(Vermicompost) e di insetti – Guano – Miscela
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(Vermicompost) e di insetti – Guano – Miscela
(Vermicompost) e di insetti – Guano – Miscela composta di materiali vegetali – Farina di sangue – Polvere di zoccoli – Polvere di corna – Polveri di ossa, anche degelatinate – Nero animale (carbone animale) – Farina di pesce – Farina di carne – Pennone – Lana – Pellami – Pelli e crini – Prodotti lattiero-caseari – Prodotti e sottoprodotti organici di origine vegetale per la fertilizzazione (ad es. farina di panelli di semi oleosi, guscio di cacao, radichette di malto, ecc.) – Alghe e prodotti a base di alghe – Segatura e trucioli di legno – Cortecce compostate – Cenere di legno – Fosfato naturale tenero – Fosfato alluminio-calcico - Scorie di defosforazione – Sale grezzo di potassio (ad es.: kainite, silvinite, ecc.) – Solfato di potassio – Borlande ed estratti di borlande – Carbonato di calcio e magnesio di origine naturale (ad es.: creta magnesiaca, calcare magnesiaco macinato ecc.) – Soluzione di cloruro di sodio – Solfato di calcio (gesso) – Cloruro di sodio – Farina di roccia – Solfato di magnesio (ad es.: keiserite) – Oligoelementi. L’elenco dei fertilizzanti che si possono impiegare in agricoltura biologica viene gestito dall’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante ( ISNP) che verifica la presenza dei requisiti posti dalla legge (L.748/84 e Reg. CE 2092/91) come stabilito dalla circolare MiPAF n. 8 del 13 settembre 1999. E’ possibile scaricare o prendere visione dell’elenco completo dei prodotti commerciali ammessi in bio sul sito. LA NUTRIZIONE DELLE COLTURE IN AGRICOLTURA BIOLOGICA Nella gestione pratica dell’azienda può essere necessario ricorre all’integrazione delle asportazioni o alla somministrazione di macro e/o micro elementi di cui sia accertata la carenza; per la fertilità del terreno, inoltre, molto importanti risultano: la tessitura, il calcare attivo ed il pH. Prima di una qualsiasi decisione, comunque, un buon punto di partenza è la conoscenza del suolo che ospita la coltura. I parametri citati possono essere conosciuti tramite un’accurata analisi chimica del terreno; con buona approssimazione alcuni di essi si possono ottenere con osservazioni in campo. Tramite carotaggi profondi 1,20 m, con trivella manuale si possono valutare: • la tessitura tramite la sensibilità tattile inumidendo un campione 46 con acqua; • la presenza del calcare attivo mettendo alcune gocce di acido cloridrico (diluito al 10%) sul campione di suolo e valutandone l’effervescenza; • il pH tramite indicatori universali; • il colore della “carota” di terreno che evidenzia la presenza o assenza di problemi di ristagno idrico: i colori grigi indicano problemi di saturazione d’acqua. Questi dati sono utilissimi, ad esempio, per la scelta del portinnesto, per l’individuazione del livello ottimale di sostanza organica da raggiungere (letamazioni e sovesci), per la gestione del terreno (tempi e modalità di intervento sui sovesci, lavorazioni del terreno, inerbimenti) e, più in generale, per le integrazioni da apportare. Ricordiamo, a tal proposito che la normativa comunitaria (Direttiva 91/676) e nazionale (Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152) sulla Buona Pratica Agricola ed il suo recepimento da parte delle Regione Basilicata impone a tutte le aziende agricole site nell’area metapontina (individuata come zona vulnerabile da nitrati di origine agricola nella D.G.R. n.508 del 25/03/02) ed alle aziende beneficiarie degli aiuti economici previsti dal POR e dal PSR, l’adozione ed il rispetto di un apposito codice di applicazione della stessa BPA. La Regione Basilicata ha approvato un codice di BPA che consiglia l’adozione di tutte quelle buone norme di coltivazione che riducono gli input energetici, che rispettano l’ambiente e che tutelano la salute dei consumatori. Naturalmente i produttori che si attengono scrupolosamente alle norme ed alle tecniche dell’agricoltura biologica prevengono la creazione di problemi di inquinamento da nitrati delle falde acquifere e certamente applicano i dettami dell’ecocondizionalità della nuova PAC. Anche per loro, però, è necessario evidenziare i limiti imposti dalla legislazione vigente. L'apporto di azoto, in agricoltura biologica, può avvenire soltanto con l'impiego di concimi organici. Esistono, in commercio, concimi organici con azoto prontamente disponibile per le colture e con azoto disponibile in tempi più o meno lunghi. Da un punto di vista pratico, i concimi organici, possono essere suddivisi in tre gruppi: 47 1- concimi solidi (pellet o granuli) a base di proteine, derivanti da pelli e crini, con elevato titolo di azoto. Questi sono a lenta cessione di azoto e pertanto indicati per la concimazione dei frutteti prima della ripresa vegetativa; 2- concimi solidi (pellet o granuli) con matrice organica umificata, con titolo di azoto generalmente basso. Questi sono a base di composti organici (es. letame, pollina, compost), hanno solitamente un basso titolo di azoto ma sono ricchi di acidi umici e quindi migliorano la fertilità del terreno. Anche questi, sono indicati per la concimazione dei frutteti prima della ripresa vegetativa; 3- concimi liquidi o solubili a base proteica con elevato titolo di azoto. Questi hanno di solito azoto prontamente disponibile e possono essere utilizzati in fertirrigazione durante tutto il periodo vegetativo. A titolo di esempio si riportano le indicazioni relative alla velocità di rilascio degli elementi nutritivi di alcuni concimi organici: 48 Ricordiamo nuovamente che, al momento dell'acquisto dei concimi, bisogna sempre accertarsi che questi siano autorizzati in agricoltura biologica . La conferma la si può avere consultando il già citato elenco pubblicato dall'Istituto di Nutrizione delle Piante, al sito internet. Evidenziamo che detto elenco non garantisce la qualità dei prodotti elencati ma ne certifica la “legalita” nell’uso. Cumulo di letame Calanchi Lucani MASSIMO APPORTO DI FERTILIZZANTI CONSENTITO PER COLTURA NEL CODICE DI BUONA PRATICA AGRICOLA N Olivo P2O5 K2O 80 40 80 135 100 135 80 60 120 Agrumi 150 60 100 Fruttiferi 95 50 100 Fragola 120 80 120 Orticole 100 130 250 50 100 Cereali (zone più piovose) 100 100 Colture Industriali 100 100 Vite da tavola Vite da vino Cereali (zone meno piovose) 49 150