Tema n. 1 - barbescuola

Transcript

Tema n. 1 - barbescuola
Vincitore
Borsa di Studio Mario e Beatrice Sodi 2014
Martina Ferretti classe 3B
La donna, da sempre, è vista come una dea, come la perfezione, come la bellezza e la
regalità…tutto questo, però, parlando solo fisicamente. Infatti, nessuno si è mai preoccupato di
studiare una donna, intendo studiarla dal di dentro: le sue emozioni, i suoi sogni, le sue
speranze…insomma, nessuno si è mai preoccupato di capire il significato della donna.
Mentre scrivo questo tema, penso alle donne della mia famiglia: due nonne e una madre. Tutte e
tre mi hanno insegnato moltissimo, mi hanno fatto capire il vero significato della vita, quello che
tutti cerchiamo per essere felici, avete presente? Ecco, io, grazie alla loro forza, alla loro presenza
e alla loro saggezza, sono felice!
Le “mie” donne sono varie e credo che possano rispecchiare alla perfezione i tre tipi di donna che
troviamo al giorno d’oggi. La classica donna di campagna che, pur non avendo molta istruzione,
riesce ed è sempre riuscita a condurre una vita felice e senza rimpianti. Certo, non è proprio il
ritratto dell’emancipazione femminile, ma da giovane è riuscita ad avere un posto in una fabbrica
ed ora fa la nonna a tempo pieno. Credo che lei possa collegarsi bene ad una canzone di Zucchero
che abbiamo studiato quest’anno “Donne”, perché la canzone parla di donne che, pur conducendo
una vita umile e quasi monotona, nella mente hanno grinta, sogni e voglia di avventura!
L’altra donna di cui vorrei parlare è la classica donna colta, maestra in pensione, che a tutto, ma
proprio a tutto, ha una risposta! Anche lei ha condotto una vita più difficile e dura nel passato, ma
felice, spensierata ed orgogliosa al giorno d’oggi, nel presente. Lei potrebbe collegarsi ad un’altra
canzone di Ivano Fossati, “Il talento delle donne”, che parla di quanto sia naturale e grandioso il
coraggio dell’essere femminile e di quanto sia innato e presente il loro talento …quasi ovvio.
Infine c’è mia madre, la classica donna d’oggi, che lavora e guarda i propri figli a tempo pieno. Una
donna semplice, senza troppe vanità, anche se un po’folle e con delle stravaganze. Lei è una donna
che invecchia tristemente, perché le fa fatica indossare quell’annetto in più. Per questo credo che
la sua canzone sia “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia, perché la canzone parla
di donne che con l’età vanno avanti, ma vogliono farci capire che sono e rimarranno sempre se
stesse.
E così, queste sono le donne da cui prenderò esempio, delle quali farò le veci, donne stravaganti
ma normali: faccio questo contrasto perché tutte hanno avuto vite un po’ travagliate e un po’
strane, ma in fondo sono queste le donne normali che si trovano oggi.
Le donne che conosco, come penso tutte le altre che vivono in paesi ormai progrediti, hanno avuto
bene o male una conquista nel mondo sociale, ovvero una emancipazione.
Siamo nel duemila quattordici, un’epoca dove la donna lavora e ogni giorno conquista nuovi diritti,
lottando e facendosi vedere così forte, così combattiva, così donna…
Un giorno, non molto lontano, io sarò come loro, lo so! Sarò come loro e combatterò per loro: per
loro che non sono ancora emancipate, per loro che provengono da paesi regrediti, per loro arabe, pakistane, tunisine - che darebbero la vita per avere quello che per me è così poco.
Voglio diventare una donna come Malala Yousafzai, che ha lottato e lotta ogni giorno per ottenere
un solo diritto, un diritto che tutti gli studenti di oggi maledirebbero in tutte le lingue: il diritto alla
studio, che io ribattezzerei come il diritto alla conoscenza, il diritto all’informazione, al sapere…per
tutti i ragazzi e le ragazze esso è fonte di salvezza, perché senza questo diritto non diventeremo
mai qualcuno e saremo condannati a condurre una vita senza soddisfazioni. Non avendo quel
diritto, infatti, nessun bambino o bambina potrà mai realizzare quei sogni che ora, nell’età della
fanciullezza, gli fluttuano nella mente.
Voglio vedere un sorriso inciso sulle labbra di bambine o ragazze che hanno subito degli abusi, ma
non mi basta vedere quel sorriso, voglio essere io ad inciderlo ogni giorno, con il sudore e la
pazienza, fino a farlo diventare bellissimo!
Io voglio questo dalla mia vita: continuare, senza stupide interruzioni, il viaggio sul treno
dell’emancipazione femminile e questo viaggio andrà avanti fino a quando non termineranno i
binari infiniti sui quali viaggia il treno dei diritti, dell’emancipazione…della felicità!