prevenzione e giovani

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prevenzione e giovani
PREVENZIONE E GIOVANI
IL PROGETTO SCUOLA NAZIONALE: LINEE DI INDIRIZZO
PRINCIPI GENERALI
La prevenzione dell’AIDS è compito prioritario di ANLAIDS e i giovani rappresentano l’ambito privilegiato
degli interventi di prevenzione dell’associazione.
Fin dal 1990 ANLAIS ha avuto tra i suoi obiettivi principali la prevenzione presso i Giovani e gli studenti in
particolare: la scuola è il luogo dove si concentra il numero più grande di giovani, che iniziano la loro
esperienza affettiva/relazionale.
E’ indicativo che le strategie messe in campo da ANLAIDS, già negli anni addietro, coincidano con le linee di
indirizzo indicate dal Ministro della Salute nella sua ultima relazione sullo stato sanitario del paese e
presentata il 18 Dicembre 2014. Si allega un breve stralcio della relazione stessa. In particolare si fa
riferimento a prevenzione, governance e comunicazione.
Le strategie indicate dalla Relazione del Ministro della Salute sono ampiamente utilizzate e interiorizzate
dall’Associazione nel Progetto Giovani.
Nello stesso allegato alla pagina 592 si possono leggere gli obiettivi declinati dal Ministro nel paragrafo sulle
Campagne contro le infezioni:
- Favorire la conoscenza delle infezioni
- Favorire la percezione del rischio da parte del target di riferimento
- Sensibilizzare il target sull’importanza dell’adozione di un comportamento responsabile
- Favorire l’utilizzazione delle più efficaci misure di prevenzione.
In sintesi si tratta delle stesse finalità perseguite da ANLAIDS nel Progetto Scuola.
Nella relazione si fa inoltre riferimento alla Campagna di prevenzione lanciate in occasione della Giornata
Mondiale contro l’AIDS, del 1° dicembre 2012 e proseguita nel 2013.
Alla Campagna hanno partecipato la Commissione Nazionale per la lotta all’AIDS e la Consulta delle
Associazioni per la lotta all’AIDS: ANLAIDS fa parte di entrambe le Istituzioni.
In sintesi: ANLAIDS antepone quale principio guida nell’intervento tra i giovani lo spirito di servizio a favore
della prevenzione, piuttosto che una propaganda dell’associazione.
ANLAIDS sostiene progetti di prevenzione all'interno dell'Istituzione scolastica, sia con competenze tecniche,
sia materialmente nei limiti delle risorse reclutabili, privilegiando quei progetti che possano esitare in
esperienze trasferibili e articolando il proprio intervento nelle diverse realtà e nei diversi ordini e gradi
scolastici, adattando di conseguenza le proprie modalità di intervento e tenendo conto delle realtà locali.
METODOLOGIE D’INTERVENTO
Interventi informativi: ANLAIDS realizza a richiesta conferenze rivolte a studenti e giovani, avvalendosi di
tecnici formati ed addestrati alla comunicazione con il mondo giovanile. Vengono privilegiati per tali
interventi ambiti che garantiscano la collocazione degli stessi in processi educativi articolati che vedano il
coinvolgimento degli istituti scolastici nelle loro diverse componenti o, in caso di interventi extrascolastici,
prevedano una continuità di collaborazione. Interventi puntiformi, delegati e non partecipati dai richiedenti
devono essere in linea di principio non considerati prioritari. Possono essere considerati interventi di questo
tipo che fungano da primo contatto con situazioni difficili o che offrano prospettive di ulteriore
sperimentazione.
Sviluppo della cultura della prevenzione in ambito curricolare: finalità prioritaria dell’intervento di
ANLAIDS nelle scuole è lo sviluppo di percorsi curriculari di formazione che consentano di integrare la cultura
della prevenzione nei programmi scolastici. Progetti di formazione continua dei Docenti e Dirigenti.
La formazione continua di docenti è soprattutto riferita alla possibilità di confrontare, almeno annualmente,
modelli di intervento all'interno delle singole autonomie scolastiche.
I docenti hanno molto presente il percorso disciplinare ma spesso difettano di collegialità carente,
soprattutto nella scuola superiore, anche nei confronti di progetti di educazione alla salute.
La formazione operata da ANLAIDS (su base volontaria per i docenti), può avere il pregio di descrivere nuove
piste di intervento educativo e soprattutto di coagulare i docenti intorno ad una dimensione di
appartenenza ben definita, con una connotazione diversa dalla formazione prescrittiva e ministeriale.
Gli incontri formativi con i Dirigenti insisteranno meno sui contenuti specifici medici e scientifici e
svilupperanno maggiormente il confronto con le diverse culture organizzative del Sistema Scuola e del
rapporto con l'Associazione.
Inoltre i Dirigenti hanno la misura chiara della tipologia di utenza che si muove all'interno del territorio e
quindi, nel confronto formativo, diventano testimoni privilegiati di eventi sociali e relazionali che possono
permettere all'Associazione di calibrare il percorso e le attività in modo più mirato.
Lo scopo ultimo dei due percorsi formativi è quello di introdurre elementi di riflessione sulla prevenzione
all'interno del tessuto curricolare delle singole discipline, con scelta di contenuti fortemente connotati da
valenze che riportano lo studente a riflettere sui comportamenti a rischio, sulla relazione sociale, sul
rapporto con il diverso, sull'etica della relazione affettiva ecc ecc.
La Peer education: utilizzare il protagonismo dei giovani per formare testimonial privilegiati e
promotori di buone prassi, presso i pari.
Correttamente il miglior risultato possibile da raggiungere in approccio preventivo, è certamente l'utilizzo
del protagonismo dei giovani, onde formare testimonial privilegiati e promotori di buone prassi, presso i
pari.
Certamente una linea comune da seguire per procedere in modo univoco è la chiarezza rispetto alla
definizione di pari.
Secondo le indicazioni teoriche ed operative della Peer Education si intende gruppo di PARI quel gruppo
che afferisce alla stessa età, allo stesso contesto ed allo stesso obiettivo di problematica esistenziale.
In definitiva una classe/scuola è l'acquario ideale per sviluppare percorsi di peer education e per
formare testimonial opinion leader.
Il rischio che non si deve correre è quello di pensare che basti fare incontrare i ragazzi delle scuole con
esperti/medici/futuri medici o altro (ma giovani, anche molto giovani…), confidando sul concetto di età
simile o abbastanza vicina agli studenti in-formazione. Si può creare il problema di non legittimare il
rapporto tra pari nella sua vera essenza: tutto al più i giovani esperti esterni possono essere informatori
privilegiati ma non pari.
Assistiamo spesso nelle scuole superiori all'ingresso di giovanissimi supplenti che, anche se vicini all'età
degli studenti, a volte vengono guardati con sospetto e addirittura perseguitati o non ascoltati.
A volte il rapporto funziona ma non solo per l'età simile, ma per l'empatia che l'educatore riesce a
sviluppare con la classe; insomma per la sua specifica personalità.
Il comunicatore " alla pari" deve essere accreditato da: lo stesso contesto e dalle stesse problematiche,
oltre che dalla stessa età. Deve avere cioè gli stessi problemi da risolvere, gli stessi dubbi e le stesse
dinamiche esistenziali.
Non è possibile presentare ai giovani un esperto esterno come "loro pari" anche perché, per quanto sia
di giovane età, ha già avuto delle risposte, ha già delle informazioni privilegiate, ha già superato un
percorso scolastico di un certo livello (magari è laureato o laureando…), ha già definito alcuni obiettivi
personali di orientamento sociale ed affettivo, e così via.......
E ciò dagli studenti è chiaramente percepito come differenza o come autorevolezza o come parziale
successo già raggiunto (sociale ed affettivo).
E' magari colui a cui chiedere con confidenza ma non certo colui da vivere/condividere come un proprio
pari.
Ecco quindi, una volta assunta tale chiarezza di campo, che un nostro intervento prioritario, come
Associazione, deve essere quello di formare gruppi di pari, cioè individuare nel gruppo i possibili
testimonial privilegiati che aggregheranno intorno a loro la platea dei compagni studenti.
E' sulle piste di intervento e sui contenuti condivisi che il nostro operato deve dare indicazioni precise,
oltre che informazione corrette.
Sviluppo di progetti sperimentali integrati
In ambito di comunicazione con i giovani e le scuole, e per favorire il protagonismo giovanile, gli
studenti devono predisporre progetti o attività che facilitino il passaggio dell'informazione e del
messaggio preventivo.
E' pratica ormai diffusa, tra le attività delle Sedi ANLAIDS che portano avanti il Progetto Prevenzione e
Giovani, individuare Progetti sperimentali che, attraverso l'uso di diversi Linguaggi comunicativi,
raggiungono con più incisività il mondo dei giovani. Si può fare prevenzione attraverso il Teatro, l'Arte,
la musica, la danza etc … e anche attraverso i nuovi linguaggi dei media. Abbiamo la soddisfazione di
osservare, nelle varie proposte progettuali territoriali, la presenza di validissimi progetti realizzati
con/per i giovani coinvolti nelle attività dell'Associazione e progetti anche di alto livello tecnico, con uso
del web e delle varie potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Modelli di integrazione per lo sviluppo interculturale e transculturale della cultura della prevenzione e
della responsabilità
Il modello di intervento di Anlaids, per la prevenzione, deve tendere a verificare la Categoria dell'Azione
Sociale ed Etica. Il messaggio che si deve inserire all'interno di tutti i percorsi di formazione deve cercare
di sviluppare una mentalità responsabile ed etica, presso i giovani, rispetto alle loro azioni sociali
(attraverso la partecipazione con la scuola e la sensibilizzazione delle famiglie). Il contesto sociale
cambia in modo rapido e continuo, sia per la presenza sempre più numerosa di persone di diverse
culture e sia per le continue trasformazioni sociali, economiche e professionali. L'Associazione non si
trova davanti un modello di società "statico" ma deve fare i conti con continue variabili del sistema
sociale, culturale e relazionale. E' una sfida complessa che si può vincere tenendo fermi alcuni elementi
valoriali universali nell'azione di prevenzione sul territorio, e cioè il valore della solidarietà, della
responsabilità personale, dell'uguaglianza dei bisogni della persona, del comportamento che non nuoce
né a me né ad altri, dell'aspirazione dell’essere umano (e il giovane ancora di più) al benessere (fisico e
mentale, non economico poiché questo non è un valore comune che unisce ma che invece divide). Già
riuscire negli interventi presso i giovani, anche di diverse culture, a verificare se tali valori sono stati
compresi, è elemento di grande importanza.
Formazione dei formatori
La relazione formativa nei confronti dei giovani comporta lo sviluppo della capacità di comunicare con
un linguaggio comprensibile a loro, nel senso che arriva a loro.
Non è vero che è sufficiente avere l'informazione scientifica corretta e comunicarla, per dire che si è
verificata una comprensione ed una ricaduta reale.
Ecco l'importanza di dare agli esperti che entrano in contatto con i giovani una formazione che possa far
comprendere come si trasmette al giovane l'informazione, quale è il canale comunicativo più adatto per
raggiungere la loro comprensione.
Teniamo sempre presente il modello della Peer Education ed anche l'obiettivo che la prevenzione si
pone e cioè: modificare i comportamenti dei giovani e generare una assunzione di responsabilità
personale in merito a tali comportamenti.
Si tratta quindi di sviluppare una relazione consapevole ed empatica.
I giovani percepiscono la relazione in modo mitico, fantastico, romantico, ma anche in chiave di
prestazione: la prestazione si richiama a modelli non di realtà, ma a modelli "virtuali".
La prestazione deve essere "indimenticabile" e l'aspettativa spesso genera delusione. Il giovane
possiede sempre aspettative che vengono deluse poiché “mitiche”: l'aspettativa che ha generato
delusione deve essere confrontata con la realtà di vita.
E' necessaria una assunzione di RESPONSABILITA' personale, una analisi di COMPITO di realtà e di
consapevolezza delle caratteristiche della propria personalità per comprendere le proprie aspettative.
E' questa la sfida che attende il formatore per "catturare" l'attenzione del giovane, nella relazione
formativa. Ecco perché è importante che i medici o in generale chi entra in contatto con il mondo
giovanile, partecipi a momenti di formazione gestiti da ANLAIDS, con l'aiuto di psicologi dell'età
evolutiva, insegnanti e pedagogisti.
Almeno una volta all'anno. Deve essere una formazione/confronto/ricerca-azione.
Giovanni Del Bene – Coordinatore Nazionale Progetto Prevenzione e Giovani