leggi - Beta 80 Group

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imprese
Paolo Bigi
Ceo di Techint Engineeering & Construction.
Sotto, l’impianto di metanolo a Damietta in Egitto
27 miliardi
di dollari il giro d’affari
della Techint
Impiantistica Il business ambientale della Techint Engineering & Construction della famiglia Rocca
Neutralizziamo eco-bombe
In Italia nuove prospettive dalla costruzione di ospedali pubblici in project financing
I
l contratto iniziale è importante, del
valore di circa 170 milioni di dollari.
Ma per il gruppo Techint l’operazione
Norilsk in Siberia (3 milioni di ore
lavoro fino al 2017 con un investimento
di 2 miliardi di dollari) è soprattutto un
modello di new business da sviluppare
a livello globale. Si tratta, infatti, di una
tecnologia capace di ridurre le
emissioni di impianti fortemente
inquinanti (il 95% di SO2, l’anidride
solforosa), in questo caso dedicati alla
lavorazione del nickel e del palladio
(articolo in alto a destra). E il
sequestro dell’Ilva di Taranto fa capire
quanto diventi sempre più importante
disinnescare le bombe ecologiche della
vecchia industria pesante in Occidente
ma anche nei Paesi dove gli aspetti
ambientali sono stati finora trascurati.
Se ne occupa la Techint E&C
(Engineering & Construction), una
delle sei grandi società operative del
gruppo controllato dalla famiglia Rocca
con 27 miliardi di ricavi e 57 mila
dipendenti nel mondo, dalla siderurgia
all’energia e appunto, all’impiantistica.
Techint E&C, infatti, si qualifica come
contractor Epc (engineering,
procurement and construction) in grado
di realizzare impianti chimici e
IL MONDO
31 agosto 2012
petrolchimici, rigassificatori, centrali di
energia, pipeline per l’industria
mineraria con le relative opere
architettoniche e civili e così via. Una
unit affidata al ceo Paolo Bigi, con una
carriera nel petrolchimico e nell’oil &
gas, da ultimo in Tecnimont prima di
insediarsi, nel 2009, nel quartiere
generale della Techint in zona
Monterosa a Milano.
Tra i cantieri aperti, quelli per una
centrale termica in Egitto, per il
trattamento e lo stoccaggio di crude oil
tra l’Arabia Saudita e il Kuwait, un
terminale per la movimentazione dello
zolfo ad Abu Dhabi e un impianto per il
trattamento del gas in Nigeria, una
commessa per la joint venture tra Bbr e
Snamprogetti in cooperazione con
Daewoo e Bentini. Ci sono poi due
Acceleratori d’impresa I 192 progetti dalla fondazione milanese
La newco cresce al Politecnico
S
pesso le idee da sole, per quanto
innovative, non bastano: per
trasformarle in un progetto d’impresa
occorrono i mezzi e i contatti giusti.
Insomma è necessario fare rete. Al
Politecnico di Milano l’hanno capito da un
decennio. Ed è con questo spirito, per
favorire e rendere sistematiche le
collaborazioni tra i vari dipartimenti
dell’università, agevolare gli scambi tra
ricercatori, imprese e pubblica
amministrazione, che nel 2003 è nata
un’omonima Fondazione. Una realtà
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fondata da una dozzina di enti locali, grandi
aziende (come Eni, Pirelli e Siemens) e
banche (Intesa Sanpaolo) che in questi
nove anni ha agito da acceleratore
d’impresa, ponendosi come interlocutore
tra quasi 1.300 soggetti, di cui oltre 700
aziende, e circa 250 strutture di ricerca. E
così solo nell’ultimo triennio la Fondazione
Politecnico presieduta da Giampio Bracchi
è riuscita a ottenere da programmi di
finanziamento dell’Unione Europea fondi
per 89 milioni di euro (+17% rispetto al
periodo 2006-2008), che sono andati a
57 mila
I dipendenti
del gruppo
2 miliardi
I ricavi
di Techint E&C
rigassificatori in costruzione a
Dunkerque in Francia per la Edf (13
miliardi di metri cubi all’anno) in
consorzio con la spagnola Sener, e a
Swinoujscie, in Polonia, in consorzio
con Saipem e Pbg con una capacità di 5
miliardi di metri cubi all’anno.
Ovviamente il tutto anche sulla base di
sinergie con altre società del gruppo
presieduto da Gianfelice Rocca (al
vertice della stessa Techint E&C).
Come accade per la Bateman
Engineering, una multinazionale con
base in Olanda che si occupa di
progettazione e fornitura di macchinari
e servizi per l’industria mineraria,
rilevata in aprile da Tenova.
Come è evidente, il giro di affari della
società di Bigi è prevalentemente
all’estero anche se nei prossimi mesi
potrebbero scattare nuove commesse in
Italia, in particolare in un filone che
vede ancora una volta i Rocca tra i
pionieri. La famiglia, infatti, ha
costruito e gestisce l’Istituto clinico
Humanitas di Rozzano, alle porte di
Milano, considerato all’avanguardia e
in linea con i più avanzati standard
internazionali. Questo ha consentito a
Techint di partecipare con competenza
nella costruzione di nuovi ospedali
pubblici con l’apporto di capitali privati
secondo una particolare formula di
project finance che prevede la
concessione dei servizi non sanitari nei
nuovi complessi, come è avvenuto in
Lombardia per il polo di Legnano. Nei
prossimi mesi scatterà l’asta della
Regione Lombardia per la nuova città
della Salute a Sesto San Giovanni
mentre altre aziende sanitarie stanno
progettando combinazioni con i privati.
Ettore Tamos
sostenere 192 progetti (+29%) per un
valore complessivo di 187 milioni di euro,
come si legge nel bilancio sociale 20092011 appena publicato.
Capitali che sono serviti a finanziare sia
aziende in fase di start-up (16 per
l’esattezza, con un fatturato complessivo di
24 milioni) sia programmi di
internazionalizzazione (dieci), ma non solo.
Perché la Fondazione ha messo a
disposizione anche una parte delle
risorse raccolte attraverso il suo
network di relazioni a progetti di
rilancio e conversione di piccole e
medie imprese costrette a
confrontarsi con la crisi e le
sfide della globalizzazione.
E così la Beta 80 Group,
software house milanese creata negli anni
80 da un gruppo di ingegneri specializzati
nelle applicazioni per l’automazione
e la logistica, si è avvalsa del
sostegno del Politecnico per
sviluppare dei progetti informatici
prima nel campo dell’energia e poi
della sanità e della telemedicina. Si è
data all’informatica anche la Longobardi,
rinomata ditta trentina di rivendita frutta,
con una storia che risale al ’700, che
attraverso il supporto della Fondazione
ha partecipato a un progetto di
sviluppo di un software per
l’automazione del packaging
delle mele, in grado di
modificare completamente
il posizionamento sul
mercato. Mentre la trevigiana Fortex, dalla
distribuzione di coloranti e inchiostri
speciali per la stampa è passata
all’ideazione di tecnologie e
processi per il trattamento dei
tessuti, grazie alle ricerche sul
binomio tessile e nanotecnologie,
condotte con l’aiuto dell’università
milanese. Sono solo alcuni esempi di
un’attività che, come spiega Bracchi, oltre
ad aver contribuito nell’ultimo decennio
alla nascita di 65 start-up (con la creazione
di 600 posti di lavoro), è concentrata
attualmente anche su progetti strategici per
il territorio di Milano, come la
realizzazione del nuovo parco scientifico
della Bovisa.
Sandro Orlando
Giampio Bracchi, presidente
di Fondazione Politecnico
Anti-inquinamento L’operazione Norilsk Nickel in Russia
Nella Taranto della Siberia
È considerata una delle aree più inquinate al mondo, quella di Norilsk in Siberia (50
gradi sottozero in inverno, 1.600 chilometri a nord della capitale Novosibirk) dove è
attiva una miniera con gli impianti (foto) per estrarre ogni anno 267 mila tonnellate di
nickel e un’ottantina di tonnellate di palladio. Sulla base di un procedimento che
libera nel cielo grandi quantità di anidride solforosa. La Techint è stata incaricata
dalla Norilsk Nickel (un colosso
di 13,3 miliardi di dollari di ricavi
nel 2011) di studiare un
impianto per catturare i fumi
velenosi di SO2 e di trasformarli
in zolfo elementare riutilizzabile
nell’industria e nell’agricoltura.
Per l’operazione la società
italiana si è alleata con Mecs e
Le Gaz Integral, licenziatarie
delle tecnologie sulla base delle
quali saranno progettati i
sistemi da sottoporre
all’approvazione delle autorità
russe entro i prossimi 18 mesi. La successiva realizzazione comporterà oltre tre anni
di lavori per arrivare al 2017 all’operatività per assorbire e riciclare il 95%
dell’anidride solforosa. Costo finale: 2 miliardi di dollari.
E.T.
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IL MONDO
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