Galileo

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Dai Discorsi e dimostrazioni intorno a due nuove scienze:
[...] astraendo da tutte l’imperfezioni della materia e supponendola
perfettissima ed inalterabile e da ogni accidental mutazione esente,
con tutto ciò il solo essere materiale fa che la macchina maggiore,
fabbricata dell’istessa materia e con l’istesse proporzioni che la
minore, in tutte l’altre condizioni risponderà con giusta simmetria alla
minore, fuor che nella robustezza e resistenza contro alle violente
invasioni; ma quanto più sarà grande, tanto a proporzione sarà più
debole. E perché io suppongo, la materia essere inalterabile, cioè
sempre l’istessa, è manifesto che di lei, come di affezione eterna e
necessaria, si possano produr dimostrazioni non meno dell’altre
schiette e pure matematiche.
[...]
Chi non vede [...] che la natura non potrebbe fare un cavallo
grande per venti cavalli, né un gigante dieci volte più alto di un
uomo, se non miracolosamente o con l’alterar assai le proporzioni
delle membra ed in particolare dell’ossa, ingrossandole molto e molto
sopra la simmetria dell’ossa comuni. Il creder parimenti che nelle
machine artifiziali egualmente siano fattibili e conservabili le
grandissime e le piccole, è errore manifesto: e così, per esempio,
piccole guglie, colonnette ed altre solide figure, sicuramente si
potranno maneggiare distendere e rizzare, senza risico di rompersi,
che le grandissime per ogni sinistro accidente andranno in pezzi e non
per altra cagione che per il loro proprio peso.
Dal Dialogo sopra i due massimi sistemi del
tolemaico e copernicano:
mondo,
Quelli poi che referiscon ciò alla Luna, son molti, dicendo che ella
ha particolar dominio sopra l'acqua: ed ultimamente certo prelato ha
pubblicato un trattatello, dove dice che la Luna, vagando per il cielo,
attrae e solleva verso di sé un cumolo d'acqua, il quale la va
continuamente seguitando, sí che il mare alto è sempre in quella
parte che soggiace alla Luna; e perché quando essa è sotto l'orizonte,
pur tuttavia ritorna l'alzamento, dice che non si può dir altro, per
salvar tal effetto, se non che la Luna non solo ritiene in sé
naturalmente questa facultà, ma in questo caso ha possanza di
conferirla a quel grado del zodiaco, che gli è opposto.
[...]
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Più è da maravigliarsi, che essendo pur caduto in pensiero ad
alcuni di referir la causa de i flussi e reflussi al moto della Terra, onde
in ciò hanno mostrato perspicacità maggiore della comune, nello
strigner poi il negozio non abbiano afferrato nulla, per non avere
avvertito che non basta un semplice moto ed uniforme, quale è,
verbigrazia, il semplice diurno del moto terrestre, ma si ricerca un
movimento ineguale, ora accelerato ed ora ritardato; perché quando
il moto dei vasi sia uniforme, l’acque contenute si abitueranno a
quello, né mai faranno mutazione alcuna. Il dire anco (come si
referisce d’uno antico matematico) che il moto della Terra,
incontrandosi col moto dell'orbe lunare, cagiona, per tal contrasto, il
flusso e reflusso, resta totalmente vano, non solo perché non vi è
dichiarato né si vede come ciò debba seguire, ma si scorge la falsità
manifesta, atteso che la conversione della Terra non è contraria al
moto della Luna, ma è per il medesimo verso: talché il detto e
imaginato sin qui da gli altri resta, a parer mio, del tutto invalido.
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