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Cecco l’orsacchiotto
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le classi prime, seconde e terze
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terza classe (secondo ciclo)
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La mucca e l’uccellino
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Destinazione:per
le classi prime, seconde e terze
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Il bambino dai pollici verdi
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tutte le classi
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C’era una volta una mucca senza vitellino.
C’era una volta un uccellino caduto dal nido.
Quando si incontrano, la mucca trova un figlio, l’uccellino trova una mamma.
Non importa se sono di due razze diverse. Però l’uccellino non sa di essere
un uccellino, crede di essere una mucca e non vuole volare.
La mucca, invece, sa che suo figlio è un uccellino e non una mucca e vuole
insegnargli a volare. Ci riuscirà?
Con un linguaggio prevalentemente non verbale, con una serie di gag buffe
e tenere, lo spettacolo racconta il rapporto d’amore fra genitori e figli, al di
là del legame biologico. Racconta come questo amore non possa prescindere dall’impegno educativo del genitore, che deve aiutare il figlio a trovare
la sua strada.
Racconta il rapporto che lega adulti e bambini: quello fra genitori e figli
biologici; quello fra genitori adottivi o affidatari e i minori di cui hanno la
responsabilità; quello fra gli insegnanti e i loro scolari. E’ un legame in cui
si mischiano affetto, senso di protezione, bisogno l’uno dell’altro e riconoscimento reciproco.
Destinazione:
per le classi prime seconde e terze
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Racconto di Natale
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È la storia del vecchio avaro Scrooge che la sera della Vigilia, sollecitato a
dare un’offerta per il Natale, ribatte che già contribuisce a mantenere in funzione le prigioni e che l’eventuale morte di fannulloni o miserabili sarebbe
un beneficio che ridurrebbe l’eccesso di popolazione.
Nella notte appaiono a Scrooge tre spiriti: quello del Natale Passato, con
le sue memorie e il senso delle gioie non colte; del Natale Presente, con la
visione della casa calda d’affetti dell’umile commesso di Scrooge; e infine
quello del Natale Futuro che anticipa la possibile squallida fine di Scrooge.
Ebenezer Scrooge si sveglia. Forse è stato solo un sogno, ma...
L’idea di lavorare sulla “Ballata di Natale” ci è venuta a furia di incontrare
“cose” ispirate da questo racconto: films, commedie, Paperon de’ Paperoni,
citazioni varie fino a parodie o complete rivisitazioni nei serials televisivi
americani. Il personaggio di Ebenezer Scrooge continua a riaffiorare periodicamente nella memoria collettiva, soprattutto anglosassone, forse grazie al
suo essere potente simbolo dell’ambivalenza di questa società: da una parte
il singolo individuo che, nel nome della propria ed unica felicità correlata
al denaro, è disposto a calpestare e ignorare gli altri esseri umani; dall’altra
l’essere umano che si rende conto che, alla fin fine, solo un più generale
benessere/pace/felicità, può rassicurarlo sul suo stesso futuro.
Destinazione:
dalla terza classe (secondo ciclo)
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Cecco l’orsacchiotto
l’amico di Natale
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Cosa c’è di più bello
per un bambino
di un amico con
cui giocare, durante
le vacanze di Natale,
quando mancano
compagni di scuola?
Un amico sempre
disponibile, mai stanco,
che non dice mai no,
pronto ad ogni desiderio!
Ma dove si possono
trovare amici così?
i
Beh, a volte a Natale arrivano magari sotto la forma di una papera, un orsacchiotto, un coniglio, magari una tenera pecorella: insomma un giocattolo
di peluche!
Beh, a Natale l’orsacchiotto forse è il più adatto. E quanti giochi si possono
fare con questo amico!
Si può giocare ad avere freddo sotto la neve, andare a pescare nei laghi gelati
oppure al mare, preparare minestre di Natale e mangiare il panettone, partire per un viaggio sulla Luna sperando di incontrare la slitta di Babbo Natale,
disegnare, ballare per scaldarsi un po’ e poi andare a camminare nella neve,
provare i giocattoli appena ricevuti, fotografare gli amici per ricordarsi della
bella festa... E sono proprio questi i giochi nei quali si avventureranno i
due protagonisti dello spettacolo: Tiziano, un adulto dall’animo fanciullo, e
Cecco, il suo orsacchiotto, naturalmente in compagnia di tutti i nuovi piccoli
amici-spettatori che ogni volta incontreranno.
Lo spettacolo prevede momenti di interazione con il pubblico e fa parte
del progetto della Compagnia dedicato al mondo dei peluche, tra i pochi
“soggetti” disponibili, in questa nostra società, ad ascoltare con attenzione
quello che i bambini dicono; li ascoltano per ore, gli danno tempo e spazio
per esprimere i loro pensieri, per maturare le loro idee e le loro concezioni
del mondo: e tutto ciò semplicemente con un’infinita disponibilità a GIOCARE... E non solo a NATALE!
Destinazione:
per le classi prime seconde e terze
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Ulisse
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Non ci voleva andare lui, alla guerra... Non era come Achille... Quello,
Achille, aveva scelto di combattere, nel fiore degli anni, e se gli capitava di
morire sul campo di battaglia… sarebbe stata la bella morte, quella di cui
favoleggiavano gli eroi, i Greci, e soprattutto gli eroi greci!! È così che avrebbe dimostrato di essere il migliore, di non avere simili, Achille, è così che
avrebbe ottenuto una gloria immortale! Poveretto, e intanto se l’era andata
cercando la morte, lui, il coraggioso, il guerriero, il più forte, l’invincibile
Achille! Ulisse no, a Ulisse gli piaceva la vita... aveva trent’anni poco meno,
poco più, quando lo chiamarono alla guerra, a Troia, e pure una moglie bella
aveva, anzi bellissima, Penelope, l’aveva sposata da poco... in quel letto bello
scavato nell’olivo massiccio, profumato, e in quello stesso letto, Telemaco, il
figlio, era nato, che quando lo chiamarono alla guerra Ulisse, quel figlioletto
aveva tre mesi soli... Come si fa a lasciare un figlio di tre mesi solo, e una
moglie sola, e un cane che era il migliore dei cani, solo come un cane, Argo
si chiamava, la fedeltà in persona... e la sua isola, Itaca, e tutta la vita sua,
insomma... a trent’anni, com’è possibile lasciare tutto e andarsene alla guerra... Non gli piaceva la guerra a Ulisse... e quella volta lì messo alle strette
da tutti i guerrieri greci e da Nestore, il saggio, si finse pazzo Ulisse, pazzo
per non andare a guerra, per non andare, per non attraversare il mare... la
vinse Ulisse, alla fine, quella guerra infame come tutte le guerre, la vinse, lui
che non voleva andare.
Destinazione:
dalla classe terza (secondo ciclo)
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Il bambino
dai pollici verdi
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Mettete dei fiori nei vostri cannoni...
È il ritornello di una canzone
portata al successo nel 1967.
Due giardinieri un po’ pasticcioni faranno rivivere sulla scena il
testo scritto da Maurice Druon,
autore francese, sulla storia di
un bambino, figlio di un fabbricante di cannoni, che a un certo
punto di quella che sembra una
vita meravigliosa si accorge di
possedere la straordinaria capacità di far germogliare velocissimamente fiori di tutte le qualità
in qualsiasi posto toccato dai
suoi pollici.
Fioriscono così dal nulla gemme, fiori, rami e foglie non solo nel suo giardino, ma anche nel carcere, nell’ospedale, nelle baracche delle periferie e
persino nella fabbrica di suo padre, impegnata in quel momento a fornire
armi per una guerra lontana.
Tutti quelli che lo circondano, però, all’inizio anziché gioire di questa esplosione della Natura, rimangono sconcertati perché, come spesso accade nella
nostra società, è più facile capire ed accettare la logica delle mani sporche
e delle dita avide e rapaci piuttosto che la poesia che ci offre lo spettacolo
della Natura o, più semplicemente, una mano tesa in segno d’aiuto.
L’eterna lotta tra la bellezza della Natura e le pulsioni distruttive dell’Uomo
sono condensate nella storia di questo bambino che non si accontenta di
facili risposte e, grazie al suo magico talento, cerca di salvare il mondo dai
disastri provocati dagli uomini.
Ma non è forse il talento innato di ogni bambino quello di far rifiorire ogni
volta l’umanità?
Potremo seguire, grazie ai due guardinieri, questa appassionante storia in
equilibrio fra magia, avventura e divertimento, per giungere ad un finale
sorprendente.
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