SIMULAZIONE DI SECONDA PROVA • DIRITTO ED ECONOMIA
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SIMULAZIONE DI SECONDA PROVA • DIRITTO ED ECONOMIA
TIPOLOGIA B Indirizzo LES SIMULAZIONE DI SECONDA PROVA • DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA Leggi con attenzione il seguente brano composto da due parti, una tratta dal sito ufficiale dell’Unione europea e l’altra dal sito Eurostat, l’istituto di statistica europeo, ed esegui poi quanto richiesto. Le tasse ambientali sono, in genere, accise riscosse su basi imponibili dannose per l’ambiente come i prodotti energetici, i trasporti, le attività inquinanti e l’uso delle risorse. Esse mirano a influenzare il comportamento dei consumatori e dei produttori tramite incentivi di prezzo per raggiungere un obiettivo desiderato ossia comportamenti meno dannosi per l’ambiente. Una tassa pigouviana ideale è destinata a correggere le esternalità di mercato facendo sollevare il costo marginale privato per portarlo al più livello del costo marginale sociale. La tassa tiene conto del costo imposto dall’inquinamento sugli altri e internalizza i costi esterni. Il gettito derivante da tale tassa potrebbe essere utilizzato, per esempio, per diminuire la tassazione distorsiva sul lavoro; si otterrebbe così un ’doppio dividendo’, vale a dire la tutela della ambiente e l’aumento dell’occupazione e del PIL. Gli strumenti economici per il controllo dell’inquinamento e gestione delle risorse naturali sono una parte sempre più importante della politica ambientale negli Stati membri dell’Unione europea. La gamma di strumenti che sono disponibili comprende, tra gli altri, le tasse ambientali, i diritti e gli oneri, i permessi negoziabili, i sistemi di deposito-rimborso e sussidi. Le tasse ambientali sono sempre più utilizzate per influenzare il comportamento degli operatori economici (imprese e consumatori): queste tasse generano entrate che possono potenzialmente essere utilizzate per promuovere ulteriormente la protezione dell’ambiente. L’UE ha sempre favorito questi strumenti in quanto costituiscono strumenti flessibili ed economicamente efficaci per rafforzare il principio chi inquina paga e per il raggiungimento di obiettivi di politica ambientale. L’uso di strumenti economici a vantaggio dell’ambiente è promosso in una proposta di nuovo programma d’azione dell’UE fino al 2020: il 7 ° programma di azione ambientale (EAP), la rinnovata strategia di sviluppo sostenibile dell’UE e la strategia Europa 2020. Le statistiche europee distinguono quattro diversi tipi di tasse ambientali: in materia di energia, trasporti, inquinamento e risorse. Si noti che l’imposta sul valore aggiunto (IVA) è esclusa dalle definizioni impiegate in questo articolo. La figura sotto mostra le entrate fiscali ambientali sia in rapporto al PIL sia in relazione alle entrate totali derivanti da tutte le imposte e i contributi sociali. Nel 2012 la Slovenia e la Bulgaria hanno avuto le più alte quote di tasse ambientali sul totale delle entrate da imposte e contributi sociali (10,2% e 10,1%). Sono stati seguiti dai Paesi Bassi (9,1%), Malta e Croazia http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/ european_economy/2011/pdf/ee-2011-5_en.pdf 1 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education Questa tesi, però, non è pacifica: una parte della letteratura scientifica ritiene che la tassa ambientale possa creare distorsioni indesiderate. L’imposta, infatti, aumenta i costi di produzione, e quando tale aumento si trasferisce sui prezzi al consumo, il salario reale netto delle famiglie si riduce e ciò può comportare una riduzione dell’offerta di lavoro al pari si una imposta sul lavoro. Inoltre, l’aumento dei costi di produzione potrebbe indurre modifiche sulle scelte di investimento delle imprese riducendo così anche la domanda di lavoro. TIPOLOGIA B Indirizzo LES (entrambe con 8,9%). Per quanto riguarda l’indicatore relativo al PIL, la Danimarca ha guidato la classifica, con le tasse ambientali equivalenti al 3,9% del PIL, seguita da Slovenia (3,8%) e Paesi Bassi (3,6%). All’altra estremità della classifica, la Spagna, la Lituania e, in misura minore, la Slovacchia, la Francia e la Romania hanno registrato livelli relativamente bassi di gettito fiscale ambientale rispetto al PIL, come ha fatto l’Islanda. 12 10 8 6 4 Share of total revenue from taxes and social contributions Relative to GDP http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Environmental_tax_statistics SVOLGIMENTO 1. Nel primo brano si fa riferimento al concetto di esternalità negativa. Illustra questo concetto e rappresentalo graficamente attraverso le funzioni di costo marginale privato e costo marginale sociale a cui si fa riferimento nel testo. Le esternalità sono costi o benefici che non ricadono su chi effettua l’attività stessa ma su altri individui senza che questi ultimi ricevano o paghino un indennizzo per tali effetti. La diseconomia esterna o esternalità negativa è un costo provocato a terze persone da un soggetto nel corso della propria attività, senza che sia previsto nessun accordo per far assumere il costo stesso in capo a chi lo ha causato e senza che avvenga una compensazione a posteriori. 2 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education Norway Iceland United Kingdom Finland Sweden Slovakia Slovenia Portugal Romania Poland Austria Netherlands Malta Hungary Luxembourg Lithuania Latvia Italy Cyprus Croatia France Spain Ireland Greece Estonia Germany Denmark Bulgaria Czech Republic Belgium 0 EU-28 2 TIPOLOGIA B Indirizzo LES CMS CMP p ESM Q*s Q*p L’impresa, lasciata a se stessa, produce la quantità Q*p che le assicura il massimo profitto. Per la società, invece, che subisce l’esternalità, l’equilibrio è costituito da Q*s che è inferiore all’equilibrio privato. 2. Una esternalità negativa costituisce un caso di fallimento del mercato. Illustra questo concetto con riferimento all’allocazione pareto-ottimale. L’inquinamento è per l’analisi economica una esternalità negativa che provoca un fallimento del mercato. Si ha fallimento del mercato quando l’allocazione non è efficiente nel senso di Pareto ossia è possibile migliorare la soddisfazione di un soggetto senza peggiorare quella di un altro. L’esternalità negativa provoca un esito inefficiente poiché si determinano i seguenti effetti: il prezzo di mercato è più basso di ciò che sarebbe necessario per avere un’allocazione efficiente; tale più basso prezzo porta a scambiare una quantità superiore a quella che è richiesta dall’efficienza e ciò, di conseguenza, provoca un livello di inquinamento di flusso superiore a quello ottimale. 3. Qual è l’obiettivo che si vuole ottenere con una tassa ecologica? Le imposte ecologiche interferiscono sulle scelte individuali, ossia sui calcoli dei costi e dei benefici dei singoli operatori, facendo in modo che essi, nel loro complesso, raggiungano il livello ottimo di inquinamento, risultato, questo, che essi, autonomamente, in assenza di intervento dei pubblici poteri, non avrebbero conseguito. È evidente che questo importante risultato si ottiene solo se il regolatore fissa il livello dell’imposta in modo opportuno, ossia in modo tale da spingere l’insieme delle imprese a immettere nell’ambiente la quantità ottima di inquinanti. 4. Nel brano si fa riferimento alla tesi del cosiddetto “doppio dividendo”. Illustra tale tesi e spiega perché nel brano si manifestano alcuni dubbi su tale tesi. Dal punto di vista macroeconomico, bisogna prendere in esame l’impiego del gettito ottenuto attraverso le imposte ecologiche. A tal fine, in ambito europeo si indica come possibile impiego di tale gettito la riduzione della tassazione sui redditi da lavoro, riducendo in particolare gli oneri sociali a carico dei datori di lavoro. In tal modo, infatti, non solo si riescono a raggiungere gli obiettivi di politica ambientale, ma si aumenta l’occupazione giacché le imprese, grazie alla riduzione degli oneri sociali, a parità di produttività, vedono ridursi il costo del lavoro per unità di prodotto. Si tratta di effetti, però, non sicuri perché l’imposta provoca un aumento dei costi di produzione 3 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education CM p Legenda: ESM esternalità marginale p prezzo unitario CMP costo marginale privato CMS costo marginale sociale TIPOLOGIA B Indirizzo LES e le imprese, se possono, trasferiscono il maggior costo sui prezzi; l’aumento dei prezzi riduce il salario reale dei lavoratori e ciò provoca una riduzione dell’offerta di lavoro. Anche la domanda di lavoro può diminuire poiché l’imposta ecologica modifica le scelte di investimento. 5. Nel secondo brano si fa riferimento al 7 ° programma di azione ambientale (EAP) adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea a novembre 2013, su proposta della Commissione. Spiga da chi sono composti questi organi e quali sono le loro funzioni. Il Consiglio dei Ministri dell’Unione europea è un organo nel quale sono rappresentati i Governi degli Stati membri, i quali intervengono attraverso un proprio Ministro (di solito, è il Ministro competente per materia). Il Consiglio dei Ministri esercita il potere normativo, insieme al Parlamento. La Commissione dell’Unione europea è l’organo permanente dell’organizzazione europea che esercita il potere esecutivo. È composta attualmente da 28 membri, in modo da garantire la presenza di un Commissario per ogni Stato dell’Unione. Alla Commissione spettano tre tipi di compiti: a. l’iniziativa per l’approvazione delle norme comunitarie; b. l’attuazione delle deliberazioni comunitarie; Il Parlamento è composto da 751 deputati eletti direttamente dai diversi popoli europei e durano in carica cinque anni. Il Trattato di Lisbona ha previsto la procedura di codecisione quale procedura legislativa ordinaria dell’Unione europea; oggi quindi si può affermare che il Parlamento sia titolare della funzione legislativa insieme al Consiglio. 6. Nel brano viene citato il principio “Chi inquina paga” contenuto nell’art. 191 del TFUE che così recita: Articolo 191 ... La politica dell’Unione in materia ambientale ... è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio “chi inquina paga”. Il principio “Chi inquina paga”, come puoi notare, è collocato insieme ad altri principi. Spiega quali sono questi principi distinguendo strumenti preventivi e strumenti successivi. Il principio di precauzione comporta interventi sulle fonti di inquinamento attraverso norme command and control; si tratta di strumenti preventivi che si basano sulla definizione di standard di qualità ambientale controllati dall’autorità amministrativa. Le imposte ecologiche, invece, sono strumenti successivi: il legislatore prevede, a carico di chi immette nell’ambiente (aria o acqua) determinati inquinanti, il pagamento di una somma di denaro t per ogni unità di inquinamento sversata. Anche la responsabilità civile per danni ambientali è uno strumento successivo che, al pari dell’imposta ecologica, attua il principio chi inquina paga. 7. L’Unione europea ha competenze molto estese che vanno dalla tutela dell’ambiente alla tutela della concorrenza. Illustra brevemente le ragioni che hanno portato, nel secondo dopoguerra, a intraprendere la strada di una integrazione economica e politica dei Paesi europei. Al termine della Seconda Guerra Mondiale prese corpo l’idea del superamento delle antiche divisioni tra gli Stati europei, in vista della loro integrazione in una struttura politica superiore. Le motivazioni erano varie. Sul piano economico, ci si rendeva conto che solo la creazione di un’economia di dimensione europea avrebbe potuto reggere il confronto con le altre economie Elaborazione CGIA Mestre su dati Istat 4 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education c. la gestione degli stanziamenti previsti per gli interventi della Comunità. TIPOLOGIA B Indirizzo LES mondiali. Sul piano dei rapporti tra gli Stati europei, si pensava che solo l’integrazione avrebbe risolto definitivamente i contrasti tra loro (soprattutto tra la Francia e la Germania) per l’egemonia continentale. Infine, sul piano dei rapporti con il resto del mondo, si pensava che un’Europa unita avrebbe potuto essere una forza di pace. Queste ragioni spinsero varie nazioni dell’occidente europeo a stringere i primi accordi di un processo di integrazione tuttora in corso. Nel 1951 fu stipulato il primo Trattato europeo, con il quale si diede vita alla Comunità del carbone e dell’acciaio (CECA), e nel 1957, nell’intento di estendere l’integrazione ad altri settori dell’economia, furono stipulati i cosiddetti Trattati di Roma, con i quali si diede vita alla Comunità europea per l’energia atomica (EURATOM) e alla Comunità economica europea (Cee). 9. Osserva con attenzione il grafico allegato al testo. Descrivi il suo contenuto, spiegando, in particolare, la situazione dell’Italia all’interno dell’Unione per ciò che riguarda le imposte ambientali. In Italia la percentuale di imposte ecologiche sul totale delle imposte e contributi è di circa il 7% mentre la percentuale di imposte ecologiche rapportate al Pil è di circa il 3%. Rispetto alla media dei 28 paesi UE, i cui valori sono rispettivamente del 6% e del 2,2%, pertanto, l’Italia si colloca a un livello superiore. Leggi adesso il seguente testo ed esegui quanto richiesto subito dopo. SOLO L’1% DEL GETTITO DELLE IMPOSTE “ECOLOGICHE” VA A TUTELA DELL’AMBIENTE Secondo la recente elaborazione realizzata dalla CGIA di Mestre, solo l’1,1% delle imposte ambientali pagate dai cittadini e dalle imprese italiane all’Erario e agli Enti locali è destinato alla protezione dell’ambiente. Il restante 98,9%, purtroppo, va a coprire altre voci di spesa. Infatti, a fronte di 41,29 miliardi di euro di gettito incassati nel 2009 (ultimo dato disponibile) dall’applicazione delle cosiddette imposte “ecologiche” sull’ energia, sui trasporti e sulle attività inquinanti, solo 459 milioni di euro vanno a finanziare le spese per la protezione ambientale. Insomma, tutta quella sequenza di imposte spesso sconosciute che paghiamo quando facciamo il pieno alla nostra autovettura, quando paghiamo la bolletta della luce o del gas/metano, il bollo dell’auto o l’assicurazione della nostra auto non vanno a sostenere le attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte. “Questa anomalia tutta italiana – commenta il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – è l’ennesima dimostrazione che il nostro sistema fiscale va completamente rivisto. In queste settimane abbiamo assistito a vere e proprie catastrofi ambientali in parte causate dalla mancanza di attività manutentive e di messa in sicurezza del nostro territorio. Se a fronte di poco più di 41 miliardi di euro che vengono incassati ogni anno, il 99% finisce a coprire altre voci di spesa, non possiamo 5 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education 8. L’Unione europea, per uniformare gli ordinamenti giuridici dei Paesi membri nelle materie di sua competenza, dispone di due strumenti giuridici fondamentali: le direttive e i regolamenti. Spiega qual è la differenza tra queste due diverse fonti del diritto. I regolamenti sono norme giuridiche complete in ogni elemento, le quali vincolano gli Stati e i loro cittadini dal momento stesso in cui sono emanate. Le direttive, invece, consistono nell’indicazione obbligatoria, rivolta agli Stati, degli obiettivi che essi devono perseguire approvando proprie norme interne. TIPOLOGIA B Indirizzo LES più denunciare che questi disastri avvengono anche perché non ci sono le risorse finanziarie disponibili per la tutela del nostro territorio. I soldi ci sono, peccato che ormai da quasi un ventennio finiscono altrove. Con la beffa che ogni qual volta subiamo un’alluvione ci ritroviamo a subire l’ennesimo aumento delle accise sulla benzina od una nuova tassa di scopo”. La CGIA sottolinea che la selva di tasse ed imposte ambientali che grava sugli italiani è lunghissima. I tre grandi capitoli su cui insistono le imposte “verdi” sono: energia, trasporti ed inquinamento. • Imposta sull’energia elettrica • Imposta sul gas metano • Imposta consumi di carbone • Le imposte sui trasporti sono: • Pubblico registro automobilistico (PRA) • Imposta sulle assicurazioni Rc auto • Tasse automobilistiche a carico delle imprese • Tasse automobilistiche a carico delle famiglie • Le imposte sulle attività inquinanti • Tributo speciale discarica Le imposte sull’energia sono: • Sovrimposta di confine sul GPL • Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di zolfo • Sovrimposta di confine sugli oli minerali • Tributo provinciale per la tutela ambientale • Imposta sugli oli minerali e derivati • Imposta addizionale sull’energia elettrica di comuni e province • Contributo sui prodotti fitosanitari e pesticidi pericolosi Gettito delle imposte ambientali in Italia per categoria (valori a prezzi correnti, milioni di €) Anno TOTALE GETTITO IMPOSTE AMBIENTALI di cui destinato al finanziamento di spese per la protezione dell’ambiente di cui non destinato al finanziamento di spese per la protezione dell’ambiente Inc. % spese destinate al finanziamento della spesa per la protezione dell’ambiente 1990 22.353 - 22.353 0,0 1991 27.474 - 27.474 0,0 1992 29.000 - 29.000 0,0 1993 29.435 79 29.356 0,3 1994 31.128 73 31.055 0,2 1995 34.121 112 34.009 0,3 1996 35.038 376 34.662 1,1 1997 36.361 423 35.939 1,2 1998 36.759 424 36.335 1,2 1999 39.373 371 39.002 0,9 2000 37.863 423 37.440 1,1 6 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education • Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili • Imposta sui gas incondensabili 2001 37.886 409 37.477 1,1 2002 37.447 386 37.062 1,0 2003 40.103 380 39.723 0,9 2004 39.368 384 38.984 1,0 2005 40.149 406 39.743 1,0 2006 41.342 418 40.924 1,0 2007 41.450 453 40.997 1,1 2008 39.499 444 39.056 1,1 2009 41.293 459 40.835 1,1 10. Nel brano si afferma che le imposte ecologiche vengono pagate all’Erario e agli Enti locali. Dopo aver chiarito questa distinzione, spiega qual è la differenza tra imposte e tasse. Il soggetto attivo è il soggetto nei confronti del quale va adempita l’obbligazione tributaria. Tale soggetto può essere lo Stato centrale oppure un ente pubblico territoriale come la Regione o il Comune. La tassa è un tributo che deve essere pagato da chi richiede uno specifico servizio pubblico ma è inferiore al costo del servizio. Per incentivare il consumo di beni che hanno effetti positivi per tutta la collettività, i pubblici poteri li producono e li cedono ai privati che ne fanno richiesta facendo pagare solo una parte del costo chiamata tassa. L’imposta è invece un prelievo coattivo che non ha corrispondenza diretta con la prestazione di un servizio. Con le imposte, l’ente pubblico finanzia i servizi forniti, indipendentemente dalla domanda da parte dei cittadini, come nel caso dei beni pubblici. 11. Osserva con attenzione la tabella allegata al testo. Descrivi il suo contenuto, spiegando, in particolare, qual è l’andamento nel tempo della spesa destinata al finanziamento della spesa per la protezione ambientale. I valori contenuti nella tabella sono espressi a prezzi correnti. Questo significa che tali valori incorporano l’inflazione e, pertanto, a fronte di un aumento nominale del gettito fiscale, potrebbe esserci una riduzione del suo valore reale. Questo spiega in parte la forte crescita del gettito delle imposte ambientali negli anni Novanta quando tale valore passa da circa 22 miliardi di euro a circa 40 miliardi. Nel primo lustro degli anni Novanta, infatti, l’inflazione era ancora abbastanza elevata, mentre è velocemente scesa nel periodo successivo. L’aumento del gettito, però, è così forte che si può pensare a un aumento effettivo del gettito reale. Lo stesso discorso vale per le due successive colonne che evidenziano come il totale del gettito annuale delle imposte ambientali viene utilizzato (per finanziare o meno la protezione dell’ambiente). L’ultima colonna, invece, non risente del livello dei prezzi poiché contiene numeri puri. Distinguendo, infatti, il gettito fiscale delle imposte ambientali di ciascun anno nelle due componenti (finanzia/non finanzia) e facendone la divisione, si ottiene un numero che non risente dell’unità di misura. Tale indicatore evidenzia come soltanto una quota ridottissima (circa l’1%) del gettito delle imposte ambientali viene utilizzato per la protezione dell’ambiente mentre la restante parte (circa il 99%) è destinata a finanziare la spesa pubblica nel suo complesso. 7 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education TIPOLOGIA B Indirizzo LES TIPOLOGIA B Indirizzo LES 12. Quale tipo di rappresentazione grafica (istogramma, diagramma per punti, torta, ecc.) utilizzeresti per visualizzare i dati contenuti nella tabella? Quale strumento informatico utilizzeresti per la rappresentazione grafica? Motiva la tua risposta. Trattandosi di valori riferiti a diversi anni, la rappresentazione grafica migliore è quella per punti. Nel grafico, perciò, occorre mettere i diversi anni sull’asse delle ascisse e sulle ordinate i valori delle prime tre colonne. Si ottengono così tre linee che rappresentano, rispettivamente, l’andamento nel tempo del gettito fiscale delle imposte ambientali, la parte di tale gettito utilizzata per la protezione ambientale e la parte del gettito utilizzata per finanziare la spesa pubblica in generale. In un altro grafico, che reca sempre sull’asse delle ascisse gli anni, si potrebbero rappresentare i valori della quarta colonna; in questo caso si otterrebbe una linea che, a parte piccolissime oscillazioni, è orizzontale. Per ottenere tali grafici può essere utilizzato il programma Excel in cui, riportando i valori della tabella, è possibile evidenziare le diverse parti e applicare la funzione grafici (sul menù inserisci) scegliendo quello per punti (chiamato linee). 13. In particolare, scrivi un breve testo argomentativo in cui chiarisci cosa sono le imposte ecologiche, perché vengono introdotte, quali effetti hanno tali imposte in teoria e in pratica. Chiudi il componimento esponendo quelli che, secondo te, dovrebbero essere gli interventi dei pubblici poteri per indurre i cittadini a tenere comportamenti più responsabili nei confronti dell’ambiente. L’inquinamento è per l’analisi economica una esternalità negativa che provoca un fallimento del mercato poiché si determinano i seguenti effetti: il prezzo di mercato è più basso di ciò che sarebbe necessario per avere un’allocazione efficiente; tale più basso prezzo porta a scambiare una quantità superiore a quella che è richiesta dall’efficienza e ciò, di conseguenza, provoca un livello di inquinamento di flusso superiore a quello ottimale. Le imposte ecologiche interferiscono sulle scelte individuali, ossia sui calcoli dei costi e dei benefici dei singoli operatori, facendo in modo che essi, nel loro complesso, raggiungano il livello ottimo di inquinamento, risultato, questo, che essi, autonomamente, in assenza di intervento dei pubblici poteri, non avrebbero conseguito. Per ottenere questo risultato occorre che il regolatore fissi il livello dell’imposta in modo opportuno, ossia in modo tale da spingere l’insieme delle imprese a immettere nell’ambiente la quantità ottima di inquinanti. Le imposte ecologiche aumentano quindi l’efficienza del sistema economico ma hanno anche effetti di tipo macroeconomico. Tali effetti dipendono dal modo in cui viene utilizzato il gettito derivante dalle imposte ecologiche. Se esso viene utilizzato per ridurre le imposte sul lavoro riducendo in particolare gli oneri sociali a carico dei datori di lavoro. In tal modo non solo si riesce a raggiungere gli obiettivi di politica ambientale (riduzione dell’inquinamento), ma si aumenta l’occupazione giacché le imprese, grazie alla riduzione degli oneri sociali, a parità di produttività, vedono ridursi il costo del lavoro per unità di prodotto. Si tratta di effetti, però, non sicuri perché l’imposta provoca un aumento dei costi di produzione e le imprese, se possono, trasferiscono il maggior costo sui prezzi; l’aumento dei prezzi riduce il salario reale dei lavoratori e ciò provoca una riduzione dell’offerta di lavoro. Anche la domanda di lavoro può diminuire poiché l’imposta ecologica modifica le scelte di investimento. Nel caso dell’Italia, solo l’1% del gettito fiscale derivante dalle imposte ecologiche viene utilizzato per la protezione dell’ambiente e la restante parte non va a ridurre il costo del lavoro ma a 8 Prof. Giuseppe Bacceli © Mondadori Education Rileggi adesso velocemente i tre brani ed esprimi le tue considerazioni in materia di imposte ecologiche. TIPOLOGIA B Indirizzo LES © Mondadori Education finanziare il totale della spesa pubblica. I cittadini, pertanto, quando pagano un’imposta ecologica non ne vedono gli impieghi, e questo sicuramente è un disincentivo al loro pagamento. Sarebbe preferibile, perciò, che le imposte ecologiche fossero “trasparenti”, ossia che i cittadini possano sapere per quale finalità ambientale è utilizzato il gettito. Questo da un lato responsabilizzerebbe i cittadini poiché si renderebbero conto che il consumo che stanno facendo ha un impatto ambientale (pago l’imposta poiché sto consumando un bene che procura inquinamento) e, dall’altro lato, li motiverebbe al pagamento purché siano sensibili ai valori di protezione ambientale. 9 Prof. Giuseppe Bacceli