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Vetri rotti (Teoria dei)
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estratto da Città, criminalità, paure.
a cura di G. Amendola
Liguori Ed itore , Napoli 2008
Vetri rotti (teoria dei)
Il degrado dell'ambiente urbano
è strettamente correlato alla sensazione di sicurezza dei cittadini.
Un ambiente degradato, mal curato o che manifesti segni di
vandalismo e danneggiamenti non
è necessariamente più pericoloso
di uno spazio curato e pulito, ma
sicuramente è percepito come tale.
[~
Questo perché i luoghi deturpati o danneggiati hanno un fortissimo impatto sulla percezione di
sicurezza del cittadino, secondo il
meccanismo psicologico per cui
un luogo deturpato = un luogo
in cui a seguito di atti impropri
nessuno è intervenuto = luogo di
cui nessuno si interessa = luogo
in cui può accadere qualunque
cosa, anche molto più grave di
danneggiamenti e graffiti, senza
che nessuno intervenga.
Questo meccanismo viene
compreso e analizzato per la prima volta nel 1982 in un articolo
intitolato "Brokcn windows. The police and neighbourhoodsafety" in cui
gli autori]. Q. Wilson e G. L. Kelling (1982) utilizzano l'immagine
della finestra rotta come metafora
per spiegare la possibilità che da
un piccolo dettaglio di disordine
si passi ad uno stato di degrado e
di crimine.
"Se la finestra di una fabbrica o
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Vetri rotti (teoria dei)
di un ufficio è rotta, ipassanti guardandolo armieranno alla conclusione
che nessuno se necura, che nessuno ne
ha i l controllo. Presto tutte lefinestre
saranno rotte e ipassantipenseranno
. non solo che nessuno controlla l'edificio, ma anche che nessuno controlla 10
strada su cui si affaccia. Solo bande
di giovani, criminali o sconsiderati
possono avere qualcosa dafare in una
strada non controllata, così sempre
più cittadiniabbandoneranno quella
strada a coloro che vi si aggirano in
cerca di prede".
La riflessione di Kelling e
Wilson non si limita al degrado
dello spazio fisico, ma comprende
anche il degrado dei rapporti di
convivenza nello spazio pubblico,
ovvero lo svolgersi di una serie di
attività che, anche se non necessariamente pericolose, sono fonte
di forte disagio.
Gli autori definiscono a questo proposito come "disordine sociale" l'accattonaggio aggressivo,
prostituzione,
le molestie, la
lo
le bande giovanili
spaccio e il consumo di droga, il
vandalismo e i graffiti, lo stato di
ubriachezza, il commercio ambulante senza licenza, il lavare i vetri
ai semafori [ lavavetri]. Secondo
i due autori questi comportamenti
sono "violenti" in quanto violano
la privacy dei cittadini nello spazio pubblico, incutono
paura
e fanno in modo che i cittadini
abbandonino gli spazi pubblici
che, privi di ogni controllo sociale, rimangono nelle mani dei
malviventi che trovano il terreno
più adatto per commettere crimini
più gravi: rapine, stupri, omicidi
[ vittime].
La teoria dell'esistenza di un
forte nesso tra situazioni di degrado fisico, "disordine sociale"
e sensazione di insicurezza nello
spazio urbano si è consolidata soprattutto grazie alla pubblicazione, alla metà degli anni Novanta,
del libro Fixing broken tomdotos
(Kelling e Coles 1996), che , ha
avuto risonanza internazionale
per il coinvolgimento dell'autore
nella definizione della politica di
sicurezza di New York.
In questo testo gli autori Catherine Coles e George Kelling
riprendono la teoria del precedente articolo di Kelling e Wilson e
propongono dei criteri d'intervento per contrastare il dilagare del
degrado, fisico e sociale, e il conseguente incremento di condizioni
favorevoli a crimini più seri.
Il cuore della loro riflessione è
semplice: bisogna intervenire sulla
piccola violazione per evitare che
questa degeneri in grave crimine.
Questo concetto è alla base
della politica che la Città di New
Y ork ha attuato negli anni '80 e
'90 per contrastare la situazione
di degrado e di insicurezza in cui
versava.
Il primo intervento, esempla-
Vetri rotti (teoria dei)
re e decisivo, è stato rivolto alla
metropolitana, dove la lotta al degrado fisico e quella al disordine
sociale sono state contemporanee
e complementari: da un lato, la
cura dello spazio fisico attraverso
la costante pulizia e la tempestiva
rimozione dei graffiti, dall'altro, la
severità nei confronti delle infrazioni e l'allontanamento di coloro che usufruivano abusivamente
degli spazi. Questi interventi su
quelle che si possono 'certamente
definire "piccole violazioni" hanno
contrastato il meccanismo "della
finestra rotta" che si era innescato e che faceva vivere con disagio
e paura l'uso della metropolitana
comportandone una consistente
riduzione dell'utilizzo da parte dei
new-yorkesi.
L'esempio della metropolitana di New York illustra come
l'azione capillare di cura .dell'ambiente e di attenzione a quello che
vi accade sia in grado di sottrarre
spazio e presupposti al crimine.
È .inoltre importante sottolineare
che non si limita a contrastare il
negativo meccanismo "della finestra rotta": la lotta al degrado fisico e sociale è anche in grado di
innescare il virtuoso meccanismo
contrario, ovvero di stimolare nei
cittadini un senso di appropriazione del territorio - contrapposto
ad un atteggiamento anonimo e
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spersonalizzato nei confronti dei
luoghi dove si vive e abita - in grado di ingenerare l'estensione allo
spazio pubblico degli atteggiamenti protettivi e di sorveglianza
generalmente riservati allo spazio
privato.
La cura e l'appropriato uso
dell'ambiente - su cui la manualistica attualmente presente nel
panorama mondiale pone un marcato accento -, oltre a giocare un
ruolo fondamentale nella creazione del senso di appartenenza da
parte dei cittadini, ha un duplice
effetto sui suoi frequentatori: un
ambiente curato incide sulla percezione dei cittadini, da un lato,
trasmettendo una sensazione di
sicurezza ad abitanti e utenti, dall'altro, agendo da deterrente al
crimine e al vandalismo attraverso una sorta di monito a coloro
che ne vorrebbero fare un uso
improprio. È dunque innescando
il senso di responsabilità collettivo
sugli spazi della città - attraverso
l'allargamento degli spazi della
cura alle [~J strade adiacenti le
case
[~abitazione, ai parchi,
agli spazi comuni interni ai complessi residenziali - che si trova il
più importante strumento contro
il degrado e il disagio che inevitabilmente lo accompagna.
c. c.