Tax compliance, mission dell`Agenzia delle entrate

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Tax compliance, mission dell`Agenzia delle entrate
Tax compliance, mission dell’Agenzia delle entrate
di Francesco Sanfilippo
Forum con Antonino Gentile, Direttore Agenzia Entrate Sicilia
Articolo pubblicato il 21 settembre 2013
Qual è il rapporto Fisco-contribuente negli ultimi anni?
“La tax compliance, cioè l’adempimento spontaneo agli obblighi tributari da parte del contribuente,
rappresenta la mission principale dell’Agenzia delle entrate, da raggiungere attraverso un’azione di
prevenzione e contrasto all’evasione fiscale selettiva ed efficace e una sempre maggiore qualità dei
servizi d’informazione e assistenza offerta ai contribuenti. Questi due filoni d’intervento sono
fondamentali per sviluppare la lealtà fiscale e rispondere così all’esigenze di crescita del sistema
Paese, specialmente nel momento di crisi in cui versa l’economia internazionale. Per troppo tempo
l’amministrazione finanziaria è stata vissuta, erroneamente, come controparte del cittadino, come
se gli obiettivi che essa perseguiva fossero in contrasto con quelli del contribuente, ma così non è. Il
lavoro svolto dai funzionari dell’Agenzia contribuisce ad assicurare i servizi pubblici alla
collettività, a sostenere le imprese sane combattendo la concorrenza sleale, ad eliminare
l’ingiustizia di chi si avvale indebitamente di agevolazioni a scapito di coloro che hanno effettivo
bisogno, e a promuovere la cultura della legalità e del rispetto delle regole”.
Nuovo redditometro. Come aiuterà l’amministrazione finanziaria nel contrasto
all’evasione fiscale?
“Il nuovo redditometro rappresenta uno strumento importante di contrasto all’evasione fiscale e
aiuterà l’Agenzia ad individuare i potenziali soggetti a maggior rischio evasione, per i quali cioè è
stato evidenziato uno scostamento di oltre il 20% tra il reddito dichiarato e la capacità di spesa
manifestata. Tengo a precisare che le garanzie per i contribuenti non mancano: innanzitutto,
verranno prese in considerazione solo le spese e i dati certi (presenti nell’Anagrafe tributaria e nelle
dichiarazioni dei redditi); in secondo luogo, il nuovo istituto prevede un ‘doppio’ contradditorio
con il soggetto controllato, che potrà fin dal primo incontro dimostrare che le spese sostenute sono
state finanziate con redditi sconosciuti al Fisco, ad esempio perché tassati alla fonte, o esclusi dalla
base imponibile, o ricevuti da altri soggetti. Deve temere chi ha un’elevata capacità di spesa ed un
reddito assolutamente insufficiente per quella spesa”.
Quali sono i risultati del lavoro dell’Agenzia delle entrate in Sicilia?
“Gli Uffici delle entrate in Sicilia hanno riscosso nel 2012 circa 638 milioni di euro, attraverso
l’attività di servizi e controllo (verifiche, accessi mirati, azioni antifrode, controlli formali e
sostanziali delle dichiarazioni e i versamenti diretti). Il raggiungimento di tali obiettivi è stato
possibile grazie all’incrocio delle banche dati a disposizione, che consentono di puntare i controlli
prioritariamente sui soggetti a più alto rischio evasione, e alle diverse collaborazioni con i principali
interlocutori istituzionali: Guardia di finanza, Siae e Comuni. In particolare la Guardia di finanza
con l’attività di verifica fiscale costituisce un presidio importante per il controllo di legalità. Ma il
contrasto all’evasione rappresenta, come dicevo, solo uno degli obiettivi dell’Agenzia. Sul fronte
dell’assistenza, infatti, abbiamo erogato, nel 2012, più di 750mila servizi presso i nostri front office;
a questi si sono affiancati quelli offerti via web. A tal proposito abbiamo stipulato una serie di
protocolli di intesa con gli ordini professionali e le associazioni di categoria per incentivare l’uso dei
servizi telematici. Ciò ha permesso di instaurare un canale prioritario di assistenza fiscale per i
consulenti, migliorando al contempo la qualità dei servizi ai contribuenti presso gli uffici
dell’Agenzia. Giusto per fare un esempio, le istanze di assistenza sulle comunicazioni di irregolarità,
gli avvisi telematici e le cartelle di pagamento, presentate tramite il canale telematico Civis, sono
state nel 2012 quasi 21mila; l’86% di queste ha ricevuto risposta dagli Uffici entro 3 giorni. Tutto
questo è possibile grazie all’impegno del personale a cui va il mio ringraziamento”.
Esiste un Nord e un Sud sul fronte dell’evasione fiscale?
“L’evasione fiscale purtroppo è un fenomeno diffuso che interessa tutta la Penisola, Sicilia
compresa. Esiste, semmai, una diversa tipologia di evasione perché è differente il tessuto
economico di riferimento. Nel Sud c’è un’evasione più diffusa ma meno rilevante come
ammontare”.
Ci diceva che una spinta nella lotta all’evasione arriva dalla collaborazione con
partner istituzionali, primi tra tutti i Comuni.
“Lo scorso marzo abbiamo siglato con la Regione siciliana, il Comune di Palermo e la Guardia di
finanza il ‘Patto per la legalità’: un accordo basato sullo scambio sistematico di dati e informazioni,
per presidiare il territorio in maniera congiunta, assicurare l’equità fiscale e garantire pari
opportunità di accesso ai servizi sociali e assistenziali. Il Patto s’inserisce all’interno della più ampia
cornice della partecipazione dei Comuni alle attività di accertamento, che destina, in forza della
legge regionale n. 26/2012, agli Enti che segnalano possibili casi di evasione, come ad esempio il
fenomeno degli affitti in nero, il 33% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo. In
attuazione del protocollo di intesa del 15 giugno 2012 è stato costituito un Gruppo di lavoro,
funzionale alla partecipazione dei Comuni all’accertamento dei tributi erariali, composto da
funzionari altamente qualificati dell’Agenzia delle entrate, dalla Guardia di finanza, dell’assessorato
per l’Economia della Regione Sicilia e dell’Anci. Ad oggi i Comuni siciliani che hanno aderito al
protocollo sono 65”.
Si riducono i contenziosi grazie alla mediazione. Qual è la situazione del contenzioso
in Sicilia? E dei rimborsi?
“A livello regionale, i report del 2012 rilevano un trend in discesa rispetto all’anno precedente,
relativamente ai ricorsi presentati sia in Commissione tributaria provinciale con -19,3%, sia
regionale con -7,2%. Questo risultato è dovuto ad una maggiore qualità dell’attività di accertamento
e al nuovo istituto del reclamo/mediazione, obbligatorio dal 1 aprile 2012 per le liti di valore
inferiore a 20mila euro. In Sicilia, lo scorso anno, sono stati presentati 4.313 atti relativi a istanze
di reclamo/mediazione, dei quali 4.176 cioè il 96,8% risultano con esito concluso. Nel 2012, una
boccata di ossigeno per i contribuenti isolani è arrivata dai 109 mila rimborsi sulle imposte dirette,
per un totale di oltre 56 milioni di euro, e dai 979 rimborsi Iva, per un ammontare di 67 milioni di
euro”.
Avete personale sufficiente per svolgere i compiti assegnati?
“Sì, il personale è sufficiente”.
In che modo sono formati i vostri funzionari?
“Esiste una formazione d’aula continua, attraverso la quale alcuni nostri funzionari preparano i
colleghi sulle normative vigenti e sulle novità fiscali. A questa si unisce la formazione sul campo e i
percorsi formativi specifici, in base ai diversi ruoli ricoperti e alle attività svolte dal personale”.
Ci sono lamentele riguardo l’ermeticità delle norme, non c’è modo di renderle più
chiare al pubblico come prevede la legge?
“Le norme fiscali hanno una loro oggettiva complessità, ma l’Agenzia emana periodicamente
tempestive circolari d’interpretazione delle norme e offre servizi di informazione e assistenza
presso gli uffici territoriali. Per la semplificazione, fondamentale risulta anche l’istituto
dell’interpello”.
Antonino Gentile, Direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate della Sicilia
Il Direttore del Quotidiano di Sicilia intervista Antonino Gentile