Austerità in francese è una parola di quattro lettere

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Austerità in francese è una parola di quattro lettere
Austerità in francese è una parola di quattro lettere
In Francia il 20 giugno c’è stato un nuovo Grand Summit di imprese, sindacati e funzionari del governo
dove hanno discusso su quali sono le riforme necessarie che possono rendere molto più competitiva la
Francia e maggiormente sostenibile il suo bilancio nazionale. Il livello del debito e del deficit sono molto alti
e in continuo aumento, mentre il paese sta scivolando in un'altra recessione. Una delle questioni chiave è
un piano che è fortemente controverso, ossia la riforma delle pensioni.
Alcune note da Stratfor:
La Francia spende circa il 12,5 per cento del suo prodotto interno lordo per le pensioni, più della maggior
parte di qualsiasi altro membro dello OECD (la Germania spende circa il 11,4 per cento del suo PIL per le
pensioni, ed invece il Giappone spende circa 8,7 per cento).
[Nota: la Francia ha un sistema di garanzie a livello sociale (sécurité sociale) che offre la copertura
sanitaria, gli infortuni sul lavoro, gli assegni familiari, i sussidi di disoccupazione e la pensione di vecchiaia,
di invalidità e di morte del beneficiario. La Francia spende di più per il 'benessere sociale' di quasi qualsiasi
altro paese dell'UE: oltre il 30 per cento del PIL. Per dare una cifra di riferimento, sarebbero circa $5.000
miliardi dollari negli Stati Uniti.]
Il fatto è che una percentuale sempre maggiore della popolazione francese discute del tema delle
pensioni. Nel 1975 c'erano 31 lavoratori che pagavano i contributi per ogni 10 pensionati, oggi ci sono 14
lavoratori che pagano i contributi per ogni 10 pensionati. Quando poi nei prossimi dieci anni andranno in
pensione i figli del baby boom nati tra il 1950 e il 1960, la pressione sulle casse Francesi crescerà
notevolmente. Il deficit del sistema pensionistico francese è destinato a raddoppiare tra il 2010 e il 2020,
supererà i 20 miliardi di euro. E' difficile per gli americani capire quanto costa sostenere il lavoratore medio
francese (o il lavoratore autonomo). Da Paris Voice::
Il totale dei contributi sociali è di circa €200 miliardi all'anno e il bilancio del sistema sociale è superiore al
prodotto nazionale lordo (PNL), vale a dire che il sistema sociale costa molto di più rispetto ha quanto è in
grado di produrre il paese in termini di valore. Non a caso il numero di servizi che vengono offerti dal
sistema sociale sono tra i più ampi all’interno della UE. I contributi totali per dipendente in media sono circa
il 60 per cento della retribuzione lorda, il 60 per cento di ciò che viene pagato dai datori di lavoro (un vero
limite nell'assumere del personale). I lavoratori autonomi devono pagare l'intero importo (un ulteriore limite
al lavoro autonomo). Ovviamente la popolazione è restia a qualsiasi cambiamento che possa ridurre i propri
benefici, mentre i datori di lavoro stanno spingendo per raggiungere dei contributi più bassi.
E naturalmente la prima cosa che il signor Hollande ha fatto quando lo scorso anno ha assunto il nuovo
incarico è stato quello di riportare l'età per accedere alla pensione a 60 anni dai 62 estremamente
controversi che il suo predecessore, Sarkozy, era appena riuscito a strappare. Le "Riforme" di Sarkozy sono
state accolte con molte proteste di massa e Hollande le ha usate per progettare una travolgente vittoria
elettorale a favore dei socialisti (Io ho messo la parola "riforme" tra virgolette, perché in nessun altro paese
verrebbe vista come una misura draconiana un'età di pensionamento di 62 anni). Hollande sta affrontando
una serie di problemi. Vi riporto alcune riflessioni di Ambrose Evans-Pritchard:
Un analisi del FMI sulla Francia, che è stata pubblicata poco prima delle elezioni, sottolinea i seguenti
punti: il peso dello stato sul PIL è superiore al 55 per cento (o meglio il 56 per cento quest'anno), superiore
a quello della Scandinavia ma senza la flessibilità presente nel mercato del lavoro del paese nordico.
Un paese con una speranza di vita tra le più alte al mondo, ma con la più bassa età pensionabile
rappresenta un mix particolarmente costoso. Sono solo il 39.7 per cento quelli che lavorano e che hanno un
età compresa tra i 55-64, rispetto invece al 56.7 per cento nel Regno Unito e al 57.7 per cento in Germania.
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IL FMI ha detto che "i lavoratori francesi trascorrono molto più tempo in pensione rispetto a tutti gli altri
Paesi sviluppati". (the London Telegraph)
La Francia ha il livello più alto di carico fiscale e di sicurezza sociale nella zona euro, ed è al penultimo
posto per numero di ore lavorate in un anno. C'è stato un forte aumento dei costi unitari del lavoro e questo
ha reso la Francia sempre di più meno competitiva.
Questi aspetti non sono assolutamente passati inosservati in Germania. Un rapporto di uno dei partiti politici
conservatori il (FDP) ha detto, "il presidente francese Francois Hollande ha fatto una riforma che
assolutamente banale, facendo quasi un danno al mercato del lavoro. Il che è naturalmente vero. Hollande
è stato eletto nel maggio 2012 sulla base di una campagna politica che puntava nel preservare lo status
quo e proteggere i privilegi dei francesi. "(Ambrose Evans-Pritchard, il Telegraph)
Inoltre non aiuta assolutamente, il fatto che la Francia abbia avuto un anemico "recupero" dopo la grande
recessione (non più di un 1% all'anno) ed ora è tornata nuovamente in piena recessione. Il che significa
che le entrate fiscali scenderanno e non che saliranno, e che i disavanzi continueranno a crescere.
E le cose rischiano di peggiorare ancora di più. Charles Gave sottolinea che la produzione francese sta
crollando e questo ha sempre generato delle ulteriori perdite in termini di PIL. Il grafico qui sotto di GaveKal
mostra l’analisi prodotta dal French Business Climate Survey che fa delle proiezioni in avanti di nove mesi e
i numeri sono altamente correlato al PIL. Il FMI prevede nel 2013 una recessione pari al 2%, il che significa
un aumento della disoccupazione e una tiepida crescita dello 0,8% nel 2014, tutto questo non è sufficiente
nello stimolare realmente l'occupazione.
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Potete leggere almeno una mezza dozzina di report e di analisi della situazione francese, e comunque tutti
vi parleranno della "rigidità del mercato del lavoro" come elemento principale del problema. Vi è un costo
salariale minimo molto elevato, ed è molto difficile lasciare a casa i dipendenti in tempi così difficili il che
scoraggia le imprese dall'assumere dei lavoratori giovani ed inesperti. Le nuove start-up che
rappresentano la fonte di sviluppo di lavoro vero e proprio sono diminuite significativamente, e questo a
causa della dimensione raggiunta dalla burocrazia verso le attività imprenditoriali. In Francia i margini di
profitto aziendali si sono particolarmente ridotti, e le aziende si stanno spostando in altri paesi che sono in
grado di offrire delle opzioni in termini di costi molto più attraenti.
I costi per pagare gli interessi sul debito in percentuale sul PIL in Francia sono diminuiti dal 3% del 1995 al
2% (di oggi), anche se in contemporanea il valore complessivo totale del debito è salito di ben quattro
volte. I bassi tassi di interesse possono essere una cosa positiva nel momento in cui si desidera ridurre i
costi, ma poi quando i tassi di interesse ricominceranno a salire (e questa sarà una cosa che avverrà in un
futuro non troppo lontano, se la BCE non sarà pronta ad intervenire), questo potrà significativamente
paralizzare completamente il governo che è già gravato da un deficit troppo grande e da impegni molto
significativi. Ma senza delle vere riforme, quanto tempo ci vorrà prima che il mercato si renda conto che la
Francia è un altro bambino che ha dei seri problemi tanto quanto l’Italia e la Spagna?
Ma quanto tempo il mercato sarà disponibile ad attendere prima di vedere un certo movimento verso dei
bilanci sostenibili. Gli investitori nei titoli di Stato non sono dei filantropi. Sono continuamente alla ricerca del
minor rischio. Una valutazione realistica farà si che quanto prima la Francia non verrà più considerata nella
categoria dei paesi meno rischiosi.
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I problemi legati alle scelte di Hollande stanno provocando in Francia un crescente disinteresse verso
l'intero progetto europeo, patria putativa del movimento per l'integrazione.
Nessun paese europeo sta diventando così velocemente sempre più scoraggiato e disilluso, quanto la
Francia. Rispetto solo all'anno scorso l'umore del pubblico è completamente peggiorato su tutti i fronti.. I
francesi sono particolarmente negativi nei confronti dell'economia
del l'economia con il 91% che ritiene che questa
peggiorerà,
peggiorerà un dato che è aumentato di circa 10 punti percentuali dal 2012. Essi sono particolarmente
negativi rispetto alla loro capacità di leadership: il 67% pensa il presidente Francois Hollande sti
sti a
facendo un pessimo lavoro
lavoro nel cercare di gestire al meglio le sfide che vengono poste dalla crisi
economica, una critica che si esprime nei confronti del presidente attraverso un dato che è di ben 24 punti
più elevato rispetto al valore raggiunto dal suo predecessore, Nicolas Sarkozy. I francesi stanno
cominciando a dubitare del loro reale impegno nei confronti del
del progetto europeo, con il 77% di loro
che ritiene che l'integrazione
l'i ntegrazione economica europea abbia peggiorato la situazione in Francia,
Francia , valore
che è aumentato di ben 14 punti
pun ti rispetto allo scorso anno. Ed ora il 58% ha una pessima impressione
dell’Unione europea come istituzione, e questo rispetto al dato del 2012 dove questo dato era pari solo a
18 punti percentuali. (Tyler Durden, Zero Hedge)
E a questo proposto Stratfor aggiunge:
Hollande deve affrontare un grande dilemma: ossia poteva provare ad attuare delle riforme di ampio
respiro facendo delle scelte in modo unilaterale, ma che però nel breve termine sarebbero incredibilmente
impopolari. In caso contrario, si potrebbe cercare di mettere in atto delle riforme diluendole nel tempo e
questo le renderebbe maggiormente appetibili verso i cittadini francesi, ma in ultima analisi queste
sarebbero molto inefficaci nel cercare di ridurre i costi del sistema pensionistico francese.
Il problema di Hollande è condiviso da molti leader dell'Europa occidentale, che hanno risposto alla crisi
economica in atto mediante l'attuazione di riforme dolorose del loro sistema del welfare. Il problema è che i
paesi considerano il sistema di welfare dello stato una delle caratteristiche economiche, politiche e sociali
dell'Europa del dopoguerra ed un simbolo della prosperità economica. I francesi hanno una lunga e ricca
tradizione di lotta per i loro diritti civili e sociali, e l'idea di un contratto sociale tra coloro che governano e le
parti è un elemento chiave della politica francese. Per il francese - per non parlare degli italiani, spagnoli o
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tedeschi - un stato sociale generoso è un diritto acquisito, una parte del contratto sociale che guida
l’Europa.
Ma ciò che una parte può vedere come un diritto acquisito un'altra lo vedrà invece come un peso fiscale,
costi eccessivi e rischi indesiderati. Ovviamente, questo non è solo un problema francese. In tutto il mondo
i governi hanno promesso molto più di quanto potranno realmente essere in grado offrire. E quando il
programma diventerà proibitivo verranno ovviamente effettuati gli adeguamenti. E' ovvio che quando si
taglia un beneficio promesso a persone che sono già in pensione o lo saranno quanto prima, queste non
saranno molto felici.
Nel luglio 2012 Hollande ha fatto un primo Grand Summit per cercare di risolvere gli stessi problemi che
ancora oggi devono essere ancora affrontati. Poiché non esiste ancora una vera e propria crisi e nessun
rischio imminente, dubito che possano essere fatte delle scelte di particolare sostanza. Il che significa che
in futuro ci sarà ancora un'altra conferenza, il tutto mentre lo stress continuerà ad intensificarsi.
L’indice di gradimento di Hollande si oramai ridotto al 30%. Delle vere riforme creerebbero una forte rabbia
nella sua base, ma di conseguenza la mancanza di queste porterà a delle valutazioni ancora più basse da
parte dei mercati. Egli non ha la forza all'interno del suo partito per spingere verso un compromesso, e
questo sarà sempre più vero con l’avvicinarsi delle elezioni.
La Francia è sulla buona strada per diventare la nuova Grecia. Tra 20 anni, la Harvard Business School farà
un nuovo caso di studio su cosa non fare quando ci si trova di fronte ad una imponente crisi fiscale. Francia
e Hollande saranno il caso #1.
John Mauldin
[email protected]
© 2013 John Mauldin. All rights reserved.
© 2013 versione italiana a cura di Horo Capital. Tutti i diritti riservati.
John Mauldin - www.mauldineconomics.com- è un esperto finanziario, autore di best-seller, tra cui
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