Concerti Erasmus - Conservatorio di Salerno

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Concerti Erasmus - Conservatorio di Salerno
Comunicato stampa
Redazione Cultura e Spettacoli
Il Conservatorio statale di Musica “G.Martucci” di Salerno
Ufficio Relazioni Internazionali
in collaborazione con
L’Associazione Bottega San Lazzaro
Presenta
Concerti Erasmus
Nell’ambito della XXVI Edizione del Crocifisso Ritrovato
Salerno, Chiesa di Santa Apollonia 28 Aprile 2016, ore 20
INGRESSO LIBERO info: Conservatorio Martucci 089/237713 – [email protected]
089/231330-3289079642
Preludio alla Fiera del Crocifisso con Erasmus
L’Ufficio Relazioni Internazionali del Conservatorio di Salerno ha guadagnato dalla
commissione europea una “eccellenza” nel campo dell’implementazione dei principi della
Carta Erasmus.
Giovedì 28 aprile nella Chiesa di Santa Apollonia, il primo dei due appuntamenti
musicali nell’ambito della Salerno medievale, promossi dal Conservatorio
Martucci e dalla Bottega San Lazzaro.
L’Ufficio Relazioni Internazionali del Conservatorio di Salerno diretto dalla docente
Anna Bellagamba, con la collaborazione della Bottega San Lazzaro, promuove,
ormai da anni, numerose iniziative incentrate su una politica di apertura e scambio
con giovani musicisti provenienti da tutto il mondo. I Concerti Erasmus incoraggiano
coscientemente la cultura dell’integrazione e del dialogo e per questo per l'anno
2014/15, a Salerno è stata riconosciuta dalla commissione europea una "eccellenza"
nel campo della implementazione dei principi della Carta Erasmus, per aver
realizzato tutti i punti del programma, come consentire anche agli studenti
provenienti da famiglie disagiate la partecipazione al programma Erasmus,
riconoscendo tutti i gli esami che gli studenti fanno all'estero, i diplomi bilingui, una
eccellenza che il Martucci condivide da sempre con l’intera popolazione di una città
che ci sentiamo di considerare, oggi, veramente europea.
S’inizierà giovedì 28 aprile alle ore 20 nella cornice abituale della Chiesa di Santa
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Apollonia con i gruppi da camera preparati dalle docenti Anna Bellagamba e
Francesca Taviani. Apertura con il Quintetto op. 44 composto da Robert
Schumann nel 1842 e affidato al pianoforte di Aleandro Giuseppe Libano, ai
violini di Giovanna Faino e Valentina Palmieri, alla viola di Pasquale Colabene e
al cello di Sharon Viola. L’opera rappresenta il primo autentico capolavoro
concepito per un ensemble comprendente il pianoforte e il quartetto d’archi, dato che
le analoghe precedenti opere di Schubert, Onslow e Hummel richiedono anche la
presenza del contrabbasso. Clara, dedicataria e prima interprete dell'opera, lo
giudicava a ragione «magnifico, pieno di forza e di freschezza»: giacché in queste
pagine Schumann sembra far rivivere tutta intera la vena vivace e la brillantezza delle
sue sperimentazioni pianistiche, impreziosite da una scrittura degli archi ora tersa e
levigata ora densa e impetuosa. La pienezza del sentimento che sembra dominare da
cima a fondo la partitura risveglia immagini di marcato senso romantico ma si presta
anche a un'indagine psicologica più minuta e interiorizzata, oscillando tra esuberanti
esplosioni di felicità e cupe depressioni, in cui sembra riapparire tutta la tragedia
della realtà. I quattro tempi del Quintetto sono articolati in modo così compatto che
l'intreccio delle parti mette in luce collegamenti riconoscibili e la struttura nel suo
complesso segue il corso di una logica fluente e continua, quasi naturale. Il flautista
Cristian Suàrez Guerra e la pianista Pavlina Bonkovà, proporranno
l’impressionismo di “La flute de pan” di Jules Mouquet, una pagina datata 1906,
che schizza una visione nella natura viva dominata dal dio Pan, in cui le mirifiche
sonorità del flauto trovano espressione in cellule e moduli dalle cromatiche
inflessioni, risentendo di grandi influenze da parte dei compositori tardo romantici ed
impressionisti, prediligendo quindi uno studio sui suoni e suoi timbri ma mai
raggiungendo, tuttavia, la profondità e la ricerca armonica di un Debussy, quasi suo
coetaneo, e restando in qualche modo legato all’antico più che al moderno. Finale
dedicato interamente al lied romantico con protagonista l’avvolgente timbro del
registro di mezzosoprano di Michela Rago in duo con la pianista Qian Fang Wei.
Si inizierà con Aufenthalt tratto dal I Libro dei 14 lieder Schwanengesang D.957
composto da Franz Schubert nel 1828. Il paesaggio è impervio: il canto che esce da
queste gole rocciose è spigoloso; taglienti e granitici sono i ritmi e gli intervalli del
pianoforte. Il ribattuto della mano destra è una tipica immagine schubertiana di
frenesia: un Si al basso e poi al discanto viene ripetuto ossessivamente, mentre la
voce o le altre dita toccano suoni diversi, consonanti e dissonanti. La voluta finale del
canto sembra infine già un ricordo smarrito nella notte dei tempi, le fa eco il
pianoforte, come è normale che succeda tra quelle rocce. Si passerà quindi, all’
intimità e delicatezza di sentimento racchiuse nel Lied Hör' ich das Liedchen
klagen, dai Dichterliebe op.48 composti da Robert Schumann nel 1840, una
omogenea fusione tra il canto e la parola, di cui la musica vuole sottolineare ogni
sensazione, e ogni sfumatura della sensazione e ogni particolare della sfumatura. E
per penetrarvi con tanta efficacia di effetti l'autore si avvale del pianoforte nella
stessa misura con cui si serve della voce solista, e della voce solista con gli stessi
intenti espressivi affidati anche alla tastiera. Chiusura tutta “In solitaria stanza”, con
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il segno giovanile di Giuseppe Verdi datato 1838. La sua prima opera sono sei
romanze per canto e pianoforte di sapore belliniano, non prive di qualche curiosità. Il
mezzosoprano proporrà questa pagina su testo del poeta Jacopo Vittorelli, in cui si
trova un inciso melodico che anticipa una frase di Leonora ne’ “Il Trovatore”.
Olga Chieffi cell.:347/8814172
Prossimo concerto sabato 30 aprile ore 20 chiesa di Santa Apollonia. Musiche di
Beethoven, Satie e Glinka
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