L`origine del nome di Passetto e di Grignella.

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L`origine del nome di Passetto e di Grignella.
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L’origine del nome di Passetto e di Grignella.
Passetto e Grignella sono due località di Cavarzere; insieme, da Sud a Nord occupano lo
spazio che c’è tra il naviglio Adigetto e il canale Botta, dalla Palazzina a Forgarigoli da Ovest
a Est. Sia i confini sia la nomclatura cartografica le ha inserite in un contesto dal toponimo variabile, fino ad arrivare all’attuale configurazione.
In origine il mare arrivava anche a Cavarzere e Adria. Quando si ritirò, lasciò alle spalle un
terreno di variegata formazione, in prevalenza composto di torba e sabbia.1
A questa massa d’acqua stagnante gli fu dato un nome di Atrianorum paludes.2 E’ Strabone,
geografo greco che morì sotto Tiberio verso il 25 d. C., a dirci che Adria era uno dei porti della
Paludi Adriane, congiunta al mare attraverso una breve navigazione contr’acqua: “haec autem
maiori ex parte paludibus ita continenir ut inondationes habeant: Epiterpum, Ordia, Adria…
et alia hujus generis appidula quae cum minus a paludibus vexentur; modicis sursum navigationibus mari vicina sunt”.3
Similmente si esprime Plinio: “per traversum Atrianorum paludes quae Septem Mària appellantur, nobili portu Oppidi Thuscorum Atria, a quo Atriaticum mare ante appellabatur
quod nunc Adriaticum. Inde Ostia plena, Carbonaria ac Fossiones Philistinae, quod alii Tartarum vocant”.4
Marco Vitruvio Pollione, contemporaneo di Augusto, chiama la nostra zona “Paludi Galliche”, (l’Italia del Nord era detta Gallia Cisalpina), e dice che erano navigabili.5
I detriti portati dai fiumi allontanano il mare e a lui subentrano gli stagni, i bassi fondi, i
canneti; poi compaiono alcuni campi, poi coltivati, e capanne abitate. Quel suolo molle e soffice di sabbia, nel rassodarsi subiva notevoli avvallamenti e da qui il successivo nome di “Dossi
Vallieri” o “Valli di Adria e Cavarzere”.6
Prevalente era l’estensione dei boschi dove abbondavano pioppi, ontani, salici e anche di
lauri, estesi fino a Lauretum (Loreo),7 e che erano una buona fonte per costruire le navi, come
scrive Cassidoro: “Mittat Padus noster indigeneas pelago naves et abies quae fluentibus acquis” e ancora “per utramque ripam Padi reperi ligna comperimus fabricandis apta dromonibus”.8
Passetto: dalla etimologia …
Sono molte le località in Italia che hanno questa denominazione. “Passetto” è il diminutivo
di un sostantivo, di un’unità di misura: il passo, dal latino pes (genitivo di pedis), e indica ciascuno dei movimenti ritmici e alternati compiuti dagli arti inferiori per camminare ovvero indica l’azione di mettere un piede davanti a un altro; passo, allora, è lo spazio compreso
dall’uno all’altro piede, e il “passetto” è tanta misura quanto si distende un piccolo passo.
Il termine Passetto però non indica solo questo.
Per i Latini “passetto” era anche un’unità di misura mercantile: volumetrica per legna da ardere: 125 piedi, 3= 6,864324 m3; dei tessitori: tre braccia distese, usata ancora oggi nel fiorentino e corrispondeva a tanta lunghezza di tela quanta ne portava un giro dell’ordito.9
1
Carta Geologica delle Tre Venezie, fogli “Venezia” ed “Adria”, Zanettin, 1955.
Cfr. Francesco Antonio Bocchi, Storia dell’antica Adria del Polesine di Rovigo, Atesa, Adria, 1879, pag. 104-105.
3
Strabone, De situ orbis. Vercelli, 1494, lib. IV.
4
Plinio, Naturalis Historia, L. cap. III.
5
Vitruvio, De architectura, L. I.
6
Cfr.Francesco Antonio Bocchi, Storia dell’antica Adria del Polesine di Rovigo, Atesa, Adria, 1879, pag. 107,125.
7
Cfr.Francesco Antonio Bocchi, Storia dell’antica Adria del Polesine di Rovigo, Atesa, Adria, 1879, pag. 129-130.
8
Cassidoro, Variarum L 5 epistola 17, 18, 20.
9
Francesco Bonomi, Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, 2008.
2
2
Passetto, era un termine usato come unità di valutazione di distanze corte, corrisponde alla
metà di una canna10 e, proprio perché piccola, era usato anche in senso metaforico per indicare
il valore di una persona. Ad esempio, nella riflessione di Montesquieu sulle lettere di Marco
Tullio Cicerone, sembra che nell’epistola CCCXXXVII, il grande oratore latino usa il termine
‘passetto’ per misurare Pompeo.11 Di canne abbondava la nostra zona.
Passetto indica anche il luogo dove si passa, inteso come "luogo attraverso cui il transito è
permesso" o anche “la via più breve di accesso” tra due luoghi distinti e separati tra loro. In
questo caso, per i Romani il nostro pagus (terra) era il passo (la via) più breve tra il sito Caput
Aggeris (Cavarzere) e il municipium Aetria (Adria) e forse chiamarono così la nostra terra,
considerata la breve distanza, come un piccolo passo, “passetto” appunto, tra le due località.
Dunque, “Passetto” inteso come breve tragitto.
Quale tra caratteristiche del territorio fu applicata alla nostra località: piccolo passo, breve
distanza che separa Cavarzere e Adria, estensione limitata, presenza di canne?
Tutte contengono del vero e può essere applicata o applicabile, ma quale sia prevalsa non è
possibile affermarlo, o forse tutto l’insieme ha concorso a originarne il nome che attualmente
si usa per definire il nostro territorio.
… al toponimo.
Alle foci dell’Eridano l’imperatore Claudio Cesare entrò trionfante di ritorno dalla Britannia
nel 797: “Quo Claudio Caesar e Britannia triumphans, praegrandi illa domo verius quam navi, intravit Adriam”.12 Ecco, dobbiamo analizzare queste ultime due parole di Plinio: Intravit
Adriam, dice, con una grossa nave. Per molti si tratta del porto di Spina, città che deve le sue
origini al mito di Fetonte. Il Bocchi confuta quelle affermazioni con dettagliati, precisi e storici
argomenti e afferma che per Adria non si deve intendere il mare ma la città, essendo a quei
tempi veleggiabili le nostre lagune.13
Riportiamo testualmente la parte conclusiva dell’argomentazione (lunga) del Bocchi perché
ci riguarda. Egli scrive: “Scilace contemporaneo di Dario D’Istaspe (521-485 a. C.) narra che
al suo tempo alla celebre Spina si naviga dal mare a ritroso del fiume per 20 stadii (km 3,700).
Cinque secoli appresso, cioè vivente Strabone contemporaneo d’Augusto e Tiberio, distava dal
mare 90 stadii (km16,459); eppure la città medesima era stata fabbricata e aveva fiorito sul mare: eam unda maris alluerat.14 Dalla fondazione di Spina a Strabone erano corsi forse 13 secoli: abbiamo dunque un allontanamento dalla spiaggia in ragione di circa 12 metri l’anno; cioè,
se si potesse credere all’epoca e alla integrità del Periplo di Scilace, si avrebbe dalla fondazione di Spina a Scilace per circa 8 secoli metri 4,50 annui; da Scilace a Strabone altri 5 secoli
metri annui 25,50. Spina, fabbricata già alla foce del Primario, ritienesi fondamento fosse nel
luogo della moderna Argenta; perciò non pare lungi dal vero l’opinione del Corradi il quale,
calcolando su Tolomeo, pone la bocca del Primario nel secondo secolo di G. C. al luogo
detto Passetto, appunto poco al di sotto delle 9 miglia indicate da Strabone”.15
Carlo Baruffaldi afferma che la nave è “entrata nel porto vicino alla Madonna del Passetto”.16
10
Egidio Menagio, Le origini della lingua italiana, Chouet, Genova, 1685.
M. Tullii Ciceronis, Epistolae quae exstant omnes, item quae vulgo Ciceronis…, Vol. VI, a cura di Francesco Bentivoglio, Milano,
Stella, 1829.
12
Plinio, Naturalis Historia, L. III cap. 46.
13
Cfr. Francesco Antonio Bocchi, Storia dell’antica Adria del Polesine di Rovigo, Atesa, Adria, 1879, pag. 160-169.
14
Strabone, De situ orbis. Vercelli, 1494, lib. IV, pag. XLIII.
15
Cfr. Francesco Antonio Bocchi, Storia dell’antica Adria del Polesine di Rovigo, Atesa, Adria, 1879, pag. 110, § 133.
16
Carlo Baruffaldi, Osservazioni sopra il corso del Po, 1783, Rinaldi, Ferrara, pag. 78.
11
3
Che Passetto per il Bocchi sia la nostra località, lo conferma in un'altra parte del suo libro:
“la penisola chiusa tra Adigetto, Canal di Loreo e Adige … è quasi affatto paludosa. La solca a
sinistra la buona strada che da Adria pei Ponti Novi, Campelli, Passetto (da molti anni ponte
levatojo sull’Adigetto) procede in linea quasi retta a Cavarzere. Vi stanno lungo l’Adige le valli Fossaviera e Rivoltante; nell’interno Grignella, Cannaro, Ribasso, Belvedere; lungo
l’Adigetto, Ca’ Emo e Grimani, tutte valli del pari: poche abitazioni; ma un’era di prosperità
spuntava anche a queste lande coll’attivazione delle macchine di Dossi Vallieri e Tartaro Oselin”.17
Grignella.
Il nome Grignella appare per la prima volta in una carta mappale del 1769. Secondo alcuni
il nome deriva dal sostantivo del verbo "grignare", cioè il ridere in modo sarcastico, facendo
una smorfia restando con la bocca spalancata. In questo senso è consono a Grigna e Grignetta,
montagne celebri e celebrate in una leggenda e da un canto degli alpini; per essere queste montagne caratterizzate da caverne simili a bocche spalancate fu loro affibbiato tale nome, che non
si addice alla nostra zona, formata da campi perfettamente piatti.
È invece più sicuro che Grignella debba il suo toponimo proprio alla caratteristica del terreno: la sabbia. Infatti, nella lingua celtica o germanica “sabbia” si dice “gries” e, dunque, fu
l’austriaco impero a chiamare la località con questo nome.
Carlo Lucio Pollini
L'autore è nato a Brescia il 28.02.1955. Laureato in filosofia e letteratura, ha
conseguito il dottorato in Utroque jure (diritto canonico e civile).
Dal 7 ottobre 2007 vive a Cavarzere; è direttore della Casa del Clero, collaboratore del Duomo e cappellano di Passetto.
17
Francesco Antonio Bocchi, Storia dell’antica Adria del Polesine di Rovigo, Atesa, Adria, 1879, pag. 87 § 96.
4
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