Appello dallo Sri Lanka

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Appello dallo Sri Lanka
Como Cronaca
Sabato, 10 novembre 2012 23
Peace of Christ Home. L’impegno di suor Christine De Fonseka
Appello dallo Sri Lanka
Suor Christine e alcune ospiti della
struttura in una foto d’archivio
La struttura, realizzata con
i contributi della comunità
comasca, accoglie donne
anziane e sole. La necessità
di contributi per poter
ampliare alcuni spazi
U
n nuovo appello arriva dallo
Sri Lanka, a lanciarlo è suor
Christine De Fonseka, la
religiosa che sta guidando la
“Peace of Christ Home”, la struttura di
accoglienza per donne anziane sole
realizzata a Hapugoda (Kandana) grazie
ai contributi della società comasca.
«Qui il lavoro è sempre tanto – ci spiega
la religiosa - in particolar modo in
questo periodo in cui le persone che mi
supportano nelle faccende domestiche
sono tornate a casa per trascorrere del
tempo con i propri familiari. Le mamme
che ospitiamo sono attualmente dodici,
una in sedia a rotelle…»
Come trascorri le tue giornate?
«La mattina mi alzo alle 04.30, lascio
preparato il té per le ospiti e mi reco
alla S.Messa che viene celebrata alle
5.45 a dieci minuti d’auto dal luogo
dove sorge la nostra casa. Si tratta di un
momento per me importante che non
posso perdere, perché non vi sono altre
celebrazioni nel corso della giornata
come invece avviene in Italia. Una volta
tornata, se non ci sono le due ragazze
che di solito mi aiutano, inizio i lavori
di pulizia; aiuto a lavarsi le mamme
che ne hanno bisogno e preparo la
colazione. All’ora del pranzo e della
cena arriva la nostra cuoca che prepara
da mangiare per le ospiti. La giornata è
nel complesso scandita da momenti di
preghiera, riposo e condivisione».
Riuscite a sostenervi
economicamente?
«Facciamo quello che possiamo, pur
non beneficiando di alcun contributo
da parte dello Stato. Andiamo avanti
grazie alle offerte che, ogni tanto, ci
arrivano dall’Italia e al cibo che, in
linea con la tradizione srilankese,
ci viene offerto dalla popolazione
locale, in special modo riso cocco,
verdure, cipolla, patate. Qui in Sri
Lanka non riceviamo somme in
denaro, perché la gente è povera e
sopravvive come può. L’offerta di cibo,
però, già rappresenta un importante
sostegno al mantenimento della nostra
struttura. Per il resto continuiamo a
confidare, come sempre, nell’azione
della Provvidenza che guida la nostra
attività. La fragilità economica rende
difficoltoso dare corso a nuovi progetti.
C’è però un intervento sulla struttura
che reputo importante e necessario
per rendere questa casa ancora più
accogliente per rispondere al meglio al
fine per cui è nata».
A che cosa ti riferisci?
«Come ho già avuto modo di ricordare
dalle pagine di questo giornale la sala
da pranzo della casa è troppo piccola
per l’impiego che ne facciamo. Ci
raccogliamo lì per mangiare tre volte
al giorno. Quando il fuoco è acceso,
per la cottura dei cibi, la temperatura
interna è difficilmente sopportabile,
anche per l’età delle ospiti. La nostra
intenzione vorrebbe essere quella
di acquistare un pezzetto di terreno
attualmente in vendita a ridosso della
sala stessa. Si tratta di un’occasione che
credo sia importante non perdere per
poter ampliare la sala e ricavare anche
un piccolo tratto di orto coltivabile a
manioca, oltre uno spazio d’ombra. Se il
terreno venisse venduto a qualcun altro
sarebbe una grave perdita per noi. Per
questo mi rivolgo ai cittadini comaschi
che già tanto cuore hanno dimostrato
per la “Peace of Christ Home” affinché
compiano un ulteriore sforzo per darci
una mano».
Di quanto ci sarebbe bisogno?
«Credo che con 5000 euro potremmo
riuscire a completare l’acquisto.
Sarebbe un buon regalo da parte della
comunità comasca che ha fortemente
voluto questa struttura».
Intanto, a metà dicembre, dovrebbe
tornare in Sri Lanka, facendo tappa
anche a Hapugoda, la signora Laura
Baldassina, di Cadorago, che già lo
scorso inverno aveva trascorso qualche
giorno presso la casa. Una visita attesa
con gioia da suor Christine, come
quella di altri volontari. «La Casa è
aperta – conclude la religiosa – sarebbe
bello diventasse davvero un punto
di approdo per giovani volontari,
desiderosi di vivere un’esperienza
pur temporanea di servizio, ma anche
per architetti, ingegneri, muratori
che avessero la volontà di offrirci
gratuitamente una piccola fetta del loro
tempo, per aiutarci a progettare meglio
il futuro di questa struttura. Un piccolo
angolo dalle radici comasche nel cuore
dello Sri Lanka».
Per chi volesse offrire il proprio
contributo a sostegno della struttura
utilizzare i seguenti riferimenti:
“Peace of Christ Home”, for Elders
c/o 175100170001650, Peoples Bank,
175, Kandana, Sri- Lanka, Swift Code
PSBKLKLX, PB 7135, Branch 175.
(m.ga.)
❚❚ A colloquio con padre George Sigamoney, direttore della Caritas Sri Lanka
Sri Lanka e il lento processo di riconciliazione
A
tre anni dalla fine di un lungo e sanguinoso conflitto tra le cosiddetti “tigri tamil” e l’esercito governativo, lo Sri
Lanka ha avviato percorsi di riconciliazione
a cui partecipa anche la Chiesa locale. Patrizia Caiffa, per il Sir, ha incontrato a Roma
padre George Sigamoney, direttore di Caritas Sri Lanka.
Qual è oggi la situazione nel Paese?
“Possiamo anche essere soddisfatti perché
pochi Paesi hanno avuto uno sviluppo così
rapido a una distanza così breve dalla fine
di un conflitto. Il governo, insieme alle organizzazioni non governative e agli organismi
internazionali, sta facendo una serie di sforzi
per riportare le persone sfollate a casa e far sì
che la vita riprenda normalmente”.
Ci sono ancora ferite aperte? Qual è l’impegno della Caritas nella riconciliazione?
“Lo sforzo in cui siamo maggiormente impegnati è nell’unire le due comunità del Nord e
Sud del Paese e proporre loro esperienze di
condivisione, soprattutto alle vittime di guerra, come vedove e orfani, disabili e bambini.
Lo sforzo di far sperimentare la differenza
delle due culture aiuta a superare le ferite”.
Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha chiesto di recente, al governo dello
Sri Lanka, di fare chiarezza sulle sue responsabilità nel conflitto. Che ne pensa?
“Il governo ha preso in considerazione questa raccomandazione e sta facendo molti
sforzi perché i problemi del Paese vengano
risolti. Alcune situazioni sono molto delicate perché si tratta di problemi interni. Bisogna lasciare al Paese il tempo di maturare per
risolverli”.
Qual è il peso della Caritas in un Paese in
cui i cattolici sono minoranza?
“Fortunatamente il governo dello Sri Lanka
riconosce il valore e il peso della Chiesa in
questo processo di riconciliazione. Anche
CoCoCo
l’inaugurazione
della mostra
in S. Pietro
in Atrio
V
perché nella Chiesa ci
sono rappresentanze
di tutte le comunità etniche: tamil, singalesi,
ecc. Invece in altre religioni non è così. Nel
buddismo, ad esempio,
è difficilissimo trovare
dei tamil. Questa particolarità della Chiesa
cattolica dà un valore aggiunto al processo
di riconciliazione”.
Nello Sri Lanka la povertà ha un forte peso
nella vita sociale. Quali iniziative e priorità
per la Caritas?
“Uno dei programmi maggiori di Caritas Sri
Lanka è indirizzato allo sviluppo integrale umano, per promuovere le competenze
individuali e le capacità economiche delle
comunità. Le persone vengono formate alla possibilità di trovarsi un impiego, invitate
enerdì 9 novembre, alle 17.30,
a San Pietro in Atrio, viene
inaugurata la mostra del
vincitore della quarta edizione del
Como Contemporary Contest (CoCoCo),
concorso promosso dall’assessorato
alla Cultura del Comune di Como
per la scoperta di giovani talenti
dell’arte italiana. Quest’anno il premio
andrà all’opera di Massimiliano Gatti
dal titolo Peta, una serie di dieci
fotografie che ritraggono gli strumenti
a costruire una sorta di ‘orti domestici’ per
alimentarsi bene e ridurre le spese familiari.
Ci rendiamo conto che questa non è l’unica soluzione al problema della povertà, ma
anche se è una goccia nell’oceano crediamo
che, nel lungo periodo, possa aiutare le persone a essere indipendenti e quindi a lottare
contro la povertà”.
La crisi economica globale ha avuto delle
ripercussioni anche in Sri Lanka?
“Di sicuro la crisi economica mondiale ha
influito anche sullo Sri Lanka. Come Caritas
Sri Lanka dipendiamo molto dai fondi che ci
vengono inviati dall’Europa e dagli Usa, per
cui se diminuiscono i finanziamenti la nostra
azione si riduce. Inoltre abbiamo un milione
e mezzo di srilankesi che lavorano all’estero.
Le rimesse degli immigrati sono una delle
prime fonti di reddito del Paese. Con la diminuzione delle rimesse a causa della crisi
anche l’economia dello Sri Lanka ne risente”.
di lavoro del padre farmacista così
come l’artista li vedeva da bambino.
Fino al 9 dicembre, San Pietro in
Atrio ospiterà inoltre la personale
Proximum Est dello stesso autore, una
mostra di video e foto realizzate tra
Siria e Iraq per invitare a riflettere
sulla complessità dei rapporti che il
mondo occidentale ha con il Medio
Oriente. Come afferma Gatti, «sono
soprattutto i paesaggi a dare una
dimensione sociale e politica al tema,
evocando il contesto in cui sono
inseriti attraverso la loro intuizione,
rimanendo fuori campo per essere
semplicemente suggeriti». Tra le opere
in mostra, spiccano in particolare
quelle tratte dalla serie Rovine del
2008, relativa alla città di Palmira,
quella di Limes del 2011, che ritrae
finestre di case abbandonate, e
quella di Spectrum ancora del 2011,
incentrata sui volti di alcuni abitanti
della Siria. (s.c.)