Per Me, Iker resta il Numero 1: provo a spiegarvi perché!
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Per Me, Iker resta il Numero 1: provo a spiegarvi perché!
Per Me, Iker resta il Numero 1: provo a spiegarvi perché! di Ciro Ruotolo, 17 Maggio 2015 La razza umana è ossessionata dalle classifiche. Ma spesso, giudicare qualcuno o qualcosa, limitandosi a dati puramente oggettivi, risulta solo il vano tentativo di uniformare le abilità e le qualità individuali, tentando di attribuire ad ognuna di esse un valore universale, racchiudendo ogni cosa in assurdi parametri e insensate statistiche. L’uomo, termine utilizzato non solo per descrivere un essere umano di sesso maschile, bensì l’intero genere umano, ha la scomoda abitudine e l’assurda ambizione di voler avere il controllo su tutto. E ridurre ogni cosa a un semplice elenco di nomi, una fastidiosa lista, crescente o decrescente, di esemplari più o meno dotati, in ogni campo (sportivo, artistico, economico, politico, ecc), dà, all’uomo, l’illusione di dominare ciò che lo circonda. Ovviamente, tale riflessione riguarda anche il Calcio, che ben si presta a quanto detto finora. Proprio le Classifiche di ogni competizione, di ogni torneo, nazionale o internazionale, sono il punto di partenza di un sistema che ha come unica filosofia quella del risultato e prendendo in prestito le parole di Jorge Valdano, (ex dirigente, ex allenatore, ex calciatore argentino) tale logica è tipica di gente che divide il mondo in dominatori e dominati. Da qualche anno a questa parte, quando dico che il mio portiere preferito è Iker Casillas, la gente mi ride in faccia come se avessi affermato che la terra sia piatta o che Berlusconi non abbia mai pagato per fare sesso. Quelle stesse persone dalla risata facile, però, ignorano un piccolo particolare. Come ho spesso detto il Calcio è fatto di persone, quindi di Emozioni e di Passioni. Anche il più glaciale degli allenatori, o il più cinico dei calciatori, davanti al raggiungimento dell’obiettivo inseguito per una vita, si lancia in danze scomposte, urlante di felicità. Quindi ribadisco: per me, Iker è il Numero 1 in assoluto. E non perché è il portiere che ha subito meno goal in carriera, o perché è quello che sbaglia e ha sbagliato di meno, o ancora, perché oggi è in grado di vincer (o almeno pareggiare) le partite da solo. No! (anche perché non è più così da tempo). Questa è quella degenerazione della filosofia del risultato che non ho mai sposato e mai sposerò. A dispetto dei suoi anni bui, degli anni di crisi che vive, ormai più o meno costantemente, Iker, per me, resta Il Miglior Portiere di sempre. E non solo per il suo periodo migliore, non solo per le incredibili parate che nel corso della sua straordinaria carriera ha fatto e ogni tanto fa ancora. Nulla di tutto ciò. Per me è il Numero 1 perché ancora adesso è un’emozione vederlo giocare, ancora oggi, nonostante il suo rendimento sia ai minimi storici, come dimostrano i due grossi errori commessi nella recentissima Semi-finale di Champions League, contro la Juventus, e nella Finale dell’anno scorso contro l’Atletico Madrid. Certo, ora molti di voi potrebbero dire: “Eh, ma lui ha uno stipendio di milioni e milioni di euro, almeno al suo datore di lavoro dovrà dar conto, con le sue prestazioni!” Appunto, al suo datore di lavoro, o al massimo al suo allenatore, non a me. Le mega-retribuzioni dei calciatori non vengono mica fuori dalle mie tasche, o dalle vostre, cari e fedeli lettori! Per me è e resterà il Numero 1 perché ogni volta che scendevo in campo, secoli e secoli fa, era a Lui che m’ispiravo, era a Lui che pensavo! Perché ci sono cose che vanno oltre la vittoria o la conquista di un trofeo. Ci sono cose che semplicemente non si possono spiegare ed il bello è proprio tutto lì, nelle zone d’ombra. Nelle cose che non ricorderemo mai totalmente, o in tutte quelle cose che vanno viste da una certa distanza per comprenderne al meglio l’essenza più profonda. Per me Iker è il Migliore! E ora prego, ridete pure!