioni attualmente giacenti
presso tale Biblioteca.
Le Associazioni dei paesi seguenti
sono in via di formazione:
Herr Christoff R. Piesslinger
A-4591 Molln/Ober-Oeesterreich
GRECIA
Di recente presso la Segreteria del CIOA è stata istituita una pìccola Bi­
blioteca dell'Ossidatore affinchè i Soci possano prenderne visione, onde
aggiornare le proprie conoscenze nel campo dell'anodizzazione.
RIVISTE
«Alluminio». Editoriale Sviluppo Alluminio s.r.l., Vìa Filippo Turati, 6, Milano
- Lingua italiana.
«Galvanotecnica». Rivista dell'Associazione Italiana di Galvanotecnica, Via
Campigli, 16, Varese - Lingua italiana.
A/S Nordisk Aluminiumindustri
Boks 2459
Soli]
N-Oslo 2
«Metal Finishing». Ed. Metal & Plastics Pubi. Inc., 9 Kinderkamack Road,
Westwood, N. J. (U.S.A.) - Lingua inglese.
SVEZIA
«Revue de l'Aluminium». Ed. SEDAL, 5, Rue Saint-Philippe-du-Roule, ParisVille - Lingua francese.
Korrosionsinstitutet
Box 43037
S-10072 Stockholm 43
«Revue Suisse de l'Aluminium». Ed. Communauté d'intérèts des producteurs Suisse d'aluminium brut, lamine et file à la presse, Utoquai, 37, 8008
Zurich - Lingue tedesca e francese.
— 14 —
— 15 —
«L'Unificazione». Ed. Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) P.zza
Diaz, 2. 20123 Milano - Lingua italiana.
RAPPORTI ISML REALIZZATI PER IL CIOA
n. 8536 - Applicabilità dell'Isometro per la determinazione dello spessore
degli strati anodici.
n. 8574 - Comportamento pratico dell'anodizzazione con pigmenti organici
in colori tenui. (I° rapporto).
n, 9365 - Comportamento pratico dell'anodizzazione con pigmenti organici
in colori tenui. (Il° rapporto).
n. 9873 - L'ossidazione anodica di fili e nastri di alluminio con processi
continui.
n. 10910 Definizione di un metodo di prova di corrosione accelerata per
il controllo degli strati di ossido anodico.
n. 10912 - Studio sull'ossidazione anodica in corrente alternata. (I° rap­
porto).
n. 11084 - Studio di un impianto tipo per ossidazione anodica per architet­
tura. Ia impostazione generale.
n. 11508 - Studio sull'ossidazione anodica in corrente alternata. (IIQ rap­
porto) .
n. 13259- Il fissaggio in vapore dell'alluminio anodizzato. (I° rapporto).
n. 14273 - Il fissaggio in vapore dell'alluminio anodizzato. (Il° rapporto).
n. 14870 - Il fissaggio in vapore dell'alluminio anodizzato. (Ili0 rapporto).
n. 15267 - Studio dell'ossidazione anodica in corrente alternata. (Ill° rap­
porto) .
n. 15533 - Il fissaggio in vapore dell'alluminio anodizzato. Risultati prove di
esposizione. (IVD rapporto).
n. 18030 - Il fissaggio in vapore dell'alluminio anodizzato. Risultati prove di
esposizione. (V° rapporto).
Annuario di galvanotecnica n. 1
JJ*
Un volume di 24x17 cm. di 221 pp.
Ediz. Galvanotecnica, Varese. Costo: L. 5.000.
«Anche in Italia è uscita la prima edizione di un manuale di galvanica, che
si affianca autorevolmente alle altre edizioni europee o americane. Anzi, la
stesura dei testi sotto forma di «dialogo» conferisce al manuale un sistema
di consultazione pratica e accessibile anche a coloro che sono interessati
di riflesso.
Una attenta lettura del manuale potrà provocare non poca meraviglia in
quei tecnici di officina o utilizzatori di materiali protetti con sistemi gal­
vanici, convinti che in questo campo domini incontrastato l'empirismo (pe­
raltro intelligente).
Il volume infine, dopo un'ampia trattazione di tutti i processi galvanici pre­
ceduta da una trattazione di argomenti teorici di fisica e chimica, viene
completato da un interessante prontuario tecnico.
— 16 —
— 17 —
AVVERTENZA PER LA COMPILAZIONE DELLE RICHIESTE DI OFFERTA E DELLE CONFERME
D'ORDINE DI MATERIALE ANODIZZATO PER ARCHITETTURA
A) DESCRIZIONE - 1) Materiale: indicare possibilmente con i simboli normalizzati (p. e s .
P-AS 0.4 G UNI 3569 TA 1S). Se il materiale è del tipo per ossidazione, aggiungere il
Simbolo AO (v. Norma UNI 3952/66 punto 2.4).
2) Forma: indicare se Telai saldati (TS), Estrusi aperti [EA), Estrusi tubolari [ET), Lami­
nati piani (LS), Laminati piegati (LP) o Getti accessori (GA).
4) Larghezza o sviluppo: indicare i mm di sviluppo che costituiscono la superficie totale
(escluso l'interno dei profilati tubolari) e la superficie da sottoporre a preparazione
meccanica (o a satinatura chimica) ; fare riferimento, se possìbile, a un disegno della
sezione o a una bolla di consegna nei quali siano contrassegnate le parti significative.
Ouesta indicazione non è s t r e t t a m e n t e necessaria: e s s a serve per il calcolo del prezzo,
e può e s s e r e aggiunta dal fornitore.
B) TIPO DI STRATO - 5) Aspetto: usare i simboli normalizzati UNI 3952/65 (ARP. ARS,
ARC, IND, VET). Allegare campioni di riferimento come previsto dalla norma UNI 3952/66.
G) Classe di spessore: usare i simboli normalizzati UNI 3952/66 (5, 10, 15, 20); per la
scelta della classe v, Tab. 1 di tale Norma.
7) Colore: indicare il colore con l'eventuale numero di catalogo. Aggiungere E se per
esterni. I se per interni. Allegare almeno 2 campioni come previsto dalla Norma UNI
3952/66.
C) PREZZO - Il prezzo viene calcolato, di regola, in ragione della superficie anodizzata
che è tutta quella bagnata dalla soluzione (Tranne l'interno di profilati tubolari con
sezione < 1 dm 2). Il prezzo normale si riferisce a strati di 1 5JJ. di colore naturale, con
semplice decapaggio preliminare.
Vengono applicati supplementi nei seguenti casi:
—
—
—
—
—
—
supplemento
supplemento
supplemento
supplemento
supplemento
supplemento
per
per
per
per
per
per
la parte lucidata o spazzolata meccanicamente (ARP, ARS)
la satinatura chimica
la colorazione
telai saldati
strati della c l a s s e 20
materiale molto corroso o graffiato
D) IMBALLAGGIO - Specificare se normale (carta crespata] o altro.
Indicare la data prevista.
E] COLLAUDO - Specificare se avverrà p r e s s o il fornitore, o all'atto del ricevimento. Di
regola il collauda avverrà statisticamente sui serramenti smontati, per partite s e c . Ta­
bella il 3952/66, euiru 30 giurili dalia data delia cuuseyua.
I! collaudo normale riguarderà lo s p e s s o r e e il fissaggio dello strato, e la penetrazione
dell'eventuale colorante, e verrà eseguito con i metodi non distruttivi previsti dalia Norma
UNI 3952/66. Se il controllo non distruttivo dello s p e s s o r e non è possibile, verrà adottato
il metodo misto previsto da UNI 3952/66. In questo caso, dopo la prima selezione,
dovranno e s s e r e posti a disposizione del collaudatore i pezzi selezionati da controllare in
laboratorio con i metodi di riferimento (anche distruttivi).
GÌ PROTEZIONE TEMPORANEA - Specificare se con olio di vaselina (normale], vernice
pelabile, vernice trasparente, ecc.
Firma e Timbro del Cliente
Nuovi scambiatori termici a fasci
tubieri in «Teflon»
:>
Questi scambiatori di calore sono costituiti da piccoli tubi flessibili {dia­
metro esterno mm 2,54, oppure mm 6,35) in resina fluocarbonica «Teflon»
e servono per raffreddare [a mezzo di acqua corrente), o per riscaldare (a
mezzo di vapore) soluzioni del tipo più vario. L'alta resistenza del Teflon
agli attacchi chimici fa sì che questi scambiatori siano utilizzabili per fluidi
corrosivi, che richiederebbero altrimenti titanio, acciaio inossidabile, nichel
o materiali simili. La superficie chimicamente inerte ed anti-adesiva della
plastica riduce le incrostazioni sui tubi ed in molti casi elimina le note
perdite di trasmissione di calore dovute ai depositi sui serpentini.
— 18 —
Gli scambiatori a mantello con tubi da 2,54 mm di diametro esistono in
53 dimensioni normalizzate, da 2 a 68 m2 di superficie di scambio. I modelli
con tubi da 6,35 mm di diametro sono disponibili in 26 dimensioni norma­
lizzate, da 2 a 35 m2 di superficie di scambio, I sìngoli tubi sono separati
mediante nastri di Teflon saldati. L'ermeticità dei collegamenti del fascio
all'interno del mantello è assicurata a mezzo di guarnizioni toroidali facil­
mente smontabili.
I tipi a fascio immerso sono costituiti da tubi di 2,54 mm di diametro, per
lo più intrecciati, in numero di 168, 280 e 650. La lunghezza standard varia
da 1,2 a 3,4 m per multipli di 30 cm. Le estremità a nido d'ape sono munite
di raccordi in acciaio inossidabile, oppure in PVC stampato o flangiato.
Questo tipo di scambiatori Du Pont a fascio immerso, chiamati «Supercoil», o a «Fascio Multiplo», sono molto adatti per le necessità galvaniche.
I tubicini sono raccolti in 3 o 5 trecce da 56 tubicini l'una a lunghezza mag­
giore (10 cm) mano a mano che si trovano più all'esterno; in tal modo le
trecce risultano sempre separate quando il fascio è montato a forma di U
La giusta distanza fra una traccia e l'altra è mantenuta da distanziatori in
piombo (filo) incapsulati in Teflon, che, grazie al loro stesso peso, man­
tengono lo scambiatore in posizione. Alle due estremità del fascio, attra­
verso i raccordi in acciaio inossidabile, passano l'acqua fredda o il vapore.
Questi supplementi sono proporzionali alla superficie sulla quale sono richiesti i trat­
tamenti .
E) TERMINE DI CONSEGNA
Detti scambiatori, prodotti dalla Du Pont, sono foggiati a mantello o a fa­
scio immerso e i tubicini sono riuniti ad ogni estremità in modo da for­
mare una struttura a nido d'ape. Gli scambiatori termici a mantello sono
del tipo a passaggio unico e a flusso parallelo; gli involucri sono realiz­
zati in acciaio inossidabile o in acciaio normale, con o senza rivestimento
interno di Teflon o di altro materiale anticorrosione. Le estremità sono
invece rivestite internamente di Teflon.
Per i bagni di nichelatura (riscaldamento), ossidazione anodica (raffredda­
mento), si usano di preferenza gli scambiatori con 168 o con 280 tubi ognu­
no. Per la cromatura dura sono stati anche usati con successo fasci con
650 tubi (lunghezza 244 cm): con una superficie utile di scambio di 12,4 m3,
ossia circa 1 m2 per 1000 kcal/h, essi liberano 11.500 kca/h (all'uscita dei
tubi l'acqua di raffreddamento è avviata alle vasche di lavaggio in modo
da essere riutilizzata in ragione di 4 m 3 /ti).
Gli scambiatori termici a fascio tubiero in Teflon si possono usare fino a
150 °C. La pressione massima del vapore all'interno dei tubi è di 2,1 kg/cm2
eff. a 134 °C.
I serpentini a fasci tubieri in Teflon praticamente non sono attaccati da alcun
prodotto chimico e pertanto si presentano come un materiale ideale quando
occorre evitare nel modo più assoluto contaminazioni nei bagni. La condut­
tività termica del Teflon è inferiore a quella dei metalli; tuttavia questa dif­
ferenza è in larga misura attenuata dal fatto che il coefficiente dei metalli
risente fortemente delle pellicole liquide, dei depositi e delle incrostazioni,
che rapidamente si formano sulle loro superfici. Tali fattori, combinati con
la grande compattezza della superficie di scambio, fanno sì che gli scam­
biatori termici a fasci tubieri in Teflon presentino per unità di volume un
rendimento superiore. Essi, in conseguenza del piccolo diametro dei tubi,
possono offrire un'area di 665 m2 di superficie utile al trasferimento del
calore per metro cubico di involucro, rispetto ai 133 m2/m3 di uno scambia­
tore convenzionale. Sviluppano fino a 39 m2 di superficie efficiente, in grado
di trasferire oltre 152.000 kca!/h a 34.000 l/h.
Facile è la loro installazione: essi pesano fino all'80% meno e sono delI'80% più piccoli degli scambiatori convenzionali. La loro manutenzione è
semplice, soprattutto per il fatto che sono pressoché eliminati i problemi
di corrosione e di incrostazione.
—
19 -
Come si costruiscono gli infissi in Italia
J*«
Il 26 maggio scorso presso la sede della FAST [Federazione delle Associa­
zioni Scientifiche e Tecniche) sono stati presentati agli operatori economici
e alla stampa specializzata i risultati dell'ultima ricerca, in ordine di tempo,
condotta dal Centro Ricerce Economiche Sociologiche di Mercato nell'Edi­
lizia (CRESMEJ di Roma, dal titolo: «Come si costruisce in Italia».
Attrezzature
degli impianti di
anodizzazione
Questa indagine, di cui è disponibile la relativa documentazione riassuntiva,
ha avuto lo scopo di fornire agli operatori interessati indicazioni utili a con­
figurare gli aspetti qualitativi e le caratteristiche della domanda dei pro­
dotti che intervengono nelle costruzioni residenziali. L'inchiesta è stata
effettuata su un campione rappresentativo di circa 2000 fabbricati residen­
ziali ultimati nel periodo 1967-1968, stratificato per ripartizione geografica e
classi di ampiezza demografica dei comuni in base alle statistiche ISTAT.
Sono stati anche registrati, particolare assai interessante, i fattori motiva­
zionali che hanno determinato, da parte degli imprenditori, le scelte che si
sono tradotte in domanda di materiali o servizi.
A t'itolo esemplificativo riportiamo in Tab. I i motivi che hanno guidato la
scelta del materiale impiegato per gli infissi esterni, applicazione che va
assumendo per l'alluminio un peso di mercato in crescente aumento.
Esigenze minime per l'attrezzatura degli impiantì di anodizzazione s e c o n d o
le raccomandazioni CIDA-EWAA
Esaminando l'incidenza percentuale che i tre principali fattori di scelta —
economico, estetico, tecnologico — hanno avuto circa l'adozione dei di­
versi materiali elencati, si rilevano per l'allumìnio valori sempre abbon­
dantemente superiori alla media ed elevati anche in valore assoluto.
Raccomandazioni minime per la
attrezzatura (anodizzazione al­
l'acido solforico per impieghi ar­
chitettonici)
I fattori economico, estetico, e tecnologico, in media, contribuiscono nella
misura rispettiva del 46,6%, 42,3% e 32,0%, alla formazione del quadro
motivazionale da cui scaturisce la scelta di un materiale. Gli stessi fattori
riferiti al caso dell'Ai assumono valori del 56,3% 67,3% e 38,7% nell'ordine.
Argomento
Condizioni generali
1. Disposizione genera­
le dell'impianto
a) facilità di immagazzina­
mento del materiale non
anodizzato
b) facilità dì immagazzina­
mento del materiale ano­
dizzato
e) disposizione degli stru­
menti di controllo
d) attrezzatura per la manu­
tenzione
Ciò significa che i tre aspetti economico, estetico e tecnologico sono alta­
mente apprezzati nel loro complesso quando venga decisa la scelta del­
l'alluminio: ne è testimonianza la somma delle tre percentuali, pari a 162,6,
maggiore di quelle relative a tutti gii altri materiali considerati.
Con questo abbiamo voluto fornire solo un esempio delle numerosissime
considerazioni e deduzioni, dì estrema importanza dal punto di vista del­
l'analisi di mercato, che possono essere tratte da questa pregevole ed
esauriente ricerca nel settore dei materiali e impianti per l'ediiizia.
e) ciclo operativo
f) laboratorio di controllo
2. Vasche
a) dimensioni e capacità del­
le vasche
b) tipo delle vasche e loro
rivestimento
3. Raffreddamento
a) disponibilità di fluido refrigerante per eliminare le
calorie prodotte durante
l'anodizzazione
b} superficie di scambio (per
serpentina di piombo!
Evitare la contaminazione dei
pezzi da parte dì sostanze depo­
sitate o condensate sul metallo
Protezione contro gli effetti dei
vapori corrosivi.
Evitare i rischi di danneggiamen­
to meccanico durante il trasferi­
mento dei pezzi.
Deve essere impedito l'inquina­
mento dei bagni per effetto di
sgocciolamento durante il trasfe­
rimento degli oggetti.
Locale chiuso separato
Almeno 3 litri/ampere per l'ano­
dizzazione. Le altre vasche de­
vono essere dimensionate in
modo da poter contenere il ca­
rico massimo.
Evitare ogni rischio di contami­
nazione delle soluzioni da parte
dei rivestimenti.
Raffreddamento ad acqua. Quantità d'acqua:
12 x ìnten. corr. inst. (A)
l/h =
18 — temper. acqua (°C)
Numero di frigorìe per h = 12 x
corrente installata
12 x corr. inst. (A)
S = (in m*J
18 + t°C acqua \
250 | 21
Altri metodi: calcoli speciali.
— 20 —
— 21 —
Raccomandazioni minime per la
attrezzatura (anodizzazione al­
l'acido solforico per impieghi ar­
chitettonici]
Argomento
Condizioni generali
4. Agitazione
a) uniformità di temperatura
nel bagno di anodizzazione
Un termometro disposto contro
Sa superficie degli oggetti non
deve indicare una temperatura
superiore di oltre 1 °C a quella
misurata in un altro punto qua­
lunque delia vasca.
b) disponibilità d'aria
pressa o ventilata
Portata: 12 m J /h x mJ di super­
ficie libera di bagno.
5. Riscaldamento
com
e) uniformità dell'agitazione
Pressione: 2 metri d'acqua p t r
metro di profondità del bagno.
Non devono e s i s t e r e zone calme
sulla superficie del bagno.
a} quantità di calorie dispo­
nibili
1. Il bagno di fissaggio deve po­
ter e s s e r e portato da 20 °C
all'ebollizione in 3 ore.
Argomento
Condizioni generali
10. Procedimento di anodizzazione
a) controllo della densitaà di
corrente
1,2 a 1,8 A/dm 2 controllato a
± 10% del valore nominale scel­
to.
Tensione e / o intensità della cor­
rente visibile e annotata (o re­
golazione automatica).
b) controllo della temperatu­
ra
Classe 15 e inferiore: t < 22 °C
(controllata a + 1 °C dei valore
nominale).
Classe 20 e superiore: t < 20 "C
(controllata a ± 0,5 °C del valo­
re nominale).
11. Colorazione
a) scelta del colorante e con­
dizioni di colorazione
Coloranti raccomandati dall'indu­
stria dell'allumìnio."
Riscaldamento uniforme, assen­
za di particelle solide in sospen­
sione (seguire le raccomanda­
zioni del fornitore del coloran­
te).
12. Fissaggio
a) temperatura
Minimo 95 °C dopo 15 min dal­
l'inizio dell'operazione di fissag­
gio.
2. Dopo aver introdotto nei ba­
gno di fissaggio una carica
completa, la temperatura de­
ve e s s e r e riportata al valore
iniziale entro 5 minuti.
6. Corrente elettrica
7. Agganciature
8. Trattamenti
nari
9. Sciacquature
prelimi­
a) tensione
20 V (24 V per leghe Ai-Si e per
classi 25 e superiori)
b) corrente totale (A)
1,5 x superficie massima tratta­
ta (dm']
e) regolazione della corrente
± 0,2 V o regolazione automati­
ca e / o registrazione.
d) strumenti di misura
Precisione verificata ogni setti­
mana.
e) conduttori e contatti
Assenza di surriscaldamento.
a) Sezione idonea a trasportare la corrente richiesta
Sezione > 0,5 m m ' / A per agganciature di alluminio (il tita­
nio esige sezioni maggiorate)
b) contatti
— rigidità sufficiente
— assenza di surriscaldamento
iocaie
— contatti saldi.
I pezzi devono risultare comple­
tamente sgrassati all'atto della
introduzione nel bagno di ano­
dizzazione.
a) sgrassatura
b) decappaggio e / o brillanta­
tura
Superficie uniforme, assenza di
attacchi locali.
e) neutralizzazione
All'atto dell'introduzione nel ba­
gno di anodizzazione non devo­
no permanere sulla superficie
degli oggetti tracce di alcalinità
o di depositi superficiali.
a) quantità di acqua
Ricambio di i / 3 della capacità
complessiva delle vasche per
ogni ora ( e / o sciacquatura a
spruzzo),
b) pulizia
della
dell'acqua
superficie
e) disposizione delle opera­
zioni di sciacquatura
— 22 —
13. Imballaggio dei pro­
dotti finiti
14. Controllo dei bagni
(vedere Documen­
to 3 B)
15, Controllo dei pròdotti finiti
Assenza di grassi o di contami­
nazioni stagnanti.
Dopo ciascuna operazione prin­
cipale:
—
—
—
—
trattamento alcalino
trattamento acido
anodizzazione
colorazione.
Raccomandazioni minime per la
attrezzatura
(anodizzazione al­
l'acido solforico per impieghi ar­
chitettonici)
16. Organizzazione
b) pH
5,5 a 6,5.
e) qualità dell'acqua distilla­
ta o demineralizzata (se
viene impiegata)
Resistività > 100 000 ohm x
cmVcm all'alimentazione.
Resistività > 20 000 ohm x
c m : / c m nella vasca.
Peso di estratto secco < 15
mg/litro.
Assenza di ioni fosfati, fluoruro
e silicati.
d) vapore
100 "C minimo. Vapore saturo.
a) protezione
temporanea
contro calce e cemento
Strato protettivo resistente agli
alcali, se richiesto.
b) protezione
temporanea
contro
danneggiamenti
meccanici
Imballaggio finale idoneo a evi­
tare rischi di danneggiamento
meccanico nel trasporto e / o nel­
l'immagazzinamento.
a) anodizzazione
Acidità libera < 20% di p e s o :
controllo settimanale.
Tenore di Al < 15 g/l; controllo
mensile.
b) colorazione
pH controllato giornalmente.
e) fissaggio
pH controllato giornalmente.
Ni: tenore di sali di nichelio
controllato settimanalmente (se
viene utilizzato).
Resistività dell'acqua controllata
giornalmente (vedi paragrafo 12)
a) s p e s s o r e dello strato
Apparecchio a correnti indotte
(Isometer - Permascope ecc.)
UNI 6717-70.
A scelta metodo microscopico
e / o gravimetrico.
b) efficacia del fissaggio
UNI 3397-63.
e) resistenza all'abrasione
Prova alla ruota.
a) schede di lavorazione
Ogni carica da anodizzare deve
e s s e r e accompagnata da un car­
tellino che indica la data e tutte
le caratteristiche richieste.
— 23 —
Argomento
Condizioni generali
b) registrazione delle condi­
zioni di lavoro
f7. Personale
a) personale
responsabile
delle designazioni degli
strati e delle registrazioni
sulle schede di lavoro
b) personale
responsabile
dell'applicazione dei meto­
di di lavoro secondo le
istruzioni omologate
e] personale
responsabile
del controllo dei bagni
d) personale resp. del con­
trollo dei prodotti finiti
e) personale
responsabile
della registrazione delle
condizioni di lavoro
Raccomandazioni minime per la
attrezzatura (anodizzazione al­
l'acido solforico per impieghi ar­
chitettonici)
L'andamento dei bagni viene se­
guito su un registro o una sche­
da dove sono registrati giornal­
mente i diversi parametri del
trattamento:
— pre trattamento, superficie
trattata, tensione, intensità
totale, durata d'anodizzazione
— pH, durata e t. di colorazione
— durata e t. del fissaggio
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